www.slpcislsiracusa.it 28-FEB-2007 MESSAGGERO cronaca Latina Emessa una clamorosa sentenza del giudice: una lavoratrice vince la causa. contro Poste Italiane Dal contratto interinale al posto fisso E ora potrebbero moltiplicarsi le vertenze dei precari in tutti i settori L'avocato Massimo D'Ambrosio ha vinto la prima causa di questo genere di MARCO CUSUMANO Un tempo c'erano gli uffici di collocamento, ormai praticamente abbandonati. Poi sono arrivate le agenzie interinali, inizialmente limitate ad alcuni settori e in seguito "liberalizzate". Oggi, vista la cronica mancanza di posti di lavoro, le agenzie rappresentano una delle poche possibilità che hanno i giovani per trovare un impiego. Spesso, quasi sempre, per pochi mesi. Ieri il tribunale di Roma ha emesso una sentenza rivoluzionaria che potrebbe provocare un vero e proprio terremoto. Una lavoratrice di Latina, Alessandra P. di 32 anni, ha vinto una causa di lavoro contro le Poste Italiane e ora sarà assunta a tempo indeterminato. Si tratta della prima sentenza di questo genere a livello nazionale. Il gudice Antonio Maria Luna ha disposto l'assunzione della giovane e il risarcimento degli stipendi che avrebbe dovuto riscuotere dalla fine del contratto interinale. Volendo dare una prima interpretazione si può dire che si tratta di una sentenza rivoluzionaria. Fino ad oggi, infatti, hanno ottenuto dal giudice un contratto a tempo indeterminato solo coloro che avevano già avuto un rapporto di lavoro a tempo determinato, poi scaduto. Situazioni caratterizzate da un lavoro spesso prorogato oltre la scadenza del contratto, con intervalli di tempo previsti dalla legge. Sono migliaia le cause di questo tipo vinte dai lavoratori: nella provincia di Latina sono quasi un centinaio solo quelle che riguardano le Poste Italiane. Ma la sentenza di ieri allarga il principio anche a quei lavoratori assunti con le agenzie interinali con rapporti caratterizzati, per loro natura, da un breve periodo di impiego. La ragazza, in servizio a Latina, era stata assunta tramite "Obiettivo Lavoro" dalle Poste il 20 maggio 2003 ed ha lavorato fino al 15 gennaio 2004 con un contratto di quattro mesi, poi prorogato di altri quattro. Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capi-re se sono di natura formale o sostanziale. «Questo caso - commenta l'avvocato Massimo D'Ambrosio che ha assistito la lavoratrice - riguarda un settore specifico, ma la questione del lavoro somministrato si estende a moltissimi altri settori importanti». 28-FEB-2007 Latina OGGI Clamorosa sentenza del giudice del lavoro a favore di un'impiegata di Poste spa «Interinale»... per sempre Assunta da un 'agenzia di http://www.slpcislsiracusa.it somministrazione, ora è dipendente fissa ERA STATA assunta da un'agenzia di lavoro interinale, la Obiettivo Lavoro, con un contratto a tempo determinato per essere avviata presso Poste Italiane spa. Alessandra P., 31 anni, aveva preso servi-zio presso uno sportello delle Poste il 20 maggio 2003, e stando al contratto avrebbe dovuto lavora-re fino al 30 settembre dello stesso anno. Quattro mesi, che sarebbero poi diventati otto grazie a una proroga offerta da Obiettivo Lavoro e accettata dalla dipendente. Dopodiché, il licenziamento. Ma secondo l'avvocato Massimo D'Ambrosio, al quale Alessandra P. si era rivolta, il rapporto di lavoro della donna era stato di fatto instaurato con Poste Italiane piuttosto che con l'agenzia interinale che l'aveva assunta, e doveva inoltre considerarsi a tempo indeterminato. Una tesi ardita che non vanta precedenti nelle cause di lavoro intentate nel Lazio, ma che il giudice Antonio Luna della sezione Lavoro presso il Tribunale di Roma ha ritenuto fondata con una sentenza pronunciata il 20 febbraio scorso, fissando così un inatteso precedente che promette effetti a catena sull' attuale organizzazione del lavoro che presiede appunto alle agenzie cosiddette di somministrazione di manodopera e lavoro. Nel ricorso presentato al giudice del lavoro l' avvocato Massimo D'Ambrosio aveva innanzitutto contestato le ragioni addotte dal datore (una cronica carenza di personale delle Poste Italiane spa) a sostegno della richiesta di proroga del contratto, e di conseguenza la nullità della clausola limitativa della durata contrattuale, proprio per l'indeterminatezza delle ragioni indicate e per l'assenza di effettive esigenze di carattere eccezionale. Le non meglio precisate «...punte di più intensa attività» addotte a sostegno della durata del rapporto di lavoro di Alessandra P. non hanno ragion d'essere, visto che l'attività non era stata svolta in un periodo particolare dell' anno e in un ufficio ubicato in una località particolarmente affollata per qualche ragione contingente. Il giudice ha condannato Poste Italiane ad assumere Alessandra P. con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a riconoscerle il pagamento delle retribuzioni maturate dal novembre 2006 ad oggi.