Gli Assiri

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Gli Assiri
Anticamente il termine Assiria si riferiva ad una regione dell'alto Tigri, corrispondente all'estrema regione
settentrionale dell'odierno Iraq. Era delimitata ad est dai monti Zagros e a nord dal massiccio dell'Armenia, mentre
a sud-ovest si estendeva la pianura mesopotamica.
Alla fine del III millennio a.C. questo territorio fu colonizzato appunto dagli Assiri, una popolazione semitica
di Amorriti, strettamente imparentata coi Babilonesi, che, come la stessa regione, presero il nome dall'antica città
di Assur. Più tardi il termine andò ad indicare l'impero assiro propriamente detto che, dal IX al VII secolo a.C.
dominò su tutta la Mezzaluna fertile, l'Egitto e gran parte dell'Anatolia.
Gli Assiri sono oggi noti soprattutto per la loro terribile ferocia nei confronti delle popolazioni vinte che
venivano trucidate e deportate.
La loro storia può essere suddivisa cronologicamente in tre periodi.
Antico Impero o periodo Paleoassiro
Medio Impero o periodo Medioassiro
Nuovo Impero o periodo Neoassiro
(1950-1365 a.C)
(1365-932 a.C.)
(911-612 a.C.).
Fu durante il periodo del Nuovo Impero che la civiltà assira raggiunse il suo apice.
Massima espansione dell’impero assiro
L'Assiria era già popolata durante il Paleolitico, come dimostrano i ritrovamenti di alcuni crani di uomo di
Neanderthal. Uno dei maggiori siti neolitici nella regione è Tell Hassuna, il centro della cultura di Hassuna.
Maggiori informazioni riguardo la storia più remota di questa regione ci rimangono però sconosciute.
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Secondo alcune tradizioni giudeo-cristiane, la città di Assur fu fondata da Assur, figlio di Sem (uno dei figli
di Noè), che fu divinizzato dalle successive generazioni e divenne dio patrono della città stessa. In realtà,
probabilmente, le prime comunità agricole sedentarie compaiono attorno al VI millennio a.C.-VII millennio a.C.
Queste coltivavano orzo e grano e praticavano l'allevamento di ovini, bovini e suini.
Attorno al III millennio a.C., l'Assira, come tutta l'area mesopotamica, subì l'influsso della potente civiltà
sumera, che per un breve periodo sottomise quest'area, in particolare nel periodo dell'impero di Akkad (2325-2200
a.C. ca.) e all'epoca della Terza dinastia di Ur (2113-2004 a.C. ca.). Successivamente, attorno al II millennio a.C.,
il territorio fu invaso dalla popolazione semitica degli Amorrei; da questo momento in avanti si svilupperà la vera e
propria civiltà assira, inizialmente grazie agli scambi commerciali prodotti dalle sue principali città.
La città-stato di Assur ebbe profondi e intensi contatti con le città dell'altopiano anatolico. Gli Assiri, sotto il
regno di Sargon I stabilirono, infatti, "colonie mercantili" in Cappadocia, ad esempio a Kanesh (odierna Kültepe)
all'incirca nel 1920 a.C.-1840 a.C. e 1789–1740 a.C. Tali colonie, chiamate karûm, (parola accadica per indicare la
"banchina del porto"), furono annesse alle città anatoliche, godendo tuttavia d'uno statuto fiscale speciale. Esse
debbono essere sorte per una lunga tradizione di commerci fra Assur e le città dell'Anatolia, ma nessuna
testimonianza scritta o archeologica lo comprova. Il commercio consisteva in metallo (piombo o stagno; la
terminologia in questo caso non è del tutto chiara) e tessuti provenienti dall'Assiria, scambiati con metalli preziosi
(oro e argento) in Anatolia. Il commercio avveniva mediante carovane trainate da asini e in media per percorrere la
distanza tra Assur e Kanish (circa 850 km) si impiegavano cinquanta giorni.
A causa dell'espansione delle tribù amorree, che muovevano dal delta del fiume Khabur, la città di Assur
conobbe l'avvento della prima dinastia amorrea, fondata dall'energico re Shamshi-Adad I (1813-1781 a.C.). Egli
pose suo figlio Ishme-Dagan sul trono della vicina Ekallatum e consentì alle colonie della Cappadocia di restare
attive. Shamshi-Adad I conquistò inoltre la potente città di Mari sull'Eufrate a capo della quale mise un altro dei
suoi figli, Yasmah-Adad. Con questo sovrano gli Assiri conobbero la prima e vera espansione territoriale visto che
il regno di Shamshi-Adad comprendeva allora tutta la Mesopotamia del nord.
Dopo la morte del sovrano, Ishme-Dagan prese nelle sue mani il regno che, però, iniziò subito a
disgregarsi: il governo del fratello Yasmah-Adad fu infatti rovesciato e la città di Mari venne persa. Il nuovo re di
Mari si alleò con Hammurabi di Babilonia e l'Assiria dovette quindi affrontare il crescente potere di Babilonia. Per
questo motivo Ishme-Dagan strinse un'alleanza con i nemici di Babilonia e la lotta per il potere continuò per molti
anni.
Fu solo dopo la morte di Shamshi-Adad e la caduta dei suoi figli che Hammurabi di Babilonia conquistò
Assur. Con Hammurabi, i vari karûm in Anatolia cessarono la loro attività mercantile, probabilmente per il fatto che
le merci assire venivano ora commerciate con gli stessi babilonesi. Seguì per l'Assiria un lungo periodo di
decadenza che perdurò fino al XIV secolo a.C.
Nel XV secolo a.C., Saushtatar, re di Hanilgalbat (nome accadico di Mitanni), saccheggiò Assur e rese
l'Assiria uno stato vassallo. L'Assiria versò tributi a Hanilgalbat fino a quando gli Hurriti di Mitanni furono vinti dagli
Ittiti, permettendo a Assur-uballit I (1365-1330 a.C.) di creare una sorta di impero assiro.
Hanilgalbat fu infine conquistata sotto Adad-nirari I, che descrive sé stesso come un "Gran Re" nelle lettere
ai governanti ittiti. Il successore di Adad-nirari I, Salmanassar I (1276-1246 a.C.), fece di Calah la sua capitale
operando un'espansione del suo regno verso nord-ovest, per lo più a spese degli Ittiti, raggiungendo il Karkemish.
Suo figlio e successore, Tukulti-Ninurta I (1243-1207 a.C.), sconfisse Kashtiliash IV, re cassita di Babilonia,
conquistando la città e depredandone i templi. Verso la fine del suo regno iniziò a costruire una nuova capitale,
Kar-Tukulti-Ninurta, che doveva sostituire la vecchia Assur. Suo figlio Assurnasirpal, però, si ribellò e il re fu infine
assassinato. Iniziò, quindi, un nuovo periodo di decadenza: Babilonia si rese nuovamente indipendente e attaccò
l'Assiria che, durante i regni dei re babilonesi Melishipak II e Marduk-apal-iddin I, fu resa tributaria.
Quando l'Impero Ittita collassò sotto l'attacco dei Frigi (chiamati Mushki negli annali assiri), Babilonia e
l'Assiria iniziarono a rivaleggiare per le regioni amorree precedentemente sotto il saldo controllo ittita. Il re assiro
Assur-resh-ishi sconfisse Nabucodonosor I di Babilonia in una battaglia in questa regione.
Il figlio di Assur-resh-ishi, Tiglat-Pileser I (1115-1076 a.C.), può essere considerato il fondatore del primo e
vero impero assiro. Nel 1115 a.C., infatti, Tiglat-Pileser I attraversò l'Eufrate conquistò il Karkemish, sconfisse i
Mushki arrivando fino al lago Van e il resto degli Ittiti (anche quelli che cercavano di raggiungere il Mar Nero);
avanzò, quindi, verso il Mediterraneo, assoggettando la Fenicia. Marciò, inoltre, due volte su Babilonia (dove la
vecchia dinastia dei Cassiti era stata sconfitta da una degli Elamiti), assumendo il vecchio titolo di "Re di Sumer e
Accad", sebbene non fosse mai riuscito a deporre il re babilonese in carica.
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Ben presto il grande impero costruito da Tiglat-Pileser I iniziò a sgretolarsi a causa di una serie di sovrani
deboli ed incapaci, logoranti guerre con la vicina Urartu e continue invasioni da parte dei nomadi aramaici. Gli
Assiri dovettero affrontare un nuovo periodo di declino che durò quasi due secoli. Questo lungo periodo di
debolezza terminò con l'ascesa al trono di Adad-Nirari II (911-891 a.C.). Il nuovo sovrano riportò fermamente sotto
il suo controllo le aree ancora, almeno nominalmente, appartenenti agli Assiri e annetté le regione degli aramei, il
cui centro era Nisibis, deportando le popolazioni a nord, in luoghi molto lontani. Oltre ad espandere il confine con
Babilonia leggermente più a sud, non intraprese una politica di espansione, preferendo consolidare i confini
dell'impero che non si spinse oltre Khabur. Il suo successore e figlio, Tukulti-Ninurta II (890-884 a.C.), durante il
suo breve regno, conquistò solo alcuni territori aramei a nord intorno alla città di Harran.
Il successivo re, Assurnasirpal II (883-859 a.C.), intraprese un programma di spietata espansione, prima
incutendo terrore a tutti i popoli del nord fino a Nairi, poi assoggettando gli Aramaici tra Khabur e l'Eufrate. La sua
durezza scatenò una rivolta che fu ferocemente soppressa in una battaglia di due giorni. A seguito di questa
vittoria, avanzò senza ostacoli fino al Mediterraneo ed impose pesanti tributi ai Fenici.
Come mai prima d'allora, gli Assiri cominciarono a vantarsi e a godere della loro spietatezza: con
Assurnasipal II si consolidò definitivamente l'immagine dell'assiro spietato e sanguinario. Tutti gli anni il re
organizzava una campagna e al suo avvicinarsi i re vassalli gli inviavano doni per evitare che le loro città fossero
devastate.
Durante il suo regno vi fu una vasta produzione di statue e bassorilievi che rappresentano con estremo
dettaglio i vari tipi di torture e punizioni a cui venivano sottoposti i popoli sconfitti. Assurnasirpal II, inoltre, trasferì
la capitale alla città di Calach (odierna Nimrud). I sontuosi palazzi ornati da bassorilievi, i grandi templi e gli altri
edifici fatti costruire da Assurnasirpal sono una chiara testimonianza della ricchezza, del potere e del
considerevole sviluppo artistico ed economico raggiunto dagli Assiri in questo periodo.
Il figlio di Assurnasirpal, Salmanassar III (859 a.C.-824 a.C.), durante i suoi trentacinque lunghi anni di
governo, trasformò la capitale in un campo armato. Ogni anno gli eserciti assiri marciavano fuori dalle mura per
depredare e distruggere. Babilonia fu occupata e ridotta a stato vassallo. Salmanassar intraprese trentadue
campagne, la maggior parte delle quali gli permise di incassare tributi senza colpo ferire; tuttavia, nell'854 a.C., si
scontrò con la coalizione di Adadidri (Adadezer) di Damasco e di Acab d'Israele, accorsi in aiuto delle città della
Siria, della Cilicia e della Fenicia, che rifiutavano di pagare i tributi. I due eserciti si scontrarono a Karkar nell'853
a.C. e, a dispetto della descrizione fornita da Salmanassar, secondo la quale il suo esercito avrebbe "vinto
l'opposizione", sembra che la battaglia sia terminata in un sostanziale pareggio, in quanto le forze assire furono
ritirate poco tempo dopo. Salmanassar riprese sotto il suo controllo Karkemish nel 849 a.C., e solo nell'841 a.C. si
mise a capo di un nuovo esercito che marciò contro Damasco, prima assediandola e poi invadendola,
prendendone il controllo. Sottomise anche Jehu di Israele, Tiro e Sidone. In un'altra campagna sottomise
l'importante regno aramaico di Bit-Jakin, presso il Golfo Persico. Durante gli ultimi anni di regno scoppiò una
rivolta di corte, dovuta a problemi dinastici, sfociata in guerra civile, che fece precipitare l'Assiria in un nuovo
periodo di declino.
Nonostante tutto il figlio di Salmanassar, Shamshi-Adad V (824-810 a.C.), riuscì a respingere le pretese al
trono del fratello minore diventando re. Shamshi-Adad si trovò a governare su un'Assiria fortemente indebolita;
cercò comunque di frenare le invasioni di Urartu ma, impegnandosi su questo fronte, perdette i vantaggi acquistati
sull'Eufrate e in Siria. Quando egli morì, il figlio Adad-nirari III (810-782 a.C.) era troppo piccolo per governare, e il
regno fu quindi retto per cinque anni dalla madre, Sammu-ramat (identificata come la Semiramide dei Greci)
coadiuvata dal turtanu (una sorta di generale supremo dell'esercito). Grazie anche a questo energico funzionario,
sotto il regno di Adad-nirari, furono risollevate le sorti del regno, che sottomise tutta la Siria fino ad Adom. Il re
combatté anche contro i Medi, riuscendo forse a giungere addirittura fino al Mar Caspio.
I successivi tre sovrani, Salmanassar IV (782-772 a.C.), Assur-dan III (772-754 a.C.) e Assur-nirari V (753745 a.C.), non riuscirono a creare un forte potere centrale, e si assistette al proliferare di numerose figure
secondarie, che assumevano forti poteri a livello locale. Questi re dovettero quindi affrontare molte rivolte e
ribellioni, e in una di queste, probabilmente, morì Assur-nirari.
Approfittando del momento di crisi e confusione in cui si trovava il regno, Tiglatpileser III (745–727 a.C.),
con un colpo di mano s'impossessò del regno e diede inizio a vaste riforme che migliorarono notevolmente
l'efficienza e la sicurezza dell'impero.
Gli abitanti delle province conquistate venivano sistematicamente deportati, l'impero fu diviso in province,
sostituendo ai vassalli del re dei governatori assiri di fiducia. L'intero regno era quindi organizzato sotto una
complessa burocrazia con il re a capo in cui ogni distretto pagava un tributo fisso fornendo anche un contingente
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militare. Le forze assire divennero a questo punto un esercito permanente che, attraverso successivi
miglioramenti, si trasformò in una macchina da combattimento inarrestabile; d'ora in avanti la politica assira ebbe
come intento di portare sotto un unico impero l'intero mondo civilizzato. Questi cambiamenti sono spesso
identificati come l'inizio del “Secondo Impero Assiro”.
Dopo aver sottomesso Babilonia, facendosi incoronare "Re Pul di Babilonia", e aver severamente punito
Urartu, Tiglatpileser diresse i suoi eserciti in Siria, che aveva nel frattempo riguadagnato l'indipendenza. Dopo un
assedio durato tre anni, Arpad venne espugnata, riducendo così il potere di Hamath. Azariah (Uzziah), essendo
un alleato del re di Hamath, fu costretto da Tiglatpileser a rendergli omaggio e a pagare tributi annui.
Nel 738 a.C. Tiglatpileser III occupò la Filistea e invase Israele, imponendo pesanti tributi. Acaz, re di
Giuda, entrò in guerra contro Israele e la Siria, chiedendo aiuto al re assiro promettendogli una ricompensa in oro
ed argento; questi, secondo i patti, "marciò contro Damasco, sconfisse e fece uccidere Rezin e assediò la città".
Dopo aver lasciato una parte dell'esercito a proseguire l'assedio, avanzò, mettendo a ferro e fuoco le province ad
est della Giordania, Filistea e Samaria. Nel 732 a.C. espugnò Damasco, deportandone gli abitanti.
Grazie alla conquiste e alle riforme di questo re, si può parlare di un vero e proprio impero assiro, che era
finalmente riuscito a creare dei governi stabili e sicuri anche nelle province esterne.
Il successore di Tiglat-Pileser III, il figlio Salmanassar V (727-722 a.C.) dovette affrontare il re Osea di
Israele, il quale smise di pagare i tributi e si alleò con l'Egitto nel 725 a.C. Ciò spinse Salmanassar ad invadere la
Siria e ad assediare Samaria (capitale di Israele). La città resistette per tre anni ma fu infine devastata. In politica
interna Salmanassar introdusse una profonda riforma fiscale, che produsse un forte malcontento. Salmanassar fu
infine deposto nel 722 a.C. da Sargon II (721-705 a.C.), il comandante in capo dell'esercito,
Sargon II invase immediatamente Samaria, esiliando più di 27.000 persone, dando inizio alla diaspora e
distruggendo di fatto il regno del nord d'Israele. Invase inoltre la Giudea, impossessandosi di Gerusalemme. Nel
721 a.C., sotto il potente principe caldeo Merodach-baladan, Babilonia si liberò dal giogo assiro e Sargon, non
potendo sedare la rivolta, rivolse la sua attenzione nuovamente alla Siria, a Urartu e ai Medi, penetrò nell'altopiano
iranico fino al monte Bikni, costruendo molte fortezze al suo passaggio, per poi ritornare nel 710 a.C. alla
conquista di Babilonia.
Per quanto riguarda la politica interna, Sargon continuò l'opera di centralizzazione iniziata da Tiglatpileser
III e per questo fece costruire una nuova capitale a est di Ninive, Dur Sharrukin (odierna Khorsabad), usando i
tributi che l'Assiria aveva raccolto dalle varie nazioni sotto il suo dominio.
Nel 705 a.C. Sargon fu ucciso durante una battaglia contro i Cimmeri nel regno neo-hittita di Tabal e il suo
successore, il figlio Sennacherib (705-681 a.C.), decise di trasferire la capitale da Dur Sharrukin a Ninive,
cercando di prendere le distanze dalle politiche del padre evitando in qualsiasi modo di intervenire in Anatolia.
Babilonia, nel frattempo, si era resa nuovamente indipendente sotto il re Merodachbaladan II: Sennacherib
gli diede battaglia a Kish e lo costrinse a rifugiarsi sulla costa elamitica. Sennacherib decise allora di attaccare
Merodachbaladan per mare. Ma al ritorno l'esercito assiro dovette lottare contro il re di Elam e gli Arabi che
avevano nuovamente invaso Babilonia. Nel 701 a.C. Ezechia di Giuda formò un'alleanza con l'Egitto contro
l'Assiria, e Sennacherib di conseguenza si mosse verso Gerusalemme, distruggendo 46 città sul suo cammino. La
vicenda viene descritta in "Isaia 10"; i fatti accaduti in seguito non sono chiari (la Bibbia dice che un angelo del
Signore colpì l'esercito assiro a Gerusalemme; Erodoto afferma che furono decimati da una malattia diffusa dai
topi d'Egitto; gli storici moderni danno credito alla teoria della pestilenza); tuttavia, ciò che è certo, è che l'esercito
invasore fu in qualche modo decimato, e che Sennacherib non riuscì a catturare Gerusalemme.
Nel 689 a.C., Babilonia si ribellò ancora una volta, e la risposta di Sennacherib questa volta fu tremenda:
conquistò la città, la saccheggiò e la incendiò; quindi fece aprire i canali attorno ad essa, inondando il terreno
esterno fino a che non divenne simile a una palude, in modo che la città non potesse più risorgere e costringendo
in questo modo gli abitanti alla fuga.
Gli ultimi anni di regno furono molto caotici. Influenzato dalla sua ultima moglie, Sennacherib nominò
successore uno dei suoi figli minori, Asarhaddon che venne proclamato governatore di Babilonia e fece ricostruire
la città. Questo scatenò l'ira degli altri figli che, secondo la Bibbia, assassinarono Sennacherib nel 681 a.C.
Nonostante la guerra civile che ne seguì, Asarhaddon (680-669 a.C.), riuscì a succedere al trono del padre.
Sconfisse i Cimmeri e i Medi ma, non riuscendo a mantenere l'ordine in queste aree, volse la sua attenzione alla
zona occidentale della Fenicia, che si era alleata con l'Egitto, e saccheggiò Sidone nel 677 a.C. Catturò inoltre
Manasse di Giuda e lo tenne prigioniero per qualche tempo a Babilonia.
Stancatosi delle continue intromissioni dell'Egitto, decise di invaderlo nel 674 a.C., arrivando fino a Menfi
nel 670 a.C. Ben presto i governatori assiri che Asarhaddon aveva assegnato all'Egitto furono costretti a fuggire
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dall'indomabile popolazione e, mentre era a capo di un esercito diretto verso il paese ribelle per sedare la rivolta,
Asarhaddon morì improvvisamente, nel 669 a.C.
Gli succedette Assurbanipal (669-627 a.C.), figlio di Asarhaddon. In lui va identificato probabilmente il
famoso Sardanapalo descritto dai Greci.
Egli fece continuare la campagna in Egitto al suo turtanu. Poiché era strettamente urgente riorganizzare il
paese, il generale assiro ristabilì nella loro dignità il faraone Necho I e suo figlio Psammetico I, ma nel 652 a.C.
Psammetico era diventato così potente da dichiararsi indipendente dall'Assiria, aiutato dal fatto che il fratello di
Assurbanipal, Shamash-shum-ukin, governatore di Babilonia, alleatosi con gli Elamiti e gli Arabi, diede inizio in
quell'anno a una guerra civile. Assurbanipal affrontò il fratello e nel 648 a.C. conquistò Babilonia dove Shamashshum-ukin diede fuoco al palazzo dove si era rinchiuso, uccidendosi. Ritornò quindi in Egitto giungendo fino a
Tebe che venne distrutta (663 a..C); conquistò inoltre Susa e devastò completamente l'Elam nel 646 a.C. e nel
640 a.C. Sotto Assurbanipal l'impero assiro raggiunse, quindi, la sua massima estensione, mai più eguagliata.
Assurbanipal aveva fatto costruire a Ninive una grandiosa biblioteca che raccoglieva circa 22.000 tavolette
cuneiformi (tra cui una redazione del Ciclo di Gilgamesh) e aveva incoraggiato l'arte e la cultura. La sua epoca
rappresenta uno dei momenti più prosperi per lo sviluppo civile e artistico degli Assiri.
Dopo la sua morte nel 627 a.C., l'impero assiro cominciò a disgregarsi rapidamente. Iniziò un periodo di
lotte fratricide e Ciassarre, re dei Medi distrusse le città assire di Tarbisu e Assur. Nel frattempo Babilonia si rese
indipendente e il suo re, Nabopolassar, alleatosi con Ciassare, distrusse Nimrud e poi la capitale Ninive nel 612
a.C. dove il re assiro Sinsharraishkun (Saracos) (621-612 a.C.) perì sotto le rovine del suo palazzo, decretando di
fatto la caduta dell'impero assiro.
La corte assira si ritirò quindi a Carre, a nord-ovest della capitale, e qui un generale di nome Ashur-uballit II
(612-609 a.C.), con il supporto militare del faraone egiziano Necho II, continuò a regnare fino al 609 a.C., anno in
cui fu sconfitto da Medi e Caldei. Questa fu la fine definitiva dell'Assiria come nazione indipendente; l'impero
assiro venne diviso fra Medi e Caldei.
Il passaggio così repentino dal massimo splendore alla caduta, è un chiaro segno di come gli Assiri non
siano mai riusciti a creare un impero saldo e unito, assimilando e conciliando genti e culture diverse. L'impero
assiro fu, infatti, solo un insieme eterogeneo di popoli e culture, tenuti uniti dal terrore nei confronti del vincitore,
ma sempre pronti a ribellarsi ad ogni momento propizio.
Gli antichi Assiri parlavano un dialetto assiro del linguaggio accadico, un ramo delle lingue semitiche. Le
prime iscrizioni risalgono all'Antico Impero. Durante il Nuovo Impero la lingua popolare assira fu fortemente
influenzata dall'aramaico. Gli antichi Assiri usavano anche il sumero nella loro letteratura.
Le opere d'arte giunte sino ai nostri giorni appartengono, nella maggior parte dei casi, al periodo del Nuovo
Impero. L'arte assira, come tutta la sua cultura, deve un forte tributo a Babilonia, ma durante l'ultimo periodo essa
mostra una certa originalità.
Molte immagini rappresentano scene di guerra e spesso mostrano nel dettaglio e con crudo realismo le
torture subite dai popoli sottomessi al potere assiro. Si tratta chiaramente di un'arte che ha come fine la
celebrazione del potere dell'imperatore e scopo di propaganda.
La società
Lo stato assira era basato su un'aristocrazia guerriera che possedeva la maggior parte delle terre. Il resto
della popolazione era suddivisa fra contadini e artigiani che conducevano una vita misera, privi di ogni diritto.
Tutta la società assira ruotava attorno alla figura del re, capo assoluto che era padrone e governava su
tutte le terre attraverso i suoi funzionari. Il re era anche figura religiosa, il "servo di Assur", la cui volontà era la
volontà del dio. Lo scopo dei re assiri era quello di creare una “monarchia universale” sottomettendo tutti i popoli al
dio Assur. La guerra assumeva quindi una connotazione religiosa, e chiunque tentasse di ribellarsi veniva punito
severamente, in quanto aveva compiuto sacrilegio nei confronti degli dei assiri.
Inizialmente l'esercito era composto semplicemente da persone comuni, strappate dai loro lavori quotidiani
e il servizio militare era obbligatorio per ogni classe sociale. Ben presto, però, si formò un esercito permanente
formato da milizie addestrate appositamente che spesso provenivano dalle province conquistate (non erano
ammesse truppe mercenarie) e che combattevano secondo una tattica militare prestabilita.
L'esercito fu inizialmente formato dalla sola fanteria; nel X secolo a.C. fu introdotta la cavalleria e infine,
durante l'VIII secolo a.C., l'esercito assiro incluse anche un servizio del genio che permetteva di costruire
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rapidamente ponti e battelli per l'attraversamento dei fiumi. Erano inoltre presenti carri e macchine da guerra (ad
esempio venivano costruite enormi piattaforme armate che, portate fin sotto le mura delle città assediate,
permettevano agli arcieri di scagliare le frecce sul nemico all'interno). Sembra anche che gli Assiri siano stati fra i
primi a introdurre cavalieri armati di arco.
Nella società assira le donne non avevano gli stessi diritti degli uomini ed erano sottomesse, al pari degli
schiavi, al marito; non era assolutamente presente la concezione della famiglia che abbiamo noi oggi. Veniva
inoltre praticata la prostituzione sacra: ogni donna, prima di diventare moglie, doveva recarsi al tempio di Ishtar e,
secondo il rituale, aspettare che uno straniero le offrisse una moneta e prendesse la sua verginità.
Per quanto riguarda la legislazione, e in particolare le norme penali, la società assira si basava sulla rigida
applicazione della legge del taglione, e in generale la loro legislazione era sicuramente molto più rigida e primitiva
rispetto a quella babilonese.
Anche la religione assira, come tutti gli aspetti di questa società, risentì di un forte influsso babilonese. Gli
dei, le feste, i riti erano infatti simili se non identici a quelli babilonesi da cui vennero copiati perfino i racconti mitici,
come quello di Gilgamesh.
Le differenze stavano nel fatto che il principale dio babilonese, Marduk, fu prima affiancato e infine sostituito
dal dio Assur, e che il re fu sempre il sommo sacerdote e il vicario del dio nazionale, nonostante la casta
sacerdotale fosse comunque influente.
Assur era probabilmente nato come divinità locale, ma con l'aumento del potere e prestigio dell'impero
assiro, divenne infine capo supremo del pantheon. Era il dio della forza e della violenza, che proteggeva l'esercito
in battaglia. Era quindi un dio guerriero per molti versi simile al Jahvé degli Ebrei. Alcuni studiosi affermano che
Assur venisse rappresentato sotto forma di disco solare, simbolo che appare spesso nell'iconografia assira.
Tuttavia le prove sembrano dimostrare che il disco solare rappresentasse invece, come pare più ovvio, il dio del
sole Shamash.
Altre importanti divinità del numeroso pantheon assiro furono Ishtar, dea dell'amore e della guerra e Adad,
dio dei fenomeni celesti, o Keret, semidio cui si attribuisce la fondazione della città di Hubur.
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