LA SECONDA GUERRA PUNICA « Noi troveremo una strada

LA SECONDA GUERRA PUNICA
« Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo
una nuova. »
(Annibale risponde all'impossibilità di attraversare le Alpi
con gli elefanti)
Annibale Barca (Cartagine, 247 a.C. – Gebze, 182 a.C.) fu un condottiero e politico cartaginese,
famoso per le sue vittorie durante la Seconda guerra punica.
Marciando dalla Spagna, attraverso i Pirenei, la Provenza e le Alpi, scese in Italia, dove sconfisse le
legioni romane in quattro battaglie principali – battaglia del Ticino (218 a.C.), battaglia della
Trebbia (218 a.C.), battaglia del Lago Trasimeno (217 a.C.), battaglia di Canne (216 a.C.) – e in
altri scontri minori.
Dopo la battaglia di Canne i Romani rifiutarono lo scontro diretto e gradualmente riconquistarono i
territori del sud Italia di cui avevano perso il controllo. La Seconda guerra punica terminò con
l'attacco romano a Cartagine, che costrinse Annibale al ritorno in Africa nel 204 a.C. dove fu
definitivamente sconfitto nella Battaglia di Zama, nel 202 a.C., da Publio Cornelio Scipione, detto
l’Africano.
Lo storico greco Polibio ci dà la sua testimonianza a proposito della strategia di Annibale:
"Attraverso le regioni pianeggianti, Annibale giunse alle pendici delle Alpi. In testa erano gli
elefanti (…) i nemici, che non avevano mai visto quegli animali, non osavano avvicinarsi. (…)
Raggiunto il valico delle Alpi, Annibale ordinò una sosta (…). All'alba (…) fu ripresa la marcia, ma
la discesa si rivelò più difficile della salita. Nella notte era caduta la neve e la colonna avanzava
lentamente. Giù per i sentieri scoscesi, uomini e cavalli sdrucciolavano, cadendo gli uni sugli altri, a
stento trattenuti dagli arbusti e dalle radici affioranti qua e là. Il passaggio di tanti uomini e animali
trasformava in molle poltiglia il sottile strato di neve fresca, scoprendo il ghiaccio sottostante (…).
Leggendosi sulla faccia di ognuno lo scoramento e la disperazione, Annibale, spintosi innanzi e fatti
fermare i soldati su un promontorio, donde la vista spaziava largamente, mostrò loro l'Italia, e ai
piedi delle Alpi la pianura Padana, dicendo che essi superavano allora non solo le mura d'Italia, ma
della stessa città di Roma, che tutto il resto sarebbe stato agevole e piano, che con una o al massimo
due battaglie avrebbero avuto nelle loro mani la rocca e la capitale d'Italia".