Incontrarsi 19 - Diocesi di Lugano

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REDAZIONE:
DI
COMMISSIONI DIOCESANE
MUSICA SACRA E DI LITURGIA
CASELLA POSTALE 26
6903 LUGANO
TEL.: 091/967.43.60 - FAX: 091/966.13.02
e-mail: [email protected]
Gruppo redazionale:
Antonio Bonvicini
Franco Caccia
Vincenzo Giudici
Peppino Manzoni
Michele Tamagni
Immagine di copertina: la facciata della chiesa di Pietro a Gravesano
Incontrarsi n.19 febbraio 2002
Editoriale ............................................................. 4
Riflessioni
“A ogni chiesa il suo maestro di cappella” ............ 9
Note di liturgia
Liturgia e creatività musicale .............................. 14
Recensioni
Antifonale missarum simplex.............................. 18
La pagina dell’organista
Organi storici della Svizzera ............................... 22
Canti per la celebrazione eucaristica
Proposte per un programma .............................. 23
Cantare a più voci .............................................. 29
Un canto quaresimale ........................................ 32
s o m m a r i o
Notiziario
Primo concorso di composizione.. ...................... 5
Traslochiamo ancora ............................................ 8
e d i t o r i a l e
Contrariamente alla maggior parte dei numeri precedenti, questo nuovo
numero di Incontrarsi non si contraddistingue per la presenza di un dossier di approfondimento monotematico, quanto piuttosto per la raccolta
di due interventi di indubbio interesse ed in particolare per la presentazione di una nuova singolare iniziativa promossa dalla Commissione
diocesana di musica sacra.
Nel suo articolo Vincenzo Giudici si sofferma sull’originalità e la creatività del musicista di chiesa, mentre Antonio Parisi mette in evidenza la
necessità di superare tutta una seria di posizione preconcette sul ruolo
dei musicisti che lavorano per in ambito ecclesiastico.
Attraverso la proposta di un nuovo concorso di composizione, iniziativa
che non vuol costituirsi quale momento episodico ma come primo tassello di un discorso molto più organico e strutturato, la Commissione
diocesana di musica sacra, d’intesa con gli amici promotori del Convegno
diocesano delle corali liturgiche di Morbio Inferiore, intende promuovere
la realizzazione di un nuovo repertorio liturgico di qualità. L’auspicio è
quello di poter raccogliere nuove composizioni che non sia soltanto
utilizzabili nell’ambito del convegno stesso, ma che possano soprattutto
essere spendibili nell’animazione liturgica all’interno delle nostre parrocchie. I primi segnali raccolti attorno a questa proposta (vedi la richiesta,
già nei primi giorni di pubblicazione del bando di concorso, di poter
ricevere i testi da musicare da parte di parecchi musicisti) ci lasciano
ben sperare in un esito positivo. Proprio poiché l’informazione relativa al
concorso di composizione è stata diffusa capillarmente, attraverso degli
annunci sulle principali riviste specialistiche italiane e l’invio di opuscoli di
presentazione a tutti i conservatori svizzeri e italiani nonché alle scuole
di musica sacra, l’iniziativa dovrebbe assumere una dimensione, se
non proprio internazionale, perlomeno nazionale, cercando idealmente
il coinvolgimento di tutte le forze presenti sul territorio italiano e, con le
debite proporzioni, su quello locale.
Ci scusiamo nuovamente per non essere arrivati puntuali con l’inizio
della Quaresima, e auguriamo a tutti voi un “buon cammino” in attesa
della Pasqua.
La redazione
Primo concorso per la composizione
di nuovi canti per la liturgia
in lingua italiana
Mentre si constata una certa frequenza di iniziative che promuovono
concorsi di composizione o committenze per musiche destinate ad amo quasi nullo l’impegno ecclesiale per una mirata produzione di canti
di qualità destinati alle celebrazioni liturgiche, nello spirito della riforma
liturgica voluta dal Concilio Vaticano II.
Si tratta di un settore ingiustamente sottovalutato, dal momento che le
chiese, dato per pacifico il loro statuto di luoghi di un nobile culto sacro,
sono rimaste praticamente anche gli unici ambiti in cui si svolge l’attività
corale del popolo. La prassi liturgica si configura, pertanto, al di là della
sua portata spirituale ed ecclesiale, anche come un rilevante fenomeno
di valenza culturale, con vari esiti diversamente giudicati.
Con preciso intento promozionale nei confronti di canti dotati di pertinenza liturgica e di qualità artistica, la Commissione di musica sacra
di Lugano indìce un concorso di composizione. Esso intende essere il
primo di una serie a venire, che cercherà di mantenere una regolare
scadenza.
Agli artisti è richiesto un impegno notevole per muoversi tra i non pochi
condizionamenti richiesti sia dalla correttezza rituale sia dalle peculiarità
proprie alle assemblee le quali, normalmente, non possiedono capacità
interpretative di superiore livello né dispongono di mezzi esecutivi eccezionali. Ma ogni vero artista è cosciente che il bello può coincidere con
la nobile semplicità. E, in definitiva, il premio maggiore che gli deriva
consiste nel fatto che la sua fatica si trasforma in voce di lode a Dio ed
n o t i z i a r i o
biti vari della vita civile con le relative pratiche sociali, è invece esiguo
in gaudio di cuore per tante persone.
REGOLAMENTO
1. La partecipazione al concorso è aperta a compositori di qualsiasi
nazionalità, età e residenza.
2. I partecipanti al concorso devono comporre brani sui testi proposti,
per coro misto a più voci, con auspicabile intervento dell’assemblea.
Il tipo di accompagnamento può variare secondo la funzionalità dei
brani e la struttura degli interventi vocali e deve essere adeguato
ad una normale praticabilità esecutiva.
3. I testi, specificamente scritti per l’iniziativa e di proprietà esclusiva
del committente, vanno richiesti alla segreteria del concorso. Ogni
compositore è tenuto a musicare tutti i testi nella loro versione integrale.
4. Le partiture devono essere presentate su pentagrammi separati,
in chiavi moderne, e preferibilmente scritte con programmi informatici.
5. Sulle partiture non deve figurare alcun nome né firma, ma solo un
motto, sigla o pseudonimo accuratamente riportato su ogni pagina.
Lo stesso motto, sigla o pseudonimo va anche riportato su una
busta chiusa contenente generalità dell’autore, indirizzo, numero
telefonico, eventuale indirizzo di posta elettronica, unitamente a
una dichiarazione del compositore attestante che la composizione
è interamente originale.
6. Le partiture, con la busta di cui al punto precedente, devono pervenire, entro il 31 agosto 2002, al seguente indirizzo:
Commissione diocesana di musica sacra
Primo concorso per la composizione di nuovi canti liturgici
in lingua italiana
Casella postale 26
6903 Lugano - Svizzera
Le partiture e la documentazione ricevuta non saranno restituite.
7. La giuria è così composta:
Felice Rainoldi, liturgista e compositore
Paolo Rimoldi, compositore e docente al Conservatorio di Milano
Giovanni Maria Rossi, compositore e musicoterapeuta
8. I premi saranno così suddivisi:
1° premio: 3’000 franchi svizzeri
n o t i z i a r i o
Traslochiamo ancora...
È venuta l’idea di iniziare una ditta di traslochi. Così la vita nomade delle
Messe domenicali in televisione sarebbe forse meno difficoltosa. A Cureglia
ci eravamo trovati molto bene: una chiesa interessante e dignitosa, cordialità
della gente e signorile ospitalità del Consiglio Parrocchiale. Ma non è bastato
per proseguire nella felice esperienza. Grazie comunque alla Comunità di
Cureglia. Le spese di trasferta non permettono di allontanarsi troppo da
Lugano-Comano. Ora abbiamo trovato una comunità disponibile: la parrocchia di san Pietro che raggruppa i tre comuni di Gravesano-Manno-Bedano.
L’accoglienza è stata più che cordiale: a tutti un grazie sentito, anche a nome
delle tante persone che seguono e pregano, ogni domenica. Gli indici di
ascolto tengono: ciò significa che l’emissione risponde ad un bisogno pastorale. Per la comunità che ci accoglie sarà un’apertura verso tanta gente
sia in Svizzera che nelle regioni limitrofe d’Italia, Francia, Germania, Austria.
San Pietro è parrocchia viva, con una quantità di iniziative: in pochi anni
sono restaurate in modo ottimale e intelligente ben quattro chiese ed un
altro restauro è in via di realizzazione. Tra l’altro sono stati recuperati molti
oggetti del passato, tanto da dar vita ad un piccolo museo. La comunità si
impegna anche in iniziative più direttamente pastorali: catechesi e diaconia.
La sua chiesa parrocchiale ha origini remote: è documentata sin dal 1192 e
il suo orientamento (abside verso est) la dice lunga sulla sua antichità. Gli
scavi dell’ultimo restauro hanno portato alla luce alcuni reperti romani, tra
cui un’ara pagana. L’edificio ha struttura rettangolare ed è tardo medioevale,
con due cappelle barocche (dedicate rispettivamente alla Vergine del Rosario
e a san Carlo). Curioso è l’architrave del portale minore (forse del sec. X)
che porta scolpite le chiavi di san Pietro. La base del campanile è romanica.
Purtroppo, l’edificio era stato manomesso agli inizi del secolo scorso. L’ultimo
restauro è stato curato dagli arch. C. Pellegrini e G. Rossi (suoi gli elementi
liturgici: altare, ambone, sedia presidenziale, battistero). Le vetrate sono di
fra’ Roberto Pasotti, cappuccino. In questo simpatico ambiente celebreremo
le prossime Messe in televisione, sullo schema collaudato che sembra dia
buoni frutti. Ritengo doveroso ringraziare tutte le persone che lavorano per
l’onerosa iniziativa della Messa domenicale radio e televisiva: in primo luogo
i gruppi di animazione, cioè le corali. Le ammiro per i sacrifici sopportati dai
coristi, ma anche per l’impegno formativo sia liturgico che musicale. Le loro
prestazioni sono notevoli anche dal punto di vista culturale. Tra i giovani
sta sorgendo una generazione di musicisti con una formazione superiore:
è doveroso incoraggiarli e domani potranno essere utilissimi collaboratori
pastorali. Le Messe da loro animate offrono inoltre tutta la gamma delle
possibilità contenute nei libri liturgici rinnovati. Da loro c’è davvero molto
da imparare, preoccupati come sono di dare vita a celebrazioni ben curate,
rispettose delle disposizioni e dello spirito conciliare, attenti alla partecipazione della gente. Naturalmente, ogni gruppo si presenta a suo modo, con
caratteristiche e possibilità proprie. Da sottolineare è anche la loro reciproca
collaborazione e il desiderio di coinvolgere più gente possibile. Un grazie
cordiale lo devo ai sacerdoti che si prestano a presiedere le celebrazioni,
nonostante i disagi per farsi sostituire nelle rispettive comunità. Tutto questo
conforta a continuare con impegno ed entusiasmo.
Valerio Crivelli
A ogni chiesa il suo
maestro di cappella
Alcune precisazioni e convincimenti
La riforma del Vaticano II ci ha donato un nuovo messale e un nuovo
rito, alla luce dei quali vanno reinterpretati i ruoli dei musicisti impegnati
nella liturgia. In particolare:
* va ridefinito il nuovo modo di pensare la "vera solennità" liturgica,
* va riscoperta la vera partecipazione attiva alla celebrazione dei misteri,
* va approfondito il compito ministeriale svolto dall’organista come da
tutti gli operatori musicali impegnati nella celebrazione,
* va ristudiato il rapporto tra la funzione dei riti e il tipo di forme musicali
adeguate,
* vanno ridisegnati i ruoli e le competenze dei vari "attori" del canto e
della musica.
* è necessario ampliare ad altri strumenti questo servizio di sostegno
musicale.
Si comprende bene allora che non basta porsi la domanda: si può o non
si può, è lecito o è proibito? si deve o non si deve fare?
Alcuni musicisti sarebbero indotti a interpretare le prospettive ispirate
r i f l e s s i o n i
La musica sacra fa discutere, fa problema, crea partiti contrapposti. Si
innescano polemiche ottuse e inestricabili che non rendono un buon
servizio a nessuno: né alla liturgia, né alla musica, né tantomeno ai
musicisti. Accuse reciproche di incompetenza, schierano tradizionalisti
contro innovatori, diplomati contro dilettanti, organo contro chitarra,
coro e assemblea in perenne conflitto, gregoriano e polifonia perdenti
nei confronti della musica popolare, musica "ritmica giovanile" contro
musica tradizionale e via di questo passo.
Molti interventi di illustri musicisti e musicologhi, hanno finora affrontato
e parlato con competenza solo di un aspetto del problema: l’aspetto
esclusivamente musicale, le così dette ragioni della musica. A fronte di
queste indagini, manca invece l’attenzione all’aspetto più importante,
le ragioni della liturgia, che dicono quanto la musica sacra, e quindi il
musicista, s’inserisca e sia a servizio della celebrazione, svolgendovi
un compito ministeriale.
È proprio qui il problema dei problemi: non partire dalla musica e fermarsi alla musica; ma partire dalla liturgia, dalla celebrazione e inserirvi
il canto e la musica.
dalla riforma liturgica del Vaticano II, come una “diminutio” del loro ruolo,
come realtà troppo subalterna, come una rinuncia all’arte. Tali interpretazioni nascono a partire da una mistica dell’organo, dal mito che enfatizza
un "sacerdozio" del musicista, da una esaltazione romantica di un ruolo.
"Siamo nel cantiere aperto di una riforma, che è obbedienza ai moti dello
Spirito del Signore e non strategia vaticana o clericale"
(F. Rainoldi).
Non si riforma nulla, senza una presa di coscienza del senso e delle
componenti di un rinnovato o almeno ‘aggiornato’ tipo di ministerialità;
il musicista è stato scelto per servire il popolo di Dio e non può invece
servirsi della Chiesa. E l’aggiornamento è tra l’altro, componente insostituibile di una autentica professionalità. La riforma è certamente
anche nelle cose (organi, repertori, contratto…), ma è soprattutto nelle
persone.
Don Guido Genero, così scriveva fin dal 1994: "…gli organisti (e in
genere i musicisti) si impegnino per una vera formazione liturgica, basata sulla comprensione specialistica dell’azione celebrativa cattolica
e delle sue ragioni. E’ evidente che senza una esplicita condivisione
della fede cristiana e dei suoi contenuti, o almeno, senza un chiaro
riferimento al sentire tipicamente ecclesiale intorno alla liturgia come
esperienza religiosa, non sia possibile un esercizio credibile di questo
ruolo musicale…".
Questioni sul tappeto
Prima di proseguire, vorrei, per quanto è possibile, fotografare brevemente la situazione attuale dei musicisti di chiesa in Italia.
La realtà è tra le più variegate e complesse, ma in movimento su tutti i
fronti. Si va da situazioni in cui non esiste la benché minima competenza
necessaria a svolgere con correttezza e dignità il proprio compito, fino ad
arrivare a musicisti preparati e convinti del proprio ruolo ministeriale.
Quindi, da un lato, dilettanti che per tanto tempo hanno reso un servizio
prezioso alle proprie piccole comunità; dall’altro, cattedrali e santuari
che si sono accontentati di volontari, senza mai vagliare le competenze
specifiche di un organista o di un direttore di coro.
Oggi in Italia non è possibile dare un "volto" liturgico, culturale, giuridico,
economico ben definito alle persone che svolgono tale incarico.
Quali i motivi di una situazione non più accettabile?
Da una parte si è pensato che con la riforma liturgica del Vaticano II, con
la introduzione della lingua italiana, con nuove pubblicazioni di musiche
moderne, la chiesa non richiedesse più una seria preparazione liturgica,
musicale, spirituale. Dalla parte dei musicisti diplomati si è ritenuto, a
torto, che la riforma avesse bandito dalle chiese, gli organi, i cori, la
polifonia, il gregoriano. Sono sotto i nostri occhi le polemiche e i partiti
contrapposti che hanno fatto perdere tempo, ritardando un approfondimento ed un’applicazione esatta del dettato dei Padri conciliari.
Ora siamo ad una svolta: il clima si è alquanto rasserenato, la produzione
di canti per la liturgia è più attenta alla celebrazione e alle persone. Si
comprende meglio cosa voglia dire partecipazione attiva, piena e consapevole; si riscopre il gusto del silenzio e dell’ascolto; si esige da parte
degli animatori musicali più preparazione; si moltiplicano corsi estivi,
incontri per gli operatori musicali; la pubblicistica ha al suo attivo, libri
e sussidi che aiutano ed orientano una seria preparazione sia liturgica
che musicale.
Il clero, finalmente comprende che al primo posto della propria attività
pastorale è la liturgia, "fonte e culmine" della vita della chiesa e che
pertanto deve dedicarsi con più attenzione e interesse pastorale alla
formazione liturgica e tecnica dei propri animatori liturgici e musicali.
Non è più tempo di abdicare ad un gruppo di giovani di buona volontà
tutto il settore della liturgia, senza seguirli, orientarli, prepararli.
Cosa sta progettando la chiesa in Italia attraverso l’Ufficio Liturgico
Nazionale?
Dal 1994 è stato attivato a livello nazionale, sotto la responsabilità della
sezione Musica Sacra dell’Ufficio, un Corso di perfezionamento liturgicomusicale (Co.Per.Li.M.), indirizzato ai musicisti diplomati presso i Conservatori di musica e ai diplomati presso le scuole e istituti diocesani di
musica sacra. Tale corso è destinato a formare i responsabili diocesani,
gli incaricati di musica liturgica delle comunità religiose e aggregazioni
ecclesiali, i docenti delle scuole e istituti diocesani di musica sacra.
Il Corso, diviso in tre aree, comprende riflessioni fondamentali di liturgia
e musicologia liturgica, impegni progettuali: pastorale della musica, didattica e pedagogia della musica, tecniche pratiche: vocalità - coralità,
animazione e regia sonora.
In sei anni si sono diplomati 50 allievi e circa la metà ricopre un incarico
a livello diocesano.
Un altro progetto in fase di elaborazione, riguarda una proposta relativa
alla istituzione di un corso accademico nei Conservatori italiani di "Musica
per la liturgia e per le attività musicali e culturali in ambito ecclesiale",
in vista dell’organizzazione autonoma dei piani di studio accademici di
primo e secondo livello nell’ambito della riforma degli studi musicali in
Italia. (ex Legge 21.12.1999 n. 508). Senza entrare in questioni prettamente tecniche, crediamo che un tale corso, ove attivato, diventerebbe
una fucina dove preparare i musicisti di chiesa. Si desidera che ci sia
un efficace coinvolgimento di musicisti professionisti che si dedichino
con competenza e professionalità all’animazione musicale delle chiese
in Italia, sia sotto l’aspetto liturgico che culturale. Insomma si vorrebbe
ripristinare la figura del maestro di cappella, responsabile del settore
musicale della propria comunità, un musicista capace e preparato in
possesso di abilità liturgiche e tecniche, in grado di coordinare l’ambito
corale, strumentale e concertistico di una diocesi, di una cattedrale, di
un santuario, di una grande parrocchia. È una sfida impegnativa e di
alto profilo, ma è l’unica strada che creerebbe le condizioni di una vera
rivoluzione musicale e culturale all’interno delle nostre comunità.
In tale prospettiva va considerato anche il problema della questione economica dei musicisti di chiesa. È maturato il tempo per affrontare con
serenità, con giustizia, con equità tale problema. Certo, anche in questa
sede ribadiremo il concetto di esercitare prima di tutto il coraggio della
gratuità, in pieno anticonformismo rispetto alla mentalità corrente, per la
quale vale ciò che si paga, e tutto va regolato da accordi legali.
La ministerialità liturgica è un dono che si riceve e si esercita come
onore immeritato e un ministero ecclesiale è ben più di un semplice
lavoro, perché difficilmente si articola solo come prestazione d’opera e
diritto alla retribuzione. Ma, affermato quanto sopra, va anche praticata
la massima del Vangelo: "mangiate quello che vi sarà posto innanzi" e
"chi serve all’altare viva dell’altare".
Al riguardo, posso comunicare che è in dirittura d’arrivo, un accordo economico collettivo per i musicisti di chiesa in Italia. Tale accordo intende
regolamentare la prestazione dei musicisti di chiesa la cui attività viene
qualificata come lavoro autonomo, trattandosi di prestazione rientrante
nell’ambito delle arti.
Vorrei subito aggiungere che tale accordo è un primo passo e non
risolverà di colpo le variegate e complesse situazioni esistenti in Italia
(diversità di parrocchie per numero di fedeli e di estensione territoriale,
presenza di strumenti musicali adeguati, di disponibilità di risorse finanziarie). Occorre dialogo, pazienza, rispetto, giustizia e carità per cambiare
una prassi consolidata. Atteggiamenti arroganti o rivendicativi sarebbero,
totalmente fuori luogo; l’obiettivo primario a cui puntare non è una sistemazione economica, praticabile del resto in un numero limitato di casi.
Ritengo che le Diocesi dovrebbero attrezzarsi preparando un elenco di
musicisti preparati e competenti sia liturgicamente, sia musicalmente.
Quali i sogni e gli ideali per il futuro?
Sogno una schiera di maestri di cappella, organisti e vari strumentisti che
si preparano o presso i Conservatori di musica nel ramo della musica per
la liturgia, o presso le scuole diocesane e istituti di musica sacra, acquisendo professionalità e seria preparazione, in modo da essere inseriti
in un elenco diocesano secondo una graduatoria motivata. Sogno che
vengano nominati maestri di cappella, organisti, direttori di coro presso le varie cattedrali, santuari, parrocchie, con un accordo economico
dignitoso. Si potrebbero anche bandire concorsi pubblici con esami e
titoli per le chiese più importanti.
Naturalmente bisognerebbe curare, come avviene per altri ministeri all’interno della chiesa, una formazione permanente sul piano spirituale,
liturgico, musicale e pastorale.
Un traguardo immediato potrebbe essere la figura del maestro di cappella nelle cattedrali, basiliche e santuari; un musicista che coordina i
vari interventi strumentali, corali e assembleari, che sceglie i canti per i
vari tempi liturgici e per i vari sacramenti che si celebrano, che affida gli
incarichi per le messe domenicali, che segue e prepara le riunioni del
gruppo liturgico, che programma alcuni concerti durante l’anno pastorale
evidenziando le festività più importanti, che cura la manutenzione degli
strumenti musicali e che verifica con gli altri operatori la bontà delle
scelte operate. Fuori dal sogno, suggerirei per l’immediato futuro un
traguardo possibile: una maggiore attenzione da parte dei parroci nella
scelta degli organisti con una preparazione liturgica e musicale accettabile e per i quali venga previsto un compenso secondo le norme in
vigore. Vorrei però, che il sogno non svanisse, ma diventasse nel tempo
una realtà della chiesa italiana. Il Concilio ha creato nuove situazioni
che esigono ripensamenti, dialogo proficuo, confronto e conversione
da parte di tutti. Per la musica di chiesa e per i musicisti non è l’ora del
funerale, ma è piuttosto il tempo di un’attesa di Pasqua, di cambiamento
e di passaggio.
don
Antonio Parisi
(tratto da “Vita pastorale”, aprile 2001)
note di liturgia
Liturgia e creatività musicale
La forza dell’abitudine
Quando per un’opera di risanamento si decide di buttar giù un quartiere
di città per ricostruirlo in modo più adatto ai tempi, architetti, imprese di
costruzione, artigiani esultano non solo in vista del reddito che il nuovo
lavoro apporterà ma anche per la possibilità loro offerta di dar sfogo
alla creatività sia nella ricerca di soluzioni innovative sia nel recupero
e nella riattualizzazione di elementi validi del passato.
Quando la Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano II ha deciso il risanamento della liturgia, i musicisti di chiesa al contrario hanno pianto.
Invece di guardare alle nuove possibilità creative che si aprivano,
si sono lamentati di essere costretti ad uscire dalle loro fossilizzate
abitudini.
Nel mondo dell’ “arte musicale” il musicista di chiesa è sovente considerato poco creativo e abitudinario; quanto è successo conferma
purtroppo questa immagine.
Molti hanno continuato come se nulla fosse cambiato a eseguire durante le celebrazioni eucaristiche le messe di Mozart o di Bruckner
senza preoccuparsi se la successione dei brani si adattasse al nuovo
ritmo e alle nuove esigenze del rito. Altri hanno pensato di aggiornarsi
scrivendo “messe” in lingua corrente e/o impiegando linguaggi musicali
contemporanei oppure rifacendosi alla “popular music” ma, a parte
la veste esteriore, il funzionamento - o meglio il non funzionamento
- celebrativo è rimasto nella maggior parte dei casi inalterato.
L’esigenza di funzionalità
Ascoltando o leggendo certe propoposte musicali si ha l’impressione
che i responsabili non abbiano mai partecipato o semplicemente assistito ad una liturgia. Sembra si trovino nella condizioni di chi si accingesse a scrivere la musica per un film senza vederlo. Il paragone è
pertinente perché anche la celebrazione si articola in sequenze che si
collegano e si differenziano con ritmi e dinamiche propri che è compito
della musica rendere evidenti. Ma mentre un film rimane sempre uguale
se proiettato davanti a uno solo o a mille spettatori, l’Ordo della celebrazione assume aspetti diversi a seconda dei presenti che non sono
tanti spettatori ma una assemblea che interagisce ora associandosi
ora dialogando con chi la presiede e con chi la guida musicalmente.
La partecipazione dell’assemblea è l’elemento che distingue la musica
per la liturgia dalla musica per la sala da concerto. Mentre sono facilmente programmabili gli interventi del ministro che la presiede e quelli
della schola, più difficile è guidare il comportamento di questo impor-
tante interlocutore che varia di luogo in luogo e anche di celebrazione
in celebrazione nello stesso luogo. E’ la variabile più importante che
fa sì che ogni celebrazione diventi un evento che si realizza nell’hic et
nunc e non una ripetizione esportabile ovunque.
L’attivazione di una precisa assemblea per una data celebrazione è
quindi il compito specifico che contraddistingue il compositore di musica
da chiesa dal compositore di musica da concerto. Questo compito non
dev’essere visto come limitazione della creatività ma come stimolo.
D’altronde, anche dal semplice punto di vista musicale, la partecipazione dell’assemblea non è certo un impoverimento ma un mezzo
che arricchisce la dinamica della composizione.
Peculiarità del musicista di chiesa
E’ vero che la critica ufficiale si disinteressa della musica per la liturgia
ma ciò non deve far ritenere che non richieda competenza e professionalità a chi vi si dedica. E’ interessante constatare con quanto rispetto
il compositore Frank Martin considerasse il musicista di chiesa e lo
ritenesse addirittura fortunato di poter operare in un quadro definito e
per un pubblico di cui conosce le aspettative.
“Il peut y être simplement obligé par une commande ou per ses fonctions. C’est ainsi que les classiques, pour la plupart, ont été amenés à
écrire de la musique d’Eglise, messes, cantates, oratorios ou passions.
Aucun problème ne se posait à eux; ils avaient à fournir tel genre de
pièce pour telle cérimonie. Il s’agissait alors de l’exécuter de leur mieux,
selon leur talent, leur génie, leur puissance spirituelle. De nos jours
encore, il se rencontre des conjonctures semblables et je connais des
compositeurs, organistes ou maîtres de chapelles, qui écrivent des
cantates pour les fêtes de Noël ou de Pâques, à l’usage de leur paroisse. C’est là, du point de vue spirituel, la meilleure conjoncture pour
le compositeur et c’est celle qui nous a donné tant de chefs-d’œuvre.
La meilleure, elle l’est du fait que le musicien se trouve d’emblée dans
un cadre donné; il n’a pas à choisir tel ou tel sujet, il n’a pas à se poser
des questions d’esthétique, il ne s’engage pas vis-à-vis de la critique,
vis-à-vis de cette entité insaisissable et redoutable pour l’artiste qu’est
le monde de l’art, qui pèse et juge, qui fait les réputations ou les détruit.
Il n’a qu’à traiter un sujet selon ses moyens et selon sa foi, en toute
tranquillité d’esprit et en toute humilité”.1
Anche se il contesto cui si riferisce Frank Martin non è quello che
stiamo trattando, le considerazioni di fondo rimangono valide. Non ci
si pongono problemi estetici o di originalità fine a se stessi, non ci si
preoccupa di che ne diranno i critici musicali o il mondo dell’arte per
acquisire fama, ma ci si pone al servizio di Dio servendo il popolo.
Quando un’ assemblea intona un canto d’ingresso, un canto alla processione d’offertorio, un sanctus o un inno, nessuno si chiede chi l’ha
composto, anzi è bene che non lo sappia affinché lo senta intimamente
suo, come se agorgasse spontaneamente da essa stessa.
Si racconta che Brahms provò una gioia grandissima il giorno che trovò
in una raccolta di canti popolari una sua composizione indicata come
di compositore sconosciuto: era per lui il segno che la sua opera era
diventata patrimonio della coscienza collettiva del popolo.
Indipendentemente da considerazioni se l’aneddoto sia vero o un’invenzione, l’ambizione di esprimersi a nome del popolo dovrebbe stare
alla base dell’attività del compositore di chiesa. Siamo colmi di meraviglia quando diciamo “gli Egizi hanno costruito le piramidi, gli Ateniesi
hanno eretto il Partenone”; ma se diciamo che gli architetti Ictinus e
Callicrates hanno progettato il Partenone, l’emozione per la grandezza
spirituale di questo monumento si trasforma in semplice ammirazione
per la perizia architettonica.
I limiti dell’originalità ad ogni costo
I compositori dell’inizio del XX secolo percepivano la necessità di mutamenti sociali e vi si impegnarono anche con violenza frantumando i
criteri estetici nel tentativo di risvegliare le coscienze. Il gioco è durato
troppo a lungo con gli epigoni trasformandosi in esercizi estetizzanti
fine a se stessi che non meravigliarono più nessuno ed ebbero risultato
di allontanare il pubblico dalla musica del proprio tempo per rifugiarsi
in quella del passato. Paradossalmente oggi buona parte della musica
del XX secolo che circola nei programmi dei concerti è quella dei compositori che hanno dovuto adeguarsi ai richiami di regimi dittatoriali.
La via dell’originalità ad ogni costo non è perciò quella che deve
percorrere il musicista di chiesa, bensì quella della rielaborazione in
modo originale del patrimonio collettivo e della creazione nei limiti
della competenza musicale comune della più larga fascia possibile
dell’assemblea a cui si rivolge. Una creatività paragonabile a quella
di un buon chef-de-cuisine che non si preoccupa di inventare ad ogni
pranzo pietanze totalmente nuove ma adatta le ricette tradizionali e
le completa in modo originale a seconda delle occasioni sempre tenendo presenti i gusti e le aspettative dei commensali per evitare che
rimandino in cucina i piatti senza averli assaggiati e vadano a sfamarsi
al Mac Donald.
Vincenzo Giudici
(Articolo apparso in tedesco sul periodico Bibel und Liturgie 1.2001
dedicato al tema Kirchenmusik heute).
Da una conversazione tenuta a Basilea il 2 maggio 1946 in occasione
dell’esecuzione dell’oratorio In Terra Pax.
1
L’edizione per la Svizzera italiana
dell’Antiphonale Missarum simplex
secondo il Rito ambrosiano
r e c e n s i o n i
Il prezioso legame con la Chiesa milanese
Accolgo con gioia la pubblicazione dell’Antiphonale missarum simplex,
che raccoglie una preziosa selezione di canti appartenenti all’autentico
repertorio ambrosiano.
Da sempre il canto ha nella liturgia un posto privilegiato e una funzione
chiara, come ben sottolineava il nostro sinodo diocesano 72: “la contemplazione delle meraviglie compiute da Dio, manifestate nel Cristo e
vissute nella Chiesa, comporta tale profondità di sentimento che le sole
parole non bastano ad esprimere. Perciò il canto è parte integrante di
ogni preghiera comunitaria” (documento 2 - La preghiera, la Messa e i
sacramenti nella vita della comunità). Basti ricordare a questo riguardo
lo specifico impegno del Vescovo Ambrogio, che compose lui stesso
degli inni per la sua Chiesa milanese.
Nella preziosa tradizione del canto liturgico, quello gregoriano, precisava
il citato documento sinodale, “ha ancora il suo posto, alla condizione che
esso venga eseguito correttamente”. Era un esplicito invito alla qualità
del canto: un’esigenza che sempre va rispettata e che diventa tanto più
forte, quanto più il testo melodico è ricco e profondo.
Il canto nella liturgia è momento privilegiato per esprimere lode e
gratitudine, per significare la dimensione comunitaria della preghiera,
richiamando così l’impegno di comunione che deve guidare e illuminare,
nel quuotidiano della storia, il nostro essere cristiani. Del resto il canto,
nelle sue diversificate espressioni e nelle varie culture e civiltà, ha sempre avuto una specifica funzione comunitaria, proprio perché capace di
raccogliere in un’unica voce, sentimenti, tradizioni e aspirazioni di un
popolo, e di esplicitarne speranze, rivendicazioni e sofferenze.
Per la diocesi di Lugano, questa pubblicazione, che riveste un valore
culturale e liturgico molto alto, assume un particolare significato. Ci
ricollega infatti alla tradizione ambrosiana che costituisce un prezioso tesoro per la nostra Chiesa, dove la presenza dei due riti liturgici
- romano e ambrosiano - ripropone e ricorda il cammino stesso della
nostra evangelizzazione, facendoci risalire alle nostre origini cristiane
e richiamandoci l’impegno di trasmettere alle generazioni che verranno
dopo di noi la fede che abbiamo ricevuto.
In questa prospettiva l’edizione dell’Antiphonale missarum simplex pro-
prio nel passaggio di millennio riveste una significativa attualità, mentre
ci richiama il prezioso legame culturale ed ecclesiale con Milano e la
sua Chiesa; legame esplicitato in particolare dalla presenza del rito ambrosiano nelle nostre Valli (Riviera, Blenio, Leventina) e in altre località
ticinesi (Capriasca e Brissago).
Nel contempo questa edizione ricorda alla Chiesa luganese il suo impegno e la sua vigilanza, perché il ricco patrimonio storico, culturale e
liturgico dell’ambrosiano venga adeguatamente vissuto, e continuamente
riscoperto e valorizzato, affinché sia eredità viva e non tesoro da conservare in un museo.
Mentre esprimo apprezzamento e gratitudine a chi ha curato l’edizione
di questo Antiphonale, invito a utilizzarlo per sottolineare il carattere
ambrosiano della celebrazione a quale utile strumento liturgico per vivere
insieme la nostra fede e proclamarla nel canto.
Il tesoro della tradizione
Sopravvissuto fino ad oggi, dopo sedici lunghi secoli, il Canto Ambrosiano
vive attualmente una nuova fase di studio e di ricerca nel cui filone, quale
tangibile risultato, si colloca la recente pubblicazione dell’ Antiphonale
missarum simplex. Opera pregevole coniuga il valore dell’analisi scientifica a quello altissimo della celebrazione di cui è strumento, contribuendo
con la proposta dell’antico repertorio, alla realizzazione di quell’incontro
fra il credente e Dio che è essenza stessa della Liturgia. Una Liturgia
mutata nel corso della Storia della Chiesa, ma mai intaccata nelle sue
radici più profonde, cui il Concilio Vaticano II ha dato nuova dignità. Al
canto sacro e alla sua pratica è stata riconosciuta una dimensione ministeriale, intimamente connessa al carattere sacramentale e simbolico
che da sempre ha contraddistinto il canto rituale cristiano.
Rispondendo alle raccomandazioni conciliari, stimolanti la realizzazione
di edizioni critiche degli antichi repertori di canto sacro - primo tra tutti
il canto gregoriano - la nuova pubblicazione è il frutto di lunghe, difficili
e appassionate ricerche che hanno consentito, nell’osservanza delle
fonti e in considerazione delle mutate esigenze pastorali, di presentare
uno “strumento di lavoro” in cui l’antica struttura della primitiva liturgia
ambrosiana appare incastonata nel nuovo insieme richiesto dall’odierna
celebrazione liturgica: nuovo eppure tradizionale, trattandosi di brani
attinti esclusivamente dal fondo autentico del repertorio ambrosiano.
Autenticità che significa riscontro nella pratica liturgica più antica, quella che sulla scia dell’evangelizzazione delle terre oggi appartenenti ai
territori della Svizzera italiana, fu operata da “missionari” inviati dalla
Sede di Ambrogio i quali, nella loro opera, sull’esempio del santo presule
milanese, utilizzarono il canto quale forma di immediato coinvolgimento
dell’assemblea nella celebrazione secondo le consuetudini di quel rito
che, conferendo particolare importanza alla realtà di “Chiesa locale”,
tanto ha significato in passato per i territori ticinesi, andando ben oltre
l’aspetto della giurisdizione ecclesiastica milanese, vedendo coinvolti con
forza aspetti culturali e della vita comune. Un coinvolgimento che, nonostante i mutamenti politici ed amministrativi sia in campo religioso sia in
campo civile, è avvertibile ancora oggi, tempi in cui sentiamo l’esigenza
di un nuovo e consapevole approccio al repertorio di canto ambrosiano,
quindi alla celebrazione, secondo il rito della chiesa milanese.
La nuova pubblicazione è un primo passo, pensato a misura delle comunità parrocchiali, dove operano realtà corali che potranno confrontarsi
con brani sostanzialmente semplici, ma nella certezza di costituire con
il loro impegno un momento della ultramillenaria tradizione ambrosiana.
Ugualmente i sacerdoti responsabili delle comunità di tradizione ambrosiana, che del nuovo Antiphonale sapranno apprezzare la ricchezza
tradizionale del contenuto dottrinario, sostenuto dalle forme musicali
ereditate dai nostri Padri nella fede e nella pietà, ritrovando una forma
ancor più autentica del Rito Ambrosiano di quella che l’Alto Medioevo
ha consegnato alla Storia.
Giovanni Conti
la pagina dell’organista
Historische Orgeln der Schweiz
È da poco uscito il settimo volume di questa interessante collana dedicata agli organi storici della Svizzera. Ogni compact disc ci permette
di scoprire numerosi pregevoli strumenti di varie località elvetiche.
Prendiamo il sesto compact disc della raccolta: qui si rimane a sorpresi
nello scoprire che il monastero benedettino di Muri (AG), fondato nel
1027, possedeva ben cinque organi, tutti conservati
e perfettamente funzionanti:
“die Hauptorgel” (1619, “die
beiden Lettnerorgel”, “die
Evangelienorgel” (1660), “die
Epistelorgel” (1697), “das
Chorpositiv” (1777), “das
Regal” (1644). L’organista
Albert Bollinger ci permette
di ascoltare le sonorità di tutti
i cinque strumenti, attraverso
brani di Bach, Storace, Kerll,
Pachelbel, Walther, Boyce e
altri. Come in tutti i dischi della raccolta, il corposo libretto
è molto curato, con tante (e belle) foto a colori degli strumenti, notizie
storiche degli autori e commento ai vari brani, disposizione fonica degli
organi e registrazione usata per ogni pezzo. Peccato solo che manchi
la lingua italiana.
Facciamo “passare” brevemente alcuni degli altri compact: nel primo
volume possiamo ascoltare i due organi della collegiata di Rheinau e
di St. Katharinental; nel secondo gli strumenti di Fischingen, Sitzberg,
Mammern e Tänikon, e proprio in quest’ultima località possiamo ascoltare brani di C. P. E. Bach e F. Mendelssohn. Il terzo volume è dedicato
integralmente al grande organo del 1716 della chiesa dell’abbazia di
S. Urbano, con 40 registri e tre tastiere. E così via. Lodevole anche la
durata dei sigoli dischi, mai inferiore ai 60 minuti; quanto mai variegate
le combinazioni di registri che permettono all’ascoltatore di gustare tutti
i registri degli strumenti. Una domanda però ce la poniamo: nei prossimi
dischi della collana ascolteremo anche qualche organo del Ticino?
Historische Orgeln der Schweitz (vol. 1-7), Albert Bollinger
Sinus-Verlag AG - 8802 Kilchberg-Zürich - tel. 01/715 53 19
www.sinus-verlag.ch
e-mail: [email protected]
Proposte per un programma
Quaresima e domeniche di Pasqua: due tempi forti dell’anno liturgico.
I canti che si vogliono proporre dovrebbero essere ben lontani dal generico; al contrario è auspicabile che siano l’immagine più illuminante
possibile della Quaresima e del ciclo pasquale.
Per realizzare questa necessaria esigenza il libro di canti “Lodate Dio”
risponde ampiamente alla domanda.
Le proposte riprendono in parte quelle del 1999 (cfr. n. 11 di “Incontrarsi”),
e, come allora, suggeriamo anche questa volta un’alternativa al canto di
comunione: “Signore non son degno”, LD 591, che ha un testo specifico
per ogni domenica.
a. canto d’inizio
b. salmo responsoriale
c. acclamazione al Vangelo
d. canto d’offertorio *
e. canto di comunione
f. canto finale *
17 febbraio 2002
I domenica di Quaresima
“A”
ADORA IL SIGNORE TUO DIO
a. È questo il sacro tempo ................................................ LD 586
b. Contro di te, Signore abbiam peccato ........................ LD 347
c. Gloria a te o Cristo ....................................................... LD 722
d. È tempo favorevole....................................................... LD 592
e. Contro di te................................................................... LD 584
* Possono essere sostituiti da un brano d’organo o di altri strumenti
canti per la celebrazione eucaristica
Dalla I domenica di Quaresima “A”
alla solennità di Pentecoste
(17 febbraio - 19 maggio 2002)
24 febbraio 2002
II domenica di Quaresima “A”
IL RISCHIO DELLA FEDE
a. Ancora e sempre sul monte di luce ............................ LD 647
b. Donaci, Signore, la tua grazia..................................... LD 176,6
c. Gloria a te, o Cristo ...................................................... LD 722
d. Il Signore è la mia vita ................................................. LD 202
e. Il tuo volto, Signore, io cerco....................................... LD 319
f. È questo il sacro tempo (str. 1-2-3) ........................... LD 586
3 marzo 2002
III domenica di Quaresima “A”
CRISTO: ACQUA PER LA NOSTRA SETE
a. Dono di grazia.............................................................. LD 590
b. Fa’ che ascoltiamo Signore .......................................... LD 186,4
c. Gloria a te, o Cristo ...................................................... LD 722
d. Acqua viva .................................................................... LD 754
e. Abbiamo sete di te ........................................................ LD 646
f. Su noi, Signore, guarda ............................................... LD 585
10 marzo 2002
IV domenica di Quaresima “A”
CRISTO: LUCE PER LE NOSTRE TENEBRE
a. Rallegrati, Gerusalemme ............................................. LD
434
435-
b. Il Signore è il mio pastore............................................ LD 310
c. Gloria a te, o Cristo ...................................................... LD 722
d. Luce divina (str. 1-3) ................................................... LD 790
e. Contro di te................................................................... LD 584
17 marzo 2002
V domenica di Quaresima “A”
CRISTO: RISURREZIONE PER LA NOSTRA VITA
a. Dal profondo a te grido Signore ................................. LD 587
b. Il Signore è bontà e misericordia ................................ LD 178,7
c. Gloria a te, o Cristo ...................................................... LD 722
d. O albero glorioso.......................................................... LD 601
e. Io sono la risurrezione e la vita + salmo.................... LD 489
f. Ecco il servo sofferente ................................................ LD 776
19 marzo 2002
Solennità di San Giuseppe
a. D’antica stirpe nobile (strofe 1-2-3).......................... LD 655
b. Tu sei fedele Signore .................................................... LD 179,8
c. Gloria a te, o Cristo ...................................................... LD 722
d. Uomo di Nazareth........................................................ LD 654
e. Il giusto fiorisce come palma ...................................... LD 378
f. D’antica stirpe nobile (strofe 4-5-6).......................... LD 655
24 marzo 2002
Domenica delle Palme
CRISTO VA INCONTRO ALLA MORTE CON LIBERTA’ DI FIGLIO
Canti processionali:
Osanna nei cieli altissimi LD 594 - A te sia gloria LD 595
a. Osanna al Figlio di David ............................................ LD 596
b. Mio Dio, mio Dio.......................................................... LD 597
c. Cristo s’è fatto obbediente ........................................... LD 598
d. L’insulto ha spezzato.................................................... LD 599
e. Padre, se questo calice ................................................. LD 600
f. O albero glorioso.......................................................... LD 776
Durante la lettura del Passio si possono inserire le strofe di LD 818
31 marzo 2002
domenica di Pa-
squa
CON CRISTO RISORGIAMO A VITA NUOVA
a. Cristo nostra Pasqua .................................................... LD 741
b. Questo è il giorno......................................................... LD 176,19
c. Victimae paschali laudes + Alleluia ........................... LD
622
621/
d. Pasqua è gioia ............................................................... LD 612
7 aprile 2002
II domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO SI MANIFESTA NELL’ASSEMBLEA DOMENICALE
a. Cristo è risorto.............................................................. LD 627,2
b. Abbiamo contemplato o Dio ....................................... LD 652
c. Victimae paschali laudes + Alleluia ........................... LD
622
621/
d. Se uno è in Cristo ......................................................... LD 749
e. Nello Spirito Santo........................................................ LD 794
14 aprile 2002
III domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO SI MANIFESTA NELL’EUCARISTIA
a. Popoli tutti..................................................................... LD 278
b. Mostraci Signore, il sentiero della vita....................... LD 176,17
c. Alleluia (versetto su melodia di LD 206) ................... LD 708
d. Tu sei degno, Signore, Dio nostro ............................... LD 509
e. Tu, fonte viva ................................................................ LD 817
f. Cristo è risorto.............................................................. LD 627/2
21 aprile 2002
IV domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO SI MANIFESTA NELL’EUCARISTIA
a. Io sono il buon pastore ................................................ LD 784
b. Il Signore è il mio pastore............................................ LD 310
c. Alleluia (versetto su melodia di LD 206) ................... LD 708
d. Gioia del cuore ............................................................. LD 777
e. Tu, fonte viva ................................................................ LD 817
f. Esultino i cori celesti .................................................... LD 630
28 aprile 2002
V domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO SI MANIFESTA COME VIA, VERITA’ E VITA
a. Cantate al Signore (due versetti di LD 387) .............. LD 386
b. Volgiti a noi, Signore, in te speriamo.......................... LD 186,9
c. Alleluia (versetto su melodia di LD 206) ................... LD 708
d. Cristo nostra Pasqua .................................................... LD 741
e. Cristo nostra Pasqua .................................................... LD 329/2
f. Alleluia annunciamo.................................................... LD 629
5 maggio 2002
VI domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO TESTIMONIATO DAI CRISTIANI CHE SI AMANO
a. Fratelli cantiamo........................................................... LD 632
b. Grandi le opere del Signore......................................... LD
408
407/
c. Alleluia (versetto su melodia di LD 206) ................... LD 708
d. Cristo splendore del Padre .......................................... LD 742
e. Come tu nel Padre........................................................ LD 764
9 maggio 2002
Solennità dell’Ascensione
IL DESTINO DELL’UOMO NUOVO
a. Cantiamo al Signore glorioso ...................................... LD 634
b. Ascende il Signore ........................................................ LD
408
407/
c. Andate in tutto il mondo (dal 5° rigo pag. 722)........ LD 755
d. Per noi risorto (strofe 1 e 2)........................................ LD 801
e. Chi salirà la montagna del Signore............................. LD 312
12 maggio 2002
VII domenica di Pasqua
GESU’ RISORTO GLORIFICATO NEI REDENTI
a. Fratelli cantiamo........................................................... LD 632
b. Vedrò la bontà del Signore .......................................... LD 184,8
c. Alleluia ......................................................................... LD 757
d. Dammi Padre di cantare.............................................. LD 283
e. Cristo nostra Pasqua .................................................... LD 329/2
f. Ti lodiamo Dio.............................................................. LD 815
19 maggio 2002
Solennità di Pentecoste
LA CHIESA VIVE NELLO SPIRITO DI CRISTO
a. Spirito creatore............................................................. LD 635
b. Signore, manda il tuo Spirito ...................................... LD 614
Sequenza di Pentecoste: Vieni Santo Spirito .............. LD 832
c. Alleluia + “Vieni Santo Spirito”.................................. LD 837
d. Vieni in noi, Spirito del Signore .................................. LD 830
e. Dal nulla in principio .................................................. LD 771
f. Giorno dello Spirito...................................................... LD 638
Cantare a più voci
Dal punto di vista etnico si constata che il canto dei popoli africani
ed europei è generalmente armonico mentre quello dei popoli
orientali e mediterranei (per l’influsso della cultura del medio
oriente) è per natura monodico. E’ una distinzione semplificata all’estremo e per la quale ognuno potrebbe essere pronto a
segnalare eccezioni. E’ però un fatto che nella nostra cultura il
canto monodico non esiste e quando ci si trova a cantare spontaneamente un canto popolare è quasi raro trovare due persone
che cantino la stessa melodia poiché ognuno si sbizzarisce a
improvvisare armonie verso il basso o controcanti verso l’acuto.
Tale atteggiamento è talmente connaturale che perfino al tempo
in cui il canto cosiddetto gregoriano non era riservato ai cultori
specializzati in paleografia musicale ma veniva cantato dal popolo
in versione “popolare”, gli organisti usavano improvisare armonie
d’accompagnamento e non era raro il caso in cui si udissero nell’assemblea voci armoniche parallele al tema melodico.
Capita così che, quando un maestro propone al suo coro una
monodia, i cantori arriccino il naso e trovino il pezzo poco interessante poiché per loro cantare in coro significa cantare a più voci
indipendenti. Infatti la quasi totalità della musica per coro è a più
voci anche se non mancano esempi illuminanti come il Deposuit
potentes del celeberrimo Gloria di Vivaldi in cui orchestra e coro
si associano in uno sfolgorante unisono di tutte le parti.
Per il coro a voci pari – maschili o femminili – la partitura classica è a tre voci, per il coro misto a quattro: due femminili e due
maschili.
Per un buon equilibrio sonoro è importante che le varie voci del
coro siano equiibrate in qualità e in numero di cantori. In parole
povere: se vi sono dieci soprani ci dovrebbero anche esere dieci
contralti, dieci tenori e dieci bassi. Molti nostri cori sono invece
afflitti da una penuria di voci maschili, unita talvolta ad una sovrabbondanza di soprani.
Può addirittura capitare che il numero di tenori e bassi messi as-
sieme sia inferiore a quello dei soli soprani. In queste condizioni
tutto l’impegno dei maestri e dei cantori è sprecato e l’esito sarà
sempre insodisfacente. In mancanza d’altro la soluzione migliore
è quella di cantare con una sola voce media maschile o di suddividere le voci femminili in tre sezioni.
Purtroppo composizioni originali o arrangiamenti per coro misto a
tre e a cinque parti sono meno diffusi. E’ quindi compito del maestro
del coro preparare arrangiamenti ad hoc. A titolo d’incoraggiamento
proponiamo l’armonizzazione di un celebre canto pasquale (cf
Lodate Dio n. 629) a due voci femminili e voce media maschile. A
note piccole figura pure una parte opzionale di tenore nel caso in
cui le voci maschili superassero quelle dei soprani. Se non fosse
il caso vi assicuriamo che il risultato è di gran lunga migliore se le
voci maschili si uniscono.
Se il canto è accompagnato all’organo, l’organista può eseguire
anche le note piccole.
Ma attenti: questa armonizzazione è stata originariamente scritta
per tre voci. Se si omette il tenore in una partitura prevista originariamente a quattro parti, la situazione precipita.
Un canto quaresimale
Durante le cinque domeniche di Quaresima di quest’anno la
messa diffusa dalla TSI o dalla RSI inizierà sempre con il canto
allegato al presente numero di Incontrarsi, “In quali solitudini Inno quaresimale”, con un testo proprio per ogni domenica (che
riprende il vangelo).
I cori varieranno nella concertazione del brano, proponendolo a
una voce o a più voci, con l’apporto talvolta di strumenti (archi,
flauto, arpa) oltre all’organo.
Il testo poetico dell’inno è di D. Rimaud, la musica di don Felice
Rainoldi.
Si tratta di un canto scritto qualche decennio fa, rivisto e arricchito
nell’accompagnamento organistico dall’autore stesso per l’esecuzione radiotelevisiva di quest’anno. La forma è di “dialogo” tra
solista e coro:
(Prima strofa)
Solista: “In quali solitudini e deserti quaranta giorni e poi quaranta
notti ve ne andate spinti dallo Spirito?”
Coro:“Noi andiamo spinti dallo Spirito”.
Solista: “Sarà lui a mettervi alla prova”.
Coro: “I tempi oramai sono compiuti e Dio ci farà dimenticare la
terra delle nostre schiavitù”.
Tra la “domanda” e la “risposta” vi è sempre un inciso dell’organo. Il
testo piuttosto breve permette all’inno di superare a fatica la durata
di un minuto. Non vi sono indicazioni di tempo, ma sicuramente
un “andante tranquillo” potrebbe essere la soluzione più adatta.
La melodia lirica e cantabile caratterizza per intero il brano, brano
che dal punto di vista tecnico presenta qualche difficoltà in fase
di studio per un coro amatoriale, e mette alla prova senz’altro
l’abilità dell’organista; ma il risultato finale premierà gli sforzi fatti
durante l’apprendimento.
Vesperali 2002 in Cattedrale
Testi, musiche e testimonianze
per la Quaresima 2002
Domenica 3 marzo alle ore 17
Omaggio a Giovanni Testori
Testimonianza di Giovanni Raboni
Marisa Fabbri e Antonio Zanoletti, attori
Regia di Fabio Battistini
Domenica 10 marzo alle ore 17
“Exultet”
Reinterpretazione contemporanea del Preconio pasquale
a cura di Alessandro Solbiati e Nadir Vassena (prima esecuzione svizzera)
Quartetto di Torino – Laura Catran, voce solista
Domenica 17 marzo, alle ore 17
“Petite Messe solennelle”
di Gioachino Rossini
Testimonianza di Luigi Ferdinando Tagliavini
Solisti e Coro della Radio Svizzera – Direzione: Diego Fasolis
In collaborazione con la Rete 2 della Radio Svizzera
ENTRATA LIBERA
Servizio per la pastorale liturgica della Diocesi di Milano
Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra
Scuola Diocesana Animatori Liturgico Musicali
Seconda giornata diocesana
per organisti liturgici
Milano, sabato 2 marzo 2002
Programma
Milano, Sala Convegni Curia Arcivescovile
ore 9.30:
Relazione
Il repertorio organistico nella liturgia
M Massimo Nosetti
ore 11.00:
Tavola rotonda
ore 12.30:
Pausa pranzo
Milano, Parrocchia SS. Angeli Custodi
ore 14.30: Laboratorio
Dal repertorio all’improvvisazione
ore 16.30:
Conclusioni
La quota d’iscrizione è di 15 EUR
Per informazioni e iscrizioni:
Segreteria per la Pastorale Liturgica
Piazza Fontana 2 - 20122 Milano
Tel. (0039) 02-8556345 Fax (0039) 02-8556302
Email: [email protected]
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