PIAGET: -Un atto di afferramento richiede che gli schemi relativi alla

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PIAGET:
-Un atto di afferramento richiede che gli schemi relativi alla visione, alla
propriocezione e al tatto siano assimilati e coordinati.
-Ciò è reso possibile dalla visione della propria mano nelle vicinanze dell’oggetto.
-Il bambino in tal mano è in grado di costruire una mappa tra occhio e mano, sulla
base della quale attua una progressiva correzione dei movimenti della mano x 1
raggiungere il target.
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TEORIA DEI SISTEMI DINAMICI:
- Non è necessaria la costruzione di una mappa occhio-mano.
-L’atto di afferramento efficace emerge a partire dal progressivo adattamento dei
movimenti spontanei dell’arto e della mano, non diretti, non coordinati, sovra- o sottodimensionati.
- Nelle prime fasi, le diverse componenti sono instabili, variabili, e più facilmente
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disgregate. Via via il comportamento diviene rapido, affidabile, accurato, e la relazione
tra le diverse componenti coinvolte stabile.
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Gli esiti delle ricerche più recenti:
Le ricerche + recenti sullo sv. dell’afferramento e della marcia hanno
fornito risultati innovativi per 2 aspetti:
1) maggiore considerazione degli aspetti biomeccanici del movimento.
Lo studio del controllo del movimento da parte del SN non può avvenire
senza la considerazione delle specifiche caratteristiche di ciò che il SN
controlla (il corpo e il movimento biologico di cui esso è capace).
Es: il reaching implica la capacità di stabilizzare una porzione del braccio
controbilanciando le forze generate dal movimento dell’altro segmento.
L’attività dei muscoli è il risultato delle caratteristiche biomeccaniche
del movimento che viene prodotto, e non la causa del movimento.
2) nuovo interesse per le differenze interindividuali: le differenze nelle
dimensioni del corpo, nella forza dei muscoli e nel livello di energia
disponibile pongono ogni bambino di fronte a specifici problemi che
devono essere risolti x acquisire l’abilità motoria considerata.
Lo sv. motorio è un processo di problem-solving: ogni individuo deve
adattare il proprio corpo allo specifico compito che deve risolvere.
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Lo sviluppo dell’afferramento
MANIPULATION
TASKS
SELECTED
ABILITIES
APPROXIMATE
AGE OF ONSET
Reaching
- Ineffective reach
- Controlled reach
1 to 3 mo.
6 mo.
Grasping
- Reflexive grasp
- Voluntary grasp
Birth
3 mo.
- Controlled grasping
- Eats without assist.
14 mo.
18 mo.
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Lo sviluppo dell’afferramento
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Il neonato è dotato di un sistema piuttosto primitivo per il controllo dei
movimenti del braccio e della mano, al punto da non consentire al
bambino di afferrare gli oggetti presenti nell’ambiente circostante.
Tuttavia, il sistema presente alla nascita soddisfa alcuni requisiti di
base che permettono al bambino di:
portare la mano alla bocca
portare la mano all’interno del campo visivo
muovere la mano in direzione di un bersaglio.
Tutto ciò corrisponde ai requisiti minimi necessari affinché il sistema
possa poi svilupparsi grazie all’attività che esso stesso compie.
Consente al bambino di esplorare :
la relazione tra un programma motorio e un movimento
la relazione tra la visione e la propriocezione
le possibilità e i vincoli dei movimenti manuali.
+ Motivazione: fa sì che il bambino “testardamente” provi a compiere
azioni che ancora non padroneggia completamente. Lo stesso movimento
viene ripetuto più e più volte con lievi variazioni [per questo Piaget 8
(1953) parlava di reazioni circolari].
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Lo sviluppo dell’afferramento
• Iniziale ampio coinvolgimento della muscolatura del corpo
Minimo coinvolgimento di muscoli e notevole riduzione dello sforzo
• Ampia attività muscolare prossimale delle braccia e delle spalle
attività distale fine delle dita (direzione prossimo-distale)
• I precoci imprecisi e grossolani movimenti di manipolazione degli oggetti
precisione della presa a pinza attraverso l’opposizione pollice-indice.
(dal semplice al complesso)
• Iniziale raggiungimento e manipolazione bilaterale
uso preferenziale di una mano.
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Lo sviluppo dell’afferramento
• Movimenti globali del corpo
Movimenti discreti di singole porzioni del corpo che agiscono come unità
indipendenti
• Mancanza di coordinazione
Progressiva integrazione di movimenti discreti in azioni coordinate
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I diversi tipi di prensione
Prensione
cubito-palmare
Prensione
digito-palmare
Prensione
radio-digitale
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I diversi tipi di prensione
Approccio tipo
rastrello (a) e
prensione cubitopalmare (b)
4 mesi
Koupernik e Dailly, 1981
Approccio
parabolico (a) e
prensione
radiopalmare (b)
6 mesi
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Approccio diretto (a),
prensione radiodigitale a
pinza inferiore (b), e pinza
superiore (c).
9 mesi
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Lo sviluppo dell’afferramento
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Afferramento: reaching (avvicinamento) + grasping (afferramento)
Grasping
Riflesso palmare
presente nel neonato
innescato dal contatto con lo stimolo
Grasping
riappare verso i 4 mesi
parte dell’atto di afferramento, ma
differenziato dal reaching
Attraverso l’esperienza (tentativi di afferrare oggetti diversi), il bambino
diventa capace di anticipare la posizione appropriata della mano e delle
dita sulla base delle proprietà dell’oggetto che coglie attraverso la vista
(coordinazione visuo-manuale).
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Lo sviluppo dell’afferramento
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Afferramento: reaching (avvicinamento) + grasping (afferramento)
Reaching
Early reaching
presente nel neonato quando il tronco viene sostenuto
(il neonato distingue tra un oggetto tridimensionale e la sua
immagine bidimensionale)
innescato dalla vista dello stimolo (“visually elicited”)
balistici (non possono essere modificati mentre vengono
eseguiti)
risposta
di tipo attentivo
scompare nei primi 2 mesi
Later reaching
ricompare verso i 4 mesi
guidato dalla vista
comportamento attuato a scopo esplorativo
coordinato agli aggiustamenti della postura
di oggetto in movimento: inizialmente solo se esso
si muove ad una velocità costante, in seguito anche
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quando la velocità è variabile.
Lo sviluppo dell’afferramento
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Alta variabilità del movimento di reaching, scarso controllo
Maggiore controllo, minore variabilità, ma movimenti
veloci ancora destabilizzano posizione della testa e tronco
(vedi importanza postura).
Anche movimenti veloci sono accurati
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Lo sviluppo dell’afferramento
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3 tipi di raggiungimento
Avvicinamento all’oggetto solo con la spalla (la mano
rimane fissa rispetto all’avanbraccio) “rastrella l’oggetto”
Avvicinamento all’oggetto con il gomito che consente lo
spostamento della mano avanti e indietro
Spalla – gomito – polso sono ben coordinate tra loro
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Lo sviluppo dell’afferramento
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Piaget (1936): i movimenti della mano e la vista sono inizialmente
indipendenti
(è necessario un periodo di osservazione dei propri movimenti x ottenerne il
controllo visivo. Es: a 3 mesi osservazione delle mani).
Bower (1982): la coordinazione di base tra occhio e mano è innata.
I meccanismi che controllano l’inseguimento visivo e il movimento delle
mani sono connessi fin dall’inizio (Es: anche i bambini ciechi dalla nascita
attraversano un periodo di oss. delle mani).
Reaching neonatale: neonati di pochi giorni, se sorretti, mostrano
movimenti di avvicinamento innescati dalla vista dell’oggetto:
La percezione inizialmente è AMODALE, e lo sv. percettivo consiste nella
crescente DIFFERENZIAZIONE degli input percettivi nelle diverse
modalità sensoriali -vista, tatto, udito-.
Ugualmente, i primi atti motori sono INDIFFERENZIATI e mostrano un
crescente grado di differenziazione.
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Lo sviluppo dell’afferramento
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Il processo di DIFFERENZIAZIONE spiega l’andamento evolutivo del
reaching e le differenze tra early e late reaching:
Neonato: il reaching/grasping è un atto indifferenziato -reaching
accompagnato da apertura della mano-, dove il grasping è parte
indifferenziata del movimento di reaching.
Looking/Reaching indifferenziati.
4 mesi: il grasping si differenzia dal reaching.
Il reaching è stimolato dalla vista; il grasping è stimolato dal contatto con
l’oggetto.
Looking/Reaching iniziano a differenziarsi e possono inibirsi: la vista di un
oggetto irraggiungibile inibisce il reaching, invece di stimolarlo.
Dai 5 mesi: reaching guidato dalla vista.
Capacità crescente di anticipare l’arrivo della mano sull’oggetto (il grasping
inizia prima del contatto con l’oggetto).
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Lo sviluppo dell’afferramento
Dai 9 mesi: le capacità di anticipazione crescono. I bambini adattano
sempre meglio l’apertura della mano alla dimensione dell’oggetto prima del
contatto.
N.B.: lo sviluppo del reaching può essere compreso solo se inserito nel
contesto dello sviluppo di altri aspetti delle funzioni motorie.
controllo della postura (Bullinger, 1990; Teoria dei Sist. Dinamici):
il reaching neonatale è presente solo se il tronco viene sorretto
nei bambini + grandi il reaching è accompagnato da aggiustamenti
posturali che avvengono in modo coordinato in un unico atto.
il reaching nella sua forma + matura può svilupparsi solo quando il
controllo sui movimenti del tronco consente di mantenerlo stabile,
indipendentemente dai movimenti del capo.
N.B.: v. stepping -il ruolo di supporti esterni nel superare vincoli fisici
che impediscono l’attuazione del comportamento considerato.
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Lo sviluppo dell’afferramento
Comportamento di manipolazione:
Generalmente viene prodotto al termine di un atto di reaching + grasping
conclusosi con successo (dai 4 mesi).
Anche i NEONATI usano la manipolazione x estrarre informazione dagli
oggetti (Streri, 2002: abituazione a stimoli tattili; Rochat, 1987: diversa
manipolazione in funzione del tipo di oggetto).
La manipolazione ha la stessa funzione dell’esplorazione orale.
La mano che sorregge l’oggetto è la stessa che lo esplora.
Una mano sorregge l’oggetto e l’altra lo esplora. Manipolazione
accompagnata da esplorazione visiva.
Manipolazione degli oggetti in funzione delle loro proprietà.
Presa a pinza (opposizione di pollice e indice, esclusiva della specie
umana).
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9 MESI:
compare la presa a pinza (opposizione di pollice e
indice, esclusiva della specie umana).
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L’attività esplorativa
AFFERRAMENTO
=
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ATTIVITA’ ESPLORATIVA
Durante il primo anno di vita, il comportamento dei bambini è
caratterizzato dalla presenza di una frequente e intensa attività
esplorativa (Gibson, 1988).
Come definire l’attività esplorativa ?
L’attività esplorativa:
coinvolge tutti i sistemi sensoriali
ha la funzione di consentire all’individuo di acquisire nuove
informazioni
Holly Ruff (1989):
per esplorazione non si deve intendere un particolare tipo di
comportamento, bensì qualsiasi attività che abbia come obiettivo quello di
acquisire informazioni sull’ambiente circostante.
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CRITERIO FUNZIONALE: considerare la funzione che un dato comportamento
svolge nello specifico contesto in cui viene prodotto.
L’attività esplorativa
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… può avere:
Obiettivo specifico: il soggetto è portato a focalizzare
l’attenzione sulle informazioni più rilevanti che consentono il
raggiungimento dell’obiettivo.
Obiettivo + generico: conoscere il più possibile circa un nuovo
stimolo. Attività più flessibile e variata.
… diminuisce via via che lo stimolo diviene familiare e ricompare quando
viene presentato uno stimolo nuovo.
… la sua frequenza/durata varia in funzione della quantità di informazione
contenuta nello stimolo. Tante più informazioni sono contenute
nello stimolo, tanto più tempo sarà necessario al bambino per
selezionarle ed elaborarle tutte.
… correla con modificazioni fisiologiche o comportamentali associate
all’attenzione focalizzata (e.g., espressione del volto, diminuzione
ritmo suzione).
… il bambino si mostra meno facilmente distraibile rispetto ad altri
momenti in cui la sua attenzione è diffusa nell’ambiente.
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L’attività esplorativa
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2 mesi: alcuni studi recenti sembrano indicare che i bambini di 2 mesi di
vita sono in grado di differenziare oggetti diversi per forma anche
in assenza di informazioni visive (senza poter vedere l’oggetto).
5 mesi: compare la capacità di controllare i movimenti fini delle dita
i bambini iniziano ad afferrare e manipolare attivamente gli
oggetti che attraggono la loro attenzione visiva e che, fino dalla
nascita, sanno esplorare visivamente (Rose e Ruff, 1987; Ruff, 1989).
8-9 mesi: i bambini sono divenuti estremamente abili ed esperti
nell’esplorare manualmente, oltre che visivamente, qualsiasi nuovo
oggetto (Karniol, 1989).
nella seconda metà del primo anno di vita il sistema tattile diviene
sempre più efficiente nella selezione e nell’elaborazione delle
informazioni.
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l’esplorazione manuale affianca man mano l’esplorazione visiva
come strumento di conoscenza dell’ambiente circostante.
L’attività esplorativa
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Nel corso degli ultimi 15 anni: tentativi di identificare in maniera
dettagliata, nei bambini di età compresa tra i 6 e 12 mesi, le diverse
componenti del comportamento manipolatorio.
Esso non costituisce un’attività globale e indifferenziata!
NO
singola unità di comportamento
SI’
componenti multiple
Esplorare un oggetto con le dita (Fingering). Es Grattare, movimenti dei
polpastrelli sulla superficie dell’oggetto.
Schiacciare: soprattutto durante l’esplorazione di oggetti di consistenza elastica e
soffice, il bambino esercita con le dita o con il palmo della mano una pressione
sull’oggetto.
Ruotare: movimento effettuato con una o entrambe le mani, attraverso il quale
l’oggetto viene fatto ruotare mediate un movimento impresso dal polso.
Trasferimento: l’oggetto viene trasferito una o più volte consecutivamente da una
mano all’altra.
ATTENZIONE: + sguardo focalizzato sull’oggetto e/o variazione nell’espressione
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del volto (e.g., aggrottamento delle sopracciglia, corrugamento della fronte)
!!
L’attività esplorativa
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Componenti di attività esplorative più primitive sono:
Portare l’oggetto alla bocca (Mouthing). Questo comportamento a partire dai 6-7
mesi perde la funzione conoscitiva che aveva mesi appena precedenti.
Battere, gettare, far cadere. Al contrario dei comportamenti esplorativi veri e
propri la frequenza di questi comportamenti cresce all’aumentare del tempo di
esplorazione degli oggetti e decresce quando vengono presentati oggetti nuovi.
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Ruff, 1984
6, 9, 12 mesi
L’atto di portare la mano alla bocca decresce nella seconda
metà del primo anno di vita, mentre aumentano
l’esplorazione tattile con un dito e forme più precise di
manipolazione.
I b.ni modificano gli schemi di esplorazione tattile in modo tale
da massimizzare l’acquisizione di informazioni sul nuovo
stimolo.
Es. cambiamento di forma > rotazione
cambiamento di densità > esplorazione con l’indice
In entrambi i casi i nuovi oggetti vengono manipolati meno
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degli oggetti familiari.
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Esplorazione visuo-manipolatoria vs. esplorazione visiva
Sia la fissazione visiva che l’attività visuo-manipolatoria possono essere definite
attività esplorative., ossia comportamenti attraverso i quali il bambino acquisisce
informazioni e conosce gli oggetti sui quali orienta la propria attenzione.
SOMIGLIANZE:
- Entrambe le attività possiedono una serie di caratteristiche che sono proprie
delle manifestazioni comportamentali dell’attenzione focalizzata.
- Entrambi i comportamenti riflettono processi di elaborazione
dell’informazione messi in atto dal bambino per selezionare, acquisire e
immagazzinare l’informazione contenuta nello stimolo.
DIFFERENZE:
- Coinvolgimento di sistemi sensoriali che possiedono caratteristiche molto
diverse.
- visiva: singola modalità; visuo-manipolatoria: sono coinvolte 2 modalità
diverse [non solo + informazioni: modificazione complessiva dell’attività
esplorativa stessa].
- diverso livello di attività comportamentale
- funzioni diverse e integrate.
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