LAMINARIE
LAMINARIE presenta
TUXEDOMOON
IN CONCERTO SOTTO LA VOLTA DI DOM
Bologna, 2 - 4 aprile 2014
progetto speciale realizzato con il contributo di Comune di Bologna
Dopo due anni di assenza, dal 2 al 4 aprile, torna in Italia una delle formazioni che
rappresenta dalla fine degli anni ’70 un punto di riferimento per la scena musicale
d’avanguardia.
A Bologna all’interno della rassegna “Insisto più forte”, presso lo spazio dedicato alle
arti contemporanee DOM, gestito dalla compagnia Laminarie, si terranno tre date
italiane del loro Tour Europeo: un progetto speciale realizzato con il contributo del
Comune di Bologna.
Nel 1980, proprio a Bologna, i Tuxedomoon fecero il loro esordio sui palchi del vecchio
continente ed è senz'altro significativo che, trentaquattro anni dopo, ritornino a Bologna
per un progetto molto articolato e del tutto particolare.
Tre concerti che si svolgeranno nell’originale spazio dall’architettura a cupola, in un
contesto teatrale inconsueto, con una capienza limitata per sera, ma che
rappresenta un’occasione unica per vedere all’opera la formazione che fin dalla sua
nascita ha saputo coniugare la musica e le immagini, sempre con una particolare
attenzione per la comunicazione della propria performance, essenziale ma sempre
di grande impatto emotivo.
Non c’è altro gruppo al mondo per cui la definizione di art-rock descriva meglio la loro
musica ed i loro spettacoli. Non è quindi un caso che i Tuxedomoon nella loro carriera
abbiano spesso collaborato col teatro e con la danza.
Mercoledì 2 e Giovedì 3 aprile alle ore 21.30, il pubblico potrà riascoltare il repertorio
“classico” dei Tuxedomoon, la leggendaria band che ha fatto la storia della new wave
sperimentale e che ne rappresenta da sempre “l’intellighenzia”. Suoni elettronici, vivi,
rock d’autore, immagini che si rincorrono, come un film che si fa teatro: trent’anni fa
erano i figli ribelli della musica colta americana, oggi sono maestri riconosciuti. Punti di
riferimento indelebili che riempiono la loro cultura musicale con un’ampia e
sorprendente varietà di stili e influenze, cantando nelle lingue dei molti paesi che hanno
visitato o dove hanno vissuto.
Venerdì 4 aprile alle ore 21.30 Laminarie presenta in esclusiva europea un concerto
dal titolo “Voyage around my room” realizzato con il regista Roberto Nanni,
bolognese di nascita e romano d'adozione, legato al gruppo californiano da una lunga
collaborazione iniziata nei primi anni '80 e che presenta per l’occasione film inediti. Alla
costante ricerca di una sintesi tra il linguaggio sonoro e un linguaggio visivo, Nanni per
l’occasione interpreta in versione filmica il testo omonimo di Xavier De Maistre.
La stessa sera, alle 19.30, il concerto è preceduto da un incontro pubblico con i
Tuxedomoon e Roberto Nanni.
LAMINARIE
sede legale > corte de’ galluzzi, 11, 40124 Bologna sede operativa > via Panzini 1, 40127 Bologna
Tel 051 6242160 fax 051 6245738 www.laminarie.it | www.lacupola.bo.it | [email protected]
LAMINARIE
Per la rassegna “Insisto più forte”, a Bologna al DOM
dal 2 al 4 Aprile 2014
Tuxedomoon: in concerto sotto la volta di Dom
Programma:
2 e 3 aprile ore 21.30 Tuxedomoon live
Due date del tour europeo in un contesto teatrale inconsueto. Un'occasione per apprezzare
il live act tra musica e immagini della band californiana.
Steven Brown > voce, clarinetto, sax, pianoforte, tastiere
Blaine L. Reininger > voce, chitarra elettrica, violino, tastiere
Peter Principle > basso elettrico, chitarra elettrica
Luc Van Lieshout > tromba, flicorno, armonica
Bruce Geduldig > video, immagini dal vivo
4 aprile ore 19.30 incontro con i Tuxedomoon e Roberto Nanni (ingresso libero)
ore 21.30 Voyage around my room.
I Tuxedomoon in un concerto inedito realizzato con i film di Roberto Nanni [prima europea]
Biglietto 15 € + d.p.
Prevendita su www.liveticket.it
Apertura della biglietteria di DOM: 1 ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Capienza limitata. Ingresso riservato ai soci - tessera associativa gratuita disponibile online
su www.lacupola.bo.it
DOM la cupola del Pilastro via Panzini 1 Bologna www.lacupola.bo.it
Tel 051.6242160 | [email protected] DOM è raggiungibile dal centro di Bologna con il bus
n. 20, fermata Panzini (effettua anche corse notturne)
Progetto speciale realizzato con il contributo del Comune di Bologna
www.comune.bologna.it/cultura
www.tuxedomoon.co
www.matson.it
media partner: Sentire Ascoltare
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TUXEDOMOON
I leggendari Tuxedomoon, sono una band di culto che rappresenta una gradita
eccezione nel mondo musicale di oggi.
Nati nel 1977, nell'atmosfera inebriante dell’età d’oro postpunk di San Francisco, la band
divenne ben presto parte centrale della scena di New York (come documentato dal film
"Downtown 81", incentrato sulla figura di Jean Michel Basquiat e contenente
performance di Blondie , James Chance, DNA e Tuxedomoon). "No Tears", il loro
secondo singolo (1979), è rimasto un classico electro punk fino ai giorni nostri.
La band firmò con l’etichetta dei Residents, la Ralph Records, e con questa ha
pubblicato due album seminali," Half Mute "(1980) e" Desire "(1981) che in breve
tempo ottennero una buona esposizione all'estero. Il primo concerto in Europa si tenne il
9 Dicembre 1980 al Cinema Teatro Antoniano di Bologna, inaugurando quello che
sarebbe stato un rapporto privilegiato con il pubblico italiano ed in particolare con
quello bolognese.
Fuggendo dall'America di Reagan i Tuxedomoon si trasferiscono in Europa nei primi
anni '80, per rimanervi per tutto il decennio.
Anche se la loro capacità di cristallizzare un certo zeitgeist oscuro e romantico li
trasformò rapidamente in una delle band più influenti in circolazione, la loro musica
trascese tutti i generi e abbracciò il più vasto orizzonte di generi musicali dove il rock,
l’elettronica, la musica minimale, la classica il jazz, la musica gitana ed il pop sono stati
fusi e trasformati in una miscela musicale innovativa. Le immagini, lo studio delle luci e
lo spettacolo visivo durante i loro concerti, ad opera del filmaker Bruce Geduldig, sono
sempre stati parte integrante della ricerca musicale dei Tuxedomoon, che nella sua
storia ha prodotto opere multimediali, collaborando anche con il mondo del cinema e del
teatro e della danza.
Dopo aver pubblicato una serie di album con la CramBoy (la sub-label creata
dall’etichetta discografica, con sede a Bruxelles, Crammed Discs), la band cessò di
registrare assieme nel 1988, e vari membri perseguire carriere soliste, dividendo le loro
strade sia geograficamente che dal punto di vista musicale. Steven Brown (voce,
tastiere e sassofono) si trasferì in Messico, Peter Principle (basso, elettronica) a New
York, Blaine L. Reininger (voce, violino, chitarra) in Grecia, e Luc Van Lieshout
(tromba) e Bruce Geduldig (film / visual ) a Bruxelles.
Molti anni dopo, dopo alcune reunion, i Tuxedomoon sono tornati insieme per scrivere
e registrare lo splendido album "Cabin In The Sky" (2004), che li ha trovati al top
assoluto della forma e della creatività, confermando la loro natura romantica, ribelle e
senza limiti di fantasia. "Cabin In The Sky " è anche caratterizzato da contributi di
ospiti selezionati con cura come Tarwater, John McEntire dei Tortoise, Marc Collin dei
Nouvelle Vague e DJ Hell.
Poco dopo aver finito "Cabin In The Sky", i Tuxedomoon sono tornati a San
Francisco, città natale della band, con lo scopo di iniziare a scrivere materiale per il loro
successivo album. Ma l'atmosfera del luogo ha avuto effetti inattesi su di loro, e li ha
spinti invece a
registrare una serie di "composizioni spontanee" (come Mingus avrebbe detto), che
costituirono la base di un progetto parallelo intitolato "Bardo Hotel Soundtrack"
vagamente collegato al romanzo di Brion Gysin “The Bardo Hotel”, ambientato in un
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hotel di Parigi, dove Gysin e William Burroughs misero a punto le tecniche radicale
del “cut-up” e del “fold-in”.
Sia " Cabin In The Sky”che "Bardo Hotel Soundtrack” sono stati accolti
calorosamente, e nelle recensioni che cercano di descrivere la musica di Tuxedomoon
troviamo una grande varietà di riferimenti musicali (Charles Ives, Radiohead, Philip
Glass, Miles Davis, electronica tedesca, Tom Waits , John Cage, Kurt Weill,
Tortoise, Can ...).
Questi due album hanno confermato che i Tuxedomoon non sono mai stati associati
ad un periodo particolare: erano diventati figure di culto degli anni '80,
semplicemente perché questo è il periodo in cui hanno cominciato a produrre la loro
musica e hanno cominciato a diventare famosi per questo, ma il gruppo si è sempre
evoluto nella propria direzione e la loro produzione musicale è tuttora fresca ed influente
come lo era allora.
E la riprova di ciò la troviamo nel loro, al momento, ultimo album in studio. Quel
"Vapour Trails" (2007), che è piaciuto sia agli appassionati dell’avant rock
d'avanguardia, dell’ elettronica e del jazz.
Per celebrare il 30° anniversario della band,è stato pubblicato un cofanetto in edizione
limitata intitolato “77o7”, che comprende "Vapour Trails" insieme ad un CD live
registrato all'inizio del 2007 e a "Lost Cords", un CD di registrazioni inediti di archivio,
che mostra tutta la varietà della produzione del gruppo in 30 anni di storia, e "Found
Films" un DVD con 160 minuti con immagini e performance provenienti da varie fonti
che aiutano a definire i Tuxedomoon come uno dei gruppi art-rock più importanti
della scena musicale.
http://tuxedomoon.co/
www.matson.it
Formazione:
Steven Brown, voce, clarinetto, sax, pianoforte, tastiere
Blaine L. Reininger, voce, chitarra elettrica, violino, tastiere
Peter Principle, basso elettrico, chitarra elettrica
Luc Van Lieshout, tromba, flicorno, armonica
Bruce Geduldig, video, immagini dal vivo
Discografia, selezione:
Half Mute, 1980
Joeboy in Rotterdam, 1981
Desire, 1981
Divine, 1982
A Thousand Lives by Picture, 1983
Holy Wars, 1985
Ship of Fools, 1986
You, 1987
Pinheads on the Move, 1987
Ten Years in One Night, 1989
The Ghost Sonata, 1991
Solve et Coagula, 1994
Joeboy in Mexico, 1997
Remixes & Originals, 2000
Live in St. Petersburg, 2002
Soundtracks - Urban Leisure, 2002
Cabin in the Sky, 2004
Bardo Hotel Soundtrack, 2006
Vapour Trails, 2007
77o7 - Tuxedomoon 30th Anniv.Box, 2007
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ROBERTO NANNI
“Voyage around my room”
4 Aprile 2014 ore 21.30 DOM la cupola del Pilastro - Bologna
I Tuxedomoon in un concerto inedito realizzato con i film di Roberto Nanni [prima
europea]
“Voyage around my room” è un'interpretazione, lettura filmica dell'omonimo testo di
Xavier De Maistre, da anni testo foriero di suggestioni visive, digressioni temporali alle
quali mi sono dedicato cercando d'interpretare la realtà e non di documentarla. In poche
parole, mi sono occupato, come sempre, di “realismo soggettivo”.
“Incantevole paese dell’immaginazione, che l’Essere benefico per eccellenza ha concesso
agli uomini per consolarli della realtà, ti debbo lasciare. – Oggi stesso, certe persone da
cui dipendo hanno la pretesa di ridarmi la libertà: – come se me l’avessero tolta! Come
se avessero potere di rubarmela un solo istante, e d’impedirmi di percorrere a mio
piacimento il vasto spazio sempre aperto, dinanzi a me! – Mi hanno vietato una città, un
punto; ma mi hanno lasciato l’universo intero; l’immensità e l’eternità sono ai miei
ordini”.
Da “Viaggio intorno alla mia camera” di Xavier De Maistre
Roberto Nanni, nato a Bologna e approdato a Roma dopo un lungo peregrinare per
l'Europa, è un cineasta. Questo termine, a differenza della parola regista, include la
conoscenza intima del mezzo espressivo usato.
E' alla costante e ostinata ricerca di una sintesi tra il linguaggio sonoro e un linguaggio
visivo che confonde con rara non-chalance documentazione e astrattismo.
Per Steven Brown ha realizzato i film della performance musicale “Greenhouse
Effect. Steven Brown reads John Keats”.
Con “L'amore vincitore. Conversazione con Derek Jarman” ha vinto nel 1993 il
primo premio e il premio del pubblico al Festival Internazionale del Cinema di
Torino.
Per i “Diari della Sacher” di Nanni Moretti ha realizzato il film "Antonio Ruju. Vita
di un anarchico sardo".
“Lavoro in modo “emotivo”, mettendo in bilico i linguaggi, rifiutando la narrazione
convenzionale. Del resto, come diceva Derek Jarman, lo scopo non è di realizzare un
buon film, ma di fare qualcosa di più di un buon film e questo non dipende dai soldi.”
Roberto Nanni
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Osservazioni critiche sul lavoro di Roberto Nanni:
“I film di Roberto Nanni sono immediatamente belli e protetti dalla loro distanza, dalla loro
lontananza. E' uno degli autori più a sé, non isolati, ma abbandonato all'essere a sé rispetto
anche all'estraneità dell'immagine. Una sorta di galaverna ghiacciata e oscura, pericolosa e bella
da vedere, e resistere a queste fragilità è una delle grandi chance di quel cinema definito
underground che in realtà non è, infatti i film di Roberto Nanni sono lievemente sopra e
lievemente sotto come “oggetti” provenienti da un'altro mondo. Le sue immagini per le
straordinarie performance sonore di Steven Brown di Tuxedomoon, vanno letteralmente in orbita
ed i suoi fuori orbita indicano quello che la musica tenta nella sua inevitabile immaterialità.”
Enrico Ghezzi
“Roberto Nanni e' un cineasta di sfondamento, un artista che lavora con un grado di
autosufficienza e autodeterminazione unici. Ha insegnato a tutti, colleghi e spettatori in stato
d'allarme, a 'just do it', a lanciarsi nel vuoto.” Roberto Silvestri
“L’alternanza sorprendente dei lavori di Roberto Nanni ha a che fare per noi anche con la logica
della visione in una ricerca pervicace non tanto del senso dell’immagine ma della sua verità
interiore. Viene in mente un lamento celiniano in Viaggio al termine della notte, “la verità,
nient’altro che la verità prima di morire”. Il suo cinema è presente, ma non “cronachistico”, è più
che altro una “presenza”. Un'architettura musicale e sonora, ma anche politica ed etica che si va
a incuneare in tutti gli altri elementi e momenti di questa formazione culturale tipica ed eclettica.
Il risultato è una "manciata" di film sperimentali sorprendenti e rigorosi, disseminati nel tempo
con una frequenza determinata solo dalla necessità. Roberto Nanni è un regista tanto appartato
quanto ostinato, e questa collezione di lavori ci restitutisce oggi il maggior senso di questo essere
ostinatamente appartato, eppur presente.” Dario Zonta
“Uno dei massimi sperimentatori italiani, esploratore di formati, generi e dispositivi, navigatore
solitario nei misteriosi abissi dell'emulsione, della materia e della memoria. La sua è, citando
Deleuze, “la costruzione di uno stato gassoso della percezione” Bruno Di Marino
“Un regista irrituale, una cinematografia imprendibile. Roberto Nanni, genio gentile, ritrovato e
riscoperto. "Grazie a Steven Brown e Tuxedomoon, conobbi Derek 10 anni prima a Londra. Era il
1983 e nello stesso giorno incontrai anche W.S. Burroughs." Derek Jarman parla con lui poco
prima di morire. Ma il suo film sembra un sofferto inno alla vita, al presente, come tutto il suo
cinema.” Boris Sollazzo
“Il regista e pittore inglese Jarman è vicino alla morte ma vuole ancora parlare. Il cineasta
italiano lo filma per l'ultima volta ascoltandolo e scomponendone l'immagine fino a farne un
quadro: "la costruzione di uno stato gassoso della percezione". E' una materia tanto astratta
quanto concreta quella del "realismo soggettivo" di Roberto Nanni che riprende Jarman facendolo
parlare del punk di "Jubilee" e del "Blue" della sua ultima opera e di Aids, come riprende le parole
e il suono di Steven Brown dei Tuxedomoon fino a divagare con Freak Antoni degli Skiantos.”
Sergio Gilles Lacavalla
Filmografia essenziale/principale:
“Voyage around my room” 2014
“La spirale del silenzio” 2012
“Luce riflessa restituita alla notte” 2011
« Una fredda giornata » 2010
“Dolce vagare in sacri luoghi selvaggi” 2008
“Window” 2005
“Antonio Ruju. Vita di un anarchico sardo” 2001
“Attraverso un vetro sporco” 1999
“L'amore vincitore. Conversazione con Derek
Jarman” 1993
“Greenhouse effect. Steven Brown reads John
Keats” 1989
“Pexer” 1985
“Lontano, ancora” 1981
Retrospettive principali:
Pesaro Film Festival 2002, Pesaro
Cineteca Nazionale di Roma 2010, Roma
Action Christine/Lightcone 2011, Parigi
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Rapporto tra Bologna e Tuxedomoon
di Roberto Nanni
Mi è stato chiesto di descrivere il rapporto di Tuxedomoon con Bologna e
rispondere a questa puntuale domanda non è complicato ma complesso.
Si, certo, sicuramente è esistito un rapporto forte e costante negli anni, ma
aggiungerei anche profondamente affettivo.
Ho iniziato ad ascoltare la loro musica nel 1978, appena maggiorenne, e nei fui
folgorato, come lo fui del loro primo concerto europeo nel dicembre 1980,
proprio a Bologna.
Fu il loro esordio sui palchi non solo italiani ma anche del “vecchio continente” e
non fu una casualità, ne è testimonianza che ancora dopo quel primo concerto di
trentaquattro anni fa, Tuxedomoon ritornano a Bologna per tre esibizioni, uniche
date italiane.
Li ho conosciuti personalmente quasi subito, in particolar modo Bruce Geduldig,
Nina Shaw e Winston Tong con il quale collaborai a Milano nel 1982 per la piece
teatrale “Opium”: proiettavo, durante l'esecuzione, i miei lavori in super 8mm.
E' davvero difficile se non impossibile descrivere in queste poche righe un
rapporto di rara amicizia che perdura da quei giorni.
A loro devo molto, davvero molto, non solo per quanto concerne le differenti
collaborazioni che con loro ho avuto, ma anche per la differente percezione e
conoscenza della realtà che mi hanno sempre suggerito con coraggio e
ostinazione.
Credo di interpretare anche il pensiero di Tuxedomoon nel rivolgere un abbraccio
e un ringraziamento a Bologna, mia città natale, e a chi ha proposto e sta
lavorando alla produzione di questi concerti.
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DOM la cupola del Pilastro
DOM è uno spazio dedicato alle arti contemporanee, gestito dalla compagnia
Laminarie in convenzione con il Comune di Bologna.
Il progetto Tuxedomoon è all'interno della rassegna che DOM ospita da marzo a
maggio 2014 dal titolo “Insisto più forte”, che raccoglie diversi spettacoli di teatro e
danza, incontri, workshop in grado di mescolare generi e pubblici diversi, ma con
un'attenzione particolare alla radicalità dei linguaggi e alla ricerca.
DOM è una semisfera argentata che ospita al suo interno due palcoscenici, tende,
rocchetti, corde, mantegni, sedie. Si tratta di uno spazio circolare su cui si affaccia
una piccola scena, anch’essa rotonda; il pavimento delle due parti è fatto di assi, senza
poltrone fissate a terra. E’ uno spazio pronto ad accogliere pratiche e pubblici nuovi,
che rimane aperto tutti i giorni e tutto il giorno.
DOM è situato al Pilastro, nella periferia di Bologna, in un contesto urbano
caratterizzato da una complessa convivenza interetnica. Nella nostra pratica
quotidiana cerchiamo di metterci in ascolto di questo territorio e delle urgenze che
esprime. Il teatro che ne scaturisce ha senza dubbio una forte relazione sociale con il
territorio, ma questa relazione viene sempre orientata a un progetto poetico, che deve
essere da una parte disarmato, ossia disposto all’ascolto costante, e dall’altra armato
dalla forza dell’opera. A maggior ragione pensiamo che, se ci si trova a lavorare in un
territorio considerato difficile come il Pilastro, sia necessario offrire contenuti di grande
qualità.
PREMIO SPECIALE UBU 2012 “Dom di Laminarie, spazio che lavora sui confini tra
produzione in residenza e ospitalità, tra città e periferia, tra migrazione e memoria, tra
infanzia e età adulta, tra ricerca teatrale e ascolto dell’ambiente circostante al quartiere
Pilastro di Bologna”.
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