STATI UNITI Informazioni Generali Superficie 9.161.923 kmq Popolazione 301,6 milioni (stima luglio 2007 del Census Bureau) Capitale Washington D.C (5,3 milioni di abitanti) Altre città principali ed abitanti (stima luglio 2007 del Census Bureau): New York 18,8 milioni di abitanti Los Angeles 12,9 milioni di abitanti Chicago 9,5 milioni di abitanti Philadelphia 5,8 milioni di abitanti Dallas-Fort Worth 6,1 milioni di abitanti Miami 5,4 milioni di abitanti Houston 5,6 milioni di abitanti Atlanta 5,3 milioni di abitanti Detroit 4,5 milioni di abitanti Clima Temperato, sub-tropicale al sud. Lingua – Inglese Moneta - L’unità monetaria degli Stati Uniti è il Dollaro (US$), suddiviso in 100 cents. - tasso medio mensile novembre 2008: 1,27322 $ per 1 euro; - tasso di cambio medio annuale 2007: 1,37048 $ per 1 euro. Principali indicatori economici 2007a 2008b 2009c 2010c 13.807,6 14.508,8 14.569,5 14.860,0 2,0 1,3 -1,0 0,8 Consumi privati 2,8 0,5 -0,8 0,6 Consumi pubblici 2,1 2,7 0,8 0,3 Investimenti lordi fissi -3,1 -4,1 -11,1 -0,4 Export di beni e servizi 8,4 7,9 -0,9 3,7 Import di beni e servizi 2,2 -2,8 -5,6 2,1 Agricoltura 1,4 2,0 2,0 2,0 Industria -1,7 0,2 -0,5 -0,1 Servizi 2,9 1,6 -1,2 1,0 301,1 303,9 306,6 309,3 45.851 47.750 47.522 48.037 PIL PIL nominale in (milioni di US$) Crescita reale del PIL (%) Spesa sul PIL (% reale) Origine del PIL (% reale) Demografia e reddito Popolazione (mln) PIL pro-capite (US$ a PPA) Tasso di disoccupazione (media %) 4,6 5,7 7,7 8,3 Bilancio del settore statale c -1,2 -3,2 -6,7 -7,6 Pagamento interessi a debito del settore statale 1,7 1,5 0,9 0,4 Bilancio primario del settore statale 0,6 -1,7 -5,9 -7,1 37,0 38,7 45,3 52,0 111,7 97,0 96,5 96,0 Prezzi al consumo (fine periodo; %) 4,1 2,2 0,8 1,5 Prezzi alla produzione (media; %) 3,9 7,0 -0,8 1,1 Tasso di interesse sui prestiti (media; %) 8,1 5,2 3,7 4,9 Bilancia commerciale -819 -792 -628 -620 Merci: export fob 1.148 1.361 1.225 1.299 Merci: import fob -1.968 -2.153 -1.853 -1.920 Bilancia dei servizi 119 141 175 184 Bilancia dei redditi 82 221 250 279 Indicatori fiscali (% del PIL) Debito pubblico netto Prezzi e indicatori finanziari Tasso di cambio Y -US$ (fine periodo) Partite correnti (US$ mln) Saldo del conto dei trasferimenti -113 -118 -119 -121 Saldo delle partite correnti -731 -548 -322 -279 71 - - - Riserve internazionali (US$ mld) Totale delle Riserve internazionali a Attuale. b Stime Economist Intelligence Unit. c Previsioni Economist Intelligence Unit . Fonte: IMF, International Financial Statistics. Rischio paese La SACE colloca gli Stati Uniti nella categoria 0 OCSE, classe Sace A e 1^ categoria Consensus - aggiornato a novembre 2008. Prospettive future Nel terzo trimestre del 2008 il PIL statunitense ha subito una contrazione dello 0,5% annuale e, in base ai dati degli ultimi indicatori, un’ulteriore peggioramento risulta probabile nell’ultimo trimestre dell‘anno. Di conseguenza le previsioni di crescita del PIL sono state rivisitate nei termini di una contrazione del 1% per il 2009 e solo una debole crescita dello 0,8% per il 2010. Ciò riflette in particolar modo la crisi finanziaria ed il deterioramento delle condizioni finanziarie a partire dal crollo della banca d’investimenti Lehman Brothers avvenuto a metà settembre del 2008. Situazione che potrebbe minare ulteriormente il mercato immobiliare e portare, ad una riduzione della spesa al consumo e degli investimenti nell’imprenditoria. Stimoli monetari su larga scala dovrebbero impedire che si producano altri danni al sistema finanziario, anche se risulta improbabile che possano avere un forte impatto sull’economia reale, la quale potrebbe beneficiare maggiormente di uno stimolo fiscale, comunque non in grado di impedire una contrazione sostanziale dell’economia nel 2009. Ciò nel contesto di un netto crollo dei prezzi del greggio, il quale dovrebbe sostenere il potere d’acquisto dei consumatori e delle imprese statunitensi. I rischi di un ribasso, rispetto a tali previsioni, rimangono notevoli data la possibilità che le autorità non riescano a controllare la spirale generata da un atteggiamento, una domanda domestica e condizioni finanziarie negativi. Nel secondo trimestre del 2008 il consumo privato è stato sostenuto dalla diminuzione delle pressione fiscale, ma già nel trimestre successivo la domanda al consumo è diventata negativa. I consumatori sono stati colpiti da condizioni finanziarie più rigide nella concessioni di nuovi prestiti, e particolare preoccupazione deriva dal fatto che la precedente spinta alla spesa veniva dal finanziamento del debito. Sul benessere dei consumatori hanno inciso negativamente anche il crollo delle borse e dei prezzi delle abitazioni. Il rallentamento del credito, il minore attivo di cui disporre ed il netto calo della fiducia hanno portato ad un notevole incremento delle quota di reddito risparmiata dalle famiglie. Al contempo il reddito dovrebbe ridursi sostanzialmente a causa di un peggioramento della situazione del mercato del lavoro. Per quanto riguarda gli investimenti residenziali è improbabile che la contrazione cessi prima del 2010. L’irrigidimento delle condizioni creditizie, infatti, non favorisce l’edilizia. Il peggiorare dell’atteggiamento nei confronti dell’imprenditoria, la crescente incertezza e condizioni finanziarie più rigide potrebbero portare ad una diminuzione anche degli investimenti non residenziali. Data la netta contrazione del volume delle importazioni previsto per il prossimo anno, il commercio estero netto dovrebbe apportare un contributo significativo alla crescita totale del 2009, il quale dovrebbe diminuire nell’anno successivo in corrispondenza di una ripresa della domanda domestica. Dopo i recenti picchi l’inflazione media dei prezzi al consumo ha iniziato a scendere, con un tasso che dovrebbe continuare ad avere tale andamento fino a luglio del 2009. Il grave indebolimento della domanda domestica dovrebbe produrre una forte pressione a ribasso dei prezzi per tutto il biennio di previsione 2009-10. Forte è la probabilità di tassi di inflazione negativi per singoli mesi nell’arco del 2009, anche se è da escludere un deflazione, ossia una calo sostenuto dei prezzi nell’arco di diversi anni. La previsione è di un tasso d’inflazione medio dello 0,5% per il 2009, rispetto al 4% stimato per il 2008, con una ripresa al 1,2% nel 2010. Nell’arco del periodo di previsione la posizione delle partite correnti dovrebbe migliorare. Per il 2009 è atteso un restringimento del deficit delle partite correnti al 2,2% del PIL, rispetto al 5,3% del 2007, ed un ulteriore lieve miglioramento nell’anno successivo. Il calo dovrebbe essere sostenuto principalmente da una contrazione del deficit del commercio dei beni, legato al calo della domanda domestica e dei prezzi dei beni di prima necessità. Settori produttivi Gli Stati Uniti hanno una delle economie più avanzate del mondo e sono di gran lunga la più grande potenza economica mondiale. Il valore del settore estero come percentuale del PIL è comparativamente basso. Nel 2007 le esportazioni di beni e di sevizi hanno contribuito al PIL per appena il 12%. L’economia statunitense è estremamente diversificata ed autosufficiente per l’approvvigionamento della maggior parte delle materie prime, ad eccezione del petrolio. Le industrie di punta includono quelle dei veicoli a motore, aerospaziali, delle telecomunicazioni, chimiche, elettroniche e dell’information technology (IT). Negli anni ‘90 alcune delle industrie tradizionali del settore manifatturiero hanno mostrato un’ottima capacità di adattamento e di crescita, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie ed una crescente produttività del lavoro. Mentre altri settori hanno lottato per sopravvivere, affidandosi sempre più a componenti importati o prodotti finiti, oppure spostando la produzione in paesi a basso costo di manodopera. L’altra caratteristica è quella di essere prevalentemente un’economia di servizi, la cui contribuzione al PIL nel 2006 è stata circa il 70%. I servizi di distribuzione commerciale, immobiliari, dei trasporti, finanziari, sanitari e per le attività d’affari detengono la parte più importante del mercato. L’impatto delle nuove tecnologie sui servizi è stato molto forte, soprattutto l’utilizzo di internet. In quella che viene definita la “new economy” è molto difficile distinguere tra servizi ed industria manifatturiera nel senso tradizionale del termine. Laddove la base manifatturiera definita in senso stretto, rappresenta ora il 12% del PIL, rispetto a più del 17% di metà anni ‘90. Sebbene di piccole dimensioni il settore agricolo è altamente produttivo. Trend regionali Sin dagli anni ’70 si è registrata una migrazione dell’industria dal nord agli Stati costieri dell’ovest e del sud. I tipi di produzione intrapresi all’ovest ed al sud differiscono da quelli del nord, privilegiando l’alta tecnologia e l’industria leggera. La California è lo Stato con la maggiore economia degli USA, rappresentando, con 1,6 trilioni di dollari, il 13,5% del PIL totale nel 2006, circa la stessa entità dell’economia italiana. Seguono, in ordine di importanza economica: il Texas, lo Stato di New York, la Florida e l’Illinois. Nel Nord-est, la perdita di lavoro nel settore manifatturiero è stata compensata dall’aumento dell’occupazione nel settore dei servizi finanziari, specie nell’area di Boston. Anche New York City ha vissuto un revival negli anni ’90, grazie ad un tasso di criminalità in rapida diminuzione ed una forte performance dei mercati finanziari. Il Connecticut ha il maggiore PIL pro-capite, con una media di 49,852 dollari nel 2006, a fronte di una media nazionale di 36,276 dollari, conseguenza del fatto che i residenti di questo Stato sono individui facoltosi che vivono in Connecticut, ma lavorano a New York City. Altri Stati in cui vi è un particolare benessere sono New Jersey, Massachusetts, Maryland e New York. Gli Stati occidentali e meridionali dominano le statistiche relative ai tassi di crescita del PIL reale degli ultimi anni. Nei quattro anni fino al 2006 i paesi con il tasso annuo maggiore sono stati: Florida (con una crescita media del 5,2% annuale), Arizona (5,4%), Virginia (4,1%) e Maryland (3,2%). Gli ultimi due hanno beneficiato della vicinanza a Washington DC e della crescita della spesa da parte del governo federale. Tra gli Stati più piccoli la crescita maggiore si è registrata nel Nevada, pari al 6,5% tra il 2003 ed il 2006, legata quasi interamente al boom economico che ha interessato Las Vegas. Interscambio Italia e Stati Uniti vantano rapporti commerciali tradizionalmente intensi. Gli USA rappresentano infatti per l’Italia un fornitore importante, sebbene la bilancia commerciale degli Stati Uniti abbia registrato per anni un costante deficit nei confronti dell’Italia, con un saldo passivo che ha registrato una crescita costante fino al 2001. Dal 2002, il disavanzo statunitense registra le prime battute d’arresto, riducendosi nel 2003. Invertendo la tendenza tradizionale, il 2003 è stato un anno negativo per l’interscambio tra i due Paesi: il valore totale del commercio è crollato, a causa di una contrazione sia delle importazioni (-18,14%) che nelle esportazioni (-14,85%) italiane. I dati relativi al 2007 indicano una diminuzione delle esportazioni del 2,37% ed un aumento delle importazioni dello 0,09%, con un saldo in termini di variazione percentuale anch’esso negativo in misura del 4,27%. Tale risultato rappresenta un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente in cui si era registrato un aumento delle esportazioni ed un calo delle importazioni. In merito alla composizione degli scambi, l’Italia è presente negli Stati Uniti in diversi settori, dai beni di lusso (gioielli, oreficeria), ai prodotti tessili, ai macchinari. Nel 2003, categorie come "aeromobili e veicoli spaziali", che avevano registrato un picco nel 2002, hanno registrato un improvviso calo, per poi riprendere consistenza nel 2005 e contrarsi del 5% l‘anno successivo, mentre nel 2007 hanno fatto registrare una nuova crescita. La seconda voce “Carburanti per motori, combustibili minerali e gassosi (escluso gas naturale)” è risultata in costante crescita nel triennio di riferimento, seguita da “Calzature, suole e tacchi in gomma e plastica” caratterizzata da un andamento inverso. Il settore della "gioielleria ed oreficeria", dopo essere stato attraversato da un periodo di continuo cedimento, nel 2006 ha registrato una buona ripresa, ma nel 2007 è stato interessato da un calo consistente. Da non sottovalutare la crescente importanza dei "vini da tavola italiani", divenuta nel 2007 la quarta categoria esportativa, mentre la successiva “Parti e accessori per autoveicoli e motori” è diminuita sensibilmente nell’arco del triennio di riferimento. In crescita costante risultano essere “Autoveicoli” e “Armature per occhiali di qualsiasi tipo; montature in serie di occhiali comuni”. Al contrario sono stati interessati da un graduale calo “Altri prodotti chimici di base organici”. Per quanto riguarda, infine, le importazioni italiane, prevalgono prodotti altamente tecnologici, come "aeromobili e veicoli spaziali", nonché "medicinali e preparati farmaceutici" e “prodotti farmaceutici di base”. Una buona crescita si è registrata nelle importazioni di "contatori per acqua, gas e altri liquidi" e di "pasta-carta", anche se con valori in diminuzione tra il 2006 ed il 2007. Interscambio commerciale Interscambio Italia - Stati Uniti Trend 2006-2007-2008 Esportazioni Importazioni Saldo Fonte dati Istat Gen-Dic 2008 (agg. giugno 2008) 2006 2007 2008 valore in € valore in € valore in € 24.541.312.523 24.253.712.845 23.038.139.910 10.709.976.976 10.906.555.884 11.798.029.523 13.831.335.547 13.347.156.961 11.240.110.387 Principali trattati Principali Trattati tra Italia e Stati Uniti Proprietà industriale 1 giugno 1882 – Washington, dichiarazione per la reciproca protezione dei marchi di fabbrica e di commercio (RD 987 del 29 agosto 1882 - GU 233 del 5/10/1882 durata indeterminata) Tariffe doganali e pagamenti 6 dicembre 1945 – Washington, scambio di note per la ripresa delle relazioni commerciali (Reg. ONU 27/47 durata indeterminata) Trattato di amicizia, commercio e navigazione Con protocolli , 2 febbraio 1948 – Roma, in vigore dal 26 luglio 1949 durata indeterminata, rinnovo tacito, denuncia ad un anno concessione di compenso nel quadro GATT 7 marzo 1962 – Ginevra Scambio di note che stabilisce la concessione, per alcuni provvedimenti tariffari adottati dagli Stati Uniti d’America. In vigore dal 7 marzo 1962 Prestiti, investimenti, regolamenti finanziari 28 dicembre 1951 – Roma, scambio di note relativo e patrimoniali agli investimenti statunitensi in Italia nel quadro del “Economic Cooperation ACT” del 1948 come emendato. In vigore dal 28 dicembre 1951 durata indeterminata Accordo sugli investimenti statunitensi in Italia 18 ottobre 1957 – Roma, scambio di note recante emendamento Accordo del 28 novembre 1951. In vigore dal 18 ottobre 1957 durata indeterminata Società finanziarie 30 dicembre 1981 – Roma, scambio di note concernente l’apertura di un ufficio della BNL nella sede dell’Ambasciata USA a Roma. In vigore dal 25 gennaio 1982 Cooperazione economica industriale 6 gennaio 1982, scambio di note sulle procedure per la certificazione all’esportazione dall’Italia verso gli USA di partite d’acciai al nichel, con allegato accordo. In vigore dal 6 gennaio 1982 Accordo sulla certificazione all’esportazione 8 agosto 1983 – Washington, scambio di lettere, che dall’Italia verso gli USA di acciai al nichel modifica l’accordo del 6 gennaio 1982. In vigore dall’8 agosto 1983 Convenzione per evitare doppie imposizioni 17 aprile 1984 – Roma, in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo e scambio di lettere. In vigore dal 30 dicembre 1985 durata indeterminata, denuncia a 6 mesi. G.U. n.303SO del 27/12/85. Legge 763 dell`11/12/85 - Convenzione per evitare le doppie imposizioni 30 dicembre 1985 – Washington, scambio di note interpretativo della in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali del 17 aprile 1984. In vigore dal 30 dicembre 1985 Comunicato GU 32 dell’8/2/1986 Accordo sull’assistenza amministrativa dazi e servizi doganali 15 novembre 1985 - New York, accordo di mutua assistenza per la prevenzione e la repressione delle violazioni doganali. In vigore dall’1 novembre 1989 Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica firmato il 1° Aprile 1988, emendato ed esteso il 4 Ottobre 1998 Informazioni di viaggio Prefissi internazionali 00 1, prefisso per il Paese + codice di zona + numero da chiamare Codici di zona divisi per Stato (agg. 2 maggio 1999) Codice St.: Stato; TZ: Zona Fuso orario Rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich, gli Stati Uniti sono indietro, secondo la zona, di: Zona Orientale: 5 Alaska: da Ketchikan a Skagway 8 Zona Centrale: 6 Skagway a 141° ovest 9 Zona Montagne: 7 da 141° ovest a 162° ovest 10 Zona Pacifico: 8 162° ovest al punto più ad est 11 Hawaii: 10 Rispetto all’Italia aggiungere 1 ora Documenti necessari. Passaporto e visto d’ingresso. Per entrare negli Stati Uniti d'America in esenzione di visto "Visa Waiver Program” – Programma di viaggio in esenzione di Visto", occorre essere in possesso di uno dei seguenti documenti: passaporto elettronico, rilasciato a partire dal 26 ottobre 2006. passaporto a lettura ottica rilasciato o rinnovato prima del 26 ottobre 2005 passaporto con foto digitale rilasciato fra il 26 ottobre 2005 e il 26 ottobre 2006 Per usufruire del programma "Visa Waiver Program" (Viaggio in esenzione di visto) è necessario: viaggiare esclusivamente per affari e/o per turismo rimanere negli Stati Uniti non più di 90 giorni possedere un biglietto di ritorno. In mancanza anche di uno dei suddetti requisiti, è necessario richiedere il visto. Tutti i cittadini italiani che entrano nel Paese, in esenzione di visto (Visa Waiver Program) o con visto USA di una delle seguenti categorie: - B1/B2 affari o turismo per periodi di permanenza superiori ai 90 giorni o per sanare precedenti situazioni irregolari; - F/M/J/Q -studenti, studiosi, ricercatori, scienziati, anche in ambito di scambi culturali; - H/L/O/P- lavoratori temporanei; - C1- in transito verso paesi terzi; - C1/D -equipaggi d’aerei o navi; - R- (religiosi); - I -(giornalisti); - E -(operatori economici e commerciali); sono soggetti nell’ambito del programma US-VISIT all’acquisizione delle impronte digitali (indice sinistro e destro) e della fotografia digitale all’arrivo alle frontiere americane (aeroporti e porti e in futuro anche alle frontiere terrestri). In base a recenti disposizioni, le autorità di frontiera, al momento dell'ingresso del visitatore, hanno la discrezionalità di limitare sul modulo I-94 il periodo di permanenza in USA di titolari di visti B1-B2 multipli di lunga durata. Coloro che superano tale durata saranno segnalati e futuri ingressi in USA potranno essere negati per un periodo variabile dai 3 ai 10 anni. Settimana lavorativa Solitamente la settimana si svolge dal lunedì al venerdì in orario continuato dalle 9.00 alle 17.00. Comunque, a seguito di liberalizzazioni statali e locali e particolari disposizioni delle Autorità competenti, gli orari possono variare da Stato a Stato Principali festività 1° gennaio (anno nuovo); 15 gennaio (compleanno di Martin Luther King); 3° lunedì di febbraio (Gionata del Presidente); Lunedi’ di Pasqua (Pasquetta); Ultimo lunedì di maggio giorno della commemorazione 4 luglio (Festa dell’Indipendenza); 1° lunedì di settembre (Festa del lavoro); 2° lunedì di ottobre (Columbus Day); 11 novembre (Giornata dei veterani); ultimo giovedì di novembre (Giornata del Ringraziamento); 25 dicembre (Natale). CLAUSOLA DI ESCLUSIONE DI RESPONSABILITÀ LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO SITO SONO SOGGETTE AD UNA CLAUSOLA DI ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ DI BANCA DATI SERVIZI. L’OBIETTIVO PERSEGUITO È QUELLO DI FORNIRE UN’INFORMAZIONE TEMPESTIVA E PRECISA; QUALORA DOVESSERO ESSERE SEGNALATI DEGLI ERRORI I PROVVEDERÀ ALLA LORO CORREZIONE.