Loris Nadotti, Claudio Porzio, Daniele Previati Economia degli intermediari finanziari 2/ed © 2013 McGraw-Hill Education (Italy) s.r.l. Capitolo 7 L’intermediazione mobiliare Esercizio 1 Il market maker non: a) basa i propri guadagni sullo scarto tra prezzo bid e prezzo ask; b) si impegna in via continuativa a negoziare determinati titoli, a condizioni definite, sia in acquisto sia in vendita, in contropartita diretta di chiunque, sul secondario, si dichiari disponibile a chiudere l’operazione; c) mette in contatto, spontaneamente o su incarico di una o più parti, senza vincolo di collaborazione, di dipendenza o mandato di rappresentanza, due o più investitori interessati ad una transazione; d) si propone come controparte in transazioni che hanno ad oggetto strumenti finanziari. Risposta esatta c) È il mediatore, non il market maker, ad occuparsi di mettere in contatto, spontaneamente o su incarico di una o più parti, senza vincolo di collaborazione, di dipendenza o mandato di rappresentanza, due o più investitori interessati ad una transazione. Esercizio 2 La gestione di sistemi multilaterali di negoziazione: a) è un servizio che non viene prestato “direttamente” a favore dei risparmiatori, ma predispone sedi di negoziazione che l’intermediario negoziatore utilizza al fine di conseguire la best execution per il cliente; b) consiste nella raccolta delle adesioni ad un’offerta pubblica di sottoscrizione; c) richiede l’organizzazione di un sindacato di puro collocamento; d) è un servizio che può essere prestato da una società di gestione del risparmio. Risposta esatta a) La gestione di sistemi multilaterali di negoziazione predispone sedi di negoziazione che l’intermediario negoziatore utilizza al fine di conseguire la best execution per il cliente. È un servizio di investimento riservato a società di gestione di mercati regolamentati, imprese di investimento e banche. Esercizio 3 I sindacati di assunzione a fermo: a) assicurano all’impresa il collocamento integrale dell’offerta attraverso l’accollo eventuale dell’invenduto; b) non prevedono alcuna garanzia del collocamento integrale dei titoli; c) prevedono che tutti i titoli offerti siano sottoscritti o acquistati dai membri del consorzio ad un prezzo concordato prima che la fase distributiva inizi; d) si occupano solo di IPO. Risposta esatta c) I sindacati che assicurano all’impresa il collocamento integrale dell’offerta sono detti “di collocamento e garanzia” e “di assunzione a fermo”. Nei sindacati di assunzione a fermo la garanzia agisce secondo un particolare meccanismo: i titoli sono tutti sottoscritti o acquistati dai membri del consorzio ad un prezzo concordato, prima che la fase distributiva inizi, e non in via residuale per il solo ammontare rimasto invenduto a fine collocamento come invece accade nei sindacati di collocamento e garanzia. Loris Nadotti, Claudio Porzio, Daniele Previati Economia degli intermediari finanziari 2/ed © 2013 McGraw-Hill Education (Italy) s.r.l. Esercizio 4 La gestione individuale…: a) proprio perché aggrega diverse disponibilità, offre di solito all’intermediario maggiori opportunità di diversificazione; b) si limita a ricevere e trasmettere, al negoziatore, ordini d’acquisto o di vendita provenienti dalla clientela; c) proprio perché svolta su mandato di un singolo, presenta il vantaggio della personalizzazione; d) di solito offre un margine maggiore di discrezionalità al gestore. Risposta esatta c) Per servizio di gestione individuale si intende la gestione di disponibilità finanziarie di un singolo investitore. Proprio perché svolta su mandato di un singolo, presenta il vantaggio della personalizzazione: consente, infatti, all’intermediario di confezionare un portafoglio che rispecchi maggiormente le esigenze dell’unico titolare dei fondi; opportunità che evidentemente non è concessa al gestore collettivo, impegnato a realizzare una combinazione di asset che possa risultare accettabile per i diversi investitori titolari del patrimonio, nei limiti di omogeneità dei loro obiettivi di investimento. Esercizio 5 Un fondo comune di investimento aperto non può investire: a) più del 7% del totale delle attività in strumenti finanziari non quotati; b) in beni immobili e crediti; c) in azioni dei Paesi emergenti in misura superiore al 4% del totale delle attività; d) in titoli di Stato. Risposta esatta b) La maggiore esposizione dei fondi aperti al rischio di illiquidità giustifica l’imposizione di un tetto all’investimento in attività più difficilmente alienabili. Conseguentemente è stato consentito di investire in strumenti finanziari quotati solo entro il limite del 10% del totale delle attività. È stato inoltre precluso l’investimento in beni immobili e crediti. Esercizio 6 Le commissioni di switch: a) vengono addebitate all’investitore qualora decida di sottoscrivere una polizza di assicurazione offerta dalla Sgr; b) sono oneri a carico del patrimonio del fondo; c) sono addebitate al momento del rimborso dalla Sgr che trattiene una parte della somma da liquidare. Spesso sono proposte in luogo di quelle di entrata e nell’ipotesi in cui si disinvesta prima di un certo periodo; d) vengono addebitate all’investitore qualora decida di trasferire i risparmi da un fondo ad un altro gestito dalla stessa Sgr. Risposta esatta d) Le commissioni di switch non rappresentano oneri a carico del patrimonio del fondo e vengono addebitate all’investitore qualora decida di trasferire i propri risparmi da un OICR ad un altro gestito dalla stessa Sgr. Sono invece le commissioni di uscita ad essere addebitate al momento del rimborso. Esercizio 7 Le SIM dealer o underwriter…: a) al passivo presentano in prevalenza mezzi propri; Loris Nadotti, Claudio Porzio, Daniele Previati Economia degli intermediari finanziari 2/ed © 2013 McGraw-Hill Education (Italy) s.r.l. b) assumono posizioni in proprio e presentano all’attivo un portafoglio titoli di proprietà, che genera periodicamente ricavi da dividendi ed interessi cedolari. Al contempo, i risultati delle operazioni di negoziazione alimentano, nel conto economico, la voce profitti (perdite) da operazioni finanziarie; c) sono esposte più che altro al rischio di mancata copertura dei costi fissi necessari al funzionamento della struttura aziendale (cosiddetto rischio operativo); d) non assumono posizioni in proprio ed i principali fattori produttivi sono il personale, le attrezzature informatiche e telematiche per la raccolta e la trasmissione di ordini e per l’elaborazione di strategie di investimento, gli immobili strumentali all’esercizio dell’attività. Risposta esatta b) La struttura di bilancio delle Sim rispecchia inevitabilmente la gamma dei servizi erogati. Le Sim di servizio non assumono posizioni in proprio. Lo stato patrimoniale presenta all’attivo immobilizzazioni materiali ed investimenti in capitale circolante: soprattutto liquidità generata dall’incasso delle commissioni e destinata a finanziare parte dei costi operativi, quali le spese per l’organico, la manutenzione. La struttura del conto economico mette in luce come le Sim di servizio siano esposte più che altro al rischio operativo. Le Sim che si occupano, invece, di dealing e di underwriting assumono posizioni in proprio e basano i loro guadagni sulla negoziazione del portafoglio di proprietà e sullo scarto tra prezzo bid e prezzo ask. Esercizio 8 Per le Sgr…: a) i risultati delle operazioni di negoziazione sono la principale fonte di ricavo e alimentano, nel conto economico, la voce profitti (perdite) da operazioni finanziarie; b) la principale attività consiste nel custodire gli strumenti finanziari e le disponibilità liquide dei fondi che gestiscono; c) l’attività caratteristica riguarda l’organizzare di sindacati di assunzione a fermo; d) tra le voci di costo tipiche, ritroviamo le commissioni passive, che remunerano il canale distributivo. Risposta esatta d) Le commissioni attive sono la prima fonte di ricavo, incassate a fronte della gestione di portafogli, della performance ottenuta e dell’accesso ai fondi gestiti dalla Sgr. Tra le principali voci di costo vi sono, invece, le commissioni passive, che remunerano il canale distributivo, di solito banche, alle quali viene retrocessa una parte delle commissioni incassate a carico dei fondi gestiti e dei sottoscrittori. Esercizio 9 L’attività di private equity è finalizzata a: a) conseguire il controllo dell’impresa partecipata in modo da disporre di tutte le leve necessarie ad avviare il processo di valorizzazione necessario per ottenere in sede di dismissione elevate plusvalenze; b) apportare risorse finanziarie e assistere il management dell’impresa partecipata in modo da valorizzare l’azienda partecipata e ottenere in sede di dismissione elevate plusvalenze; c) apportare risorse finanziarie a titolo di capitale di rischio per la realizzazione di investimenti mirati ad accrescere il valore dell’azienda partecipata; d) apportare risorse finanziarie alle piccole e medie imprese a titolo di capitale di debito. Risposta esatta b) Nell’ambito delle operazioni di private equity l’intervento delle banca di investimento è finalizzato a valorizzare l’impresa partecipata nel giro di 4-5 anni in modo ottenere in sede di dismissione Loris Nadotti, Claudio Porzio, Daniele Previati Economia degli intermediari finanziari 2/ed © 2013 McGraw-Hill Education (Italy) s.r.l. elevate plusvalenze. A tal fine il supporto della banca non è circoscritto all’apporto di capitale di rischio, essendo finalizzato anche a supportare il management, attraverso l’apporto di know how imprenditoriale e network relazionali con fornitori, clienti ed istituzioni finanziarie. Esercizio 10 Le banche di investimento: a) svolgono esclusivamente l’attività di assunzione di partecipazioni; b) sono specializzate nell’erogazione dei servizi di investimento; c) svolgono, generalmente, sia attività di merchant banking che di corporate finance; d) svolgono l’attività di merchant banking, ma non di corporate finance. Risposta esatta c) Le banche di investimento generalmente svolgono una serie di attività orientate all’offerta alle imprese di servizi avanzati e innovativi indirizzati a soddisfare esigenze finanziarie complesse. Tali attività comprendono le due aree d’affari del merchant banking e del corporate finance. Esercizio 11 Alla formazione del margine di intermediazione delle banche di investimento concorrono: a) il margine di interesse; b) il margine commissionale; c) il margine di plusvalenze; d) il margine di plusvalenze e il margine commissionale. Risposta esatta d) Il margine di plusvalenze, che rappresenta il risultato dell’attività di merchant banking, costituisce per le banche di investimento un’importante componente reddituale. Alla formazione del margine di intermediazione concorre anche il margine commissionale, cioè il risultato dell’attività di corporate finance, costituito principalmente dalle provvigioni che l’intermediario percepisce come corrispettivo dell’erogazione dei servizi di consulenza alla clientela corporate.