LA NUOVA CONTABILITA’ DELL’UNIVERSITA’ A cura di Paolo Parodi 1 LE NORME DI LEGGE A cura di Paolo Parodi 2 SCHEMA DELLE FONTI NORMATIVE Amministrazioni pubbliche in genere L. 196/ 09 : detta i principi generali di riforma ed armonizzazione dei bilanci del sistema pubblico e rinvia a successivo decreto per la disciplina concreta D.Lgs. 91/11 : disciplina l’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche diverse da regioni ed enti locali e rinvia a successivo decreto per definizione di piano dei conti integrato e codifiche comuni Università statali, in particolare : L. 240/10 : Prevede l’introduzione della contabilità generale (economico-patrimoniale) e del bilancio unico di Ateneo D.Lgs. 18/12 : Dà attuazione alla L.240/10 disponendo che la contabilità economica ha carattere autorizzatorio e rinvia a successivo decreto per gli schemi di bilancio e per i principi contabili A cura di Paolo Parodi 3 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 L’art. 1 del provvedimento prevede che le amministrazioni pubbliche vengano sottoposte ad un sistema di armonizzazione di principi fondamentali regolanti la formazione dei bilanci pubblici in coordinamento con la gestione della finanza pubblica. Le P.A. interessate sono individuate dall’ISTAT, in attuazione del comma 5 dell'art. 1 della Legge 311/2004, con Comunicato 24 Luglio 2010 (norme classificatorie e definitorie proprie del sistema statistico nazionale e comunitario (Regolamento UE n. 2223/1996, SEC95 Sistema Europeo dei Conti). A cura di Paolo Parodi 4 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 L’art. 2, per il raggiungimento degli obiettivi predetti, attribuiva delega al Governo per l’adozione entro il 31 MAGGIO 2011 (dopo la modifica art. 1, co. 3, Legge 163/2010), di appositi Decreti Legislativi per l’armonizzazione nelle PA: - dei sistemi contabili - degli schemi di bilancio (escluse regioni e enti locali) nel rispetto di specifici principi e criteri direttivi da esso indicati A cura di Paolo Parodi 5 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 art. 2, comma 2 Il comma 2 dell’art. 2, oltre al resto, stabilisce che i Decreti Legislativi conterranno: lettera a) regole contabili uniformi e comune piano dei conti integrato che consenta il consolidamento, il monitoraggio, in fase di previsione, gestione e rendicontazione dei conti delle pubbliche amministrazioni; lettera b) definizione di un metodo di riclassificazione sistematica dei dati contabili e di bilancio per le amministrazioni pubbliche tenute al regime di contabilità civilistica, ai fini del raccordo con le regole contabili uniformi di cui sopra; A cura di Paolo Parodi 6 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 art. 2, comma 2 lettera c) adozione di comuni schemi di bilancio e adozione di un sistema unico di codifica dei singoli provvedimenti di spesa correlati alle voci di spesa riportate nei bilanci; lettera d) affiancamento, ai fini conoscitivi, al sistema di contabilità finanziaria di un sistema e schemi di contabilità economico – patrimoniale che si ispirino a comuni criteri di contabilizzazione; A cura di Paolo Parodi 7 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 art. 2, comma 2 lettera e) adozione di un bilancio consolidato delle amministrazioni pubbliche con le proprie aziende, società o altri organismi controllati, secondo uno schema definito dal MEF d’intesa con i vari Ministeri di competenza delle varie PA; lettera f) definizione di un sistema di indicatori di risultato semplici individuati con apposito DPCM. A cura di Paolo Parodi 8 La Legge di contabilità e finanza pubblica 31 Dicembre 2009 n. 196 La norma è chiara nel disporre la necessità di introdurre, anche se per affiancamento, sistemi di rilevazione economico – patrimoniali in aggiunta agli esistenti sistemi di contabilità finanziaria (pubblica), anch’essi ispirati a criteri comuni di contabilizzazione. PER LE UNIVERSITA’, la scelta del d.Lgs. 18/12 e’ stata di imporre la rilevazione economico-patrimoniale e lasciare la finanziaria per affiancamento A cura di Paolo Parodi 9 PROVVEDIMENTI ATTUATIVI DELL’ART. 2 LEGGE 196/2009 PROVVEDIMENTI ATTUATIVI EMANATI DAL GOVERNO SULLA BASE DELLA DELEGA: - DECRETO LEGISLATIVO 31 MAGGIO 2011 N. 91 (G.U. 145/2011 IN VIGORE DAL 1° SETTEMBRE 2011) per P.A. escluse regioni, province, comuni e enti SSN - DECRETO LEGISLATIVO 23 GIUGNO 2011 N. 118 (G.U. 172/2011 IN VIGORE DAL 10 AGOSTO 2011) per regioni, province, comuni e enti SSN A cura di Paolo Parodi 10 DECRETO LEGISLATIVO 31 MAGGIO 2011 N. 91 Le definizioni del Provvedimento per PA si intendono le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, Legge 196/2009 escluse: - le regioni - gli enti locali - i loro enti ed organismi strumentali - gli enti del SSN (art. 1, comma 1, lett. a) Università ed Enti Pubblici di Ricerca sono compresi A cura di Paolo Parodi 11 DECRETO LEGISLATIVO 31 MAGGIO 2011 N. 91 Contiene: Disposizioni recanti attuazione dell’art. 2 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in materia di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi contabili per Armonizzazione dei principi contabili generali applicabili ai documenti contabili delle PA A cura di Paolo Parodi 12 IL D.LGS. 91/11 : I PRINCIPI GENERALI (art. 2, allegato 1) PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICA E’ il criterio con il quale sono imputati gli effetti delle operazioni svolte dall’ente mediante il quale si evidenziano le «utilità economiche» acquisite/cedute, anche se ad esse non corrispondono movimenti finanziari A cura di Paolo Parodi 13 RIFORMA GELMINI – LEGGE 240/2010 La Riforma GELMINI introdotta con l’emanazione della Legge 30 Dicembre 2010 n. 240 pubblicata in GU 14 Gennaio 2011 n. 10 S.O. entrata in vigore il 29 Gennaio 2011 e prevede importanti interventi in materia di contabilità degli Atenei Statali A cura di Paolo Parodi 14 RIFORMA GELMINI – LEGGE 240/2010 L’art. 5, comma 1 prevede che il Governo è delegato ad adottare, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a riformare il sistema universitario per il raggiungimento di una serie di obiettivi fra cui: A cura di Paolo Parodi 15 RIFORMA GELMINI – LEGGE 240/2010 revisione della disciplina concernente la contabilità, al fine di garantirne / consentire: - coerenza con la programmazione triennale di ateneo; - maggiore trasparenza ed omogeneità; - l'individuazione della esatta condizione patrimoniale dell'ateneo e dell'andamento complessivo della gestione; - previsione di meccanismi di commissariamento in caso di dissesto finanziario degli atenei; A cura di Paolo Parodi 16 RIFORMA GELMINI – LEGGE 240/2010 La norma prevede a tal fine l’introduzione: - di un sistema di contabilità economico-patrimoniale e analitica; - del bilancio unico; - del bilancio consolidato di ateneo A cura di Paolo Parodi 17 RIFORMA GELMINI – LEGGE 240/2010 tutto ciò: sulla base di principi contabili e schemi di bilancio stabiliti e aggiornati dal Ministero, di concerto con il MEF, sentita la CRUI garantendo, al fine del consolidamento e del monitoraggio dei conti delle PA, la predisposizione anche di un bilancio preventivo e di un rendiconto in contabilità finanziaria, in conformità alla disciplina adottata ai sensi dell’art. 2, comma 2, della Legge 196/2009 A cura di Paolo Parodi 18 Il D.Lgs. 18/2012 per le Università Statali A cura di Paolo Parodi 19 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Le disposizioni contenute nel Decreto d’introduzione del nuovo sistema contabile si prefiggono di: - salvaguardare l’autonomia economica e gestionale degli atenei - garantire la rilevazione di dati omogenei, strumentali alla rendicontazione delle attività svolte - permettere la comparazione e valutazione dei risultati A cura di Paolo Parodi 20 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Con l’introduzione del bilancio unico di ateneo il processo di predisposizione del bilancio di previsione, delle rilevazioni concomitanti e a consuntivo degli atenei non sarà più frammentato nelle singole strutture precedentemente dotate di autonomia finanziaria (dipartimenti e centri). Alle strutture con autonomia gestionale e amministrativa spetterà l’approvazione della loro proposta di budget economico e degli investimenti A cura di Paolo Parodi 21 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 L’obiettivo innovativo della normativa è di: - salvaguardare l’autonomia delle strutture didattiche e di ricerca - incentivare ulteriormente la capacità di sviluppo dei rapporti con il sistema economico pubblico e privato Il bilancio unico intende però salvaguardare la visione della mission complessiva degli atenei garantendone il suo più efficace perseguimento A cura di Paolo Parodi 22 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Il decreto ribadisce che gli obblighi di riclassificazione del bilancio, al fine di consentire il consolidamento e il monitoraggio dei conti delle PA, nonché di rappresentazione della spesa per missioni e programmi, si applicano solo alle università considerate PA (art. 1, comma 2, Legge 196/2009) A cura di Paolo Parodi 23 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Università non statali Le disposizioni del D.Lgs. si applicano alle università non statali legalmente riconosciute, a garanzia della loro autonomia istituzionale, solo per la parte relativa all’adeguamento degli schemi di bilancio e dei principi contabili per ragioni di comparazione e per gli obblighi di trasmissione legati al contributo pubblico di cui beneficiano A cura di Paolo Parodi 24 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Università non statali Differente il processo di approvazione del bilancio a preventivo e consuntivo. Per le università statali i documenti di bilancio per le università statali sono approvati dal consiglio di amministrazione, su proposta del rettore, previo parere del senato accademico per gli aspetti di competenza (art. 2, co. 2, lett. h) Legge 240/2010) Le università non statali approvano i documenti di bilancio sulla base delle procedure e delle modalità definite dai propri statuti e regolamenti A cura di Paolo Parodi 25 DECRETO LEGISLATIVO 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 Composizione del Decreto Il decreto si compone di 11 articoli: ART. 1 - (Contabilità economico-patrimoniale nelle università) ART. 2 - (Principi contabili e schemi di bilancio) ART. 3 - (Tassonomia per la riclassificazione dei dati di bilancio) ART. 4 - (Classificazione della spesa per missioni e programmi) ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale e bilancio unico d’ateneo d’esercizio) ART. 6 - (Bilancio consolidato) ART. 7 - (Introduzione della contabilità economico-patrimoniale, della contabilità analitica e del bilancio unico) ART. 8 - (Obblighi di trasparenza) ART. 9 - (Commissione per la contabilità economico-patrimoniale delle università) ART. 10 - (Contabilità finanziaria nella fase transitoria) ART. 11 - (Abrogazioni) A cura di Paolo Parodi 26 LA CONTABILITA’ ECONOMICO-PATRIMONIALE : art. 1 Principio generale Al fine di : - garantire trasparenza e omogeneità dei sistemi e delle procedure contabili, - c onsentire l'individuazione della situazione patrimoniale e la valutazione dell'andamento complessivo della gestione, le università adottano un sistema economico-patrimoniale e analitica. A cura di Paolo Parodi di contabilità 27 LA CONTABILITA’ ECONOMICO-PATRIMONIALE : art. 1 I documenti obbligatori sono : a) bilancio unico d'ateneo di previsione annuale autorizzatorio, composto da budget economico e budget degli investimenti unico di ateneo; b) bilancio unico d'ateneo di previsione triennale, composto da budget economico e budget degli investimenti, al fine di garantire la sostenibilità di tutte le attività nel medio periodo; c) bilancio unico d'ateneo d'esercizio, redatto con riferimento all'anno solare, composto da stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario, nota integrativa e corredato da una relazione sulla gestione; d) bilancio consolidato con le proprie aziende, società o gli altri enti controllati, con o senza titoli partecipativi, qualunque sia la loro forma giuridica, composto da stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa. A cura di Paolo Parodi 28 INFORMAZIONI DI CONTABILITA’ FINANZIARIA : art. 1 Al fine di consentire il consolidamento e il monitoraggio dei conti delle PA, le università predispongono in contabilità finanziaria: - i l bilancio preventivo unico d'ateneo non autorizzatorio - il rendiconto unico d'ateneo Non si dovrebbe trattare di una contabilità parallela, ma solo di una riclassificazione dei dati preventivi e consuntivi (con evidenza degli aspetti finanziari delle rilevazioni COGE) A cura di Paolo Parodi 29 LA CONTABILITA’ ANALITICA : art. 1 Sistemi di rilevazione parziale Le universita' si dotano, nell'ambito della propria autonomia, di sistemi e procedure di contabilita' analitica, ai fini del controllo di gestione. Trattasi di sottosistemi di rilevazione parziale, per centri di responsabilità e per centri di costo A cura di Paolo Parodi 30 PRINCIPI CONTABILI E SCHEMI DI BILANCIO : art. 2 Aspetti operativi Per la predisposizione dei documenti contabili, le Università si devono attenere ai principi contabili e agli schemi di bilancio stabiliti e aggiornati con decreto del MIUR, di concerto con il MEF, sentita la CRUI, in conformità alle disposizioni contenute nel decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91, al fine del consolidamento e del monitoraggio dei conti delle amministrazioni pubbliche. A cura di Paolo Parodi 31 I DECRETI INTERMINISTERIALI ATTESI L’art. 7 del Decreto stabilisce che i decreti attuativi siano emanati dal MIUR, di concerto con il MEF, sentita la CRUI, entro il termine di 3 mesi dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 18/2012; si tratta di: 1) Principi contabili e schemi di bilancio per le università in contabilità economico-patrimoniale 2) Principi contabili e schemi di bilancio per le università in contabilità finanziaria nella fase transitoria 3) Classificazione della spesa delle università per missioni e programmi A cura di Paolo Parodi 32 BOZZA DI DECRETO PRINCIPI E SCHEMI DI BILANCIO Al momento in cui si scrive, è nota una bozza di decreto che definisce i principi e gli schemi di bilancio ed è su tale bozza che si svolgeranno le analisi che seguono. Nel decreto si definiscono : - prospetti di bilancio di previsione e di bilancio d’esercizio - postulati di bilancio - principi di valutazione delle poste - criteri di predisposizione del primo stato patrimoniale - criteri per la predisposizione del bilancio e del rendiconto di contabilità finanziaria Per quanto non espressamente previsto, si fa riferimento al Codice Civile ed ai principi contabili nazionali emanati dall’OIC A cura di Paolo Parodi 33 CONCETTO DI COSTO - SPESA CONTABILITA’ ECONOMICA IL SISTEMA ASSUME QUALE RIFERIMENTO IL COSTO, VALE A DIRE IL VALORE DELLE RISORSE UMANE E STRUMENTALI (BENI E SERVIZI) EFFETTIVAMENTE UTILIZZATE CONTABILITA’ FINANZIARIA IL RIFERIMENTO E’ LA SPESA, CHE RAPPRESENTA L’ESBORSO MONETARIO LEGATO ALL’ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI DISALLINEAMENTI NEI CASI IN CUI IL PERIODO DI UTILIZZO E’ DIVERSO DA QUELLO DELL’ESBORSO MONETARIO PER L’ACQUISIZIONE DEI BENI E DEI SERVIZI A cura di Paolo Parodi 34 IL BILANCIO D’ESERCIZIO SECONDO LE NORME CIVILISTICHE Il bilancio d’esercizio è un documento di consuntivazione che si compone di tre parti inscindibili: CONTO ECONOMICO Ha lo scopo di mostrare il risultato economico dell’esercizio mettendo in evidenza i relativi componenti positivi e negativi di reddito STATO PATRIMONIALE Esprime la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa mostrando la composizione e valutazione del patrimonio aziendale. A cura di Paolo Parodi NOTA INTEGRATIVA Ha lo scopo di integrare i precedenti prospetti, fornisce tutte le informazioni complementari indispensabili per una più chiara lettura del bilancio. 35 SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE DA C.C. ATTIVO • A- CREDITI V/SOCI PASSIVO • A- PATRIMONIO NETTO • B- IMMOBILIZZAZIONI • B- • C- ATTIVO CIRCOLANTE • C- TRATTAMENTO DI FINE • D- RATEI E RISCONTI FONDI RISCHI E ONERI RAPPORTO • D- DEBITI • E - RATEI E RISCONTI A cura di Paolo Parodi 36 CONTO ECONOMICO A) VALORE DELLA PRODUZIONE B) COSTI DELLA PRODUZIONE DIFFERENZA A-B C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A-B±C±D±E) IMPOSTE DELL’ESERCIZIO UTILE / PERDITA D’ESERCIZIO A cura di Paolo Parodi 37 ATTIVO PASSIVO A) IMMOBILIZZAZIONI NETTE I MATERIALI aI1) Terreni e fabbricati aI2) Impianti e attrezzature aI3) Attrezzature scientifiche aI4) Patrimonio librario, opere d'arte, d'antiquariato e museali aI5) Mobili e arredi aI6) Immobilizzazioni in corso e acconti aI7) Altre immobilizzazioni materiali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI A) PATRIMONIO NETTO I FONDO DI DOTAZIONE DELL’ATENEO II IMMATERIALI aII1) Costi di impianto, di ampliamento e di sviluppo aII2) Diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno aII3) Concessioni, licenze, marchi, e diritti simili aII4) Immobilizzazioni in corso e acconti aII5) Altre immobilizzazioni immateriali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI III FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (A) B) ATTIVO CIRCOLANTE I RIMANENZE TOTALE RIMANENZE II CREDITI (con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo) bII1) Crediti verso MIUR e altri Ministeri bII2) Crediti verso Regioni e Province Autonome bII3) Crediti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali bII4) Crediti verso studenti per tasse e contributi bII5) Crediti verso società ed enti controllati bII6) Crediti verso altri (pubblici) bII7) Crediti verso altri (privati) TOTALE CREDITI II PATRIMONIO VINCOLATO aII1) Fondi vincolati destinati da terzi aII2) Fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali aII3) Riserve vincolate (per progetti specifici, obblighi di legge, o altro) TOTALE PATRIMONIO VINCOLATO III PATRIMONIO LIBERO aIII1) Risultato gestionale esercizio aIII2) Risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti aIII3) Contributi in conto capitale liberamente utilizzabili aIII4) Riserve statutarie TOTALE PATRIMONIO LIBERO TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) B) FONDI PER RISCHI ED ONERI TOTALE FONDI PER RISCHI ED ONERI (B) C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO D) DEBITI (con separata indicazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo) d1) Mutui e Debiti verso banche d2) Debiti verso MIUR e altri Ministeri d3) Debiti verso Regione e Province Autonome d4) Debiti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali d5) Debiti verso studenti d6) Acconti d7) Debiti verso fornitori d8) Debiti verso dipendenti d9) Debiti verso società o enti controllati d10) Altri debiti TOTALE DEBITI (D) E) RATEI E RISCONTI PASSIVI III ATTIVITÀ FINANZIARIE TOTALE ATTIVITA’ FINANZIARIE IV DISPONIBILITÀ LIQUIDE bIV1) Depositi bancari e postali bIV2) Denaro e valori in cassa TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (B) C) RATEI E RISCONTI ATTIVI c1) Ratei per progetti e ricerche in corso c2) Altri ratei e risconti attivi TOTALE ATTIVO ATOTALE cura di Paolo Parodi PASSIVO 38 A. PROVENTI PROPRI a1) Proventi per la didattica a2) Ricerche commissionate e trasferimento tecnologico a3) Ricerche con finanziamenti competitivi B. CONTRIBUTI b1) Contributi Miur e altri Ministeri b2) Contributi Enti Locali b3) Contributi Unione Europea b4) Contributi da enti vari e privati C. PROVENTI PER ATTIVITÀ ASSISTENZIALE E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE D. PROVENTI PER GESTIONE DIRETTA INTERVENTI DIRITTO ALLO STUDIO E. ALTRI PROVENTI F. VARIAZIONE LAVORI IN CORSO G. INCREMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI TOTALE PROVENTI (I) H. COSTI SPECIFICI h1) Sostegno agli studenti h2) Interventi per il diritto allo studio h3) Sostegno alla ricerca e attività editoriale h4) Personale dedicato alla ricerca e alla didattica h4a) docenti/ricercatori h4b) collaborazioni scientifiche (collaboratori, assegnisti, borsisti,….) h4c) docenti a contratto h4d) esperti linguistici h4e) altro personale dedicato alla ricerca e alla didattica h5) Acquisto materiale di consumo per laboratori h6) Trasferimenti a partner di progetti coordinati h7) Altri costi specifici I. COSTI GENERALI i1) Personale tecnico amministrativo i2) Acquisto materiali i3) Acquisto di libri, periodici, materiale bibliografico i4) Acquisto di servizi e collaborazioni tecnico-gestionali i5) Costi per godimento di beni di terzi i6) Altri costi generali L. AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI M. ACCANTONAMENTI PER RISCHI E ONERI N. ALTRI ACCANTONAMENTI O. ONERI DIVERSI DI GESTIONE TOTALE COSTI (II) DIFFERENZA TRA PROVENTI E COSTI OPERATIVI (I-II) P) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI p1) Proventi finanziari p2) Interessi ed altri oneri finanziari p3) Utili e Perdite su cambi Q) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE q1) Rivalutazioni q2) Svalutazioni R) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI r1) Proventi r2) Oneri S) IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO CORRENTI, DIFFERITE, ANTICIPATE A cura di Paolo Parodi RISULTATO DI ESERCIZIO 39 RENDICONTO FINANZIARIO FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) ASSORBITO/GENERATO DALLA GESTIONE CORRENTE RISULTATO NETTO Rettifica voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI VARIAZIONE NETTA DEI FONDI RISCHI ED ONERI VARIAZIONE NETTA DEL TFR FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) ASSORBITO/GENERATO DALLE VARIAZIONI DEL CAPITALE CIRCOLANTE (AUMENTO)/DIMINUZIONE DEI CREDITI (AUMENTO)/DIMINUZIONE DELLE RIMANENZE AUMENTO/(DIMINUZIONE) DEI DEBITI VARIAZIONE DI ALTRE VOCI DEL CAPITALE CIRCOLANTE A) FLUSSO DI CASSA (CASH FLOW) OPERATIVO INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI: -MATERIALI -IMMATERIALI -FINANZIARIE B) FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) DA ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO ATTIVITA’ DI FINANZIAMENTO: AUMENTO DI CAPITALE VARIAZIONE NETTA DEI FINANZIAMENTI A MEDIO-LUNGO TERMINE C) FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) DA ATTIVITA’ DI FINANZIAMENTO D) FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) DELL’ESERCIZIO (A+B+C) DISPONIBILITA’ MONETARIA NETTA INIZIALE DISPONIBILITA’ MONETARIA NETTA FINALE FLUSSO MONETARIO (CASH FLOW) DELL’ESERCIZIO A cura di Paolo Parodi 40 LA CLASSIFICAZIONE DELLA SPESA : D.Lgs. 18/12 art. 4 Le università sono tenute alla predisposizione di un apposito prospetto, da allegare al bilancio unico d'ateneo di previsione annuale autorizzatorio e al bilancio unico d'ateneo d'esercizio, contenente la classificazione della spesa complessiva per missioni e programmi. Le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti dalle amministrazioni, utilizzando risorse finanziarie, umane e strumentali ad esse destinate. I programmi rappresentano gli aggregati omogenei di attività volte a perseguire le finalità individuate nell'ambito delle missioni. Con decreto del MIUR, di concerto con il MEF, sono stabiliti l'elenco delle missioni e dei programmi, nonchè i criteri cui le università si attengono ai fini di una omogenea riclassificazione dei dati contabili. A cura di Paolo Parodi 41 BILANCIO UNICO DI PREVISIONE: modi e tempi (art. 5) Le università sono tenute alla predisposizione di un bilancio unico d'ateneo di previsione annuale autorizzatorio, composto da budget economico e degli investimenti unico, e di un bilancio unico d'ateneo di previsione triennale, composto da budget economico e degli investimenti, entro il 31 dicembre dell'anno precedente all'esercizio di riferimento, nonchè all'approvazione contestuale di un bilancio preventivo unico d'ateneo non autorizzatorio in contabilità finanziaria. Le università strutturano il bilancio unico d'ateneo di previsione annuale, coerentemente con la propria articolazione organizzativa complessiva, ivi inclusa quella riferibile alle funzioni di didattica e ricerca, in centri di responsabilità dotati, di autonomia gestionale e amministrativa, ai quali è attribuito un budget economico e degli investimenti autorizzatorio. A cura di Paolo Parodi 42 BUDGET UNICO DI ATENEO E CENTRI DI RESPONSABILITA’ ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale) Nel comma 3 si afferma che il bilancio unico comprende anche la previsione delle funzioni di didattica e ricerca e che ciascun ateneo articola il bilancio preventivo in centri di responsabilità (CdR) dotati di autonomia gestionale, ai quali è attribuito un budget economico e degli investimenti autorizzatorio, costituente parte del bilancio unico di ateneo. Ciò a salvaguardia dell’autonomia di ciascun ateneo nella definizione della propria articolazione organizzativa definita dallo statuto e dai regolamenti fermo il principio del bilancio unico dell’ateneo all’interno del quale sarà assegnato il budget a ciascun centro di responsabilità A cura di Paolo Parodi 43 BILANCIO UNICO E DIPARTIMENTI ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale) Il passaggio normativo consolida il superamento e l’eliminazione dei concetti di autonomia contabile e di bilancio attualmente attribuita ai dipartimenti universitari (o alle strutture ad essi assimilate). I dipartimenti o centri in quanto CdR avranno autonomia decisionale di spesa nell’ambito del budget ad essi assegnato (aspetti ricompresi nei termini di autonomia gestionale e amministrativa). A cura di Paolo Parodi 44 BILANCIO UNICO DI ESERCIZIO: modi e tempi (art. 5) Entro il 30 aprile di ciascun anno le universita' approvano il bilancio unico d'ateneo d'esercizio, accompagnato da una relazione del collegio dei revisori dei conti che attesta la corrispondenza del documento alle risultanze contabili e che contiene valutazioni e giudizi sulla regolarita' amministrativocontabile della gestione e proposte in ordine alla sua approvazione. Le universita' approvano contestualmente unico d'ateneo in contabilita' finanziaria. un rendiconto Nella nota integrativa del bilancio unico d'ateneo di esercizio viene riportato l'elenco delle societa' e degli enti partecipati a qualsiasi titolo. A cura di Paolo Parodi 45 IL BILANCIO D’ESERCIZIO ART. 5 - (Bilancio d’esercizio) Nel comma 4 viene disciplinato il bilancio unico di esercizio (consuntivo) e a differenza del bilancio preventivo, non viene fatta menzione dell’articolazione interna. Il bilancio d’esercizio è, infatti, l’esito delle scritture contabili effettuate durante l’esercizio e relative alla disponibilità di budget di tutte le strutture, ma viene predisposto in forma unica per l’ateneo nel suo insieme da approvare entro il 30 aprile di ogni anno. A cura di Paolo Parodi 46 SCHEMI OPERATIVI IN ATTESA DI DEFINIZIONE ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale e bilancio unico d’ateneo d’esercizio) Il Decreto MIUR, di concerto con il MEF, sentita la CRUI, in conformità alle disposizioni contenute nel decreto legislativo 91/2011 definisce le modalità e i criteri contabili con cui sono predisposti: - il bilancio preventivo unico d’ateneo non autorizzatorio - il rendiconto unico d’ateneo entrambi in contabilità finanziaria A cura di Paolo Parodi 47 ELENCO PARTECIPAZIONI ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale e bilancio unico d’ateneo d’esercizio) Il comma 6 prevede l’obbligo di allegare l’elenco degli enti e delle società partecipate a qualsiasi titolo al bilancio unico d’ateneo di esercizio al fine di determinare in modo chiaro la sfera di consolidamento. A cura di Paolo Parodi 48 PROCEDURE DI APPROVAZIONE ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale e bilancio unico d’ateneo d’esercizio) Il comma 7 ribadisce che per le università statali il bilancio di previsione unico e il conto consuntivo unico sono documenti che devono essere approvati obbligatoriamente dal CdA, su proposta del rettore, sentito il parere del senato accademico – art. 2, co. 1, lett. h) Legge 240/2010. Per le università non statali sono approvati sulla base delle procedure e modalità definite dai propri statuti e regolamenti A cura di Paolo Parodi 49 IL BILANCIO DI ESERCIZIO ART. 5 - (Bilancio unico d’ateneo di previsione annuale e triennale e bilancio unico d’ateneo d’esercizio) Il comma 2 prevede che le università non statali predispongono il bilancio di previsione sulla base delle procedure e modalità definite dai propri statuti e regolamenti (operando una netta distinzione rispetto alle università statali) A cura di Paolo Parodi 50 BILANCIO CONSOLIDATO (art. 6) L'area di consolidamento e' costituita dai seguenti enti e societa', anche se non definiti amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196: a) fondazioni universitarie istituite ai sensi dell'articolo 59,comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni; b) societa' di capitali controllate dalle universita' ai sensi del codice civile, art. 2359; c) altri enti nei quali le universita' hanno il potere di esercitare la maggioranza dei voti nell'assemblea dei soci; d) altri enti nei quali le universita' possono nominare la maggioranza dei componenti degli organi di amministrazione. I principi contabili di consolidamento sono stabiliti e aggiornati con decreto del MIUR, di concerto con il MEF, sentita la CRUI. Con le medesime modalita' e' aggiornata l'area di consolidamento di cui sopra. A cura di Paolo Parodi 51 INTRODUZIONE NUOVA CONTABILITA’ E DEL BILANCIO UNICO (art. 7) Le università devono adottare il sistema di contabilità economico-patrimoniale e il bilancio unico d'ateneo, nonché i sistemi e le procedure di contabilità analitica, entro il 1° gennaio 2014. Le università devono adeguare il proprio regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilità entro il termine di 12 mesi dalla data di entrata in vigore (Marzo 2013). A valere sul Fondo di finanziamento ordinario delle universita', per gli esercizi 2011 e 2012 MIUR destina una quota agli atenei che adottano il sistema di contabilita' economico-patrimoniale e il bilancio unico entro il 1° gennaio 2013. A cura di Paolo Parodi 52 DECRETO LEGISLATIVO n. 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 ART. 10 - (Contabilità finanziaria nella fase transitoria) disciplina la fase transitoria (fino al 1° gennaio 2014) per gli atenei che non adottano fin da subito bilancio unico e contabilità economico-patrimoniale Le università statali dovranno attenersi ai principi di contabilità finanziaria e agli schemi di bilancio che saranno definiti con decreto interministeriale emanato di concerto tra il MIUR e il MEF, nonché alla classificazione della spesa per missioni e programmi. A cura di Paolo Parodi 53 DECRETO LEGISLATIVO n. 18/2012 ATTUATIVO RIFORMA GELMINI – L. 240/2010 ART. 10 - (Contabilità finanziaria nella fase transitoria) Il decreto emanando costituisce disciplina fondamentale di riferimento per le università che non riusciranno nell’immediato ad adottare il nuovo sistema contabile. Viene previsto che gli atenei si attivino fin da subito per la predisposizione dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2013, secondo lo schema e i principi di cui all’art. 2 del decreto. A cura di Paolo Parodi 54 DISPOSIZIONI DI RACCORDO ART. 11 - (Abrogazioni) Prevede abrogazioni e rettifiche di norme non più applicabili alla luce del nuovo assetto di governance delle università e del nuovo sistema contabile disciplinato nel decreto. In particolare, i dipartimenti, nel sistema stabilito all’art. 86, co. 1, del DPR. 382/1980, adottavano un proprio documento di bilancio – a preventivo e a consuntivo – non più compatibile con la nuova struttura e le nuove funzioni a questi attribuite Devono essere metabolizzate le nuove funzioni di autonomia gestionale dei dipartimenti conseguenti all’introduzione del bilancio unico d’ateneo e del nuovo sistema contabile, in coerenza con il nuovo sistema di governo, articolato per CdR e finalizzato all’elaborazione di un unico documento finale A cura di Paolo Parodi 55 PRINCIPI DI CONTABILITA’ ECONOMICA APPLICATA ALLE UNIVERSITA’ A cura di Paolo Parodi 56 POSTULATI DI BILANCIO : art. 3 bozza di decreto Utilità del bilancio d’esercizio per destinatari e completezza dell’informazione Veridicità Correttezza Neutralità (imparzialità) Attendibilità Significatività e rilevanza dei fatti economici ai fini della loro rappresentazione in bilancio Comprensibilità (chiarezza) Pubblicità Coerenza Annualità del bilancio Continuità Prudenza Integrità Costanza e comparabilità A cura di Paolo Parodi 57 POSTULATI DI BILANCIO : art. 3 bozza di decreto Universalità Unità Flessibilità Prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali Omogeneità Equilibrio del bilancio di esercizio a preventivo Competenza economica Il costo come criterio base delle valutazione di bilancio di ateneo in funzionamento E’ chiara la coerenza con i principi riportati nel Decreto Legislativo 91/2011 A cura di Paolo Parodi 58 POSTULATI DI BILANCIO : art. 3 bozza di decreto Competenza Economica Il principio della contabilizzazione per competenza stabilisce che gli effetti delle operazioni e degli eventi sono rilevati quando essi si verificano (e non quando viene ricevuto o versato denaro o suo equivalente) e che quindi compaiono nei libri contabili e nel bilancio dell’esercizio cui essi si riferiscono. I bilanci redatti secondo competenza non informano gli utilizzatori solo sulle operazioni passate che riguardano il pagamento o l’incasso di denaro, ma anche sulle obbligazioni a pagare in futuro e sulle attività rappresentative di denaro da ricevere in futuro. Anche i rischi e le perdite di competenza dell’esercizio devono essere rilevate nel bilancio di esercizio, o nei conti d’ordine o nella forma di accantonamento a seconda del caso, indipendentemente dal fatto che siano emerse dopo la chiusura dell’esercizio. La determinazione del risultato di esercizio implica quindi un procedimento di identificazione, di misurazione e di correlazione di ricavi e costi relativi ad un esercizio. A cura di Paolo Parodi 59 L’effetto delle operazioni e degli altri eventi deve essere rilevato contabilmente ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono e non a quello in cui si concretizzano i relativi incassi e pagamenti. La determinazione dei risultati d’esercizio implica un procedimento di identificazione, di misurazione e di correlazione di ricavi e costi relativi ad un esercizio. A cura di Paolo Parodi 60 I ricavi, come regola generale, devono essere riconosciuti quando si verificano le seguenti condizioni: 1) il processo produttivo dei beni o dei servizi è stato completato; 2) lo scambio è già avvenuto, si è cioè verificato il passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà. Questa fase è rappresentata dalla spedizione o dal momento in cui i servizi sono resi e sono fatturabili. A cura di Paolo Parodi 61 I costi devono essere correlati con i ricavi d’esercizio. Tale correlazione si realizza: 1) per associazione di causa ad effetto tra costi e ricavi; 2) per ripartizione dell’utilità pluriennale su base razionale e sistematica (esempio tipico: ammortamento) 3) per imputazione diretta dei costi al conto economico dell’esercizio quando: a) i costi sostenuti nell’esercizio esauriscono la loro utilità già nell’esercizio stesso; b) viene meno o non è valutabile l’utilità futura di costi che erano stati sospesi in esercizi precedenti; c) l’associazione di causa ad effetto o la ripartizione dell’utilità pluriennale su base sistematica non sono di sostanziale utilità. A cura di Paolo Parodi 62 COMPETENZA DEI COSTI : ASPETTI OPERATIVI MATURAZIONE ECONOMICO TEMPORALE PER GLI EVENTI CON MATURAZIONE PROPORZIONALE AL TEMPO, UN COSTO E’ DI COMPETENZA NELLA MISURA IN CUI E’ MATURATO, PROPRIO IN RELAZIONE AL TEMPO. ESEMPI : ASSICURAZIONI, INTERESSI, FITTI RILEVAZIONI CONTABILI : RATEI E RISCONTI (ANCHE PLURIENNALI, COME NEL CASO DEI LEASING) UTILITA’ FORNITA AL PROCESSO PRODUTTIVO IL COSTO E’ DI COMPETENZA NELLA MISURA IN CUI HA FORNITO UTILITA’ AL PROCESSO PRODUTTIVO ESEMPIO : CESPITI E AMMORTAMENTO. LA QUOTA DI AMM.TO RAPPRESENTA L’UTILITA’ FORNITA (ED E’ COSTO DI COMPETENZA) E SI VA A STRATIFICARE NEL FONDO AMM.TO PER SIGNIFICARE MINOR UTILITA’ FUTURA A cura di Paolo Parodi 63 RELAZIONI CONTABILITA’ ECONOMICA - FINANZIARIA PAGAMENTO PREMIO ASSICURAZIONE ANNUO 31.10.11 € 1.200 CONTABILITA’ ECONOMICA CONTO ECONOMICO 2011 : 200 € C.ECON. 2012 : 1.000 € ST.PATRIM. 31.12.11 : DIMINUZ. DI CASSA 1.200, RISCONTO ATTIVO 1.000 VARIAZIONE DI PATR. NETTO : -200 CONTABILITA’ FINANZIARIA COMPETENZA FINANZIARIA 2011 : 1.200 CONCILIAZIONE 2011 : IMPEGNI 1200 - RISCONTI ATT. FINALI 1000 COMPET.ECONOMICA 200 CONCILIAZIONE 2012 IMPEGNI 0 + RISC. ATT. INIZIALI 1000 COMPETENZA ECON. 1000 A cura di Paolo Parodi 64 COMPETENZA DEI COSTI : ASPETTI OPERATIVI CORRELAZIONE CON I RICAVI UN COSTO E’ DI COMPETENZA SE HA TROVATO COPERTURA NEL CORRELATIVO RICAVO. ESEMPIO RIMANENZE MERCI : - COSTO DI COMPETENZA = COSTO DEL VENDUTO = R.I. + COSTI ACQUISTO-R.F. A cura di Paolo Parodi 65 COMPETENZA FINANZIARIA ED ECONOMICA: La competenza finanziaria è il criterio con il quale, in base alla data dell’accertamento o dell’impegno vengono imputate le entrate e le uscite ad un esercizio piuttosto che ad un altro; La competenza economica imputa gli effetti delle operazioni all’esercizio nel quale è rinvenibile l’utilità economica ceduta o acquisita, anche se diverso da quello in cui si concretizzano i relativi movimenti finanziari; ( l’introduzione della contabilità economica patrimoniale richiede la determinazione dei costi e dei ricavi secondo logiche aziendali.) A cura di Paolo Parodi 66 RILEVAZIONI CONCOMITANTI E RETTIFICHE LETTURA DEI FATTI DI GESTIONE CIASCUN FATTO DI GESTIONE DEVE ESSERE LETTO NELLA PROPRIA COMPONENTE NUMERARIA (SORGERE DEL DEBITO/ CREDITO OVVERO PAGAMENTO/INCASSO) LA QUALE PUO’ : - MISURARE UNA COMPONENTE ECONOMICA (COSTO/RICAVO) - ESSERE COMPENSATA DA COMPONENTE NUMERARIA DI SEGNO OPPOSTO PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICO-TEMPORALE PER I FATTI DI GESTIONE CHE SI SVOLGONO A CAVALLO DI DUE O PIU’ PERIODI AMMINISTRATIVI, I COSTI ED I RICAVI RILEVATI/NON RILEVATI IN CORSO D’ANNO DEVONO ESSERE RETTIFICATI/INTEGRATI AL FINE DI ESSERE OMOGENEI E CONFRONTABILI PER DETERMINARE IL RISULTATO ECONOMICO SECONDO I PRINCIPI CIVILISTICI A cura di Paolo Parodi 67 RELAZIONI CONTO ECONOMICO - STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO DIMOSTRA IL RISULTATO ECONOMICO PER CAUSE CONTRAPPONENDO COSTI E RICAVI DI COMPETENZA, A PRESCINDERE DALL’EPOCA DELLA LORO MANIFESTAZIONE NUMERARIA/CONTABILIZZAZIONE STATO PATRIMONIALE - RAPPRESENTA IL CAPITALE, COME VARIATO PER EFFETTO DELLA GESTIONE (RISULTATO D’ESERCIZIO = VARIAZIONE DI PATR. NETTO) - GLI ELEMENTI DEL CAPITALE SONO VALORI NUMERARI (DENARO, CREDITI, DEBITI) E ECONOMICI (COSTI E RICAVI SOSPESI) - CESPITI, RIMANENZE, RISCONTI ATTIVI DEVONO ESSERE LETTI COME COSTI CHE DARANNO UTILITA’ AL PROCESSO NEGLI ESERCIZI SUCCESSIVI A cura di Paolo Parodi 68 POSTULATI DI BILANCIO : art. 3 bozza di decreto Il costo come criterio base delle valutazioni di bilancio di un ateneo in funzionamento Il costo costituisce il criterio base delle valutazioni delle poste di bilancio. Il costo va inteso come complesso degli oneri che sono stati sostenuti per procurarsi un dato bene/servizio compresi gli oneri di diretta imputazione (ad esempio, iva non deducibile, spese di spedizione, interessi passivi pagati per la realizzazione di quel bene maturati prima della sua entrata in funzione,etc.). Equilibrio del bilancio di esercizio a preventivo Il bilancio di esercizio a preventivo deve essere approvato in equilibrio. Si possono utilizzare riserve patrimoniali e utili derivanti dall’esercizio in corso al momento di predisposizione del bilancio per assorbire eventuali disequilibri di competenza. A cura di Paolo Parodi 69 SCHEMI DI BILANCIO E PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELLE POSTE : art. 2 e 4 della bozza di decreto Nelle slides successive, si approfondisce il significato di alcune delle voci contenute negli schemi di bilancio d’esercizio allegati alla bozza di decreto attuativo del D.Lgs. 18/12 (visti in precedenza), analizzando i principi per la valutazione/iscrizione Per lo stato patrimoniale, particolare attenzione deve essere posta nel cogliere che esso è un insieme di valori finanziari e di valori economici Particolare attenzione, nell’esposizione orale, viene data alle correlazioni fra stato patrimoniale e conto economico. A cura di Paolo Parodi 70 ATTIVO PASSIVO A) IMMOBILIZZAZIONI NETTE I MATERIALI aI1) Terreni e fabbricati aI2) Impianti e attrezzature aI3) Attrezzature scientifiche aI4) Patrimonio librario, opere d'arte, d'antiquariato e museali aI5) Mobili e arredi aI6) Immobilizzazioni in corso e acconti aI7) Altre immobilizzazioni materiali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI A) PATRIMONIO NETTO I FONDO DI DOTAZIONE DELL’ATENEO II PATRIMONIO VINCOLATO aII1) Fondi vincolati destinati da terzi aII2) Fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali aII3) Riserve vincolate (per progetti specifici, obblighi di legge, o altro) TOTALE PATRIMONIO VINCOLATO III PATRIMONIO LIBERO aIII1) Risultato gestionale esercizio aIII2) Risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti aIII3) Contributi in conto capitale liberamente utilizzabili aIII4) Riserve statutarie TOTALE PATRIMONIO LIBERO II IMMATERIALI aII1) Costi di impianto, di ampliamento e di sviluppo aII2) Diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno aII3) Concessioni, licenze, marchi, e diritti simili aII4) Immobilizzazioni in corso e acconti aII5) Altre immobilizzazioni immateriali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) B) FONDI PER RISCHI ED ONERI TOTALE FONDI PER RISCHI ED ONERI (B) III FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (A) C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO B) ATTIVO CIRCOLANTE I RIMANENZE TOTALE RIMANENZE II CREDITI (con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo) bII1) Crediti verso MIUR e altri Ministeri bII2) Crediti verso Regioni e Province Autonome bII3) Crediti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali bII4) Crediti verso studenti per tasse e contributi bII5) Crediti verso società ed enti controllati bII6) Crediti verso altri (pubblici) bII7) Crediti verso altri (privati) TOTALE CREDITI D) DEBITI (con separata indicazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo) d1) Mutui e Debiti verso banche d2) Debiti verso MIUR e altri Ministeri d3) Debiti verso Regione e Province Autonome d4) Debiti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali d5) Debiti verso studenti d6) Acconti d7) Debiti verso fornitori d8) Debiti verso dipendenti d9) Debiti verso società o enti controllati d10) Altri debiti TOTALE DEBITI (D) E) RATEI E RISCONTI PASSIVI III ATTIVITÀ FINANZIARIE TOTALE ATTIVITA’ FINANZIARIE IV DISPONIBILITÀ LIQUIDE bIV1) Depositi bancari e postali bIV2) Denaro e valori in cassa TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (B) C) RATEI E RISCONTI ATTIVI c1) Ratei per progetti e ricerche in corso c2) Altri ratei e risconti attivi Studio Tributario Paolo Parodi 71 ATTIVO A) IMMOBILIZZAZIONI NETTE I MATERIALI aI1) Terreni e fabbricati aI2) Impianti e attrezzature aI3) Attrezzature scientifiche aI4) Patrimonio librario, opere d'arte, d'antiquariato e museali aI5) Mobili e arredi aI6) Immobilizzazioni in corso e acconti aI7) Altre immobilizzazioni materiali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI II IMMATERIALI aII1) Costi di impianto, di ampliamento e di sviluppo aII2) Diritti di brevetto e diritti di utilizzazione delle opere di ingegno aII3) Concessioni, licenze, marchi, e diritti simili aII4) Immobilizzazioni in corso e acconti aII5) Altre immobilizzazioni immateriali TOTALE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI III FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (A) B) Studio Tributario Paolo Parodi 72 PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELLE IMMOBILIZZAZIONI Le immobilizzazioni materiali sono beni durevoli, facenti parte dell’organizzazione di ateneo, acquisiti per la realizzazione delle proprie attività e servizi e per questo durevolmente impiegati. Rientrano in questa categoria anche le immobilizzazioni utilizzate per la realizzazione di progetti di ricerca finanziati con risorse esterne. I beni messi a disposizione da terzi non rientrano, invece, in questa categoria, bensì sono indicati nei Conti d’Ordine. Le immobilizzazioni materiali sono iscritte al costo di acquisto o di produzione, comprensivo degli oneri accessori. Il costo delle immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio, in proporzione al periodo di utilizzo ed in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. L’ateneo esplicita in Nota Integrativa le percentuali di ammortamento adottate. Le immobilizzazioni materiali qualificate come “beni di valore culturale, storico, artistico, museale” non vengono assoggettate ad ammortamento perché tendono a non perdere valore nel corso del tempo. PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELLE IMMOBILIZZAZIONI I costi di manutenzione ordinaria delle immobilizzazioni sono addebitati, interamente, all’esercizio in cui sono sostenuti. I costi di manutenzione straordinaria, cui è connesso un potenziamento della capacità produttiva del bene o del prolungamento della vita utile, sono portati ad incremento del valore del bene cui ineriscono e poi ammortizzati. L’immobilizzazione che, alla data di chiusura dell’esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore, deve essere iscritta a tale minor valore e tale svalutazione deve essere motivata in Nota Integrativa. Se negli esercizi successivi vengono meno i presupposti della svalutazione, si ripristina il valore originario. RILEVAZIONE IMMOB. MATERIALI COSTO DI RIACQUISTO O DI RIPRODUZIONE, in caso di apporto; COSTO STORICO COSTO DI ACQUISTO, in caso di acquisizione da terzi; COSTO DI PRODUZIONE, nel caso di costruzione in economia. . AMMORTAMENTO ART. 2426 COD. CIV. Bisogna predisporre un piano di ammortamento sulla base di: • Valore da ammortizzare; • Vita utile del bene; • Criterio di ripartizione, che può essere: • a quote costanti: uguali in tutti gli esercizi di vita utile del bene; • a quote decrescenti: via via minori in ogni esercizio; • a quote variabili: calcolate in relazione all’utilità apportata dal bene nell’esercizio. L’ammortamento viene rilevato con procedimento indiretto, cioè la quota viene fatta affluire in un apposito fondo ammortamento, che in bilancio verrà portato in diminuzione del valore del relativo cespite indicato fra le immobilizzazioni materiali (o immateriali). N.B.: I TERRENI NON SI AMMORTIZZANO I COEFFICIENTI DI AMMORTAMENTO UN RIFERIMENTO E’ COSTITUITO DAL DM 31.12.1988 , NORMALMENTE ASSUNTO IN QUANTO DETTA I LIMITI MASSIMI FISCALMENTE RICONOSCIUTI TABELLA PER GLI ENTI LOCALI, ESPORTABILE SU ALTRE P.A. : - EDIFICI, ANCHE DEMANIALI : 3% - STRADE, PONTI E ALTRI BENI DEMANIALI : 2% - MACCHINARI, APPARECCHI, ATTREZZATURE, IMPIANTI E ALTRI BENI MOBILI : 15% - ATTREZZATURE E SISTEMI INFORMATICI : 20% - AUTOMEZZI IN GENERE : 20% PRINCIPI DI VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO LIBRARIO Per la valutazione del patrimonio librario delle università bisogna distinguere tra: - collezioni o comunque libri che non perdono valore nel corso del tempo, questi sono iscritti tra le immobilizzazioni di Stato Patrimoniale e non vengono ammortizzate - libri che perdono valore nel corso del tempo, per cui gli atenei possono considerare alternativamente due approcci: - «patrimonializzazione» degli acquisti. In questo caso, il valore dei volumi acquistati (definito in termini di risorse per l’acquisto) deve essere iscritto tra le immobilizzazioni. - iscrizione interamente a costo del valore annuale degli acquisti di volumi. In ogni caso, l’adozione di un approccio in luogo dell’altro deve essere debitamente descritto e giustificato in Nota Integrativa. PRINCIPI DI VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO LIBRARIO «Patrimonializzazione» degli acquisti. Seguendo questo approccio, tuttavia, si pongono tre problemi: - l’ammortamento annuale dei volumi e la loro gestione come cespite; - la registrazione della perdita di valore connessa allo smarrimento e al deterioramento dei volumi; - la valutazione del valore iniziale della biblioteca, nel primo anno di passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale. Tale valutazione può essere molto difficile in ragione della presenza di volumi il cui valore è difficilmente riconducibile al costo di acquisto o al «valore di realizzo» Iscrizione interamente a costo del valore annuale degli acquisti di volumi. Adottando questo approccio, ovviamente, viene meno qualunque rappresentazione della consistenza patrimoniale del patrimonio librario, ma vengono superati tutti i problemi legati a tale processo di «patrimonializzazione»: valutazione della consistenza iniziale, registrazione di eventuali perdite di valore, ammortamento annuale. DONAZIONI, LASCITI, LIBERALITA’ Le università valorizzano e capitalizzano il bene, sulla base del valore indicato nell’atto di donazione o, in mancanza, mediante certificazione da parte di esperti del settore. Il bene deve essere: - se non soggetto ad ammortamento, iscritto nelle immobilizzazioni materiali, e il corrispondente valore deve essere iscritto nel Patrimonio Netto (sezione Patrimonio vincolato), in un fondo di riserva adeguatamente distinto; - se soggetto ad ammortamento, iscritto nelle immobilizzazioni materiali con contropartita una voce di Conto Economico (provento straordinario) da riscontare opportunamente a fine di ciascun anno. secondo il piano di ammortamento dei beni. LE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Le immobilizzazioni immateriali sono beni, caratterizzati dalla natura immateriale e dalla mancanza di tangibilità che manifestano i benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi e non solo in quello di sostenimento dei costi. Le immobilizzazioni immateriali sono iscritte al costo di acquisto o di produzione, comprensivo degli oneri accessori. Il costo delle immobilizzazioni immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio, in proporzione ai mesi di utilizzo ed in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. L’ateneo esplicita in Nota Integrativa le percentuali di ammortamento adottate. Nel caso di diritti di brevetto industriale e utilizzazione di opere dell’ingegno, in via prudenziale, i costi vanno iscritti a Conto Economico. Comunque, posta la titolarità del diritto di utilizzo da parte dell’ateneo, se è possibile provare oggettivamente l’utilità futura di tali diritti si può procedere alla loro capitalizzazione, fornendone le indicazioni in Nota Integrativa. I costi sostenuti per le migliorie e spese incrementative su beni a disposizione dell’ateneo (affitto, leasing, uso, godimento, diritti di superficie, ecc.) sono capitalizzabili ed iscrivibili in questa voce se le migliorie e le spese incrementative non sono separabili dai beni stessi (ossia non possono avere una loro autonoma funzionalità). Diversamente, essi sono iscrivibili tra le immobilizzazioni materiali nella specifica categoria di appartenenza. LE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE Per gli atenei rientrano in questa categoria le partecipazioni destinate ad investimento durevole. Nella valutazione si considera il costo sostenuto per l’acquisizione della partecipazione comprensivo degli oneri accessori, rettificato in diminuzione in presenza di perdite durevoli di valore. ATTIVO B) ATTIVO CIRCOLANTE I RIMANENZE TOTALE RIMANENZE II CREDITI (con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo) bII1) Crediti verso MIUR e altri Ministeri bII2) Crediti verso Regioni e Province Autonome bII3) Crediti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali bII4) Crediti verso studenti per tasse e contributi bII5) Crediti verso società ed enti controllati bII6) Crediti verso altri (pubblici) bII7) Crediti verso altri (privati) TOTALE CREDITI III ATTIVITÀ FINANZIARIE TOTALE ATTIVITA’ FINANZIARIE IV DISPONIBILITÀ LIQUIDE bIV1) Depositi bancari e postali bIV2) Denaro e valori in cassa TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (B) C) RATEI E RISCONTI ATTIVI c1) Ratei per progetti e ricerche in corso c2) Altri ratei e risconti attivi Studio Tributario Paolo Parodi 83 PRINCIPI DI VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE Nel settore universitario, si considerano rimanenze di magazzino, le rimanenze relative a: - i beni destinati ad attività didattica, di ricerca, o di supporto ad esse; - i beni di consumo e gli altri beni utilizzati nelle attività delle università (materiale pubblicitario, ecc.); - i beni destinati alla vendita all’interno dell’attività commerciale eventualmente svolta dall’università; - i beni dell’attività di assistenza sanitaria (es.: farmaci). Tra le rimanenze di magazzino si includono i beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività dell’ateneo. La valutazione delle rimanenze di magazzino avviene al costo di acquisto o di produzione, ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, se minore. CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE La valutazione delle rimanenze di magazzino con criteri di costo può avvenire assumendo diversi metodi : n n Costo medio ponderato : (p x q ) / q ) i=1 i i i=1 i L.I.F.O. : ipotesi del last in first out : la valorizzazione avviene ai prezzi di acquisto più remoti nel tempo Può essere continuo o «a scatti» F.I.F.O. : ipotesi del first in first out : la valorizzazione avviene ai prezzi di acquisto più recenti nel tempo PRINCIPI DI VALUTAZIONE DEI CREDITI I crediti vanno esposti in bilancio al valore di presunto realizzo. Il valore nominale dei crediti in bilancio deve essere rettificato, tramite un fondo di svalutazione appositamente stanziato, per le perdite per inesigibilità che possono ragionevolmente essere previste e che sono inerenti ai saldi dei crediti esposti in bilancio. Detto fondo deve essere sufficiente (adeguato, ma non eccessivo) per coprire, nel rispetto del principio di competenza, sia le perdite per situazioni di inesigibilità già manifestatasi, sia quelle temute o latenti. Il fondo non deve essere separatamente evidenziato nel «passivo» ma deve essere portato in diretta diminuzione del valore nominale dei crediti cui si riferisce PRINCIPI DI VALUTAZIONE DEI CREDITI PARTICOLARI Appare particolarmente rilevante identificare, per ciascun credito l’origine, la natura del debitore, la data di presumibile realizzo. Nello specifico è opportuno indicare separatamente: - i crediti già maturati verso studenti, - i crediti verso il Ministero dell’Istruzione ed altri enti, pubblici e privati. Nel caso di contributi, essi potranno essere considerati crediti solo a fronte di una comunicazione ufficiale da parte dell’ente finanziatore in merito all’assegnazione definitiva a favore dell’ateneo. Contributi Miur, o altri contributi a fondo perduto assegnati da enti pubblici e privati vanno registrati come crediti esclusivamente a fronte di elementi certi e precisi. Qualora si debba stimare un importo che dovrà essere erogato è preferibile valorizzarlo come rateo. Crediti verso studenti per tasse e contributi: per crediti verso studenti per corsi di studio si intendono i pagamenti dovuti da parte degli studenti per le tasse universitarie. Tali crediti sono pari alle rate dovute e non saldate per un anno accademico LE DISPONIBILITA’ LIQUIDE Per disponibilità liquide si fa riferimento a : - depositi bancari anche nel sistema di Tesoreria Unica, - depositi postali, - assegni, - denaro e valori bollati. Nel caso di poste in valuta esse sono valutate al cambio di fine esercizio. CONTABILITA’ ECONOMICA : RATEI ATTIVI E PASSIVI Sono quote di entrate e di uscite che si riferiscono , rispettivamente, a ricavi e costi che hanno avuto la loro manifestazione economica nell’esercizio in chiusura ma che avranno la loro manifestazione finanziaria nell’esercizio successivo ( sono posticipati- calcolati in funzione del tempomaturati ma non liquidati). Si dovrà procedere all’individuazione di quella quota di ricavo da porre a favore dell’esercizio o della quota di costo da porre a carico dello stesso. CONTABILITA’ ECONOMICA : I RISCONTI I risconti attivi e passivi sono, rispettivamente, costi o ricavi la cui manifestazione finanziaria è avvenuta nell’esercizio in chiusura ma che devono ancora manifestarsi economicamente nell’esercizio successivo (sono anticipati, calcolati in proporzione al tempo, sono liquidati ma non ancora maturati). Nel bilancio Finanziario risulta scritturato interamente l’impegno (accertato). Si dovrà individuare la quota di costo (ricavo) da rinviare nell’esercizio successivo, da stornare dall’impegno (accertamento). L’università ALFA concede in locazione un immobile in data 1/9/n all’impresa BETA per un anno, con la pattuizione che il canone sarà pagato posticipatamente Al 31/12/n si calcola un RATEO ATTIVO per la quota di fitti che è già maturata, ovvero quella calcolata dal 1/9/n al 31/12/n e che è di COMPETENZA dell’esercizio “n”. Il rateo è, in questo caso, ATTIVO, perchè corrisponde al credito per fitti già maturati. ESEMPIO RATEO ATTIVO L’università ALFA concede in locazione annuale in data 1/9/n all’impresa BETA. Il canone, di 12.000 € deve essere pagato dopo un anno, l’1/9/n+1, 1/09/n 31/12/n 1/09/n+1 Il rateo calcolato dall’ 1/09/n al 31/12/n è: 12.000/12* 4 (mesi) = 4000 € (RATEO ATTIVO) ESEMPIO RISCONTO ATTIVO L’università ALFA ha stipulato in data 30/11/n polizza assicurativa di 1200 € per un anno, con copertura fino al 29.11.n+1 30/11/n 31/12/n 30/11/n1 La quota di competenza anno n è pari a 1/12 e cioè a 100, mentre per 11/12 occorre rinviare il costo alla competenza dell’anno n+1 mediante l’iscrizione di un risconto attivo: 12 : 1200 = 11 : X X = 1100 € (RISCONTO ATTIVO) L’università ALFA ottiene un mutuo quinquennale in data 1/6/n della banca CARIGE con interessi pagabili semestralmente in via posticipata. Al 31/12/n si calcola un RATEO PASSIVO per la quota di interessi che sono già maturati, ovvero quelli calcolati dal 1/12/n al 31/12/n (perchè gli interessi si pagano semestralmente) e che sono di COMPETENZA dell’esercizio “n”. Il rateo è, in questo caso, PASSIVO, perchè corrisponde al debito potenziale per gli interessi già maturati. ESEMPIO RATEO PASSIVO L’università ALFA ottiene un mutuo quinquennale per 66.000 € in data 1/6/n dalla banca CARIGE con interessi pagabili semestralmente in via posticipata al tasso 5%. 1/12/n 31/12/n 1/6/n1 Il rateo calcolato dall’ 1/12/n al 31/12/n è: 66000 * 5 * 1 (mesi) 1200 = 275 (RATEO PASSIVO) L’università ALFA ha stipulato in data 15/10/n un contratto di affitto annuo di un fabbricato non strumentale ricevendo il versamento anticipato del canone quadrimestrale. Al 31/12/n si calcola un RISCONTO PASSIVO per la parte di fitto attivo relativo al periodo 1/01/n+1 al 15/02/n +1 e che è di COMPETENZA dell’esercizio n+1,cioè quello successivo. Tale quota va quindi stornata dai ricavi di esercizio e deve affluire al patrimonio di funzionamento come risconto passivo. PASSIVO proprio perchè obbliga a fornire una prestazione. ESEMPIO RISCONTO PASSIVO L’università ALFA ha stipulato in data 15/10/n un contratto di affitto annuo di un fabbricato non strumentale ricevendo il versamento anticipato del canone quadrimestrale di 4600€. 15/10/n 31/12/n 15/02/n1 Il risconto calcolato dall’ 1/01/n1 al 15/02/n1 (perchè il canone è quadrimestrale) in giorni (45) è: 120 : 4600 = 45 : X X = 1725 € (RISCONTO PASSIVO) L’università ALFA ha ottenuto in data 30/11/n una sovvenzione dalla banca per un anno, con interessi calcolati anticipatamente. Al 31/12/n si calcola un RISCONTO ATTIVO per la quota di interessi passivi relativa al periodo che va dal 1/01/n+1 al 30/11/n+1 e che è di COMPETENZA dell’esercizio n +1,cioè quello successivo. Tale quota va quindi stornata dai costi di esercizio e deve affluire al patrimonio di funzionamento come risconto attivo. ATTIVO perchè è il diritto a fruire di una prestazione. RATEI E RISCONTI SPECIFICI PER LE UNIVERSITA’ Secondo la bozza di decreto, le voci dei ratei e dei risconti trovano applicazione negli atenei, tra l’altro, - nella valutazione per competenza dei proventi su commessa, - per la gestione dei contributi in conto capitale, - p er l’iscrizione della quota di competenza della contribuzione studentesca, - per l’iscrizione dei ricavi specifici per il finanziamento di borse - per i contratti pluriennali (es.: borse di dottorato, assegni di ricerca, ecc). I ratei e i risconti devono essere valutati secondo il principio della competenza economica. RATEI E RISCONTI PER PROGETTI E RICERCHE IN CORSO Nella bozza di decreto sono contenute alcune affermazioni non del tutto in linea con i principi contabili OIC, come di seguito specificato Infatti, la valorizzazione dei ratei attivi o dei risconti passivi viene richiesta per dare rilievo alla competenza dei proventi relativi ai progetti e alle ricerche in corso finanziate o co-finanziate da soggetti terzi. Ciò discende dal fatto che, nella bozza, si afferma che i proventi relativi ai progetti sono registrati come ricavi e non come anticipi. Nel caso in cui nell’anno i costi registrati siano maggiori dei proventi, è quindi necessario valorizzare i proventi di competenza e iscrivere il rateo attivo a Stato Patrimoniale. Nel caso in cui i proventi sono maggiori dei costi, è necessario rinviare parte dei primi agli esercizi successivi con lo strumento contabile del risconto passivo. Ulteriori informazioni in merito ai progetti sottoscritti, ma rispetto ai quali non sono ancora stati sostenuti costi e ricavi, possono essere riportati in apposita sezione della Nota Integrativa. PROGETTI E RICERCHE IN CORSO - COMMESSE I progetti o le ricerche possono essere ultrannuali o annuali a seconda degli accordi assunti con l’ente finanziatore e al tipo di attività che si sta realizzando. Differentemente alla tecnica dei ratei e risconti, per le commesse in attività conto terzi potrebbero, conformemente ai principi contabili, essere valorizzate le rimanenze di lavori in corso (ciò presupporrebbe però che i proventi fossero trattati come «acconti»); in ogni caso, le rimanenze potrebbero nascere a fronte di lavorazioni eseguite post ultimo SAL. Per le commesse annuali la valutazione avviene al costo. Per le commesse pluriennali la valutazione, a scelta dell’ateneo, avviene al costo o in base allo stato avanzamento lavori. L’ateneo fornisce in Nota Integrativa indicazioni sul metodo utilizzato. Per il postulato dell’omogeneità nel caso di commesse pluriennali, la scelta deve essere univoca per tutti i progetti/ricerche dell’ateneo. LAVORI IN CORSO : PRINCIPIO OIC n. 23 Criteri di valutazione Criterio della percentuale di completamento : i costi, i ricavi ed il margine di commessa vengono riconosciuti in funzione dell’avanzamento ed attribuiti agli esercizi in cui si espleta l’attività Criterio della commessa completata : i ricavi ed il margine di commessa vengono riconosciuti solo quando il contratto è completato Lavori in corso di durata ultrannuale: il criterio della percentuale di completamento, pur se non espressamente previsto dal codice civile, appare meglio rispondere alla disciplina generale di bilancio. Commesse a breve termine: Il criterio della percentuale di completamento, non precluso dalla normativa, trova raramente applicazione e non è previsto dalla normativa fiscale, in quanto il criterio della commessa completata non pone problemi di distorsione dei risultati, cosa che invece accadrebbe nel caso di commesse a lungo termine. LAVORI IN CORSO : PRINCIPIO OIC n. 23 Criterio della percentuale di completamento : Occorre operare come segue : a) determinare l’ammontare dei ricavi previsti dal contratto; b) predisporre un preventivo di costo, secondo l’iter con cui deve essere svolto il lavoro, diviso in fasi; c) rilevare i costi consuntivi della commessa al termine dell’esercizio (*); d) determinare l’incidenza percentuale di c) rispetto a b) e) nella misura percentuale sub d), attribuire i ricavi sub a) al singolo esercizio. L’attribuzione sub e) può avvenire secondo diverse tecniche : - Mediante la valorizzazione delle rimanenze di lavori in corso (per l’intero, in caso le fatture dei SAL siano imputate alla voce «Acconti» del passivo di stato patrimoniale; oppure per la sola parte eccedente l’ultimo SAL se i SAL sono imputati a ricavi) - Mediante la tecnica dei risconti passivi o dei ratei attivi (*) Vi sono diversi metodi alternativi per determinare la percentuale di completamento : cost-to-cost, ore lavorate, unità consegnate, misurazioni fisiche. (segue su slide successiva) LAVORI IN CORSO : PRINCIPIO OIC n. 23 Criterio della percentuale di completamento : (segue da slide precedente) Sono considerati costi di commessa : - sia quelli direttamente riferibili alle commesse (costi diretti), - sia quelli riferibili all’intera attività produttiva e ripartiti, per imputazione, sulle singole commesse (costi indiretti). Per costi diretti si intendono indicativamente: — i costi dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera; — i costi della manodopera — i costi dei subappaltatori; — gli ammortamenti ed i noli dei macchinari impiegati; — i costi per fidejussioni e assicurazioni specifiche; — i costi di progettazione (se riferibili direttamente alla commessa). Parte di tali costi è sostenuta durante la fase di avviamento della commessa e costituiscono i costi pre-operativi. Per costi indiretti si intendono indicativamente: — i costi generali di produzione o industriali. Non sono invece da considerare costi di commessa le spese che si riferiscono all’attività aziendale nel suo complesso, quali: le spese generali, amministrative e di vendita; le spese generali di ricerca e sviluppo. PASSIVO A) PATRIMONIO NETTO I FONDO DI DOTAZIONE DELL’ATENEO II PATRIMONIO VINCOLATO aII1) Fondi vincolati destinati da terzi aII2) Fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali aII3) Riserve vincolate (per progetti specifici, obblighi di legge, o altro) TOTALE PATRIMONIO VINCOLATO III PATRIMONIO LIBERO aIII1) Risultato gestionale esercizio aIII2) Risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti aIII3) Contributi in conto capitale liberamente utilizzabili aIII4) Riserve statutarie TOTALE PATRIMONIO LIBERO TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) Studio Tributario Paolo Parodi 105 LA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO NETTO Si articola in: - fondo di dotazione dell’ateneo: se previsto statutariamente. Il fondo può essere sia libero che vincolato in funzione delle indicazioni statutarie. - patrimonio vincolato: il patrimonio vincolato è composto da fondi, riserve e contributi in conto capitale vincolati per scelte operate da terzi donatori (nel caso in cui questi vengano registrati secondo il criterio patrimoniale). - patrimonio libero: è costituito dalle riserve derivanti dai risultati gestionali realizzati e dai contributi in conto capitale liberamente utilizzabili, e pertanto si compone del: - risultato gestionale esercizio in corso; - dei risultati gestionali relativi ad esercizi precedenti; - dei contributi in conto capitale liberamente utilizzabili; - delle riserve statutarie. PA R T I C O L A R E AT T E N Z I O N E D E V E E S S E R E P O S TA N E L L A DETERMINAZIONE E NELLA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO NETTO DELLA PRIMA SITUAZIONE PATRIMONIALE, IN SEDE DI IMPIANTO DELLA CONTABILITA’ ECONOMICO-PATRIMONIALE (vedasi infra) PASSIVO A) PATRIMONIO NETTO B) FONDI PER RISCHI ED ONERI TOTALE FONDI PER RISCHI ED ONERI (B) C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO D) DEBITI (con separata indicazione per ciascuna voce degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo) d1) Mutui e Debiti verso banche d2) Debiti verso MIUR e altri Ministeri d3) Debiti verso Regione e Province Autonome d4) Debiti verso l’Unione Europea e altri Organismi Internazionali d5) Debiti verso studenti d6) Acconti d7) Debiti verso fornitori d8) Debiti verso dipendenti d9) Debiti verso società o enti controllati d10) Altri debiti TOTALE DEBITI (D) E) RATEI E RISCONTI PASSIVI Studio Tributario Paolo Parodi 107 FONDI PER RISCHI ED ONERI I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti destinati a coprire perdite o rischi aventi le seguenti caratteristiche: - natura determinata, - esistenza certa o probabile, - ammontare o data di sopravvenienza indeterminati alla chiusura dell’esercizio. I fondi del passivo non possono essere utilizzati per rettificare i valori dell’attivo (fatta eccezione per il fondo svalutazione crediti) oppure per attuare politiche di bilancio tramite la costituzione di fondi rischi ed oneri privi di giustificazione economica. Non sono dettati criteri di valutazione specifici per gli accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri. Nella valutazione degli stessi occorre tenere presente i principi generali del bilancio, in particolare i postulati della competenza e della prudenza. A. PROVENTI PROPRI a1) Proventi per la didattica a2) Ricerche commissionate e trasferimento tecnologico a3) Ricerche con finanziamenti competitivi B. CONTRIBUTI b1) Contributi Miur e altri Ministeri b2) Contributi Enti Locali b3) Contributi Unione Europea b4) Contributi da enti vari e privati C. PROVENTI PER ATTIVITÀ ASSISTENZIALE E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE D. PROVENTI PER GESTIONE DIRETTA INTERVENTI DIRITTO ALLO STUDIO E. ALTRI PROVENTI F. VARIAZIONE LAVORI IN CORSO G. INCREMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI TOTALE PROVENTI (I) H. COSTI SPECIFICI h1) Sostegno agli studenti h2) Interventi per il diritto allo studio h3) Sostegno alla ricerca e attività editoriale h4) Personale dedicato alla ricerca e alla didattica h4a) docenti/ricercatori h4b) collaborazioni scientifiche (collaboratori, assegnisti, borsisti,….) h4c) docenti a contratto h4d) esperti linguistici h4e) altro personale dedicato alla ricerca e alla didattica h5) Acquisto materiale di consumo per laboratori h6) Trasferimenti a partner di progetti coordinati h7) Altri costi specifici I. COSTI GENERALI i1) Personale tecnico amministrativo i2) Acquisto materiali i3) Acquisto di libri, periodici, materiale bibliografico i4) Acquisto di servizi e collaborazioni tecnico-gestionali i5) Costi per godimento di beni di terzi i6) Altri costi generali L. AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI M. ACCANTONAMENTI PER RISCHI E ONERI N. ALTRI ACCANTONAMENTI O. ONERI DIVERSI DI GESTIONE TOTALE COSTI (II) DIFFERENZA TRA PROVENTI E COSTI OPERATIVI (I-II) P) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI p1) Proventi finanziari p2) Interessi ed altri oneri finanziari p3) Utili e Perdite su cambi Q) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE q1) Rivalutazioni q2) Svalutazioni R) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI r1) Proventi r2) Oneri Studio Tributario Paolo S) IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO CORRENTI, DIFFERITE, ANTICIPATE RISULTATO DI ESERCIZIO Parodi 109 . PROVENTI PROPRI a1) Proventi per la didattica a2) Ricerche commissionate e trasferimento tecnologico a3) Ricerche con finanziamenti competitivi B. CONTRIBUTI b1) Contributi Miur e altri Ministeri b2) Contributi Enti Locali b3) Contributi Unione Europea b4) Contributi da enti vari e privati C. PROVENTI PER ATTIVITÀ ASSISTENZIALE E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE D. PROVENTI PER GESTIONE DIRETTA INTERVENTI DIRITTO ALLO STUDIO E. ALTRI PROVENTI F. VARIAZIONE LAVORI IN CORSO G. INCREMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI TOTALE PROVENTI (I) A H Studio Tributario Paolo Parodi 110 TOTALE PROVENTI (I) H. COSTI SPECIFICI h1) Sostegno agli studenti h2) Interventi per il diritto allo studio h3) Sostegno alla ricerca e attività editoriale h4) Personale dedicato alla ricerca e alla didattica h4a) docenti/ricercatori h4b) collaborazioni scientifiche (collaboratori, assegnisti, borsisti,….) h4c) docenti a contratto h4d) esperti linguistici h4e) altro personale dedicato alla ricerca e alla didattica h5) Acquisto materiale di consumo per laboratori h6) Trasferimenti a partner di progetti coordinati h7) Altri costi specifici I. COSTI GENERALI i1) Personale tecnico amministrativo i2) Acquisto materiali i3) Acquisto di libri, periodici, materiale bibliografico i4) Acquisto di servizi e collaborazioni tecnico-gestionali i5) Costi per godimento di beni di terzi i6) Altri costi generali L. AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI M. ACCANTONAMENTI PER RISCHI E ONERI N. ALTRI ACCANTONAMENTI O. ONERI DIVERSI DI GESTIONE TOTALE COSTI (II) DIFFERENZA TRA PROVENTIStudio E COSTI OPERATIVI (I-II) Tributario Paolo Parodi P 111 DIFFERENZA TRA PROVENTI E COSTI OPERATIVI (I-II) P) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI p1) Proventi finanziari p2) Interessi ed altri oneri finanziari p3) Utili e Perdite su cambi Q) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE q1) Rivalutazioni q2) Svalutazioni R) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI r1) Proventi r2) Oneri S) IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO CORRENTI, DIFFERITE, ANTICIPATE RISULTATO DI ESERCIZIO Studio Tributario Paolo Parodi 112 PROVENTI PER LA DIDATTICA Se non verrà diverse stabilito, per ragioni di semplificazione, in considerazione del fatto che lo studente quando si iscrive diventa debitore dell’importo totale delle tasse dell’anno accademico in corso, tale valore è iscritto a Conto Economico in base al principio di competenza economica ed è riscontato per la quota non di competenza. CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE Per contributi in conto capitale si intendono le somme erogate a fondo perduto dallo Stato o da altri enti, pubblici o privati, a università per la realizzazione di opere per cui l’ateneo non ha facoltà di distoglierli dall’uso previsto dalle leggi o dalle disposizioni in base alle quali sono stati erogati. Per la contabilizzazione gli atenei, specificandolo in Nota Integrativa, possono scegliere tra: - iscrivere i contributi in conto capitale nel Conto Economico, gradualmente in base alla vita utile del cespite, imputando fra i ricavi l’intero contributo e riscontandone quota ogni anno fino alla conclusione del periodo di ammortamento e contemporaneamente ammortizzando il cespite capitalizzato per il suo intero valore. - capitalizzare il cespite al netto del contributo, indicando l’operazione nel prospetto dei cespiti in Nota Integrativa nel prospetto cespiti. I principi contabili OIC prevedono un ulteriore metodo : patrimonializzazione iniziale del contributo e graduale imputazione a conto economico in base alla vita utile del cespite, in simmetria economico-temporale con l’ammortamento (che dunque viene «sterilizzato» (in parte o in toto) CONTRIBUTI IN CONTO ESERCIZIO I contributi in conto esercizio sono invece le somme erogate da terzi per sostenere il funzionamento dell’ateneo o comunque per realizzare attività non classificabili tra gli investimenti. I contributi in conto esercizio, posta particolarmente significativa per il contesto universitario, devono essere iscritti come voci di proventi nel Conto Economico. Anche la competenza dei contributi in conto esercizio può essere rimandata nel tempo nel caso si riferiscano ad iniziative specifiche la cui realizzazione si protrae oltre l’esercizio contabile. OPERAZIONI IN MONETA ESTERA I costi e gli oneri relativi a operazioni in valuta sono determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa operazione è avvenuta (ordine/entrata merce). Eventuali utili e perdite su cambi che dovessero manifestarsi al momento del pagamento vanno iscritte nelle apposite voci di Conto Economico nella sezione dei Proventi e degli Oneri Finanziari (Perdite su cambi o Utili su cambi), quindi non vanno in rettifica degli importi originari e nel caso delle immobilizzazioni non vanno considerati quali oneri accessori all’acquisizione del bene. Al termine di ogni esercizio nel rispetto del principio della competenza economica, è inoltre necessario valutare e iscrivere a Conto Economico l’emergere di eventuali perdite/utili su cambi di tutte le operazioni in valuta estera aperte; nel caso emerga un utile questo viene accantonato in una riserva non utilizzabile fino al momento dell’effettivo realizzo della perdita/utile. SCRITTURE DI AMMORTAMENTO Attribuiscono all’esercizio le quote di costi e ricavi pluriennali considerate di competenza. • AMMORTAMENTO IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI • AMMORTAMENTO IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI QUOTA AMMORTAMENTO N N+1 N+2 N+3 N+4 AMMORTAMENTO: logiche differenti nella contabilità finanziaria e nella contabilità economica. Ipotizzando un’attività resa possibile dall’acquisizione di una attrezzatura specifica di laboratorio: Costo d’acquisto: € 35.000.00 durata presunta 5 anni Ricavi annui derivanti dall’attività di laboratorio € 8400,00 CONTABILITA’ ECONOMICA ANNO n ANN ANNO n O n+1 +2 ANNO n +3 ANNO n +4 TOTALE RICAVI 8400 8400 8400 8400 8400 42000 COSTI 7000 7000 7000 7000 7000 35000 RISULTATO 1400 1400 1400 1400 1400 7000 SECONDO LA LOGICA DELLA CONTABILITA’ FINANZIARIA ANNO n ANNO n+1 ANNO n+2 ANNO n+3 ANNO n +4 ACCERTAMENTI 8400 8400 8400 8400 8400 42000 IMPEGNI 35000 / / / / 35000 (26600) 8400 8400 8400 8400 7000 RISULTATO TOTALE LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Patrimonio immobiliare e terreni di proprietà: è necessario procedere ad una stima a valori di mercato o comunque al costo di ricostruzione. Successivamente occorre determinare il fondo ammortamento cumulato nel tempo, tenendo conto del momento iniziale in cui il cespite ha iniziato ad essere utilizzato in ateneo e della vita utile media per la specifica tipologia di bene. Immobili e terreni di terzi a disposizione: il relativo valore va imputato nei conti d’ordine, salvo i casi in cui l’ateneo non abbia diritti reali perpetui su tali beni. In quest’ultimo caso anche il valore di tali immobili va imputato tra le immobilizzazioni LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Beni mobili: è necessario procedere ad una ricognizione inventariale di ateneo. Successivamente occorre determinare il fondo ammortamento cumulato nel tempo, tenendo conto del momento iniziale in cui il cespite ha iniziato ad essere utilizzato in ateneo e della vita utile media per la specifica tipologia di bene. In sede di determinazione del primo Stato Patrimoniale è possibile non comprendere nella ricognizione i beni già interamente ammortizzati. Eventuali contributi in conto capitale ricevuti per il finanziamento delle immobilizzazioni vanno inseriti nella voce risconti passivi di stato patrimoniale solo per la parte a copertura del residuo valore da ammortizzare del cespite. LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Immobilizzazioni finanziarie: sono iscritte al valore di acquisizione, corretto di eventuali perdite durevoli di valore. Residui attivi e passivi di contabilità finanziaria: preliminare è la verifica della loro effettiva sussistenza. I residui riconducibili, secondo i principi della contabilità economico patrimoniale, a crediti e debiti vanno classificati nelle relative poste; altrimenti vanno classificati negli “altri fondi per oneri” del passivo di stato patrimoniale (ad esempio fondi accantonati per il pagamento del fondo accessorio al personale) o nelle diverse riserve di patrimonio netto. Nel tempo poi tali voci verranno utilizzate a copertura dei relativi costi. Ordini e contratti che al 31/12 dell’ultimo esercizio in contabilità finanziaria risultano non ancora legati ad una fattura o ad un compenso: vanno migrati nel nuovo esercizio in competenza, aumentando corrispondentemente l’avanzo libero o l’avanzo vincolato. LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Crediti e debiti tributari Nelle voci di credito e debito è necessario inserire anche eventuali crediti e debiti tributari emersi dal modello Unico dell’esercizio precedente a quello di introduzione della contabilità economico patrimoniale. Idem per l’Iva o per le ritenute su lavoro dipendente o autonomo operate ma non ancora versate al 31.12 Mutui: devono essere imputati alle voci di debito a medio lungo-termine, tenendo traccia degli importi in scadenza - entro i dodici mesi, - entro i tre anni, - entro i cinque anni - oltre i cinque anni. LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Progetti finanziati: Occorre determinare il loro stato avanzamento al 31/12 dell’ultimo esercizio in contabilità finanziaria. A tal fine è necessario confrontare i ricavi registrati fino a quel momento a partire dall’avvio del progetto con i costi: nel caso in cui i ricavi siano maggiori si procede alla valorizzazione dei risconti. Nel caso di passaggio dalla contabilità finanziaria per cassa alla contabilità economico patrimoniale è possibile sostituire i dati di costo e ricavo con i dati di pagato e incassato: potrebbe essere scarsamente rappresentativo. LA PREDISPOSIZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE INIZIALE : CRITERI GENERALI Avanzo libero: deve essere imputato in una riserva utilizzabile denominata “riserva derivante da avanzo libero esercizi precedenti”. Avanzo vincolato: deve essere suddiviso tra le diverse poste di riserva, di fondo o di risconto del passivo di Stato Patrimoniale, attraverso un’analisi puntuale delle differenti determinanti. Patrimonio netto iniziale L’eventuale differenza che dovesse emerge tra attivo e passivo patrimoniale va imputata ad una voce indisponibile di Patrimonio Netto “Patrimonio Netto di Apertura indisponibile”. Livello E.I E.I.i E.I.ii E.I.iii E.II E.II.i E.II.ii E.III E.IV IPOTESI DI PREVENTIVO FINANZIARIO Descrizione Avanzo di amministrazione esercizio precedente ENTRATE CORRENTI Entrate contributive Entrate derivanti da trasferimenti correnti Altre Entrate ENTRATE IN CONTO CAPITALE Alienazione di beni patrimoniali e riscossione di crediti Entrate derivanti da trasferimenti in conto capitale ACCENSIONE DI PRESTITI PARTITE DI GIRO Totale entrate Studio Tributario Paolo Parodi 127 Livello U.I U.I.i U.I.ii U.I.iii U.I.iiii U.II U.III U.III.i U.III.ii U.III.iii U.IV U.V IPOTESI DI PREVENTIVO FINANZIARIO Descrizione Disavanzo di Amministrazione esercizio precedente USCITE CORRENTI Oneri per il personale Beni di consumo e servizi Altre Spese Trasferimenti correnti Versamenti al bilancio dello Stato USCITE IN CONTO CAPITALE Investimenti in ricerca Acquisizione beni durevoli Trasferimenti per investimenti RIMBORSO DI PRESTITI PARTITE DI GIRO Totale uscite Studio Tributario Paolo Parodi 128