l`arte dele civiltà pre e proto-elleniche nell`egeo (6)

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LA CIVILTÀ EGEA: CARATTERI PRINCIPALI
Il mare Egeo si estende fra le coste della Grecia, dell'Asia Minore e dell'isola di
Creta ed è disseminato di isole (Creta, Eubea, Lesbo, le Cicladi e le Sporadi), di
cui Creta è la maggiore e per la sua posizione centrale nel bacino del
Mediterraneo orientale, permetteva facili collegamenti marittimi fra l'Asia,
l'Egitto e la Grecia. Ed è nel bacino del Mare Egeo che si sviluppano le
prime civiltà pre-elleniche.
Le conoscenze della civiltà egea giunteci attraverso i poemi omerici e i miti
greci, hanno trovato conferma, a partire dal XIX secolo, grazie agli scavi
operati da Schliemann alla ricerca di Troia nella Troade e a Micene e, quindi,
agli scavi successivi degli archeologi Evans, Halbherr e Pernier, nell'isola di
Creta e nelle Cicladi.
La culla di questa civiltà va cercata nelle isole Cicladi, che raggruppate fra
la costa greca e quella asiatica, costituiscono un ideale percorso per la
navigazione di piccolo cabotaggio: la civiltà delle Cicladi viene fatta risalire
ad un periodo compreso fra il 3000 e il 2500 a.C., quando vi compare la
lavorazione dei metalli, mentre precedentemente sembra che fossero solo
occasionalmente visitate da naviganti in cerca di materie prime (ossidiana,
marmo ecc.).
Ma ben presto il sopravvento sarà preso dall'isola di Creta che eserciterà a
lungo il suo dominio sui mari (talassocrazia), sviluppando una civiltà, ricca e
raffinata, che verrà chiamata Minoica dal nome del suo leggendario re
Minosse, che manterrà la sua egemonia fino alla metà del secondo
millennio a.C., quando la civiltà Micenea, così detta da Micene la più
importante città degli Achei, prenderà il sopravvento.
L'ARTE CICLADICA
Fra il 3000 e il 2700 a.C. la popolazione neolitica delle isole Cicladi
(disposte a cerchio intorno all'isola di Delo) viene incrementata da
popolazioni provenienti verosimilmente dall'Anatolia che importano la
Civiltà del Bronzo: sorgono diverse città fortificate in riva al mare o
sull'acropoli da cui si sviluppa una florida economia di scambi commerciali
che dall'Egeo raggiunge le coste dell'Asia e della Grecia, spingendosi fino al
Mediterraneo occidentale (ritrovamenti in Provenza e nelle Baleari),
esportando manufatti e materie prime (l'ossidiana di Milo, il marmo di
Paro ecc.).
La forma d'arte più caratteristica e famosa del Cicladico Antico (circa
3000-2000 a.C.) è costituita da statuette marmoree ritrovate nei corredi
funebri (ora conservate al Museo Archeologico di Atene, al Louvre e al
British), che rappresentano figure umane realizzate con gusto geometrico e
altamente stilizzate secondo tipologie ricorrenti, ricordiamo:
-figure femminili (Venere o Dea Madre): ritte o sedute, con testa
triangolare, tonda o allungata e con il rilievo del naso accentuato, collo lungo,
torso trapezoidale, braccia conserte e attributi femminili sottolineati. Si
ricollegano alla tradizione delle Veneri paleolitiche e ai relativi culti di fecondità;
-idoli a forma di violino: figure umane estremamente stilizzate con testa e
collo ridotti a un cilindro e parte inferiore arrotondata: particolarmente
interessanti per la loro notevole astrazione formale.
-figure di suonatori: con flauto o arpa, fra cui il famosissimo Suonatore di
lira proveniente da Keros (ora al Museo di Atene), seduto su una sedia e
realizzato con forme geometriche essenziali e schematizzate di grande forza
espressiva.
La ceramica presenta forme originali e varie, spesso con vasi che imitano
forme animali e con decorazioni incise o dipinte (motivi geometrici,
spirali, navi).
L'ARTE MINOICA
La civiltà minoica si sviluppa nell'isola di Creta nel corso del terzo millennio
a.C. e raggiunge il suo massimo splendore fra il 2000 e il 1450 a.C.
Nella mitologia greca è rimasto il ricordo del leggendario re di Creta Minosse e
del suo Labirinto fatto costruire da Dedalo, il primo mitico inventore, architetto
e scultore; così come l'aver ambientato il mito della nascita di Zeus sul Monte
Ida di Creta, dimostra che la cultura greca vedeva in Creta la culla della
sua civiltà.
La civiltà cretese presenta caratteri di grande originalità, con un'arte
raffinata e mondana, in cui si avvertono influenze mesopotamiche ed
egiziane trasformate, tuttavia, in visioni di carattere più libero e profano,
caratteristiche di una società ricca e vivace di navigatori e commercianti.
I palazzi cretesi
La fase più splendida e raffinata della civiltà minoica coincide con la
costruzione dei grandi Palazzi di Cnosso e Festo.
Il Palazzo di Cnosso, riportato alla luce dagli scavi dell'archeologo inglese
Arthur Evans agli inizi del XX secolo, era il centro politico e religioso
dell'isola e si presenta come un complesso così vasto e articolato, da essere
identificato con il leggendario Labirinto. Il Palazzo era costruito intorno a
un'ampia corte centrale rettangolare su cui davano la sala del trono e gli
ambienti ufficiali e si sviluppava su più livelli, con cortili, abitazioni,
servizi, officine, depositi e cisterne.
Il grandioso complesso nella sua forma originaria era privo di fortificazioni,
mostrando la sicurezza e l'inclinazione al lusso di una società ricca e potente.
Non mancano gli acquedotti per convogliare l'acqua dalle sorgenti, né le
fogne per raccogliere le acque di scarico.
I lunghi corridoi, le ampie scalinate, le pareti elegantemente affrescate
o decorate a stucco e le fughe di colonne o pilastri di pietra o legno a
rastrematura inversa, conferivano ai palazzi cretesi un aspetto
lussuoso e scenografico in un mutevole gioco di prospettive diverse,
privo di schemi simmetrici e rigidi.
Un teatro composto da due gradinate disposte ad angolo retto, si
trovava un po' discosto dalla struttura palaziale e ospitava
probabilmente gli spettacoli e le giostre con i tori.
I palazzi di Festo e Mallia ricalcano lo schema del Palazzo di Cnosso,
mentre ad Haghia Triada la struttura del palazzo si modifica in quella meno
ampia della villa.
L'architettura funeraria
L'architettura funeraria cretese presenta tombe a pozzo o a ipogeo (scavate
nella roccia) costituite da una stanza a cupola (Tholos) cui si accede
mediante un corridoio.
A Cnosso si trovano alcuni monumenti funerari più grandi, con ambienti
successivi a più livelli.
Mancano invece i templi, dal momento che il culto doveva essere praticato
nelle grotte della montagna o in apposite piccole sale dei Palazzi.
La pittura cretese
Gli affreschi del Palazzo di Cnosso, realizzati intorno al 1500 a.C. circa
(attualmente conservati al Museo Archeologico di Candia o Heraklion),
costituiscono il più interessante complesso pittorico cretese: realizzati
con pochi colori fondamentali (rosso, nero, ocra, bruno e turchino)
sull'intonaco di stucco bianco, mostrano un vivace gusto cromatico
nell'accostamento dei colori e un sicuro senso del disegno lineare nei
contorni sciolti e sinuosi.
Le figure sono rappresentate di profilo, con gli occhi grandi e allungati,
presentano vesti raffinate, atteggiamenti diversi e vivaci.
I particolari decorativi e naturalistici sono descritti con grande cura e
presentano spesso deliziose notazioni ambientali (pesci volanti,
uccelli, piante e animali descritti con naturalezza, libertà e fantasia).
Ne costituiscono un significativo esempio:
-la scimmia azzurra e il raccoglitore di croco (forse un'altra scimmietta: si
ritiene che sia una delle più antiche pitture cretesi) in un campo ricco di
notazioni naturalistiche;
-il portatore di Rhyton (nel lungo corridoio delle processioni che percorreva il
Palazzo con due fregi sovrapposti di Sacerdotesse e Portatori di offerte);
-il principe dei gigli: figura a bassorilievo in stucco colorato di grande
suggestione (definita un Principe-sacerdote) per l'espressione sognate
del volto e l'incedere sciolto e sicuro dall'elegante disegno lineare, che
presenta, secondo lo schema egiziano, la testa e le gambe di profilo e il
busto frontale;
-il salto del Toro: descrizione di giochi acrobatici di fanciulle collegati al culto
del Toro;
-il gruppo di dame dal sofisticato abbigliamento a seno scoperto e dalle
ricche pettinature;
-il busto di fanciulla detto la Paragina: raffinatissima immagine femminile
dai grandi occhi e dai riccioli indocili realizzata con pochi tocchi;
-la decorazione della Sala del trono con grifoni stilizzati e motivi
vegetali.
Da ricordare anche la decorazione pittorica del sarcofago di Haghia Triada
(Museo di Candia) con la rappresentazione di un rituale religioso connesso al
culto dei morti (libagione e sacrificio del toro, suonatrici e portatrici di offerte)
e gli affreschi dei palazzi di Festo e di Haghia Triada.
La ceramica minoica
Le più antiche ceramiche cretesi (del Periodo Prepalaziale) presentano
tipi di vaso decorati a incisione, tipo Pyrgos, a calice o con figure in
bruno sul fondo naturale o in bianco su fondo nero: le decorazioni sono
semplici, a spirali, figure geometriche e motivi vegetali.
Al periodo Protopalaziale del Minoico Medio appartengono invece le più
raffinate ceramiche dello stile di Kamares (dal nome di una grotta del
Monte Ida) con eleganti motivi decorativi lineari e vegetali dalla vivace
policromia su fondo scuro.
Nelle successive fasi del Minoico Medio la ceramica torna alla bicromia,
con figure scure su fondo chiaro decorate con uno stile nuovo o
naturalistico che presenta motivi marini, vegetali e spiraliformi.
Interpretati con vivace sensibilità decorativa e naturalistica, tipici
dello stile nuovo, sono i vasi con disegni di polpi (Vaso di Gurnià ecc.),
realizzati con vivace senso decorativo lineare.
Successivamente, nel Periodo Neopalaziale con lo stile del Palazzo si
accentuano gli aspetti di astrazione e semplificazione geometrica che,
nel periodo miceneo, saranno espressi dal cosiddetto stile schematizzato.
Altra caratteristica creazione cretese sono i tre vasi in steatite nera
trovati ad Haghia Triada che mostrano efficaci figurazioni di gusto
descrittivo e veristico:
-vaso dei Mietitori: con espressiva rappresentazione a rilievo di un
corteo di mietitori;
-rithon a forma di cornucopia: con scene di pugilato e giostra di tori;
-bicchiere con figure.
La scultura e l'oreficeria minoica
Mancano a Creta esempi di scultura monumentale, mentre sono state
rinvenute diverse statuette e piccoli rilievi in avorio, bronzo, maiolica e
terracotta:
-statuette in bronzo o in maiolica colorata della Grande Madre
rappresentata come Regina di Fiere (come la chiama Omero),
affiancata da due leoni o come Dea dei Serpenti rappresentata in piedi,
con l'abito cretese dal corpetto attillato che lascia i seni scoperti, con
la lunga gonna e in mano due serpenti: si tratta della raffigurazione di
quella che forse era la maggiore divinità cretese;
-statuette in terracotta di animali e figure umane (le più antiche
mostrano forme vicine all'arte cicladica); figure di oranti, Dea dei
Papaveri, Dea della Colomba ecc. del Minoico Recente;
-statuette in bronzo di oranti con la mano destra portata alla fronte;
suonatore di flauto, animali ecc.;
-statuette in avorio che raffigurano di solito un acrobata che balza sul
toro ecc.;
-placche in maiolica con rilievi di animali o di esseri fantastici;
-sculture in pietra: rari esemplari fra cui un vaso rituale a forma di
testa di toro in steatite nera con occhi in cristallo e madreperla e corna
dorate; testa di leonessa in marmo;
-oreficeria: vanno citate le due coppe auree di Vafiò (dalla località
della Laconia in cui sono state trovate) in cui sono rappresentate a
sbalzo la cattura dei tori selvaggi e il lavoro dei tori domati che
rappresentano, per la finezza e l'efficacia dei rilievi, uno dei maggiori
capolavori dell'arte cretese e dell'oreficeria antica;
-ciondoli in oro e pietre preziose a forma di api o di Dea dei Serpenti;
-sigilli: i sigilli minoici sono di forma circolare e spesso sormontati da
statuette (scimmie sedute ecc.).
Il toro, il labirinto e l'ascia bipenne
Il segno dell'ascia bipenne si trova a Creta inciso o dipinto con
straordinaria frequenza: l'ascia rappresenta infatti il simbolo della
divinità (del dio del tuono e del cielo) e l'emblema del potere reale e
della stessa Creta.
Dal termine labrys che designa l'ascia, è derivato il termine labyrintos
usato per indicare il mitico labirinto, mentre forse deriva dalla
designazione del Palazzo di Cnosso come Palazzo del Labrys o
dell'Ascia (che vi si trova frequentemente scolpita, come ad esempio
nell'atrio detto appunto delle Doppie Asce).
La leggenda di Teseo narra che il re Minosse (figlio di Zeus) fece
rinchiudere nel labirinto il Minotauro, essere semidivino ma
mostruoso. La testa di toro sul corpo umano: il mito riflette il culto del
toro (simbolo di energia, insieme celeste e tellurica e di fecondità,
paragonabile al culto egiziano del Bue Apis), di cui si trovano
numerose testimonianze nell'arte cretese sotto forma di immagini
taurine, come nei giochi e nei sacrifici rituali di tori.
LA CIVILTÀ MICENEA
Gli Achei, popolazione di guerrieri e conquistatori, stabilitisi nel Peloponneso
intorno al 2000 a.C., danno vita a una civiltà che, sebbene influenzata da
quella cretese, conserva spesso i caratteri arcaici di una società di guerrieri.
...
...La posizione sulla collina di Hissarlik in base alle indicazioni contenute nei
poemi omerici di cui riuscì, in tal modo, a dimostrare il fondamento storico e
reale.
Gli scavi di Troia rivelarono ben nove strati successivi corrispondenti ad
altrettante ricostruzioni della città esistente a partire dal Neolitico. La Troia
omerica si trova effettivamente nel settimo strati che presenta resti di una città
distrutta da un incendio e risalente a circa 2500 anni a.C.
A partire dall'età del Bronzo Antico, Troia appare come la capitale dell'Anatolia
occidentale, importantissima per la sua posizione strategica sulle vie degli
scambi fra l'Egeo e l'Asia. La guerra di Troia, che vede il crollo della sua
potenza, è avvenuta intorno al 1270 a.C. e segna il trionfo dell'espansione
degli Achei.
Nel 1874 Schliemann, trasferitosi a Micene e poi a Tirinto, riportò alla luce i
resti della civiltà micenea, dando inizio a una nuova epoca di scoperte
archeologiche.
LA CIVILTÀ CIPRIOTA
La civiltà cipriota merita un cenno per la particolare posizione geografica
dell'isola di Cipro, che la pone a stretto contatto con le culture sia orientali che
occidentali. Ricca di rame ed abitata sicuramente fin dal Neolitico, a Cipro si
sviluppano ben presto le civiltà d l Rame e del. Ronzo, in stretto contatto con
l'Anatolia, ma a differenza di Troia, non sembra che la sua civiltà si sia diffusa
all'esterno.
Successivamente entrerà nella sfera di influenza minoica e quindi in quella
micenea.
Fra le opere più interessanti dell'arte cipriota, oltre a numerose statuette e
idoli, va citato il modellino in terracotta che rappresenta un recinto sacro con
scene di culto.
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