La chiesa aveva acquisito sempre più potere. Aveva lasciato aperte rilevanti contraddizioni, relative alla sua guida. La cristianità, infatti, presentava due teste: il papa e l’imperatore. Al papa era affidata la direzione della vita spirituale e la salvezza dell’anima, all’imperatore la vita civile e il benessere materiale. Ciascuno dei poteri però faticava a non rompere i limiti del suo ruolo. I due poteri allora finirono, ponendosi in antagonismo e rivendicando ognuno la supremazia sull’altro. Il primo a elaborare una teoria che definiva la natura dell’autorità fu papa Gelasio I e affermò che al papa spetta l’AUCTORITAS, la facoltà di prendere in piena autonomia le decisioni che vincolano tutti gli uomini, all’imperatore invece la REGIA POTESTAS, il dovere di eseguire ciò che l’autorità dispone. Il papa si appellava al fatto che nel giorno del Giudizio Universale egli risponderà anche dell’opera svolta dai sovrani, quindi nessuno può pensare di porsi al di sopra dell’ufficio di colui che per ordine di Cristo è stato posto al comando della Chiesa Universale. La chiesa con il disgregarsi della dinastia carolingia si viene a trovare priva del solido appoggio dell’autorità regia, in balia delle alleanze dei signori locali che cominciarono a fondare chiese private affidate a ecclesiastici fidati. Tutto questo portò alla nascita di signorie ecclesiastiche. Per riaffermare il proprio potere gli imperatori della casa di Sassonia, introdussero la prassi dei vescovi-conti. Questi non potendo avere eredi legittimi garantivano all’imperatore che il feudo restasse sotto la loro proprietà. Tutto questo generò gran confusione di poteri. Ottone primo tanto emanò il PRIVILEGIUM OTHONIS nel 962. Gli ecclesiastici assunsero allora una condotta indegna alla loro condizione, così si fecero richieste di una riforma religiosa. Enrico II ed E. III si opposero al concubinato e il matrimonio. Niccolò II, in un sinodo ( “convegno” dal greco, differente dal concilio perché ha solo valore consultivo) per l’elezione del papa. Si aprì un duro scontro tra papato e impero. Papa Gregorio VII nel 1075 proibì ai vescovi di ricevere investiture, nel 1075 nel Dictatus Papae affermò l’universalità del potere pontificio con il diritto di deporre vescovi e imperatori indegni. L’imperatore convoca una dieta che decretò la deposizione del papa, il papa invece reagì scomunicando l’imperatore. La supremazia rivendicata dai pontefici fu contestata ampiamente dagli imperatori, il primo fu Federico I Barbarossa. Il progetto di Federico si fondava sulla restaurazione del potere imperiale su Germania e Italia, liberando quest’ultima dall’influenza del Papa. In Italia i Comuni esercitavano liberamente le prerogative regie, regalìe. Giudicava infondate le pretese papali ovvero quelle di donare all’imperatore il potere imperiale, ungendolo si limitava solo a consacrarlo. Dio, infatti, affida due spade una del potere civile all’imperatore e una del potere spirituale al papa. Federico discese in Italia nel 1154 dove assunse a Pavia la Corona D’Italia e l’anno dopo ricevette la consacrazione imperiale. Sconfisse il Comune di Milano nella seconda discesa nel 1158. Nel 1176 fu sconfitto dalla lega dei Comuni, schierati con il papa Alessandro III, poi nella pace di Costanza 1183 riconobbe le regalie ai comuni e la figura del papa. Innocenzo III poi Gregorio IX e Innocenzo IV ribadirono la supremazia dell’auctoritas. Si circondarono di giuristi funzionari per contrastare il potere politico. Innocenzo terzo si fece garante della lotta alle eresie e bandì una crociata contro gli Albigesi. Federico II e Ottone Di Brunswick si detennero il trono imperiale, fino alla battaglia di Bouvines nel 1214. In Sicilia ebbe una politica di accentramento statale. Nel 1231 promulgò le Costituzioni melfitane per porre fine alle usurpazioni dei baroni, e accentrò ogni potere nelle sue mani. Il primo scontro tra papa e imperatore si ebbe nel 1227 in occasione della perdita di Gerusalemme. Gregorio IX aveva esortato l’imperatore a indire una crociata. Federico decise di partire per una crociata, cercò di risolvere la situazione con la diplomazia. Riunificò territori del sud e nord dell’Italia e fu nuovamente scomunicato nel 1239 e infine deposto da Innocenzo IV. Per arginare i particolarismi i sovrani fecero ricorso all’istituzione del vassallaggio. In Francia troviamo la dinastia dei capetingi. Filippo Augusto divise il territorio in circoscrizioni territoriali, governate da Funzionari. Le regioni del nord furono divise in baliati e affidate ai balivi. Le regioni del sud divise in siniscalcati e affidate ai siniscalchi. Gli altri compiti furono affidati per appalto di società. Filippo II riportò sotto il controllo della Francia le regioni occidentali, strappandoli ai Plantageneti nella battaglia di Bouvines. Filippo Augusto e Luigi IX parteciparono alle crociate. Filippo IV il Bello nel 1296 emanò un provvedimento che sanciva la revoca dei privilegi fiscal del clero. Bonifacio VII rispose con una bolla Unam Sanctam nel 1302 in cui affermava la superiorità del Papa. Il papa fu dichiarato eretico e simoniaco dagli stati generali indetti da Filippo IV. Le truppe francesi catturarono il papa che sfuggì e si riparò ad Anagni. Fu eletto papa Clemente V e la sede pontificia fu sposta ad Avignone fino al 1377. In Inghilterra il monarca fondò la sua forza sui vincoli stretti con i suoi vassalli. Guglielmo nel 1066 vinse la battaglia ad Hastings contro l’esercito anglosassone. Divise i territori in shires e gli affidò a degli earl, e affidò la riscossione delle tasse agli sceriffi. Enrico II cercò di confinare il potere del clero con l’assise di Clarendon Riccardo Cuor di leone partì per una crociata e il trono vacante fu riempito dal fratello Giovanni, che prima perse i territori della Francia Occidentale e poi promulgò la Magna carta nel 1215 spinto dai sudditi per la sconfitta. Guerra dei cent’anni 1314 Si estingue la dinastia dei Capetingi: Filippo IV re di Francia detto il Bello muore senza lasciare eredi (i suoi tre figli erano morti prima di lui). Il problema del controllo sulle Fiandre che dal punto di vista politico erano legate alla Francia ma dal punto di vista economico erano legate all’Inghilterra che vi esportava i propri manufatti di lana. 1° FASE: supremazia del piccolo esercito inglese e indebitamento di Edoardo III 1346 battaglia di Crecy 1356 battaglia di Poitiers: il nuovo re di Francia Giovanni II è imprigionato. Pace di Bretigny 1360 il re di Inghilterra diviene sovrano di un terzo del territorio francese. (Aquitania con territorio ampliato e la testa di ponte di Calais.) 2° FASE: riscossa francese 1360-1380 Carlo V figlio di Giovanni II inizia una guerra di logoramento e nel 1374 riesce ad annullare gli effetti della pace di Bretigny. Nell’estate del 1392 il re di Francia Carlo VI perde il senno: si contendono il trono il duca di Borgogna, capo della fazione borgognona, e la fazione orleanista. Enrico V di Inghilterra si allea con i borgognoni e sconfigge ad Anzicourt nel 1415 gli orleanisti ed entra a Parigi. Le sorti di Francia saranno sollevate solo con la comparsa sulla scena di Giovanna d’Arco. La giovane contadina porta il popolo francese alla riscossa contro gli invasori. Carlo VII si proclama unico re della Francia. Borgogna Il duca Carlo il Temerario intese dare una continuità territoriale al suo regno conquistando anche la Lorena. Il disegno si scontrò con la volontà di Luigi XI. Scoppiò la guerra e Carlo fu sconfitto nel 1477 a Nancy. Il re di Francia decise l’annessione del borgogna al Regno di Francia. La successiva perdita di tutti i possedimenti inglesi in Francia, a eccezione di Calais (1453), fu il preludio del conflitto dinastico chiamata guerra delle Due Rose, che si svolse tra il 1455 e il 1485 ed oppose i due rami della famiglia reale, i Lancaster di Enrico VI e gli York, guidati da Riccardo Plantageneto. La svolta decisiva avvenne nel 1460, quando Riccardo fu ucciso in battaglia. La sua eredità fu raccolta dal figlio Edoardo che sconfisse i Lancaster nel 1461, fece prigioniero Enrico e riuscì a farsi acclamare re dal Parlamento con il nome di Edoardo IV.