Queste Istituzioni Analisi, opinioni e proposte http://www.questeistituzioni.it Siamo ancora al "whatever it takes"? Author : Oliviero Pesce Categories : Europa Date : nov 21, 2014 1/4 Queste Istituzioni Analisi, opinioni e proposte http://www.questeistituzioni.it 2/4 Queste Istituzioni Analisi, opinioni e proposte http://www.questeistituzioni.it Il 2015 comincerà con un'Europa in condizioni di regresso, certo. Un rapido esame delle differenze di popolazione, PIL, PIL pro-capite dei stati USA, delle quattro nazioni del Regno Unito e ancor più delle Divisioni amministrative della Repubblica Popolare Cinese, mette in luce come il concetto di area monetaria ottimale sia introvabile in natura. Quelle che effettivamente esistono sono aree nelle quali una moneta unica viene efficacemente regolata e gestita, con criteri quanto più possibile unitari e condivisi, sia sul piano della politica monetaria che di quella fiscale e più in generale della politica degli investimenti e della allocazione – pubblica e privata – delle risorse. Essendo ineliminabili alcune differenze intrinseche (il mercato finanziario di Londra non può essere gestito dal Galles, né quello di New York dal Montana) è auspicabile una specializzazione produttiva delle varie componenti all’interno di ogni area (agricoltura, risorse minerarie) fondata sulla natura, che ha ancora un certo peso. Soffermiamoci sulla globalizzazione. In un mondo nel quale la produzione si svolge nei settori più avanzati su scala planetaria piuttosto globale che non (come nel secolo scorso) multinazionale, e in cui ogni output contiene quote di input importati, a partire da larga parte di quelli energetici (petrolio, gas, carbone) l’idea di poter competere a partire da una valuta debole e svalutabile (senza neppure tenere conto dei costi finanziari in termini di spread e interessi passivi che questo comporta) è un portato della schiavitù – come ben aveva visto J.M.Keynes – delle costruzioni teoriche e di schemi mentali assunti acriticamente dal passato; senza neppure ricordare di alcune realtà storiche di quello stesso passato. Come la "clausola oro" o "clausole valutarie" sul debito pubblico di paesi fortemente indebitati con l’estero. La pretesa perdita di sovranità degli stati nazionali, non può essere imputata a terzi quando discende da un debito che tende a farsi insostenibile; assunto non per investire creando fonti di rimborso ma per coprire spese correnti. Tutto ciò premesso andiamo a riconsiderare i presupposti sui quali l’Europa è stata sempre basata e che si vogliono disattendere per interessi nazionali, oggi predominanti: gli out out del Regno Unito, il rigore indiscriminato e non bilanciato da misure collettive anticicliche. Presupposti, ancora una volta, assai miopi. Nel preambolo, i firmatari del trattato dichiaravano e via via confermarono di: essere determinati a porre le fondamenta di un'unione sempre più stretta fra i popoli europei; essere decisi ad assicurare mediante un'azione comune il progresso economico e sociale dei loro paesi, eliminando le barriere che dividono l'Europa; avere per scopo essenziale il miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei loro popoli; riconoscere che l'eliminazione degli ostacoli esistenti impone un'azione concertata intesa a garantire la stabilità nell'espansione, l'equilibrio negli scambi e la lealtà nella concorrenza; essere solleciti di rafforzare l'unità delle loro economie e di assicurarne lo sviluppo armonioso riducendo le disparità fra le differenti regioni e il ritardo di quelle meno favorite; essere desiderosi di contribuire, grazie a una politica commerciale comune, alla soppressione progressiva delle restrizioni agli scambi internazionali; voler confermare la solidarietà che lega l'Europa ai paesi d'oltremare e assicurare lo sviluppo della loro prosperità conformemente ai principi dello statuto delle Nazioni Unite; essere risoluti a rafforzare le difese della pace e della libertà e a fare appello agli altri popoli d'Europa, animati dallo stesso ideale, perché si associno al loro sforzo. 3/4 Queste Istituzioni Analisi, opinioni e proposte http://www.questeistituzioni.it Tali intenzioni si sono tradotte in concreto nell'istituzione di un mercato comune e di un'unione doganale ma anche in politiche comuni molto timide e assai determinate da parametri di bilancio adatti a contesti di sviluppo molto diversi e superati. È vero: per la sopravvivenza bisogna fare “whatever it takes”come affermava più di due anni fa il presidente della BCE Mario Draghi, ma è ancora possibile definire questo pressante whatever? Foto Wikipedia 4/4 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)