Le monde de Robert Wyatt. Rock Bottom et

Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
luglio 13, 2014
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Una serata dedicata a Robert Wyatt, il genio fondatore dei Soft
Machine e dei Matching Mole. Un omaggio voluto fortemente
da Craig Fortnam, leader della North Sea Radio Orchestra, e
specialmente concepito per il festival Les Nuits des
Fourvière.
Robert Wyatt non è un’icona. È piuttosto uno straordinario artista la cui
influenza sulla musica rock e pop è talmente grande da non poter essere
nemmeno lontamente quantificabile. Le sue collaborazioni infinite con
artisti come Elvis Costello, David Gilmour, Brian Eno, Carla Bley, Robert
Fripp, Fred Frith (solo per citarne alcuni) hanno prodotto magnifiche
creature musicali. Una discografia di altissimo livello ed il fatto di essere
un punto di riferimento per tutta una ricerca musicale posteriore, non
hanno impedito, però, al genio di Bristol di schivare elegantemente le luci
della ribalta e del successo planetario. Wyatt è quindi rimasto sempre un
po’ emarginato rispetto alla scena pop inglese e ciò ha permesso ad una
sorta di purezza di rimanere tale.
Les Nuits des Fourvière hanno accolto con grande entusiasmo la
proposta di Craig Fortnam, leader della North Sea Radio Orchestra,
collettivo che mette in relazione la musica romantica con il patrimonio pop
e folk che la penisola britannica ha saputo creare nella seconda metà del
ventesimo secolo. Una proposta che ha toccato profondamente anche il
diretto interessato, Robert Wyatt che, vedendo suonare il proprio lavoro da
altri musicisti, si è autodefinito come il “nonno della propria musica”. Un
progetto decisamente intrigante che unisce l’omaggio verso uno
straordinario protagonista del Novecento, con il versante maggiormente
portato alla ricerca musicale.
Sul palco dell’Odéon di Fourvière si sono quindi avvicendati numerosi
musicisti innamorati della musica nel Nostro, in un lungo concerto che, con
il necessario riferimento a quello straordinario capolavoro che è Rock
Bottom (1974), ha percorso buona parte dell’opera wyattiana, dai lavori
con i Matching Mole fino a Cuckooland del 2003.
La prima parte della serata ha visto toccare dalle dolcissime O’ Caroline e
Maryan, alle meno conosciute Shipbuilding e Free Will & Testament
fino alla celeste God Song, un po’ tutto il repertorio del batterista e
cantante inglese mantenendo, sempre, l’elegante ricerca tra pop e musica
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da camera tipica di Wyatt. Le sessioni di archi e di fiati, che ricordano da
vicino gli album della Penguin Café Orchestra, dipingono delicati
divertissement musicali mentre le voci creano spazi siderali che
riecheggiano quelle di gruppi come gli Hawkwind o di tutta la kosmische
musik. Una folle Pigs (In there) chiude un primo tempo musicale e lascia
lo spazio ad un medley ironico e giocoso orchestrato da Pascal Comelade e
Ivan Telefunken che, mischiando canzoni popolari del passato suonate con
strumenti infantili ed oggetti (una tazza, un innaffiatoio), hanno creato un
ideale e riuscito legame tra le due parti del concerto.
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Il secondo tempo è stato consacrato in toto all’album Rock Bottom,
partendo dalla dolce, ma sempre sul punto di partire verso abissi siderali,
Sea Song (ed in questo pericoloso gioco, la cantante Elise Caron ha
dimostrato una straordinaria sensibilità). Una batteria jazzata introduce A
Last Straw che si situa tra la visionarietà acida di Syd Barrett e il sound
della musica di Canterbury. Fiati antichi che virano verso un più moderno
free jazz sono all’onore in Little Red Riding Hood Hit The Road, e
anticipano la sottomarina e struggente Alifib che gioca su di un magnifico
« Not, nit, not, nit, no, not». Alife riprende il brano precedente ma gli
effetti degli acidi affossano il tutto in una situazione di incertezza estrema,
dove una voce tremolante che sembra officiare ad una celebrazione (come
non pensare alle orazioni di David Tibet dei Current 93?) va alla ricerca
tanto dell’agognata “Alifib” quanto di una terminologia che possa
significarla (in Rock Bottom, ma anche in altri lavori, Wyatt si libera elle
strette grammaticali e sintattiche per creare una propria lingua, un luogo
linguistico che possa trasporre il proprio universo interiore). Little Red
Robin Hood Hit the Road è un’altra pietra miliare della ricerca
wyattiana e l’ottima interpretazione data da Craig Fortnam e dalla sua
gioiosa pattuglia le dona la giusta intensità.
Il concerto si termina con I’m a Believer, la canzone scritta da Neil
Diamond e resa celebre dai Monkees, che anche Wyatt riprese nel 1974.
Le monde de Robert Wyatt è un omaggio amoroso, una dichiarazione
sincera e profonda nei confronti di un musicista che ha cambiato per
sempre il volto della musica britannica
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Une soirée de rêve nous a transportés dans la recherche musicale de Robert Wyatt, génie incontesté,
fondateur de Soft Machine et de Matching Mole, et créateur d’une trajectoire personnelle extraordinaire.
Craig Fortnam a dirigé un concert-hommage à cette merveilleuse figure de la musique britannique et, à
l’aide de Elise Caron, John Greaves, Pascal Comelade, Silvain Vanot, Ivan Telefunken, a bâti un des
moments les plus intenses du festival Les Nuits de Fourvière.
Lo spettacolo è andato in scena:
Odéon – Parc archéologique de Fourvière
6 rue de l’antiquaille – Lione (Francia)
sabato 12 luglio, ore 21.00
www.nuitsdefourviere.com
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Set
British Road
O’ Caroline
Free Will & Testament
Maryan
God Song
Forest
Shipbuilding
Pigs (In There)
Medley Pascal Comelade & Ivan Telefunken
Sea Song
A Last Straw
Little Red Riding Hood Hit The Road
Alifib
Alife
Little Red Robin Hood Hit The Road
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Il Festival Les Nuits de Fourvière, in coproduzione con L’épicerie moderne, presenta
Le monde de Robert Wyatt. Rock Bottom et morceaux choisis
Encore
I’m a believer
O’ Caroline
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