Clemente I - Composizione Testo e immagini

Cronologia e storia dei Papi
S. Clemente I (romano). 4° Papa. Governò anni 10, mesi 2,
giorni 10. Fu creato Pontefice nell’anno 90. Morì nel 100.
Clemente, quarto fra i Sommi Pontefici, era figlio di Faustino e di Matidia forse giudei. Nato a Roma fu battezzato
da S. Pietro che lo ordinò prima prete, poi vescovo, fino a
presceglierlo tra coloro che dovevano succedergli. Fu compagno di S. Paolo e lo coadiuvò nelle fatiche e nelle battaglie che, da buoni apostoli del Signore, combattevano per
la Santa Fede. Era molto amato dai fedeli e ben presto la
sua bontà si diffuse tanto in Oriente che in Occidente.
L’inizio del suo governo ebbe giorni difficili, perché
successe al Sommo incarico proprio nel periodo in cui il terribile Domiziano infieriva
con aspre persecuzioni contro i Cristiani che voleva sterminare in tutto il mondo. Non
risparmiò neanche Domitilla e il marito Flavio Clemente, suoi cugini, che condannò a
morte. Ciò fa pensare che anche Flavio Clemente fosse cristiano come sua moglie
Domitilla che aveva fatto del suo giardino sull’Ardeatina, un cimitero cristiano, divenuto poi quelle che oggi sono le Catacombe di Domitilla.
Anche S. Giovanni detto l’Evangelista, discepolo prediletto di Gesù Cristo, venuto
a Roma, era destinato a seguire la stessa sorte, sennonché sottoposto alla prova della
caldaia di olio bollente, ne uscì illeso. Fu sotto il Pontificato di Clemente che S. Giovanni per avere predicato l’Evangelo nell’Asia Minore, venne relegato da Domiziano
nell’isola di Pathos, nel mare Egeo, dove, nella grotta in cui viveva, ebbe le visioni
che sono narrate nell’Apocalisse da lui scritta in quei luoghi.
Per Clemente, fu una dura prova sostenere la tenace lotta contro Domiziano per
salvare più Cristiani possibile; e la sua virtù, la dignità del suo sapere e della sua
eloquenza riuscirono a disorientare gli avversari.
Si dice che fosse Patrizio di Roma, e alcuni autori ritengono che possa essere appartenuto alla casa imperiale dei Flavi, identificandolo col console Tito Flavio; ma
altri autori disconoscono le sue origini romane e la stessa sua nobiltà.
Clemente impegnò ogni suo potere per propagandare la fede di Gesù Cristo nelle
classi più illustri della società e nella corte stessa dell’imperatore, riuscendo, altresì, a
conservarla confutando e condannando gli errori degli Ebioniti e di alcuni Gnostici e
Doceti.
Una sua meritevole istituzione fu quella di aver creato in sette zone di Roma dei
notai ai quali diede l’incombenza di registrare con verità e diligenza gli Atti dei Martiri. Alcuni lo fanno autore delle norme sulle vesti sacre che i sacerdoti dovevano
osservare quando attendevano alle funzioni religiose, altri del canone e che diede
precisi ordinamenti ai riti, alle solennità, agli onori della gerarchia fissando l’apostolica liturgia della messa.
Per suo volere, molti predicatori del Vangelo si portarono nelle più lontane terre
delle Gallie e delle Spagne.
Quando cominciarono a verificarsi i primi dissensi all’interno della Chiesa di Corinto, si volle chiedere consiglio a Clemente, anche se, al governo di quelle lontane
terre d’Asia, era stato prescelto l’Apostolo S. Giovanni.
Clemente intervenne riuscendo a togliere ogni controversia, scrivendo una lettera, la famosa Lettera ai
Corinzi, che come attesta S. Ireneo, veniva letta pubblicamente per confortare e segnare il giusto cammino
ai fedeli, esortandoli alla concordia e alla pace fraterna.
In questa Lettera, che rappresenta una prova irrefragabile della somma autorità dei Papi, Clemente, ha
voluto esprimere con quale e quanta dignità tutti i
credenti riconoscessero l’alta carica dei successori di
Pietro e il cammino seguito dalla Chiesa Romana.
Le nuove scoperte intorno a questa memorabile ed
autentica Lettera, sebbene fatte da persone avverse,
confermano tale grande autorità. Tutta la legislazione
cristiana che è seguita, ha avuto in quella Epistola una
precisa condotta rinnovatrice di tutte le anime, che per
volere di Dio devono essere governate dal Vicario
di Cristo.
La Lettera ai Corinzi di Clemente I
Clemente scrisse molto e tutti i fedeli accettavano i
contenuta nel Codex Alexandrinus
suoi insegnamenti come se provenienti dallo stesso Dio. conservato al British Museum di
Ne fanno menzione l’Ireneo, il Clemente Alessandrino, Londra. Il passo si riferisce al martil’Eusebio e tanti altri.
rio di Pietro e Paolo in Roma e ai
Riuscì a salvarsi dalla ferocia di Domiziano e, morto proto-martiri romani.
questi, continuò il suo Pontificato sotto l’imperatore
(da: M. Besson, Saint Pierre et les
Nerva che sospese le persecuzioni contro i Cristiani;
origines de la primauté romaine).
ma non potè sfuggire alla persecuzione di Traiano, la
terza che subirono i Cristiani.
A Traiano, figlio adottivo di Nerva e suo successore all’Impero, se da un lato gli si
possono riconoscere le riforme politiche favorevoli all’Aristocrazia e al Senato, dall’altro non si possono nascondere le tristi azioni commesse contro i Cristiani che
conversero in quella feroce terza persecuzione durante la quale i Cristiani ebbero
molto a soffrire.
Traiano, amico di Tacito e di Plinio, era uomo di elevati sensi, chiamato perfino
“Padre della Patria”. Dietro segnalazione dei governatori di alcune province dell’impero, dove il Cristianesimo si era già tanto diffuso, dispose di non dare libera azione
alle persecuzioni e stabilì, con un rescritto imperiale, che professare il Cristianesimo
era un delitto che si commetteva contro l’Impero e che pertanto andava punito. Una
forma legale di persecuzione sopportata dai Cristiani dopo quella di Nerone.
Fu Traiano che fece relegare Clemente nel Chersoneso Taurico in Crimea. Qui
Clemente non smise mai di operare conversioni e miracoli, ma per poco, perché dopo
due anni, verso l’anno 100, l’imperatore lo fece gettare vivo in mare con un’ancora al
collo.
Il suo corpo venne raccolto dai Cristiani che gli diedero sepoltura a guisa di oratorio. Molto tempo più tardi, nell’807, i fratelli Cirillo e Metodio, apostoli degli Slavi ai
quali predicavano il Vangelo, portarono a Roma le sue reliquie che furono tumulate
sul Monte Celio, suo luogo di nascita, in una basilica che fu a lui dedicata.
Durante il suo pontificato, creò 15 Vescovi, 10 Preti e 11 Diaconi. Le Ricognizioni,
le Omelie dette Clementine, i Canoni Apostolici, le Costituzioni Apostoliche, la Liturgia Clementina e cinque Lettere in un primo tempo a lui attribuite, si scoprì poi, non
essere stati suoi lavori. Anche le famose Lettere sulla Verginità pare che non siano
state scritte da S. Clemente ma da Atanasio in quanto anche questi aveva scritto epistole alle vergini. (a cura di A.M.C.)
FONTI BIBLIOGRAFICHE
L. Tripepi. Ritratti dei Romani Pontefici, 1879.
Storia dei Papi. Calendario Ecclesiastico, 1904.
L. Von Pastor. Storia dei Papi, 1942-1955.
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