musica colta europea prima metà del 1900 Andati in scena per la prima volta nel 1937, i Carmina Burana di Orff sono oggi una delle più note composizioni di musica colta di quel periodo. Carl Orff (1895-1982) O Fortuna dai “Carmina Burana” O Fortuna, cambi di forma come la luna, sempre cresci o cali; l’odiosa vita ora abbatte ora conforta a turno le brame della mente, miseria e potenza dissolve come ghiaccio. Sors immanis Sorte possente et inanis, e vana, rota tu volubilis, volubile ruota, status malus, maligna natura, vana salus vuota prosperità semper dissolubilis, che sempre si obumbrata dissolve, ombrosa et velata e velata michi quoque me pure niteris; sovrasti; nunc per ludum ora al gioco dorsum nudum del tuo capriccio fero tui sceleris. offro la schiena nuda. O Fortuna velut luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem, egestatem, potestatem dissolvit ut glaciem. Sors salutis et virtutis michi nunc contraria, est affectus et defectus semper in angaria. Hac in hora sine mora corde pulsum tangite quod per sortem sternit fortem, mecum omnes plangite! Le sorti di salute e di successo ora mi sono avverse, sempre sono afflitto da tormenti e privazioni. In quest’ora senza indugio risuonino le vostre corde; a caso ella abbatte il forte: con me tutti piangete! La ‘Ruota della fortuna’ come appare nella Copertina della partitura dei Carmina Burana. Con questo lavoro il compositore tedesco Carl Orff musicò i versi di alcuni canti medievali del 1200 che erano stati ritrovati nel monastero di Beuren ( pronuncia “Boiren” ), nella Germania meridionale: “Carmina burana” in latino significa infatti “Canti di Beuren”. Il manoscritto, decorato con miniature, contiene 315 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena. Gli argomenti trattati sono i più vari che si possano immaginare: a fianco dei canti satirici si trovano quelli di argomento amoroso, seguiti da un gruppo di canti conviviali, dove si celebrano il divertimento e le bevute; l’ultimo gruppo contiene testi più propriamente religiosi, ma pare sia stato aggiunto alcuni secoli dopo. Gli autori di questi testi non erano certo dei monaci: si tratta dei clerici vagantes, vale a dire di studenti girovaghi che viaggiavano per l’Europa spostandosi da un’università all’altra per seguire le lezioni dei più rinomati insegnanti. Erano i figli di nobili e borghesi benestanti, gli unici a potersi permettere un’istruzione, e potevano girare per vari paesi senza problemi di comunicazione perché nel Medioevo, ancor più di quanto accada oggi con l’inglese, le persone istruite parlavano tutte una lingua comune: il latino. Orff non utilizzò la musica originale ma, scelti i testi che più lo ispiravano, ne diede una versione personale. Nacque così una cantata scenica, vale a dire una composizione cantata, suonata e con la partecipazione di ballerini e mimi. I brani sono in tutto 25, suddivisi in cinque sezioni più un prologo e un finale, costituiti proprio dal celebre “O Fortuna”. L’orchestra dei Carmina Burana è ricchissima, con una grande varietà di strumenti, fra cui moltissime percussioni, due cori e cantanti solisti. La prima rappresentazione, nel 1937, ebbe un immenso successo di pubblico, ma venne aspramente criticata da esponenti del regime nazista, che governava allora in Germania. La musica di Orff, in generale, era considerata da alcuni non abbastanza patriottica, gli si criticava l’uso di testi in latino e l’adozione di procedimenti di improvvisazione affini al jazz. Le musiche scritte per il suo metodo didattico erano forse troppo vicine alle idee della Bauhaus, il movimento artistico nato in Germania nel 1919 che voleva riportare l’arte a un livello più concreto e artigianale. Due pagine del Codex Latinus Monacensis, il testo medievale contenente i Carmina Burana La fama di Carl Orff non è legata solo alla sua attività di compositore. Egli diede un importantissimo contributo alla didattica musicale: insieme ai suoi collaboratori creò un sistema di insegnamento in cui la musica si combinava con il movimento e la danza. La sua raccolta di composizioni per i giovani musicisti si intitola Orff-schulwerke (cioè “lavori per la scuola”) ed è ancora oggi utilizzata e studiata da insegnanti e allievi. I compositori di musica colta dei primi decenni del 1900 in realtà cercavano di crearsi ciascuno uno stile originale che si distaccasse dal romanticismo del secolo precedente. Volevano essere diversi, “moderni” e al passo con i grandi cambiamenti che avvenivano nella società. Orff trovò la sua via alla modernità in uno stile molto scandito e ritmico, senza tante sfumature o intrecci polifonici. Era uno stile originale, molto diverso sia dalla musica classica che andava di moda, sia dalle canzoni diffuse dalla radio e dai dischi. Ciononostante riuscì a conquistare il pubblico, al punto che oggi i suoi Carmina Burana sono fra i brani di musica colta del primo novecento più venduti e riprodotti, utilizzati innumerevoli volte nei film, in televisione e, ancor di più, imitati dai compositori. Quando si vuole descrivere musicalmente un’atmosfera grandiosa, cupa e un po’ sinistra, ecco che spunta lo stile dei Carmina Burana. Il ritmo ossessivo del brano O Fortuna in realtà vuole suggerire il movimento incessante e fatale della ruota della fortuna, che a volte porta gli esseri umani all’apice del successo e a volte li precipita negli abissi della sventura.