SILVIA LISANTI CLASSE 3’B ANNO SCOLASTICO 2007/2008 Tesina finale per esame di 3°media Argomento principale: Il primo‘900 Ulteriori argomenti a completamento Elenco delle materie scolastiche e relativi argomenti trattati nella seguente tesina: Letteratura L’Ermetismo - Poeta : G. Ungaretti ( vita ed opere ) - Poesia: “ Fratelli “ ( testo e commento ) Storia La Prima Guerra Mondiale Geografia L’ Austria Educazione Artistica Il Futurismo - Pittore: Umberto Boccioni ( vita ed opere ) Educazione Musicale La Musica del primo ‘900 - Politonalità: ( Impressionismo ) - Musicista: Igor Stravinskj ( vita ed opere ) La Musica del ‘700 - Musicista: Mozart ( vita ed opere – collegamento con Austria ) - Musicista: Johann Sebastian Bach Tecnologia Il petrolio Scienze Il D N A Lingua Francese Film “ Les Choristes “ (C.Barratier-2004) -(trama e commenti) Lingua Inglese Film “ Edward Scissorhands ( Tim Burton -1990 ) -( trama e commenti ) - Complemento: Città di Dallas (USA), notizie sulla città ed avvenimenti (Assassinio di John F. Kennedy 1963) LETTERATURA IL ‘ 900 L‘ermetismo La poesia ermetica fu così chiamata nel 1936 dal critico Francesco Flora che con l’ aggettivo ermetico volle definire un tipo di poesia caratterizzata da un linguaggio difficile, a volte ambiguo e misterioso. I poeti ermetici con i loro versi non raccontano, non spiegano ma fissano sulla pagina dei frammenti di verità a cui sono pervenuti in momenti di grazia, attraverso la rivelazione poetica e non con l’ aiuto del ragionamento. I loro testi sono estremamente concentrati: molto significati si racchiudono in poche parole hanno in intensa carica allusiva, analogica, simbolica. La poesia degli ermetici vuole diventare “poesia pura” che si esprime con termini essenziali; anche la sintassi, spesso privata dei nessi logici, gli spazi bianchi e la pause lunghe e frequenti che rappresentano momenti di concentrazione, di silenzio e di attesa. I poeti ermetici si sentono lontani dalla realtà sociale e politica del loro tempo: l’esperienza della prima guerra mondiale, e quella del ventennio fascista, gli ha condannati ad una grande solitudine morale. Il poeta sicuramente più rappresentativo della corrente è Giuseppe Ungaretti. Giuseppe Ungaretti è nato ad Alessandria d’Egitto il 10 febbraio del 1888, da genitori italiani. Ungaretti era un grande amante della sua lontana patria e molte volte provava la voglia di ritornarci. Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso Al Cairo , lasciò l’Egitto e si trasferì a Parigi dove frequentò per due anni le lezioni alla Sorbonne e al College de France. Nel 1914 tornò in Italia dove partecipò alla campagna interventista e quando scoppiò la Prima guerra Mondiale si arruolò volontario come soldato semplice nel 19° reggimento di fanteria. Combattè sul Carso ed in seguito a questa esperienza scrisse le poesie raccolte dall’amico Ettore Serra . Nel 1919 venne stampata a Parigi la raccolta di poesie francesi chiamate “ la Guerra “ che sarà inserita nella seconda raccolta di “ Allegria di naufragi” pubblicate a Firenze nello stesso anno. Nel 1920 il poeta sposerà Jeanne Dupoix dalla quale avrà due figli Ninon e Antonietto. Nel 1936, durante un viaggio in Sud America gli venne proposto di insegnare letteratura italiana presso l’Università di San Paolo in Brasile ; decise di accettare e quindi di trasferirsi con tutta la famiglia. In questo periodo il figlio Antonietto morirà lasciando il poeta in un grande dolore. Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d’Italia per chiara fama di professore di letteratura moderna e contemporanea presso l’Università di Roma. Nella notte tra il 31 dicembre 1969 e il 1° gennaio 1970 scrisse la sua ultima poesia “ l’impietrito e il velluto. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno 1970. “FRATELLI” Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità Fratelli Commento della poesia Un inizio descrittivo e realistico che vede l’incontro di due soldati di reggimenti diversi , parole tremanti infrangono il silenzio della notte “ di che reggimento siete fratelli? “ Una parola affettuosa spezza il gelo del terrore. “ Fratelli “ . Il poeta la isola, lo spazio bianco tra strofa e strofa ne accentua il significato: il poeta vuole evidenziare, con tutte le sue forze, l’uguaglianza di tutti gli uomini innanzi ad un pericolo. E’ evidente come il poeta intende sottolineare la debolezza e l’incertezza che accompagna la condizione umana. Dal punto di vista stilistico Ungaretti, in questa poesia, usa termini essenziali ed immediati , poche parole scarne e crude, un termine che scandisce tutta la lirica : “ fratelli “ e delle pause necessarie ed efficaci. STORIA La Prima Guerra Mondiale (In particolare il ruolo e l’importanza che ebbe l’Italia all’interno di questo grande conflitto mondiale) Introduzione generale Il periodo che precedette il primo conflitto mondiale fu caratterizzato da un momento relativamente stabile e pacifico che degenerò a partire dal 1914: il mondo intero fu letteralmente sconvolto in proporzioni fino ad allora sconosciute. Questo conflitto vide impegnate 28 nazioni. Sono molte le ragioni per cui la prima guerra mondiale conosciuta anche come la “Grande Guerra “ si differenziò nettamente da tutte quelle che la precedettero. Per la prima volta furono coinvolte in un conflitto nato nel cuore dell’Europa anche le potenze extra-europee come Giappone e Stati Uniti. A contrapporsi in quello che divenne il conflitto mondiale furono due grandi schieramenti: le Potenze alleate (che comprendevano anche Gran Bretagna, Francia, Russia ,Italia e Stati Uniti) e gli Imperi Centrali ( Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria ) . Inoltre, la Prima Guerra Mondiale fu caratterizzata da parte di tutte le nazioni coinvolte, di uno spiegamento di forze senza precedenti e dell’utilizzo di nuove armi: gli aerei, inventati pochi decenni prima, i carri armati e i sottomarini. Fu introdotto anche l’utilizzo delle più devastanti armi chimiche. Ma, il motivo principale che differenziò la Prima Guerra Mondiale da tutti gli altri conflitti antecedenti, furono gli effetti: si trattò proprio di una guerra “ totale “ che coinvolse tutta la compagine degli stati belligeranti: non solo a livello bellico, ma anche economico, amministrativo e politico. Notevole, inoltre, l’utilizzo di mirate campagne propagandistiche. Cause del conflitto Le cause del conflitto sono da ricercarsi, da una parte, nella crisi dei rapporti internazionali europei, dall’altra, nella rapida e significativa ascesa della Germania a potenza navale, con conseguenti ripercussioni sul mondo coloniale. Inoltre, nei movimenti nazionalisti e irredentisti, specie nelle seguenti zone strategiche dell’Europa: Balcani, Alsazia, Lorena, Trentino e Trieste. Il pretesto fu dato dall’attentato a Sarajevo ai danni dell’erede al trono Francesco Ferdinando da parte di un indipendentista slavo. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia, la quale, rifiutandosi di scendere a patti emise la dichiarazione di guerra il 28 luglio 1914. Alleanze e Strategie Il sistema delle alleanze fu presto stabilito. Da una parte si schierarono l’Austria e la Germania e dall’altra l’Inghilterra, la Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia. La Germania invase quindi la Francia passando attraverso il Belgio violandone la neutralità cosa che suscitò scalpore in Inghilterra che scese in campo , per questo motivo, a fianco della Francia. L’intenzione tedesca era di portare avanti una “guerra di movimento” rapida e veloce, ma il tentativo fallì: il conflitto si rivelò lungo ed estenuante, in quel che fu definita una “guerra di trincea “. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale l’Italia assunse una posizione neutrale ma all’interno dell’Italia si erano formati due schieramenti: - i neutralisti e gli interventisti. Al gruppo dei neutralisti appartenevano : - i socialisti che ritenevano che la guerra fosse voluta dalle grandi potenze europee imperialiste e capitaliste; - i cattolici che seguivano l’orientamento dato dal Pontefice che si schierò contro la guerra anche se rimaneva il contrasto tra l’obbligato neutralismo della Chiesa e la lealtà al proprio Stato; - i giolittiani che sostenevano che l’Italia non era pronta per sostenere una lunga guerra e che avrebbe richiesto numerose risorse economiche e militari; Giolitti riteneva che l’Italia avrebbe avuto più vantaggi senza la guerra ed esserne neutrale come se fosse una vittoria. Al gruppo degli interventisti appartenevano : - gli interventisti democratici pronti alla cessione delle terre irredente; - i socialisti riformisti che ritenevano che solo sconfiggendo gli Imperi Centrali si poteva aspirare all’indipendenza nazionale e democrazia dell’Europa intera. Un ruolo importante fu dato dagli esponenti del sindacalismo rivoluzionario guidato da Mussolini: - i nazionalisti che vedevano nella guerra la possibilità di sostenere l’ambizione espansionistica; I liberali conservatori che vedevano nella guerra la possibilità di dare al Parlamento poteri straordinari per far finire le riforme giolittiane e puntavano a riottenere i territori del Trentino e Trieste. Dopo l’avanzata tedesca in Francia ed il blocco continentale operato dalla flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra. Il 26 aprile 1915 il governo Italiano si alleò segretamente con la “triplice intesa” (Inghilterra, Francia e Russia) stipulando il “patto di Londra “ attraverso tale accordo, l’ Italia si impegnava nella guerra contro l’Austria, in caso di vittoria, avrebbe dovuto ottenere le terre irredente di Trentino, l’Alto Adige, Trieste, Istria e della città di Valona in Albania. Il 23 maggio le truppe italiane entrano in guerra. Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione. Nel 1917 si ribaltò la situazione con l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti a fianco della Triplice Intesa ed il ritiro della Russia, impegnata entro i propri confini con la Rivoluzione. Situazione economica-politica L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, finchè l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche sulla vita economica e sociale del Paese. Ebbero infatti inizio una serie di scioperi e di manifestazioni tali da costringere il Governo di fare grandi promesse ai soldati, al fine di risollevare il morale, evitando defezioni ed annientamenti. Il 1918 fu l’anno decisivo, che segnò anche la conclusione della prima Guerra Mondiale con la vittoria della Francia. Sul fronte italo-austriaco, l’esercito italiano, guidato da un nuovo Generale Armando Diaz, riuscì a conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente alla pace. La conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolare la Germania, facendo prevalere gli interessi delle due potenze europee Francia ed Inghilterra. All’Italia furono concessi i territori di Trentino Alto Adige, Trieste e Istria. Dallo smembramento dell’Impero austro-ungarico nacquero quindi nuove realtà territoriali e politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Rimase però sospesa la questione di Fiume poiché non ne venne prevista l’annessione all’Italia. Fu così che, nel 1919 un gruppo di volontari, guidati dal poeta Gabriele d’Annunzio, prese possesso della città instaurandovi un governo definito Reggenza del Carnaro; in seguito la città di Fiume venne liberata con il trattato di Rapallo stipulato tra Italia ed Jugoslavia. Conclusione e Conseguenze Il periodo che seguì la fine del conflitto viene conosciuto come “ primo dopoguerra” La fine della guerra aveva ridisegnato la geografia dell’Europa e lasciato 10 milioni di morti sulle trincee di tutto il mondo lasciando nazioni con grandi difficoltà economiche. Le industrie che avevano prodotto materiale bellico durante la Grande Guerra dovevano essere riconvertite mentre il bilancio pubblico era stremato da un indebitamento vertiginoso. Il dopoguerra fu caratterizzato da un forte malessere sociale aggravato da una elevata inflazione. Le dure sanzioni poste alla Germania al termine della guerra e le condizioni di molte nazioni, furono condizioni di base che permisero regimi totalitari nel cuore dell’Europa : il fascismo in Italia, il nazismo in Germania ed il franchismo in Spagna. A livello internazionale, ad ogni modo, le soluzioni dei diversi trattati di pace si dimostrarono poco rispettose nei confronti delle varie identità nazionali, alimentando le cause che spinsero le potenze mondiali a scontrarsi in un nuovo devastante conflitto mondiale. La Seconda Guerra Mondiale era alle porte. GEOGRAFIA L’austria Cartina geografica prima della guerra mondiale TERRITORIO E CONFINI L’Austria e’ situata al centro dell’Europa e confina a Nord con la Germania e la Repubblica Ceca, a Sud con l’Italia e la Slovenia, a Est con la Slovacchia e Ungheria, a Ovest con la Svizzera e il Liechtenstein. DESCRIZIONE FISICA L’Austria tre volte e mezzo meno estesa dell’Italia presenta un territorio prevalentemente montuoso, formato quasi completamente dal versante Nord-Orientale del sistema alpino e in minima parte dall’estremità occidentale della pianura Ungherese, dal bacino del Danubio e dai protendimenti della Selva Boema. Al confine con l’Italia sorgono le Alpi Tridentine Camiche e di Caravanche, al centro dello stato sorgono gli Alti Tauri, le Alpi Noriche e i Bassi Tauri ed infine, al confine con la Germania e la Repubblica Ceca, le Alpi di Algovia, quelle Bavaresi e la Selva Boema. Il fiume più importante che attraversa l’Austria da Ovest a Est per 360 Km è il Danubio, l’unico ad essere navigabile; il suo percorso e’ ricco di affluenti: quelli di destra che provengono dalle regioni alpine e vanno ad ingrassare il Danubio accentuando le magre invernali, i principali sono: l’Inn che nasce in Svizzera e, dopo aver oltrepassato il Tirolo sfocia nel Danubio a Passau, il Traun che sfocia nel Danubio a Linz e la Drava che sbocca in Jugoslavia. Gli affluenti di sinistra sono di scarsa importanza. Il maggiore e’ la Morava che segna per un tratto il confine con la Cecoslovacchia. I laghi più’ numerosi e belli sono quelli alpini; il più vasto è pero il lago di Neusiedl (320 kmq), nelle pianure del Burgenland. CLIMA Il clima austriaco e’ continentale nella parte orientale (estati fresche, inverni non rigidi); clima alpino nelle aree di alta montagna, ove tuttavia le condizioni variano da luogo a luogo, secondo la disposizione dei rilievi e l’influenza dei venti. POPOLAZIONE, LINGUA E RELIGIONE La maggior parte degli abitanti e’ di stirpe germanica; vi sono minoranze di Sloveni, Ungheresi e Cechi . La popolazione e’ di 7.815. 000 abitanti; la distribuzione degli abitanti non e’ uniforme a causa delle condizioni fisiche, climatiche ed economiche. La maggioranza della popolazione parla il tedesco che e’ la lingua ufficiale, poi ci sono delle minoranze di lingua Ceca, Slovena e Ungherese. Il 90% circa degli abitanti professa il cattolicesimo; esistono alcune comunità protestanti e israelitiche. Cartina geografica attuale ORDINAMENTO DELLO STATO Nel 1915 dopo la prima guerra mondiale l’impero , una volta unificato dagli Asburgo, si frantumò: alcuni territori ottennero l’indipendenza e altri furono assegnati agli stati vicini: L’Austria ridotta ad 115 dell’antico territorio perse la sua importanza. Dopo essere stata annessa nel 193 8 dalla Germania nazista ne segui’ le sorti nel secondo Nel 1945 ha riacquistato l’indipendenza ma e’ rimasta sotto occupazione alleata fino al 1955, quando e’ stato firmato il trattato di pace con Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia. Il trattato impegna l’Austria a svolgere una politica estera di neutralità che escluda l’adesione a blocchi politici e militari, a non unirsi economicamente e politicamente con la Germania, a impedire il ritorno della monarchia degli Asburgo e la ricostituzione di organizzazioni naziste. L’Austria e’una repubblica parlamentare e federale, composta di nove Province largamente autonome. Il parlamento federale e’ formato da 2 camere: il consiglio federale e il consiglio nazionale. Capo dello Stato e’ il Presidente della Repubblica, eletto ogni sei anni a suffragio universale. ECONOMIA Le foreste occupano oltre 1/3 del territorio consentendo una grande produzione di legname che viene destinato principalmente all’esportazione dove viene avviato a cartiere, falegnamerie e mobilifici. L’agricoltura non è molto sviluppata e viene praticata nella valle Danubiana e nelle altre zone pianeggianti. L’agricoltura è moderna e sfrutta al massimo il poco terreno; tra le colture principali ricordiamo quella della barbabietola , delle patate e dei cereali. L’allevamento è molto sviluppato dato che il 25% del territorio è adibito a prati e pascoli: prevalgono i bovini e suini allevati col sistema dell’ alpeggio ,che alimentano le industrie casearie, dolciarie, ecc. Il territorio austriaco dispone di molti prodotti del sottosuolo: ferro,carbone,magnetite, salgemma e idrocarburi. Le industrie sono: chimiche, tessili, siderurgiche e meccaniche. Fiorente è l’artigianato: oggetti di cuoio, pizzi, cristallerie ( Tirolo ), porcellane, ceramiche e ferri battuti (Stiria ) . CURIOSITA’ Chi vuole seguire gli spostamenti di Beethoven a Vienna deve girare tutta la città. Il grande compositori fu un uomo irrequieto, sempre in cerca di una nuova dimora: dal suo primo alloggio in Alserstrasse 30, dove abitò nel 1792 appena giunto a Vienna fino alla casa dove morì nel 1827, Schwarzspanierstrasse 15, cambiò più di 30 volte indirizzo CUCINA Anche per i meno golosi è difficile resistere alla squisitezza dei dolci austriaci. Il dolce nazionale è lo strudel, fatta di pasta sfoglia farcita nei più svariati modi. Una leccornia per i bambini austriaci sono le Palatschinken, simili alle crépes francesi, generalmente ripiene di marmellata, ottimo spuntino all’ora della Jause(merenda). Fra le torte, la più nota e senz’altro la Sachertorte, inventata nell’omonimo viennese, circa un secolo fa. CITTA’ PRINCIPALI VIENNA La capitale dell’Austria. Dominio degli Asburgo. Tipico esempio di città imperiale e residenziale, conobbe nella tarda età barocca, un periodo di grande splendore architettonico. GRAZ Si trova nell’Austria sud-orientale ed è il capoluogo della Stiria. La città storica è ricca di monumenti e si trova sulla sponda sinistra del fiume Mur , il quale viene attraversato da sette ponti che portano sulla sponda opposta, dove sorge la città moderna. LINZ E’ stata fondata nel II secolo d.C. dai romani, oggi capoluogo dell’Austria superiore. La città comprende anche un porto fluviale lungo il Danubio ed ora il centro storico è ricco di monumenti. SALISBURGO E’ il capoluogo dell’Austria occidentale ed è anche una città molto importante dal punto di vista culturale ed artistico ( basti pensare che era la città natale di Mozart). INNSBRUK Città di alto valore storico e culturale. EDUCAZIONE ARTISTICA Il Futurismo Il Futurismo è il primo movimento d’avanguardia italiano del Novecento il suo centro di irradiazione principale fu Milano, soprattutto grazie all’impegno del poeta Filippo Tommaso Marinetti, anima e ideologo del movimento. È lui a pubblicare il Manifesto del Futurismo nel 1909, primo di una lunga serie di manifesti programmatici. Negli anni tra il 1909 e il 1910, attorno a Marinetti si riuniscono, a Milano, Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo, seguiti da Giacomo Balla e Gino Severini. I cinque artisti sono i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi, pubblicato nel 1910. Con questo atto inizia la fase eroica del Futurismo Italiano, definita anche “Primo Futurismo”. La fase “eroica”, rivoluzionaria, del Futurismo si esaurisce nel corso della prima guerra mondiale. Finito questo periodo, e scomparsi in guerra alcuni dei suoi interpreti principali (Boccioni, Sant’Elia), il Futurismo imbocca strade diverse. Alle defezioni e alle scomparse si succedono nuove adesioni. Per questa fase si parla di “Secondo Futurismo”. Nelle intenzioni degli artisti futuristi è centrale l’esaltazione del mondo moderno e di tutte le sue espressioni: la velocità, il mondo delle macchine, l’industrializzazione delle città. Più in generale, nel Futurismo è presente un approccio ottimista, positivo, verso il progresso che interessa tutti i primi vent’anni del secolo. In questa loro visione si avverte l’esigenza di un taglio netto, violento, con la tradizione e con l’arte del passato. Urge la ricerca di forme più adatte a interpretare i tempi nuovi. E queste forme sono la rappresentazione del movimento, il dinamismo e la vibrazione della luce. Nella loro spinta verso il futuro i futuristi si distinguono anche nelle manifestazioni interventiste agli albori della Grande Guerra. Marinetti stesso, nel Manifesto del Futurismo, definisce la guerra la “sola igiene del mondo”. Umberto Boccioni Nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882 da Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, genitori romagnoli trasferitisi in Calabria. Quando il padre è trasferito a Forlì, Umb erto ha pochi giorni di vita, e trascorre a Reggio Calabria la sua infanzia. Nel 1897 frequenta l’Istituto Tecnico ottenendo in seguito il diploma, dopo di che comincia a collaborare ad alcuni giornali locali. Nel 1901 si trasferisce a Roma presso una zia e frequenta lo studio di una cartellonista. È di quest’epoca il suo incontro con Gino Severini: ambedue diventano discepoli di Balla e lo deludono profondamente. Nell’aprile 1906 Umberto compie il primo viaggio a Parigi, dove resta fino ad agosto, per partire poi verso la Russia, cui ritorna nel novembre dello stesso anno. Si stabilisce a Padova, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia un altro viaggio verso la Russia ma l’interrompe a Monaco dove visita il museo. Al ritorno disegna, dipinge attivamente, pur restando inappagato perché sente i limiti della cultura italiana che reputa ancora essenzialmente “cultura di provincia”. Nel frattempo affronta le prime esperienze nel campo dell’incisione. Nell’autunno del 1907 si trasferisce a Milano, la città che in quel momento più di altre è in ascesa e risponde alle sue aspirazioni dinamiche. Diventa amico di Romolo Romani, frequenta Previati, di cui risente qualche influsso nella sua pittura che sembra rivolgersi al simbolismo. Diviene socio della Permanente. Dopo l’arrivo a Milano e l’incontro con i divisionisti e con Filippo Tommaso Marinetti, scrisse, insieme a Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, il Manifesto dei pittori futuristi (1910), cui seguì il Manifesto tecnico del movimento futurista (1910): obiettivo dell’artista moderno doveva essere, secondo gli autori, liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione. Quali soggetti della rappresentazione si proponevano dunque la città, le macchine, la caotica realtà quotidiana. Nelle sue opere, Boccioni seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. Benché influenzato dal cubismo, cui rimproverò l’eccessiva staticità, Boccioni evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori complementari. In quadri come Dinamismo di un ciclista (1913), o Dinamismo di un giocatore di calcio (1911), la raffigurazione di uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce efficacemente l’idea dello spostamento nello spazio. Simile intento governa del resto anche la scultura di Boccioni, per la quale spesso l’artista trascurò i materiali nobili come marmo e bronzo, preferendo il legno, il ferro e il vetro. Ciò che interessava era illustrare l’interazione di un oggetto in movimento con lo spazio circostante. Purtroppo pochissime sue sculture sono sopravvissute. Scultura presente sulla moneta da 20 cent italiana Tra le opere pittoriche più rilevanti di Boccioni ricordiamo Rissa in galleria (1910), Stati d’animo n. 1. Gli addii (1911) – in cui i moti dell’animo sono espressi attraverso lampi di luce, spirali e linee ondulate disposte diagonalmente – Forze di una strada (1911), dove la città, quasi organismo vivo, ha peso preponderante rispetto alle presenze umane. Durante il suo impegno bellico nella prima guerra mondiale, dove si era arruolato come volontario, dovette ricredersi riguardo la teoria futurista enunciata da Marinetti, secondo cui la guerra è “unica igiene del mondo”. Coniò quindi la sua famosa equazione “guerra=insetti+noia”. Morì, a causa di una banale caduta da cavallo durante un’esercitazione militare. EDUCAZIONE MUSICALE LA MUSICA DEL NOVECENTO Anche nella musica del Novecento è impossibile identificare pochi stili dominanti, è il segno di un ansia di trovare una risposta adeguata al bisogno di esprimersi attraverso la musica; è indice di vivacità e di dinamismo, che sono conseguenze del rapido evolversi dalla società, della varietà di stimoli nuovi che il musicista riceve dal contatto con le esperienze musicali di altre tradizioni, non più solo europee, ed alla presenza di nuove tecnologie ( la registrazione magnetica, gli strumenti elettrici ed elettronici, il computer, l’interazione con le arti visive nel cinema). DAL 1900 ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE I primi anni del ‘900 furono caratterizzati dalla crisi dei valori del romanticismo. La ricerca dei musicisti dell’epoca fu proprio orientata a modificare il linguaggio musicale, intervenendo soprattutto sulla successione dei suoni, così da imprimere nuovo carattere alla melodia ed all’armonia: si passò così gradualmente dalla scala diatonica al sistema atonale ( privo, cioè, di tonalità ), passando attraverso un uso sempre più spinto del cromatismo e delle dissonanze. POLITONALITA’ IGOR STRAVINSKY In musica l’impressionismo fu il tentativo di esprimere emozioni e sensazioni attraverso i colori, i timbri strumentali invece di servirsi della costruzione formale, principale strumento espressivo dei secoli precedenti. Il suo maggior rappresentante fu Debussy al quale igor Stravisky si ispirò continuando sulla linea di rottura, alternando e sovrapponendo, nelle sue composizioni, accordi appartenenti a tonalità diverse e usando un ritmo irregolare allo scopo di suggerire impressioni di irrequietezza , di dinamismo e di aggressività. Questa tecnica, che prende nome di “ politonalità “, si allontanava in modo definitivo dalla musica tonale che aveva caratterizzato tutta la tradizione occidentale del tardo RINASCIMENTO fino a tutto il ROMANTICISMO. Il pubblico parigino tuttavia non capì e non apprezzò affatto la prima opera di Stravisky, La sagra della primavera (1913), proprio per il linguaggio insolito che rifuggiva dalla piacevolezza perseguita in generale da tutti i musicisti precedenti, privilegiando una ritmica fino ad allora inusuale e armonie politonali assai audaci. L’opera è tuttavia considerata fondamentale nella storia della musica moderna. IL SECONDO SETTECENTO Hadyn, Mozart e Beethoven Il secondo è legato al nome di tre musicisti, che hanno saputo amalgamare tratti della musica italiana, francese, tedesca, del Barocco e dello stile galante, dello stile concertante italiano così come delle tradizioni solistiche italiane e francesi del violino e del clavicembalo. La grandezza di Hadyn, Mozart ( del quale parleremo nel dettaglio alla fine dia questa introduzione). Questi musicisti costituiscono quella che viene ricordata con il nome di Scuola Viennese , in quanto tutti e tre operarono prevalentemente a Vienna, contribuendo a farne il centro musicale più importante dell’ epoca. Breve biografia di Wolfgang Amadeus Mozart Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio del 1756; il padre, Leopold, era musicista e fu lui a dare l’educazione musicale al piccolo Amadeus e a sua sorella Nannerl. Leopold fece in modo di sfruttare al massimo le doti precoci dei due suoi figli; fece loro suonare alla presenza dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria suscitando lo stupore dei presenti. Nel 1763, iniziò per i piccoli Mozart una tournèe attraverso Monaco, Mannheim, Francoforte, Bruxelles e molte altre città importanti tra cui Parigi, fino ad arrivare a Londra l’anno seguente. Durante questo periodo Mozart imparò a suonare anche il violino e l’organo, mentre al clavicembalo destava ammirazione per le sue composizioni in stile elegante, ma anche come improvvisatore e come esecutore eccezionale. Nel 1767 i Mozart tornarono a Salisburgo e da questo momento il piccolo Amadeus (11 anni) cominciò a comporre ininterrottamente. Nel 1769 Mozart accompagnato dal padre viaggiò in Italia e fece tappa nelle maggiori città (Venezia, Milano, Bologna, Roma, Napoli) suscitando sempre molta ammirazione. Un fatto avvenuto a Roma fece accrescere la sua fama di ragazzo prodigio: Mozart ascoltò nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri (la cui partitura era gelosamente custodita) e, tornato a casa, la riscrisse a memoria tutta intera. Nel 1772 morì l’arcivescovo che proteggeva Mozart e per il quale egli componeva opere musicali; il giovane musicista non andò mai d’accordo con il nuovo vescovo, sino a quando, alcuni anni dopo, decise di dimettersi dalla corte dell’arcivescovo e lasciò Salisburgo. Per vivere impartiva lezioni e componeva musiche per chi gliele richiedeva, in varie città. Nel 1778 morì la madre Anna Maria e affranto dal dolore tornò a Salisburgo, ma nel 1781 decise di abbandonare definitivamente quella città per andare a vivere a Vienna. Qui nel 1782 si sposò con Costanza Weber ed ebbe l’incarico dall’imperatore di scrivere un’opera. Mozart compose Il ratto dal serraglio; negli anni successivi divenne amico di un italiano, Lorenzo Da Ponte, che divenne suo librettista per Le nozze di Figaro e per il Don Giovanni, opere teatrali che ebbero un successo travolgente. Nonostante il prestigio e la genialità del maestro, egli si trovava in condizioni economiche precarie oltre che in condizioni di salute non buone sin dall’infanzia. Ad aggravare tutto ciò fu la sopravvenuta morte del padre nel 1787. Altre sventure portarono il maestro ad un deperimento fisico grave e a condizioni economiche disastrose. A quei tempi i musicisti potevano guadagnare solo dando lezioni private o se qualche principe, arcivescovo o imperatore li stipendiava per scrivere delle opere musicali. Negli ultimi anni Mozart compose Il flauto magico e cominciò il bellissimo Requiem che, secondo la tradizione, gli fu richiesto da un misterioso personaggio vestito di nero che venne a trovarlo a casa sua. Il Requiem rimase incompiuto per la prematura ed improvvisa morte del maestro (avvenuta a soli 35 anni, a Vienna, il 5 dicembre del 1791). Il Requiem venne terminato da un suo allievo. Le cause della morte di Mozart rimasero misteriose: la leggenda narra che fu avvelenato da Salieri, musicista italiano. Mozart fu sepolto in una fossa comune a Vienna. Di lui, perciò, non resta nemmeno una tomba. Ma ci restano 676 opere catalogate, di tutti i generi e per tutti gli strumenti allora conosciuti,musiche bellissime che sono rimaste per sempre nella storia dell’umanità. Breve biografia di Johann Sebastian Bach Johann Sebastian Bach (Eisenach, 21 marzo 1685 – Lipsia, 28 luglio 1750) fu un compositore e organista tedesco del periodo barocco, di fede protestante, universalmente considerato uno dei grandi della musica di tutti i tempi. Le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi, bellezza artistica. Bach, esponente della famiglia di musicisti tedeschi più nota ai suoi tempi (il cognome “Bach” era addirittura usato come sinonimo di “musicista di corte”), operò una sintesi mirabile fra lo stile tedesco (di cui erano stati esponenti, tra gli altri, Pachelbel e Buxtehude), e le opere dei compositori italiani (particolarmente Vivaldi), dei quali trascrisse numerosi brani, assimilandone soprattutto lo stile concertante. La sua opera costituì la summa e lo sviluppo delle svariate tendenze compositive della sua epoca : il grado di complessità strutturale, la difficoltà tecnica e l’esclusione del genere melodrammatico resero tuttavia la sua opera appannaggio solo dei musicisti più dotati, e ne limitarono la diffusione su larga scala, in paragone alla popolarità raggiunta da altri musicisti contemporanei come Telemann o Händel. Dopo la sua morte, la sua opera rimase nella semioscurità per molti decenni, e, solo nel 1829, l’esecuzione della Passione secondo Matteo, diretta a Berlino da Felix Mendelssohn Bartholdy, riportò alla luce la grandiosità dell’opera compositiva di Bach, che è da allora considerata il compendio della musica contrappuntistica del periodo barocco. TECNOLOGIA Il Petrolio Il petrolio è una miscela naturale di idrocarburi (soprattutto carbonio e idrogeno) estratta dai giacimenti che si trovano nella crosta terrestre, a una profondità generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di metri. Come si forma il petrolio Si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e di piante che crescono sui fondali oceanici. La formazione del petrolio è un fenomeno iniziato molti milioni di anni fa, quando esisteva un’abbondante fauna marina, e che continua ancora oggi. I sedimenti depositati sul fondo degli oceani, accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse centinaia di gradi. Il fango e la sabbia si induriscono trasformandosi in argillite e arenaria, il carbonio precipita, le conchiglie si induriscono trasformandosi in calcare, mentre i resti degli organismi morti si trasformano in sostanze più semplici composte da carbonio e idrogeno, gli idrocarburi appunto, per dare origine al petrolio greggio e al gas naturale. Il petrolio ha densità minore dell’acqua salmastra che riempie gli interstizi dell’argillite, della sabbia e delle rocce di carbonati che costituiscono la crosta terrestre: tende dunque a risalire verso la superficie, passando dai microscopici pori dei più grossi sedimenti sovrastanti. E’ così che sbocca spontaneamente dalla superficie terrestre. -Viene portato alla superficie dalla pressione dei gas sotterranei o mediante pompe; viene poi raccolto in serbatoi e trasportato per mezzo di oleodotti o petroliere nei luoghi di lavorazione. -Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l’acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas naturale residuo. Viene poi immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna). -Dalla sua raffinazione si ottengono prodotti molto importanti come benzina, cherosene, oli per motori diesel, oli per riscaldamento, lubrificanti, oltre ad una serie di prodotti destinati alle industrie petrolchimiche. -Il nome petrolio deriva dalla parola latina petroleum, cioè “olio di roccia”. -Per la sua importanza nell’economia mondiale, il petrolio viene detto anche “oro nero”. La civiltà industriale dipende in larga misura dai derivati del petrolio. Solo negli anni Settanta (con la crisi derivante dai conflitti in Medio Oriente) la riduzione delle forniture petrolifere (e il conseguente rialzo dei prezzi) costringe i paesi industrializzati a cercare prodotti alternativi al petrolio, sia nel settore della produzione di energia, sia in quello industriale. Si distinguono tre classi principali di petroli, a seconda del tipo di idrocarburo prevalente: i petroli a base paraffinica, costituiti prevalentemente da paraffine (idrocarburi a catena aperta saturi, detti anche alcani); quelli a base naftenica, costituiti prevalentemente da nafteni (idrocarburi a catena chiusa saturi, detti anche cicloalcani); e quelli a base mista, nei quali le percentuali dei due tipi precedenti di idrocarburi sono pressoché uguali. Molto più rari e pregiati sono i petroli della “quarta classe”, detti a base aromatica perché costituiti prevalentemente da idrocarburi aromatici (formati da uno o più anelli benzenici, detti anche areni). Trivella utilizzata durante la prima Guerra Mondiale LA GUERRA DEL PETROLIO Petroliera risalente alla prima Guerra Mondiale Gli inglesi dorarono la propria flotta di motori nafta, decisione che si dimostrò vincente. La Royal Navy ne trasse molto vantaggio in termini di velocità di spostamento rispetto a quelle della Germania. La flotta inglese in Medio Oriente assicurava un flusso continuo di petrolio. La Gran Bretagna, inoltre, poteva contare su una presenza militare consistente nel protettorato britannico del Kuwait. Russia ed l’Inghilterra tenevano sotto controllo le regioni mediorientali, diventate riserve strategiche di carburante. Una guerra avrebbe danneggiato in modo irreversibile anche gli altri fronti bellici europei. Lo scoppio del primo conflitto mondiale mise fine alla collaborazione anglo-tedesca in Mesopotamia, attuata con la Turkish Petroleum Company. Sempre nel 1914 le forze militari inglesi in Kuwait occuparono i territorio meridionali dell’Iraq ottomano, conquistando Bassora. La conquista britannica era andò incontro alla resistenza araba e curda a nord ed a quella sciita a sud. Nel 1916, le forze aeronavali inglesi agevolarono la rivolta araba alla Mecca ed a Taif, ai danni della popolazione turca. Fu eletto un giovane leader capace di unire le tribù arabe: Feisal, affiancato dall’archeologo inglese Lawrence d’Arabia. Nel 1919 la Gran Bretagna conquistò i territori della Mesopotamia: le truppe inglesi entrarono a Damasco. Il conflitto si risolse a favore degli Alleati. Le proteste insistenti degli operai resero le industrie petrolifere russe di Baku al limite della produttività. Il blocco navale allo stretto dei Dardanelli sospese gli scambi marittimi con il resto del mondo. I tedeschi cercarono di conquistare le aree petrolifere mediorientali, alleandosi con la Turchia. La Germania dispose un’intera flotta di sottomarini, al fine di per intercettare le navi cisterna alleate. Nel 1917, la guerra tedesca causò l’intervento degli Stati Uniti. La guerra del petrolio giocò un ruolo determinante sull’esito della Prima Guerra Mondiale, che vide vincitrici le forze alleate nel 1918. SCIENZE Il D N A DNA o Acido desossiribonucleico Acido nucleico presente in tutti i viventi eucarioti e procarioti, in alcuni virus (detti virus a DNA) e nei prioni. Costituisce i geni dell’organismo e attraverso questi presiede alla sintesi delle proteine, molte delle quali sono enzimi. Esso, pertanto, svolge un ruolo fondamentale di controllo dell’attività della cellula. Tratti di molecole di DNA, avvolgendosi su particolari proteine dette istoni, formano i cromosomi. CARATTERISTICHE Il DNA è in grado di replicarsi, ovvero di formare copie della sua stessa molecola, permettendo lo svolgersi dei processi di divisione cellulare (mitosi e meiosi). Dal DNA, inoltre, può avvenire la sintesi di un altro acido nucleico, l’RNA: il dogma centrale della genetica afferma che tale processo può avvenire secondo un’unica direzione, cioè dal DNA all’RNA. In realtà, la scoperta dei retrovirus ha evidenziato che esistono eccezioni a questo principio, dato che, almeno in questi virus, da un filamento di RNA attraverso uno specifico enzima (detto trascrittasi inversa) può avvenire la sintesi di DNA. STRUTTURA MOLECOLARE La struttura del DNA fu spiegata attraverso il modello a doppia elica, proposto nel 1953 dal biochimico statunitense James Watson e dal biofisico britannico Francis Crick. Ogni molecola di questo acido nucleico può essere immaginata come una scala a pioli, i cui montanti sono composti da una sequenza di molecole dello zucchero desossiribosio e di gruppi fosfato, e i cui pioli corrispondono a coppie di basi azotate. Le basi azotate sono molecole che chimicamente appartengono al gruppo delle purine e a quello delle pirimidine. Nel DNA, in particolare, sono presenti l’adenina e la guanina (purine), la citosina e la timina (pirimidine). Esse si appaiano in modo che vi sia complementarietà di struttura tra una purina e una pirimidina; pertanto, l’adenina si appaia alla timina, la citosina alla guanina. L’appaiamento avviene mediante legami idrogeno. Della molecola del DNA è stato possibile determinare il peso, grazie allo sviluppo delle nanotecnologie. La misurazione è stata compiuta, infatti, utilizzando sistemi chiamati NEMS (nanoelettromeccanici), presso la Cornell University, e resa nota nel maggio 2005: il peso di una molecola è pari a 995.000 dalton, pari a un miliardesimo di grammo. NUCLEOTIDI, CODONI E CODICE GENETICO Nella molecola del DNA, l’insieme di una base azotata, della molecola di desossiribosio cui essa è legata e della molecola di fosfato, prende il nome di nucleotide. I nucleotidi si possono dunque considerare le unità fondamentali del DNA. Una sequenza di tre nucleotidi viene detta tripletta o codone, e, come è stato stabilito con la scoperta del codice genetico, essa corrisponde a un particolare amminoacido. Questa proprietà permette lo svolgersi della sintesi proteica (vedi RNA). La molecola di questo acido nucleico si avvolge su se stessa, assumendo la forma caratteristica che ha permesso di indicarla come “doppia elica”. REPLICAZIONE O DUPLICAZIONE Il meccanismo con cui il DNA produce copie di se stesso viene detto replicazione o duplicazione. La duplicazione del DNA avviene prima di ogni divisione cellulare, mitosi o meiosi, in modo che le cellule figlie ricevano ciascuna una copia del patrimonio genetico parentale. Per costruire una copia della molecola di DNA, i due filamenti della doppia elica si despiralizzano e si separano a livello dei legami idrogeno tra le basi; a questo punto, ciascun filamento funziona da stampo per l’assemblaggio di due nuovi filamenti complementari. Per azione dell’enzima DNA polimerasi, su ogni base di ciascun filamento originario vengono appaiate basi azotate complementari. Si formano, così, due nuove doppie eliche, ciascuna costituita da un filamento vecchio e da uno nuovo (per questo motivo la reazione di duplicazione viene detta semiconservativa). Ciascun filamento di DNA è circa 100.000 volte più lungo del cromosoma che lo contiene. Ciò è dovuto alla condensazione della molecola di DNA, che si avvolge su particelle di natura proteica, chiamate nucleosomi, appena visibili con i più potenti microscopi elettronici. A sua volta, la struttura formata dal DNA e dai nucleosomi si avvolge ulteriormente su se stessa più volte, fino a raggiungere lo stato di condensazione tipico del cromosoma. LINGUA FRANCESE Film : Les Choristes (di C. Barratier 2004) Les Choristes est un film français réalisé par Christophe Barratier et sorti en 2004. A notre époque, le chef d’orchestre Pierre Morhange apprend la mort de sa mère. Après l’enterrement, il reçoit la visite inattendue d’un de ses anciens camarades de classe, Pépinot, qu’il n’a pas revu depuis une cinquantaine d’années. Ce dernier lui apporte le journal de leur surveillant, Clément Mathieu.En 1949, Clément Mathieu est un professeur de musique au chômage. Il accepte un emploi de surveillant dans un internat, le « Fond de l’Étang », où sont placés des garçons difficiles. Rachin, le directeur, fait régner une discipline de fer et son mot d’ordre est : « Action, réaction ! ». Dès qu’un élève commet une faute, il est puni sans pitié. Devant sanctionner dès son arrivée celui qui a piégé la porte de l’infirmerie et blessé l’homme à tout faire, Mathieu se rend compte que les enfants ont davantage besoin de compréhension et de liberté. Il parvient à obtenir l’autorisation du directeur de former une chorale à partir de sa classe. L’histoire va être l’occasion de confronter deux visions de cette école : le directeur qui veut de la discipline et Mathieu qui cherche par la chorale à donner un but aux enfants. Mathieu échouera avec Mondain, un jeune confié à l’internat par un psychiatre, et que Rachin accusera à tort du vol d’une grosse somme d’argent appartenant à l’établissement et renverra. Cependant, le directeur doit composer avec ses bienfaiteurs, dont une comtesse qui participe au financement du pensionnat. Elle a entendu parler de la chorale et souhaite l’entendre avec ses amis. Mathieu va ainsi pouvoir montrer la réussite, notamment faire entendre la voix de Morhange, un garçon renfermé et buté face aux adultes, mais talentueux vocalement. Alors que le directeur est près de recevoir tous les honneurs dont Mathieu est seul responsable avec les enfants, au début de l’été, un incendie ravage une partie de l’internat (on comprend, en voyant Mondain roder dans les parages avec sa cigarette, que c’est lui qui est l’origine du sinistre). Heureusement, les enfants n’étaient pas dans l’internat lors de cet incendie. Mais le directeur cherchant la moindre occasion pour se débarrasser de Mathieu, il le renvoie sur le champ. Le surveillant quitte alors l’école, pensant que les enfants ne penseront à lui, mais reçoit de la fenêtre de sa classe une pluie d’avions en papiers sur lesquels les élèves expriment leurs remerciements et lui souhaitent une bonne vie. Réalisation: - Christophe Barratier Acteur(s): - Gérard Jugnot François Berléand Jean-Baptiste Maunier Kad Merad Scénario: - Christophe Barratier - Philippe Lopes-Curval Musique: - Bruno Coulais Décors: - François Chauvand Costumes: - Françoise Guégan Photographie: - Jean-Jacques Bouhon - Dominique Gentil - Carlo Varini Montage: - Yves Deschamps Producteur(s): - Arthur Cohn - Jacques Perrin - Gérard Jugnot DistributionPathé: - Budget: 5 500 000 € Durée: 96 minutes Sortie: 17 mars 2004 Langue originale: Français Pays d’origine: France LINGUA INGLESE Film : Edward Scissorhands (di Tim Burton 1990) Edward Scissorhands is the magnum opus of Tim Burton’s and Danny Elfman’s career. Watching this film cross between the perky super-saturated parody of American suburbia to the gray toned shadowy images of Gothic horror come together so well, it’s clear that the director had the entire movie plotted out in his mind far before the first scene was shot. If this script was given to another director who didn’t absolutely understand it the way Burton did, it could’ve been a miserable failure. The lowdown on the film is that Edward is a biological human (not a robot), but his inventor, Vincent Price, died before finishing him, so he’s stuck with these razor sharp scissors for hands (not quite human). Little scenes, like the brief flashback to where Edward is sitting on a table legless, listening contently to his inventor read a verse of poetry, is such a stark take on the inventor-creature/father-son relationship, nothing similar has ever appeared in another movie. He lives in the place where he was born, a mansion on a hill, until an Avon lady goes to sell some cosmetics. She discoverers Edward and decides to pull him down into the world he was secluded from. And what a harsh world it is. Edward is branded as a ‘freak’ because he doesn’t fit in, simply because he doesn’t have real hands. He falls in love but isn’t sure if he can experience it because he’s different. Everything he does is practically ruined because he can’t experience life when everything he touches is sliced into pieces. It’s somewhat like a modern Frankenstein, but with Danny Elfman’s haunting melodies replacing Victor’s curses to the heavens, it’s more keen on using subtlety. This is a classic because Edward just wants to fit in, which is exactly what we all want in life. There’s a piece of Edward inside all of us, and we can feel Edward’s pain as he struggles to fit in. This is a funny story, with Edward pruning hedges into T-Rexs, turning Husky dogs into poodles, and trimming flat and frizzy hair into works of art. This is a sad story, with Edward experiencing the death of his creator, the pain he’s caused to everyone he’s ever accidentally cut, and the way he won’t be accepted into society. This is a story about love, and the hate that can consume it. Here’s a story of a man we call a white crow but only a bit exaggerrated. A sad fairytale which looks like a real life too much - i’m sure you’ve met an Edvard Scissorhands in your life , not once , and even maybe you are him. People tend to judge each other by looks and are ready to use someone kind and naive, and irritation about soething unsubstantial easily takes over, and we often recognize a true love only when it’s too late ,and there’s nothing we can do, and it’s alright. I think this film is one of Burton’s best works - for me it’s much better than Batman , i’m sorry , because it’s way closer to reality. Geografia città di Dallas Dallas is the third-largest (as estimated by the United States Census Bureau on 1 July 2006) city in the state of Texas and the ninth-largest in the United States. The city covers 385 square miles (997 km²) and is the county seat of Dallas County. As of July 1, 2006, U.S. Census estimates put central Dallas at a population of over 1,200,000 people The city is the main economic center of the 12-county Dallas–Fort Worth metropolitan area—at over 6.1 million people, it is the fourth-largest metropolitan area in the United States. Dallas is also listed as a gamma world city by the Loughborough University Globalization and World Cities Study Group & Network. Dallas was founded in 1841 and formally incorporated as a city on 2 February 1856. The city’s economy is primarily based on the petroleum industry, telecommunications, computer technology, banking, and transportation. It is the core of the largest inland metropolitan area in the United States and lacks any navigable link to the sea Dallas’s prominence despite this comes from its historical importance as a center for the oil and cotton industries, its position along numerous railroad lines, and a strong industrial and financial sector. John F. Kennedy assassination The assassination of John F. Kennedy, the thirty-fifth President of the United States, took place on Friday, November 22, 1963, in Dallas, Texas, USA at 12:30 p.m. CST (18:30 UTC). John F. Kennedy was fatally wounded by gunshots while riding with his wife Jacqueline Kennedy Onassis in a Presidential Motorcade. The ten-month investigation of the Warren Commission of 1963–1964, the United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) of 1976–1979, and other government investigations concluded that the President was assassinated by Lee Harvey Oswald. This conclusion was initially met with widespread support among the American public, but polls conducted after the original 1966 Gallup poll show a majority of the public hold beliefs contrary to these findings.[1][2] The assassination is still the subject of widespread speculation and has spawned numerous conspiracy theories, though none of these theories have been proven. before... ... a few seconds later