Le corde vocali - Istituto diocesano di Musica Sacra

Corso di Vocalità
Prof Sac. Marco Colonna
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Le corde vocali
Le corde vocali umane sono formate da due elementi muscolo-tendinei rivestiti da una
mucosa che “scivola” sul muscolo grazie ad un cuscinetto di gel definito “spazio di
Reinke”. All'esame laringoscopico appaiono come due nastri di colorito bianco-grigiastro.
Le vibrazioni della mucosa cordale generano le onde sonore che costituiscono la voce
umana.
Le corde vocali sono contenute in una struttura cartilaginea definita LARINGE.
I muscoli delle corde vocali sono soggetti ad un controllo molto complesso da parte del
sistema nervoso che consente una estrema capacità di modulazione della tensione,
variando la quale si ottengono le molteplici tonalità che caratterizzano la voce.
In realtà le corde vocali sono un generatore di vibrazioni armoniche, tali
vibrazioni, generate dentro la laringe, vengono poi articolate dai muscoli
dell’orofaringe, dalla lingua, dalle labbra e si trasformano in un suono ben
codificato.
Nei bambini prima della pubertà, non si notano grandi differenze. Con la pubertà
subentra la differenziazione sessuale per cui la laringe, a seconda che prevalgano gli
ormoni femminili (estrogeni) o maschili (progesterone) si sviluppa differentemente. Nel
maschio la laringe si allarga, le corde si allungano, compare una deformità nella
cartilagine tiroidea definita pomo d’adamo e la voce acquista una tonalità bassa. Nella
femmina la laringe resta più minuta e le corde restano più corte mantenendo una
tonalità più alta. Tale fase viene definita mutazione della voce ed è molto veloce nel
maschio mentre può protrarsi per molti mesi o addirittura anni nelle donne.
Il funzionamento delle corde vocali è fortemente influenzato dal nostro stato emotivo.
I legami tra la voce e le nostre emozioni sono profondi e spesso legati alla nostra cultura.
Ciò è dovuto al fatto che la voce, oltre a veicolare informazioni con le parole, è carica di
contenuti non verbali: si tratta di intonazioni, particolari melodie e variazioni del timbro
che tutti noi apprendiamo ed utilizziamo in modo inconscio e trasmettono dei messaggi
che trascendono il mero contenuto della conversazione.
Esistono inoltre una serie di alterazioni vocali legate allo stato psicologico.
CORDE VOCALI
Enciclopedia Italiana (1931) di Guglielmo BILANCIONI - Giovanni
MINGAZZINI
Si chiamano così, in anatomia, importantissime formazioni della laringe. La cavità di
questa si va restringendo sino alla glottide o rima glottidea: qui la mucosa si solleva
d'ambo i lati in due spesse pliche trasversali che vanno, da avanti in dietro, dalla base
dell'epiglottide ai processi vocali delle aritenoidi. Le due superiori si dicono corde vocali
false, le due inferiori corde vocali vere o labbra vocali. Fra le prime (meno sporgenti
verso la linea mediana della glottide) e le seconde, si trovano i seni o ventricoli di
Morgagni: essi lasciano spazio sufficiente alle corde per vibrare e producono un secreto
che inumidisce la mucosa laringea (figg.1-3j.
Nelle corde vere le fibre elastiche del derma, molto sviluppate, formano fasce compatte,
cuneiformi in sezione trasversale, ricoperte da epitelio piatto. Nelle false, tale tessuto è
meno abbondante e la mucosa è ricca di tessuto adenoide, più copioso alla superficie dei
ventricoli e nella faccia postero-inferiore dell'epiglottide. Le corde vere sono estensibili
e retrattili senza lasciar pieghe e conservano regolari i margini liberi destinati a vibrare
per la corrente espiratoria.
Dalla loro inserzione anteriore nella tiroide, fino ai processi vocali delle aritenoidi, le
corde limitano la rima vocale o legamentosa della glottide, che nell'uomo adulto è lunga
17-18 mm., nella donna 12-13. Il segmento posteriore della glottide, lungo 7-8 mm.,
limitato dai margini mediali delle basi delle aritenoidi, si dice rima respiratoria o
intercartilaginea.
Sulle corde vere la mucosa s'assottiglia e aderisce saldamente e sul margine libero si fa
bianca, semi-trasparente; al di sotto ritorna ordinaria e si perde in quella tracheale.
Sotto la membrana limitante, coperta dall'epitelio, sono disposte numerose ghiandole,
varie per grandezza.
Elemento importantissimo delle corde vocali vere sono alcuni fasci muscolari, che fanno
parte della muscolatura intrinseca della laringe, il compito dei quali è d'allargare e
restringere la glottide, tendere o rilasciare le corde.
La dilatazione della glottide ha per ordegni precipui i due crico-aritenoidei (postici), i
quali determinano la rotazione delle basi delle aritenoidi intorno al loro asse verticale e
quindi l'abduzione delle corde, la dilatazione della glottide (funzione respiratoria della
laringe). La loro paralisi produrrà dispnea inspiratoria per strettura abnorme della rima
glottica, ma non notevole disturbo di fonazione.
Il restringimento della glottide (adduzione delle corde) è determinato: a) dall'aritenoideo
trasverso, che fa scivolare verso la linea mediana le basi delle aritenoidi; b) dai tiroariepiglottici e dai tiro-aritenoidei esterni, che, con l'aritenoideo trasverso, costituiscono
una specie di sfintere della laringe: i due primi, dal punto d'attacco alla faccia interna
della tiroide, dirigono le fibre in dietro, attraversano obliquamente le facce posteriori
delle aritenoidi decussandosi sulla linea mediana, decorrono lungo la plica ariepiglottica e si fissano alla base dell'epiglottide; i secondi dalla parte inferiore dell'angolo
interno dello scudo tiroideo si dirigono in dietro e in alto verso i processi muscolari
aritenoidei; c) dal crico-aritenoideo laterale, che decorre obliquamente da dietro in
avanti e dall'alto in basso, in direzione antagonistica a quella del crico-aritenoideo
posteriore.
La tensione delle corde è effettuata: a) dai crico-tiroidei retti e obliqui, che nel contrarsi
diminuiscono la fessura esistente in avanti fra tiroide e cricoide, elevando la parte
anteriore della cricoide (la più mobile) verso il margine antero-inferiore della tiroide
spostabile meno facilmente e abbassando il castone cricoideo e perciò le aritenoidi, che
vi sono sovrapposte; b) dalla sinergia dei genio-ioidei e tiroidei, i quali sollevando la
tiroide rendono più efficace l'azione rotatoria dei crico-tiroidei intorno all'asse trasverso
delle articolazioni crico-tiroidee.
Il rilasciamento delle corde è passivo, quando cessano d'agire i tensori: fatto coordinato
in modo automatico alla fase inspiratoria del torace; attivo per i tiro-aritenoidei interni,
che accompagnano le corde dall'angolo interno tiroideo ai processi vocali: nel contrarsi
in toto avvicinano i processi vocali alla tiroide, rilasciano quindi le corde. In essi W. F.
Ludwig distingue due porzioni: una ari-tiroidea già nota, l'altra ari-vocale (muscolo di
Ludwig). Il tratto ari-vocale, dall'estremo inferiore della faccia anteriore dell'aritenoide
decorre in fasci paralleli verso la membrana vocale, in cui termina da dietro in avanti:
le fibre più brevi immediatamente davanti al processo vocale, le più lunghe presso la
tiroide.
L. L. Jacobson (1887) ha portato luce sulla complessa struttura del tiroaritenoideo
nell'uomo, confermando quindi l'esistenza del muscolo di Ludwig, al quale attribuisce il
potere di modificare l'altezza dei suoni vocali. Dimostrò inoltre l'esistenza di fibre
trasverse, che corrono in senso normale alle prime, dalla faccia interna della tiroide
all'orlo del legamento vocale (muscolo tireo-vocale di Jacobson), la cui contrazione
produce, nella parte mediana delle corde, abduzione di esse e concorre a modificare lo
spessore e la tensione nell'intonare i suoni di varia altezza.
L'azione dei muscoli intrinseci della laringe viene dunque a esplicarsi sulle aritenoidi e
sulle due corde vocali, producendo i varî effetti di dilatazione e di restringimento della
rima vocale, sia nella parte intercartilaginea, sia in quella interlegamentosa o in
ambedue, in modo sincrono; poi accorciamento o allungamento nel senso anteroposteriore delle stesse corde; e infine aumento o diminuzione del loro spessore, con
consecutiva fissazione e limitazione delle sue regioni laterali, capaci di vibrare. La
regolarizzazione della tensione e della lunghezza delle parti vibranti - nel senso anteroposteriore e laterale - produce la perfetta intonazione della corda vocale ed è in
conseguenza della squisita graduazione innervativa delle diverse coppie di muscoli
antagonisti. Il senso di tensione avvertito nell'organo laringeo nel canto dimostra che
tutti i suoi muscoli sono attivi e la formazione dei diversi suoni, le sfumature d'intensità
e il loro ascendere e discendere nella scala musicale, dipendono dalle combinazioni nel
grado di loro attività. In alcuni artisti si ha in alto titolo questo senso d'innervazione
della laringe, che può essere avvertito anche nel linguaggio interiore e nel pensare i
suoni; in essi ciò basta per risvegliare immagini di moto dell'organo vocale. (Vedi anche
fonazione).
Paralisi delle corde vocali. - Consiste nella perdita (paralisi) o nella diminuzione (paresi)
della motilità di questi organi o più esattamente di uno, di più o di tutti i muscoli
intrinseci della laringe adibiti a tendere, abduire e addurre le corde medesime; perdita
che dà luogo a disturbi più o meno gravi della fonazione e della respirazione. La causa
di esse risiede per lo più in una lesione (nevrite, compressioni, ferite) uni- o bilaterale
dei nervi laringei superiore e inferiore; più raramente da lesioni dei nuclei bulbari del
nervo vago (tabe, emorragie, rammollimenti) ed eccezionalmente da lesioni dei centri
corticali dello stesso nervo. Vi sono poi paralisi e paresi delle corde vocali di natura
funzionale (isteriche), le quali si distinguono dalle paralisi organiche perché insorgono
e scompaiono rapidamente in rapporto a stati emotivi intensi e a traumi psichici e
perché s'accompagnano spesso a bolo isterico e non a tosse laringea. Le paralisi
organiche delle corde vocali sono uni- o bilaterali e interessano o tutti i muscoli innervati
dal nervo laringeo inferiore (n. recurrens) o uno di essi, ovvero i muscoli innervati dal
laringeo superiore. La paralisi bilaterale da lesione dei nervi ricorrenti dà luogo, nella
fonazione e nella respirazione, all'impossibilità della chiusura e apertura della glottide,
che si presenta in posizione cadaverica: le corde vocali, cioè, all'esame laringoscopico,
appaiono assottigliate e immobili; clinicamente si ha afonia assoluta e impossibilità di
tossire con forza, respirazione forzata rumorosa e, raramente, dispnea. Nella paralisi
d'una delle corde vocali per lesione unilaterale del nervo ricorrente, l'esame
laringoscopico dimostra l'immobilità della corda vocale e della cartilagine aritenoide,
con obliquità della rima della glottide verso il lato paralizzato; la fonazione si può
effettuare abbastanza bene, la voce è debole ma più alta e russante. Nelle paralisi dei
muscoli adduttori (destinati a chiudere la glottide) all'esame laringoscopico s'osserva,
durante la fonazione, che la rima glottidea è beante in posizione inspiratoria; la voce è
afona. La paralisi isolata d'uno dei muscoli adduttori è piuttosto rara e diagnosticabile
solamente all'esame laringoscopico. La paralisi bilaterale del muscolo abduttore (m.
cricoarytaenoideus posterior) destinato all'apertura della glottide è una lesione
piuttosto grave per i disturbi della respirazione che l'accompagnano; all'esame
laringoscopico le corde vocali si presentano strettamente ravvicinate tra loro; la
respirazione tranquilla è indisturbata; nella respirazione più attiva (sforzi corporei)
compare dispnea inspiratoria accompagnata da stridore inspiratorio, mentre
l'espirazione e la fonazione rimangono normali (fig. 4).