Anoressia e Terapia Familiare Monica Premoli Polo Clinico Idipsi Piacenza Il contributo di Mara Selvini Palazzoli • "Paradosso e Controparadosso" (Selvini Palazzoli e al., 1975) • "I giochi psicotici nella famiglia" (Selvini Palazzoli e al., 1988). • "Ragazze anoressiche e bulimiche" (Selvini Palazzoli e al., 1998) Tre Varianti del Modello Sistemico • Modello della variante paradossale – Selvini con Boscolo, Cecchin e Prata (negli anni 1971-1978); • Modello della prescrizione invariabile - trattato da due diverse équipe della Selvini: quella con Prata e quella con Cirillo, Matteo Selvini e Sorrentino (dal 1979); • Modello dello svelamento del gioco - Cirillo, Matteo Selvini e Sorrentino (dal 1982 fino al 1987). Protocollo di Trattamento • Il sintomo del paziente è collegato a processi disfunzionali nella famiglia ed in particolare ad un invischiamento del paziente nei problemi irrisolti dei suoi genitori. Il sintomo è così posto in collegamento diretto con le relazioni nella famiglia. E' l'espressione di un problema familiare. • Attraverso un processo di riflessione ed ipotizzazione viene messo a fuoco il "gioco" delle relazioni nella famiglia (presa di coscienza e svelamento) ed il loro impatto sul sintomo del paziente. • Il cambiamento può essere indotto e facilitato attraverso prescrizioni o rituali che consentono nuove esperienze relazionali correttive. Protocollo di Trattamento • Fin dalla prima seduta è coinvolta tutta la famiglia nucleare (i conviventi). Possono essere più avanti convocati i soli genitori. Non sono previste altre convocazioni differenziate e parallele (ad esempio genitori da una parte e figli dall'altra). • La terapia è breve ed in linea di principio non deve superare le dieci sedute. • Le sedute sono tenute con l'intervallo di almeno un mese l'una dall'altra. • La relazione terapeutica è basata sulla direttività e su interventi provocatori (paradossali). • Si lavora in équipe con la supervisione diretta grazie all'uso dello specchio unidirezionale. Non è prevista la collaborazione con precedenti curanti del paziente e della famiglia, né con uno psichiatra che somministri dei farmaci. Il Metodo Paradossale • Nella variante paradossale è centrale un'alleanza di tipo implicito e provocatorio con il paziente che viene sfidato a continuare nel suo comportamento problematico e sintomatico in quanto utile sacrificio a favore di altri membri della famiglia. • La tecnica della connotazione positiva diventa indispensabile per non perdere l’ingaggio della famiglia. Il Metodo della Prescrizione Invariabile • Nella variante della prescrizione invariabile il paziente (con gli eventuali fratelli) è invitato solo alle prime due sedute, nella quale il rapporto con lui è analogo a quello della variante paradossale. Successivamente la terapia prosegue con i soli genitori, che ricevono una serie invariabile di prescrizioni, nella direzione di creare o rafforzare una forte alleanza tra loro e con i terapeuti, alleanza finalizzata a spingerli nella direzione di una maggiore autonomia e disinvischiamento sia dai figli che dalle rispettive famiglie estese. Il Metodo dello Svelamento del Gioco • Nella variante dello svelamento del gioco (utilizzata anche nei casi in cui la prescrizione invariabile era impossibile, in quanto c'era un unico genitore o la paziente era sposata) si torna a privilegiare la ricostruzione interpretativa delle relazioni familiari (ipotizzazione), per discuterla però in modo diretto e non attraverso interventi provocatori, come nella variante paradossale. Il contributo di Minuchin • Il Modello Psicosomatico. secondo questo autore esistono quattro modelli differenti di funzionamento familiare che possono essere così disfunzionali da generare psicopatologia: • • • • Invischiamento Iperprotezione Evitamento del conflitto Rigidità L’invischiamento • Alto grado di coinvolgimento ed attaccamento reciproco tra i membri della famiglia, in una percezione scarsamente differenziata di sé e degli altri e con confini deboli tra i sottosistemi familiari che fanno si che le gerarchie vengano confuse. L’iperprotettività • Famiglie con importanti livelli di coinvolgimento emozionale, dove ogni segnale di malessere, di uno o più membri, muove tutto il nucleo ad assumere atteggiamenti eccessivamente protettivi, che limitano l’autonomia e lo sviluppo degli interessi esterni al gruppo. L’evitamento del conflitto • Famiglie con una tolleranza alle frustrazioni molto bassa e che, non sopportando il disaccordo, soffocano i problemi al loro nascere o li negano. Queste sono famiglie che imparano a convivere con grandi conflitti irrisolti e che trovano modalità comportamentali funzionali alla loro disfunzione. La rigidità • Il nucleo familiare pone resistenza a ogni forma di cambiamento. Quando un membro cerca di cambiare la propria posizione rispetto al gruppo gli altri agiscono rendendo inutile le forze. Un esempio tipico è il caso dell’adolescente, che pur cercano maggiore autonomia, viene stremato dal gruppo che si compatta e non gli permette di apportare alcuna modifica al loro sistema familiare. Obiettivi del precorso di Terapia Familiare • Individuazione e rafforzamento dell’autonomia dei singoli membri della famiglia; • Riconoscimento, espressione e risoluzione dei conflitti latenti; • Stimolazione e valorizzazione di ogni potenzialità, produrre cambiamento; • Evoluzione e crescita della famiglia. Il contributo di Ugazio • “Ogni individuo ‘con-ponendosi’ entro le polarità salienti nei gruppi sociali a cui appartiene, assume una specifica posizione nella trama narrativa condivisa: potrà posizionarsi come giusto, leale, riservato, ma per occupare queste posizioni altri dovranno posizionarsi come ingiusti, infidi, teatrali. L’identità di ciascun partner dipende quindi in modo cruciale da quanti, occupando altre posizioni, consentono l’esistenza e la continuità delle pratiche discorsive che generano i significati su cui la sua identità è costruita. Per questo quando qualcuno in terapia mi dice: ‘io sono una persona buona’ gli chiedo subito: ‘chi nella sua famiglia è cattivo’?” (Ugazio, 2012) La semantica del potere • La conversazione nelle famiglie in cui si sviluppano i disturbi alimentari psicogeni è dominata, secondo Valeria Ugazio, dalla semantica del potere. Di conseguenza in questi nuclei c’è chi vince e chi perde, chi ha successo e chi sa imporsi all’interno della famiglia e nella comunità e chi invece si arrende, non sa farsi valere, ed è per questo perdente. • Accanto a “vincente-perdente” caratterizza la conversazione la polarità “volontà-arrendevolezza”. Si è vincenti perché si è volitivi, determinati e efficienti, mentre si è perdenti perché si è passivi, arrendevoli, in balìa delle sopraffazioni degli altri. • La polarità “vincente-perdente” ha una peculiarità che la distingue dalle altre polarità: il suo contenuto è puramente relazionale, esiste come esito di un confronto. È possibile considerarsi vincenti e perdenti soltanto rispetto ad altri. La terapia familiare oggi Una nuova prospettiva: le disfunzioni nella famiglia non sono più viste come causa ma come prodotto della presenza in famiglia di un soggetto affetto da Disturbi del comportamento Alimentare; mutano di conseguenza anche gli obiettivi e le tecniche terapeutiche. “La comprensione delle modalità con cui le famiglie riorganizzano la loro vita intorno ad un disturbo alimentare è molto più importante, dal punto di vista del trattamento, che la cognizione di come il DCA si è sviluppato.” (J. Whitney & I. Eisler. J. of Mental Health 2005, 14: 575-585) La terapia familiare oggi La famiglia abbandona lo status di paziente ed è attivamente coinvolta nel progetto terapeutico, assumendo il ruolo di supporto alla terapia.