Progetto Formativo Aziendale
“Il controllo delle infezioni
correlate all’assistenza”
Dott. Bruno Colombo
Cagliari, 27.01.2011
Sintesi degli argomenti
• La comunicazione come co-costruzione di
significati
• La comunicazione efficace e persuasiva
• Le 6 funzioni della comunicazione
• Gli strumenti
• Le barriere comunicative
• Lavoro di gruppo e Leadership
La comunicazione come co-costruzione
di significati
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La comunicazione è orientata alla
costruzione della realtà sociale
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La comunicazione è una complessa
attività congiunta finalizzata alla
co-costruzione
di significati condivisi
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
I soggetti di una comunicazione
risultano i co-enunciatori
ovvero
interlocutori impegnati in un’azione
comunicativa congiunta di cui sono
corresponsabili
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Una vera comunicazione non
dovrebbe comportare solo la
capacità di influenzare, di
modificare, di agire in qualche modo
sul comportamento altrui, ma anche
quella di retroagire sul
comportamento e sull’atteggiamento
dell’interlocutore trasmittente
Bettetini, 1993
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Saper comunicare significa sapersi esprimere.
Sapersi esprimere significa farsi capire.
Majello
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
elementi della
comunicazione
codici
contesti
contenuti
esprimere
Bruno Colombo Insight
canali
ascoltare
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Elementi della comunicazione
Chi?
Comunica a chi?
Cosa?
Come?
Con quale canale?
Con quale effetto?
In quale contesto?
In quali circostanze?
Con quale scopo?
Sulla base di quali elementi?
Bruno Colombo Insight
Trasmittente
Ricevente
Contenuto
Modo
Mezzo
Risultato
Ambiente
Occasione
Finalità
Fondatezza
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La comunicazione è caratterizzata
da diversi aspetti:
•caratterizzazione aperta
o bidirezionale (a volte pluriderzionale) dello scambio;
•possibilità di inversione dei ruoli fra emittente e destinatario;
Bettetini
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
•valorizzazione dell’attività partecipativa del destinatario,
anche nei casi in cui si ricopra il semplice ruolo di ricettore;
•attenzione agli effetti dell’azione comunicativa;
•tendenziale disponibilità a considerare
il rapporto di comunicazione come un’interazione paritetica e,
quindi, come una forma di conversazione almeno potenziale;
Bettetini
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Quando è efficace
la comunicazione?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La qualità e l’efficacia
del processo comunicativo
sono correlate con il contenuto manifesto e
con i processi interpersonali che intercorrono
durante la comunicazione
Banaka
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Processo comunicativo
Per contenuto manifesto si
intende ciò che viene detto
durante il colloquio
I processi interpersonali sono pensieri e reazioni
sottostanti che le persone hanno mentre comunicano
Banaka
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Per una comunicazione efficace occorre
• conoscere il destinatario;
• fornire informazioni chiare, semplici ed esaurienti;
• usare canali appropriati;
• ascoltare e valutare le reazioni del destinatario;
• migliorare, se necessario il contenuto del
messaggio ed i canali di trasmissione.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La competenza comunicativa è
la capacità dell’uomo di mettersi
in relazione con gli altri
De Cataldo Neuburger - Gulotta
Una persona competente è tale
se è in grado di sapere che e sapere come
Fillmore
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Come comunicare?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La competenza comunicativa è
La capacità di conseguire
pertinenti risultati interattivi
in specifici contesti sociali usando
mezzi socialmente appropriati
e modi di esprimersi che
portano a risultati positivi
con persone significative
Sthol
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La comunicazione persuasiva ha lo scopo
di modificare uno stato mentale degli altri,
in particolar modo gli atteggiamenti
Anolli
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Con il termine atteggiamento si intendono
le disposizioni interne e le valutazioni generali
di un certo oggetto o evento,
in grado di orientare in modo coerente
l’azione conseguente
Anolli
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
L’efficacia della comunicazione persuasiva
consiste nella capacità di ottenere successo
presso i destinatari in condizioni di libertà
Anolli
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Elementi della comunicazione persuasiva
Caratteristiche
della fonte
• credibilità
• attrazione fisica e
simpatia
Bruno Colombo Insight
Caratteristiche
del messaggio
Caratteristiche
del destinatario
• struttura
•stile
• strategia della
sequenza nelle
richieste
• disposizioni
stabili
• caratteristiche
momentanee
• fattori
contestuali
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La funzione di persuasione
INTERPRETAZIONE NEGATIVA:
manipolazione
indurre comportamenti non rispondenti ai reali
bisogni
INTERPRETAZIONE POSITIVA:
possibilità di creare attorno ad un prodotto o
servizio un’atmosfera basata su vantaggi reali
e plausibili
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Programmazione Neuro Linguistica
Visivo
Sistema rappresentazionale
Uditivo
Cenestesico
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Le cinque fasi della vendita
Contatto
Intervista sulle
motivazioni
Proposta
Risposta
alle obiezioni
Contratto
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Contatto
Costruzione
del rapporto
Approccio
Ricalco
Bruno Colombo Insight
Rispecchiamento
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Intervista sulle motivazioni
Problemi
Valori
Metaprogrammi
Bisogni
Desideri latenti
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Le domande
Aperte
Aprono i discorsi
Per verificare
l’interesse,
rafforzarlo,
arrivare a un
impegno
esplicito
Cercano informazioni
Specifiche
Solo se c’è fretta
Chiuse
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
La proposta
Vantaggi
identificabili
Caratteristiche
del prodotto
Motivazioni
del cliente
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Le obiezioni
Richiesta di informazioni
Richiesta di rassicurazione
Richiesta di carezze
Bruno Colombo Insight
Necessità di
autoaffermazione
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
Le obiezioni
Ascoltare
Non discutere
Rispettare le
opinioni
Rispondere
in modo chiaro
Bruno Colombo Insight
Riprendere
la proposta da lì
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tecniche di vendita
La chiusura
Comunque si chiuda
sorridi
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LE 6 FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE
Roman Jakobson
•la funzione referenziale (contesto)
•la funzione emotiva (mittente)
•la funzione conativa (destinatario)
•la funzione fàtica (contatto)
•la funzione poetica (messaggio)
•la funzione metalinguistica (codice).
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE REFERENZIALE
Si ha una funzione referenziale (ciò di cui si
parla) quando, nel comunicare qualcosa, il
parlante collega continuamente due serie di
elementi: le parole con i referenti, compiendo
un'operazione che è alla base del linguaggio, la
referenza.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE EMOTIVA
Si ha una funzione emotiva quando il mittente
cerca di dimostrare, nel suo messaggio, il proprio
stato d'animo utilizzando vari mezzi, come una
particolare elevazione o modulazione del tono
della voce, espressioni "forti" o alterazione del
normale ordine delle parole.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE CONATIVA
Si ha una funzione conativa (dal latino conari =
intraprendere, tentare) quando il mittente cerca di
influire sul destinatario mediante l'uso del vocativo
o dell'imperativo.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE FATICA
Si ha la funzione fàtica (dal latino fari =
pronunciare, parlare) quando ci si orienta sul canale
attraverso il quale passa il messaggio che serve per
richiamare l'attenzione dell'ascoltatore sul canale
comunicativo ("pronto?", "mi senti?", "attenzione,
prova microfono!").
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE POETICA
Si ha la funzione poetica quando, orientandoci
sul messaggio, si pone al centro dell'attenzione
l'aspetto fonico delle parole, la scelta dei vocaboli e
delle costruzioni
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
FUNZIONE METALINGUISTICA
Si ha la funzione metalinguistica quando
all'interno del messaggio sono presenti elementi
che definiscono il codice stesso, come il chiedere e
il fornire chiarimenti su termini, parole e
grammatica di una lingua.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Queste funzioni non compaiono quasi mai
isolatamente, ma accade spesso che un
messaggio sia contemporaneamente emotivo e
conativo, oppure poetico ed emotivo.
Roman Jakobson
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LE 3 + 1 FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
Carlo Galimberti
Referenziale
Espressiva
Relazionale
+
Argomentativa
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
REFERENZIALE
¾Denominare oggetti
¾Indicare stati del mondo
¾Deissi
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
ESPRESSIVA
¾Referenzialità rivolta al mondo interno
¾Come il linguaggio parla degli oggetti del mondo
interno
¾È studiata soprattutto dalla psicologia: rapporti
tra linguaggio ed emozioni
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
RELAZIONALE
¾Creazione e alimentazione del legame sociale
¾Di grande interesse per la psicologia sociale
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
ARGOMENTATIVA
Passare da determinate premesse ad alcune conclusioni
attraverso:
¾Induzione: dal caso particolare alla regola
generica
¾Deduzione: dalla regola generale al caso
particolare
¾Adbuzione: da un caso particolare attraverso
una regola generale ad un altro caso particolare
Carlo Galimberti
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
STRUMENTI
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
IL FACCIA A FACCIA
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
IL TELEFONO
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
LIBRI GIORNALI LETTERE
CIRCOLARI DEPLIANT…
LA SCRITTURA
TRADIZIONALE
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
L’ E-Mail
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
L’SMS
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
LA CHAT
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
LA CHAT
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
GLI STRUMENTI
LA VIDEOCONFERENZA
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
IL TEMPO
Esiste un rapporto tra quantità di
informazioni ed unità di
tempo, per questo si parla di
DURATA.
Il MOMENTO in cui una
comunicazione avviene
condiziona la possibilità di
interagire in maniera proficua
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
OBIETTIVI
Far sapere:
informare
Far fare:
Far sentire:
convincere,
persuadere,
emozionare
vendere, costringere
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LE PERSONE
LA STORIA
¾STATO DELL’IO
GENITORE
¾ STATO DELL’IO
ADULTO
¾ STATO DELL’IO
BAMBINO
LE TRANSAZIONI
•SEMPLICI
PARALLELE O COMPLEMENTARI
INCROCIATE
ANGOLARI
TANGENZIALI O BLOCCATE
•DUPLICI
PARALLELE o COMPLEMENTARI
INCROCIATE
ANGOLARI
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LE PERSONE
I RUOLI
• Formali
• Informali
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
obiettivi
strumenti
persone
spazio
Bruno Colombo Insight
variabili che
incidono sulla
comunicazione
funzioni
tempo
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
IL CONTESTO COMUNICATIVO
ARCHITETTURA
SPAZIO
DISTANZA INTERPERSONALE
DURATA
CONTESTO
TEMPO
MOMENTO
STATO DELL’IO
PERSONE
RUOLO
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LO SPAZIO
ARCHITETTURA
Il luogo dove si svolge la comunicazione fornisce
elementi utili per comprendere l’interazione in
atto e per dare un diverso significato al
messaggio
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LO SPAZIO
DISTANZA INTERPERSONALE
• DISTANZA INTIMA
• DISTANZA PERSONALE
• DISTANZA SOCIALE
• DISTANZA PUBBLICA
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Le barriere comunicative
EMITTENTE
ELEMENTI
OSTACOLI
Oggettivi
Di personalità
Psicosociologici
•Concettualizzazi
one
•Formulazione
Scelta del mezzo
•Problemi tecnici
Contesto
•Presentazione
soggettiva
•Atteggiamento
•Quadro di
riferimento
• Status e ruolo
•Situazione
EMITTENTE
•Precisione del
pensiero e
economia
OSTACOLI
MATERIALI
RICEVENTE
Psicosociologici
Di personalità
Oggettivi
•Situazione
•Ruolo e status
• Percezione
•Deformazione
•Interpretazione
•Comprensi
one
•Saturazion
e
•Formulazio
ne e
concettuali
zzazione
MESSAGGIO
MEZZI
•Espressione
•Atteggiamento
oggettivo
• Definizione precisa:
-Ruolo
-Obiettivi
• Conoscenza della
situazione
•Convergenza
dei mezzi
•Conoscenza di
se stesso
•Cultura
Psicosociologia
• Rispetto della
informazione
TENERNE
CONTO
RICEVENTE
Disponibilità
1° Capacità di ascolto
2° Uscire dal proprio quadro di riferimento
3° Fare delle domande
•Mettersi al
posto dell’altro
(Da D. Anzieu, J-Y-Martin, 1971)
Bruno Colombo Insight
FEED BACK
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La comunicazione non è un fenomeno
autosufficiente, ma rappresenta uno sviluppo
delle interazioni non ancora comunicative che
hanno luogo nella percezione
Cimatti
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Il triangolo di Kanizsa
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
1° biases percettivo Buona forma: a livello percettivo
tendiamo a privilegiare quelle forme che già
conosciamo e che il nostro sistema cognitivo
riconosce più facilmente.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Figura e sfondo di Rubin
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
2° biases percettivo Ç Figura sfondo: la forma si
stacca dallo sfondo come un’entità individuabile
perché tende all’unitarietà
e alla chiusura
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Illusione di Müller-Lyer
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
3° biases Ç Globalità:ogni figura ha una sua
organizzazione interna per cui ciascun elemento
viene percepito in funzione del tutto nel quale è
inserito.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
biases percettivo Ç Completamento
amodale: gli oggetti presenti nel campo
percettivo visivo tendono a completarsi dietro
ad altri oggetti che li occultano parzialmente
(effetto schermo).
4°
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Le linee grigie orizzontali non sembrano parallele...
Però, anche se sembra strano lo sono, inoltre tutti i quadrati
bianchi e neri sono estattamente uguali in altezza e
larghezza
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Le zone bianche sono quadrati o trapezi?
Anche se possono sembrare distorti sono quadrati perfetti
tanto i bianchi quanto i neri.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
I cerchi centrali alla sinistra ed alla destra sono uguali
tra di loro?
Sì, sono identici, sono i circoli al contorno a trarre
in inganno...
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Guarda bene ...
Tra i quadrati si intravedono macchie grigie… totale illusione
ottica.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Le linee diagonali sono parallele?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Metti le tue mani cosí ed avvicinale poco a poco agli
occhi...
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Guarda fisso il puntino centrale e muovi lentamente la testa
avanti e indietro…
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Le immagini che
seguono sono tutte
assolutamente
IMMOBILI...
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Noi funzioniamo
secondo schemi
mentali innati/appresi
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
La nostra mente non è in grado di
elaborare punto per punto la
complessità di stimoli provenienti
dalla realtà e per tale ragione
attiva una serie di processi
(automatici e inconsapevoli, ma
presenti in tutti gli esseri umani)
al fine di semplificarla.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
Tra questi, quelli che vengono
attivati più frequentemente sono:
Selezione
Deformazione
Interpretazione
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione
La nostra percezione è quindi
influenzata da schemi cognitivi che
fungono da filtri permettendo un
adattamento alla realtà.
Ma cosa succede di fronte a stimoli più
ambigui e complessi?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Intermodalità delle qualità espressive.
Quale delle due figure si chiama TAKETE e quale MALUMA?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Che età ha questa signora?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
È un coniglio o una papera?
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Un esempio per concludere
Problema: Collegare questi nove puntini con quattro linee
rette senza staccare la penna dal foglio.
Bruno Colombo Insight
z
z
z
z
z
z
z
z
z
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Tutti possediamo degli schemi che
influenzano il nostro modo di
interpretare la realtà: l’importante
è esserne consapevoli.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Il messaggio
Risponde alla domanda che cosa
comunico? ed è strettamente legato ai
destinatari
Ciò che conta non è ciò che diciamo,
ma ciò che il nostro interlocutore capisce
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
La percezione e la comprensione del
messaggio
Qualunque sia la forma di comunicazione,
il messaggio che “arriva” è sempre diverso da ciò che si
crede di “trasmettere”.
Questa trasformazione avviene in due fasi:
•percezione: il modo in cui il ricevente assimila e “fa suo” il
messaggio, a partire dalla sua storia passata e da un
complesso di aspettative
•opinione: il sistema di conoscenze, convinzioni e valori,
dubbi e pregiudizi fanno sì che l’interlocutore si crei
un’opinione
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Due binomi della comunicazione
FORMA
CONTENUTO
LOGICA
SENTIMENTO
Forma e contenuto, strategia ed esecuzione, sono due
aspetti della stessa cosa.
Il che cosa diciamo, e il come lo diciamo, sono
ugualmente importanti, ma sono inseparabili.
Dobbiamo cercare una sintesi unitaria che non separi il
cuore dalla mente, la ragione dall’emozione.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
Per un efficace lavoro di gruppo
occorre:
un obiettivo
chiaro e condiviso
la comprensione
del compito
divisione
del compito
scelta di
un coordinatore
una strategia
di azione
una comunicazione
efficace
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
OBIETTIVO
• Espressione del risultato atteso dal gruppo di
lavoro, coerente con i risultati attesi
dall’organizzazione
• Nessun gruppo di lavoro può essere efficace se
l’obiettivo che deve raggiungere non è chiaro e
sufficientemente condiviso dai suoi membri
(condizione necessaria per il conseguimento di
risultati)
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
COMPITO
• Mentre l’obiettivo dice “perché” lavorare in gruppo,
il compito dice “che cosa fare”
• Se viene chiarito solo l’obiettivo, è difficile capire
come operare concretamente; se viene chiarito
solo il compito, i membri del gruppo agiscono alla
cieca
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
RUOLI
Rappresentano all’interno dei gruppi di lavoro le
parti assegnate a ciascuno in funzione del
riconoscimento più o meno esplicito delle specificità
e in vista dell’ottimizzazione più o meno decisiva
delle differenze
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
COMUNICAZIONE
È un processo chiave che permette il
funzionamento del gruppo di lavoro garantendo
lo scambio di informazioni, finalizzandolo al
raggiungimento dei risultati
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA COMUNICAZIONE “FA” IL GRUPPO
• Orienta le relazioni interpersonali
• Partecipa al gioco dell’attrazione e
dell’ostilità
• Decide dell’accordo e del disaccordo
• Alimenta la collaborazione e il conflitto
Processo interattivo, informativo e
trasformativo, inserito in un contesto
spazio temporale, governato da regole.
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LEADERSHIP
• È la variabile di “snodo”tra le variabili
strutturali (obiettivo, metodo, ruoli)
e le variabili processuali (clima,
comunicazione, sviluppo)
• È una funzione di equilibrio tra
membership e groupship
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
IL LEADER È…
Una persona che – in un dato tempo
e luogo – modifica, dirige o controlla,
mediante le proprie azioni, gli atteggiamenti
o le azioni di uno o più “seguaci”
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
CLIMA
Insieme di elementi, opinioni, sentimenti,
percezioni dei membri, che colgono la
qualità dell’ambiente del gruppo,
la sua “ATMOSFERA”
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
RISORSE DI GRUPPO
RISORSA NON INTEGRABILE
TEMPO
VINCOLO
COMPONENTI
LA DIFFICOLTA’ AUMENTA
COL NUMERO
STRUMENTI
FORNITI
DALL’ORGANIZZAIZONE
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
SVILUPPO
• Identifica la costruzione del sistema di
competenze del gruppo di lavoro e la parallela
crescita del sistema di competenze individuali
• Esprime l’evoluzione del campo, la crescita del
sistema sovraindividuale come soggetto sociale
organizzato
• È la testimonianza della formazione e
trasformazione in qualcosa di diverso dalla
somma degli individui che vi fanno parte
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
TRE STILI DI CONDUZIONE
DEI GRUPPI
¾LEADERSHIP AUTORITARIA
¾LEADERSHIP LAISSEZ-FAIRE
¾LEADERSHIP DEMOCRATICA
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP AUTORITARIA
IL LEADER:
9Dirige con grande fermezza
9 Assume piena responsabilità
9 Indica la via da seguire
9 Loda e condanna
9 Dà frequenti ordini e comandi
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP AUTORITARIA
LE REAZIONI DEL GRUPPO:
9 Forte dipendenza dal leader
9 Irritabilità e aggressività
9 Basso orientamento
9 Insoddisfazione
9 Elevato rendimento qualitativo
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP LAISSEZ-FAIRE
IL LEADER:
9Ha una funzione passiva
9 Lascia al gruppo completa libertà
9 Aiuta solo dietro richiesta
9 È amichevole più che distaccato
9 Non valuta
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP LAISSEZ-FAIRE
LE REAZIONI DEL GRUPPO:
9Debole dipendenza dal leader
9 Elevata irritabilità ed aggressività
9 Scontento circa il progresso
9 Insoddisfazione
9 Moderato rendimento
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP DEMOCRATICA
IL LEADER:
9Favorisce le discussioni
9 Delinea fasi e processi
9 Consente discrezionalità
9 È obiettivo
9 Si mette al livello del gruppo
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
LA SCUOLA DI LEWIN:
LIPPIT E WHITE
(1939-1940)
LEADERSHIP DEMOCRATICA
LE REAZIONI DEL GRUPPO:
9Debole dipendenza dal leader
9 Bassa irritabilità ed aggressività
9 Propositività
9 Soddisfazione
9 Rendimento qualitativamente
superiore
Bruno Colombo Insight
BLAKE E MOUTON:
IL MANAGERIAL GRID
Bruno Colombo Insight
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
(1964)
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
BLAKE E MOUTON:
IL MANAGERIAL GRID
(1964)
Quale stile di leadership?
Il modello prevede che lo “stile 9.9” sia l’unico
in grado di far ottenere all’azienda i risultati
auspicati e pertanto deve essere riconosciuto
ed accettato da tutti in termini di
comportamenti da adottare per ottenere la
massima sintonia tra scopi personali ed
obiettivi aziendali
Bruno Colombo Insight
BLAKE E MOUTON:
IL MANAGERIAL GRID
La Comunicazione 27 Gennaio 2011
(1964)
Il modello, pur essendo fortemente
normativo, consente di formulare
alcune considerazioni sul legame tra la
leadership ed il cambiamento: i
dirigenti devono saper vedere, capire e
impegnare gli individui verso i
cambiamenti attesi
Blake, R.R., Mouton, J.S. (1964) Gli stili di direzione. Trad. it. Etas Kompass, Milano, 1969.
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La Comunicazione 27 Gennaio 2011
HERSEY E BLANCHARD:
STILI DI LEADERSHIP (1982)
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La Comunicazione 27 Gennaio 2011
SCHEIN:
LEADERSHIP E CULTURA
(1985)
FUNZIONE UNICA ED ESSENZIALE DELLA
LEADERSHIP è LA
“MANIPOLAZIONE” DELLA “CULTURA”
MOTIVAZIONE
FORZA EMOTIVA
CAPACITA’ DI CAMBIARE
GLI ASSUNTI CULTURALI
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PERCEZIONE E SENSIBILITA’
COINVOLGIMENTO
E PARTECIPAZIONE
PROFONDITA’ DI
VISIONE
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TICHY E DEVANNA:
LEADERSHIP DINAMICA (1986)
Guidare il cambiamento
Avere la visione ed il coraggio sufficiente
per avviare il cambiamento e consolidare
le trasformazioni
Fiducia
nelle
persone
Motivare il cambiamento
Disponibilità
ad
Prospettare il futuro atteso, condividere
apprendere
le responsabilità, comunicare e
coinvolgere, creare motivazione
Costruire il cambiamento
Comprendere i nuovi bisogni, pianificare
le azioni individuando le priorità,
proporsi come architetti
dell’organizzazione
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SENGE:LEARNING ORGANIZATION
(1990)
DESIGNING
Non tanto essere capitano della nave quanto
progettista della struttura, curatore
dell’architettura sociale, fondatore di idee,
scopi ed obiettivi
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SENGE:LEARNING ORGANIZATION
(1990)
TEACHING
Porre adeguata attenzione ai modelli
mentali, agire con funzioni
di coaching, di guida e facilitazione,
verso un accrescimento del sapere e del
saper apprendere
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SENGE:LEARNING ORGANIZATION
(1990)
STEWARDSHIP
Servire il compito organizzativo ma anche
“curare” i collaboratori monitorando la
situazione emotiva per il mantenimento di un
clima adeguato
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KOTTER: LEADING CHANGE (1995)
8. Istituzionalizzare il nuovo
7. Consolidare i miglioramenti
6. Programmare piccole vittorie
5. Potenziare i collaboratori
4. Comunicare la visione
3. Avere la visione
2. Dare vita ad una “coalizione di governo”
1. Stabilire un senso di urgenza
Kotter, J.P. (1995) Leading change, Harvard Business Review, March-April, pp. 59-67
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EVOLUZIONE NELLA LEADERSHIP
Kaneklin&Isolabella, adapted from Heifetz and Laurie, 1997
L. ADATTIVA
L. TECNICA
DIRIGERE
PROTEGGERE
ORIENTARE
GESTIRE IL
CONFLITTO
NORMARE
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DEFINIRE I PROBLEMI
E DARE LE SOLUZIONI
1 5 10
IDENTIFICARE LE SFIDE
ADATTIVE E DARE UN
SIGNIFICATO ALLE
QUESTIONI EMERGENTI
SCHERMARE ED ISOLARE
L’ORGANIZZAZIONE
DALLE MINACCE ESTERNE
1 5 10
LASCIARE CHE L’ORGANIZZ.
ENTRI IN CONTATTO CON
LE PRESSIONI ESTERNE
CUSTODENDO I CONFINI
CHIARIRE RUOLI E
RESPONSABILITA’
1 5 10
SFIDARE I RUOLI ATTUALI
NON CEDENDO ALLE
PRESSIONI DEFINIRNE DEI
NUOVI IN FRETTA
RISTABILIRE
L’ORDINE
1 5 10
FAR RISPETTARE LE
NORME
1 5 10
NON COPRIRE I CONFLITTTI
E CERCARE DI PREVENIRLI
SFIDARE LE NORME
NON PRODUTTIVE
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CAPRANICO, QUAGLINO E
PICCARDO (2002)
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