Ipertensione polmonare in corso di sclerosi sistemica ( F.W. Rossi, G. CarloMagno, A. de Paulis, D. Bonaduce) La Sclerosi Sistemica (SSc) o Sclerodermia è una malattia autoimmune sistemica, del tessuto connettivo di origine multifattoriale, clinicamente eterogenea, piuttosto rara e progressiva. E’ una malattia complessa i cui sintomi clinici di malattia conclamata sono caratterizzati da tre componenti essenziali: a) estesa fibrosi, b) alterazioni vascolari, c) produzione di autoanticorpi. La prevalenza della malattia varia a seconda non solo della regione geografica, ma anche dell’etnia. La sclerodermia può manifestarsi in varie forme cliniche: Sclerosi Sistemica diffusa (dSSc) e Sclerosi Sistemica limitata (lSSc). La prima si manifesta con alterazioni della cute dove la fibrosi è limitata essenzialmente alle mani, alle braccia e alla faccia; il fenomeno di Raynaud è presente prima della fibrosi; è spesso associata a lesioni viscerali ed è solitamente caratterizzata da un andamento clinico rapidamente evolutivo; è frequente un’ipertensione polmonare e si ritrovano anticorpi anti-centromero nel 50-90% dei pazienti. La seconda si presenta nella zona cutanea limitata alle mani, ai piedi ed al volto; è associata con minore frequenza a lesioni viscerali ed ha un decorso nella maggior parte dei casi lentamente evolutivo. Tra le più frequenti e importanti manifestazioni della sclerosi sistemica, presente in circa il 70% dei pazienti, vi è l’interessamento polmonare che può presentarsi con grande variabilità per estensione ed evoluzione da paziente a paziente. Nei pazienti con sclerosi sistemica l’ipertensione polmonare può essere dovuta al coinvolgimento della parte sinistra del cuore (cuore sinistro), alla fibrosi polmonare e all’ipertensione arteriosa polmonare (PHA). La PHA è una condizione rara, ma molto severa con un alto rischio di mortalità. La SSc rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di PHA rispetto alla popolazione generale. Nel PHA l’aumento della pressione è causato da un processo patologico a carico dei piccoli vasi polmonari caratterizzato da lesioni strutturali quali l’ispessimento delle pareti dei vasi e la formazione di microtrombi che portano alla riduzione del calibro e dell’elasticità del vaso. Tale processo è denominato arteriopatia polmonare ipertensiva. Purtroppo non esistono segni clinici o marcatori che permettano di individuare quali pazienti andranno incontro allo sviluppo di questa severa complicanza, ciò a causa della mancata specificità dei sintomi clinici e della loro comparsa solo in fasi tardive di malattia. Tuttavia è possibile identificare dei fattori di rischio, cioè delle condizioni che nel loro insieme, possono essere associate ad un aumentato rischio di sviluppare PHA. Effettuata la diagnosi di PHA, è necessario valutare la severità (stadiazione) della stessa, così da poter monitorare la risposta terapeutica nel corso del tempo. L’obiettivo delle terapie attuali è mirato ad alleviare i sintomi, migliorare la capacità all’esercizio e la qualità di vita del paziente e, soprattutto, prevenire lo scompenso cardiaco e ritardare la progressione della malattia. In conclusione la PHA è una complicanza rara ma severa della SSc, ad oggi non esistono strumenti che permettono di prevedere quali pazienti andranno incontro a questa complicanza. Pertanto si rendono necessari controlli accurati ed esami di screening periodici al fine di diagnosticarla il prima possibile anche nei pazienti asintomatici. 1