Inclusione e disabilità Metodi e strategie Adele Maria Veste Discalculia o difficoltà in Matematica? GRIMeD [email protected] Unicuique suum In italiano è tradotto come “dare a ciascuno il suo”, ossia “che a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto”. “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra disuguali” Don Lorenzo Milani L’Unicuique suum lo possiamo intendere anche nel senso che “ciascuno deve fare ciò che è nelle sue competenze”: ai clinici la diagnosi, agli insegnanti gli interventi educativi. ● ● Poiché stiamo parlando di bambine e bambini, di esseri umani, di ciò che vi è di più bello, delicato e complesso al mondo è richiesto uno sguardo psicopedagogico: che sappia intelligere ossia leggere dentro (intus legere) le cose e le persone, per trarne poi orientamenti ad agire. Ci vuole un insegnante, con la competenza e la capacità di percepire l’essere umano in tutta la sua complessità e di saper scegliere una strategia, di applicare un metodo. R. Ciambrone “Verso una cultura sociale dei BES” Non è sufficiente preoccuparsi di definire chi sono gli studenti in situazione di BES; importante è cambiare il modo di insegnare e di valutare, affinché ogni studente in relazione alla sua condizione e alla sua manifesta difficoltà, possa apprendere. La nozione di BES Non è univocamente definita. Tutte le definizioni descrivono situazioni in cui la proposta educativa scolastica quotidiana, “standard” non consente allo studente un apprendimento e uno sviluppo efficace, a causa delle difficoltà di varia natura. Gli studenti si devono adattare alle attività didattiche messe a punto sulle caratteristiche dello “studente tipo” NOZIONE DI BES Da una posizione statica: constatare le difficoltà Ad una posizione dinamica: rispondere alle necessità della persona in formazione. ● ● ● ● Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“. Indicazioni operative concernenti la direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 recante "Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica" (C.M. n. 8 del 6 marzo 2013) Piano annuale per l'inclusività (Nota 27 giugno 2013) Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica - Chiarimenti - (Nota prot. n. 2563 del 22 Adele Maria Veste novembre 2013) Si delinea e si precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, si evidenzia il ruolo dell'azione didattico-educativa e il dovere di tutti I docenti di realizzare la personalizzazione attraverso l'utilizzo di misure dispensative e strumenti compensativi Adele Maria Veste Art. 1 1. Per affermare il ruolo centrale della scuola nella societa' della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica Adele Maria Veste In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di “speciale attenzione” SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO LINGUISTICO CULTURALE DISABILITA' DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI Adele Maria Veste LA SCUOLA CHE SI INTERROGA La presenza nelle nostre scuole di ragazzi con BES ha la valenza fondamentale di obbligarci a riconsiderare la nostra azione educativa e didattica Adele Maria Veste Ci invita ad individuare in ciascun allievo: lo stile cognitivo specifico le modalità di apprendimento i punti di forza (cognitivi, culturali e di carattere) la zona di sviluppo prossimale (cioè cosa riesce a fare e con quale tipo di aiuto) (Lev S. Vygotskij) Adele Maria Veste “I disturbi evolutivi specifici” Competenze intellettive nella norma Le difficoltà degli studenti risiedono nell'incontro tra le loro caratteristiche e l'ambiente, sia extrascolastico che scolastico: il contesto sociale, i docenti, le modalità didattiche, le risorse disponibili. Adele Maria Veste COMPRENDERE: cum-prehendere Prendere insieme Contenere in sé Abbracciare con la mente APPRENDERE: ad-prehendere Impossessarsi Afferrare DSA Disturbi specifici dell’apprendimento Dislessia Disortografia Disgrafia Discalculia Adele Maria Veste Adele Maria Veste Deficit del linguaggio “DSL: sono dei disturbi nell’acquisizione del linguaggio in bambini con intelligenza e udito normali, senza apparenti problemi neurologici (5% dei bambini in età scolare) I Disturbi Specifici del linguaggio sono spesso associati a difficoltà di coordinazione motoria, di funzionamento cognitivo, e a disturbi dell’attenzione. ritardo nella comparsa e nel successivo sviluppo sviluppi differenziati nell’uso di una stessa flessione per due funzioni grammaticali diverse; frequenza anormale di errori Adele Maria Veste Deficit del linguaggio ● ● In Italia, alcuni importanti studi (Rescorla, 1998; Gagliano e coll., 2007; Stella, Franceschi, Savelli, 2008) hanno rilevando percentuali significative di correlazione (15-20%) tra difficoltà di lettura e disabilità del linguaggio. I DSL possono manifestarsi come disturbi della codifica fonologica (podo per dopo, areio per aereo, ecc.) e/o semantico-lessicale (mano per dito, sedia per tavolo…) e/o morfo-sintattica (dammi regalo, i bambini giocare, vado della nonna). Adele Maria Veste Disturbo non verbale Cadute specifiche in compiti di natura non verbale (intelligenza verbale superiore a quella spaziale) ● ● ● ● ● Difficoltà scolastiche nelle discipline che sottendono abilità visuo-spaziali e grafomotorie Problemi di coordinazione motoria (goffagine, scarsa agilità) Tendenza a bloccarsi innanzi a compiti complessi Compromessa abilità di pianificazione Compromessa abilità di pragmatica sociale Adele Maria Veste Disturbo dello spettro autistico lieve Spettro autistico: il disturbo colpisce ciascuna persona in modo differente variando da una lieve a una grave sintomatologia. Origine: compromissione dello sviluppo che coinvolge le abilità di comunicazione e di socializzazione comportamenti inusuali (ripetitivi o stereotipati) alterata capacità immaginativa. A volte non rientra nelle casistiche previste dalla legge 104 Adele Maria Veste ● ● ● L’autismo è stato per anni erroneamente considerato un disturbo dovuto a inadeguate relazioni nell’ambiente familiare dipendenti dal comportamento dei genitori (origine psicodinamica). Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello internazionale considera l’autismo una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del cervello (porta con sè alterazioni della struttura e delle funzioni nervose) e della mente (include alterazioni dello sviluppo psico-cognitivo ed emozionale) con esordio nei primi tre anni di vita. Compare in età infantile ma accompagna il soggetto per tutta la durata della vita. Adele Maria Veste Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (1% dei casi) (Regione Lombardia 0,33%) E' un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Comorbilità con: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc. Adele Maria Veste Sintomi ● ● ● ● ● l'essere facilmente distratti, perdere i dettagli, dimenticare le cose, passare da un'attività all'altra l'avere difficoltà a concentrarsi su una cosa l'essere annoiato con un compito, dopo pochi minuti, a meno che si stia facendo qualcosa di divertente l'avere difficoltà a focalizzare l'attenzione sull'organizzazione e completamento di un compito o nell'imparare qualcosa di nuovo l'avere difficoltà a completare o svolgere compiti a casa, spesso perdendo le cose necessarie per completare le attività Adele Maria Veste ● ● ● non sembra ascoltare quando gli si parla sognare ad occhi aperti, facilmente andare in confusione e muoversi lentamente l'avere difficoltà di elaborazione delle informazioni con la stessa rapidità e precisione degli altri ● difficoltà a seguire le istruzioni. ● dimenarsi e contorcersi da seduti ● parlare senza sosta toccare o giocare con qualsiasi cosa sia a portata di mano ● avere difficoltà a star seduti durante la cena, la scuola ecc.. ● essere costantemente in movimento ● difficoltà a svolgere compiti o attività tranquille. ● essere molto impaziente Adele Maria Veste ● ● proferire commenti inappropriati, mostrando le proprie emozioni senza inibizioni, e agire senza tener conto delle conseguenze La maggior parte delle persone mostra alcuni di questi comportamenti, ma non nella misura in cui tali comportamenti interferiscono significativamente con il lavoro di una persona, le relazioni, o lo studio. Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente disattento: – Ripetere in continuazione «Stai attento»: essendo la disattenzione il sintomo di una difficoltà riconosciuta, difficilmente potrà essere controllata dall’alunno. L’incapacità di rispondere all’invito dell’insegnante potrebbe influenzare la motivazione al lavoro, il senso di autostima e la relazione insegnante/alunno. Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente disattento: – Insistere perché un compito venga interamente completato senza interruzioni o pause: il bambino con ADHD può necessitare di piccole pause nel corso dell’esecuzione di un compito, è inoltre consigliato dividere i compiti più complessi in sottocompiti più facilmente gestibili in un tempo ridotto. Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente disattento: Collocare il bambino in un posto tranquillo lontano dai compagni e dall’insegnante in modo che possa concentrarsi: i soggetti con ADHD hanno bisogno di qualcuno che richiami spesso la loro attenzione sul compito, è bene quindi che lavorino in piccoli gruppi o vicino all’insegnante. – Non proporre novità per paura che si distragga troppo: in realtà le novità servono per richiamare l’attenzione del bambino; trasformare esercizi in giochi potrebbe risultare utile specialmente a fronte di compiti molto lunghi e impegnativi. Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente iperattivo: – Ripetere in continuazione «Stai fermo»: essendo l’iperattività il sintomo di una difficoltà riconosciuta, difficilmente potrà essere controllata dall’alunno. L’incapacità di rispondere all’invito dell’insegnante potrebbe influenzare la motivazione al lavoro, il senso di autostima e la relazione insegnante/alunno. Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente iperattivo: – Pretendere che stia sempre seduto quando gli altri bambini lo sono: il bambino con ADHD ha necessità di movimento; è possibile concedergli la possibilità di muoversi un po’ di più rispetto agli altri indicando quali movimenti sono consentiti (ad es., raccogliere i compiti dei compagni, consegnare fotocopie, ecc.) e quali non lo sono (ad es.uscire; meglio insegnargli modalità attive per richiedere il proprio turno di parola o prendere parte a una attività). Adele Maria Veste Che cosa NON fare con il bambino ADHD prevalentemente iperattivo: – Intervenire con ripetute punizioni, note, castighi: i soggetti con ADHD possono presentare bassi livelli di autostima, dovuti anche alla loro incapacità di raccogliere valutazioni positive rispetto a ciò che «sono capaci di fare»; le ripetute note negative non hanno effetti significativi nel modificare i comportamenti «fastidiosi», ma aumentano la probabilità di cadute nel livelli di autostima. Adele Maria Veste Indicazioni scuola infanzia Nel momento in cui le capacità di ascolto e attenzione dell’alunno stesso non soddisfano le aspettativa e detta problematica si manifesta in maniera persistente, potrebbero ricorrere le condizioni di un evidente deficit attentivo che, se individuato tempestivamente, permetterebbe di avviare un efficace processo valutativo, diagnostico e terapeutico. Adele Maria Veste L’insegnante di scuola dell’infanzia, prendendo atto di tali rilevanti carenze attentive nonché di comportamenti motori impulsivi e inappropriati, può ricorrere a una osservazione sistematica utilizzando eventualmente una check list, costituita da una serie di item comportamentali. • Non è attento, si distrae facilmente • Non mantiene il contatto visivo durante il dialogo con l’insegnante • Non termina mai l’attività didattica somministrata Adele Maria Veste Non riesce a stare seduto • Non ricorda dove ha messo il proprio zaino • Non ascolta i propri compagni né l’insegnante durante i racconti • Passa da un gioco all’altro senza mai completarlo • Corre o si arrampica in situazioni in cui dovrebbe star fermo e composto • È irrequieto • Si lamenta • Interrompe l’insegnante durante la lezione didattica • Si alza in piedi in classe o in altre situazioni in cui dovrebbe rimanere seduto • Disturba intenzionalmente i compagni • Fa fatica a partecipare a giochi di gruppo • Non segue le istruzioni che gli vengono date nell’esecuzione di un’attività didattica ● Adele Maria Veste Non segue le istruzioni che gli vengono date nell’esecuzione di un’attività ricreativa • Non riesce a intrattenere una conversazione per un tempo prolungato • Rifiuta di svolgere attività che richiedano una certa concentrazione mentale • Rifiuta di svolgere attività che richiedano un particolare uso della motricità fine • Prevarica la lezione scolastica quando non viene suscitato il suo interesse • Fa fatica ad aspettare il suo turno nei giochi o in attività di gruppo • Mostra resistenza e difficoltà ad attenersi alle regole di giochi di gruppo • Rifiuta le richieste degli adulti. ● Adele Maria Veste Attraverso l’attivazione di percorsi metodologici personalizzati, l’insegnante può modulare il processo di insegnamentoapprendimento secondo specifici bisogni del bambino, con la messa in atto di strategie didattiche individualizzate il cui obiettivo primario è quello di promuovere il benessere scolastico dell’alunno, riducendo lo stato di disagio che il bambino affetto da ADHD vive in tutti i contesti sociorelazionali in cui è inserito. Appare quanto mai opportuno, inoltre, fornire al bambino iperattivo gli strumenti atti a canalizzare la sua «forza» emotiva. Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER CONTENERE UN'ECCESSIVA ATTIVITA' Non tentare di ridurre l'attività, ma incanalarla ed utilizzarla per accettabili finalità. 1. Dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe. 2. Permettere di stare in piedi di fronte al proprio posto, specialmente in prossimità della fine del compito. Adele Maria Veste Usare l'attività come un premio. 1. Dare il permesso per una attività (es. dare incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le sedie) quale riconoscimento individuale di un suo successo. Usare l'attività come risposta alle istruzioni. 1. Usare metodi di insegnamento che incoraggino la risposta attiva (es. parlare, muoversi, organizzarsi, lavorare alla lavagna). 2. Incoraggiare a tenere un diario dove scrivere, colorare ed altro. 3. Insegnare al bambino a fare domande pertinenti. Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER CONTENERE L'INCAPACITA' DI ATTENDERE (IMPULSIVITA' ) Non chiedere al bambino di aspettare, ma dargli un sostituto verbale o una risposta motoria da compiere durante l'attesa, e, quando possibile, nel frattempo incoraggiare il suo fantasticare. 1. Istruire il bambino a continuare una parte più facile del suo compito (o a farne uno sostitutivo) nell'attesa dell'aiuto dell'insegnante. 2. Insegnare al bambino ad affrontare in un test per prime le risposte a lui note. 3. Abituare il bambino a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare, oppure a colorarne, con un evidenziatore, le parti più rilevanti. Adele Maria Veste 4. Incoraggiare il bambino a scarabocchiare o a giocare con la gomma, col segnalibro o con la matita mentre aspetta o sta ad ascoltare delle istruzioni. 5. Incoraggiarlo a prendere appunti (anche se solo per poche parole, quelle che lui reputa le più importanti). Adele Maria Veste Incoraggiare il bambino a tirare fuori le sue capacità positive di leadership invece di fraintendere la sua incapacità di attendere come impazienza o prepotenza. 1. Suggerire o rinforzare altri ruoli (es. fare il capofila, distribuire i fogli). 2. Per i bambini che sempre interrompono, insegnare loro come riconoscere le pause nella conversazione e come non perdere il filo del discorso. 3. Indicare al bambino quando serve un maggior autocontrollo per una specifica attività. 4. Insegnare e rinforzare le convenzioni sociali (es. buongiorno, ciao, per favore, grazie). Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER EVITARE LA CADUTA DELL'ATTENZIONE DURANTE I COMPITI E NELLE ATTIVITA' Diminuire la lunghezza del compito 1. Dividere il compito in parti più piccole che possano essere completate il diversi momenti. 2. Dare due compiti, facendo svolgere prima quello che piace di meno al bambino, e poi il suo preferito. 3. Far fare pochi esercizi alla volta. 4. Parcellizzare il compito da memorizzare invece di presentarlo nella sua globalità. Adele Maria Veste Rendere i compiti più interessanti. 1. Permettere di lavorare in coppia, in piccoli gruppi. 2. Alternare compiti molto interessanti ad altri meno interessanti. 3. Usare proiettori da parete durante le spiegazioni. Adele Maria Veste Cercare le novità, specialmente alla fine di un lungo compito. 1. Trasformare in gioco la correzione dei compiti. 2. Trasformare in gioco il ripasso mnemonico. Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER EVITARE LA MANCANZA DI PARTECIPAZIONE E L'INCOSTANZA NEL TERMINARE I COMPITI Andare incontro alle scelte ed agli specifici interessi del bambino nei compiti. 1. Permettere, entro certi limiti, la scelta del compito, dell'argomento, dell'attività. 2. Capire le preferenze del bambino ed usarle come incentivo. 3. Attirare l'attenzione del bambino al compito. Adele Maria Veste Assicurarsi che i compiti coincidano con le capacità di apprendimento del bambino e con le sue attitudini. 1. Permettere modalità alternative di risposte (es. scritte a macchina, con il computer, registrate a voce). 2. Alternare il livello di difficoltà del compito. 3. Assicurarsi che il mancato svolgimento di un compito non dipenda dalla disorganizzazione. Adele Maria Veste Accorgimenti per superare la difficoltà ad iniziare un compito. 1. Predisporre l'attenzione del bambino alle richieste orali (es. dandogli anche delle istruzioni scritte, permettendogli di prendere appunti). 2. Dare una struttura precisa ai compiti ed ai test (essere il più specifici possibile). 3. Inquadrare la struttura globale del compito (es. le domande fondamentali, il percorso da compiere, le tavole del contenuto). 4. Permettere il lavoro in coppia o in piccoli gruppi purché a bassa voce. 5. Colorare, cerchiare, sottolineare, o riscrivere le istruzioni od i punti più difficili. Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI Incrementare l'organizzazione del lavoro con l'uso di liste, diari, quaderni di appunti, cartelline. 1. Assegnare i compiti al bambino scrivendoli su agendine tascabili. 2. Scrivere i compiti assegnati sulla lavagna ed assicurarsi che li abbia copiati. Adele Maria Veste Stabilire le consuetudini per quanto riguarda l'uso dei materiali della classe e per il vestiario. 1. Aiutare il bambino ad organizzare, con l'uso di raccoglitori, i compiti già fatti e quelli da svolgere; lo stesso vale per gli appunti presi in classe per mantenerli in ordine cronologico. 2. Spingere i genitori a stabilire in casa consuetudini giornaliere su come riporre i libri ed usare il materiale scolastico. 3. Aiutare il bambino a tenere in ordine il banco organizzandogli lo spazio. Adele Maria Veste Organizzare il suo ambiente con divisori e materiali colorati. 1. Insegnare al bambino l'abitudine di porsi delle domande prima di iniziare qualcosa o di lasciare un luogo (es. "Ho tutto quello che mi serve?") 2. Scrivere promemoria da mettergli sul banco, sui libri, sul diario. 3. Insegnare strategie per studiare. Adele Maria Veste ACCORGIMENTI PER MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SE 1. Richiamare l'attenzione sulle capacità del bambino creando, ogni giorno oppure ogni settimana, dei momenti in cui lui o lei possano mostrare i loro talenti. 2. Riconoscere che l'eccesso di attività può anche significare un aumento di energia e di produttività. 3. Riconoscere che essere un capobanda è una qualità da leader. 4. Riconoscere che l'attrazione a nuovi stimoli porta anche alla creatività. 5. Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori. Adele Maria Veste Coinvolgere il bambino nella soluzione delle sue difficoltà. 1. Fare, insieme al bambino, un elenco dei suoi comportamenti negativi, descrivendo i momenti più difficili e decidere le strategie che possono essere adoperate per evitare guai. Questo colloquio va tenuto privatamente, con calma e con l'atteggiamento di chi cerca di risolvere dei problemi, non per colpevolizzare il bambino. 2. Fare "giochi di ruolo" con il bambino in queste situazioni per praticare comportamenti alternativi. 3. Iniziare con un solo comportamento a cambiare, tenendo una scheda apposita per registrare successi ed insuccessi. Tener conto alla fine di ogni giorno di quante volte il bambino è riuscito ad adoperare una strategia positiva. Adele Maria Veste Funzionamento cognitivo limite Alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline) (2,5% casi) Talvolta il ritardo è legato a fattori neurobiologici (in comorbilità con altri disturbi) Adele Maria Veste Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale ● ● Citando la Direttiva: “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Le misure avranno carattere transitorio e attinenti aspetti didattici, privilegiando dunque le percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative. (C.M. n°8 del 6 Marzo 2013) Adele Maria Veste Sentenza n. 9261 del 1° settembre 2014 ● ● Il Tar Lazio ha annullato la non ammissione di un alunno dal terzo anno al quarto della scuola primaria. Il motivo è da rintracciarsi nella mancata considerazione, nella valutazione finale, del disagio della situazione familiare. La scuola era a conoscenza della situazione familiare del bambino (figlio di una cittadina peruviana e di padre italiano, con notevoli difficoltà economiche), ma non aveva messo in relazione le evidenti difficoltà espressive del minore con la sua complessiva situazione familiare. Adele Maria Veste Procedura di individuazione di BES “E' compito doveroso dei Consigli di classe o dei team dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. (C.M. n°8 del 6 Marzo 2013) Adele Maria Veste Procedura di individuazione delle situazioni di BES ● Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche Adele Maria Veste Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013) ● In presenza di richieste di genitori accompagnate da diagnosi il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se personalizzare la diattica, ma la decisione deve essere verbalizzata ed è valevole per l'anno in corso. Adele Maria Veste Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013) Distinzione fra ● Ordinarie difficoltà di apprendimento ● Gravi difficoltà ● Disturbi di apprendimento Didattica inclusiva E' sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale. Adele Maria Veste Adele Maria Veste Usare un registratore Le indicazioni di compiti da svolgere (consegne) e le specifiche lezioni possono essere registrate. Riascoltare puo' facilitare la comprensione di compiti o concetti. Adele Maria Veste PODCASTING Il termine è comparso per la prima volta con il significato di Personal Option Digital Casting; ma è ormai comune considerare l’origine della parola come la contrazione di “iPod” e “broadcasting” (trasmissione radiofonica). E' sufficiente disporre di un qualsiasi apparecchio in grado di riprodurre file audio, quindi basta un lettore mp3, un palmare, un telefonino Adele Maria Veste In ambito linguistico: -registrazione di lezioni, di conferenze, di dibattiti, -riduzione di opere narrative, -lettura di racconti, -trame di libri e film, commenti critici, fumetti, poesie e passi teatrali, racconti e sceneggiati a puntate. -lettura di favole -descrizione di opere d’arte. Adele Maria Veste Lingua straniera: -esempi di pronuncia (conversazioni, letteratura, linguaggio tecnico), -regole grammaticali e declinazioni verbali, -modi di dire e proverbi. -Esempi in situazione: a scuola, al ristorante, alla stazione, viaggiando; Adele Maria Veste Ambito scientifico: resoconti di esperimenti, guide parlate per l’uso di strumentazioni, esplicazione di procedure, indicazioni per esperimenti e osservazioni all’aperto o in casa, educazione alla salute, definizioni e regole (matematica, geometria, ecc.); - come effettuare una ricerca in biblioteca, in Internet ecc.; Adele Maria Veste http://www.audiocast.it/podlist Adele Maria Veste Consegna uno schema della lezione Uno schema aiuta gli studenti a seguire la lezione con successo e a prendere appunti appropriati. ● Aiuta gli studenti a vedere l’organizzazione del materiale e a fare domande pertinenti e al giusto momento. Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Bloccare gli stimoli estranei Adele Maria Veste ● Per incolonnare I numeri usare I fogli a righe ruotandoli Adele Maria Veste Semplificare le consegne scritte Molte indicazioni (consegne) parecchie unità di informazioni. contengono L’insegnante può sottolineare o evidenziare le parti significative delle indicazioni del compito o riscriverle per favorire la comprensione da parte dell’alunno Adele Maria Veste Semplificare le consegne scritte Scrivi delle frasi comparative Usa una parola per ogni colonna Adele Maria Veste Verifiche scritte Il testo delle verifiche scritte non andrà MAI dettato o fatto copiare dalla lavagna, ma dovrà essere scritto al computer e messo a disposizione o su fotocopia oppure su file (nel caso lo studente abbia padronanza dei software di sintesi vocale e desideri avvalersene) Quando il testo venga consegnato su fotocopia è importante che: ● ● ● ● venga preliminarmente letto, a tutta la classe, e lentamente dal docente venga redatto rispettando alcuni criteri volti a favorirne la leggibilità: la pagina, in generale, non dovrebbe risultare troppo affollata di testo e di eventuali immagini le diverse domande, i diversi esercizi dovrebbero essere chiaramente e sufficientemente distanziati ● ● ● ● Caratteri ad alta leggibilità – ad es. Arial, Comic Sans MS Calibri' – di dimensione 14-16 e meglio impostando la modalità “estesa” di spaziatura del carattere (normale, estesa) non spezzare la parola per andare a capo Interlinea: doppio Spazio ampio per scrivere (tenendo conto di una possibile disgrafia) ● Carattere senza grazie ● Allineamento a sinistra Verifiche scritte ● ● E' consigliabile evitare test a risposta multipla, gli alunni DSA si perdono nella lettura e comprensione dei quesiti e delle risposte. Sono consigliati, invece, test con V/F e test a risposta aperta purché le domande non prevedano risposte di tipo mnemonico ● ● E' consigliabile sottolineare o ingrandire la parola/e chiave, in modo che l'alunno si possa orientare più velocemente nella risposta Sarebbe opportuno evidenziare quale parte della verifica garantisce il superamento (sufficienza) della prova e quale parte, invece, consente di alzare il voto ● Utilizzare frasi brevi e semplici, coordinate più che subordinate ● Esplicitare sempre soggetto e oggetto evitando i pronomi ● Usare verbi in modo finito, all'indicativo, in forma attiva ● Evitare doppie congiunzioni e doppie negazioni ● Distinguere informazioni principali e secondarie ● Non sovraccaricare il testo di troppe informazioni o date ● Evidenziare i passaggi necessari alla comprensione Esercizio I anno superiori. Testo Zanichelli La velocità v di un oggetto che percorre una distanza s ed il tempo t impiegato a percorrerla sono grandezze inversamente proporzionali. Un oggetto A deve percorrere una distanza assegnata pari a 6m ed un oggetto B una distanza pari a 20m. Scrivi le leggi che esprimono il variare della velocità di A e B in funzione del tempo. Sapendo che A impiega 1,99 secondi per percorrere la distanza assegnata e che B ha una velocità di 3,1 metri al secondo, determina quale dei due oggetti è più veloce e quale impiega meno tempo. Come sai V=s/t Un oggetto A percorre 6m Un oggetto B percorre 22m Come variano le velocità di A e B rispetto al tempo? Scrivi le leggi Adele Maria Veste Adele Maria Veste Le verifiche di grammatica La grammatica potrebbe essere verificata nell’uso quotidiano della lingua, ma solitamente si fanno schede di analisi scritte, nelle quali dobbiamo consentire ai nostri studenti con DSA di utilizzare schede riassuntive E preferibile non dare frasi da analizzare interamente ma esercizi che richiedano una competenza per volta. ● ● ● ● ● ● C6. Completa nel modo corretto le parole incomplete. 1. Maria è una nuotatrice ecce…………nale. 2. Aveva la co…………enza sporca perché sapeva di aver mentito. 3. Lavarsi le mani prima di mangiare è una buona regola i…………enica. 4. Questo cane è del tutto inno…………o: abbaia ma non morde. 5. Il preside non ha concesso l’assemblea: dice che è ille…………ittima. C6 4,3 E71,1 24,6 Le verifiche di produzione Per la produzione scritta: stabilite la tipologia testuale che sara proposta e/o date indicazioni sulle tematiche da trattare, nei giorni precedenti incoraggiate discussioni su tali argomenti, proponete sempre almeno tre tracce. Fate utilizzare il pc con il correttore ortografico e il vocabolario digitale. Congiunzione o verbo essere? Preposizione o verbo avere? 1. Scrivi il testo. 2. Una volta scritto il testo cerchia con una matita tutte le “e” isolate. 3. Cerca di capire se quella “e” o “è” è una congiunzione o se è un verbo. 4. Passa alla successiva. 5. Finite tutte le “e”, cancella i segni fatti a matita e cerchia tutte le “a” o le “ha” isolate. 6. Cerca di capire se quella “a” o “ha” è una proposizione o se è un verbo. 7. Passa alla successiva. 8. Finite tutte le “a”, cancella i segni fatti a matita e cerchia tutti gli “anno” o “hanno” isolati. 9. Cerca di capire se quel “anno” o “hanno” si riferisce alla parola anno o se è un verbo. Adele Maria Veste Adele Maria Veste Comprensione del testo La lettura di un testo teatrale potrebbe risultare più facile per la comprensione del testo. Infatti, vengono sempre descritti i personaggi, ogni scena è preceduta dalla descrizione del luogo in cui avviene il fatto, viene sempre esplicitato chi sta parlando, pensando o compiendo una azione. Tutto ciò facilita la creazione delle immagini mentali indispensabili per la comprensione del testo Dare agli studenti un organizzatore grafico Uno schema, una tabella o una mappa da completare può essere dato allo studente che lo riempirà durante la lezione. Questo aiuta lo studente a focalizzare la propria attenzione sulle informazioni chiave e a vedere la relazione tra concetti e informazioni collegate. Adele Maria Veste Mappe concettuali ● ● ● ● ● strumento grafico per rappresentare informazione e conoscenza, teorizzato da Joseph Novak negli anni settanta rappresentano in un grafico le conoscenze intorno a un argomento Seguono un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all'interno di un contesto, mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all'apprendimento meccanico Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Le mappe mentali Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti. Adele Maria Veste Adele Maria Veste ● Difficoltà nel leggere tabelle e grafici Adele Maria Veste Tavola degli elementi Adele Maria Veste Cambia la modalità di risposta. Per gli studenti che hanno difficoltà nella risposta motoria fine (come ad esempio nella calligrafia), la modalità di risposta può essere cambiata attraverso il sottolineare, lo scegliere tra risposte multiple, il selezionare e il marcare la risposta corretta. Agli studenti può essere permesso di completare un progetto invece di una interrogazione orale e viceversa. Adele Maria Veste Fornire un glossario per aree di contenuto. Nella scuola secondaria, il linguaggio specifico di alcune materie richiede una lettura molto attenta. Gli studenti spesso traggono beneficio da un glossario che spieghi il significato dei termini specifici. Adele Maria Veste DISNOMIA • Schemi riassuntivi con le parole chiave Abbinamento nome – immagine Abbinamento nome - simbolo • Esercizi con domande possibilmente chiuse fornendo liste di parole • Esercizi vero-falso • Preferire esercizi di applicazione piuttosto che definizioni Le proteine sono macromolecole biologiche formate da una o più catene di amminoacidi. In analogia con altre macromolecole biologiche come i polisaccaridi e gli acidi nucleici, le proteine costituiscono una parte essenziale degli organismi viventi. Amminoacidi Collagene Molte fanno parte della categoria degli enzimi, la cui funzione è catalizzare le reazioni biochimiche vitali per il metabolismo degli organismi. Enzimi Alcune hanno funzioni strutturali e meccaniche, come l'actina e la miosina nei muscoli, il collagene in ossa e tessuti, e come componenti del citoscheletro cellulare. Adele Maria Veste Polisaccaridi Lingoversity Adele Maria Veste Scrittura dei punti chiave o delle parole alla lavagna Prima di una presentazione l’insegnante può scrivere un piccolo glossario con i termini nuovi che gli studenti incontreranno sulla lavagna. Adele Maria Veste Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive. Adele Maria Veste Uso di presentazioni ed attività bilanciate. ● ● Bisognerebbe bilanciare le presentazioni orali con quelle visive e con le attività partecipative. Alternare le attività in grandi gruppi, in piccoli gruppi ed individuali. Adele Maria Veste Uso delle tecniche di memorizzazione Nell’ambito delle strategie di apprendimento possono essere usate tecniche di memorizzazione per aiutare gli studenti a ricordare le informazioni chiave o le varie fasi di un processo. ● Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine, Alpi Lepontine, Alpi Retiche, Alpi Carniche, Alpi Noriche, Alpi Giulie. Adele Maria Veste ● https://www.youtube.com/watch?v=bjOGNVH3D4Y Adele Maria Veste Adele Maria Veste Crea fogli di lavoro gerarchici. L’insegnante può costruire fogli di lavoro con problemi disposti in senso gerarchico dal più facile al più difficile. Il successo immediato aiuta lo studente a iniziare il lavoro. Adele Maria Veste S. Harter SFIDA COGNITIVA OTTIMALE Il compito deve essere difficile quel tanto che basta per far progredire la conoscenza, e facile al punto di rendere più probabile il successo che l’insuccesso Adele Maria Veste Mostrare esempi del lavoro. Esempi del lavoro completato possono essere mostrati agli studenti per aiutarli a pianificare il lavoro in accordo con questi. Adele Maria Veste Inclusione e disabilità Metodi e strategie Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Il calcolo a mente ● Il calcolo a mente è considerato dalla ricerca contemporanea la competenza fondamentale all’evoluzione della cognizione numerica. Esso si basa infatti su strategie di combinazioni di quantità necessari ai meccanismi di intelligenza numerica. In particolare le strategie più importanti identificate nella letteratura scientifica sono: Adele Maria Veste ● ● composizione e scomposizione dei numeri in insiemi più semplici; raggruppamento; ● arrotondamento alla decina; ● le proprietà delle quattro operazioni; ● il recupero dei fatti aritmetici. Adele Maria Veste Il calcolo scritto “Il calcolo scritto rappresenta un apprendimento di procedure necessarie per eseguire calcoli molto complessi, che abbisognano di un supporto cartaceo per dare aiuto al nostro sistema di memoria. Quindi, il calcolo scritto ha il compito di automatizzare procedure ed algoritmi e non quello di sviluppare strategie né di potenziare le abilità di intelligenza numerica. Impegnare la granparte del tempo scolastico nell’esercitazione di tali algoritmi, se da una parte consente un’adeguata acquisizione delle procedure di calcoli complessi, dall’altra rischia di penalizzare l’apprendimento e il consolidamento di strategie più flessibili ed efficaci come quelle del calcolo a mente. Si raccomanda, dunque, un approccio didattico che sappia potenziare entrambi i tipi di calcolo necessari per lo sviluppo di potenzialità cognitive differenti.” Adele Maria Veste Strategie di calcolo nei DSA ● ● “Se queste raccomandazioni sono necessarie verso l’intera conduzione della classe, tanto più lo sono verso i bambini con DSA. Ad esempio, il calcolo scritto sarà tanto più difficile quanto più il profilo compromesso riguarderà gli automatismi e i processi di memoria, mentre il calcolo a mente sarà tanto più difficile quanto più il profilo compromesso riguarderà le funzioni di strategia composizionale. Adele Maria Veste Matematica Vedica si intende in generale la matematica risalente ai Veda, i testi sacri dell’induismo, fonte della conoscenza, trasmessa oralmente attraverso i Sutra, che possiamo definire aforismi della saggezza indiana. Queste tecniche di calcolo veloce furono sperimentate per la prima volta in Inghilterra dove illustri matematici Satish Sharma hanno potuto usare questo metodo con studenti di classi disagiate, ottenendo ottimi risultati. Adele Maria Veste Moltiplicare un numero a due cifre per 11 Ad esempio 42 × 11 4 + 2 4 6 2 Adele Maria Veste Il primo Sutra “matematico”, recita: “Uno in più del precedente”. Adele Maria Veste Quadrati di numeri che terminano con la cifra 5 Iniziamo dal quadrato di 25 ● Nel quadrato da calcolare la cifra delle unità (cioè 5) produce sempre un 25 finale; 5x5 = 25 ● ● Il prodotto della cifra delle decine (cioè 2) per la sua successiva (2+1= 3) perciò 2x3=6. Il quadrato di 25 sarà perciò 6 seguito da 25 vale a dire 625. (35) 3+1=4 2 5x5 3 x4 =12 1225 Adele Maria Veste 25 “Uno in più del precedente” ● ● Riproviamo con 45 al quadrato. Il successivo di 4 è 5. Il quadrato di 45 sarà perciò composto da 4x5=20 seguito dal 25 2025. ● Ancora con 85. Il successivo di 8 è 9. 8x9=72 seguito da 25 7225. Radici quadrate di numeri che terminano con 25 Iniziamo dalla radice quadrata di 4225. ● ● ● Dal 25 ottengo il 5 finale nella radice Il 42 è il prodotto di due numeri consecutivi cioè 42=6x7 dei due prendiamo il più piccolo (6) la radice che sarà 6 seguito da 5 cioè la radice è 65. ● Ora la radice quadrata di 3025. 30=5x6 perciò 5 seguito dal 5 finale; la radice è 55. ● Ancora con la radice quadrata di 9025. 90=9x10 perciò 9 seguito dal 5 finale; la radice è 95. ● ● Vediamo un secondo esempio, sulla moltiplicazione di due numeri aventi la stessa cifra decimale e tali che la somma delle cifre delle unità sia uguale a 10. 43 x 47 = 2021 I prodotti di numeri equidistanti da decine o cinquine ● ● esempi: 26x24 (equidistanti da 25) Si utilizza il prodotto notevole somma per differenza inserendo ● 26x24=(25+1)x(25-1)=25^2-1=625-1=624 ● 28x32=(30-2)x(30+2)=30^2-4=900-4=896 “Tutti dal 9 e l’ultimo dal 10” E' il secondo Sutra: ● Applichiamolo alla sottrazione da 1000. ● 1.000 – 481 Si sottraggono da 9 le cifre 4 e 8 ● 9 – 4 = 5, ● 9 – 8 = 1, ● 10 – 1 = 9. Il risultato è quindi 519. “Se uno è in rapporto, l’altro è zero” Il sesto Sutra: 3x+ 5y= 15 7x +10y= 30 In questo caso il rapporto dei coefficienti di y è identico a quello dei termini noti. Quindi “l’altro” è zero, cioè x = 0. Quindi la soluzione del sistema è x = 0 e y = 15/5=2 Aplusix è un software che aiuta gli alunni di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni nell'apprendimento dell'algebra. Aplusix non insegna direttamente regole o metodologie, assiste gli studenti nel loro apprendimento fornendo loro spiegazioni adeguate. Vantaggi: Aplusix indica se i calcoli eseguiti sono corretti o no, se l'esercizio è risolto o incompleto (risolto in modo corretto o sbagliato), fornisce poi la soluzione per ogni esercizio ed assegna un punteggio alla soluzione proposta dallo studente. La comprensione del testo Stampatello o corsivo? ● La società dei pediatri “Per uno scolaro di oggi scrivere in corsivo è come per un adulto esprimersi in cirillico»” ● Il modello tedesco del Land di Amburgo Adele Maria Veste L’idea alla base è semplice, pedagogica prima che grafica: indurre cioè il bambino a sviluppare i caratteri direttamente dalle «minuscole» stampate nei libri, o digitate sugli schermi, con cui anche i più piccoli si confrontano fin dai primi anni, senza passare dall’apprendimento del corsivo. La scrittura ha un nome, Grundschrift («scrittura di base», ma nella radice c’è anche la parola Grund come Grundschule, scuola elementare), e dagli stessi «codificatori» viene vista come un anello di congiunzione tra stampatello e corsivo. Nelle linee guida dei cinque esperti si legge: «Il Grundschrift si impara molto facilmente, ma allo stesso tempo può evolversi in una scrittura personale, che anche gli altri possono leggere con facilità. Adele Maria Veste Adele Maria Veste Nati per leggere? L'invenzione della lettura ha portato una parziale riorganizzazione del nostro cervello che, grazie alla sua plasticità è in grado di stabilire sempre nuovi collegamenti con le strutture preesistenti. Siamo geneticamente predisposti allo sviluppo Adele Maria Veste Il cervello che cambia... Impariamo a leggere per un'innata plasticità del nostro cervello, ma appena una persona impara a leggere il suo cervello è cambiato per sempre, sia fisiologicamente che intellettualmente Cosa accade quando leggiamo? A una parola semplice come “bug” insettino, associamo non soltanto il senso piu' immediato (piccolo animale con 6 zampe) ma anche associazioni meno frequenti (microspia, modello di autovettura volkswagen difetto di un programma) ● ● Ogni volta che leggiamo attingiamo all'intero bagaglio del nostro sapere (I bambini non dispongono dello stesso patrimonio) I sistemi grammaticali e semantici hanno dovuto collaborare con la memoria di lavoro (le informazioni grammaticali -senso di ogni parolasenza perdere di vista l'insieme delle frasi e il contesto) ● ● Alla specie umana sono occorsi 2000 anni di progressi cognitivi per arrivare a leggere l'alfabeto I nostri figli devono farlo in 2000 giorni Scuola dell'infanzia ● Un bambino impara a leggere quando viene preso in braccio e gli si racconta una favola la frequenza con cui cio' accade è una dei migliori predittori della capacità di leggere Disturbo di lettura Nel caso di studenti con dislessia, la scuola secondaria dovrà mirare a promuovere la capacità di comprensione del testo. Possono risultare utili alcune strategie riguardanti le modalità della lettura. insistere sul passaggio alla lettura silente piuttosto che a voce alta, in quanto la prima risulta generalmente più veloce e più efficiente; insegnare allo studente modalità di lettura che evidenziando le parole chiave, consentano di cogliere il significato generale del testo, all’interno del quale poi eventualmente avviare una lettura più analitica. Per uno studente con dislessia, gli strumenti compensativi sono primariamente quelli che possono trasformare un compito di lettura (reso difficoltoso dal disturbo) in un compito di ascolto. A tal fine è necessario fare acquisire allo studente competenze adeguate nell’uso degli strumenti compensativi. Si può fare qui riferimento: · alla presenza di una persona che legga gli items dei test, le consegne dei compiti, le tracce dei temi o i questionari con risposta a scelta multipla; · alla sintesi vocale, con i relativi software, anche per la lettura di testi più ampi e per una maggiore autonomia; · all’utilizzo di libri o vocabolari digitali. Come suscitare l’interesse per la lettura? L’uomo che legge ad alta voce ci eleva all’altezza del libro. (D. Pennac) La lettura ad alta voce da parte di un adulto e un’attivita importante per i ragazzi con dislessia. Anche se i ragazzi sanno gia leggere, la lettura ad alta voce - da parte di insegnanti e genitori potenzia l’ascolto e fa amare i libri, ma fa si che chi non prenderebbe mai in mano un libro a causa delle proprie difficolta nella lettura possa accedere al mondo del linguaggio scritto. La lettura di un testo teatrale potrebbe risultare più facile per la comprensione del testo. Infatti, vengono sempre descritti i personaggi, ogni scena è preceduta dalla descrizione del luogo in cui avviene il fatto, viene sempre esplicitato chi sta parlando, pensando o compiendo una azione. Tutto ciò facilita la creazione delle immagini mentali indispensabili per la comprensione del testo Cosa significa comprendere un testo? ● ● ● Processo finalizzato a cogliere il significato del testo. Processo integrativo in cui le informazioni del testo sono fra loro combinate. Processo costruttivo, in cui le informazioni nuove, contenute nel testo sono integrate all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore Disturbo di comprensione (DCT) ● ● Problema riscontrato: Lo studente, a fronte di una lettura ad alta voce corretta e fluente, fatica a comprendere il significato di ciò che legge. Persiste il dibattito sull’indipendenza dal disturbo di lettura strumentale. Le strategie di prelettura Lo scopo principale della lettura è la comprensione del testo ● Il lettore svolge un ruolo fondamentale: costruisce in modo attivo il significato, integrando le sue conoscenze con quelle fornite dal testo ed elaborando una rappresentazione mentale coerente e coesa Adele Maria Veste Variabili relative al testo ● LESSICO (livello parola) ● SINTASSI- SEMANTICA (livello frase) ● ● SEMANTICA: ESPLICITAZIONE DEI LEGAMI LOGICI TRA FRASI (livello brano) PRESENZA DI UNA STRUTTURA FACILMENTE INDIVIDUABILE (livello brano) ESEMPIO DI COMPLESSITÀ A LIVELLO LESSICALE Il corvo e la volpe Il corvo aveva rubato del formaggio. Si rifugiò, così, sul ramo più alto di un albero. Una volpe, molto furba, lo vide e, volendo per sé quel bel formaggio, si mise lì sotto e disse: “Oh, corvo, quanto sei bello! Che splendide piume hai! Nessuno meglio di te può essere il re degli uccelli. Se tu avessi anche una bella voce saresti perfetto!” Il corvo, così, per far sentire che aveva anche la voce, spalancò il becco.Subito la volpe corse a prendere il formaggio caduto e disse: “Oh, corvo, non ti mancherebbe niente, se solo avessi un po’ di cervello!”. La cicala e la formica La cicala era felice perché aveva cantato tutta l’estate facendo vibrare nella foresta, con grande veemenza, il suo frinire incessante. Giunse, però, l’autunno con i suoi venti freddi, e dagli alberi cominciarono a cadere le foglie vizze. La cicala realizzò di essere stata poco lungimirante e previdente. La campagna compariva, infatti, già brulla e desolata e non si riusciva più a trovare nulla di commestibile da ingoiare. La poverina rischiava di morire di inedia. Disperata, la cicala si precipitò dalla vicina formica, che aveva accumulato una ingente quantità di miglio e grano, delle vere leccornie per gli insetti. Le chiese, così, qualcosa da mangiare e aggiunse: “Salderò al più presto il mio debito, interessi e capitale incluso, parola di cicala!”. Ma la formica, tirchia ed egoista, replicò ironicamente: “ Cara scellerata, hai cantato tuta l’estate? Adesso che viene l’inverno, balla!”. E senza aggiungere altro si dileguò. ESEMPIO DI COMPLESSITÀ A LIVELLO SINTATTICO L’amministrazione non assume alcuna responsabilità per il caso di dispersione di comunicazione dipendente da inesatte indicazioni della residenza e del recapito da parte dell’aspirante o da mancata oppure tardiva comunicazione del cambiamento degli stessi, né per eventuali disguidi postali o telegrafici non imputabili a colpa dell’amministrazione stessa. ESEMPIO DI COMPLESSITÀ A LIVELLO SEMANTICO Modi di comunicare ● Il segno è un modo di comunicare dell’uomo. Esso è variabile a seconda della natura del mezzo scelto. Ogni segno ha una sua idoneità di comunicazione. La maggiore o minore attitudine di un segno dipende dalla capacità di comunicare, dall’estensione (quantità dei recettori che raggiunge) e dalla potenza di informazione e suggestione. ● ● abitudine alla lettura lettura come divertimento ● lettura come soluzione dei problemi ● lettura come fonte di informazioni Nel processo di lettura l’ attivazione di schemi adeguati migliora la comprensione perchè: ● ● fornisce una struttura in cui inserire le informazioni permette di distinguere tra informazioni importanti e marginali ● permette di fare inferenze ● aiuta la memorizzazione Un titolo? ● La procedura è realmente molto semplice. Prima si sistemano le cose in gruppi differenti. Naturalmente un gruppo può essere sufficiente: dipende da quanto c’è da fare. É importante non eccedere: cioè, è meglio far subito poco, piuttosto che troppo. Lì per lì questo non sembra importante, ma, nel caso nascano delle complicazioni, uno sbaglio può essere costoso. Di primo acchito l’intera procedura parrà complicata, ma ben presto diventerà un altro aspetto della vita. È difficile prevedere se avrà fine la necessità di questo compito nell’immediato futuro, ma non si può mai dire. Dopo che la procedura è completata, si dispone di nuovo il materiale in vari gruppi, da collocare in luoghi appropriati. Nel caso in cui vengono usati ancora, l’intero ciclo dovrà essere ripetuto. Comunque anche questo fa parte della vita. ● da: Brandsford e Johnson, 1972. UNA SCARSA COMPRENSIONE PUO’ DIPENDERE: 1.Mancanza di uno schema appropriato carenza di conoscenze 2.Impossibilità di attivare uno schema a causa dell’ambiguità del testo 3. Attivazione di uno schema errato controllo metacognitivo Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste L’apprendimento cooperativo - Tecnica jigsaw Supponendo una classe di 20 studenti, l’insegnante divide la classe in 4 gruppi eterogenei (detti gruppi jigsaw), contenenti ciascuno 5 alunni, e individua un leader per ogni gruppo. Gli studenti dei 4 gruppi si disporranno a cerchio e i gruppi saranno il più possibile lontani tra loro. L’insegnante proporrà un’attività (per esempio un’attività di comprensione di un articolo sulle abitudini di vita, sulle preferenze e sui gusti, su un cantante di successo...). Fase 1 L’insegnante divide il testo in 5 parti, relative ai seguenti argomenti: Ogni alunno di un gruppo riceverà dall’insegnante una parte diversa del testo e avrà il tempo di leggerlo. Se nella classe vi sono studenti con dislessia, il testo può essere fornito in formato audio, oppure si può chiederedi far loro leggere il testo, dicendo che anche se non finiscono in tempo, durante la fase 2, potranno ricevere le informazioni sulla loro parte dai partner del gruppo che si formerà successivamente. L’insegnante farà in modo che gli studenti si concentrino sulla propria parte, senza guardare le altre. Fase 2 Tutti gli studenti che hanno letto la stessa parte del testo formeranno un nuovo gruppo (detto gruppo di esperti) e discuteranno l’argomento tra loro, per poi presentarlo ai compagni del gruppo originario. Fase 3 Ogni studente dovrà poi tornare al suo gruppo iniziale e presentare la propria parte ai partner. L’insegnante incoraggerà questi ultimi a formulare domande e a chiedere chiarimenti (intervenendo solo quando è necessario) Fase 4 L’insegnante consegnerà a tutti i componenti della classe una fotocopia con un esercizio a scelta multipla centrato sul testo completo e ogni studente dovrà completarlo individualmente. Metodologie attive... Adele Maria Veste Metodologie didattiche “attive” ● Didattica di laboratorio ● Problem solving ● Metacognizione ● Apprendimento cooperativo Adele Maria Veste ● ● ● ● … I compagni di scuola e di classe possono rappresentare una facilitazione all’apprendimento per la diversità tra loro e perchè coetanei; … Gli studenti imparano in modo diverso e possono fungere da sostegno al proprio apprendimento e a quello dei loro coetanei; … La scuola è un ambiente comune e sociale che incide sull’autostima degli studenti e sul loro potenziale di apprendimento; … La scuola e la composizione del gruppoclasse sono in costante cambiamento, la diversità non può essere vista come un’idea Adele Maria Veste statica. JIGSAW ● ● ● Il Jigsaw (letteralmente gioco ad incastro, puzzle) è una tecnica utilizzata ideata negli anni '70 in America dal dott. Elliot Aronson. Gli studenti in classe spesso vivono una situazione di insofferenza e di rifiuto perché non si sentono protagonisti e responsabilizzati. Ad ogni allievo viene assegnato un compito che è essenziale al gruppo, senza il quale il gruppo intero ne soffre e viene penalizzato, quindi ogni allievo si sente responsabilizzato a partecipare attivamente all'attività didattica. PRIMA FASE ● ● ● La classe viene divisa in gruppi di 4 o 5 allievi. Questi gruppi li chiameremo "gruppi base". Esempio: studio dei paesi del Sud America. Ogni gruppo studierà un Paese. Ad ogni alunno del "gruppo base", viene affidato una competenza specifica. GRUPPO 1 CILE A E B C D E B C A D GRUPPO 2 ARGENTINA GRUPPO 3 BRASILE A E B C D E B C A D GRUPPO 4 PERU' A E B C D A creare una tabella con i dati del Paese, B studiare la morfologia del terreno e i climi; C gli aspetti storici; D gli aspetti sociali; E gli aspetti culturali. SECONDA FASE Tutti i ragazzi A si incontrano tra di loro per individuare procedure univoche e contenuti da considerare in un "gruppo tecnico". ● ● ● In questa fase ogni alunno diventerà competente di quello specifico ambito perché nella fase successiva dovrà relazionare al gruppo-base. I ragazzi del gruppo A stabiliscono quante righe e colonne dovrà avere la tabella e quali le voci da considerare. Avremo quindi 4 "gruppi di base" e 5 "gruppi tecnici" TERZA FASE Si ritrovano i "gruppi base", in cui adesso ciascun allievo è "esperto" di una fase del lavoro e di questa sua conoscenza deve rendere partecipi i compagni che ne sono del tutto privi. ● Viene svolto il lavoro dato in consegna Vantaggi L'allievo si responsabilizza sia verso l'insegnante che verso il gruppo base, imparando nel contempo a lavorare in modo cooperativo al fine di raggiungere un obiettivo comune. Gli studenti diventano di volta in volta gli esperti del gruppo (assumono il ruolo di insegnanti) e devono verbalizzare efficacemente, individuando modalità creative per spiegare al gruppo (e poi alla classe) il loro argomento. Il processo di insegnamento/apprendimento tra pari consente di ritenere i contenuti. Jigsaw Classroom ● ● La "Aula Puzzle", è una tecnica volta alla riduzione del conflitto razziale e alla crescita di risultati scolastici positivi. Così come ogni tassello di un puzzle risulta essere fondamentale nella costruzione dello stesso, ogni studente risulta essere essenziale nella realizzazione e presentazione dello strumento finale da presentare. La seconda guerra mondiale. Sara è responsabile delle ricerche relative alla nascita del potere di Hitler nella Germania prima della guerra; ● ● ● ● Stefano, avrà il compito di prendere informazioni sui campi di concentramento; Pietro cercherà di capire il ruolo della Gran Bretagna nel conflitto, Mara il ruolo dell’Unione Sovietica; Clara affronterà l’entrata in guerra del Giappone e lo sviluppo della bomba atomica. Modalità di intervento I tempi delle tre fasi variano a seconda del lavoro distribuito. ● Come per tutte le attività di insegnamento cooperativo è possibile assegnare dei ruoli intercambiabili all'interno dei gruppi-base (il cronometrista, il responsabile, il portavoce...), anche questo permette agli alunni di sperimentare specifiche abilità sociali. ● L'insegnante forma i gruppi, segue le varie fasi, può assegnare delle domande di comprensione nelle varie fasi, verifica i livelli di conoscenza globali del gruppo-base e dà una valutazione individuale e collettiva. Come valutare? ● ● ● Dovremo rinunciare a ricercare metodi e criteri “assolutamente oggettivi” di valutazione, accettando che la valutazione non possa mai essere totalmente oggettiva; essa è soggettiva proprio in quanto coinvolge “soggetti” in una interazione reciproca. Dovremo imparare a legare consapevolmente la valutazione alle scelte didattiche che l’insegnante opera. Occorre cercare nuovi strumenti e metodologie valutative per attività laboratoriali e metacognitive (Brunetto Piochi) Per valutare si devono raccogliere i dati. Possiamo usare: 1. Una modalità formale: verifica (scritta e/o orale) 2. Una modalità informare: osservazione strutturata B. Piochi Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste Adele Maria Veste La didattica in laboratorio "I sensi, essendo gli esploratori dell’ambiente, aprono la via della conoscenza. I materiali per l’educazione dei sensi sono offerti come una specie di chiave per aprire una porta all’esplorazione delle cose esterne” Maria Montessori Adele Maria Veste E' necessaria una didattica che utilizzi immagini ed esperienze concrete Adele Maria Veste Il laboratorio come metodologia di apprendimento Il laboratorio non é il luogo nel quale gli studenti mettono in pratica quanto hanno appreso a livello teorico attraverso la sperimentazione di protocolli standardizzati, tipici delle discipline scientifiche ● ● E' una metodologia didattica innovativa, che coinvolge tutte le discipline, che facilita la personalizzazione del processo di insegnamento/ apprendimento che consente agli studenti di acquisire il “sapere” attraverso il “fare”, dando forza all’idea che la scuola è il posto in cui si “impara ad imparare” per tutta la vita. Adele Maria Veste Prima di essere “ambiente” il laboratorio è uno “spazio mentale attrezzato”, una forma mentis, un modo di interagire con la realtà. Il termine laboratorio va inteso come qualsiasi spazio, fisico, operativo e concettuale, opportunamente adattato ed equipaggiato per lo svolgimento di una specifica attività formativa. Nel laboratorio il soggetto agisce. L’attività puo' essere riproduttiva (l’allievo copia, ripercorre la procedura richiesta, riproduce ciò che ha studiato); o produttiva: l’allievo inventa, ipotizza nuove strategie risolutive, che produce qualcosa ex novo. Lo scopo formativo del laboratorio è quello di produrre pensiero a partire dall’azione. Adele Maria Veste La divisione Alcune misconcezioni relative alla operazione di divisione: concepire la divisione esclusivamente come ripartizione, concepire il dividendo sempre maggiore del divisore, credere che la divisione sia sempre possibile anche quando il divisore è 0, … Si accetta il modello intuitivo di divisione tra naturali e si estende erroneamente ai razionali, si forma quel modello “parassita” che si può enunciare così: la divisione “diminuisce sempre”, che ovviamente non corrisponde più a verità» Il Problem solving Il Problem Solving è una metodologia didattica “attiva” applicata nell'America degli anni '70 basata sulla risoluzione di problemi in contesti di vita reale. Adele Maria Veste Che cos’è un problema? “Un problema sorge quando un essere vivente ha una meta ma non sa come raggiungerla.” [Duncker, 1935] Psicologia della Gestalt Viene posto alla classe un problema da risolvere a partire da una domanda, stimolando gli allievi a raccogliere informazioni e a ricercare ipotesi di verifica. L'apprendimento è caratterizzato dinamico. Gli studenti devono: da un carattere acquisire informazioni dal docente per poter affrontare il problema, essere in grado di costruire in gruppo le conoscenze disciplinari essere consapevoli dei processi di riflessione attuabili, indagando tutte le soluzioni possibili, valutandone l'efficacia e ponendo alla fine nuovi problemi. L'insegnante può mostrare egli stesso come risolvere il problema o chiedere ai ragazzi quali soluzioni attuare, valutando in base alle caratteristiche del gruppo classe e alla natura del problema come calibrare i seguenti aspetti: modalità di formulazione della domanda; passaggi da esplicitare; spazi problematici insoluti; dati da fornire per risolvere l'enigma. Il docente: valuta le fasi di risoluzione del problema e le tipologie di ragionamento più efficaci; colloca le scoperte degli allievi in un sistema ordinato di conoscenze disciplinari tramutandoli in contenuti consolidati Il Problem Solving non riguarda solo le discipline scientifiche e può essere attuato in ogni ordine di scuola, purché si pongano problemi adeguati al grado di comprensione degli allievi, in situazioni reali o verosimili. In questo modo è possibile insegnare in modo critico la Matematica l'Italiano (per la risoluzione di un giallo o la scrittura di un testo), le Scienze (attraverso la conduzione di esperimenti in laboratorio), La Storia (ponendo una controversia da analizzare, ricostruendo i processi che hanno dato vita ad alcune grandi vittorie o sconfitte), I vantaggi per un alunno con DSA La didattica per problemi ha una cruciale valenza educativa-formativa in quanto consente a ciascun allievo di: Ricercare dati ed informazioni; Fare stime e calcoli Formulare ipotesi; Proporre soluzioni; Prendere decisioni. Comprendere un problema, quindi, significa capirne le difficoltà, tentare di risolverlo con un’applicazione tenace e responsabile, con perseveranza e gratificazione intellettiva, legata alla soluzione del problema stesso. Con tale metodo si possono sviluppare alcuni aspetti fondamentali della personalità quali: 1) La responsabilità, 2) L’autonomia, 3) La fiducia in sé, 4) La stima di sé, 5) La cooperazione con gli altri, 6) La solidarietà, 7) Le capacità decisionali. Ciò che generalmente impariamo a scuola è il risultato definitivo, la formalizzazione, ignorando le inquietudini, le idee geniali e i fallimenti che si celano dietro di essi. Il problema dei 9 punti (Scheerer, 1963): Unire i nove punti con 4 segmenti retti continui (senza staccare la matita): La maggior parte delle persone incontrano difficoltà nel risolvere il problema dei nove punti perché suppongono che i punti formino un quadrato che limita lo spazio di lavoro. I tre interruttori Fuori da una stanza chiusa, ci sono tre interruttori, uno soltanto comanda una lampadina che si trova all'interno della stanza; i tre interruttori sono tutti in posizione "spento". Rimanendo fuori dalla stanza e senza la possibilità di sapere cosa accade all'interno, si possono azionare gli interruttori a piacimento; per una volta, e solo una, si può poi entrare nella stanza e fare le verifiche desiderate. Soluzione Si accende un interruttore e lo si lascia acceso per un po' di tempo; lo si spegne, se ne accende un altro e si entra subito nella stanza. Se la luce è accesa l'interruttore collegato è ovviamente l'ultimo azionato; se la luce è spenta e la lampadina è calda l'interruttore collegato è il primo azionato, che è rimasto acceso per un po'. Diversamente l'interruttore giusto è il terzo che non avete ancora toccato. 74,5%Errata 4,0% Non data Adele Maria Veste Esempio: misura di un'area A quattordici anni il concetto di area è stato già soppiantato da una regola mnemonica di calcolo. Gli studenti effettuano i calcoli delle aree regolari A e B utilizzando le formule, ma incontrano difficoltà quasi insormontabili quando affrontano il problema posto dalle figure C e D. “Quando gli scienziati della NASA investirono una fortuna per inventare una penna a sfera che scrivesse nello spazio in assenza di gravità, i loro colleghi russi, per mancanza di soldi, pensarono che si potessero usare più semplicemente le matite” PROPORRE COMPITI “AUTENTICI” Compito: “Tu sei un tour operator e devi convincere noi 25 della classe a comprare tutti un biglietto per il Messico. Tieni presente, però, che ciascuno di noi è interessato a cose diverse: chi la cultura, chi la storia, chi il paesaggio, chi l’economia, chi lo svago …. Trova le argomentazioni e gli elementi per convincere la classe a partire per il Messico” Adele Maria Veste UTILIZZARE IL SAPERE E NON RIPRODURRE IL SAPERE PARTIRE DALLE CONOSCENZE SPONTANEE: “Cosa sapete degli antichi Egizi, della cultura, delle usanze, ecc.” piuttosto che: “Oggi cominceremo a studiare gli antichi Egizi …” ESPLICITARE IL RISULTATO CONOSCENZA SCIENTIFICA ATTESO IN TERMINI DI Una volta ricostruita la mappa delle conoscenze spontanee, mostrare quella delle conoscenze formali UTILIZZARE MEDIATORI DIDATTICI DIVERSI, STRUTTURARE COMPITI ATTIVI, DOVE ESERCITARE ESPERIENZA E RISOLVERE PROBLEMI Tu sei il faraone Ramses II e vuoi dare disposizioni per quando morirai: monumento funerario, trattamento del corpo, cerimonia funebre, arredi funerari, conservazione del corpo e della tomba, ecc. Adele Maria Veste Adele Maria Veste Difficoltà nello studio della lingua straniera ● ● Allegerimento del carico della scrittura almeno in una prima fase Compiti di completamento piuttosto che di scrittura autonoma ● Lettura da parte dell'insegnante ● Uso di registratori ● Uso dei colori Adele Maria Veste Lingue straniere In sede di programmazione didattica si dovrà assegnare maggiore importanza allo sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte. Poiché i tempi di lettura dell’alunno con DSA sono più lunghi, è altresì possibile consegnare il testo scritto qualche giorno prima della lezione, in modo che l’allievo possa concentrarsi a casa sulla decodifica superficiale, lavorando invece in classe insieme ai compagni sulla comprensione dei contenuti. Relativamente alla scrittura, è possibile l’impiego di strumenti compensativi come il computer con correttore automatico e con dizionario digitale. In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta), sarà valorizzata la capacità di cogliere il senso generale del messaggio; in fase di produzione sarà dato più rilievo all’efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro, anche se non del tutto corretto grammaticalmente. Lo studio delle lingue straniere implica anche l’approfondimento dei caratteri culturali e sociali del popolo che parla la lingua studiata e, con l’avanzare del percorso scolastico, anche degli aspetti letterari. Poiché l’insegnamento di tali aspetti è condotto in lingua materna, saranno in questa sede applicati gli strumenti compensativi e dispensativi impiegati per le altre materie. Sulla base della gravità del disturbo, nella scuola secondaria i testi letterari in lingua straniera assumono importanza minore per l’alunno con DSA: considerate le sue possibili difficoltà di memorizzazione, risulta conveniente insistere sul potenziamento del lessico ad alta frequenza piuttosto che focalizzarsi su parole più rare, o di registro colto, come quelle presenti nei testi letterari. Finalità e caratteri della Valutazione DPR 122/2009 Art. 1 La valutazione ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni. La valutazione concorre, con la sua finalita' anche formativa e attraverso l'individuazione delle potenzialita' e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo. Adele Maria Veste DM 5669 /2011 (decreto attuativo legge 170/2010) Articolo 6 Forme di verifica e di valutazione Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria “Disturbi specifici di apprendimento: successo scolastico e strategie didattiche. Suggerimenti operativi” Gli adattamenti e le modifiche che sono necessari agli allievi con DSA per apprendere, sono i medesimi che devono essere attuati per verificare se l’apprendimento è avvenuto e in quale misura. Adele Maria Veste Per verificare un apprendimento definire con chiarezza in cosa esso consista e cosa deve fare l’allievo per dimostrare di averlo acquisito Spesso gli obiettivi troppo sono generali e contenuti troppo vasti per poter essere dimostrati attraverso un compito in classe, una interrogazione o una prova di qualunque tipo. (in base a quali criteri, ad esempio, un testo viene valutato come “poco coerente” o tre risposte su quattro danno diritto alla sufficienza, quando magari la risposta mancata era quella centrale per verificare la competenza stessa?) Adele Maria Veste Una prova di verifica può essere usata per valutare un aspetto alla volta e uno soltanto In un problema di matematica valuterò la capacità di soluzione di quel problema e a quella assegnerò il giudizio. Il problema dovrà essere presentato nella forma più adatta alla comprensione dell’allievo a seconda delle sue specifiche difficoltà. Adele Maria Veste Cosa significa “valutare”? Valutare significa trasformare una misura in un valore (sufficiente/insufficiente, eccellente/migliorabile ecc.), e in base a questa trasformazione prendere una decisione (promosso/bocciato, recupero/sviluppo, debito/credito). Adele Maria Veste CONCETTO DI VALUTAZIONE “La valutazione consiste in un duplice processo di rappresentazione, il cui punto di partenza consiste in una rappresentazione fattuale di un fenomeno e il punto di arrivo nella rappresentazione codificata dello stesso fenomeno” (Barbier, 1977) RACCOLTA DATI CRITERI DI GIUDIZIO ESPRESSIONE DEL GIUDIZIO Adele Maria Veste ● Valutazione è anche regolazione della Funzione didattica attraverso rivelazione di informazioni sui processi per assumere decisioni Adele Maria Veste Cosa significa “valutare”? ● E' dimensione fondamentale del gesto educativo e didattico ● E' comunicazione dell'io docente ● E' un momento di sintesi (passi compiuti e da compiere) ● ● Consiste in una raccolta di informazioni che rappresentino la realtà per prendere decisioni adeguate E' l' origine del recupero Valutare è: cercare cio' che vale Cosa non significa “valutare”? ● ● ● Non è un modo per definire gli alunni Non è un modo per assumere una posizione penalizzante Non è scandalizzarsi sui risultati Non valutiamo per misurare ma misuriamo per valutare. Le antinomìe della valutazione Summerhill School Limita il soggetto Provoca effetto predittivo Si deve valutare? Si E' strumento Indispensabile Per verificare il perseguimento Delle finalità No “Il Voto, la malattia infantile dell'educazione. Il voto è la sorgente della paura preventiva, quella che ci portiamo dietro e che non se ne va più. Il voto è la valutazione. E’ il giudizio. E’ il sospetto che si annida dentro l'alunno, dentro il maestro. Il voto è la vergogna dell'essere somaro. E genera la vergogna dei genitori. E’ la vergogna e la resa di un insegnante. E’ per ultimo la resa di un’intera società. Che finisce solo per preoccuparsi dell'identità, dell'immagine. Di un fantasma”. Daniel Pennac Formativa Che funzione ha la valutazione? Sommativa Formativa Che funzione ha la valutazione? Sommativa Processi Come e non cosa Cosa si deve valutare? Esiti Livelli di partenza Rispetto a cosa si deve valutare? Standard Commissione esterna Chi deve valutare? Docente Stereotipia Effetto di alone Effetto di contrasto Effetto distribuzione forzata Traditional Assessment TA vs AA Authentic Assessment Strumenti osservativi Con quali strumenti si deve valutare? Prove oggettive Di formule ne conosciamo tante: quella numerica, in decimi, trentesimi, centesimi…; quella alfabetica, come in tanti altri Paesi non solo europei il sistema dei giudizi sintetici, (insufficiente, sufficiente, buono) Ci sono i sistemi descrittivi e narrativi che meglio di altri possono Dar conto del percorso di apprendimento e che richiedono in primo luogo, l’osservazione, la descrizione, la documentazione degli eventi formativi. Adele Maria Veste “tutti i fenomeni significativi sono misurati con i numeri” la valutazione è qualcosa di più complesso della semplice misurazione. la scala numerica decimale è “uno strumento di precisione” ma l’oggetto della misurazione (cioè, gli apprendimenti degli studenti) sfugge alla possibilità di una graduazione secondo intervalli uguali (o almeno equivalenti) Quando si parla di persone, e anche di apprendimenti, quest’operazione può essere fatta solo per “approssimazione” Ed è su questo concetto che si giocano le differenze tra la “misurazione” di un qualsiasi fenomeno oggettivabile e la “valutazione degli apprendimenti di soggetti tutti diversi”. Adele Maria Veste VALUTAZIONE PER L'APPRENDIMENTO VALUTAZIONE DELL'APPRENDIMENTO LOGICA DI SVILUPPO LOGICA DI CONTROLLO ● Crescita formativa ● Certificazione sociale ● In itinere ● A posteriori ● Orientare ● Classificare ● Valenza metacognitiva ● Valenza informativa Adele Maria Veste La valutazione per l'apprendimento ● ● è parte integrante del processo dell’insegnamento-apprendimento richiede di condividere con gli studenti i traguardi che si vogliono raggiungere ● aiuta gli studenti a riconoscere gli standard a cui si mira ● coinvolge gli studenti in forme di autovalutazione ● ● ● fornisce agli studenti i necessari feed back per individuare quali siano i passi successivi da fare e come farli coinvolge sia insegnanti che studenti nell’analisi e nella riflessione sui dati della valutazione è sostenuta dalla convinzione che ciascuno studente può migliorare Adele Maria Veste Valutare per migliorare il proprio insegnamento! Non deve farsi alla fine dello stadio in corso, ma all'inizio dello stadio seguente in modo da poter rimediare alle deficienze constatate in alcuni alunni. Questa valutazione, da negativa a retrospettiva diventa positiva e orientata verso l'avvenire, parte integrante del processo di apprendimento. In una valutazione formativa usiamo ogni mezzo per ottenere informazioni utilizzabili. Ma “una qualunque informazione non è necessariamente utile”. Si deve cercare l'informazione relativa ai fattori su cui si possiede un certo controllo. Adele Maria Veste La valutazione dell'apprendimento . La struttura, la tipologia e le consegne delle prove di verifica, devono esser elaborate con la funzione di : • accertare il livello di apprendimento raggiunto, • misurare tale livello quantificandolo • e formulare un giudizio. Adele Maria Veste La dinamica tra le due valutazioni INCROCIARE risultati delle prove periodiche di accertamento degli apprendimenti informazioni raccolte nel corso delle attività svolte AL FINE DI ● ● individuare interventi utili per superare talune cause di insuccesso utilizzare al meglio le risorse degli allievi ai fini dello sviluppo delle loro capacità di far fronte con successo ai compiti proposti. Adele Maria Veste Verifica degli apprendimenti Aspetto fondamentale per tutti gli allievi e cruciale per quelli in difficoltà in ordini di scuola in cui essa è più formalizzata, costituisce “debiti” che devono essere saldati, può costare la ripetizione di un anno scolastico o comportare un brutto voto all’Esame di Stato. Adele Maria Veste Grazie per l'attenzione