HIV, allo studio nuove terapie basate sulle

UFFICIO STAMPA
Comunicato stampa
I risultati pubblicati sulla rivista scientifica “Cell Host and Microbe”
HIV, allo studio nuove terapie basate sulle difese naturali
Ricerca approdata al CIBIO grazie a un finanziamento della Provincia di Trento
Trento, 17 giugno 2011 – (e.b.) Nel giugno di 30 anni fa il primo caso di
infezione da HIV. Oggi, anche se dell’HIV sappiamo molto più che di qualsiasi altro
agente patogeno, la battaglia contro questo subdolo agente infettivo non è ancora
vinta. Numerosi scienziati a livello mondiale sono impegnati nell’osservare e
nell’analizzare i meccanismi di interazione del virus con la cellula umana alla ricerca
di possibili, nuovi spunti di terapia contro l’AIDS. Tra loro c’è un gruppo di ricerca del
Laboratorio di Virologia molecolare del CIBIO, Centro Interdipartimentale di Biologia
Integrata dell’Università di Trento, che ha svolto un nuovo studio sul meccanismo di
infezione di HIV-1. I risultati della ricerca condotta nel Centro CIBIO di Mattarello
(Trento) avranno applicazioni nello sviluppo di nuove terapie, basate sulle difese
naturali delle cellule umane.
Non si tratta di una scoperta risolutiva contro l’AIDS, ma i risultati rappresentato un
significativo contributo, un passaggio importante. Il lavoro è stato pubblicato sulla
rivista scientifica “Cell Host and Microbe” ed è il risultato di un approfondito studio
biomolecolare, nato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e completato al CIBIO,
condotto da un gruppo interdisciplinare di ricercatori del centro CIBIO in
collaborazione con il Centro internazionale di ingegneria genetica (ICGEB) di Trieste
e l'Istituto di Biofisica del CNR di Trento. Il gruppo è composto da Awatef Allouch,
Cristina Di Primio, Emanuele Alpi, Marina Lusic, Daniele Arosio, Mauro Giacca e
Anna Cereseto. Il loro studio è stato reso possibile grazie a un finanziamento
europeo (FP7 HEALTH) e a un finanziamento della Provincia autonoma di Trento
(COFUND project, Team 2009 Incoming) con il quale il gruppo di ricerca si è
spostato a Trento per completare e continuare le attività di ricerca.
La ricerca del Laboratorio di Virologia molecolare del CIBIO si inserisce nell’ambito di
un progetto europeo finalizzato all’individuazione di proteine cellulari che
interagiscono con HIV-1 dopo l’entrata del virus nella cellula. Infatti HIV-1, come
tutti i virus, dipende dall’apparato cellulare per completare il proprio ciclo replicativo
che porta alla genesi di nuove particelle virali in grado di uscire dalla cellula per
infettarne di nuove. In particolare, da anni il gruppo si occupa di individuare proteine
cellulari che legano una proteina virale (si chiama “integrasi”), che serve al virus per
fondere il proprio genoma nei cromosomi cellulari.
Il progetto, durato 7 anni, ha portato all’individuazione di una proteina kap1 che lega
l’integrasi inattivandola. Kap1 fa parte di una famiglia più ampia di proteine cellulari
che servono alle cellule come prima difesa dall’attacco da virus di vario genere.
Questo sistema di risposta cellulare innata si distingue da quello immunitario perché
agisce a livello cellulare e perché è una prima tempestiva risposta dall’attacco di
Per maggiori informazioni: Ufficio Stampa dell’Università degli Studi di Trento
Via Belenzani, 12 – 38122 Trento, Italy
tel. +39 0461/281131-1136, fax +39 0461/282899 - e-mail: [email protected]
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patogeni. Finora nessuna di queste proteine sembrava coinvolta nell’infezione da
HIV se non una di queste, TRIM5alfa, nota per la sua capacità di proteggere
completamente le scimmie dall’infezione dal virus umano HIV-1 pur rimanendo
sensibili al virus della scimmia SIV.
«Il nostro lavoro – spiegano il gruppo che ha svolto la ricerca - mostra che Kap1,
legandosi al virus, modifica l’integrasi rendendola incapace di catalizzare la reazione
che porta all’integrazione del virus nel genoma umano. Il virus, quindi, attaccato da
Kap1 dopo la sua entrata nella cellula risulta incapace di produrre una nuova
progenie virale utile alla propagazione dell’infezione. Tuttavia, anche in questo caso
come spesso avviene per HIV, il virus ha dimostrato di essere capace di sfuggire
alla difesa della cellula ospite. Infatti, benché le cellule del nostro organismo
contengano il fattore Kap1, risultano comunque sensibili all’infezione. Dalla
comprensione del meccanismo di fuga del virus da questo antico sistema di difesa
cellulare avremo l’opportunità di utilizzare una difesa innata e naturale della cellula
come possibile nuovo strumento per la sconfitta di HIV e quindi dell’AIDS».
L’articolo è disponibile sul sito della rivista: http://www.cell.com/cell-host-microbe/
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