FEDERAZIONE TERRITORIALE DI CESENA Subborgo Eugenio Valzania n. 53 - Cesena e-mail: [email protected] - www.selcesena.it Agli organi di stampa Cardiologia a Cesena: cosa succede? Un intervento di Sinistra Ecologia e Libertà Al signor Mario Bianchi viene malauguratamente un infarto in piazza del Popolo a Cesena. Se succede di notte o durante i giorni festivi, il signor Bianchi è trasportato all'ospedale di Forlì, mentre da quello stesso ospedale si avverte il personale reperibile, che mediamente impiega 40' ( ma talora anche più, se proviene da Bologna) per essere operativo. Si tratta più o meno dello stesso tempo necessario all'ambulanza che trasporta il paziente Bianchi per arrivare a Forlì. E si tratta anche dello stesso tempo nel quale, grosso modo, verrà assistito il signor Paolo Verdi, al quale, altrettanto malauguratamente, potrebbe capitare un infarto trovandosi in piazza Saffi, sempre a Forlì. Le osservazioni, in questo caso, sono due: a) al signor Bianchi, cesenate, tocca comunque il disagio di un trasporto lungo la via Emilia a sirene spiegate, con gli sbalzi del caso e con la speranza che non vi siano problemi di viabilità, assistito da un medico anestesista e non da un cardiologo; b) in un qualsiasi altro Paese europeo, di quelli paragonabili al nostro, un'ora circa di tempo prima che sia adottato un adeguato trattamento dell’infarto è semplicemente inconcepibile. Ma c'è un'altra e più frequente (e peggiore) possibilità: che al signor Bianchi di Cesena e al signor Verdi di Forlì l'infarto capiti di giorno, e tra il lunedì e il venerdì. Qui la differenza si fa consistente, e a tutto svantaggio del nostro concittadino. Mentre il signor Rossi forlivese arriverà in ambulanza all'ospedale Morgagni anche in meno di dieci minuti e potrà essere subito assistito, il signor Bianchi di Cesena dovrà comunque aspettare i soliti 40'-50’, per raggiungere Forlì, dopo aver percorso lo stesso tragitto che dovrebbe fare di notte, con la stessa assistenza non specialistica e gli stessi disagi. E, verosimilmente, con molti più rischi (come recenti casi con esito infausto dovrebbero insegnare!). Perché questa differenza? Forse non esistono sale operatorie al Bufalini? O medici in grado di assolvere a un servizio «medio» necessario per una cardiologia del terzo millennio? Per quel che ne sappiamo, le cose non stanno affatto così. Così come è certo che questo tipo di servizio non rientra sicuramente tra quelli di assoluta specializzazione, giustificati solo in alcuni, pochi presidi ospedalieri. Mancano le strutture? Non sembra. Mancano i medici capaci di farlo? Nemmeno! Va solo garantita a loro la possibilità di fare il loro lavoro! Per tornare all’esempio del signor Bianchi di Cesena, se fosse poi necessaria una angiografia si troverebbe di fronte una lunga attesa di parecchie settimane per eseguire l’accertamento nell’Ospedale cittadino. Attesa carica di pericolo e ansia tale da costringere il signor Bianchi a rivolgersi altrove dove, a differenza del Bufalini, tale servizio è reso in maniera rapida e conclusiva. Per problemi così importanti il Sistema Sanitario Nazionale deve essere messo in grado di offrire ai propri cittadini i servizi fondamentali senza dover subire onerosi e complessi trasferimenti presso altre strutture o rivolgersi a centri privati. Noi non neghiamo la necessità della distribuzione a dimensione sub-regionale di prestazioni specialistiche particolari e particolarmente costose. Ma riteniamo che, a completamento di queste realtà d'eccellenza, debba esistere in tutti e quattro i più grandi ospedali romagnoli una solida rete di servizi «mediani», tali da consentire pari opportunità di cura tra tutti i cittadini romagnoli, cesenati compresi. A noi sembra invece che, su questo piano, il Bufalini negli ultimi anni abbia perso parecchie posizioni, rispetto a un passato che caratterizzava il nostro ospedale come una realtà prestigiosa, riconosciuta in quanto tale su tutto il territorio nazionale. Ci è anche capitato di esprimere più volte critiche nei confronti di una direzione che non riteniamo all'altezza del compito delicatissimo e costituente che l'attende. Ci attendiamo un qualche chiarimento sul problema che abbiamo posto. E in ogni caso intendiamo accompagnare con la discussione pubblica il percorso che deve portare all'unificazione della sanità romagnola. Si può trattare di una occasione importante per risparmiare effettivamente risorse e garantire servizi più efficienti, superando tante incrostazioni burocratiche e quelle ridondanze aziendalistiche che nell'architettura barocca di capi e capetti oggi così di moda rischia di perdere di vista il vero obiettivo dell'organizzazione dei servizi sanitari: la salute dei cittadini. Proprio per questo interverremo periodicamente anche su altri punti di sofferenza del nostro ospedale. Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione di Cesena