FEDERAZIONE TERRITORIALE DI CESENA
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Agli organi di stampa
Cardiologia a Cesena: cosa succede?
Un intervento di Sinistra Ecologia e Libertà
Al signor Mario Bianchi viene malauguratamente un infarto in piazza del Popolo a
Cesena. Se succede di notte o durante i giorni festivi, il signor Bianchi è trasportato
all'ospedale di Forlì, mentre da quello stesso ospedale si avverte il personale reperibile,
che mediamente impiega 40' ( ma talora anche più, se proviene da Bologna) per essere
operativo. Si tratta più o meno dello stesso tempo necessario all'ambulanza che trasporta il
paziente Bianchi per arrivare a Forlì. E si tratta anche dello stesso tempo nel quale, grosso
modo, verrà assistito il signor Paolo Verdi, al quale, altrettanto malauguratamente,
potrebbe capitare un infarto trovandosi in piazza Saffi, sempre a Forlì. Le osservazioni, in
questo caso, sono due: a) al signor Bianchi, cesenate, tocca comunque il disagio di un
trasporto lungo la via Emilia a sirene spiegate, con gli sbalzi del caso e con la speranza che
non vi siano problemi di viabilità, assistito da un medico anestesista e non da un
cardiologo; b) in un qualsiasi altro Paese europeo, di quelli paragonabili al nostro, un'ora
circa di tempo
prima che sia adottato un adeguato trattamento dell’infarto è
semplicemente inconcepibile.
Ma c'è un'altra e più frequente (e peggiore) possibilità: che al signor Bianchi di Cesena e al
signor Verdi di Forlì l'infarto capiti di giorno, e tra il lunedì e il venerdì. Qui la differenza
si fa consistente, e a tutto svantaggio del nostro concittadino. Mentre il signor Rossi
forlivese arriverà in ambulanza all'ospedale Morgagni anche in meno di dieci minuti e
potrà essere subito assistito, il signor Bianchi di Cesena dovrà comunque aspettare i soliti
40'-50’, per raggiungere Forlì, dopo aver percorso lo stesso tragitto che dovrebbe fare di
notte, con la stessa assistenza non specialistica e gli stessi disagi. E, verosimilmente, con
molti più rischi (come recenti casi con esito infausto dovrebbero insegnare!). Perché questa
differenza? Forse non esistono sale operatorie al Bufalini? O medici in grado di assolvere a
un servizio «medio» necessario per una cardiologia del terzo millennio? Per quel che ne
sappiamo, le cose non stanno affatto così. Così come è certo che questo tipo di servizio non
rientra sicuramente tra quelli di assoluta specializzazione, giustificati solo in alcuni, pochi
presidi ospedalieri. Mancano le strutture? Non sembra. Mancano i medici capaci di farlo?
Nemmeno! Va solo garantita a loro la possibilità di fare il loro lavoro!
Per tornare all’esempio del signor Bianchi di Cesena, se fosse poi necessaria una
angiografia si troverebbe di fronte una lunga attesa di parecchie settimane per eseguire
l’accertamento nell’Ospedale cittadino. Attesa carica di pericolo e ansia tale da costringere
il signor Bianchi a rivolgersi altrove dove, a differenza del Bufalini, tale servizio è reso in
maniera rapida e conclusiva. Per problemi così importanti il Sistema Sanitario Nazionale
deve essere messo in grado di offrire ai propri cittadini i servizi fondamentali senza dover
subire onerosi e complessi trasferimenti presso altre strutture o rivolgersi a centri privati.
Noi non neghiamo la necessità della distribuzione a dimensione sub-regionale di
prestazioni specialistiche particolari e particolarmente costose. Ma riteniamo che, a
completamento di queste realtà d'eccellenza, debba esistere in tutti e quattro i più grandi
ospedali romagnoli una solida rete di servizi «mediani», tali da consentire pari
opportunità di cura tra tutti i cittadini romagnoli, cesenati compresi.
A noi sembra invece che, su questo piano, il Bufalini negli ultimi anni abbia perso
parecchie posizioni, rispetto a un passato che caratterizzava il nostro ospedale come una
realtà prestigiosa, riconosciuta in quanto tale su tutto il territorio nazionale. Ci è anche
capitato di esprimere più volte critiche nei confronti di una direzione che non riteniamo
all'altezza del compito delicatissimo e costituente che l'attende.
Ci attendiamo un qualche chiarimento sul problema che abbiamo posto. E in ogni caso
intendiamo accompagnare con la discussione pubblica il percorso che deve portare
all'unificazione della sanità romagnola. Si può trattare di una occasione importante per
risparmiare effettivamente risorse e garantire servizi più efficienti, superando tante
incrostazioni burocratiche e quelle ridondanze aziendalistiche che nell'architettura barocca
di capi e capetti oggi così di moda rischia di perdere di vista il vero obiettivo
dell'organizzazione dei servizi sanitari: la salute dei cittadini.
Proprio per questo interverremo periodicamente anche su altri punti di sofferenza del
nostro ospedale.
Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione di Cesena