SI ESTENDONO LE VACCINAZIONI
Il vaiolo, oggi, si può considerare sconfitto. Già nel 1950 la maggior parte del mondo ricco era stata liberata dal
vaiolo, ma la malattia continuava a devastare i paesi poveri, dove la copertura delle vaccinazioni era molto
ridotta. Nel 1980 l’OMS dichiarava la scomparsa del vaiolo dal mondo: la campagna aveva raggiunto anche gli
angoli più remoti del pianeta, incluse le regioni interne povere dell’Asia e dell’Africa, e quelle coinvolte in
violenti conflitti. Anche la poliomielite è quasi scomparsa grazie alla vaccinazione. Nel mondo, nel 2003, sono
stati registrati soltanto 784 casi, contro i 350.000 del 1988. Da quella data si stima che siano stati immunizzati 2
miliardi di bambini, grazie alla cooperazione di 20 milioni di volontari e a un finanziamento internazionale di 3
miliardi di dollari. Arretra significativamente anche il morbillo. Decine di paesi poveri hanno condotto una
massiccia campagna per introdurre tali misure, con l’obiettivo di raggiungere una copertura almeno dell’80%
con il pacchetto di immunizzazioni. I risultati sono stati sorprendenti: i tassi di mortalità infantile sono crollati in
tutte le aree del mondo povero, inclusa l’Africa. Si stima che nell’arco di un decennio la campagna abbia salvato
12 milioni di vite. Dopo anni dalla sua comparsa e dopo numerosi falsi allarmi, si fa strada anche una speranza
più concreta per combattere l’HIV, il virus che ha tormentato, e tormenta, milioni di persone nel mondo.
Ci sono speranze anche per un vaccino contro il melanoma: è partita infatti la seconda fase della
sperimentazione di una vaccinoterapia contro questo tipo di tumore.
La storia della vaccinazione inizia nel 1796, quando il metodo
e il naturalista inglese Edward Jenner dimostrò la possibilità di
usare un vaccino animale per prevenire il vaiolo: questa
scoperta costituì la base tecnologica per sradicare finalmente la
malattia.
Il vaiolo, oggi, si può considerare sconfitto. Già nel 1950 la
maggior parte del mondo ricco era stata liberata dal vaiolo, ma
la malattia continuava a devastare i paesi poveri, dove la copertura delle vaccinazioni era molto
ridotta. Ancora nel 1967 la malattia colpiva ogni anno fra i 10 e i 15 milioni di persone,
provocandone la morte in un numero compreso fra 1,5 e 2 milioni. In quell’anno, l’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) costituì la Smallpox Eradication Unit e mise in atto una
campagna di vaccinazioni di massa a livello mondiale, supportata da un forte impegno alla
sorveglianza e al contenimento della malattia, dove si manifestava.
Nel 1980 l’OMS dichiarava la scomparsa del vaiolo dal mondo: la campagna aveva raggiunto anche
gli angoli più remoti del pianeta, incluse le regioni interne povere dell’Asia e dell’Africa, e quelle
coinvolte in violenti conflitti.
Anche la poliomielite è quasi scomparsa grazie alla vaccinazione.
Nel 1988 l’Assemblea mondiale della Sanità ha lanciato la Global Polio Eradication Initiative.
Allora la poliomielite era endemica ancora in oltre 125 paesi, mentre oggi è presente solo in sei
paesi (Nigeria, India, Pakistan, Niger, Afghanistan ed Egitto), pur essendo ormai sotto controllo.
Nel mondo, nel 2003, sono stati registrati soltanto 784 casi, contro i 350.000 del 1988. Da quella
data si stima che siano stati immunizzati 2 miliardi di bambini, grazie alla cooperazione di 20
milioni di volontari e a un finanziamento internazionale di 3 miliardi di dollari.
L’Europa fu dichiarata libera dalla polio nel 2002. In Italia nel 2001 ci furono zero casi di
poliomielite, a fronte degli 8.000 casi (paralisi e morti, ricordate) del 1958.
Da più di 15 anni in Italia non si osservano casi di poliomielite da virus selvaggio e questo fa sì che il nostro
Paese, come gli altri Paesi appartenenti alla Regione Europea dell’OMS, sia stato ufficialmente dichiarato
libero dalla poliomielite il 21 giugno 2002.
Arretra significativamente anche il morbillo. Si stimano, infatti, sette milioni e mezzo di morti in
meno. Nel 2005 sono stati registrati il 60% di morti in meno rispetto alle valutazioni del 1999.
Ci sono risultati significativi anche per quanto riguarda la campagna di vaccinazione nei paesi
poveri, soprattutto nei confronti delle sei malattie “killer” dell’infanzia come tubercolosi, difterite,
pertosse, tetano, poliomielite e morbillo. Decine di paesi poveri hanno condotto una massiccia
campagna per introdurre tali misure, con l’obiettivo di raggiungere una copertura almeno dell’80%
con il pacchetto di immunizzazioni. I risultati sono stati sorprendenti: i tassi di mortalità
infantile sono crollati in tutte le aree del mondo povero, inclusa l’Africa. Si stima che nell’arco
di un decennio la campagna abbia salvato 12 milioni di vite.
Buone notizie anche per quanto riguarda la malaria: contro la parassitosi trasmessa dalle
zanzare potrebbe però essere disponibile entro cinque anni un vaccino, capace di limitare la
diffusione delle febbri che uccidono oltre 800 mila persone all'anno, la maggior parte bambini sotto
ai cinque anni. L'annuncio è stato fatto durante la V Conferenza sulla malaria che si è chiusa a
Nairobi venerdì 6 novembre, alla quale hanno partecipato oltre mille tra ricercatori, soci finanziatori
ed
esponenti
politici.
Le relazioni di apertura della conferenza hanno sottolineato come negli ultimi anni i progressi verso
la realizzazione di un vaccino siano stati più veloci. Alcuni test giunti alla fase finale di
sperimentazione, in particolare, sono molto promettenti e fanno ritenere che, insieme a una
distribuzione più capillare di zanzariere, potranno portare a debellare la malattia in tempi brevi.
Christian Loucq, direttore dell'organizzazione non governativa PATH Malaria Vaccine Initiative
(MVI), finanziata dalla fondazione di Bill e Melinda Gates, ha dichiarato al settimanale Jeune
Afrique: "Siamo nella fase tre di valutazione clinica del vaccino RTS, S, che ha già mostrato un
tasso di efficacia del 53% negli ultimi test fatti in Kenya e Tanzania. Si tratta di un risultato
eccellente, con il quale entriamo nell'ultima fase di sperimentazione, che durerà 35 mesi, con ottime
possibilità di riuscita. Ritengo che fra cinque anni avremo a disposizione un vaccino per la
commercializzazione".
La ricerca, intanto, va ancora avanti e si stanno mettendo a punto vaccini di seconda generazione.
"Insieme ai test sul vaccino RTS, S, che blocca lo sviluppo della malattia - ha detto ancora Loucq stiamo studiando un vaccino che impedisca la trasmissione del parassita dall'uomo alla zanzara.
Queste nuove strategie sono entusiasmanti e ci porteranno ad avere in dieci anni un tasso di
efficacia dell'80% nella lotta alla malaria". Loucq ha comunque ribadito che il vaccino da solo non
basterà a debellare la malaria e che zanzariere e insetticidi sono comunque indispensabili.
Dopo anni dalla sua comparsa e dopo numerosi falsi allarmi, si fa strada anche una speranza più
concreta per combattere l’HIV, il virus che ha tormentato, e tormenta, milioni di persone nel
mondo.
La malattia che negli anni Ottanta si è diffusa a macchia d’olio forse potrà essere definitivamente
combattuta e proprio dall’Italia parte la sperimentazione: sarà, infatti, il Policlinico di Modena a
coordinare i 10 centri italiani coinvolti nella sperimentazione del vaccino che risolverebbe
definitivamente, ed in modo preventivo, la diffusione del virus. I risultati di questa sperimentazione
farebbero ben sperare, a differenza delle precedenti ricerche che si sono sempre risolte, purtroppo,
in un fallimento.
Ma qual è la novità stavolta? Questo tipo di vaccino – messo a punto da Barbara Ensoli, direttrice
del Centro Nazionale AIDS dell’Istituto superiore di Sanità – si basa sul motore della replicazione
del virus dell’Hiv, ovvero sulla proteina Tat, che svolge una funzione fondamentale nell’insorgere e
nella progressione della malattia. È un tentativo innovativo, poiché tutti gli altri vaccini colpivano
solo l’involucro del virus, che però si modifica ripetutamente.
I test clinici sono ufficialmente entrati nella seconda fase, che coinvolgerà 128 volontari
sieropositivi tra i 18 ed i 55 anni. Nella prima fase, il vaccino è stato studiato da un punto di vista
terapeutico, ma la seconda fase diventa fondamentale proprio perché il vaccino avrebbe un ruolo
preventivo e non solo curativo della malattia. L’efficacia del vaccino su ogni paziente durerà 51
settimane e l’intera sperimentazione sui 128 volontari durerà complessivamente un anno.
Le attese sono elevatissime e la speranza è quella di poter finalmente sconfiggere la malattia che ha
terrorizzato eterosessuali ed omosessuali dagli anni Ottanta ad oggi.
È vero che la sua diffusione è andata diminuendo negli anni - grazie a una capillare campagna
informativa e ad una profonda attività di sensibilizzazione dei mass media - ma il virus continua a
colpire, soprattutto tra eterosessuali che non si considerano soggetti a rischio e ritengono che l’Aids
sia un problema riservato esclusivamente a tossicodipendenti e omosessuali e in Africa e Asia, dove
un’altissima percentuale di bambini viene alla luce già sieropositiva.
Ci sono speranze anche per un vaccino contro il melanoma: è partita infatti la seconda fase della
sperimentazione di una vaccinoterapia contro questo tipo di tumore. Il trial clinico è dedicato a
pazienti operati per metastasi da melanoma. “L’obiettivo è quello di valutare l’efficacia clinica, in
termini di prevenzione delle ricadute e aumento della sopravvivenza, di un vaccino ad antigeni
peptici preceduto o meno da un chemioterapico chiamato dacarbazina”.
Potete trovare ulteriori approfondimenti sui siti:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/11/16/un-vaccino-testato/
http://magazine.paginemediche.it/it/365/il-punto-di-vista/malattie-infettive/news/detail_89844_aidsdallitalia-la-speranza-di-un-vaccino.aspx?c1=41&c2=399
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/scienze/malaria-vaccino/malaria-ricerca-vaccino/malariaricerca-vaccino.html