Adorazione Eucaristica per le Famiglie - Atma-o

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Adorazione Eucaristica per le Famiglie
Aprile 2011- Passione, morte, risurrezione di Cristo – S. Gabriele
Canto di esposizione:
1 - Credo in te, Signor, credo in te. Grande è quaggiù il mister,
ma credo in te. Luce soave, gioia perfetta sei. Credo in te,
Signor, credo in te.
2 - Spero in te, Signor, spero in te: debole son ognor, ma spero in
te. Luce soave, gioia perfetta sei. Spero in te, Signor, spero in te.
3 - Amo te, Signor, amo te: o crocifisso Amor, amo te.Luce
soave, gioia perfetta sei. Amo te, Signor, amo te.
4 – Resta con me, Signor, resta con me: Pane che dai vigor,
resta con me. Luce soave, gioia perfetta sei. Resta con me, Signor, resta con me.
Ad ogni invocazione rispondiamo cantando:
Io ti chiedo perdono (3volte) o mio Signore
+ Per tutte le volte che non ho ricevuto con devozione la Santissima Eucaristia, tuo
segno d’amore donatoci alla vigilia della tua morte
+ Per tutte le volte che non medito la passione e morte in croce e non ricambio il
tuo amore con gesti concreti verso i fratelli
+ Per tutte le volte che non risorgo con te a vita nuova, uscendo dai miei peccati e
difetti con il sacramento della Penitenza.
INVOCAZIONE allo SPIRITO SANTO:
Canto : Spirito di Dio scendi su di noi.
Spirito di Dio scendi su di noi. ( 2volte)
1) Fondici, plasmaci, riempici, usaci.
Spirito di Dio scendi su di noi. ( 2v.)
2) Rendici docili, umili, semplici.
Spirito di Dio scendi su di noi. ( 2v.)
Siamo nella Settimana Santa e vicini alla Pasqua. Viviamo questa adorazione facendo
memoria dei misteri centrali della nostra salvezza, compiuti da Gesù: l’istituzione
della Santissima Eucaristia (Giovedì Santo), la passione e morte in croce (Venerdì
Santo), la permanenza nel sepolcro (Sabato Santo), la risurrezione dai morti (Pasqua).
Preghiamo per tutte le famiglie perché vivendo in profonda comunione con il Signore
crocifisso, partecipino al dono della vita risorta.
Ascoltiamo la Parola di Dio :
dal Vangelo secondo Giovanni ( 12, 23 - 25. 27- 28. 32 – 33 )
«È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il
chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce
molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la
conserverà per la vita eterna. Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre,
salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo
nome. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». Questo diceva per indicare
di qual morte doveva morire.
Ascoltiamo la parola di S. Paolo della Croce :
Venite e vedete quante ingiurie, quante pene patisce il Salvatore oppresso dalla croce per
amore nostro; contemplate quanto soffre per noi il Figlio di Dio, il Redentore del mondo. O
Gesù, leggo nelle tue pene la gravità delle mie colpe…Signore, perdona! Coloro che patiscono
travagli, infermità, persecuzioni, disprezzi per amore di Dio, aiutano Gesù Cristo a portare la
croce, e saranno partecipi della sua gloria in cielo se
persevereranno. La memoria della passione santissima di Gesù è
la porta che conduce le anime nostre all’intima unione con Dio,
all’interiore raccoglimento, alla più sublime contemplazione.
Bisogna imprimerla nei nostri cuori, lasciarci penetrare dalle sue
pene amarissime, poiché per queste s’accende in noi l’amore di
Dio e ci si immerge nell’abisso della divinità. Non dobbiamo
gloriarci d’altro che di stare crocifissi con Gesù e di portare le sue
stimmate anche nel nostro corpo, col distacco dalle creature per
unirci solo al Creatore, con i vari dolori della vita sofferti in silenzio
e pazienza per amor di Dio, con i sacrifici richiesti dal dovere
d’ogni giorno e con l’esercizio delle virtù che ci ha insegnato il divin
Salvatore. Gesù è morto per darci la vita; tutte le creature sono in dolore: il sole si oscura, la
terra trema, le pietre si spezzano e il velo del tempio si squarcia; solo il nostro cuore sarà più
duro di un sasso? Lasciamoci dunque inondare dal mare di pene della morte di Gesù e
diciamogli: Signore, ti ringrazio che sei morto in croce per i nostri peccati. Se si va al Crocifisso
si trova la Madonna Addolorata. O Madre cara, che gran dolore fu il tuo nel vederti il Figlio
morto fra le braccia! Santa Madre, ti chiediamo che la passione del Signore sia fonte per noi di
pianto e di perdono, di amore e di vita.
Adorazione silenziosa
Canto: Nada te turbe, nada te espante:
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
quien a Dios tiene nada le falta.
chi ha Dio niente gli manca.
Nada te turbe, nada te espante:
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
solo Dios basta.
solo Dio basta.
S. Gabriele dell’Addolorata
San Gabriele nasce da Sante Possenti, sindaco della città, e
Agnese Frisciotti. ad Assisi (Perugia) il 1° marzo 1838. E'
l'undicesimo di tredici figli ; lo battezzano con il nome di
Francesco. Nel 1841 la famiglia si trasferisce a Spoleto; qui, a
meno di 42 anni, muore mamma Agnese. Nel 1846 Francesco
riceve la Cresima e nel 1851 la prima Comunione. E'
intelligente, esuberante, vivace, gli piace studiare, riesce
ottimamente soprattutto nelle materie letterarie; vince
numerosi premi scolastici. Elegante, vivace, spigliato, diventa
un punto di attrazione per la sua allegria; gli piace seguire la
moda, vuole primeggiare in tutto, organizza partite di caccia,
partecipa a passeggiate, va volentieri a teatro e a ballare; in città è anche conosciuto
come "il ballerino". Ma è anche di animo buono, generoso sensibile alle sofferenze
dei poveri, ama la preghiera. Francesco è innamoratissimo della vita, ma sul futuro
sembra ancora indeciso. I ripetuti lutti familiari, come la morte della sorella Maria
Luisa nel 1855, e alcune brutte malattie gli hanno fatto apparire le gioie umane
inconsistenti. Il 22 agosto 1856, in processione, quando l'immagine della Madonna
passa davanti a lui, gli risuonano nel cuore chiare parole: "Francesco, cosa stai a fare
nel mondo? Segui la tua vocazione!" . Il 10 settembre è già a Morrovalle (Macerata)
per iniziare il noviziato. Ha scelto di entrare nell' austero istituto dei Passionisti,
fondato da S. Paolo della Croce con lo scopo di annunciare, attraverso la vita
contemplativa e l'apostolato, l'amore di Dio rivelato nella Passione di Cristo. A 18
anni in convento ha finalmente la pace del cuore e la felicità: d'ora in poi si chiamerà
Gabriele dell'Addolorata. Infatti trova nella Madre Maria la via più facile per vivere
accanto a Gesù crocifisso e fare memoria delle loro pene. Non gli fanno certo paura
le lunghe ore di preghiera, le penitenze e i digiuni, perché ha trovato quello che
cercava: Dio, che gli riempie il cuore di gioia. Il 22 settembre 1857 emette la
professione religiosa. Nel 1858 si trasferisce a Pievetorina (Macerata) per gli studi
filosofici sotto la guida di P. Norberto Cassinelli. Nel 1859 arriva nel convento a Isola
del Gran Sasso (Teramo) per prepararsi al sacerdozio con lo studio della teologia. Nel
1861 riceve la tonsura e gli ordini minori. A fine 1861 si ammala di tubercolosi; ogni
cura risulta vana. "Così vuole Dio, così voglio anch'io", scrive. Il 27 febbraio 1862
Gabriele muore confortato dalla visione della Madonna. Il suo direttore, P. Norberto,
rivela a tutti il segreto della sua santità: "Gabriele ha lavorato con il cuore”. Nel 1892
sulla sua tomba accadono i primi strepitosi prodigi. Gabriele viene dichiarato beato da
S. Pio X nel 1908 e in suo onore viene innalzata la prima basilica. È proclamato santo
da Benedetto XV nel 1920.
Adorazione silenziosa
PREGHIERE:
1) Per la Chiesa e specialmente per noi, perché con la fede riconosciamo gli
insegnamenti della Passione di Gesù e ci rendiamo dono d’amore per i fratelli e
sorelle che incontriamo, preghiamo.
2) Per le famiglie cristiane, perché ristorate dalla santa Eucaristia, possano
camminare sulle strade della vita seminando sul loro cammino opere di giustizia, di
pace, di carità fraterna, preghiamo.
3) Perché ogni mamma in attesa di un figlio sappia come Gesù donarsi interamente,
affinché la sua creatura venga alla luce, preghiamo.
4) Perché tutte le famiglie crocifisse dall’ingiustizia, dalla divisione, dalla malattia o
da ogni altra forma di sofferenza, trovino fratelli solidali e pronti ad offrire un aiuto
concreto, preghiamo.
TI SEI ABBASSATO PER NOI
Signore Gesù, noi ti adoriamo. Tu ti sei abbassato
per innalzarci, ti sei umiliato per onorarci, ti sei fatto
povero per arricchirci. Hai cavalcato un asino e ci hai
ammesso al tuo corteo; fosti condotto prigioniero dal
gran sacerdote e ci hai liberato; sei rimasto in
silenzio e ci hai istruito; fosti trattato da schiavo e ci
hai liberato; fosti spogliato delle tue vesti e ci hai
rivestito; fosti legato alla colonna e hai sciolto i nostri
legami. Fosti inchiodato alla croce e ci hai salvato;
hai bevuto l’aceto e ci hai dissetato di dolcezze; fosti
coronato di spine e ci hai fatto re. Sei morto sul legno
per farci vivere e ci hai risvegliato alla vita. Liturgia Maronita del Venerdì santo
Canto :Tantum ergo sacraméntum venerémur cérnui,
et antíquum documéntum novo cedat rítui; praestet fides suppleméntum sénsuum deféctui.
Genitóri Genitóque laus et iubilátio, salus, honor, virtus quoque sit et benedíctio; procedénti ab utróque
compar sit laudátio. Amen.
Preghiamo:Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale
della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per
sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto per la reposizione:
R. Ti seguirò, ti seguirò, o Signore e nella tua strada camminerò.
Ti seguirò nella via dell’amore e donerò al mondo la vita.
Ti seguirò nella via del dolore e la tua croce ci salverà.
Ti seguirò nella via della gioia e la tua luce ci guiderà. R.
Usami ancora per la tua preghiera in famiglia.
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