Antropologia http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/antropologia/ Scienza dell’uomo, considerato sia come soggetto o individuo, sia in aggregati, comunità, situazioni. Antropologia fisica Ramo delle scienze biologiche che studia l’umanità dal punto di vista naturalistico, cioè in quanto costituente un particolare gruppo zoologico, (…) l’a. fisica nacque come disciplina autonoma nella seconda metà dell’Ottocento, (…) l’a. diventò sinonimo di storia naturale dell’uomo. (…) le variazioni fisiche (‘varietà’) dell’uomo partendo dall’osservazione ‘a occhio’ della forma del cranio. (…) La scoperta della calotta cranica di Neandertal (1856) (…) la paleoantropologia che trovò sostegno (…) nel 1859 da C. Darwin. (…)la ‘riscoperta’ delle leggi di Mendel si cominciò a far luce sul meccanismo dell’eredità dei caratteri biologici (…) l’apporto della biologia molecolare e della genetica che, con i loro modelli evolutivi, hanno permesso di superare la fase puramente descrittiva dell’a. fisica tradizionale. Sempre più l’interesse della disciplina si è spostato al livello delle molecole proteiche, che, essendo diretta espressione dei geni, sono obiettivamente più affidabili per un’interpretazione dei meccanismi evolutivi. L’estensione di questo tipo di indagini al livello degli acidi nucleici (DNA nucleare e mitocondriale) ha fornito prove decisive su aspetti fondamentali dell’evoluzione dell’uomo. Per quanto riguarda la filogenesi degli Ominoidei, cioè del gruppo che riunisce l’uomo e le scimmie antropomorfe, (…) la linea uomo-gorilla-scimpanzé, separatasi tra 7 e 5 milioni di anni fa, rientra nella stessa famiglia ( Ominidi) (..)Per quanto riguarda la comparsa dell’umanità attuale (Homo sapiens), la distanza genetica tra popolazioni africane e non africane, stabilita utilizzando il DNA mitocondriale, (…) permette di stabilire con ragionevole attendibilità che i moderni appartenenti alla specie Homo sapiens sono comparsi in Africa sudorientale tra 200.000 e 100.000 anni fa ( oggi si ritiene 200.000 anni fa) e di ipotizzare che abbiano raggiunto l’Europa e l’Asia per successiva migrazione, sostituendosi ai neandertaliani intorno a 35.000 anni fa. (…) Antropologia culturale Branca delle scienze umane o antropologiche che studia l’essere umano inserito in contesti socioculturali specifici, sviluppatasi nella seconda metà dell’Ottocento a cominciare dagli Stati Uniti, da cui proviene la denominazione. Negli Stati Uniti lo sviluppo dell’a. culturale fu stimolato dall’esigenza pragmatico-politica di conoscere il mondo di idee, i sistemi di vita, la cultura dei gruppi etnici nativi, con i quali la popolazione bianca si trovava a dividere il territorio nazionale. Neuroscienze http://www.treccani.it/enciclopedia/neuroscienze/ Insieme delle discipline che studiano i vari aspetti morfofunzionali del sistema nervoso mediante l’apporto di numerose branche della ricerca biomedica, dalla neurofisiologia alla farmacologia, dalla biochimica alla biologia molecolare, dalla biologia cellulare alle tecniche di neuroradiologia. Storicamente le n. nascono con l’identificazione del neurone quale unità cellulare autonoma e funzionalmente indipendente del sistema nervoso. (…) In particolare utilizzando metodiche atte a misurare spostamenti ionici e molecolari a livello subcellulare e, grazie a originali approcci di psicofarmacologia, dei progressi ottenuti nelle conoscenze sui sistemi integrati alla base delle variazioni comportamentali dell’individuo. Nell’ambito delle indagini delle n. sono stati scoperti i neurotrasmettitori come l’acetilcolina, la 5-idrossitriptamina, il GABA (acido gammaamminobutirrico) e sono stati analizzati gli aspetti strutturali dei recettori di membrana per diverse molecole con funzioni di neurotrasmettitori. (…) Di particolare interesse è stata l’identificazione delle endorfine e dei loro recettori sulle cellule nervose. Le endorfine hanno come bersaglio alcune molecole che fungono da recettori per gli oppiacei. (…)inoltre sono state identificate molecole che giocano un ruolo fondamentale sulla crescita e sul trofismo della cellula nervosa. Il prototipo di tali sostanze è il nerve growth factor (NGF) isolato all’inizio degli anni 1950 da R. Levi-Montalcini e S. Cohen. In pratica le n. hanno contribuito, per quanto riguarda l’aspetto biomolecolare, a definire il funzionamento del neurone, il ruolo dei neurotrasmettitori, (…) l’assetto anatomo-funzionale del sistema nervoso quale unità integrata, (…) usano tecniche particolarmente raffinate (..) tomografia computerizzata, a risonanza nucleare magnetica, a emissione di positroni. L’approccio delle n. si è quindi esteso alla descrizione delle molecole in grado di controllare la genesi di alcune proteine cerebrali ( ingegneria genetica) (….) Attività mentali e cerebrali Uno dei principali temi di discussione di filosofi e scienziati del 20° sec. è stato se le attività ‘mentali’ come il pensiero, le emozioni, l’autocoscienza e la volontà siano funzioni differenti dalle attività ‘cerebrali’ quali il movimento di un arto, la percezione di un colore ecc., o se anch’esse rappresentino espressioni funzionali dei neuroni che costituiscono il cervello.(…) Le attività mentali e quelle cerebrali sono infatti semplicemente l’espressione unica e indivisibile delle attività degli elementi neuronali e gliali che costituiscono l’organo cervello. Anche se l’espressione è diversa nella qualità e nei modi con i quali si manifesta, entrambe le attività sono dovute a un unico meccanismo con il quale i neuroni comunicano fra loro e con il resto dell’organismo. (…)quel complesso intreccio di fibre nervose che costituisce un esempio finora insuperato di miniaturizzazione, tale da formare un insieme di circuiti dotati di circa 1015 contatti sinaptici in poco più di un chilogrammo di massa cellulare. Ciò che emerge dall’insieme di questi studi è che, a grandi linee, i circuiti e la loro realizzazione sono codificati nel genoma dell’animale, mentre gli stimoli ambientali svolgono un ruolo fondamentale per la definitiva realizzazione dei collegamenti sinaptici. Noi siamo le sinapsi del nostro cervello. (n.d.r.) I neuroni, organizzati in reti, gangli, centri e altre strutture molto complesse, elaborano gli impulsi nervosi, li memorizzano ed emettono risposte comportamentali come il movimento in generale, la ricerca del cibo, l’accoppiamento, la fuga di fronte al pericolo ecc. (…) Tramite questa organizzazione il cervello elabora l’informazione contemporaneamente in serie e in parallelo. (…) Collegato al processo di elaborazione è quello della memoria degli eventi che devono essere registrati per un periodo più o meno lungo. (…)Con approcci multidisciplinari e interdisciplinari si prospetta dunque, nel futuro, la possibilità di delucidare i meccanismi tramite i quali i neuroni, organizzati in strutture tridimensionali di varia natura e di varia entità, elaborano l’informazione in arrivo, la memorizzano, se necessario, ed emettono una risposta comportamentale. Questi studi cominciano a fornire informazioni di fondamentale importanza anche sulla natura dei processi mentali come coscienza, volontà e memoria, problemi enormemente complessi che costituiscono il nocciolo del terzo livello di funzioni cerebrali. È probabile che una volta compresi a fondo i primi due livelli, quello delle funzioni dei singoli neuroni e quello delle attività delle reti neuronali, si potrà giungere alla delucidazione del tipo di circuiti o attività nervose con cui siamo in grado di poter decidere ( anche se 300 msec prima di un atto volontario il cervello già lo prevede …libero arbitrio sì-no?)un determinato atto motorio o rievocativo del passato e dei meccanismi mediante i quali il nostro encefalo, nello stesso momento in cui opera l’elaborazione degli input sensoriali, ci rende coscienti dell’insieme di queste operazioni. Tre livelli funzionali. Livello 1 : funzione singolo neurone Livello 2 : reti neuronali Livello 3 : funzioni cerebrali Il modello di MacLean (http://www.uaar.it/ateismo/contributi/13.html) Paul D. MacLean (1970/1990) ha elaborato un modello della struttura e dell’evoluzione dell’encefalo, descrivendolo come “Triune Brain” (cervello uno e trino) perché vi ha individuato tre formazioni anatomiche e funzionali principali che si sono sovrapposte ed integrate nel corso dell’evoluzione. A queste tre formazioni egli ha dato i nomi di cervello rettiliano (R-complex), mammaliano antico (Sistema Limbico) e mammaliano recente (Neomammaliano- Neocorteccia) “Si pensa che il cervello rettiliano rappresenti il centro fondamentale del sistema nervoso, essendo costituito dalla parte superiore del midollo spinale, da parti del mesencefalo, dal diencefalo e dai gangli della base” [ovvero dall’olfattostriato (tubercoli olfattori e nucleo accumbens) e da strutture definite come appartenenti al corpo striato (nucleo caudato, putamen, globo pallido e sostanza grigia associata) (MacLean 1985a, p. 220)] … Secondo MacLean (1973a, trad. it. 1984, p. 7) “il cervello di tipo rettiliano che si trova nei mammiferi è fondamentale per le forme di comportamento stabilite geneticamente, quali scegliere il luogo dove abitare, prendere possesso del territorio, impegnarsi in vari tipi di parata [comportamenti dimostrativi], cacciare, ritornare alla propria dimora, accoppiarsi, [procreare], subire l’imprinting, formare gerarchie sociali e scegliere i capi”. Il Sistema Limbico comprende i bulbi olfattivi, il setto, il fornice, l’ippocampo, l’amigdala, il giro del cingolo, e i corpi mammillari. “Il cervello paleomammaliano, o sistema limbico, rappresenta un progresso dell’evoluzione del sistema nervoso perché è un dispositivo che procura agli animali che ne dispongono mezzi migliori per affrontare l’ambiente. Parti di esso concernono attività primarie correlate col nutrimento ed il sesso; altre con le emozioni e i sentimenti; ed altre ancora collegano i messaggi provenienti dal mondo esterno con quelli endogeni. Per quando riguarda le sensazioni associate alla conoscenza delle verità fondamentali, MacLean (1973b, p.123) scrive “Sembra che l’antico sistema limbico fornisca gli ingredienti per la forte sensazione affettiva o convinzione che noi attacchiamo alle nostre credenze, senza badare se siano vere o false!” Neocorteccia. “Il cervello neomammaliano consiste nel Neocortex e nelle strutture del tronco cerebrale con le quali è primariamente connesso” (MacLean 1985a, p. 220 La neocorteccia è, a livello umano, la sede del linguaggio ed, in generale, è la sede di quei comportamenti che permettono ad una persona di affrontare situazioni nuove ed inaspettate. L’abilità di prevedere il futuro risiede in essa. Noi dobbiamo il pensiero cosciente alla neocorteccia: è la sede dell’autocoscienza, delle concezioni dello spazio e del tempo, delle connessioni di causalità e di costanza. L’attività del cervello neomammaliano è mutualmente influenzata dal sistema limbico e dall’Rcomplex-cervello rettiliano: “dovrebbe essere enfatizzato il fatto che i tre tipi di cervello non sono in alcun senso separati, entità autonome, anche se sono capaci di funzionare in qualche modo indipendentemente” (MacLean 1973b, p. 114). “Non si sottolineerà mai abbastanza che questi tre tipi fondamentali di cervello presentano fra loro grosse differenze strutturali e chimiche. Eppure devono fondersi e funzionare tutti e tre insieme come un cervello uno e trino . La cosa straordinaria è che la natura sia stata capace di collegarli fra di loro e di stabilire una qualche sorta di comunicazione dall’uno all’altro.” (MacLean 1973a; trad. it. 1984, p. 5). L’R-complex-cervello rettiliano possiede la capacità di stabilire relazioni fra i fenomeni, ma in una forma diversa da quella neocorticale; la relazione non è razionale, ma di tipo temporale (post hoc, propter hoc). Ciò conduce ad attività di routine, di conformità a situazioni precedenti, di ritualizzazione di comportamenti, ovvero ad atti ossessivo-coercitivi (pensiero magico). Tale tipo di connessione fra i fenomeni diviene cosciente e può essere espresso linguisticamente dal Neocortex. ( vedi Rita Levi Montalcini) Il Sistema Limbico, a sua volta, aggiunge la componente emotiva a queste attività, determinando uno stato di rilassamento quando esse sono svolte, e uno stato ansioso quando vengono bruscamente interrotte o modificate. Il Neocortex ( neocorteccia) ha la capacità induttiva: dalle osservazioni dei casi particolari in cui nota che certi fenomeni sono effetti di determinate cause, esso inferisce che “ogni fenomeno è effetto di una causa”.Pertanto la neocorteccia tende a stabilire connessioni in qualche modo razionali fra i fenomeni: esso è capace di farlo più o meno bene, secondo le sue conoscenze. Riassumendo, la connessione causale fra fenomeni stabilita dal cervello nel suo insieme può essere: a. di tipo razionale, osservabile, sperimentale, se il Neocortex riesce a trovare la causa; b. di tipo magico, che non è osservabile né sperimentale, ha gradi più o meno alti di illogicità, ed è accettata per fede. Il pensiero magico ha la sua origine inconscia nell’Rcomplex ( cervello rettili ano) e viene elaborato e reso cosciente dalla corteccia cerebrale, che tenta di dargli una parvenza di razionalità. << Purtroppo, buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie - la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così » Rita Levi Montalcini