Aristotele: l`uomo è un animale che possiede il logos

Berti
Aristotele: l’uomo è un animale che possiede il lógos
Prendendo in esame ciò che Aristotele intende per definizione – come risposta alla domanda “che cos’è?” – e il modo
in cui dal suo punto di vista si costruisce una definizione, Enrico Berti, storico della filosofia specialista di Aristotele,
mette in luce come il filosofo arrivi a definire l’uomo. Per Aristotele l’uomo è un animale parlante, cioè un animale che
possiede il linguaggio e la ragione (lógos). È il lógos ciò che differenzia l’uomo dagli altri animali.
1 Aristotele era nato a Stagira,
l’odierna Stavo, nella penisola calcidica.
Per Aristotele la domanda “che cos’è l’uomo?” equivale alla richiesta di una definizione,
strutturalmente non diversa dalla domanda “che cos’è un corpo celeste?” o “che cos’è un
tavolo?”. Secondo lo Stagirita1, ogni qual volta ci si chieda “che cos’è un certo ente?” si
cerca di definire i tratti essenziali e invarianti di una specie, o classe generale, di enti. Ma
ogni specie appartiene ad un genere, cioè ad una classe più ampia di enti che possiedono
alcune caratteristiche comuni a varie specie.
Che cosa bisogna fare, dunque, per pervenire alla definizione richiesta dalla domanda
“che cos’è?”. Da un lato, bisogna indicare il genere a cui una specie appartiene, ossia
ciò che essa ha in comune con le altre specie; dall’altro, occorre evidenziare la sua differenza specifica, ossia ciò che la distingue dalle altre specie dello stesso genere. Se si
applica questa struttura alla domanda “che cos’è l’uomo?” bisogna indagare il genere a
cui la specie “uomo” appartiene e la sua differenza specifica. Il genere dell’uomo, come
Aristotele dice innumerevoli volte, è “animale”, quindi la specie “uomo” ha qualcosa in
comune con altre specie di enti, quali “cavallo”, “bue”, “cane”, precisamente il fatto di
essere “animale”.
“Animale” deriva dal latino animal, che a sua volta deriva da anima, e significa essere
animato, cioè dotato di anima, ma in greco si dice zôion, che deriva dal verbo zaô, “vivere”, quindi letteralmente significa “vivente”. A rigore, per Aristotele, anche le piante
sono viventi, ma non sono animali, quindi “animale” indica solo un certo tipo di viventi. Mentre la vita delle piante consiste nel nutrirsi e nel riprodursi – funzioni che le
piante, in quanto viventi, compiono “da sé” – , la vita degli animali comprende, oltre
alle funzioni delle piante, anche il sentire e il muoversi, sempre “da sé”. Per Aristotele
il vivere, nel modo che abbiamo appena detto, appartiene all’essenza degli animali, ragione per cui un animale non vivente, cioè morto, non è più un animale, ma solo un
cadavere.
Ciò vale anche per l’uomo: un uomo morto non è un uomo, l’uomo è uomo finché
vive e in quanto vive. Aristotele esprime questo concetto affermando che “per i viventi
(ovvero per gli animali) l’essere è il vivere”, e lo applica persino agli organi degli esseri
viventi, dichiarando ad esempio: “l’occhio è materia della vista: mancando questa, non
c’è più occhio, o solo per omonimia, come un occhio di pietra o dipinto”. L’occhio di
pietra e l’occhio dipinto, che non sono un occhio vivo, si dicono occhio solo per “omonimia”, cioè hanno in comune con l’occhio solo il nome, e niente altro, quindi non
sono un vero occhio. Analogamente un animale privo di vita si dice “animale” solo per
omonimia, ma non è un vero animale.
Quanto alla differenza specifica dell’uomo rispetto agli altri animali, Aristotele ne indica
più di una. Una differenza del tutto esteriore, ma sufficiente a identificare la specie umana, è per esempio “bipede implume”, la quale distingue l’uomo dagli animali senza piedi, da quelli che hanno più di due piedi e dagli uccelli. Ma la differenza fondamentale,
che per Aristotele costituisce l’essenza dell’uomo, è il fatto di possedere il lógos, ovvero
la “parola”, il “discorso”, il “pensiero” e la “ragione”.
[E. Berti, In principio era la meraviglia, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. 148-149]
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Competenze
Individuare e comprendere
1 Qual è il primo passo da compiere per rispondere alla domanda: “Che cos’è l’uomo?”.
2 Perché, secondo Aristotele, un uomo morto non è un morto?
3 Qual è la differenza specifica tra l’uomo e gli altri animali?
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