ONCOLOGIA A cura di Andrea Misino – Vito Lorusso * Il tumore del colon-retto La forma tumorale più diffusa nella civiltà occidentale, anche se la prevenzione vince nel 90% dei casi. l tumore del colon retto è una delle neoplasie più comuni della civiltà occidentale. Sfortunatamente, la diagnosi è spesso fatta in ritardo per via dei sintomi molto vaghi, mentre le possibilità di cura sono elevate nel caso di intervento molto precoce. Infatti, nei primi stadi può essere guarita circa nel 90% dei casi, mentre nello stadio avanzato, in meno del 5%. Nel mondo occidentale, il tumore del colon-retto è la seconda causa più comune di morte da cancro dopo il tumore del polmone nell’uomo e quello della mammella nella donna. L’incidenza aumenta con l’età e dopo i 50 anni, il rischio raddoppia ogni 10 anni; l’età media dell’inizio della malattia è 62 anni. Quando una persona si trasferisce da una zona a bassa incidenza ad una ad alta incidenza, il rischio che sviluppi un tumore del colon-retto aumenta come nel paese ospite, fatto che suggerisce una forte influenza ambientale sullo sviluppo della malattia. Sintomatologia La malattia al primo stadio è spesso asintomatica. Più avanti, la malattia presenta una serie di sintomi vaghi molti dei quali possono essere associati con altri problemi gastrointestinali o non. Fra questi sintomi, i più importanti sono: cambiamento delle abitudini intestinali (diarrea e/o stitichezza), fuoriuscita di sangue dal retto con le feci, perdita di appetito, calo pugliasalute ponderale, anemia da perdita cronica di sangue, astenia e malessere. In presenza di una diffusione metastatica della malattia i sintomi aumentano: presenza di una massa addominale, ittero, ascite, dolore, prurito, epatomegalia. I sintomi gastrointestinali del tumore del colon-retto sono vaghi e possono essere dovuti a svariati problemi, la maggior parte dei quali non sono di particolare gravità. E’ quindi importante eliminare in primo luogo le possibilità di gran lunga più comuni come la diverticolite, la sindrome da colon irritabile e le emorroidi. Accertamenti I primi accertamenti comprendono una visita medica completa con l’esplorazione rettale, la ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia con eventuale biopsia diagnostica o polipectomia terapeutica. Il clisma opaco a doppio contrasto è meno costoso e anche meno rischioso della colonscopia. Tuttavia, gli svantaggi di questa metodica rispetto all’endoscopia sono che i polipi di dimensioni inferiore a 5 mm di diametro non vengono visti e non possono essere effettuate biopsie o rimozioni degli stessi. Diagnosi precoce e consigli per la prevenzione La prevenzione del tumore del colon retto può essere primaria o secondaria. La prevenzione primaria consiste nell’identificare ed eliminare i fattori causali. La prevenzione secondaria consiste nell’identificare ed eradicare la malattia quando ancora non si è trasformata in maligna. Lo screening è quindi l’asse portante della prevenzione secondaria o diagnosi precoce. Per lo screening del tumore del colon-retto si usano tre test principali: l’esplorazione rettale digitale (DRE) annuale per chi ha più di 40 anni, la ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT) annuale per chi ha più di 50 anni e la colonscopia ogni 3-5 anni per chi ha più di 50 anni. Se esiste un’anamnesi familiare positiva per tumore del colonretto, lo screening dovrebbe iniziare verso i 35-40 anni di età. - ventidue - giugno 2004 Terapia Le cure che i pazienti possono ricevere per il tumore del colon-retto comprendono: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, terapie combinate e terapie di supporto. La chirurgia è la cura principale per la maggior parte dei tumori del colon. Generalmente, circa la metà di tutti i pazienti affetti da tumore del colon-retto può essere curata con la resezione chirurgica del tumore primitivo, la metà restante muore per le conseguenze della diffusione metastatica del tumore. Nella malattia allo stadio iniziale, la chirurgia è praticata con intento curativo, per la malattia allo stadio avanzato, anche quando sono presenti metastasi a distanza, la chirurgia può essere impiegata per evitare complicazioni come l’occlusione dell’intestino crasso, emorragia o perforazione da tumore. La chirurgia è evitata solo nei pazienti in condizioni generali scadute e con aspettativa di vita molto breve; in tali pazienti l’occlusione può essere trattata in modo conservativo. Per i pazienti con malattia avanzata, la chemioterapia è la principale modalità di trattamento. Questa terapia non ha valore curativo, ma un considerevole beneficio palliativo e può prolungare la sopravvivenza. Lo scopo della chemioterapia è infatti quello di contenere il tumore primitivo e la diffusione metastatica. Nei pazienti candidati alla chirurgia possono essere utilizzate anche la chemioterapia e la radioterapia sia singolarmente, sia in combinazione. Inoltre, queste due modalità terapeutiche possono essere impiegate sia prima, sia dopo l’intervento chirurgico. In caso di tumore al retto si preferisce generalmente la radioterapia. Il trattamento pre chirurgico nella malattia avanzata viene utilizzato per ridurre la massa tumorale prima dell’escissione chirurgica. La terapia post operatoria precauzionale o adiuvante è mirata a sradicare ogni cellula tumorale residua e a prevenire l’insorgenza delle metastasi. Alcuni chemioterapici quali il 5-Fluorouracile, il Tomudex, l’Oxaliplatino, ad esempio, hanno mostrato di potenziare gli effetti della radioterapia. La chemioterapia adiuvante viene utilizzata con la chirurgia potenzialmente curativa per prevenire la diffusione metastatica o la ripresa tumorale. In caso di malattia avanzata o metastatica la chemioterapia mira a ridurre la progressione della malattia e i sintomi; in questo caso, il trattamento è palliativo invece che curativo. Non tutti i pazienti trattati per tumore del colon-retto potenzialmente curabile sono sottoposti a chemioterapia. Gli studi mostrano che i pazienti con malattia avanzata, allo stadio C di Dukes (dove c’è diffusione linfonodale), traggono beneficio dalla chemioterapia adiuvante con un reale prolungamento della sopravvivenza. Per i pazienti con malattia allo stadio B di Dukes (infiltrazione a tutto spessore della parete intestinale, ma senza linfonodi metastatici), il beneficio della chemioterapia è piuttosto controverso e ogni caso deve essere considerato individualmente. La chemioterapia non viene generalmente usata per il tumore allo stadio A, perchè a questo stadio il tumore può essere completamente asportato. Per quanto riguarda la prevenzione primaria, viene generalmente consigliata una dieta ricca di frutta e verdure crude e un regolare esercizio fisico. Il colon retto Mentre il carcinoma dello stomaco negli ultimi tempi è andato riducendosi come frequenza, il carcinoma del colon retto ha avuto un incremento ponendosi al secondo posto, dopo il tumore mammario nella donna ed il tumore polmonare nell'uomo. Il colon è l’ultimo tratto dell’intestino, facendo seguito all’intestino tenue, intorno al quale si dispone ad incorniciarlo; per il suo volume è detto anche intestino grosso o crasso e si suddivide in cieco, ascendente, trasverso, discendente e sigma cui segue il retto che comunica all’esterno. Il colon riceve il contenuto (chimo) dall’intestino tenue che lo precede e lo trasforma in materiale fecale che sarà, infine, espulso dal retto. Nel colon avviene l’assorbimento dell’acqua e degli elettroliti (sodio, potassio), la produzione di muco che protegge la mucosa e lubrifica le feci. Nel lume del colon si svolge anche l’attività della flora batterica utile (saprofita) che, attaccando le molecole del chimo, sintetizza alcune vitamine (gruppo B, acido folico, vitamina K). Il colon è un organo sede di continue contrazioni che avvengono a segmenti, nel senso che un tratto si contrae ed il successivo si dilata e così via consentendo il rimescolamento del contenuto, l’assorbimento dell’acqua e delle vitamine e la progressione verso il retto. Il colon è facile bersaglio di condizioni ansiose (somatizzazione dell’ansia) che si manifesta con turbe digestive, dolori colici, alterazioni dell’alvo (stipsi e diarrea). E’ altresì frequente sede di polipi (prolungamenti della mucosa) a volte singoli, a volte multipli di dimensioni variabili, a volte presenti in consanguinei (poliposi familiare), nonché di diverticoli (estroflessioni della parete del colon verso l’esterno). * I.R.CC.S. - Oncologico - Bari pugliasalute - ventitre - giugno 2004 A cura di Aurelio Larocca Misure per la prevenzione del cancro del colon P er ogni tipo di neoplasia maligna l’arma che può contenere i danni conseguendo la guarigione o una lunga sopravvivenza è la prevenzione. Il cancro colo rettale non fa eccezione a questa constatazione. La prevenzione primaria del carcinoma colo rettale consiste: • nell’identificare e nell’eliminare o ridurre l’assunzione di alcuni cibi o nel privilegiare alimenti con proprietà protettive. Sconsigliato l’abuso di carni rosse; di cibi ricchi di grassi saturi e di grassi animali; cibi contenenti taluni conservanti o inquinati da pesticidi o da muffe particolari. Sono, invece, raccomandati cibi ricchi di fibre (verdure cotte o crude, farinacei integrali), frutta fresca; • nell'abolizione del fumo e nel raccomandare la vita attiva e movimentata; • nel seguire, con appropriate indagini coloro che appartengono a famiglie con storia di polipi intestinali, specie se multipli (poliposi familiare); I polipi sono delle escrescenze della mucosa intestinale che, sollevandosi da questa, sporgono nel lume intestinale; hanno superficie liscia, possono essere sorretti da un peduncolo o aderire alla parete. • nel seguire con indagini mirate coloro che da tempo sono affetti da retto colite ulcerosa; • nel seguire coloro che appartengono a famiglie con storia di carcinoma colo rettale. Una speranza hanno suscitato alcuni agenti chimici o naturali che si sono dimostrati capaci di bloccare carcinomi chimicamente indotti in animali. Si tratta di alcune vitamine (gruppo B e vitamina A), dell’aspirina, dell’acido folico, di un acido biliare (l’acido ursidesossicolico). L’idea della chemioprevenzione nei soggetti a rischio è promettente, ma i risultati conseguiti, sebbene incoraggianti, non offrono dati certi e sicuri sia sull’effettivo beneficio sull’uomo, sia riguardo alle dosi e durata del trattamento oltre che ad eventuali effetti collaterali. Carcinoma del colon ascendente Cancro iniziale del colon ascendente • l’alterazione delle funzioni intestinali rispetto alle consuete abitudini: insorgenza di stitichezza sempre più ostinata; stipsi alternata a diarrea; • il dolore addominale sia sotto forma di piccole, brevi, ripetute coliche, sia sotto forma di dolorabilità gravativa, spesso continua, fastidiosa ma sopportabile, specie nelle fasi iniziali della malattia; • la presenza di sangue nelle feci sia evidente alla vista sia occulto, evidenziato con esame di laboratorio; • il tenesmo, consistente nella sensazione di urgente bisogno di evacuare, accompagnata da senso di tensione e scarsa o nulla emissione di feci. La presenza di uno o più di questi sintomi non deve necessariamente essere riferito al cancro colo rettale, perché molte altre malattie non cancerose possono manifestarsi con questi sintomi. La raccomandazione è quella di non sottovalutarli ma di rivolgersi sollecitamente al proprio Medico curante che saprà indirizzare il paziente agli accertamenti più appropriati per giungere ad una diagnosi certa. Gli accertamenti per poter pervenire ad una diagnosi precisa sono: Esami di laboratorio: • ricerca di sangue occulto nelle feci; • esame emocromocitometrico per constatare l’esistenza di anemia; • il dosaggio dell’Antigene carcino embrionario (CEA), un marcatore tumorale con discreto indice di affidabilità nella diagnosi di carcinoma colon- rettale. Accertamento radiologico • Con lesecuzione del clisma opaco a doppio contrasto, tecnica con cui si riesce ad evidenziare quasi sempre la presenza di polipi (i più piccoli possono sfuggire!); difetti di riempimento o di restringimento del lume intestinale; immagini di arresto nella progressione del mezzo di contrasto. • L'Endoscopia che si esegue con il coloscopio, strumento a fibre ottiche che consente di esaminare direttamente la mucosa del colon dal retto al cieco. Durante l’esame coloscopico, oltre che alla osservazione diretta della mucosa intestinale, si può procedere alla rimozione di polipi o al prelievo di piccoli frustoli della mucosa sospetta per l’esame istologico. Stenosi neoplastica del colon ascendente La prevenzione secondaria o diagnosi precoce, specie se formulata in fase preclinica in assenza di sintomi soggettivi o obbiettivi, consiste nel non sottovalutare i seguenti segni: pugliasalute - ventiquattro - Immagine coloscopica giugno 2004