3 CM /201 E 2 i dit 31/1 e cr a 12 enz ad sc Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/VR In caso di mancato recapito inviare a CMP VERONA per restituzione mittente previo pagamento resi. L a r i v i s t a edizione di con il patrocinio di p e r l ’ a g g i o r n a m e n t o c o n t i n u o d e l f a r m a c i s t a Modulo 1 Modulo 2 Gestione dei più comuni sintomi durante la transizione alla menopausa Disfunzione erettile Revisione scientifica: Dr. Maurizio Barbieri, Dirigente medico, 2a Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Milano, Fondazione Policlinico Mangiagalli Regina Elena, Milano. Autori: Renee Bellanger, PharmD, BCNSP, Assistant Professor, Pharmacy Practice Cheryl Horlen, PharmD, BCPS, Associate Professor, Pharmacy Practice, Feik School of Pharmacy, University of the Incarnate Word, San Antonio, Texas. Revisore scientifico: Alessandro Pizzocaro MD, Referente per l’andrologia, UO di Urologia, Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, Professore a contratto, Scuola di Specializzazione di Endocrinologia e malattie del Ricambio, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano Autore: Mariam Khan, PharmD, Medical Writer, Princeton, New Jersey L i considera una donna in menopausa dopo che è trascorso almeno un anno dalla data delle ultime mestruazioni spontanee. Per perimenopausa si intende invece l’arco temporale di almeno a Disfunzione Erettile (DE) viene definita come l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente1. Questo tipo di patologia ha un forte impatto sulle relazioni di coppia, sulla qualità della vita e sul livello di autostima. L’incidenza aumenta con l’età e si prevede che, entro il 2025, si segue a pag. 2 segue a pag. 13 S Modulo 3 Modulo 4 Recenti progressi nel trattamento della psoriasi Considerazioni cliniche sul trattamento dell’infezione da H. pylori Revisione scientifica: Prof. Paolo Pigatto, Professore Associato in Malattie Cutanee e Veneree; Dipartimento di Tecnologie per la Salute Ist. Ortopedico Galeazzi; Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano Autore: Kiran Panesar, BPharmS (Hons), MRPharmS, RPh, CPh, Consultant Pharmacist and Freelance Medical Writer, Orlando, Florida Keywords Psoriasi, epidemiologia L a psoriasi è una malattia autoimmune, che normalmente si presenta come una condizione dermatologica nella quale le cellule epiteliali si replicano più frequentemente della norma. Si ritiene che Revisione scientifica: Dr Luca Elli, Specialista in Gastroenterologia, Responsabile Centro per la Prevenzione e Diagnosi della Malattia Celiaca, Fondazione IRCCS Cà-Granda Milano Autori: G. Blair Sarbacker, PharmD, Assistant Professor, Pharmacy Practice, University of the Incarnate Word, Feik School of Pharmacy, San Antonio, Texas Elizabeth Montfort, PharmD, Assistant Professor, Pharmacy Practice, University of the Incarnate Word, Feik School of Pharmacy, San Antonio, Texas I ndividuato per la prima volta nelle biopsie gastriche da John Warren nel 1979, l’Helicobacter pylori si annida nelle cellule dell’epitelio gastrico al di sotto del gel mucoso. Warren è riuscito inoltre a dimostrare la segue a pag. 25 segue a pag. 36 ANNO 10 • NUmerO 1 • BimestraLe • GeNNaiO/FebbraiO 2013 OF_01-2013_01.indd 1 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista SANITANOVA è accreditata dalla Commissione Nazionale ECM (accreditamento standard n. 12 del 7/2/2013) a fornire programmi di formazione continua per tutte le professioni. Sanitanova si assume la responsabilità per i contenuti, la qualità e la correttezza etica di questa attività ECM. Inizio corso: 30/032/2013; ID corso: 12-57911 OBIETTIVI: Al termine della seguente monografia di aggiornamento, il Farmacista dovrebbe essere in grado di: •discutere dei cambiamenti fisiologici che si verificano nel passaggio graduale da perimenopausa a menopausa; •conoscere i dati basati sull’evidenza delle terapie ormonali e non ormonali e consigliare approcci terapeutici specifici per il trattamento dei sintomi vasomotori menopausali; •descrivere eventuali terapie alternative e misure preventive da applicare alle donne di mezza età; •discutere le strategie terapeutiche farmacologiche e non, per la cura dei sintomi più comuni del periodo di transizione verso la menopausa. SCOPO DeLLÕ AttivitË : aumentare la conoscenza da parte del farmacista dei sintomi e delle opzioni terapeutiche per le donne nel periodo della perimenopausa e aumentare la sua capacità di fornire la relativa assistenza alle donne in questa fase della loro vita. Executive summary • L’età media per l’insorgenza della menopausa è 51 anni. • La fase avanzata della transizione menopausale si caratterizza con il salto di almeno due cicli o dalla comparsa di un’amenorrea della durata di almeno 60 giorni. • Esiste in realtà la possibilità, seppure molto limitata, di concepire anche per le donne in età perimenopausale. • I sintomi vasomotori includono vampate di calore e sudorazione notturna. • Le donne in perimenopausa che richiedono sia contraccezione sia un trattamento dei sintomi vasomotori possono trarre vantaggio dai contraccettivi ormonali estro-progestinici combinati. • In caso di atrofia vaginale e della vulva (moderate o gravi) la terapia estrogenica risulta efficace. • L’incidenza dell’incontinenza urinaria aumenta con l’età. L’incontinenza da stress (40%) e l’incontinenza mista (50%) sono le forme più comuni nelle donne in perimenopausa di età compresa tra 40 e 59 anni. un anno dalle ultime mestruazioni, in cui cessano l’ovulazione e i cicli mestruali. Molti dei sintomi comunemente attribuiti alla menopausa si verificano anche durante la perimenopausa. Definizione della popolazione La scomparsa delle mestruazioni può a verificarsi in un lasso di tempo compreso tra i 30 anni e i 59 anni di età1. Keywords Sebbene si consideri normaMenopausa le che la menopausa si maniepidemiologia, festi dopo i 40 anni di età, menopausa eziologia, in realtà, l’età media per la menopausa naturale, sua insorgenza è 51 anni. La menopausa precoce menopausa naturale (quindi non indotta chirurgicamente) prima dei 40 anni si considera precoce e necessita sempre di approfonditi accertaKeyPoint menti endocrinologici2. Le fumatrici spesso entrano in La menopausa normalmente si perimenopausa prima delle manifesta dopo i 40 non fumatrici. Le nullipare anni; l’età media di (donne che non hanno mai insorgenza è 51 anni. partorito) tendono a entraUna menopausa re in menopausa più precospontanea, cioè cemente rispetto alle donne non indotta che hanno avuto figli. Altri chirurgicamente, fattori che possono causaprima dei 40 anni si re un abbassamento dell’età considera precoce. di inizio della menopausa sono la dieta ricca di verdure, fibre e cereali, malattie autoimmuni (quali diabete mellito di tipo 1) e un basso valore dell’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index). Potrebbe inoltre esserci una correlazione genetica famigliare che determina l’età della menopausa: figlie di donne con menopausa precoce hanno un maggior rischio di entrare precocemente in menopausa. Fisiologia della menopausa La fisiologia della menopausa è complessa e coinvolge numerosi ormoni e diversi meccanismi di controllo della loro produzione (meccanismi di feedback). Nel corso della vita riproduttiva della donna si verifica una progressiva diminuzione del numero di follicoli ovarici deputati alla produzione di estrogeni ma anche graduali modificazioni ormonali che esitano in una irregolare maturazione dei follicoli stessi: le irregolarità del ciclo mestruale conseguenti sono caratterizzate da cambiamenti nella durata del ciclo e delle caratteristiche del flusso mestruale. Uno dei primi cambiamenti ormonali rilevabile è la diminuzione di inibina B, che induce l’aumento dei valori ematici dell’ormone follicolo-stimolante (FSH, Follicle-Stimulating Hormone) nella prima parte del ciclo allo scopo di stimolare il rilascio di estradiolo da parte dei follicoli ovarici. Un elevato livello 2 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 2 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista di FSH è quindi un primo segno misurabile dell’evoluzione verso la menopauKeywords sa. Quando i follicoli ovarici sono esauriti completaMenopausa fisiologia, mente, le ovaie non risponinibina B, ormone dono più agli elevati livelli follicolo-stimolante di FSH e la produzione di FSH, estradiolo, estradiolo si riduce. Esiste ormone luteinizzante, LH, menopausa segni quindi un periodo temporale di transizione estremae sintomi mente variabile da donna a donna (in genere già a partire dall’età di 38-40 anni) durante il quale i livelli di FSH ed estradiolo fluttuaKey Point no significativamente; per I sintomi principali questo motivo tali paramedella menopausa tri (estrogeni e FSH) non sono: disturbi possono essere utilizzati del sonno e della come criteri diagnostimemoria, irritabilità, ci della perimenopausa. I sudorazione notturna livelli di FSH e estradiolo e vampate di calore. dovrebbero, quindi, in teoLa combinazione e ria, essere misurati per più l’intensità di questi cicli allo scopo di coglierne sintomi può variare, le naturali fluttuazioni. Si anche se non tutte ritiene che siano proprio le le donne sono fluttuazioni nei livelli degli sintomatiche durante estrogeni a causare molti la perimenopausa. dei sintomi della perimenopausa 4. Dopo la menopausa, i livelli di rilascio di FSH e di ormone luteinizzante (LH, Luteinizing Hormone) aumentano significativamente5. Da un punto di vista clinico, la transizione verso la menopausa si divide in due fasi: fase iniziale e fase avanzata6. Nelle donne sane ci può essere il passaggio da una fase all’altra o l’alternanza tra le due fasi oppure una delle fasi può anche essere completamente saltata. Nella fase iniziale, il ciclo mestruale può allungarsi fino a 7 giorni oltre la classica durata in condizioni normali. La fase avanzata della transizione menopausale si caratterizza con il salto di almeno due cicli o dalla comparsa di un’amenorrea della durata di almeno 60 giorni. I sintomi vasomotori inizialmente sporadici aumentano significativamente nella fase avanzata finale. I cambiamenti fisiologici nella perimenopausa avanzata comprendono: riduzione dell’attività ovarica, riduzione della resistenza fisica e modifiche delle caratteristiche della cute, della mucosa vaginale e dei capelli. I principali sintomi sono: disturbi del sonno, problemi di memoria, irritabilità, sudorazione notturna e vampate di calore. La combinazione e l’intensità di questi sintomi può variare (vedi Tabella 1), tuttavia non tutte le donne riportano sintomi durante la transizione menopausale. Poiché la misurazione dei sintomi e della storia clinica può essere soggettiva, classificare i dati disponibili non è facile7. Tabella 1 - Sintomi comuni della perimenopausa •Irregolaritàdelciclomestruale •Disturbivasomotori(vampatedicalore,sudorazionenotturna) •Alterazionedell’umore •Disturbidelsonno •Sensodiaffaticamento •Disturbiurogenitali(secchezzavaginale,dispareunia,incontinenzaurinaria,disfunzionisessuali) •Altridisturbi(cambiamentidellapelleedei capelli,aumentoponderale) Le fumatrici, le donne di peso corporeo estremamente basso o alto (BMI <18 kg/m2 o >30 kg/m2), quelle che praticano molta attività fisica aerobica (>10 h/ settimana), oppure che soffrono di irregolarità cronica del ciclo mestruale o che hanno subito un’isterectomia, come pure le pazienti note per fibromi uterini o per cisti endometriosiche dell’ovaio, dovrebbero sottoporsi a una valutazione clinica periodica per controllare la fase della vita riproduttiva in cui si trovano6. Perché è importante la terapia? Alcune donne considerano i sintomi della menopausa una riduzione nella qualità della vita. Poiché “i 50 anni sono i secondi 30” molte donne giunte a questa età si aspettano ancora molto dalla vita e vogliono vivere al 100% delle loro capacità produttive. Alcune donne hanno optato per scelte riproduttive in età avanzata e quindi hanno responsabilità nei confronti di figli non ancora indipendenti, altre hanno genitori anziani da assistere, altre ancora una carriera lavorativa appagante su cui contano. Per queste tipologie di donne, ma in generale per tutte le donne, curare i sintomi della menopausa è fondamentale per mantenere una buona qualità della vita. Nei casi in cui la transizione menopausale non influenzi negativamente la qualità della vita non occorrono cure particolari. Le donne che, invece, manifestano una sintomatologia (da lieve a grave) devono essere adeguatamente informate in merito ai potenziali rischi e benefici delle diverse opzioni terapeutiche in grado di migliorare la qualità della vita o la gestione dei disturbi. A queste pazienti dovrebbero essere offerte alternative che permettano di gestire individualmente desideri e obiettivi, riducendo al minimo, nel contempo, i rischi associati a tali scelte. Gravidanza e contraccezione I Centers for Disease Control and Prevention (CDC, Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie) informano che la fertilità di una donna inizia a diminuire intorno ai 45 anni e continua a diminuire dopo i 50 anni di età. I dati aggiornati al 2007 dimostrano che la fertilità media nelle 3 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 3 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista donne dai 20 ai 34 anni è di 108 nati ogni 1.000 donne; il tasso di natalità Keywords per le donne dai 35 ai 39 anni è di 47,5 ogni 1.000 Fertilità, gravidanza, donne, tale valore si riducomplicanze, ce a 9,5 per 1.000 donne contraccettivi nella fascia dai 40 ai 44 estro-progestinici, anni d’età e a 0,6 per 1.000 contraccezione donne nell’età compresa ormonale, 8 contraccezione effetti tra i 45 e i 54 anni . Superati i 35 anni, aumenindesiderati ta il rischio di patologie nel corso della gravidanza: p.es. dopo i 35 anni il rischio di interruzione spontanea della gravidanza KeyPoint nel corso del primo trimeAlcune donne stre sale al 20% e dopo i ritengono di non avere 40 anni raggiunge il 50%, più bisogno di usare probabilmente in relaziomisure contraccettive ne all’aumento dell’incinel periodo di denza di anomalie cromoperimenopausa. somiche tra le quali è ben Tuttavia, c’è la nota la sindrome di Down possibilità, seppure (1:400 a 35 anni, 1:100 a molto limitata, di una 40 anni, 1:30 a 45 anni e gravidanza anche 1:10 a 49 anni). Inoltre, le per le donne in età donne di età superiore ai perimenopausale. 35 anni hanno rischio doppio rispetto alle donne più giovani di sviluppare il diabete gestazionale; aumenta anche il rischio di sviluppare ipertensione in gravidanza se l’età al parto è superiore ai 40 anni 9,10. Alcune donne ritengono di non avere più bisogno di usare misure contraccettive nel periodo della perimenopausa in relazione a una minore frequenza dei rapporti sessuali, alla irregolarità dei cicli mestruali o nella convinzione di non essere più potenzialmente fertili. Esiste in realtà la possibilità, seppure molto limitata, di concepire anche per le donne in età perimenopausale, nei casi in cui non si ricorra a cure per la fertilità. Visti i rischi che la gravidanza comporta per la madre ma anche per il feto è auspicabile che il personale sanitario fornisca alle donne in età perimenopausale una adeguata informazione in merito ai rischi associati a una gravidanza, ma è anche necessario un corretto counseling contraccettivo fino alla cessazione dell’ovulazione. I contraccettivi estro-progestinici combinati contenenti basse dosi di estrogeni sono consigliabili alle donne in perimenopausa non fumatrici e in buona salute. Oltre alla efficacia contraccettiva, i contraccettivi ormonali possono migliorare i sintomi vasomotori, regolarizzano il ciclo e hanno un effetto protettivo nei confronti del cancro delle ovaie e dell’endometrio; infine, l’uso prolungato può essere utile per salvaguardare la densità minerale ossea11. I contraccettivi ormonali combinati non sono indicati per le donne in perimenopausa fumatrici o affette da ipertensione non controllata, iperlipidemia, diabete mellito, emicrania, epatopatie, esiti di tumore alla mammella o di tromboembolia venosa o, infine, che presentano un sanguinamento genitale non indagato. Le donne in perimenopausa che assumono contraccettivi estro-progestinici devono essere accuratamente monitorate in relazione a eventuali fattori di rischio di patologie venose o arteriose e, se necessario, il trattamento contraccettivo va sospeso12. Tutti i contraccettivi orali possono aumentare il rischio di tromboembolia venosa, tuttavia tale rischio è più elevato per le donne con BMI superiore a 25 in trattamento con prodotti contenenti desogestrel o gestodene oppure con cerotti transdermici contenenti norelgestromina1,12,14. Perez Gutthann e coll. segnalano l’associazione tra il rischio di tromboembolia e BMI superiore a 2514. Nello studio Women’s Health Initiative (WHI), valori di BMI superiori a 30 sono stati associati a un rischio di tromboembolia molto più elevato rispetto ai valori di BMI inferiori a 25 (tasso di rischio 5,61 contro 1,78) 15. Non è possibile stabilire a priori quale sarà l’evoluzione nel tempo dell’attività ovarica spontanea e del ciclo mestruale in una donna che assume contraccettivi ormonali; pertanto è difficile stabilire quale sarà l’età della menopausa e per quanto tempo dovrà continuare l’uso dei contraccettivi orali. L’età media della menopausa nelle parenti della paziente e i sintomi della paziente stessa possono essere un valido aiuto per decidere quando iniziare a valutare se la paziente è ancora potenzialmente fertile oppure è in menopausa. Per stabilire se una donna è ancora potenzialmente fertile può essere sufficiente passare a una contraccezione non ormonale monitorando le scadenze mestruali spontanee o la fluttuazione dei livelli ematici di FSH. Se, però, la donna preferisce proseguire la contraccezione ormonale, in assenza di controindicazioni è possibile protrarne la somministrazione fino all’età di 55 anni, quando la probabilità di menopausa è elevata11. Se la contraccezione ormonale estro-progestinica combinata è controindicata, può essere suggerita una contraccezione a base di solo progestinico o con dispositivi intrauterini o con altri metodi non farmacologici oppure la sterilizzazione chirurgica; tuttavia, qualsiasi contraccettivo non ormonale non ha alcun effetto sulle fluttuazioni ormonali della donna, pertanto, non riduce i sintomi vasomotori perimenopausali e non consente alcun controllo del ciclo. Gli spermicidi contenenti nonoxynol-9, se usati da soli o associati alla spugna contraccettiva, possono essere suggeriti a chi ha rapporti sessuali sporadici. L’uso prolungato di prodotti a base di nonoxynol-9 espone a un maggiore rischio di malattie sessualmente trasmesse relativo a un danno diretto sull’epitelio vaginale12. Indipendentemente dal metodo contraccettivo scelto, la sua efficacia dipende dall’uso costante e corretto; 4 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 4 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista indubbiamente l’utilizzo di metodi contraccettivi in un’ottica di lunga scadenza, p.es. cerotti, impianti e dispositivi intrauterini, è più adeguato per la prevenzione di gravidanze indesiderate se confrontato ai metodi contraccettivi d’uso giornaliero. Sintomi vasomotori I sintomi vasomotori includono vampate di calore e sudorazione notturna. Circa il 20% delle pazienti Keywords in perimenopausa lamenMenopausa segni e ta la comparsa di vampate sintomi, vampate di di calore ma molte donne calore, sudorazione iniziano a soffrire di quenotturna, menopausa sti disturbi contestualmenterapia farmacologica, te alla loro prima irregoterapia ormonale larità mestruale. Sebbene sostitutiva, TOS, l’incidenza e l’intensità dei HRT, terapia sintomi vasomotori tendoormonale sostitutiva no a raggiungere il picco effetti indesiderati, massimo nel periodo perivenlafaxina, paroxetina, fluoxetina, menopausale e nei primi anni della postmenopausa, gabapentina, alcune donne continuano a menopausa terapia soffrirne per molti anni3. non farmacologica, I bassi livelli di estrogeno clonidina, durante la perimenopausa e fitoestrogeni, la menopausa sono da metcimicifuga racemosa, tere in relazione alle vamolio di enotera, vitamina E pate. È ipotizzabile che la diminuzione dei livelli di estrogeni possa influenzare i sistemi della noradrenalina e della serotonina KeyPoint nell’ipotalamo, responsabili della termoregolazione. La terapia ormonale Durante una “vampata” si sostitutiva (TOS o verifica un aumento della HRT), che prevede la temperatura cutanea, del somministrazione di flusso sanguigno cutaneo estrogeni da soli o di e della frequenza cardiaestrogeni associati ai progestinici, è la ca, che corrispondono alla terapia farmacologica sensazione di calore riferita più efficace per all’estremità cefalica e nella ridurre la frequenza e parte superiore del corpo, la gravità dei sintomi con frequenti arrossamenti vasomotori. della pelle, seguiti da sudorazione16. Quando le vampate di calore si verificano di notte sono note come sudori notturni. La sudorazione notturna spesso causa disturbi del sonno, che a loro volta contribuiscono alla stanchezza, all’irritabilità, all’ansia e agli altri problemi comunemente associati alla menopausa. Si stima che l’85% delle donne nel periodo di passaggio verso la menopausa sia soggetto ad almeno un sintomo vasomotorio e il 10% di queste donne richiede l’intervento del medico. Molte donne non necessitano di terapie perché i sintomi sono lievi e spesso migliorano spontaneamente con il passare del tempo16. La maggior parte delle opzioni terapeutiche farmacologiche è stata studiata in popolazioni di donne nel post-menopausa o con tumore alla mammella, mentre sono limitati gli studi nelle donne in perimenopausa. Terapia farmacologica: le donne in perimenopausa che richiedono sia contraccezione sia un trattamento dei sintomi vasomotori possono trarre vantaggio dai contraccettivi ormonali estro-progestinici combinati. Gli studi sulle donne in perimenopausa mostrano che bassi dosaggi di contraccettivi orali combinati possono ridurre sia la frequenza sia l’intensità delle vampate17. Le vampate di calore in genere regrediscono nell’arco di 2-3 mesi. Quando l’ovulazione cessa, la donna non ha più bisogno di una contraccezione ormonale; tuttavia, se i sintomi vasomotori persistono, è proponibile una terapia ormonale sostitutiva17. La terapia ormonale sostitutiva (TOS o HRT, Hormone Replacement Therapy) prevede la somministrazione di estrogeni da soli o di estrogeni e progestinici in combinazione: è la terapia farmacologica più efficace per ridurre la frequenza e la gravità dei sintomi vasomotori18. Un rapporto del Cochrane Group ha dimostrato che la terapia con estrogeni riduce la frequenza delle vampate di calore del 75% rispetto al placebo nelle donne in perimenopausa e postmenopausa19. Anche la qualità della vita risulta significativamente migliorata dall’uso della TOS16. Sebbene la TOS sia efficace nel ridurre i sintomi vasomotori, non è priva di rischi. Lo studio Women’s Health Initiative (WHI) ha analizzato l’efficacia preventiva della terapia estro-progestinica (o del placebo) nei confronti delle coronaropatie in una popolazione di oltre 16.000 donne in post-menopausa. Dopo il primo anno di terapia, le pazienti trattate con estro-progestinici riportavano un rischio di coronaropatia molto più basso rispetto ai controlli, tuttavia, lo studio è stato interrotto precocemente dopo un follow-up medio di 5,2 anni a causa dell’aumento globale a lungo termine del rischio di neoplasia mammaria, di coronaropatie, di ictus e di embolia polmonare20. La TOS per il trattamento dei sintomi vasomotori è disponibile in formulazioni orali, transdermiche o vaginali. Non vi sono prove a sostegno di una maggiore efficacia di una forma farmaceutica rispetto a un’altra, tuttavia, la terapia transdermica sembra preferibile grazie al minore dosaggio, alla mancanza di effetti correlati al primo passaggio epatico e a una maggiore stabilità dei livelli di estrogeni in circolo16. La terapia transdermica deve essere presa in considerazione in tutte la pazienti con valori elevati dei trigliceridi onde evitare ulteriori aumenti di concentrazione sierica indotti dagli estrogeni orali16. Gli estrogeni per via vaginale, alle dosi utilizzate per curare la vaginite atrofica, non hanno dimostrato alcuna efficacia nella riduzione delle vampate di calore17. 5 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 5 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista È disponibile un’ampia gamma di formulazioni contenenti diversi tipi di estrogeni come l’estradiolo, l’estriolo, gli estrogeni esterificati e gli estrogeni coniugati equini. Tutte le formulazioni si sono dimostrate efficaci nella cura dei sintomi vasomotori. La North American Menopause Society raccomanda di iniziare il trattamento dei sintomi vasomotori con dosi inferiori alla dose standard; infatti i bassi dosaggi sono certamente meglio tollerati e allo stesso tempo costituiscono un efficace rimedio alle vampate (vedi Tabella 2). L’effetto della terapia estrogenica a basse dosi sull’endometrio e il rischio di cancro endometriale non è ad oggi definitivamente chiarito, pertanto tale trattamento deve essere riservato alle donne isterectomizzate17. La TOS a base di estroprogestinici combinati è consigliata invece a tutte le donne non isterectomizzate proprio per ridurre al minimo il rischio di cancro dell’endometrio. La brusca interruzione della TOS può favorire la ricomparsa delle vampate; pertanto la terapia deve essere ridotta gradualmente17. I più frequenti effetti indesiderati della TOS sono: sanguinamento uterino, tensione mammaria, nausea e vomito, ritenzione idrica, cefalea. I rischi a lungo termine associati alla TOS (tumore della mammella, coronaropatie, tromboembolie, ictus, demenza) devono essere sempre valutati scrupolosamente e discussi dettagliatamente con le pazienti prima di iniziare la terapia20,21. Se la TOS viene utilizzata come terapia per i sintomi vasomotori, si deve sempre utilizzare il dosaggio più basso e per il minor tempo possibile, senza, tuttavia, trascurare l’efficacia del trattamento. Una recente review Cochrane ha valutato gli effetti a lungo termine della terapia ormonale sulle donne in perimenopausa e postmenopausa: l’analisi di un sottogruppo di donne sane di età compresa tra 50 e 59 anni comprese nello studio WHI e trattate con TOS dimostrano un maggiore rischio di trombosi venosa ed embolia, anche se il rischio assoluto rimane limitato. Non risultano altre condizioni di rischio statisticamente significative rispetto al placebo in questa fascia d’età22. Alcune donne, a causa dei rischi noti, non sono candidate alla TOS per il trattamento dei sintomi vasomotori. Molte terapie non-TOS non hanno otte- nuto l’approvazione ufficiale da parte delle agenzie competenti (EMEA, FDA) per il trattamento dei sintomi vasomotori, ma esistono tuttavia evidenze a sostegno del loro utilizzo. Gli antidepressivi possono rappresentare un’opzione terapeutica nelle donne sintomatiche con controindicazioni alla TOS o che non tollerano la TOS. È stato studiato l’utilizzo della venlafaxina, inibitore del riassorbimento della serotonina e della noradrenalina (SNRI, SerotoninNorepinephrine Reuptake Inhibitor), nelle donne con pregresso cancro mammario o escluse dalla TOS per elevato rischio di cancro della mammella che riferivano non meno di 14 episodi di vampate di calore a settimana. Dopo 4 settimane di terapia, il punteggio composito medio delle vampate è stato ridotto del 61% rispetto alle condizioni iniziali nei casi che hanno assunto 150 mg/die di venlafaxina, mentre nelle pazienti trattate con placebo la riduzione è stata del 27%. La venlafaxina raggiunge il suo effetto massimo nelle prime 1-2 settimane di terapia23 ed è generalmente ben tollerata. Gli effetti collaterali più frequenti comprendono secchezza delle fauci, inappetenza, nausea e stitichezza23; sono segnalati ma meno frequenti la sonnolenza, le vertigini e le disfunzioni sessuali. L’aumento della pressione arteriosa è stato riscontrato nel caso di terapie a dosaggi elevati. La venlafaxina non dovrebbe essere utilizzata da donne che assumano anche un inibitore delle monoaminoossidasi (I-MAO). Gli effetti di paroxetina e fluoxetina, inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina (SSRI, Selective Serotonin Reuptake Inhibitor) sono entrambi stati studiati nelle donne in post-menopausa con vampate di calore. La paroxetina a rilascio controllato a dosaggi di 12,5 o 25 mg/die per 6 settimane ha causato una diminuzione del punteggio composito delle vampate del 62% rispetto al 38% delle pazienti trattate con il placebo24. I più comuni effetti collaterali della paroxetina e della fluoxetina comprendono cefalea, vertigini, nausea, diarrea, insonnia e sonnolenza. Come per la venlafaxina, anche questi farmaci sono controindicati in donne che sono in terapia con un I-MAO. La gabapentina, un anticonvulsivante, è un’altra opzione per il trattamento dei sintomi vasomotori nei casi in cui la TOS è Tabella 2 - Dosi giornaliere standard e ridotte controindicata: la dose di 900 mg/die di per estrogeni utilizzati nella terapia dei sintomi gabapentina per 12 settimane ha ridotdella menopausa to significativamente sia la frequenza Prodotto Dose standard Dose ridotta sia il punteggio composito delle vamEstrogeniconiugatiequini 0,625mg 0,3mg pate, rispetto al placebo, nelle donne Estrogeniconiugatisintetici 0,625mg 0,3mg in post-menopausa con vampate di Estropipato 1,5mg 0,75mg calore di intensità da media a grave25. Etinilestradiolo 50mcg 20mcg Recentemente, l’uso della gabapentina 17 beta-estradiolomicronizzato 1mg 0,5mg è stato studiato nelle donne con cancro 17 beta-estradiolotransdermico 50mcg 25mcg al seno. Dopo 4 settimane di terapia, Fonte:Referenzebibliografiche44,45. le pazienti trattate con 900 mg/die di 6 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 6 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista gabapentina hanno riscontrato una riduzione del 41% nella frequenza e del 49% nella gravità delle vampate, rispetto al 18% e al 21% delle pazienti trattate con placebo26. L’uso della gabapentina è ben tollerato da gran parte delle donne; la sospensione della terapia a base di gabapentina per il trattamento dei sintomi vasomotori è indicata dalla comparsa di sonnolenza, vertigini, rash cutaneo ed edema periferico. L’agonista alfa-adrenergico clonidina si ritiene sia in grado di diminuire la frequenza delle vampate riducendo l’attivazione noradrenergica centrale e potrebbe costituire la terapia di scelta nelle donne ipertese in perimenopausa sintomatica17. La clonidina, somministrata a dosi di 0,1 mg/die ha indotto una modesta riduzione della frequenza delle vampate sia in donne in post-menopausa sia in donne in trattamento con tamoxifene16. La clonidina transdermica potrebbe essere meglio tollerata rispetto alla formulazione orale. Gli effetti avversi più comuni comprendono secchezza delle fauci, sonnolenza, stitichezza, insonnia e prurito nell’area di applicazione del cerotto. La clonidina può anche ridurre la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca sebbene non siano stati riscontrati effetti collaterali di tipo emodinamico in uno studio che utilizzava il dosaggio di 0,1 mg/die di clonidina per via orale, per trattare le vampate di calore in donne già in terapia con tamoxifene16. Altre terapie: cambiamenti nello stile di vita, p.es. vestirsi a strati, usare ventagli e bere bibite fresche possono alleviare il disturbo causato dalle vampate di calore modificando la temperatura del corpo. Le tecniche di rilassamento (training autogeno) possono ridurre i sintomi vasomotori, ma gli studi in tal senso sono stati eseguiti solo su gruppi di dimensioni limitate e possono essere non obiettivi. La respirazione addominale controllata, lenta e profonda al manifestarsi dei sintomi può ridurre la durata e la frequenza delle vampate17. I fitoestrogeni sono componenti vegetali con una struttura fenolica simile agli estrogeni. Gli isoflavoni ottenuti dalla proteina della soia hanno dato risultati discordanti confrontando diversi studi. Alcuni studi, utilizzando un dosaggio compreso tra i 40 e i 150 mg/die, hanno dimostrato una lieve diminuzione nella gravità o nella frequenza delle vampate. I diversi risultati degli studi possono essere dovuti alla variabilità dei prodotti utilizzati o all’età delle partecipanti. Gli isoflavoni della soia possono essere assunti tramite integratori o con il consumo di soia (ad es., tofu, latte di soia) 27. Il trifoglio rosso ha un contenuto di isoflavoni analogo ai prodotti a base di soia, anche se non ci sono prove a sostegno del suo utilizzo per la cura delle vampate di calore. Al momento non sono segnalati effetti sfavorevoli 28. La Cimicifuga racemosa, 20 mg due volte al giorno, può essere utile in alcuni casi per ridurre vampate di calore e sudori notturni. Tuttavia, i risultati del trattamento sono discordanti e i campioni studiati sono poco numerosi; inoltre il miglioramento sintomatologico non è immediato ed è consigliabile un periodo di assunzione di almeno 6 -12 settimane per ottenere i migliori risultati. L’epatotossicità è un raro effetto collaterale della terapia con Cimicifuga racemosa. A causa della mancanza di studi approfonditi, l’uso della Cimicifuga racemosa dovrebbe essere limitato a un periodo compreso tra 6 e 12 mesi29. Non ci sono prove a sostegno dell’efficacia dell’olio di enotera per il trattamento delle vampate. L’acido gamma-linolenico, un acido grasso essenziale omega-6, è il principale componente di questo olio. L’olio di enotera può essere associato a un aumento del rischio di sanguinamento29. La vitamina E (800 UI al giorno) può ridurre lievemente la frequenza delle vampate. Un effetto collaterale noto, specie a dosaggi più alti, è l’aumento del rischio di sanguinamento29. Ormoni bioidentici, cioè mix sintetici di estrogeni (estradiolo, estriolo, estrone) da derivati vegetali esistono in diverse formulazioni che possono essere combinate per fare fronte alle esigenze individuali. Mancano però studi affidabili. Le considerazioni di sicurezza dovrebbero essere le stesse adottate per una qualsiasi terapia ormonale30. Atrofia vaginale La carenza di estrogeni che si verifica nel periodo finale della perimenopausa e nella sua successiva Keywords evoluzione in menopausa Menopausa segni può avere un impatto negae sintomi, atrofia tivo sulle funzioni sessuavaginale, secchezza li della donna. Durante la vaginale, lubrificanti perimenopausa, la secchezvaginali, terapia za vaginale è comune, con ormonale sostitutiva un’incidenza che va dal 7 al 39% 7 . Dopo la menopausa può comparire la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) e sono KeyPoint frequenti le mutazioni della mucosa vaginale come la I cambiamenti della perdita delle pieghe vagimucosa vaginale nali, l’assottigliamento del in menopausa tessuto vaginale e del graspossono comportare so sottocutaneo con consecchezza vaginale, seguente perdita della sua dispareunia (dolore durante i rapporti elasticità e della sensibilità, sessuali) e perdita modificazioni che possono della sensibilità influenzare negativamente diminuendo la la soddisfazione sessuale soddisfazione nella donna. Altri fattori, sessuale nella donna. come le terapie farmacologiche, la perdita di sonno, l’ansia o problemi esterni possono influenzare le funzioni sessuali5. Anche se i dati sulle donne in perimenopausa sono 7 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 7 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista limitati, i lubrificanti e gli idratanti vaginali possono aiutare ad alleviare la secchezza vaginale; lubrificanti a base acquosa sono consigliati qualora si utilizzino preservativi di lattice. Uno studio di dimensioni limitate sulle donne in stato post-menopausale ha mostrato che la terapia non ormonale ha, nei confronti della secchezza vaginale, la stessa efficacia della crema agli estrogeni31. In caso di atrofia vaginale e della vulva (moderate o gravi) la terapia estrogenica risulta efficace. A causa dei rischi associati alla TOS sistemica, la somministrazione locale è preferibile per le donne che lamentano esclusivamente disturbi urogenitali18. In tali casi possono essere utilizzati gli estrogeni vaginali a basso dosaggio, disponibili come creme, ovuli o anelli. La stimolazione endometriale e i sintomi sistemici possono essere maggiori con le formulazioni a base di crema che con ovuli o anelli32. Poiché è possibile, seppure in modo limitato, l’assorbimento sistemico anche con la somministrazione vaginale della TOS, è opportuno informare la paziente dei rischi associati a questo tipo di terapia (discussi in precedenza). Incontinenza urinaria L’incontinenza urinaria è un problema con gravi ricadute sullo stile di vita delle donne in perimenopausa. Keywords Le forme comuni di inconMenopausa segni e tinenza urinaria comprensintomi, menopausa dono incontinenza da stress incontinenza urinaria, (o da sforzo), incontinenincontinenza da stress, za da urgenza (o vescica incontinenza da iperattiva) e incontinenza urgenza, incontinenza mista. L’incontinenza da mista, incontinenza stress è una perdita involonurinaria terapia taria di urina durante colpi farmacologica, di tosse, starnuti, durante incontinenza l’esercizio fisico o qualsiasi urinaria terapia altra attività in cui aumenta non farmacologica, la pressione intra-addomiduloxetina, farmaci nale. È causata dallo scarantimuscarinici, so supporto contentivo del darifenacina, flavoxato, oxibutinina, collo della vescica, conseguente a lesioni ai tessuti e solifenacina, alle vie nervose di controllo tolterodina, trospio durante il parto vaginale. I livelli inadeguati di estrogeni della menopausa e l’età avanzata possono ulteriormente peggiorare la funzionalità del collo vescicale. Il segno distintivo dell’incontinenza da urgenza è un forte impulso a svuotare la vescica, indipendentemente dal suo riempimento, associato alla perdita involontaria di urina durante o dopo lo stimolo. È riconducibile a una iperattività del muscolo detrusore vescicale o a contrazioni involontarie dello stesso. Alcuni dei più comuni sintomi dell’incontinenza da urgenza includono frequenti e urgenti stimoli ad urinare, difficoltà alla minzione e nicturia. L’incontinenza mista è una combinazione di incontinenza da stress e incontinenza da urgenza33. KeyPoint L’incidenza dell’inconL’incontinenza urinaria tinenza urinaria aumenta è un problema con con l’età. L’incontinenza gravi ricadute sullo da stress (40%) e l’inconstile di vita delle donne tinenza mista (50%) sono in perimenopausa. le forme più comuni nelle L’incontinenza donne in perimenopausa di da stress (40%) età compresa tra 40 e 59 e l’incontinenza anni. L’incidenza dell’inmista (50%) sono le continenza urinaria aumenforme più comuni ta in presenza di BMI elenelle donne di età vato, comorbilità, deprescompresa tra 40 sione maggiore e in relae 59 anni. zione al numero di parti vaginali34. In presenza dei sintomi dell’incontinenza urinaria deve essere sempre valutata la coesistenza di terapie farmacologiche (p.es. l’assunzione di diuretici) o di abitudini voluttuarie come il consumo di caffeina. Cambiare abitudini come pure interrompere o sostituire la somministrazione dei farmaci che contribuiscono all’incontinenza urinaria aumenta le possibilità di migliorare la sintomatologia35. Opzioni non farmacologiche: una delle opzioni non farmacologiche per migliorare il controllo della vescica è la compilazione di un diario nel quale la paziente deve annotare nelle 24 ore le assunzioni di liquidi e le minzioni. L’operatore sanitario, esaminando il diario, se identifica una condizione di incontinenza può suggerire alla paziente di svuotare la vescica a intervalli regolari, in genere ogni 2-3 ore; se con tale strategia la paziente riesce a ottenere un miglioramento graduale del controllo sulla vescica, l’intervallo tra le minzioni può essere gradatamente aumentato36. Esercizi per la muscolatura del pavimento pelvico (esercizi Kegel) vengono utilizzati per rafforzare i muscoli che aiutano a trattenere l’urina. In una revisione di studi randomizzati su donne con incontinenza da stress, incontinenza da urgenza o mista, Dumoulin e Hay Smith segnalano che le donne con incontinenza urinaria migliorano grazie agli esercizi per la muscolatura del pavimento pelvico. Gli autori ritengono che il miglioramento più marcato della sintomatologia da incontinenza si ottiene in donne tra i 40 e i 59 anni con incontinenza da stress che praticano gli esercizi per un periodo di almeno 3 mesi37. Opzioni farmacologiche: purtroppo non vi sono molte possibilità di terapia farmacologica per l’incontinenza da stress. La duloxetina, un SNRI selettivo inizialmente studiato come antidepressivo, è il primo farmaco approvato per l’incontinenza urinaria da sforzo. La stimolazione dello sfintere dell’uretra per mezzo della serotonina e della noradrenalina si ritiene 8 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 8 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Tabella 3 - Opzioni terapeutiche per sintomi della perimenopausa Sintomi Sintomi vasomotori Atrofia vaginale Incontinenza urinaria Terapiafarmacologica Estrogenopiùprogestinico(se necessario),antidepressivi(venlafa- xina,paroxetina,fluoxetina),gabapen- tina,clonidina,isoflavonidellasoia, cimicifugaracemosa,enotera Estrogenitopici,lubrificanti Farmaciantimuscarinici (darifenacina,flavoxato,oxibutinina, solifenacina,tolterodina,trospio), duloxetina essere il meccanismo con cui la duloxetina potrebbe funzionare per l’incontinenza urinaria da stress38. Una rassegna sistematica della letteratura evidenzia che la duloxetina, somministrata per un periodo da 3 a 12 settimane, non ha effetti terapeutici migliori del placebo, tuttavia lo studio dimostra miglioramenti nell’incontinenza urinaria e nella qualità della vita39. Non è stata riscontrata alcuna modificazione dose-effetto per dosaggi di duloxetina compresi tra 20 e 80 mg. Gli effetti collaterali più comuni sono nausea, secchezza delle fauci, stanchezza, senso di affaticamento, insonnia, stitichezza, cefalea e vertigini; circa un quinto delle pazienti interrompe l’assunzione di duloxetina a causa degli effetti collaterali39. La duloxetina è sconsigliata alle donne con clearance della creatinina <30 ml/min o in dialisi o con insufficienza epatica, come pure nelle donne in trattamento con un I-MAO o affette da glaucoma. Hendrix e coll. hanno valutato gli effetti della TOS sull’incidenza e la gravità dei sintomi dell’incontinenza urinaria da stress, da urgenza e mista nelle donne in menopausa asintomatiche trattate con 0,625 mg di estrogeni coniugati equini con o senza associazione di medrossiprogesterone rispetto al placebo. La TOS dopo 1 anno ha aumentato l’incidenza di tutti i tipi di incontinenza urinaria nelle donne che originariamente erano continenti41. Gli antimuscarinici sono un caposaldo della terapia farmacologica per l’incontinenza da urgenza. Il ricorso agli antimuscarinici porta a una diminuzione della frequenza e dell’intensità delle contra- zioni del muscolo detrusore della vescica42. Tutti i farmaci antimuscarinici attualmente disponibili (cioè darifenacina, flavoxato, oxibutinina, solifenacina, tolterodina, trospio) sono efficaci nella cura dell’incontinenza da urgenza. Diversa è la somministrazione per os e il dosaggio come pure gli effetti collaterali, le interazioni con altri farmaci e la selettività sui ricettori muscarinici. I più comuni effetti collaterali sono secchezza delle fauci, stitichezza, cefalea e riduzione dell’acutezza visiva. Gli effetti collaterali sono meglio tollerati nelle pazienti che utilizzano formulazioni a rilascio prolungato o se i farmaci sono selettivi per i recettori muscarinici nella vescica. Gli studi di confronto diretto tra i principi attivi sono scarsi, in quanto la gran parte di essi viene confrontata o con il placebo o con l’oxibutinina43. A causa delle loro proprietà anticolinergiche, tali farmaci vanno evitati nelle donne affette da glaucoma o da ritenzione urinaria. A seconda del principio attivo utilizzato, la dose può richiedere un aggiustamento nel caso di deficit della funzionalità renale o epatica. Le opzioni terapeutiche per i trattare i sintomi della perimenopausa sono riassunte nella Tabella 3. Conclusioni La perimenopausa è una modificazione dello stato ormonale e della fase riproduttiva della donna. I farmacisti e gli altri operatori sanitari devono essere pronti a discutere con le loro pazienti i complessi problemi sanitari e le comuni opzioni terapeutiche utilizzabili durante questa fase della vita. Per la paziente è indispensabile una corretta informazione relativa ai cambiamenti dello stile di vita, al rispetto della salute nonché i rischi e i benefici derivanti dagli interventi farmacologici durante il periodo perimenopausale. La sintomatologia delle pazienti deve essere riconosciuta e trattata in modo appropriato e individualizzato per migliorare la qualità della vita. I farmacisti devono avere conoscenza delle eventuali variazioni nelle raccomandazioni delle organizzazioni e delle agenzie governative che riguardano le donne nel periodo perimenopausale. Inoltre, il farmacista che riesce a mostrare empatia e a comunicare con la paziente in perimenopausa potrà contare su pazienti leali e fedeli. 9 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 9 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Khandwala SS. Primary care of the perimenopausal woman. Prim Care Update OB/GYNS. 1998;5:43-49. Cotter VT, Youngkin EQ. Chapter 15. The climacteric, menopause, and the process of aging. In: Youngkin EQ, Davis MS. Women’s Health: A Primary Care Clinical Guide. 3rd ed. Upper Saddle River, NJ: Pearson Education, Inc.; 2004. http://online.statref.com/titles/titleinfopage. aspx?titleid=103. Accessed April 28, 2009. Lund KJ. Menopause and the menopausal transition. Med Clin North Am. 2008;92:1253-1271. Hall JE. Neuroendocrine physiology of the early and late menopause. Endocrinol Metab Clin North Am. 2004;33:637-659. Nathan L, Judd HL. Chapter 59. Menopause and postmenopause. 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La menopausa non spontanea può essere conseguente a: •asportazione delle ovaie; •asportazione dell’utero (isterectomia); •radioterapia della zona pelvica; •chemioterapia. Cosa causa la menopausa? il termine dell’attività delle ovaie provoca nella donna una serie di mutamenti metabolici, sessuali, psicologici e modifiche dei tessuti con molteplici manifestazioni (sintomi) che variano a seconda della persona e possono essere più o meno marcati. Quali sono i possibili sintomi e problemi della menopausa? La menopausa è un evento naturale. alcune donne non hanno disturbi, altre risentono del calo della concentrazione degli estrogeni ma, in genere, i sintomi durano solo alcuni mesi prima di scomparire. i più comuni sintomi della menopausa sono: •vampate di calore. Percepite come una sensazione di forte calore con sudorazione e aumento dei battiti cardiaci, durano in genere alcuni minuti (anche se sono riferiti episodi durati un’ora). La sensazione di calore comincia, in genere, dal volto oppure dal volto e dal petto, sebbene possa localizzarsi anche altrove, per esempio, alla nuca; •sudorazione notturna che disturba il sonno; •altri sintomi sono: mal di testa, stanchezza, irritabilità, insonnia, ansia, dolori, perdita di desiderio sessuale, secchezza vaginale, incontinenza urinaria. È necessario eseguire esami per verificare se una donna è in menopausa? il medico e il farmacista possono diagnosticare la menopausa dai sintomi tipici. L’esame del sangue per verificare i livelli ormonali non è indispensabile e può essere prescritto dal medico nel caso in cui sia ipotizzata una menopausa precoce oppure se compaiono i sintomi tipici dopo l’asportazione dell’utero. Esistono cure per la menopausa? La somministrazione precoce in menopausa di ormoni che sostituiscono quelli che le ovaie non sono più in grado di produrre, sembra essere in grado di ridurre la gravità dei problemi citati o, quanto meno, ritardarne la comparsa. molte donne assumono regolarmente e per periodi variabili da alcuni mesi a molti anni, la terapia sostitutiva ormonale (tOs) a base di estrogeni con o senza progestinici in formulazioni orali oppure per via transdermica (cerotti) o topici (creme, ovuli o anelli vaginali). Di fatto è l’estrogeno l’ormone efficace nel ridurre i disturbi della menopausa ma somministrato da solo senza un progestinico può aumentare la probabilità di insorgenza del cancro dell’endometrio. L’associazione degli estrogeni con i progestinici riduce significativamente questo rischio. Le donne isterectomizzate (cioè che hanno subito l’asportazione dell’utero) non necessitano di assumere progestinici. Nonostante milioni di donne assumano oggi la terapia sostitutiva ormonale, l’argomento dei rischi e benefici di queste cure è ancora oggetto d’accese discussioni negli ambienti scientifici e nella pratica medica d’ogni giorno. TIMBRO FARMACIA Gestione dei più comuni sintomi durante la transizione alla menopausa - Ultimo aggiornamento 14/03/2013. NOTA. Le informazioni fornite hanno lo scopo di informare ed educare ma non possono in alcuna maniera sostituire la valutazione medica, il consiglio, la diagnosi o il trattamento prescritti da medico o farmacista. I contenuti presentati vengono revisionati periodicamente e quando nuove informazioni mediche sono disponibili. Sul foglietto illustrativo presente nella confezione del farmaco o del prodotto che sta assumendo troverà tutte le informazioni complete al riguardo. # OF_01-2013_01.indd 12 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Disfunzione erettile segue da pag. 1 Obiettivi: dopo aver completato la seguente monografia di aggiornamento, il Farmacista dovrebbe essere in grado di: •identificare i pazienti a rischio di sviluppare la disfunzione erettile; •descrivere la fisiopatologia della disfunzione erettile; •rivedere le comorbilità in pazienti con disfunzione erettile; •discutere le opzioni terapeutiche e ottimizzare le strategie di dosaggio. SCOPO DeLLÕ AttivitË : educare i farmacisti circa la disfunzione erettile, i fattori di rischio a essa associati, le opzioni terapeutiche disponibili nonché il ruolo degli operatori sanitari nell’ottimizzare tali opzioni. Executive summary • La disfunzione erettile viene definita come l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente. • L’incidenza della DE aumenta con l’età. • Un esordio graduale e progressivo di questa patologia suggerisce una causa organica, mentre un esordio improvviso in assenza di comorbilità o trauma è più probabilmente riconducibile a un’origine sociale o psicologica. • Le terapie disponibili, una volta individuate e trattate le cause e rimossi i fattori di rischio correggibili, comprendono gli inibitori PDE-5 (terapia di prima linea), l’alprostadil intrauretrale, i farmaci intracavernosi, l’uso di una pompa a vuoto (terapia di seconda linea) e le protesi peniene (terapia di terza linea). conteranno 322 milioni di casi nel mondo2. Si stima che in Italia siano 3 milioni gli uomini che soffrono di DE, di cui solo il 10% ricorre all’aiuto medico. L’introduzione di inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 per via orale (PDE-5, PhosphoDiEsterase type 5) ha indotto un numero sempre crescente di uomini a rivolgersi a un medico e ha rivoluzionato la modalità di valutazione e di trattamento della DE. Prevalenza e fattori di rischio L’incidenza della DE aumenta con l’età. In uno studio volto ad analizzare l’associazione tra l’età dei soggetti e i vari aspetti della funzione sessuale (ad es. funzionalità generale, desiderio, orgasmo Keywords e capacità globale), i casi di disfunzione erettile erano più Disfunzione probabili in pazienti con età erettile definizione, superiore ai 50 anni. Fattori disfunzione erettile modificabili quali l’attività prevalenza, fisica, il controllo del peso, disfunzione erettile un consumo moderato di sofattori di rischio stanze alcoliche e la non abitudine al fumo sono associati con un minore rischio di DE. Alcune condizioni di comorKeyPoint bilità associate a tale patologia sono il diabete, il cancro, La Disfunzione Erettile l’ictus e l’ipertensione (vedi (DE) viene definita Tabella 1 di pag. 14).3 come l’incapacità Malattie cardiovascolari, iperdi raggiungere tensione, diabete mellito, o mantenere sedentarietà, obesità e diun’erezione sufficiente a condurre slipidemia (in particolare se associate nella sindrome un rapporto sessuale metabolica) sono i fattosoddisfacente. ri di rischio più comuni. Il Massachusetts Male Aging Study ha riportato che i pazienti affetti da diabete presentano un’incidenza di DE tripla rispetto ai pazienti non affetti da tale patologia con meccanismo multifattoriale (incremento del danno vascolare, neuropatia autonomica e ipogonadismo)4. È stato appurato che esiste una connessione fra la DE e le malattie cardiovascolari: la maggior parte dei pazienti coronaropatici è affetta da DE generalmente insorta da alcuni anni1. Inoltre è noto che con l’aumentare del numero di fattori di rischio per la sindrome metabolica51, incrementano anche la prevalenza di ipogonadismo e di DE. Il meccanismo comune ai fattori vascolari ed endocrino-metabolici è la disfunzione endoteliale, ossia la ridotta capacità dell’endotelio di indurre vasodilatazione arteriosa per ridotta sintesi di mediatori ad azione vasodilatatrice (in particolare di ossido nitrico, NO, che esplica l’azione vasodilatatrice attraverso l’incremento del guanosina monofosfato ciclico (GMPc) con riduzione del calcio intracellulare) a favore di mediatori ad azione vasocostrittrice, come l’endotelina 1 (ET-1) che stimola la contrattilità della muscolatura liscia vascolare mediante incremento del calcio intracellulare e attivazione del sistema RhoA/ Rho chinasi, che determina fosforilazione della catena leggera della miosina incrementando la sensibilità al calcio della cellula muscolare. Un altro fattore di rischio comune per la DE è la pro- 13 # Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 13 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Tabella 1 - Fattori di rischio per la disfunzione erettile •Etàavanzata •Malattiecardiovascolari •Diabetemellito •Ipertensione •Ipercolesterolemia •Sindromemetabolica •Malattieneurologiche(ades.malattiadi Alzheimer,sclerosimultipla,malattiadi Parkinson,paraplegia,quadriplegia,ictus) •Disordiniormonali(ades.ipogonadismo,ipotiroidismo,iperprolattinemia) •LUTS(Lower Urinary Tract Simptom,sintomi dellebassevieurinarie) •Malattiesistemiche(patologieoncologiche,HIV, insufficienzarenale,insufficienzaepatica) •Assunzionedifarmaci(antipsicotici,antidepressivi,antipertensivi,procinetici,chemioterapi, antiandrogeni) •MalattiadiPeyronie •Disturbipsicologici(ades.ansia,depressione, stress) •Anamnesipositivaperirradiazionepelvicao interventichirurgici(ades.prostatectomiaradicale,chirurgiadelretto) •Stiledivitasedentario •Obesità •Abitudinealfumo •Utilizzodidroghe Fonte:rif.bibliografici1,2 statectomia radicale. Tra gli uomini con normale funzione sessuale pre-operatoria, l’incidenza della DE post-operatoria (in assenza di terapia specifica per tale disturbo) varia tra 24-82%. I risultati sono migliori per la prostatectomia radicale (PR) con preservazione dei nervi (nerve sparing). La patogenesi della DE post PR multifattoriale dichiara danno neurologico (neuro- (A) Anatomia del pene in stato di flaccidità aprassia o definitivo, a seconda della tecnica chirurgica) e vascolare alle arterie pudende accessorie con ipossia cavernosa e quindi fibrosi dei corpi cavernosi. Fisiopatologia L’afflusso arterioso e l’efflusso venoso necessari per ottenere e mantenere l’erezione dipendono dall’inteKeywords razione di fattori vascolari, Disfunzione erettile neurologici, ormonali e psifisiopatologia, ossido cologici. L’erezione risulta nitrico, ossido nitrico dalla combinazione tra la sintasi endoteliale neurotrasmissione e il rilassamento della muscolatura liscia vascolare, in grado di aumentare l’afflusso arterioso e i meccanismi di Key Point segnalazione fra lo strato endoteliale dei sinusoidi caL’afflusso arterioso vernosi e le cellule muscoe l’efflusso venoso lari lisce sottostanti (vedi necessari per Figura 1)2. ottenere e mantenere Le fibre non adrenergiche e l’erezione dipendono non colinergiche, per attidall’interazione di vazione della ossido nitrico fattori vascolari, neurologici, ormonali sintasi endoteliale, produe psicologici. cono ossido nitrico, in grado di catalizzare una cascata molecolare di reazioni chimiche che determina un incremento intracellulare di guanosina monofosfato ciclico (GMPc), con conseguente diminuzione del calcio intracellulare che determina il rilasciamento delle cellule muscolari lisce. Un altro circuito, mediato dall’adenosina monofosfato ciclico (AMPc), produce lo stesso effetto2. Queste interazioni chimiche hanno luogo in tandem e aumentano sia il flusso ematico diretto al pene sia la pressione all’interno dei corpi cavernosi, portando all’erezione2,5,6. Il passaggio allo stato di flaccidità avviene per degradazione della molecola di GMPc da parte dell’enzima fosfodiesterasi 5 e incremento dell’attività del siste- (B) Anatomia del pene in stato di erezione (C) Disfunzione erettile Figura 1. (A) Nel pene in stato di flaccidità, i sinusoidi cavernosi hanno un volume contenuto in quanto le cellule muscolari lisce che li circondano sono contratte. (B) A seguito di stimolazione, le cellule muscolari lisce si rilasciano permettendo un maggiore afflusso di sangue ai sinusoidi cavernosi che si espandono e comprimono il plesso venoso subtonacale causando l’erezione. (C) Questo delicato equilibrio può essere rotto da una serie di meccanismi e come conseguenza non si raggiunge l’erezione. Illustrazioni di Asma Shikoh. 14 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 14 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista ma RhoA/Rho kinasi, con aumento dei livelli intracellulari di calcio e contrazione della muscolatura cavernosa. La DE si verifica quando viene compromessa la produzione di ossido nitrico. Un meccanismo fisiopatologico che può ostacolare la produzione di questo mediatore endogeno è l’alterazione degli output dei neuroni non adrenergici non colinergici, che avviene in genere in pazienti affetti da diabete, depressione o con neuropatie centrali e periferiche. Inoltre, condizioni come la sindrome metabolica, l’iperlipidemia, l’aterosclerosi, il diabete e il fumo influiscono negativamente sull’ossido nitrico sintetasi causando disfunzione delle cellule endoteliali e muscolari lisce5,6. Valutazione Keywords Disfunzione erettile diagnosi, disfunzione erettile eziologia, Indice Internazionale della Funzione Erettile KeyPoint Un esordio graduale e progressivo della disfunzione erettile suggerisce una causa organica mentre un esordio improvviso in assenza di comorbilità o trauma è più probabilmente riconducibile a un’origine sociale o psicologica. La valutazione medica, consigliata in caso di DE, si basa su un’anamnesi completa che tenga in debita considerazione il quadro medico, sessuale e psicosociale del paziente in modo da formulare una diagnosi adeguata. Un esordio graduale e progressivo di questa patologia suggerisce una causa organica mentre un esordio improvviso, in assenza di comorbilità o trauma, è più probabilmente riconducibile a un’origine sociale o psicologica (vedi Tabella 2)2,5,6. La presenza di un’erezione spontanea mattutina orienta verso una forma prevalentemente psicogena di DE, mentre la sua scomparsa o riduzione (in termini di frequenza o intensità), verso una forma organica di DE. Tramite l’anamnesi è possi- bile identificare le comorbilità all’origine della disfunzione erettile. L’indagine sessuologica fornisce invece tutte le informazioni relative all’erezione, alla libido, alla qualità dell’orgasmo e ai tempi per raggiungerlo, al volume e all’aspetto dell’eiaculato, a eventuali dolori genitali associati al rapporto sessuale, alla presenza della malattia di Peyronie e alla funzionalità sessuale del partner1,2,5. Per valutare la gravità dei sintomi viene utilizzato l’Indice Internazionale della Funzione Erettile (il più utilizzato è la forma breve a 5 domande). La DE viene classificata come lieve, lieve-moderata, moderata o grave a seconda del punteggio raggiunto rispondendo al questionario (vedi Tabella 3 1 di pag. 16). L’esame fisico del paziente affetto da DE prevede una valutazione dell’apparato cardiovascolare, neurologico e genitourinario nonché una visita andrologica completa con esplorazione rettale. Si consiglia inoltre la palpazione dei polsi periferici al fine di rilevare eventuali malattie vascolari2,6, di rivedere i farmaci assunti dal paziente, compresi quelli da banco, e di controllare l’eventuale uso di bevande alcoliche e/o di droghe illecite1,2,5,6. Le indagini ematochimiche di primo livello, in assenza di altre indicazioni emerse da anamnesi ed esame obiettivo, si limitano a: dosaggio glicemia basale, profilo lipidico (se non effettuati negli ultimi 12 mesi) e testosterone totale. Gli ulteriori approfondimenti endocrino-metabolici (ad esempio, dosaggio prolattina, TSH, gonadotropine, calcolo indiretto testosterone libero) sono da effettuare in casi selezionati in cui si sospetti un’endocrinopatia. Le indagini di secondo livello (ecocolordoppler penieno dinamico, test di studio della tumescenza peniena notturna, test di iniezione intracavernosa con alprostadil, studio dei potenziali evocati sacrali e corticali, studio della latenza del riflesso bulbo-cavernoso, cavernosometria, cavernosografia, valutazione psicodiagnostica) devono essere effettuate solo in casi selezionati: pazienti con disfunzione erettile primaria (fin dai primi rapporti) a genesi non chiaramente psicogena; soggetti giovani con trauma pelvico che possano beneficiare di un eventuale intervento di chirurgia vascolare; pazienti con deformità del pene congenita (ad esempio, recurvatum) o induratio penis plastica, oppure per ragioni medico-legali. Tabella 2 - Cause organiche della disfunzione erettile Classificazione Descrizione Eziologia Neurogena Vascolare Ormonale Anatomica Ictus,accidentecerebrovascolare,malattie demielinizzanti,epilessia Aterosclerosi,invecchiamento Disturbineurologici Icorpicavernosinonriesconoadespandersi eriempirsidisangueimpedendoil raggiungimentodell’erezione Produzioneinadeguatadiandrogeni Dannidatraumi,malattieacaricodelpene Fonte:rif.bibliografico6 Ipogonadismoprimarioesecondario, ipotiroidismoeipertiroidismo MalattiadiPeyronie,priapismocon conseguentefibrosi 15 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 15 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Consulenza cardiologica Per valutare il paziente con rischio cardiologico ci si deve riferire alla seconda Consensus Conference di Princeton (American Journal of Cardiology, 2005) in cui è stato stabilito l’algoritmo per definire il rischio cardiovascolare associato all’attività sessuale. I pazienti sono stati suddivisi in 3 differenti categorie di rischio (vedi nella sezione malattie cardiovascolari la tabella 5 di pag. 21)26, 27. Solo i pazienti a rischio intermedio e alto devono essere inviati a una valutazione cardiologica per ulteriori accertamenti prima di intraprendere eventuale trattamento della DE. Trattamento I pazienti affetti da DE possono trarre beneficio adottando modifiche dello stile di vita e una terapia farmacologica mirata. Smettere di fumare, aumentare Tabella 3 - Indice Internazionale della Funzione Erettile A) Negli ultimi sei mesi come è stata la sua capacità di raggiungere e mantenere l’erezione? 0-praticamenteinesistente 1-moltobassa 2-bassa 3-moderata 4-alta 5-moltoalta B) Negli ultimi sei mesi dopo la stimolazione sessuale quanto spesso hai raggiunto un’erezione sufficiente alla penetrazione? 0-nonhoavutoalcunaattivitàsessuale 1-quasimaiomai 2-pochevolte(moltomenodellametàdellevolte) 3-qualchevolta(circalametàdellevolte) 4-lamaggiorpartedellevolte(piùdellametàdellevolte) 5-quasisempreosempre C) Negli ultimi sei mesi durante il rapporto sessuale quanto spesso è riuscito a mantenere l’erezione dopo la penetrazione? 0-nonhotentatodiavererapportisessuali 1-quasimaiomai 2-pochevolte(moltomenodellametàdellevolte) 3-qualchevolta(circalametàdellevolte) 4-lamaggiorpartedellevolte(piùdellametàdellevolte) 5-quasisempreosempre D) Negli ultimi sei mesi durante il rapporto sessuale quanto è stato difficile mantenere l’erezione fino alla fine del rapporto? 0-nonhotentatodiavererapportisessuali 1-estremamentedifficile 2-moltodifficile 3-difficile 4-abbastanzadifficile 5-facile E) Negli ultimi sei mesi quando ha avuto un rapporto sessuale quanto spesso ha provato piacere? 0-nonhotentatodiavererapportisessuali 1-quasimaiomai 2-pochevolte(moltomenodellametàdellevolte) 3-qualchevolta(circalametàdellevolte) 4-lamaggiorpartedellevolte(piùdellametàdellevolte) 5-quasisempreosempre Sommando i punteggi ottenuti (indicati a fianco della risposta scelta), si ottiene il risultato finale. Da22a25l’attivitàsessualeèdaconsiderarsinormale. Da17a21siamoinpresenzadidisfunzioneerettivalieve. Da12a16simanifestaunadisfunzioneerettilelieve-moderata. Da8a11sitrattadiunadisfunzioneerettilemoderata. Da5a7siamoinpresenzadiunagravedisfunzioneerettile. Fonte:referenzabibliografica1. 16 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 16 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista l’esercizio fisico e perdere peso, soprattutto per i pazienti obesi, sono i passi fondamentali per iniziare a Keywords trattare tale patologia. Disfunzione erettile Le terapie farmacologiche terapia, inibitori PDEdisponibili comprendono 5, inibitori selettivi gli inibitori PDE-5 (terapia della fosfodiesterasi di prima linea), l’alprostadi tipo 5, sildenafil, dil transuretrale, i farmaci tadalafil, vardenafil, intracavernosi, l’uso di una avanafil, alprostadil, pompa a vuoto (terapia di papaverina, seconda linea) e le protesi fentolamina, pompa a peniene (terapia di terza livuoto, trazodone nea). Il trazodone e alcuni prodotti erboristici rappresentano ulteriori alternative terapeutiche1,5,8. Inibitori PDE-5 (inibitori Key Point selettivi della fosfodiesterasi di tipo 5) I pazienti affetti da Il sildenafil, il tadalafil, il DE possono trarre vardenafil, l’avanafil (vedi beneficio adottando modifiche dello stile Tabella 4) e l’udenafil (gli di vita e una terapia ultimi due non in commerfarmacologica mirata. cio in Italia) aumentano il Smettere di fumare, GMPc, riducendo, di conaumentare l’esercizio seguenza, la concentraziofisico e perdere peso, ne di calcio e rilassando soprattutto per i le cellule muscolari lisce pazienti obesi, sono del pene, favorendo quindi i passi fondamentali l’erezione. Tutti e tre i farper iniziare a trattare maci disponibili in Italia tale patologia. hanno un’efficacia e sicurezza paragonabile, ma un differente profilo farmacocinetico7,8. Questa classe di farmaci, inoltre, non influenza la libido; la stimolazione sessuale è pertanto di fondamentale importanza per ottenere un risultato soddisfacente9. Questa caratteristica, che non toglie il ruolo del partner nell’indurre l’erezione, rende il farmaco ben accettato dalle coppie. In generale, gli inibitori PDE-5 sono ben tollerati; gli effetti avversi più comuni comprendono la cefalea, le vampate di calore, la dispepsia, la rinite e i disturbi della vista. Altri effetti indesiderati sono le vertigini, la sincope e la neuropatia ottica ischemica anteriore non-arteritica7. I fattori di rischio associati alla neuropatia ottica ischemica anteriore non-arteritica e alla DE comprendono l’ipertensione, il diabete mellito, l’ipercolesterolemia, la coronaropatia, l’abitudine al fumo e un età superiore ai 50 anni7,8. Gli inibitori PDE-5 non devono essere assunti con i nitrati, considerato l’effetto ipotensivo di entrambi i farmaci1,2. In una situazione di emergenza, un paziente che ha assunto sildenafil può essere trattato con un nitrato dopo 24 ore dalla somministrazione; se invece ha assunto tadalafil devono passare 48 ore5.10. Non viene indicato un intervallo di tempo preciso per il vardenafil; è stato tuttavia notato che non ci sono cambiamenti della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca nel caso in cui il farmaco venga somministrato 24 ore prima del nitrato5. La procedura di seguito descritta è raccomandata per pazienti che sviluppano ipotensione: con il paziente in posizione di Trendelenburg (o posizione antishock, in cui il soggetto è supino, sdraiato in modo che il capo sia situato inferiormente a ginocchia e bacino), adottare una terapia aggressiva con infusione di liquidi e, se necessario, somministrare un agonista alfa-adrenergico (fenilefrina), un agonista dei recettori alfa- e beta-adrenergici (noradrenalina) ed eseguire una contropulsazione intraaortica tramite catetere a palloncino5. L’uso degli inibitori PDE-5 rappresenta un problema in pazienti affetti da coronaropatia poiché la risposta fisiologica durante il rapporto sessuale aumenta la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Si stima che il rischio di infarto miocardico associato all’attività sessuale sia pari a 20 casi su un milione ogni ora di pazienti affetti da cardiopatia ischemica2,5. Pertanto è importante, nei pazienti con rischio cardiovascolare medio-elevato, richiedere la consulenza cardiologica. Un’altra interazione clinicamente importante riguarda gli inibitori PDE-5 e gli alfa-bloccanti. L’uso concomitante di questi farmaci porta a ipotensione ortostatica. L’American Urological Association raccomanda che, nei pazienti trattati con alfa-bloccanti, gli inibitori PDE-5 vengano somministrati con attenzione iniziando con la dose minima prevista7. Tabella 4 - Inibitori PDE-5 Principioattivo Sildenafil Tadalafil Vardenafil Avanafil Dosaggio 50-100mg 10-20mg 10-20mg 50-200mg Tempodi assunzioneprima dell’attivitàsessuale 1h 1-12h 1h 30min Inizio dell’efficacia 14-60min 16-45min 25min 30-45min Durata Metabolizzazione ca.4h ca.36h ca.4h ca.6h Epatica Epatica Epatica Epatica PDE-5=fosfodiesterasiditipo5 Fontereferenzebibliografice1,7,8,12. 17 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 17 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista Il sildenafil, il primo inibitore PDE-5, è assorbito rapidamente e si ottiene la massima efficacia se il farmaco è assunto a stomaco vuoto. Si consiglia di assumere il sildenafil non più di una volta al giorno e 1 ora prima dell’attività sessuale9. Un altro inibitore PDE-5 potente e selettivo è il vardenafil. Alcuni studi in vitro suggeriscono che questo farmaco abbia un’azione inibitoria della PDE-5 altamente selettiva rispetto agli altri isoenzimi PDE. Un pasto ricco di grassi riduce l’assorbimento del vardenafil, che viene metabolizzato dall’isoenzima epatico CYP3A4. Sebbene gli inibitori PDE-5 abbiano un effetto minimo sull’intervallo QTc, la somministrazione di vardenafil non è consigliata per i pazienti che assumono farmaci antiaritmici di classe 1a o 3, o per i soggetti con sindrome dell’intervallo QT lungo congenita8. Il tadalafil è un inibitore 9.000 volte più selettivo per la PDE-5 rispetto ad altre PDE. Il farmaco andrebbe assunto 2 ore prima del rapporto sessuale e al massimo una volta al giorno poiché la sua attività viene mantenuta almeno per 36 ore9. Il tadalafil viene metabolizzato dall’isoenzima epatico CYP3A4 e il suo assorbimento non viene influenzato né dall’assunzione di sostanze alcoliche né di cibo9. Può essere clinicamente utile per il trattamento dei sintomi a carico del tratto urinario inferiore correlati all’iperplasia prostatica benigna. L’avanafil (attualmente non in commercio in Italia) è stato recentemente approvato dalla FDA per il trattamento della disfunzione erettile. Questo farmaco ha un effetto terapeutico rapido e una emivita molto breve11. In uno studio clinico multicentrico, in doppio cieco di fase III, è stato somministrato in modo randomizzato l’avanafil o placebo a 646 pazienti (50, 100 o 200 mg) per 12 settimane. I pazienti trattati con avanafil hanno notato dei miglioramenti significativi della funzionalità sessuale. Il farmaco era efficace in meno di 15 minuti e l’effetto farmacodinamico persisteva per 6 ore dopo la somministrazione12. La dose consigliata è di 100 mg trenta minuti prima dell’attività sessuale13. Se il paziente non risponde alla terapia, può essere indicato utilizzare un inibitore PDE-5 differente. Nel caso in cui la risposta terapeutica resti negativa, occorre valutare parametri quali la presenza di anomalie ormonali, la mancanza di una adeguata stimolazione, l’eventuale interazione con cibo o droghe, il timing e la frequenza del dosaggio, l’eccessiva assunzione di bevande alcoliche e la relazione del paziente con il suo partner5. L’udenafil è un inibitore PDE-5 di nuova generazione disponibile in Corea e in Russia ma non in Italia. In alcuni studi clinici condotti in Corea, è stata determinata sia la sicurezza sia l’efficacia dell’udenafil per il trattamento della DE, pressoché sovrapponibile agli altri inibitori PDE-5. Tutti gli inibitori PDE-5 vengono utilizzati on demand. Solo tadalafil 5 mg once a day è registrato per l’assunzione cronica quotidiana a un orario fisso (indipendentemente dai rapporti sessuali) in virtù della lunga emivita (17,5 ore). L’utilizzo cronico quotidiano di tadalafil non ha evidenziato effetti a lungo termine differenti dall’utilizzo on demand e ha il vantaggio di non richiedere una programmazione dell’attività sessuale. Recentemente l’EMA (European Medicines Agency) ha approvato per tadalafil 5 mg once a day una nuova indicazione: il trattamento dei segni e dei sintomi dell’iperplasia prostatica benigna negli uomini adulti. La somministrazione di inibitori PDE-5 in monoterapia o in associazione con alfa-bloccanti migliora sia la disfunzione erettile sia i sintomi irritativi e ostruttivi delle basse vie urinarie per incremento del flusso arterioso pelvico e riduzione della contrattura muscolare. Tale effetto è verosimilmente mediato dall’incremento dell’azione dell’ossido nitrico (NO) e inibizione dell’attivazione di RhoA/Rho chinasi indotti dall’assunzione di tali farmaci28. Alprostadil transuretrale L’alprostadil ad applicazione transuretrale rappresenta una possibile alternativa per i pazienti che non rispondono positivamente agli inibitori PDE-5 o che non sono candidati ideali per questo tipo di terapia farmacologica. L’alprostadil è un vasodilatatore sintetico identico alla prostaglandina E1 (PGE1), disponibile come dispositivo transuretrale sterile, monouso per il rilascio del principio attivo nell’uretra maschile, modalità denominata MUSE (medicated urethral system for erection, sistema uretrale medicato per l’erezione)2. Questo farmaco viene assorbito nei corpi cavernosi attraverso il sistema venoso intercomunicante11. Circa l’80% del farmaco viene assorbito nel circolo sanguigno e metabolizzato nel passaggio attraverso i polmoni14. In uno studio condotto per valutare la sicurezza e l’efficacia di due diverse dosi iniziali (250 mcg vs 500 mcg) di alprostadil intrauretrale è stato stabilito che la dose di 500 mcg produce una risposta sufficientemente soddisfacente15. Ciononostante, la dose iniziale di alprostadil (MUSE) varia dai 250 mcg ai 1.000 mcg8,15. Per facilitare l’inserimento del dispositivo e la dissoluzione del farmaco il paziente dovrebbe svuotare la vescica in modo da lubrificare l’uretra.15 Una volta inserito il farmaco è opportuno mantenere una posizione eretta per il tempo necessario alla sua completa assimilazione: in questo modo si minimizza il rischio di fuoriuscite e si favorisce l’assorbimento. Poiché l’alprostadil è associato al rischio di sanguinamento uretrale, sincope riflessa, ipotensione e priapismo (erezione con durata > 4 ore), la prima dose deve essere somministrata sotto la supervisione di un medico8. Gli studi post-marketing hanno stabilito che l’alprostadil in monoterapia produceva risultati meno soddisfacenti e di conseguenza è stata valutata l’ipotesi di associarlo ad altri farmaci, quali gli inibitori PDE-5 per via orale o alla pompa a vuoto. Ciò ha aumentato l’efficacia del farmaco rispetto alla monoterapia5,15. Uno studio di coorte condotto su 28 soggetti ha di- 18 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 18 12/04/13 18.30 ObiettivOFarmacista mostrato come la combinazione di MUSE e sildenafil fosse ben tollerata con grande soddisfazione sia dei pazienti sia dei rispettivi partner16. Iniezione intracavernosa di farmaci vasoattivi L’alprostadil, la papaverina e la fentolamina sono farmaci vasoattivi utilizzati per la terapia iniettiva intracavernosa, che rappresenta una valida alternativa non chirurgica per i pazienti con DE neurogena o psicogena5,8,14. La terapia iniettiva, che imita la naturale fisiologia dell’erezione, provoca un rapido, prevedibile ed affidabile inturgidimento del pene quando viene somministrata in modo adeguato8. La prima dose deve essere somministrata sotto la supervisione medica e il paziente deve apprendere la tecnica dell’iniezione intracavernosa. Una volta stabilita la dose efficace occorre monitorare gli effetti avversi. È possibile ricorrere a tale terapia solo una volta in 24 ore5. L’alprostadil (PGE1), il farmaco vasoattivo più noto, provoca l’erezione in più del 70% dei pazienti8,17. L’effetto avverso più comune correlato a questo farmaco è l’erezione dolorosa. La papaverina, un inibitore PDE non specifico, aumenta l’AMPc e il GMPc nel tessuto erettile del pene. I disturbi correlati alla papaverina comprendono il priapismo, la fibrosi dei corpi cavernosi e alterazioni della funzionalità epatica. La fentolamina, un antagonista alfa-adrenergico, induce un leggero rilassamento dei muscoli lisci dei corpi cavernosi ed è utilizzata in terapia combinata con la papaverina8,14. La terapia iniettiva intracavernosa, oltre a essere invasiva, presenta degli svantaggi quali il rischio potenziale di priapismo e di fibrosi5,8. Il priapismo indotto dalla terapia iniettiva suscita particolare preoccupazione in quanto può causare danni ai tessuti dei corpi cavernosi5. I pazienti andrebbero informati circa questo importante effetto avverso e devono essere consapevoli dell’importanza di ricorrere all’intervento medico nel caso si verificasse un episodio di priapismo, che viene di solito trattato con fenilefrina intracavernosa14. La fibrosi è una complicazione che può essere prevenuta tenendo compresso per 3-5 minuti il sito dell’iniezione (fino a 10 minuti per i pazienti in trattamento con anticoagulanti)8. Considerato il rischio di priapismo, la terapia iniettiva è controindicata per soggetti con un’anamnesi positiva per anemia falciforme e per i pazienti schizofrenici trattati con antipsicotici. Pompa a vuoto Questo dispositivo applica una pressione negativa all’asta peniena e al glande favorendo una maggiore irrorazione sanguigna dei tessuti sinusoidali. La pompa a vuoto presenta diversi vantaggi: è economica, ha poche controindicazioni, nessun effetto sistemico indesiderato e soprattutto è una terapia efficace. Per contro, il dispositivo è ingombrante e produce un’erezione innaturale1,8. Questa terapia viene consigliata a pazienti più anziani con una relazione stabile mentre è controindicata per soggetti affetti da anemia falciforme, da discrasia o in trattamento con anticoagulanti1,8. Trazodone Il trazodone agisce come antagonista dei recettori alfa2-adrenergici nella muscolatura liscia dei corpi cavernosi rilassando il tessuto e aumentando l’afflusso arterioso. Una meta-analisi ha concluso che, a dosi elevate, il trazodone può portare benefici a pazienti con disfunzione erettile psicogena5,18. Attualmente il ruolo del trazodone nel trattamento della DE è limitato poiché si ritiene che occorrano studi più mirati per indagare l’utilità di questo farmaco nel trattamento di questa patologia5. Terapie topiche È stato condotto uno studio clinico in crossover di due settimane, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per valutare il trattamento della DE con una preparazione topica contenente tre vasodilatatori: aminofillina, isosorbide dinitrato e codergocrina mesilato. Il preparato ha dato prova di particolare efficacia soprattutto in pazienti con disfunzione erettile di origine psicogena19. I prodotti topici a base di alprostadil, nitrati organici, minoxidil, papaverina o yohimbina non sono approvati per il trattamento della disfunzione erettile. Integratori alimentari e medicina alternativa Nonostante i progressi compiuti in ambito farmacologico, la medicina alternativa rappresenta una scelta Keywords comune dei soggetti affetti da disfunzione erettile. I Disfunzione erettile benefici ottenuti con l’agoterapia, agopuntura, puntura, tuttavia, non sono androstenedione, deidroepiandrosterone, supportati da prove scienginkgo biloba, tifiche e occorre quindi efl-arginina, yohimbina, fettuare ulteriori studi miraginseng rosso ti20,21. L’androstenedione e coreano il deidroepiandrosterone, precursori del testosterone, possono aumentare i livelli di estradiolo e di testosterone; tuttavia, alcuni studi hanno mostrato una diminuzione dei livelli di colesterolo HDL e un aumento insignificante del testosterone sierico. Inoltre, gli effetti dell’androstenedione sugli estrogeni comprendono la ginecomastia, il carcinoma pancreatico e altre patologie. L’uso di questi farmaci andrebbe quindi scoraggiato. I pazienti, inoltre, devono essere informati circa la necessità di consultare un medico per l’utilizzo del testosterone nella disfunzione erettile20. Anche la ginkgo biloba è stata utilizzata per il trattamento della DE. L’estratto di questa pianta aumenta la perfusione vascolare ma non esistono dati scien- 19 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 19 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista tifici supportati da studi mirati per dimostrare la sua efficacia terapeutica. Key Point I dati a disposizione sono limitati e riguardano escluNonostante i progressi sivamente il suo impiego compiuti in ambito nel trattamento della DE a farmacologico, la seguito di terapie per carcimedicina alternativa noma prostatico20. Un altro rappresenta una integratore utilizzato per la scelta comune dei cura di questa patologia è soggetti affetti da la l-arginina, un aminoadisfunzione erettile. cido precursore dell’ossido I dati a disposizione nitrico, anche se i benefici sull’efficacia ottenuti sono minimi se non terapeutica dei vari nulli. approcci sono però limitati e quindi sono La yohimbina, un alcaloide necessari ulteriori studi. indolico, è simile agli antagonisti dei recettori alfa2adrenergici con effetti a livello sia centrale sia periferico. Questa sostanza produce effetti farmacologici nelle aree cerebrali coinvolte nel controllo dell’erezione e della libido. Occorre scoraggiare l’uso della yohimbina come integratore in quanto non è possibile accertare la quantità di questa sostanza nei diversi prodotti disponibili e per i possibili effetti indesiderati. I pazienti andrebbero invece incoraggiati a discutere la possibile assunzione di questa sostanza con il proprio medico curante20. Il ginseng rosso coreano è stato valutato per il trattamento della DE in uno studio in crossover, doppio cieco e controllato con placebo coinvolgendo 45 pazienti. Il gruppo trattato con il ginseng rosso coreano ha notato dei miglioramenti dei parametri indicativi della funzionalità erettile (ad. esempio, rigidità e circonferenza del pene, libido e soddisfazione del paziente) rispetto ai soggetti negli altri gruppi. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per valutare l’uso del KeyPoint ginseng rosso coreano nel trattamento della DE20,22. Le protesi peniene gonfiabili imitano il pene in flaccidità e in erezione ma sono associate a complicazioni quali il guasto meccanico, la dislocazione della pompa e l’autoattivazione del dispositivo. La chirurgia di rivascolarizzazione del pene può aiutare gli uomini più giovani affetti da DE dovuta a un’arteriopatia occlusiva. Terapie chirurgiche Le protesi peniene gonfiabili imitano il pene in flaccidità e in erezione ma sono associate a complicazioni quali il guasto meccanico, la dislocazione della pompa e l’autoattivazione del dispositivo. Le protesi più moderne possono essere impregnate di antibiotici che vengono successivamente rilasciati riducendo così il rischio di infezioni. La presenza di un’infezione rappresenta una complicazione molto grave e deve essere trattata adeguatamente5,8. Keywords La chirurgia di rivascolaDisfunzione erettile rizzazione del pene può terapia chirurgica, aiutare gli uomini più gioprotesi peniene vani (età <55 anni) affetti gonfiabili da DE dovuta a un’arteriopatia occlusiva. È necessario effettuare altri studi per determinare il ruolo della chirurgia ricostruttiva per il trattamento della DE5. Il ruolo del testosterone nel trattamento della DE Il ruolo del testosterone (Te) sulle erezioni è controverso. È noto che Te è fondamentale nel mantenimento delle Keywords fantasie sessuali, della libiDisfunzione erettile do, delle erezioni spontanee terapia farmacologica, mattutine. Per quanto l’ipotestosterone, libido gonadismo sia abitualmente testosterone e, associato a disfunzione ereterezione testosterone tile (DE), sono state descritte e, ipogonadismo erezioni normali anche in pazienti con bassi livelli di testosterone. Inoltre il paziente ipogonadico con DE è scarsamente responsivo ai farmaKeyPoint ci per la disfunzione erettile inibitori PDE-5; tale risposta Non è stata ancora viene recuperata con la teradefinita in modo pia sostitutiva con testosterochiaro la relazione fra ne. Tale apparente contradi bassi livelli sierici dizione è spiegabile dal fatto di testosterone e la che il testosterone regola sia disfunzione erettile. l’inizio dell’erezione (induce Si ipotizza che il l’espressione della nitrossidotestosterone influenzi sintetasi dell’endotelio e delmaggiormente la cellula muscolare liscia la libido rispetto cavernosa con conseguente all’erezione. effetto vasodilatatorio e riduce l’attività del sistema RhoA/Rho chinasi, quest’ultima responsabile del tono contrattile della muscolatura liscia cavernosa) sia il termine della stessa (mediante induzione dell’espressione della PDE-5 che determina la degradazione del GMPc con conseguente detumescenza del pene). Pertanto, poiché il testosterone regola entrambi i processi, il ruolo “risultante” finale è evidentemente modesto. Secondo i più recenti studi (European Male Aging Study, EMAS) che hanno valutato l’ipogonadismo a insorgenza tardiva (Late onset hypogonadism, LOH), esistono differenti soglie di livelli di Te al di sotto dei quali si manifestano i sintomi imputabili all’ipogonadismo, dei quali solo i tre legati alla sfera sessuale hanno trovato una significativa associazione con i ridotti livelli di testosterone29: 20 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 20 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista - DE e vampate di calore per livelli di testosterone totale < 8 nmol/l; - riduzione delle erezioni mattutine per Te tot < 11 nmol/l; - calo della energia fisica e comparsa di desiderio sessuale ipoattivo per Te tot < 15 nmol/l. Lo studio EMAS ha concluso per porre diagnosi di ipogonadismo late onset, devono essere presenti sia i tre sintomi sessuali sia la riduzione dei livelli di testosterone totale (< 11 nmol/l) o di testosterone libero calcolato (< 220 pmol/l). Dai dati EMAS di evince quindi che la DE si manifesta per una significativa riduzione dei livelli di testosterone (< 8 nmol/l). In conclusione, per quanto il ruolo del testosterone sul meccanismo erettile sia controverso, data l’importanza del testosterone sia nel mantenimento del benessere dell’organismo, sia nel condizionare l’efficacia dei farmaci di prima linea per disfunzione erettile (inibitori PDE-5), le principali linee guida internazionali (tra cui quelle dell’European Association of Urology, EAU) suggeriscono il dosaggio del testosterone totale come indagine di primo livello nel paziente con DE30. In caso di trattamento (che deve essere effettuato esclusivamente nel paziente correttamente identificato come ipogonadico) devono essere periodicamente monitorati i valori sierici di testosterone che devono essere mantenuti nei range di normalità, i livelli di emoglobina e ematocrito nonché l’antigene prostatico specifico1,2,23,24. Le malattie cardiovascolari e la disfunzione erettile La disfunzione erettile è strettamente associata alle malattie cardiovascolari (ad es. ipertensione arteriosa e aterosclerosi)1. Keywords Si suppone che la disfunzione vascolare e l’ateDisfunzione erettile malattie cardiovascolari rosclerosi abbiano degli effetti negativi sia sulle are, coronaropatia terie coronarie sia sulla vadisfunzione erettile e, scolarizzazione del pene4,5. ipertensione arteriosa Uno studio condotto per disfunzione erettile investigare l’associazione e, aterosclerosi tra la DE e le malattie cardisfunzione erettile e diovascolari ha dimostrato che i pazienti affetti da DE incorrono in un rischio maggiore di sviluppare una malattia cardiovascolaKeyPoint re rispetto ai soggetti con La disfunzione funzionalità erettile nella erettile è strettamente norma. Ne consegue che associata alle malattie nei pazienti affetti da DE cardiovascolari; andrebbero controllati i pazienti affetti da fattori di rischio per malatDE incorrono in un tie cardiovascolari25. rischio maggiore I pazienti con DE e malatdi sviluppare tia cardiovascolare vengouna malattia no classificati in tre diverse cardiovascolare categorie: a basso rischio, a rispetto ai soggetti rischio intermedio e ad alto con funzionalità rischio (vedi Tabella 5). erettile nella norma. Partendo dai fattori di rischio accertati, il paziente andrebbe inserito nella giusta categoria in modo da poter definire il trattamento più adeguato da adottare26,27. Tabella 5 - Trattamento della disfunzione erettile in base al rischio cardiovascolare Livello di rischio Descrizione Gestione Basso Intermedio Elevato Coronaropatiaasintomaticaemenodi3deiseguentifattori dirischio:ipertensionearteriosacontrollata,anginalieve stabile,rivascolarizzazionecoronaricaeffettuatacon successo,precedenteinfartodelmiocardionon complicato,valvulopatialieve,insufficienzacardiaca (disfunzioneventricolaresinistracon/senzaclasseINYHA) Coronaropatiaealmeno3deiseguentifattoridirischio: anginamoderata,infartodelmiocardiorecente (>2settimanee<6settimane),disfunzioneventricolare sinistraoinsufficienzacardiaca(classeIINYHA), conseguenzenoncardiachedimalattieaterosclerotiche (ades.accidentecerebrovascolareodepolarizzazione ventricolareprematura) Anginainstabileeunoqualsiasideiseguentifattoridi rischio:ipertensionearteriosanoncontrollata, insufficienzacardiaca(classeIII/IVNYHA),infartodel miocardiorecente(<2settimane),aritmieadaltorischio, cardiomiopatieipertroficheostruttiveoaltre cardiomiopatie,patologiavalvolaredamoderataagrave Possibileterapiaconinibitori PDE-5 NYHA:New York Heart Association Fonte:referenzebibliografiche26,27. Richiestavalutazione cardiologica Nessuntrattamentofinoalla completastabilizzazione dellecondizionicardiache 21 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 21 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista DISCUSSIONI DI CASI CLINICI CASO CLINICO 1 Presentazione:M.A.ha57annieaccusal’incapacitàdimantenerel’erezionedurantelapenetrazione. M.A. è affetto da diabete mellito di tipo 2 eipertensionearteriosa;settemesiprimaèstato colpitodainfartodelmiocardio.Solorecentemente ha deciso di smettere di fumare. Attualmente assume metoprololo, atorvastatina, metformina, pioglitazone, fluoxetina e vareniclina. M.A chiede almedicocuranteunfarmacodapoterassumere circa1oraprimadiunrapportosessuale,cheproduca l’effetto desiderato entro 20 minuti dall’assunzioneechesiaefficaceperalmeno5ore. Discussione:M.A.presentanumerosifattoridirischioperlaDE,compresoildiabete,l’ipertensione eunaprecedenteabitudinealfumo.Sembraavere unadisfunzioneerettilevasculogenicaconsiderato ilfattochesoffrediaterosclerosi.PoichéperM.A. èlaprimavoltachericorreallaterapiafarmacologicaperlaDE,lasomministrazionediinibitoriPDE-5 sembraesserelasoluzionepiùappropriata.Tenendoinconsiderazionelepreferenzeterapeutichedi M.A. il farmaco maggiormente indicato in questo casoèiltadalafil.Alfinediattuareunaconsulenza puntuale e pertinente sarebbe opportuno accertare che M.A. si senta sufficientemente in salute per intraprendere rapporti sessuali, considerando l’anamnesipositivaperinfartodelmiocardio.ÈinoltrenecessarioavvisareM.A.dinonassumerealcun farmacoincombinazioneconinitratiperevitarela riduzionedellapressionearteriosa. CASO CLINICO 2 Presentazione: O.C. ha 46 anni ed è incapace di raggiungerel’erezione.Presentacrisiepiletticheparzialiefibrillazioneatrialedalungotempo(nonèstata consigliata una terapia anticoagulante orale). Attualmente sta assumendo lamotrigina, carbamazepina, amiodarone,atenololoedigossina.O.C.nonhaavuto glieffettidesideratidalsildenafil,tadalafilevardenafil (correttamenteassuntiadosaggiomassimale,ognunoperalmeno8volte)evorrebbesaperedalmedico curanteseesistonoaltrifarmacioraliinquantolaterapiainiettivalometterebbemoltoadisagio.Lasua condizionegliimpediscediavereunrapportointimo conlasuapartnereciòminalasuaautostima. Discussione: O.C. presenta un solo fattore di rischioorganicoperlaDE:l’epilessia.Èquindimolto probabilechesiaaffettodaDEneurogena.Nonèla primavoltacheO.C.ricorreallaterapiafarmacologicaperDEinquantohaassunto,senzasuccesso, itreinibitoriPDE-5.AncheseO.C.haespressola suaavversioneversoleiniezioni,deveessereconsigliatalaterapiainiettiva.Ènecessarioassicurare aO.C.chelaterapiainiettivaèingradodiprovocareun’erezionerapida,prevedibileedaffidabilee chesièdimostratamoltoefficaceinquestoparticolaretipodiDE.Alfinediattuareunaconsulenza puntualeepertinente,O.C.deveessereinformato circa l’importanza di apprendere la giusta tecnica disomministrazioneemessoalcorrentedelrischio potenziale di priapismo e fibrosi. Un’attenzione particolaredeveesserepostaallostatodepressivo delpazientechedeveessereindottoaconsiderare l’ipotesidiunconsultopsichiatrico. Ruolo del farmacista La possibilità di trattare la disfunzione erettile assumendo inibitori PDE-5 per via orale spinge sempre più pazienti affetti da tale patologia a consultare un medico. I farmacisti giocano un ruolo di fondamentale importanza per ottimizzare la terapia e incoraggiare i pazienti a rivolgersi ad un professionista specialista andrologo, in particolare nel momento in cui gli inibitori PDE-5 risultino inefficaci. Potrebbero inoltre discutere con il paziente altre opzioni terapeutiche, al fine di trovare il modo più appropriato per gestire la disfunzione erettile, sempre con la consulenza di uno specialista andrologo. 22 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 22 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. Heidelbaugh JJ. Management of erectile dysfunction. Am Fam Physician. 2010;81:305-312. McVary KT. Erectile dysfunction. N Engl J Med. 2007;357:2472-2481. Bacon CG, Mittleman MA, Kawachi I, et al. 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Eur Urol. 2010 May;57(5):804-14. 23 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 23 12/04/13 18.31 Schede di informazione al paziente La disfunzione erettile La disfunzione erettile (impropriamente identificata con il termine impotenza, oramai in disuso) viene definita come l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente. sono milioni le persone nel mondo che hanno problemi di disfunzione erettile. si stima che in italia siano 3 milioni gli uomini che ne sono affetti, di cui solo il 10% ricorre all’aiuto medico. Le cause della disfunzione erettile La disfunzione erettile può essere provocata da numerosi fattori; essa può essere un effetto indesiderato di alcuni medicinali, oppure esser causata da fattori psicologici, organici o da alcuni comportamenti. tra i medicinali che possono causare disfunzione erettile ci sono alcuni farmaci usati per diminuire la pressione arteriosa e alcuni farmaci per la cura della depressione. anche l’abitudine al fumo di sigarette e l’abuso di alcol o di alcune droghe possono causare problemi di erezione; dopo il verificarsi di episodi di disfunzione erettile, a livello psicologico si crea inoltre un “cortocircuito” che aumenta ulteriormente la possibilità che si verifichi disfunzione erettile psicogena. Disfunzione erettile psicologica si tratta di disfunzione erettile psicologica quando l’uomo è in grado di ottenere un’erezione spontanea durante la notte o la mattina appena sveglio, mentre non è in grado di ottenerla durante l’atto sessuale. Disfunzione erettile organica La disfunzione erettile organica è causata da malattie, traumi o interventi chirurgici. Le principali malattie che provocano disfunzione erettile sono: • diabete mellito, • ipertensione arteriosa, • alti livelli di colesterolo, con deposito dello stesso nei vasi (aterosclerosi), • malattie renali o epatiche. i traumi possono aver coinvolto il pene, le pelvi in generale, la colonna vertebrale o il cervello. Infine possono aver causato disfunzione erettile gli interventi: • a livello delle pelvi, • rimozione chirurgica della prostata della vescica o dell’intestino retto, • terapia radiante a livello delle pelvi. La carenza o l’eccesso di particolari ormoni possono inoltre causare disfunzione erettile organica. La diagnosi Un esordio graduale e progressivo di questa patologia suggerisce una causa organica mentre un esordio improvviso, in assenza di altre malattie o traumi, è più probabilmente riconducibile a un’origine sociale o psicologica. solo il medico è però in grado di valutare il quadro completo e offrire la terapia migliore per il singolo caso. È fondamentale parlarne con il medico. TIMBRO FARMACIA OF_01-2013_01.indd 24 # La disfunzione erettile - Ultimo aggiornamento 12/02/2013. NOTA. Le informazioni fornite hanno lo scopo di informare ed educare ma non possono in alcuna maniera sostituire la valutazione medica, il consiglio, la diagnosi o il trattamento prescritti da medico o farmacista. I contenuti presentati vengono revisionati periodicamente e quando nuove informazioni mediche sono disponibili. Sul foglietto illustrativo presente nella confezione del farmaco o del prodotto che sta assumendo troverà tutte le informazioni complete al riguardo. 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Modulo 3 Recenti progressi nel trattamento della psoriasi segue da pag. 1 Obiettivi: dopo aver completato la seguente monografia di aggiornamento, il Farmacista dovrebbe essere in grado di: •identificare i diversi tipi di psoriasi; •descrivere le comorbilità associate alla psoriasi; •descrivere i possibili piani di trattamento per la psoriasi che comprendono dosaggi, monitoraggio dei parametri e educazione del paziente. SCOPO DeLLÕ AttivitË : riconoscere i sintomi della psoriasi, saper distinguere i vari trattamenti ed educare il paziente in modo adeguato. il medico inglese Robert Willan (XVIII secolo), ritenuto il padre della dermaKey Point tologia, sia stato il primo a fornire una descrizione La psoriasi è una accurata della psoriasi nel malattia cronica che tentativo di distinguerpuò manifestarsi la dalla lebbra 1 . Questo in forma lieve, disturbo multifattoriale presentandosi con affligge dall’1 al 3% della una o più chiazze popolazione, è più comune squamose di nei bianchi e si verifica con dimensioni contenute la stessa frequenza negli e ben localizzate, uomini e nelle donne. La o in forma grave, prevalenza della psoriasi in coinvolgendo aree Italia è stata stimata pari cutanee estese con al 2,7% della popolazione sintomi di prurito, generale. Circa il 10% dei bruciore e dolore. pazienti con psoriasi soffre di forme estese e/o complicate della malattia. L’età d’insorgenza varia a seconda del tipo di psoriasi, generalmente tra i 20 e i 30 anni o tra i 50 e i 60 anni1,2. Tipi di psoriasi Esistono diversi tipi di psoriasi: a placche, guttata, inversa (flessurale), pustolosa (localizzata o generalizzaKeywords ta), eritrodermica, palmoPsoriasi plantare, dello scalpo e delle classificazione unghie (onicopsoriasi), oltre all’artropatia psoriasica. Lo stesso paziente può presentare contemporaneamente forme diverse. La diagnosi generalmente si basa sulle proprietà distintive di ciascun tipo. Secondo il tipo di pso- Executive summary • La psoriasi è una malattia autoimmune che affligge il 2,7% della popolazione italiana. • Circa il 10% dei pazienti con psoriasi soffre di forme estese e/o complicate della malattia. • La psoriasi è associata a elevata morbilità e a un alto livello di stress psicologico. • È stato dimostrato che la psoriasi impatta sulla qualità della vita non solo del malato ma anche dei familiari e dei partner. • Uno studio recente ha concluso che la psoriasi è correlata con numerose comorbilità, incluse coronaropatie, malattie metaboliche, insufficienza renale, epatopatie, epatite virale B e C, asma, ulcera peptica e tumori e che l’entità delle complicanze è proporzionale con la gravità della psoriasi. • Quando la psoriasi affligge meno del 5% della superficie corporea, la terapia è possibile con l’utilizzo di soli farmaci a uso topico, in particolare i corticosteroidi. • La terapia sistemica è riservata ai casi moderato-gravi. riasi, le lesioni possono comparire su volto, orecchie, mani, piedi, genitali, Key Point pieghe cutanee, cuoio capelluto, unghie, tronco o Esistono diversi estremità. tipi di psoriasi (a Psoriasi a placche: è la placche, guttata, variante più comune (90% inversa, pustolosa, dei pazienti)5,6. Le placche eritrodermica, maculopapulose di colore palmo-plantare, rosso o salmone sono ben del cuoio capelluto definite, spesse o sottili, e delle unghie), piccole o grandi. Le aree oltre all’artropatia psoriasica. più facilmente coinvolte sono il cuoio capelluto, le superfici estensorie di gomiti e ginocchia, le pieghe cutanee (addome, glutei). Le placche si sviluppano da piccole lesioni che convergono a formare papule di dimensioni maggiori. Nella psoriasi attiva il bordo della placca si espande, mentre al centro della stessa si forma una chiazza di colore più chiaro, che prende il nome di psoriasi anulare7. Nella forma inattiva, la lesione rimane delle stesse dimensioni anche senza trattamento. # 25 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 25 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista La forma attiva ha una prognosi migliore rispetto a quella inattiva7. Il fenomeno di Koebner descrive la formazione di nuove lesioni di psoriasi infiammatoria attiva in corrispondenza di traumi o zone di compressione cutanea2. Psoriasi inversa o flessurale: è comune nelle pieghe cutanee (ascelle, seno, inguine e ombelico). La pelle del paziente è lucida, arrossata, non ispessita (le placche sono sottili)2,7. Psoriasi guttata o eruttiva: caratterizzata da lesioni di diametro inferiore a 1 cm, principalmente sul tronco e sulle estremità prossimali. Tipica degli adolescenti e dei bambini, spesso si presenta dopo un’infezione batterica o virale delle vie aeree superiori7. Le lesioni appaiono improvvisamente e si risolvono spontaneamente nel giro di 3-4 settimane2,7. Sebbene non siano disponibili dati di prognosi a lungo termine, uno studio ha concluso che un terzo dei soggetti con episodi di psoriasi guttata sviluppano psoriasi classica nell’arco di 10 anni2,8. Psoriasi pustolosa: forma acuta, nella quale piccole pustule monomorfiche e sterili si sviluppano su una pelle infiammata e dolorosa. È spesso causata da una sovrainfezione o dall’improvvisa interruzione di corticosteroidi sistemici o topici2. Piccole pustole possono formare una base eritematosa e unirsi in una base infetta con presenza di pus7. I pazienti spesso presentano perdita di peso, debolezza ed episodi di febbre in corrispondenza di nuove recidive. Psoriasi palmoplantare: forma simile alla psoriasi pustolosa, è associata con pustole sterili giallo brune sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. È predominante nelle donne e nei fumatori attuali o pregressi2. Psoriasi eritrodermica: affligge l’intero corpo (oltre il 90% della superficie corporea)2,7. La pelle appare rosso brillante ed è squamosa. Ciò può portare a ipotermia, ipoalbuminemia e scompenso cardiaco ad alta gittata2,7. In questo caso la psoriasi eritrodermica è pericolosa per la vita2. Può essere causata da dermatite atopica, eruzioni iatrogene e linfoma cutaneo a cellule T2. Psoriasi dello scalpo: caratterizzata da placche sullo scalpo e sul margine di inserzione dei capelli, con placche che si ispessiscono e diventano crostose con il proseguire della malattia7,9. Le placche possono essere descritte come desquamazione simile alla forfora7. Lo scalpo è l’area principale di sviluppo, anche se in alcuni casi possono essere coinvolte anche le zone adiacenti7,9. È utile informare i pazienti che la psoriasi dello scalpo non causa alopecia7. Onicopsoriasi: frequente tra i pazienti, con approssimativamente il 50% dei pazienti affetti alle unghie delle mani e circa il 35% a quelle dei piedi2,7. Il range di presentazione varia da alterazioni minori del piatto ungueale a difetti gravi e include pitting (punteggiatura della lamina ungueale), onicolisi (distacco della lamina dal letto dell’unghia), macchie di Gottron (colorazione giallo-salmone della lamina ungueale), distrofia ed emorragie a scheggia2,7,10. Tabella 1 – Tecniche utilizzate per misurare la gravità della psoriasi •Superficiecorporea(BSA) •Questionariodermatologicosullaqualitàdellavita •LatticeSystemPhysician’sGlobalAssessment (LS-PGA) •NationalPsoriasisFoundationPsoriasisScore (NPF-PS) •Physician’sGlobalAssessment(PGA) •PunteggioPASI(PsoriasisAreaandSeverityIndex) •PsoriasisSymptomAssessment(PSA) •SalfordPsoriasisIndex(SPI) •Self-AdministeredPASI(SAPASI) Referenzabibliografica:11 Psoriasi acrale: si manifesta solo su palme delle mani e piante dei piedi. È caratterizzata da ipercheratosi e alcuni pazienti possono presentare arrossamenti variabili7. Sebopsoriasi (o psoriasi seborroica): condizione dove coesistono dermatite seborroica e psoriasi. In molti casi la dermatite seborroica porta alla psoriasi nella stessa area7. Se sono definite le diverse tipologie di psoriasi, meno chiari sono i parametri per definire la gravità della stessa5,11. Tuttavia il principale svantaggio è che la descrizione della psoriasi grave varia in funzione dell’opinione del paziente: un paziente può definire la malattia in misura diversa da un altro in funzione di quanto affligge la sua qualità della vita. Esistono diverse tecniche utilizzate per1 misurare la gravità della psoriasi (vedi Tabella 1). Inoltre, i clinici devono stabilire se la gravità è comparativa o assoluta, momentanea o cronica. Effetti della psoriasi La psoriasi è associata a elevata morbilità e a un alto livello di stress psicologico. Le femmine sono maggiorKeywords mente affette rispetto ai maPsoriasi effetti e, psoriasi schi12. Dal punto di vista sodepressione e, psoriasi ciale, i pazienti con psoriasi qualità della vita e tendono ad avere stipendi inferiori, minori avanzamenti di carriera e un’inferiore qualità della vita6,12. La patologia depressiva Key Point associata alla psoriasi è associata a un basso livello di La psoriasi è autostima, alla paura del riassociata a elevata fiuto pubblico e a preoccumorbilità e a un pazioni psicosessuali1,2. alto livello di stress Sebbene non siano stati psicologico. condotti numerosi studi in 26 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 26 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista tal campo, è stato mostrato che la psoriasi impatta sulla qualità della vita dei familiari e dei partner13. Comorbilità Uno studio recente ha concluso che la psoriasi è correlata con numerose comorbilità, incluse coronaropatie, malattie metaboliche, insufficienza renale, epatopatie, epatite virale B e C, asma, ulcera peptica e tumori, e che l’entità delle complicanze è proporzionale con la gravità della psoriasi14-16. Un gruppo di studio ha postulato l’esistenza di una correlazione genetica tra psoriasi e queste comorbilità17. Sembra inoltre che esista una relazione tra i fattori infiammatori della psoriasi e quelli correlati alle infezioni orofaringee da streptococco, diminuita risposta agli allergeni e aumentata frequenza di febbri reumatiche e nefriti streptococciche17. Artrite psoriasica Si tratta di un’artrite infiammatoria sieronegativa che si verifica in presenza di psoriasi cutanea o ungueale2,7. Può essere suddivisa in cinque diverse tipologie: forma classica con coinvolgimento delle piccole articolazioni interfalangee distali, oligoartrite asimmetrica (grandi e piccole articolazioni coinvolte), poliartrite simmetrica, spondilite anchilosante e artrite mutilante. Per i suoi effetti è simile all’artrite reumatoide. Malattia cardiovascolare e sindrome metabolica Il rischio di malattia cardiovascolare nei pazienti psoriasici è tre volte superiore alla norma in pazienti affetti da malattia moderata o grave, ma non esiste un rischio apparente in quelli con malattia lieve2,17,18. Si pensa che l’infiammazione cronica sistemica associata con la psoriasi porti a coronaropatia (coronary artery disease, CAD), in quanto i mediatori infiammatori della psoriasi sono simili a quelli della CAD19,20. I pazienti psoriasici presentano anche un aumentato rischio di sviluppare sindrome metabolica, che comprende obesità, diabete, iperlipidemia e ipertensione21. Malattia di Crohn La malattia di Crohn è sette volte più frequente nei pazienti psoriasici22. Ciò può essere dovuto alla so- Tabella 2 – Farmaci che precipitano o esacerbano la psoriasi •ACE-inibitori •Beta-bloccanti •Interferoni •Litio •FANS •Tetracicline Referenzebibliografiche:1,27 vrapposizione di meccanismi infiammatori comuni alle due patologie o essere un effetto indesiderato di alcune terapie biologiche utilizzate nella gestione della psoriasi, come ad esempio infliximab e adalimumab22-25. Tumori Alcuni autori hanno postulato che la psoriasi possa essere associata con un aumentato rischio di tumori. Tuttavia, ciò potrebbe essere un effetto indesiderato della terapia, compresa la fotochemioterapia2,25. Istologia e patologia Per molti anni si è pensato che la psoriasi fosse unicamente un’affezione cutanea, ma studi più recenti Keywords hanno dimostrato un miPsoriasi istologia, glioramento della psoriasi psoriasi esacerbazione, mediante trattamento impsoriasi, cause munosoppressivo26. Il moscatenanti dello attuale ipotizza che la psoriasi sia una patologia autoimmune complessa nella quale le cellule T sono erroneamente attivate e avKeyPoint viano altre risposte immunitarie1-3. Numerose conIl modello attuale ipotizza che la dizioni, quali i traumi, lo psoriasi sia una stress, le infezioni, le variapatologia autoimmune zioni climatiche e i farmaci complessa nella quale (compresi beta-bloccanti le cellule T sono e sali di litio, vedi Tabella erroneamente attivate 2), attivano la malattia nee avviano altre gli individui geneticamente risposte immunitarie. predisposti1,27. Le basi geNumerose condizioni netiche della malattia sono attivano la malattia ben definite. Studi hanno negli individui mostrato che il 30% dei pageneticamente zienti psoriasici presentano predisposti. un parente di primo grado a sua volta affetto dalla malattia2. Nel caso in cui uno dei genitori e un figlio siano affetti, l’eventuale secondo figlio presenta il 50% di possibilità di sviluppare la psoriasi2. Negli stati precoci della malattia, le pareti vasali del derma papillare si allungano e dilatano28. Aumenta la velocità di mitosi dei cheratinociti basali. L’iperproliferazione dell’epidermide che ne consegue porta alla formazione di cheratinociti immaturi e alla corneificazione incompleta con ritenzione del nucleo nello strato corneo6. Con il progredire della malattia, le placche si infiltrano progressivamente con un alto numero di cellule del sistema immunitario, in particolare linfociti T e cellule dendritiche, che esprimono citochine, chemochine e fattori di crescita a loro volta coinvolti nella proliferazione cellulare e nell’infiammazione3,5. Si è osservato che i linfociti sono principalmente linfociti T CD8+ nell’epidermide, l’insieme di CD4+ e 27 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 27 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista CD8+ nel derma e principalmente CD4+ nel sangue periferico28. Diagnosi Non esistono test diagnostici per la psoriasi e attualmente la diagnosi è fatta attraverso l’esame clinico. Occorre considerare tutti i sintomi per una corretta diagnosi differenziale, in quanto numerosi disturbi cutanei presentano segni e sintomi simili alla psoriasi29. Terapia della psoriasi Non esistono cure per la psoriasi: la terapia si propone di limitare le lesioni e migliorare la qualità della Keywords vita del paziente30. Le teraPsoriasi terapia, pie attualmente disponibili terapia topica, terapia possono essere divise in sistemica terapie topiche, sistemiche e farmaci biologici (vedi Tabella 3). Terapia topica Quando la psoriasi affligge Non esistono cure per meno del 5% della superla psoriasi e la terapia ficie corporea, la terapia è possibile con l’utilizzo di si propone di limitare soli farmaci a uso topico5, le lesioni e migliorare indispensabili nel trattala qualità della vita mento della maggioranza del paziente. Quando dei pazienti affetti dalla mala psoriasi affligge lattia30. Si tratta di formumeno del 5% della lazioni in crema, lozione, superficie corporea, la terapia è possibile spray, schiuma, unguento con l’utilizzo di soli e gel; sono efficaci e semfarmaci a uso topico. plici da utilizzare, sebbene la compliance non sia molto elevata per l’impegno di tempo richiesto30. Attualmente si preferiscono le più recenti formulazioni di creme e unguenti rispetto alle lozioni, in quanto più leggere e meno occlusive delle precedenti31. Le terapie topiche non sempre funzionano in caso di onicopsoriasi, sebbene siano facili da somministrare e facilmente disponibili10. Occorre consigliare ai paKeyPoint zienti di tenere le unghie più corte possibile, evitare di manipolare le cuticole e mantenere pulito il letto ungueale10. Eventuali sovrainfezioni micotiche devono essere trattate appropriatamente. Emollienti: possono presentare una o più delle seguenti azioni: occlusiva, umettante, antiprurito, antinfiammatoria, reidratante ed effetto barriera32. In sintesi, riducono la perdita d’acqua, prevengono la disidratazione e creano una barriera contro le condizioni ambientali. La Tabella 4 a pag. 29 riporta un elenco di sostanze con le principali proprietà. Gli emollienti sono particolarmente utili nella psoriasi infiammatoria e a placche, così come nella psoriasi acrale; dimostrano capacità di sollievo dalla secchezza, dalla desquamazione e dalla fessurazione cutanea, oltre a mostrare anche un effetto antiproliferativo. La terapia con soli emollienti può essere efficace nella psoriasi di grado medio, ma nella maggior parte dei casi sono necessari anche altri trattamenti. Emollienti in formulazione acqua/olio si sono dimostrati capaci di rimpiazzare una delle due dosi di corticosteroidi topici32. Alcuni autori consigliano di utilizzare gli emollienti dopo il bagno caldo quotidiano oltre ad almeno uno-due altre applicazioni quotidiane32. I prodotti da bagno che riducono la desquamazione e aumentano l’idratazione dello strato corneo sono olii da bagno che si disperdono in acqua e olii che formano un sottile velo sull’acqua. In modo simile alla psoriasi dello scalpo, uno shampoo che stimoli la desquamazione dello scalpo deve essere seguito dall’applicazione di una lozione cheratolitica32. L’uso di emollienti è associato a effetti indesiderati quali dermatite irritativa, dermatite da contatto, bruciore, acne da cosmetici e disordini della pigmentazione32. Cheratolitici: il più comune cheratolitico usato è un vecchio farmaco ancora in uso, l’acido salicilico, disponibile a concentrazioni tra lo 0,5 e il 60% in numerosi veicoli31. È particolarmente utile nelle placche ispessite e nella psoriasi a placche. In alcuni pazienti l’acido salicilico in monoterapia si dimostra utile. Può essere associato ad antralina o pasta all’ossido di zinco per ridurre le interazioni tra i due ingredienti. Inoltre, l’acido salicilico dimostra proprietà antiossidanti in alcune preparazioni31. Tabella 3 - Terapie per la psoriasi Terapie topiche:emollienti,cheratolitici(acidosalicilico,urea),acidigrassidellaserieomega,corticosteroidi,analoghidellavitaminaD(calcitriolo,calipotriolo,tacalcitolo),tazarotene,altralina,catrameminerale Terapie sistemiche:metotrexato,ciclosporina,acitretina,fluorouracile,vitaminaDorale,fototerapia,fotochemioterapia Farmaci biologici:anti-TNF(infliximab,adalimumab,etanercept),terapiatargettizzataperilinfocitiT,anticorpimonoclonali(ustekinumab) 28 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 28 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista L’applicazione su ampie superfici corporee e a concentrazioni superiori al 10% si dimostra tossica31. Ciò si manifesta con ustioni alla mucosa orale, cefalea frontale, sintomi del sistema nervoso centrale, acidosi metabolica, tinnito, nausea, vomito e sintomi gastrici. L’acido salicilico può inoltre diminuire l’efficacia di altre terapie contro la psoriasi, compreso il calcipotriolo31. L’urea dimostra proprietà emollienti e cheratolitiche (vedi Tabella 4). Inoltre, può essere associata ad antralina per migliorarne l’efficacia clinica31. Questa, in associazione con bifonazolo, è utile nella gestione della psoriasi dello scalpo31. È inoltre utilizzata per via topica in concentrazioni dal 5 al 25% in crema e lozione e fino al 40% in preparazioni ungueali33. Acidi grassi della serie omega: nella psoriasi si notano livelli anomali degli acidi grassi sierici31. Acidi grassi della serie omega 3 e omega 6 possono riattivare le proprietà barriera31. L’olio di oliva è particolarmente utile in questa condizione. Corticosteroidi: sono al momento i farmaci principali per il trattamento della psoriasi nel mondo30. Sono disponibili in commercio numerosi corticosteroidi di varia potenza, che è aumentata, nei composti più recenti, attraverso modifiche chimiche alla struttura, quali alogenazione, metilazione e acetilazione. L’assorbimento degli stessi può essere aumentato attraverso l’utilizzo di formulazioni apposite o di bendaggi occlusivi. Gli steroidi potenti e molto potenti sono più utili nella psoriasi di quelli con potenza media30. Gli effetti a lungo termine comprendono atrofia cutanea, telangectasia, formazione di strie, porpora, sindrome di Cushing iatrogena e soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Dal momento in cui la maggior parte degli studi condotti non sono a lungo termine, non sono ben documentati gli effetti sulla tachifilassi30. Non è al momento noto quale regime possa minimizzare gli effetti a lungo termine della somministrazione. Shampoo e schiume a base di clobetasone dipropionato per due settimane hanno mostrato effetti positivi sulla psoriasi dello scalpo9. I corticosteroidi per uso topico potenti possono essere utili nell’ipercheratosi subungueale, specie se in associazione con acido salicilico, così come nel pitting e nel caso di solchi; tuttavia, l’uso a lungo termine può portare ad atrofia cutanea e delle falangi10. I corticosteroidi in somministrazione intralesionale, in particolare il triamcinolone, devono essere somministrati con siringa e ago a 28 gauge o attraverso siringhe da insulina con ago a 29 gauge10. Questi farmaci sono particolarmente utili nel pitting, nei solchi ungueali, nell’ispessimento e nell’ipercheratosi subunguale. Oltre a dolore, i pazienti possono presentare ipopigmentazione periungueale, emorragia subungueale e atrofia reversibile10. Analoghi della vitamina D: questi analoghi (ad esempio, calcitriolo, calcipotriolo e tacalcitolo) agiscono sulla differenziazione cellulare e sulla proliferazione30,34. Inoltre regolano l’apoptosi e dimostrano un effetto immunomodulatorio34. Tutti gli analoghi della vitamina D causano una riduzione nella durata e nell’efficacia di altri trattamenti30,34. Sono inodori e incolori e pertanto più accettabili dell’antralina dal punto di vista cosmetologico. Il calcitriolo è un metabolita attivo della vitamina D3, da usare due volte al giorno. Tacalcitolo e calcipotriolo sono invece derivati sintetici30. Tutti e tre causano ipercalcemia, ma il loro uso è sicuro se utilizzato con il corretto regime terapeutico. Al momento non è ancora stato sviluppato un analogo della vitamina D con attività ipercalcemica ridotta30,33. Altri effetti indesiderati sono prurito, bruciore, edema, peeling, secchezza e eritema, che diminuiscono con il progredire del trattamento30. Il calciprotriolo è leggermente meno efficace del calcitriolo e del tacalcitolo ed è efficace come un corticosteroide topico potente (ma non ultrapotente)30. L’associazione di calcipotriolo e betametasone diminuisce gli effetti indesiderati a lungo termine di ogni ingrediente fino a un anno30. Inoltre, dal momento che l’associazione ha un basso assorbimento sistemico, Tabella 4 - Proprietà dei principali emollienti Ceramidi Glicerina Acidoglicolico Acidolattico Lauromacrogol Paraffina,oliodivaselinaederivati idrocarburici Polivinilpirrolidone Salicilati Urea Fonte:rif.bibliografico6 Reidratante Umettante,reidratante Umettante Umettante,reidratante Antiprurito Occlusivo,effettobarriera Effettobarriera Antiinfiammatorio Umettante,reidratante,cheratolitico,stimolantel’assorbimento, assottigliamentodell’epidermide,antiprurito 29 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 29 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista l’effetto localizzato antiinfiammatorio e immunoregolatorio è superiore rispetto a quelli di ognuno dei due farmaci preso singolarmente35. L’associazione è disponibile in soluzione o gel per uso topico, che è utile nel trattamento della psoriasi dello scalpo, dimostrando miglior efficacia e minori irritazioni. Nella onicopsoriasi, l’applicazione di calcipotriolo può essere fatta in monoterapia o in associazione con corticosteroidi, soprattutto nel trattamento dell’ipercheratosi subungueale10. La concentrazione di calcipotriolo è lo 0,005% e l’applicazione non deve superare le due volte al giorno. Il limite per settimana nell’adulto è di 100 g di crema o unguento o 60 ml di soluzione33. Nel caso si utilizzino contemporaneamente la crema e la soluzione, il limite per settimana è di 60 g di crema e di 30 ml di soluzione o di 30 g di crema e di 60 ml di soluzione. Nei bambini di età compresa tra 6 e 12 anni, la dose massima è 50 g; per quelli di età superiore a 12 anni 75 g33. Circa il 10% dei pazienti in trattamento con calcipotriolo possono mostrare una lieve dermatite al viso come effetto collaterale34. Il calcipotriolo ha un effetto modesto sull’omeostasi del calcio rispetto al calcitriolo e al tacalcitolo30. Il calcitriolo è meglio tollerato di calcipotriolo nel trattamento delle aree leggermente irritate, come il viso, la linea dei capelli e le aree flessurali30. La compliance è migliore con tacalticolo in quanto è l’unico utilizzabile in monosomministrazione rispetto agli altri per cui sono necessarie due somministrazione die30. Oltre agli effetti indesiderati associati a calcitriolo, può causare anche parestesie33. Non è in commercio negli USA, ma è in commercio in Italia come emulsione e unguento allo 0,4%. Tazarotene: è un derivato della vitamina A per uso topico, metabolizzato in acido tazorotenoico attraverso la de-esterificazione cutanea. Sembra che manifesti i suoi effetti benefici modulando la proliferazione e la differenziazione. Tazarotene è utilizzabile solo in monosomministrazione giornaliera; la sua efficacia in monoterapia è pertanto limitata. È meno potente degli analoghi della vitamina D o dei corticosteroidi a media o alta potenza. Viene utilizzato in pazienti dove meno del 20% della superficie corporea è affetto dalla patologia. La dose iniziale è 0,05% crema o gel che può aumentare allo 0,1%. Il ciclo terapeutico normalmente è di 12 settimane30. L’uso di tazarotene nella psoriasi può esacerbare l’acne33. Dal momento che tazarotene è teratogeno, non deve essere utilizzato in donne in stato di gravidanza o che potrebbero diventarlo30,33. Antralina: questo farmaco è stato utilizzato nel trattamento della psoriasi per oltre 80 anni ma, a causa delle sue proprietà coloranti, non è un agente accettato dal punto di vista cosmetologico30. Si dimostra meno efficace dei corticosteroidi topici e degli analoghi della vitamina D in monoterapia. Si suppone che eserciti i suoi effetti per la sua attività sui mitocondri30. Al momento, l’antralina è utilizzata nel trattamento della psoriasi subacuta e cronica, nella modalità convenzionale o a contatto breve. La modalità convenzionale prevede l’applicazione di una moderata quantità di unguento o pasta di antralina allo 0,1% sulle lesioni per alcune ore o poi il suo lavaggio. Nel caso si presenti irritazione, occorre ridurre la concentrazione e la durata del contatto. La concentrazione viene gradualmente aumentata allo 0,5 fino all’1% e il periodo di contatto esteso a tutta la notte33. La somministrazione a contatto breve prevede l’applicazione di antralina sulla lesione dallo 0,1 al 2% fino a 60 minuti e il successivo lavaggio33. Il trattamento deve proseguire fino a risoluzione dell’episodio33. Dal momento che l’antralina causa irritazione e colorazione della pelle, degli abiti e degli accessori, è consigliato l’utilizzo in centri diurni e ospedali30. In molti casi viene associata a catrame minerale per diminuire l’irritazione. Inoltre, può essere associata a fototerapia per migliorarne l’efficacia terapeutica33. L’unguento a base di antralina applicato sulle unghie e lavato entro 30 minuti è utile nell’onicolisi e nell’ipercheratosi subunguale. Tuttavia questo trattamento porta a temporanea colorazione delle unghie e irritazione locale10. L’utilizzo di antralina sul volto, sulle superfici flessorie e nell’area genitale deve essere evitato; le mani devono essere lavate abbondantemente dopo l’uso. L’antralina non deve essere utilizzata nella psoriasi acuta o pustolosa o sulla cute infiammata33. È utile informare i pazienti che la colorazione regredisce con il tempo al termine del trattamento. Catrame minerale: riduce gli ispessimenti dell’epidermide e ha effetti leggermente antiprurito e antisettici33. È particolarmente utilizzato nel trattamento della psoriasi a placche cronica stabile. È una miscela di migliaia di diversi composti e disponibile in soluzione, unguento e, nel caso di catrame grezzo, di shampoo utilizzabile nella psoriasi dello scalpo9,30. La forma grezza è meno accettata dal punto di vista cosmetico, ma è più efficace rispetto alle preparazioni purificate30. La terapia inizia con una concentrazione da 0,5 a 1% di catrame minerale grezzo e aumenta nel giro di pochi giorni fino a una concentazione non superiore al 10%. La fototerapia può essere utilizzata per migliorare l’efficacia terapeutica del catrame minerale, con l’applicazione di catrame circa due ore prima della fototerapia. Il regime Ingram prevede l’applicazione di antralina seguita da quella di catrame e fototerapia33. Il catrame causa irritazione, follicoliti, cattivo odore e colorazione dei tessuti ed è leggermente appiccicoso30. Possiede un potenziale carcinogeno e occorre utilizzare guanti per maneggiarlo, compreso il caso di allestimento di preparazioni estemporanee individuali33. In Italia al momento è in commercio solo come preparato galenico. Fluorouracile: questo antimetabolita è utile nel trattamento del pitting ungueale e nell’ipercheratosi su- 30 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 30 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista bungueale a scapito di un peggioramento dell’onicolisi10. Il dosaggio raccomandato di fluorouracile è 1-2% crema applicata due volte al giorno sulle unghie. Il fluorouracile causa ingiallimento delle unghie37. Terapie sistemiche Metotrexato: è un antagonista dell’acido folico con effetti sulla sintesi delle basi puriniche e conseguente inibizione della sintesi di DNA e della replicazione cellulare30. Nelle lesioni psoriasiche diminuisce la sintesi di RNA e DNA nei linfociti T attivati e nei cheratinociti e riduce la produzione di numerose citochine con proteine messaggere5,36. Il farmaco deve essere somministrato come dose unica settimanale o come tre somministrazioni (una ogni 12 ore nell’arco di 36 ore) una volta alla settimana, partendo dal dosaggio di 7,5 mg e aggiustando la dose, a intervalli di 4 settimane, fino a un massimo di 25 mg settimana5. Durante la terapia con metotrexato, occorre somministrare 1 mg di acido folico in tre somministrazioni, una ogni 12 ore, 12 ore dopo l’ultima somministrazione di metotrexato. In questo modo si riduce l’incidenza di effetti indesiderati gastrointestinali ed ematologici e gli effetti epatotossici, quali stomatiti e anemia microcitica, senza diminuire l’efficacia del metotrexato5,30. La tossicità del metrotrexato può essere aumentata dalla contemporanea somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e farmaci contenenti gruppi solfonamidici (es. sulfamidici, diuretici tiazidici, sulfaniluree, ecc.). A causa della sua teratogenicità, occorre evitare una gravidanza nei tre mesi successivi al trattamento con metotrexato30. Ciò si applica anche all’uomo che desidera concepire con la sua partner30. Il metotrexato può causare anche fibrosi polmonare e cirrosi epatica30. Si raccomanda una biopsia epatica dopo una dose cumulativa di 1,5 g. Monitorare i pazienti ogni 1-3 mesi per la soppressione del midollo osseo. Ciclosporina: questo farmaco immunosoppressore macrociclico lega l’immunofilina e inibisce la traslocazione iniziata dalla fosfatasi calcineurina nei linfociti T attivati5,30. È utile nel trattamento a breve termine della psoriasi da moderata a grave30. La dose abituale è di 3 mg/kg/die suddivisa in due somministrazioni, che può essere aumentata a 5 mg/kg/die nel caso di forme gravi e ridotta nel momento in cui si dimostra efficace5. La durata del trattamento dovrebbe essere idealmente limitata a 12 settimane30. Il trattamento a lungo termine deve essere effettuato a dosi di 3 mg/kg/die per mantenere la remissione30. La ciclosporina è efficace nel trattare il pitting e l’onicolisi; tuttavia non è ancora stata sviluppata una formulazione per uso topico10. L’uso di ciclosporina è associato con ipertensione e nefrotossicità, che richiedono la co-somministrazione di un anti-ipertensivo o di un calcio antagonista o una diminuzione del dosaggio5. Inoltre, aumenta il rischio di tumore della pelle non melanoma, in particolare in pazienti precedente- mente trattati con fotochemioterapia (PUVA)30. Altri effetti indesiderati sono iperlipidemia, ipomagnesemia, iperkaliemia, ipertricosi, iperplasia gengivale, disturbi gastrointestinali e neurologici30. Dal momento che la ciclosporina è metabolizzata dagli enzimi CYP34A, interagisce con gli inibitori degli enzimi CYP34A, quali macrolidi e succo di pompelmo, così come dagli induttori degli stessi enzimi5. L’associazione di metotrexato e ciclosporina si è dimostrata particolarmente efficace nell’artrite psoriasica30. La ciclosporina può essere utilizzata anche in associazione con altri farmaci, quali il micofenolato mofetile, i fumarati, la sulfasalazina e i farmaci biologici30. Acitretina: il retinoide orale acitretina inibisce l’induzione dei linfociti T-Helper modulando l’espressione genica attraverso l’interleuchina-6 (IL-6)5. È particolarmente utile nelle varianti eritrodermica e pustolosa della psoriasi30. Si è dimostrata utile nei bambini, nei pazienti con infezione da HIV o nei pazienti predisposti ai tumori, dal momento che non presenta effetti immunosoppressivi30. Acitretina è somministrata a dosi da 25 a 50 mg/die e gli effetti massimi sono visibili dopo 3-6 mesi5. Dal momento che gli effetti sono visibili dopo un lungo intervallo di tempo, la compliance dei pazienti risulta scarsa5. Acitretina è spesso utilizzata in associazione con altri trattamenti e la fototerapia per ottenere tassi di risposta maggiori e per ridurre il numero di sedute fototerapiche necessarie. Inoltre, l’associazione diminuisce il rischio di tumori30. Acitretina è teratogena e le pazienti devono evitare la gravidanza durante il ciclo di terapia e nei tre anni successivi5,30. Altri effetti indesiderati sono iperlipidemia, osteoporosi, calcificazione dei legamenti e anomalie scheletriche30. La tossicità si manifesta in effetti collaterali mucocutanei, che comprendono cheiliti, secchezza cutanea, congiuntivite e alopecia30. L’epatite da retinoidi e lo pseudotumor cerebri sono gli effetti indesiderati più rari ma anche più gravi30. Vitamina D orale: mentre è stata dedicata molta attenzione agli analoghi della vitamina D per uso topico, alcuni autori ipotizzano che gli analoghi della vitamina D per uso orale possano essere farmaci utili nel trattamento della psoriasi. L’utilizzo di uno stretto monitoraggio e di un appropriato dosaggio possono superare i rischi dovuti agli effeti indesiderati, soprattutto all’ipercalcemia. Al momento la vitamina D orale non è utilizzata nella terapia della psoriasi38. Fototerapia La National Psoriasis Foundation raccomanda, se la psoriasi copre un’area della superficie corporea superiore al 5%, di iniziare la terapia con fototerapia e farmaci biologici sistemici5. Fototerapia: la terapia con raggi ultravioletti (UV) induce l’apoptosi dei linfociti T nelle lesioni psoriasiche dell’epidermide e del derma, diminuendo la proliferazione dei cheratinociti5,29. I pazienti con ma- 31 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 31 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista lattia da moderata a grave o lesioni localizzate sono i candidati ideali alla terapia UV29. I raggi UV a banda stretta (Narrow Band UVB, NBUVB) sono utilizzati nei pazienti più giovani con lesioni sottili e in quelli che rispondono positivamente alla luce solare. Occorre controllare i pazienti riguardo l’uso di farmaci fotosensibilizzanti, i fattori di rischio di tumori cutanei e l’immunosoppressione prima di selezionarli per la fototerapia29. È difficoltoso effettuare la fototerapia nel caso di psoriasi dello scalpo, a causa dell’elevato numero di follicoli piliferi e per la difficoltà nell’evitare le aree non affette9. Fotochemioterapia (PUVA): l’associazione di psoralene e di fototerapia è utile nelle lesioni più spesse o in lesioni che non rispondono alla NBUVB5. Le cellule dendritiche mieloidi che inducono l’autoproliferazione delle cellule T così come la produzione di citochine delle cellule T Helper di tipo 1 sono presenti in numero aumentato nelle lesioni psoriosiche6. Lo psoralene e la terapia luminosa esercitano il loro effetto diminuendo il numero delle cellule dendritiche. Si somministra lo psoralene prima della terapia UVA. La fotochemioterapia trova applicazione anche nel trattamento dell’ipercheratosi subunguale, dell’onicolisi, nelle discromie e nello sfaldamento da onicopsoriasi10. La fototerapia presenta lo svantaggio di poter essere effettuata solo in centri specializzati. Inoltre, la fotochemioterapia è associata ad aumentato rischio di tumori cutanei; pertanto i pazienti trattati richiedono un monitoraggio regolare per tutto l’arco della loro vita5. Particolare cautela richiedono i pazienti di pelle chiara. La fotochemioterapia è associata a sensazione di nausea e cefalea causata dallo psoralene come a bruciore cutaneo e fotosensibilità30. Alcuni di questi effetti indesiderati possono essere ridotti dall’utilizzo delle nuove formulazioni topiche di psoralene associate a terapia UVA. Attualmente lo psoralene non è più disponibile in commercio e si usano i preparati galenici. Farmaci biologici I farmaci biologici sistemici hanno rivoluzionato la terapia della psoriasi. La comprensione del percorso immunologico fondamentale nella psoriasi ha evidenziato che i linfociti T giocano un ruolo importante nel processo30. I farmaci biologici sono molecole da DNA ricombinante che bloccano l’attività dei linfociti T a vari livelli30,38. Proteine di fusione, proteine da DNA ricombinante e anticorpi monoclonali appartengono tutti alla categoria dei farmaci biologici30. Sono terapie molto efficaci nella psoriasi moderato-grave ma si dimostrano costose per molti pazienti30. La loro utilità nella psoriasi ungueale non è stata ancora stabilita10. Al momento sono utilizzati nella terapia della psoriasi tre differenti gruppi di farmaci biologici: le terapie anticitochine, le terapie targettizzate per i linfociti T e gli anticorpi monoclonali. Terapie anticitochine (anti TNF-alfa): agiscono su una citochina pro-infiammatoria, il fattore di crescita tumorale-alfa (Tumor Necrosis Factor (TNF)-alpha), rilasciata dai linfociti T differenziati3. Infliximab è un anticorpo chimerico, umano-murino, monoclonale, che si lega con alta affinità sia alla forma solubile sia a quella transmembrana del TNF-α e neutralizza la sua attività5,30. È somministrato per infusione endovenosa nell’arco di due ore a dosi comprese tra 3 e 5 mg/kg alle settimane 0, 2 e 6 e successivamente ogni 8 settimane5. Dal momento in cui il paziente sviluppa anticorpi contro infliximab, si osserva una diminuzione dell’attività nel tempo30. Effetti indesiderati comuni comprendono nausea, dolore addominale, dolore toracico, artralgia, fatigue e cefalea. I pazienti possono manifestare anche reazioni correlate all’infusione e malattia da siero5. È importante valutare i pazienti per tubercolosi latente all’inizio della terapia39. Adalimumab è un anticorpo monoclonale umano IgG che si lega sia alla forma solubile sia a quella transmembrana del TNF-α5. Si somministra con una dose iniziale pari a 80 mg, somministrata per via sottocutanea, seguita da una dose pari a 40 mg per via sottocutanea, somministrata a settimane alterne, a iniziare dalla settimana successiva all’assunzione della dose iniziale5,30. La sua efficacia aumenta nel tempo fino alle settimane 24-365. I pazienti possono mostrare reazioni al sito di iniezione e i test di laboratio possono presentare valori positivi di anticorpi antinucleo (ANA)4. Adalimumab può essere somministrato in associazione a corticosteroidi, salicilati e FANS4. Etanercept è una proteina di fusione dimerica ricombinante umana solubile che si lega al recettore p75 del TNF a 75 kilodalton della porzione Fc dell’IgG15. Si somministra per via sottocutanea alla dose di 50 mg due volte alla settimana per tre mesi, per poi proseguire con 50 mg alla settimana5. Il picco di efficacia di etanercept si osserva tra le 24 e le 48 settimane5. Etanercept è l’unico farmaco in grado di alleviare la fatigue e i sintomi della depressione in pazienti con psoriasi da moderata a grave, e di ridurre segni e sintomi articolari in pazienti con artrite psoriasica30. Terapie targettizzate per i linfociti T: questi farmaci (alefacept ed efalizumab, non in commercio in Italia) modulano l’attività dei linfociti T e possono essere utilizzati in associazione con metotrexato3,4. Alefacept è una proteina di fusione ricombinante umanizzata contenente un antigene associato alla funzione leucocitica fuso alle IgG1 umane; esso lega i linfociti T memoria effettori CD2+ e CD8+. È il primo farmaco biologico approvato per la cura della psoriasi negli USA, indicato per il trattamento della psoriasi a placche di grado moderato-grave negli adulti4,30. Può essere usato in associazione con la fototerapia4. Il dosaggio raccomandato è di 15 mg intramuscolo una volta alla settimana per 12 settimane, seguite da 12 settimane senza trattamento. Nel momento in cui si nota un miglioramento della psoriasi, il numero dei linfociti T memoria effettori nel sangue periferico diminuisce30. 32 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 32 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista La conta delle cellule CD4+ deve essere monitorata ogni 2 settimane durante il trattamento con alefacept. Se diminuisce sotto 250 cell/microl, occorre sospendere il trattamento e se il livello non ritorna normale entro 30 giorni, il trattamento deve essere interrotto5. È importante che la conta delle cellule CD4+ ritorni normale prima del successivo ciclo terapeutico. I brividi sono frequenti in seguito all’iniezione33. I pazienti possono inoltre mostrare tosse, vertigini, nausea, faringiti, mialgia, reazioni al sito di iniezione e aumento delle transaminasi4. Effetti indesiderati più gravi comprendono linfopenia, tumori, infezioni gravi, ipersensibilità, aumento delle transaminasi epatiche e accidenti cardiovascolari4. Alefacept deve essere usato con cautela in pazienti predisposti ai tumori4. È stato ritirato dal commercio nel novembre 2011. Efalizumab è un anticorpo umanizzato monoclonale IgG1 che si lega alla subunità CD11a dell’LFA-1 (Lymphocyte Function-associated Antigen-1)5. È stato ritirato dal mercato nel 2009 dal produttore in seguito allo sviluppo di 4 casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva5. Anticorpi monoclonali contro IL-22 e IL-23: ustekinumab è al momento l’unico farmaco di questa classe. È un anticorpo monoclonale IgG1 interamente umano generato da immunoglobuline umane in topi transgenici5. È somministrato per via sottocutanea a una dose iniziale di 45 mg, seguita da una dose di 45 mg dopo 4 settimane e, successivamente, ogni 12 settimane5. Dal momento che tutti i farmaci biologici deprimono il sistema immunitario, sono presenti avvertenze speciali riguardo lo sviluppo di infezioni batteriche, micotiche e virali5. I farmaci biologici devono essere interrotti in caso di infezioni o di trattamento antibiotico. Non sono, comunque, associati con altre tossicità d’organo, osservate con le terapie sistemiche tradizionali. Sono state riportate reazioni al sito di iniezione di varia entità5. Conclusioni Al momento, non è stato ancora trovata la cura ideale per la psoriasi. La malattia, al momento, non può essere curata e i ricercatori continuano a cercare una terapia efficace. Una lista dei trattamenti discussi è raccolta nella Tabella 3. Il farmacista deve essere aggiornato sulle opzioni terapeutiche per potersi assicurare che i suoi pazienti ricevano effettivamente la cura migliore per la loro condizione e per garantire un’adeguata compliance attraverso un counseling appropriato. 33 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 33 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. Psoriasis. 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J Drugs Dermatol. 2009;8:147-154. 34 OF_01-2013_01.indd 34 # Gennaio/Febbraio 2013 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Schede di informazione al paziente LaÊ psoriasi Cos’è la psoriasi La psoriasi è una malattia cronica, caratterizzata da chiazze rosse sulla pelle le quali, a seconda della gravità della malattia, possono essere leggermente o fortemente ispessite. Questo rialzo è dovuto all’aumento del numero di cellule cutanee. La malattia è causata da un non corretto funzionamento del sistema immunitario, il quale normalmente difende l’organismo dalle infezioni e dalle malattie, attaccando batteri e virus. Nel caso della psoriasi attacca le proprie cellule cutanee. La pelle, per reazione, aumenta la produzione di cellule e questo porta alla desquamazione della pelle, tipica della malattia. La psoriasi ha una maggior frequenza all’interno dei componenti della stessa famiglia. L’età di insorgenza varia a seconda del tipo di psoriasi, generalmente tra i 20 e i 30 anni o tra i 50 e i 60 anni. Le persone con psoriasi normalmente alternano periodi con o senza sintomi. i sintomi spesso si ripresentano in presenza di: • infezioni (quali un’infezione alla gola), • malattie che indeboliscono il sistema immunitario, • stress, • alcune medicine (come alcuni antimalarici o i betabloccanti usati nell’ipertensione), • irritazioni cutanee, • freddo, • fumo di sigaretta. Quali sono i sintomi i sintomi della psoriasi possono comprendere: • chiazze squamose rossastre di pelle ispessita, • pelle secca, • pelle infiammata, pruriginosa o dolente, • unghie spesse e infossate, • bollicine piene di liquido sieroso (non infetto) nei casi più gravi. Le zone più colpite sono le ginocchia e i gomiti, anche se la psoriasi può presentarsi in tutte le zone del corpo (compresi cuoio capelluto, mani, piedi, bocca e la pelle che ricopre le articolazioni). È contagiosa? La psoriasi non è contagiosa; non si può trasmettere per contatto da un individuo a un altro né nello stesso individuo da una zona del corpo a un’altra. Qual è il trattamento? sono disponibili varie terapie per la psoriasi. consultate il medico per decidere la migliore nel vostro caso. mantenere la pelle idratata è il primo passo. bagni quotidiani con i sali del mar morto o con olio da bagno calmano il rossore e diminuiscono la desquamazione. il medico inoltre potrà prescrivere creme, ungenti, lozioni o gel da applicare sulle aree colpite. alcuni di questi vanno applicati con cautela perché potrebbero danneggiare la pelle sana o macchiare i vestiti. Nei casi più gravi è possibile che siano prescritte dei medicinali da somministrare per bocca. La luce solare può aiutare a curare la psoriasi, ma occorre prestare attenzione a non scottarsi, in quanto la scottatura peggiorerebbe la psoriasi. Le lampade abbronzanti possono ottenere effetti simili alla luce solare. L’utilizzo di lampade a raggi Uva può essere associato dal medico a medicine fotosensibilizzanti per aumentarne l’efficacia. La psoriasi guarisce con la terapia? La psoriasi è una malattia di lunga durata e non guarisce completamente con i trattamenti. Le terapie contribuiscono a migliorare i sintomi (in 2-6 settimane normalmente migliora la desquamazione, mentre il rossore può impiegare tempi più lunghi) e possono far ritornare la pelle in condizioni normali. Occorre però consultare il medico nel caso la terapia non sia efficace o non lo sia più come prima. TIMBRO FARMACIA La psoriasi - Ultimo aggiornamento 14/03/2013. NOTA. Le informazioni fornite hanno lo scopo di informare ed educare ma non possono in alcuna maniera sostituire la valutazione medica, il consiglio, la diagnosi o il trattamento prescritti da medico o farmacista. I contenuti presentati vengono revisionati periodicamente e quando nuove informazioni mediche sono disponibili. Sul foglietto illustrativo presente nella confezione del farmaco o del prodotto che sta assumendo troverà tutte le informazioni complete al riguardo. # OF_01-2013_01.indd 35 Gennaio/Febbraio 2013 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Modulo 4 Considerazioni cliniche sul trattamento dell’infezione da H. pylori segue da pag. 1 Obiettivi: dopo aver completato la seguente monografia di aggiornamento, il Farmacista dovrebbe essere in grado di: •identificare i fattori associati all’aumento del rischio e della trasmissione dell’infezione da H. pylori; •spiegare le potenziali complicazioni dell’infezione da H. pylori; •identificare i pazienti che necessitano di esami diagnostici e trattamento relativi all’infezione da H. pylori; •distinguere tra i trattamenti disponibili per la cura dell’infezione da H. pylori. SCOPO DeLLÕ AttivitË : rivedere la storia, l’epidemiologia, la fisiopatologia, i fattori di rischio, la trasmissione e le complicazioni dell’infezione da Helicobacter pylori e discutere la diagnosi, le opzioni di trattamento farmacologico e il ruolo del farmacista. Executive summary • L’infezione da H. pylori è implicata nello sviluppo di gastrite, ulcere gastriche e duodenali e carcinoma gastrico. • Il maggior fattore di rischio noto per il carcinoma gastrico è l’H. pylori, che si sospetta sia la causa della malattia perché consente la trasformazione maligna delle cellule della mucosa gastrica. • Diversi studi epidemiologici osservazionali, non randomizzati, hanno suggerito l’H. pylori come causa del linfoma gastrico MALT (tessuto linfoide associato alle mucose). relazione di questi batteri spiraliformi Gram negativi con la gastrite cronica e le ulcere. Con l’aiuto di Barry Marshall, Warren era riuscito a coltivare i batteri che fino a quel momento si pensava appartenessero al genere Campylobacter a causa della loro forma e delle loro caratteristiche. Diversi anni più tardi, questi batteri sono stati riclassificati come facenti parte del genere Helicobacter. Nel 2005, grazie a questa scoperta, Warren e Marshall hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina1-4. La frequenza dell’infezione da H. pylori sta diminuendo in tutto il mondo 5-7. Mentre si stima che circa il 50% della popolazione mondiale sia infetta da questo batterio, la prevalenza varia dal 7 all’87%8,9. Negli Stati Uniti si stima che la prevalenza sia compresa tra il 30 e il 40%10. Studi condotti nell’Europa occidentale hanno dimostrato una prevalenza media di sieropositività, per anticorpi anti-H. pylori, compresa tra il 5 e il 15% nei bambini e tra il 30 e il 65% negli adulti. Il dato è differente se si stratificano i soggetti in relazione all’origine etnica, in quanto gli immigrati e i loro discendenti di prima generazione presentano dei valori più elevati rispetto agli autoctoni, numericamente simili se non identici rispetto a quelli del paese d’origine11. In genere, i tassi di infezione sono più elevati nei paesi in via di sviluppo; tuttavia, tra i vari paesi non mancano significative differenze9,10,12. Sono tanti i fattori correlati all’aumento del rischio di infezione da H. pylori, tra i quali età, stato socio-economico e sesso. Fattori di rischio e trasmissione dell’infezione L’infezione da H. pylori si contrae, tipicamente, durante l’infanzia 10 . Uno stato socioeconomiKeywords co non elevato è associaHelicobacter pylori to a un maggior rischio di classificazione, H. contrarre l’infezione5. La pylori infezione da prevalenza dell’infezione epidemiologia, H. aumenta con l’età, fatta pylori infezione da eccezione per i paesi in via fattori di rischio, di sviluppo, dove minore H. pylori infezione è l’età maggiore è la preda modalità di valenza7,12. Si suppone che trasmissione, H. un effetto di coorte correpylori infezione da lato allo stato socioeconofisiopatologia, ureasi mico più basso dei bambini nei decenni scorsi sia la ragione dell’aumento della prevalenza dell’infezione nei gruppi di pazienti di KeyPoint età più avanzata8. Lo stato socioeconomico influenza L’infezione da H. probabilmente le modalipylori si contrae, tà di trasmissione dell’H. tipicamente, durante l’infanzia, dove uno pylori. stato socioeconomico S eco n d o gl i s t u d i o s i , non elevato comporta è il contatto tra gli esseun maggior rischio di ri umani a essere responcontrarre l’infezione sabile della trasmissione che si trasmette dell’H. pylori, con un’inprincipalmente per la cidenza elevata all’interno via oro-orale e quella delle famiglie 9. Le prinoro-fecale. cipali vie di trasmissione 36 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 36 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista si pensa siano quella oro-orale (presenza del H. pylori nella placca dentale e nella saliva o presenza nella cavità orale attraverso rigurgiti e vomito) e quella oro-fecale. Esistono alcune prove a supporto della trasmissione del batterio per mezzo di alimenti e acqua contaminati, sebbene i dati disponibili in materia siano contrastanti5,13. Fisiopatologia Una volta che l’H. pylori penetra nell’organismo, numerosi meccanismi gli consentono di evitare l’attacco da parte del sistema immunitario, inclusi la diversità genetica e il mimetismo batterico14,15. Questi meccanismi consentono la proliferazione e la sopravvivenza batterica attraverso la disattivazione dei sistemi di difesa dell’organismo ospite. L’H. pylori sopravvive nell’ospite ostacolando la trasmissione del segnale infiammatorio delle cellule epiteliali, che, a sua volta, modifica la risposta immunitaria della mucosa14. L’H. pylori non solo ha geni che gli consentono di adattarsi alle mutevoli condizioni dell’ambiente gastrico, ma riesce a colonizzare lo stomaco grazie alla grande quantità di ureasi che produce15,16. L’organismo è protetto nei confronti dell’ambiente acido dall’ammonio prodotto dall’ureasi. L’elevata virulenza dell’H. pylori porta a una maggiore capacità di aderire alla mucosa gastrica e di produrre enzimi potenzialmente tossici17. L’H. pylori causa molteplici complicazioni nell’organismo ospite, partecipando all’insorgere di un’infiammazione cronica14. Manifestazioni cliniche Gastrite L’associazione tra H. pylori e gastrite è ben nota, poiché quasi tutti i pazienti Keywords che contraggono l’infezioH. pylori infezione ne presentano questa patoda manifestazioni logia. La gastrite indotta cliniche, gastrite H. dall’H. pylori è provocata pylori e, dalla secrezione delle citoulcera peptica chine, che porta allo sviH. pylori e, luppo di uno stato infiamcarcinoma gastrico matorio. Un’ulteriore conH. pylori e, linfoma ferma in materia è il fatto gastrico MALT H. che questa condizione si pylori e risolve eradicando il batterio3,10,14. La gastrite acuta, che insorge tipicamente subito dopo l’infezione, può risolversi spontaneamente una volta eliminata l’infezione. Più di frequente, invece, lo stato acuto progredisce e si trasforma in gastrite cronica attiva. I pazienti possono poi sviluppare gastrite cronica che si localizza principalmente nell’antro dello stomaco o una gastrite atrofica multifocale. Gastrite antro-predominante: nei pazienti affetti da gastrite cronica antrale la produzione di acidi gastrici può essere elevata o normale. Questo tipo di gastrite è tipicamente associata a ulcera duodenale, che si presenta senza o con lieve atrofia gastrica. I linfomi rappresentano una rara complicazione della gastriKeyPoint te antro-predominante18. L’infezione da H. Gastrite atrofica multipylori è implicata nello focale: la gastrite atrofica sviluppo di gastrite, multifocale può causare una ulcere gastriche metaplasia intestinale e, a e duodenali e sua volta, causare un carcicarcinoma gastrico. noma gastrico di tipo intestinale con diminuzione o assenza di secrezione di acido cloridrico. La gastrite atrofica multifocale può portare alla formazione di ulcere gastriche e linfomi18. Ulcera Peptica Originariamente, stress e alimentazione erano considerati i fattori responsabili dell’ulcera peptica o malattia ulcerosa peptica. Venivano quindi somministrati gli antagonisti dei recettori H2 (o H2 antagonisti) e gli inibitori della pompa protonica (PPI, Proton Pump Inhibitor), che però non curavano per nulla l’infezione e questo ha contribuito agli alti tassi di morbilità e mortalità correlati alle ulcere peptiche3,17,19. L’H. pylori è stato preso in considerazione sin da allora, con una stima del 15-20% dei pazienti infetti che sviluppavano ulcera peptica. Nei paesi occidentali, tuttavia, queste percentuali si sono recentemente ridotte in modo significativo per la tendenza al ribasso dell’incidenza dell’infezione20. Il 90% delle ulcere duodenali non correlate all’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e l’80% delle ulcere gastriche non correlate ai FANS sono causate dall’H. pylori19. Tra i fattori coinvolti nell’ulcera peptica indotta da H. pylori ci sono le alterazioni della secrezione acida e degli ormoni gastrici, i fattori genetici e il tipo di gastrite indotta dal batterio17. Le ulcere gastriche sono ritenute essere il risultato del danno alla mucosa causato dall’H. pylori. Nei pazienti con ulcere duodenali, la mucosa del duodeno viene danneggiata dall’eccessiva produzione di acido. Le grandi quantità di acido sono la risposta dell’organismo a un anomalo rilascio di gastrina, causato dall’infiammazione della mucosa gastrica indotta dall’H. pylori. Nelle ulcere non correlate all’uso dei FANS, l’eradicazione dell’infezione ha portato nella maggior parte dei casi alla risoluzione della malattia ulcerosa peptica8. Il Consensus Statement del 1994 dei National Institutes of Health statunitensi consiglia la somministrazione di farmaci antiacidi in combinazione con una terapia antimicrobica nei pazienti positivi all’H. pylori, considerata l’accelerazione del processo di guarigione osservata con la somministrazione simultanea di questi medicinali3,17. La terapia di eradicazione dell’H. pylori non solo è vantaggiosa in termini di costi-benefici, ma riduce anche le recidive 37 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 37 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista della malattia ulcerosa peptica. Le attuali linee guida raccomandano la terapia di eradicazione nei pazienti affetti da ulcera peptica10. Carcinoma Gastrico Maggiormente prevalente negli uomini rispetto alle donne, il carcinoma gastrico è la seconda più comune causa di morte per cancro negli uomini, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 20%. Il maggior fattore di rischio noto per il carcinoma gastrico è l’H. pylori, che si sospetta sia la causa della malattia perché consente la trasformazione maligna delle cellule della mucosa gastrica. L’infiammazione cronica causata dall’infezione può portare ad alterazioni infiammatorie atrofiche all’interno dello stomaco, che risultano nell’espressione della ciclo ossigenasi-2 e nell’aumento delle prostaglandine. Queste alterazioni, oltre alle modifiche di tipo biochimico e morfologico, sono implicate nella trasformazione delle cellule della mucosa. Se è vero che l’H. pylori è un fattore di rischio, non esistono però sufficienti prove per suggerire che l’eradicazione del batterio prevenga l’insorgenza del carcinoma gastrico10,21. Linfoma gastrico MALT Diversi studi epidemiologici osservazionali, non randomizzati hanno suggerito l’H. pylori come causa del linfoma gastrico MALT (Mucosa-Associated Lymphoid Tissue, tessuto linfoide associato alle mucose). Tassi di regressione del tumore dal 60 al 90% sono stati riscontrati in pazienti sottoposti a terapia di eradicazione del batterio. Studi recenti, inoltre, suggeriscono che, con l’eradicazione dell’H. pylori, i tassi di recidiva a 5 anni del MALT di basso grado variano dal 3% al 13%10. Diagnosi Sottoporre routinariamente i pazienti a test per verificare l’infezione da H.pylori non è consigliabile perché Keywords non tutte le persone infette da H. pylori presentano H. pylori infezione da diagnosi, endoscopia, malattia attiva o sviluppatest rapido all’ureasi, no complicazioni. Le attuali esame istologico, linee guida raccomandano coltura microbiologica, di sottoporre a indagini diatest del respiro all’urea gnostiche i pazienti che premarcata, ricerca degli sentano o hanno avuto ulceantigeni dell’H. pylori re peptiche, nonché quelli nelle feci, test sierologici affetti da linfoma gastrico MALT, dispepsia non indagata o precedente interventi per early gastric cancer. Metodi di Indagine Diagnostica Gli esami per l’identificazione dell’H. pylori rientrano in una delle seguenti categorie: esami invasivi e non invasivi. Esami invasivi: includono l’endoscopia, il test rapido all’ureasi, l’esame istologico e la coltura microbioloKeyPoint gica. L’endoscopia aiuta a Le attuali linee guida diagnosticare la gastrite e raccomandano di consente la biopsia ma non sottoporre a indagini è in grado di visualizzare diagnostiche i pazienti l’H. pylori; viene quindi che presentano o impiegata in concerto con hanno avuto ulcere altre metodologie diagnopeptiche, nonché stiche per identificare l’inquelli affetti da fezione da questo batterio. linfoma gastrico Il test rapido all’ureasi MALT, dispepsia non indagata o precedente permette di rilevare la presenza dell’H. pylori in un interventi per early campione bioptico. Il tesgastric cancer. suto prelevato durante la biopsia viene immerso in un colorante che cambia colore, se positivo, in base all’aumento del pH. Il pH aumenta quando l’urea viene convertita in ammoniaca da parte dell’ureasi prodotta dall’H. pylori. Al fine di evitare risultati falsi negativi, i pazienti da sottoporre al test rapido all’ureasi andrebbero istruiti sul fatto che occorre evitare l’uso di H2 antagonisti nelle 24 ore precedenti all’esame, inibitori della pompa protonica (PPI) nelle 2 settimane precedenti e bismuto o antimicrobici nelle 4 settimane che precedono il test8,22. Il campione bioptico può inoltre essere sottoposto a esame istologico, che è estremamente sensibile e specifico ma richiede personale qualificato e i cui risultati possono variare da osservatore a osservatore. La coltura microbiologica presenta il vantaggio aggiuntivo di consentire i test di sensibilità batterica agli antibiotici. La coltura ha un’elevata specificità, ma la sua sensibilità è variabile8,22. Esami non invasivi: il test del respiro all’urea marcata (Urea Breath Test, UBT), la ricerca degli antigeni dell’H. pylori nelle feci e i test sierologici sono metodi non invasivi di diagnosi dell’infezione da H. pylori. Quando effettuato in combinazione con un pretrattamento a base di acido citrico e dosi di 13 C-urea non inferiori a 75 mg, il test del respiro all’urea marcata si è dimostrato estremamente affidabile. Questo metodo diagnostico altamente sensibile e specifico misura il quantitativo di anidride carbonica prodotta dalla conversione della 13C-urea a opera dell’H. pylori. La ricerca degli antigeni nelle feci fa uso degli anticorpi policlonali o monoclonali per rilevare la presenza degli antigeni dell’H. pylori; tra questi test, il saggio immuno-assorbente legato a un enzima (ELISA, Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay) è quello a più elevata precisione. Al fine di evitare risultati falsi negativi, i pazienti che devono sottoporsi al test del respiro all’urea marcata o alla ricerca degli antigeni nelle feci dovrebbero astenersi dall’assumere H2 antagonisti nelle 24 ore precedenti all’esame, PPI nelle 2 settimane precedenti e bismu- 38 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 38 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista to o antimicrobici nelle 4 settimane che precedono il test8,22. I test sierologici consistono nella ricerca nel sangue di anticorpi IgG specificamente diretti contro H. pylori per rilevarne l’infezione. Dato che gli anticorpi esistono per mesi dopo l’eradicazione dell’H. pylori, non si consiglia di usare i test sierologici per confermare l’avvenuta eradicazione del batterio. L’uso sempre meno frequente di questo tipo di metodologia diagnostica è probabilmente dovuto alla sua scarsa sensibilità e specificità18,22. Recenti linee guida suggeriscono che occorrono due test dall’esito positivo per poter porre la diagnosi di infezione da H. pylori, eccetto nel caso in cui vi sia presenza di ulcera duodenale, data la loro elevata associazione. Si raccomanda inoltre di eseguire un test ritardato quando l’endoscopia eseguita dopo un’emorragia acuta del tratto gastrointestinale superiore dà esito negativo. Il test ritardato - che include esame istologico o il test del respiro all’urea marcata – andrebbe eseguito entro 4-8 settimane dall’emorragia. Secondo le linee guida del Second Asian Pacific Consensus, il test non invasivo più preciso è quello del respiro all’urea marcata. È importante sottolineare che, a causa delle modifiche apportate dalla casa produttrice, che possono influenzare l’affidabilità di questo test, è necessaria una conferma di validità a livello locale22. Trattamento Tra le indicazioni per il trattamento dell’infezione da H. pylori si cita malattia ulcerosa peptica attiva, Keywords presenza in anamnesi di H. pylori infezione da malattia ulcerosa peptiterapia farmacologica, ca senza precedente tratfarmaci antisecretori, tamento per infezione da H2 antagonisti, H. pylori, linfoma gastrico inibitori della pompa MALT di basso grado, preprotonica, antibiotici, cedente resezione endoscobismuto, amoxicillina, pica di early gastric cancer claritromicina, e dispepsia non investigata. metronidazolo, Nei pazienti con emorrafluorochinoloni, gia gastrointestinale, il trattetraciclina, rifabutina, tamento dell’infezione ha lansoprazolo, mostrato di ridurre la peromeprazolo, centuale di risanguinamento pantoprazolo, del 17% rispetto a quanto rabeprazolo, ottenuto con il trattamento esomeprazolo esclusivamente mirato alla cura dell’ulcera. Nei pazienti senza emorragia sottoposti con successo a terapia di eradicazione dell’H. pylori, i tassi di remissione dopo 12 mesi sono circa del 97% nei pazienti con ulcera gastrica e del 98% in quelli con ulcera duodenale10. L’eradicazione dell’H. pylori è l’obiettivo primario della terapia nei pazienti positivi al batterio con ulcera attiva o precedentemente documentata 23. L’eradicazione guarisce l’ulcera, migliorando la sin- tomatologia dei pazienti. Una revisione Cochrane ha rilevato che l’eradicazione dell’H. pylori riduKeyPoint ce la recidiva di ulcere L’eradicazione dell’H. gastriche e duodenali 24 . pylori è l’obiettivo All’eradicazione del batprimario della terapia terio, inoltre, può essere nei pazienti positivi ai associata una riduzione del test. L’eradicazione rischio di sviluppare un carguarisce le ulcere, cinoma gastrico12. In base migliorando la al Maastricht Consensus sintomatologia dei Report, per i regimi di pazienti, riduce la trattamento dell’H. pylori recidiva di ulcere sarebbe ottimale ottenegastriche e duodenali e può essere associata re un tasso di eradicazione minimo dell’80%25. Questi a una riduzione del regimi, inoltre, dovrebbero rischio di sviluppare un carcinoma gastrico. minimizzare la resistenza antimicrobica. Agenti Farmacologici Farmaci antisecretori: gli H2 antagonisti sono associati a minori tassi di eradicazione e non dovrebbero quindi sostituire i PPI23. Ruolo dei PPI è di aumentare l’attività e stabilità antibiotica, aumentando il pH intragastrico23. L’H. pylori si riproduce quando il PPI aumenta il pH a 6 o più, condizione che rende il batterio più sensibile alla amoxicillina26. I PPI inibiscono la secrezione acida e sono più efficaci quando assunti da 30 a 60 minuti prima dei pasti. Antibiotici: nel trattamento dell’infezione da H. pylori vengono impiegati molti antibiotici dalle diverse caratteristiche. I sali di bismuto hanno un effetto antimicrobico topico23. L’amoxicillina inibisce la sintesi della parete cellulare batterica e ha un basso livello di resistenza. La claritromicina, un macrolide e forte inibitore del CYP3A4, si lega ai ribosomi e inibisce la sintesi proteica. È risaputo che i batteri possono sviluppare canali di efflusso per la claritromicina, impedendole di legarsi ai ribosomi; l’uso diffuso di questo farmaco per il trattamento delle infezioni delle alte vie respiratorie ha quindi portato a un aumento della resistenza alla claritromicina27. Il metronidazolo provoca delle rotture del DNA a doppia elica e porta alla morte cellulare. L’aumento del dosaggio e della durata d’impiego del metronidazolo può parzialmente risolvere il problema della resistenza al farmaco. Il metronidazolo inibisce il CYP3A4, il CYP2C9 e l’aldeide deidrogenasi (ALDH, Aldehyde Dehydrogenase). In presenza di alcol, l’inibizione porta a elevati livelli di acetaldeide nel sangue e a una reazione disulfiram-simile26. I fluorochinoloni provocano la morte cellulare inibendo la girasi, un enzima che serve per la duplicazione del DNA; l’uso eccessivo di fluorochinoloni, tuttavia, ha portato a un amento delle percentuali di resistenza, che in alcune aree raggiungono il 20%25,26. La tetraciclina inibisce la sintesi proteica e le percen- 39 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 39 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista tuali di resistenza sono basse. La rifabutina inibisce la RNA polimerasi DNA dipendente e l’avvio della trascrizione, impedendo la sintesi proteica. Regimi Farmacologici per l’Eradicazione dell’H. pylori Non esiste alcun farmaco che, singolarmente, sia in grado di raggiungere un tasso di eradicazione ottimale e la maggior parte dei regimi terapeutici include due antibiotici oltre a un PPI (Tabelle 1 e 2)10. La triplice terapia, più comunemente raccomandata per l’eradicazione dell’H. pylori, consiste in un PPI, 1 g di amoxicillina due volte al giorno e 500 mg di claritromicina due volte al giorno per 7-14 giorni27. Gli inibitori della pompa protonica lansoprazolo (30 mg), omeprazolo (20 mg), pantoprazolo (40 mg), rabeprazolo (20 mg) due volte al giorno e esomeprazolo (40 mg una volta al giorno) sono tutti efficaci ai fini del trattamento dell’H. pylori10. A oggi, il dexlansoprazolo non ha ricevuto l’indicazione per l’eradicazione di questo batterio. Nei pazienti allergici alla penicillina, il metronidazolo può sostituire l’amoxicillina. In origine, la triplice terapia raggiungeva percentuali di eradicazione pari al 90%; tali percentuali, tuttavia, sono scese al di sotto del 70-80% in alcune aree. Si pensa che la resistenza alla claritromicina sia il fattore che maggiormente contribuisce a questa tendenza28. Una metanalisi ha evidenziato una riduzione di quasi il 60% in presenza di resistenza alla claritromicina27. In aree con elevata resistenza alla claritromicina (>20%), la quadruplice terapia rappresenta un’opzione valida di terapia iniziale8. Questa consiste nella somministrazione di un PPI, 525 mg di bismuto, 250 mg di metronidazolo e 500 mg di tetraciclina, il tutto quattro volte al giorno per 10-14 giorni. Uno studio recente ha confrontato l’eradicazione dell’H. pylori tramite quadruplice terapia per 10 giorni rispetto all’impiego della triplice terapia con amoxicillina e claritromicina per 7 giorni (invece dei 14 giorni più frequentemente suggeriti). Il tasso di eradicazione per la quadruplice terapia era del 93%, contro il 68% della triplice terapia. La quadruplice terapia andrebbe considerata come terapia di prima linea nelle aree con elevata resistenza alla claritromicina29. Come regime iniziale, in alternativa alla triplice terapia, è stata proposta la terapia sequenziale (Tabella 2). Essa consiste in un PPI più 1 g di amoxicillina due volte al giorno per 5 giorni, seguiti da un PPI, 500 mg di claritromicina e metronidazolo due volte al giorno per altri 5 giorni. Il razionale dell’impiego della terapia sequenziale è che l’amoxicillina raramente promuove resistenza23. L’amoxicillina viene inizialmente impiegata per ridurre il carico batterico nello stomaco al fine di migliorare l’efficacia della claritromicina e del metronidazolo27. In una metanalisi di 10 studi randomizzati, la terapia sequenziale ha raggiunto un tasso di eradicazione del 93,4% contro il 76,9% della triplice terapia30. Se da un lato i Tabella 1 - Inibitori della pompa protonica (PPI) approvati per l’eradicazione dell’H. pylori Principio attivo Dosaggio Esomeprazolo Lansoprazolo Omeprazolo Pantoprazolo Rabeprazolo 40mgperosunavoltaalgiorno 30mgperosduevoltealgiorno 20mgperosduevoltealgiorno 40mgperosduevoltealgiorno 20mgperosduevoltealgiorno Fonte:referenzabibliografica10 risultati paiono promettenti, dall’altro la maggioranza dei dati che includono la terapia sequenziale sono arrivati da studi effettuati in Italia. Studi condotti in Thailandia, Spagna e a Taiwan hanno dimostrato l’efficacia della terapia sequenziale; altri studi, per contro, condotti a Panama, in Francia e in Corea non sono riusciti a dimostrare l’esistenza di una differenza significativa tra la triplice terapia standard e quella sequenziale31. Uno studio recente condotto in America Latina ha posto a confronto 14 giorni di triplice terapia e 10 giorni di terapia sequenziale; il tasso di eradicazione è stato dell’82,2% per la triplice terapia e del 76,5% per quella sequenziale32. Poiché la resistenza antimicrobica varia a livello geografico, occorrono nuovi studi che confermino la validità della terapia sequenziale nel tempo. La terapia sequenziale, inoltre, prevede l’uso simultaneo del metronidazolo e della claritromicina per l’eradicazione dell’H. pylori. Il fallimento del trattamento con tale regime può portare allo sviluppo di resistenza a uno o a entrambi i farmaci e limitare l’impiego di altri regimi per i trattamenti di seconda linea28. La levofloxacina può giocare un ruolo nel trattamento iniziale e rappresenta un’opzione per la terapia di seconda linea28. I tassi di eradicazione variano dal 72% al 96%; la resistenza alla levofloxacina, tuttavia, è in aumento, soprattutto nei paesi con un elevato consumo di fluorochinoloni. Per il momento, si raccomanda l’uso della levofloxacina solo nelle aree con nota bassa resistenza ai fluorochinoloni31. Conferma dell’Eradicazione Si raccomanda di confermare l’eradicazione dell’infezione da H. pylori nei pazienti sottoposti a un intervento per early gastric cancer, in quelli che hanno avuto un’ulcera associata al batterio o linfoma gastrico MALT, nonché nei pazienti i cui sintomi persistono dopo il trattamento 8. Per ottenere tale conferma si può ricorrere al test del respiro all’urea marcata o alla ricerca degli antigeni dell’H. pylori nelle feci, da eseguire almeno 4 settimane dopo il completamento della terapia8. L’uso di PPI va interrotto prima dell’esecuzione del test del respiro per evitare risultati falsi positivi17. Il test del respiro all’urea marcata ha mostrato una sensibilità del 94% e una specificità del 95%; la ricerca degli antigeni 40 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 40 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Tabella 2 - Regimi terapeutici per il trattamento dell’infezione da H. pylori Triplice Quadruplice Sequenziale Claritromicina+amoxicillina+PPI Claritromicina+metronidazolo+PPI Levofloxacina+amoxicillina+PPI Rifabutina+amoxicillina+PPI Bismuto+metronidazolo+tetraciclina+PPI PPI+amoxicillinaper5gg,seguitidaPPI+claritromicina+metronidazoloper5gg PPI:inibitoredellapompaprotonica Fonte:referenzebibliografiche8,10,22,24 nelle feci, invece, si è dimostrata meno sensibile e meno specifica 25. L’endoscopia rappresenta un mezzo alternativo di conferma dell’eradicazione del batterio. Una volta eradicato l’H. pylori, non è più necessario proseguire la terapia antisecretoria di mantenimento per prevenire sanguinamenti ricorrenti delle ulcere peptiche33. Gestione dell’Insuccesso Terapeutico Il fallimento della terapia di eradicazione dell’H. pylori viene suggerito quando i sintomi persistono o ricorrono entro 14 giorni dalla fine del trattamento iniziale23. Una scarsa adesione al regime farmacologico proposto, resistenza antimicrobica, uso di FANS e fumo sono i fattori associati all’insuccesso terapeutico23. Gli antibiotici non usati inizialmente per combattere l’infezione da H. pylori andrebbero impiegati per trattare i casi di insuccesso terapeutico. Dopo diversi cicli di terapia per l’eradicazione dell’H. pylori non andati a buon fine, un’ulcera viene considerata refrattaria alla terapia23. Si raccomanda di sottoporre i pazienti refrattari alla terapia a endoscopia per confermare la mancata guarigione di un’ulcera, escludere diagnosi di malignità e valutare lo stato dell’infezione da H. pylori. Nei pazienti nei quali l’infezione da H. pylori persista e si ritenga appropriata l’eradicazione, andrebbe considerata la possibilità di ottenere una coltura e di determinare la sensibilità dell’H. pylori. La levofloxacina o la rifabutina - un farmaco antitubercolare - possono essere combinati con un PPI e l’amoxicillina per il trattamento dell’infezione da H. pylori nei pazienti oggetto di insuccesso terapeutico 8. Studi condotti sul trattamento con rifabutina hanno mostrato un tasso di eradicazione pari al 79% per la terapia di terza linea28. Questo farmaco, tuttavia, è associato a resistenza al Mycobacterium tuberculosis8. Il furazolidone, un derivato del nitrofurano, ha efficacia antibatterica contro i batteri Gram negativi. Combinato con l’amoxicillina o la levofloxacina e un PPI, il trattamento con furazolidone nella terapia di eradicazione di terza linea o successive porta a tassi di eradicazione compresi tra il 57% e il 65%; il farmaco non è però più disponibile negli Stati Uniti, a causa dei suoi effetti collaterali12,28. Linee Guida Attualmente vengono usate due principali linee guida: il Maastricht Consensus Report (MCR) e l’American College of Gastroenterology Clinical Guideline (ACGCG) sull’infezione da H. pylori. L’MCR raccomanda la triplice terapia con un PPI, claritromicina e amoxicillina o metronidazolo per 14 giorni. Se la resistenza alla claritromicina è inferiore a una percentuale compresa tra il 15 e il 20%, la triplice terapia viene suggerita come trattamento iniziale. Nei ceppi suscettibili, la combinazione PPI, claritromicina e metronidazolo ha avuto un tasso di eradicazione del 97%, rispetto all’88% della combinazione PPI, claritromicina e amoxicillina; i tassi di eradicazione per H. pylori resistente alla claritromicina sono crollati al 50 e 18%, rispettivamente; nel caso di H. pylori resistente al metronidazolo, invece, le percentuali di eradicazione erano del 72 e 97%, rispettivamente. La quadruplice terapia contenente bismuto rappresenta un’alternativa per la terapia iniziale; se non impiegata in tal senso, è comunque il trattamento di seconda linea preferito. La quadruplice terapia ha ottenuto un tasso di eradicazione del 64%. Levofloxacina e rifamicina vengono elencati come trattamenti di terza linea e si incoraggia l’esecuzione di test di sensibilità25. L’ACGCG raccomanda l’uso della triplice terapia con un PPI, claritromicina e amoxicillina o metronidazolo per 14 giorni. La triplice terapia protratta per 14 giorni ha una confermata superiorità rispetto al trattamento della durata di 7 giorni. La quadruplice terapia con un PPI o un H2 antagonista, bismuto, metronidazolo e tetracicline per 10-14 giorni è quella preferita nei pazienti trattati in precedenza con un antibiotico macrolide o in quelli con accertata allergia alla penicillina10. Nella quadruplice terapia, i PPI hanno una maggiore efficacia rispetto agli H2 antagonisti nei pazienti con ceppi di H. pylori resistenti al metronidazolo. La terapia sequenziale necessita di convalida negli Stati Uniti prima che l’ACGCG ne raccomandi l’uso come terapia iniziale. Il trattamento dei pazienti con infezione da H. pylori persistente include la quadruplice terapia per 7-14 giorni o la triplice terapia con levofloxacina per 10 giorni; quest’ultima, tuttavia, richiede anch’essa conferma negli Stati Uniti10. 41 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 41 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Trattamento degli Effetti Collaterali La terapia di eradicazione dell’H. pylori è associata a un numero statisticamente più significativo di eventi avversi rispetto al trattamento antisecretorio, con placebo o a nessun trattamento, il tutto in base a quanto rilevato da una review Cochrane24. Il 22% dei pazienti nel gruppo di eradicazione dell’H. pylori ha sofferto di effetti collaterali, contro l’8% del gruppo di confronto. Nausea, vomito, dolori addominali, cefalea e diarrea sono i più comuni effetti collaterali associati al trattamento dell’H. pylori. L’uso di metronidazolo e claritromicina può causare alterazioni del gusto. Poiché il metronidazolo può provocare una reazione disulfiram-simile quando combinato con l’alcol, ai pazienti andrebbe consigliato di sospendere il consumo di bevande alcoliche. La tetraciclina è associata a fotosensibilità e può causare decolorazione dei denti nei bambini. Il bismuto è associato ad annerimento delle feci e della lingua. La levofloxacina riporta un’avvertenza circa il possibile aumento del rischio di tendiniti, che potrebbe non risolversi con la sospensione dell’uso del farmaco28. Durante o dopo il trattamento può insorgere candidosi vaginale. Mentre i PPI possono alterare la biodisponibilità dei farmaci somministrati per via orale a causa di un aumento del pH intragastrico e alcuni PPI inibiscono la via epatica del CYP2C19, una revisione dei database della FDA ha rilevato limitate interazioni farmacologiche con i PPI. La FDA, tuttavia, raccomanda di evitare la co-somministrazione di clopidogrel e omeprazolo o esomeprazolo, perché la loro combinazione può ridurre l’efficacia del clopidogrel23. Probiotici I probiotici sono organismi microbici vivi che possono parzialmente normalizzare Keywords la flora intestinale. È stato dimostrato che i probiotici H. pylori infezione da riducono il rischio di effetti terapia farmacologica, collaterali associati al tratterapia antitamento dell’H. pylori 34. Helicobacter effetti Inoltre, sono state riporindesiderati, probiotici tate elevate percentuali di eradicazione del batterio28. Gli effetti dei probiotici sui tassi di eradicazione e sugli eventi avversi sono KeyPoint stati esaminati in una metaI probiotici sono analisi a opera di Tong e organismi microbici coll.34. Il tasso di eradicavivi che possono zione per la triplice terapia parzialmente più probiotici è stato dell’ normalizzare la flora 83,6%, rispetto al 74,8% intestinale. È stato della triplice terapia senza dimostrato che i probiotici. Nella stessa probiotici riducono meta-analisi, i probiotici il rischio di effetti avevano un impatto positicollater ali associati al vo sulla diarrea e sulle altetrattamento dell’H. pylori. razioni del gusto34. Aderenza alla Terapia Molteplicità di farmaci, elevata frequenza di somministrazione, effetti collaterali e costi sono tutti aspetti che Keywords influenzano negativamenH. pylori infezione da te l’aderenza alla terapia23. aderenza terapeutica, Una scarsa aderenza è assoH. pylori infezione da ciata a resistenza antibiotica counseling, H. pylori e a più bassi livelli di erainfezione da ruolo del dicazione; è quindi essenfarmacista ziale sottolineare l’importanza di portare a termine il trattamento esattamente secondo quanto prescritto28. Il documentare le istruzioKeyPoint ni impartite ai pazienti può rivelarsi importante ai fini Una scarsa aderenza del miglioramento dell’adealla terapia è associata a resistenza renza. antibiotica e a più bassi livelli di eradicazione; è quindi essenziale sottolineare l’importanza di portare a termine il trattamento esattamente secondo quanto prescritto. Il ruolo del farmacista Efficacia, resistenza antibiotica, costi, profilo degli effetti collaterali, allergie e semplicità di somministrazione andrebbero presi in considerazione al momento di scegliere un regime terapeutico personalizzato per un paziente affetto da H. pylori. La quadruplice terapia con bismuto potrebbe essere il trattamento di scelta quando sono i costi il fattore più importante da tenere in considerazione; questo, tuttavia, è il regime più ampio e complesso da gestire23. I pazienti affetti da malattia ulcerosa peptica dovrebbero eliminare o ridurre stress, consumo di sigarette, alcol, FANS e altri farmaci associati a rischio di dispepsia, nonché evitare alimenti e bevande che contribuiscono a peggiorare i sintomi della dispepsia o dell’ulcera. Il farmacista dovrebbe valutare il consumo da parte del paziente di alcol e contraccettivi orali e fornirgli una consulenza adeguata. Gli antibiotici possono ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali. Andrebbero verificate anche eventuali allergie e il tipo di reazione alla penicillina. Occorre che il farmacista spieghi perché si combinano antibiotici e farmaci antiulcera, quando e come assumere i farmaci, quali effetti collaterali aspettarsi e l’importanza dell’aderenza al trattamento prescritto. Quando i pazienti conoscono bene la propria malattia e l’importanza di rispettare il regime terapeutico proposto, si evidenziano chiari miglioramenti tanto nell’aderenza alla terapia quanto nell’eradicazione dell’infezione28. I pazienti dovrebbero rivolgersi al proprio medico in caso di sangue nelle feci, vomito o dolori addominali o se i sintomi persistono o si ripresentano dopo la terapia di eradicazione dell’H. pylori. L’eradicazione di questo batterio offre ai farmacisti un ruolo ben definito. 42 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 42 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Bibliografia 1. Hajdu SI. Nobel laureate pathologists. Ann Clin Lab Sci. 2009;39: 196-198. 2. Warren JR, Marshall B. Unidentified curved bacilli on gastric epithelium in active chronic gastritis. Lancet. 1983;321:1273-1275. 3. NIH Consensus Development Panel on Helicobacter pylori in Peptic Ulcer Disease. Helicobacter pylori in peptic ulcer disease. JAMA.1994;272:65-69. 4. Yamaoka Y. 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H. pylori eradication therapy vs. antisecretory non-eradication therapy (with or without long-term maintenance antisecretory therapy) for the prevention of recurrent bleeding from peptic ulcer. Cochrane Database Syst Rev. 2004;(2):CD004062. 34. Tong JL, Ran ZH, Shen J, et al. Meta-analysis: the effect of supplementation with probiotics on eradication rates and adverse events during Helicobacter pylori eradication therapy. Aliment Pharmacol Ther.2007;25:155-168. 43 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 43 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista Schede di informazione al paziente L’HelicobacterÊ pylori Cos’è l’Helicobacter pylori? L’Helicobacter pylori (noto anche come H. pylori o HP) è un batterio che si trova frequentemente nello stomaco. Questo batterio nella maggior parte dei casi non dà sintomi alle persone, ma in alcuni casi l’H. pylori può causare patologie del tratto gastrointestinale quali gastrite, ulcere e, talvolta, cancro allo stomaco. Non è noto perché alcuni pazienti sviluppino queste malattie e altri no. I sintomi causati dall’H. pylori La gastrite causata dall’H. pylori spesso è asintomatica. in alcuni pazienti si presentano però numerosi sintomi legati alla gastrite o all’ulcera peptica, quali: • dolore o fastidio (specie nella parte superiore dell’addome), • sensazione di pienezza dopo quantità modiche di cibo, • gonfiore addominale, • assenza di appetito, • nausea o vomito, • feci scure, • ulcere, con conseguente diminuzione dei globuli rossi ematici e sensazione di affaticamento. ancor meno comunemente la gastrite cronica causa anomalie della mucosa dello stomaco e può portare ad alcune forme di cancro. È raro che si sviluppi un tumore come conseguenza dell’infezione da H. pylori, ma il fatto che moltissime persone siano infettate da questo batterio comporta che l’infezione da H. pylori sia considerata una causa significativa del tumore allo stomaco. La diagnosi di H. pylori esistono numerosi test diagnostici per l’infezione da H. pylori. i più comuni sono: Test sul sangue: riconoscono la presenza di proteine specifiche (anticorpi) che il sistema immunitario produce come conseguenza dell’infezione. Test sul respiro: i test sul respiro prevedono che il paziente debba bere una speciale soluzione contenente una sostanza che reagisce in presenza di H. pylori. si misurano quindi nel respiro i prodotti ottenuti. Test sulle feci : sono disponibili dei test che rico- noscono la presenza di H. pylori nelle feci. Chi deve fare il test per H. pylori? Devono effettuare il test per verificare l’infezione da H. pylori le persone che presentano i sintomi prima elencati ed eventualmente persone asintomatiche ma che hanno familiarità per il tumore dello stomaco. La terapia dell’H. pylori Numerosi farmaci, in associazione tra loro, sono utili per guarire l’infezione da H. pylori. È importante considerare che alcuni di essi sono antibiotici, per cui è necessario, se si inizia il trattamento, seguirlo in maniera diligente per evitare l’insuccesso della terapia (si parla in questo caso di resistenza dei batteri al farmaco). il medico o il farmacista ti potranno spiegare come funzionano queste terapie. TIMBRO FARMACIA L’Helicobacter pylori - Ultimo aggiornamento 14/03/2013. NOTA. Le informazioni fornite hanno lo scopo di informare ed educare ma non possono in alcuna maniera sostituire la valutazione medica, il consiglio, la diagnosi o il trattamento prescritti da medico o farmacista. I contenuti presentati vengono revisionati periodicamente e quando nuove informazioni mediche sono disponibili. Sul foglietto illustrativo presente nella confezione del farmaco o del prodotto che sta assumendo troverà tutte le informazioni complete al riguardo. # OF_01-2013_01.indd 44 12/04/13 18.31 Questionario ECM di valutazione apprendimento - Corso 1 - Modulo 1 Gestione dei più comuni sintomi durante la transizione alla menopausa Scegliereunasolarispostaperognidomanda. Per superare il test è necessario rispondere correttamente almeno al 75% delle domande (7 su 9) Attenzione: l’ordine delle domande e delle risposte non corrisponde necessariamente all’ordine delle domande e delle risposte del questionario disponibile online (come da nuova normativa ECM FAD). 1. o o o o 2. o o o o 3. o o o o 4. o o o o 5. o o o o 6. Qual è l’età media per l’insorgenza della menopausa? a.45anni b.48anni c.51anni d.55anni o o o o Quale dei seguenti NON rappresenta un fattore che può causare un abbassamento dell’età di entrata in menopausa? a.l’abitudinedelfumo b.malattieautoimmuni c.bassovaloredell’indicedimassacorporea(BMI) d.consumodialcol Da un punto di vista ormonale, qual è il primo segno misurabile dell’invecchiamento riproduttivo? a.unaumentodeilivellidiFSH b.aumentateconcentrazionidegliestrogeni c.unariduzionedeilivellidiLH d.unariduzionedelrilasciodiFSH Quale dei seguenti è un sintomo principale della menopausa? a.irritabilità b.vampatedicalore c.sudorazionenotturna d.tuttelerisposteindicate Quale delle seguenti complicanze in gravidanza NON aumenta considerevolmente il rischio dopo i 40 anni di età? a.interruzionespontaneadellagravidanza b.bambinoaffettodasindromediDown c.ipertensionegravidica d.bassopesoallanascita 7. o o o o 8. o o o o 9. o o o o La terapia ormonale sostitutiva (TOS) prevede la somministrazione di: a.progestinicidasoli b.estrogenidasoli c.estrogenidasolioestrogenieprogestiniciin associazione d.fitoestrogeni Quale dei seguenti principi attivi si è dimostrato efficace nel trattamento dei sintomi vasomotori? a.venlafaxina b.paroxetina c.gabapentina d.tuttiiprincipiattiviriportati Quale delle seguenti affermazioni sulla terapia dell’atrofia vaginale NON corrisponde a verità? a.ancheseidatisulledonneinperimenopausa sonolimitati,ilubrificantivaginalipossonoaiutare adalleviarelasecchezzavaginale b.incasoditerapiaestrogenicalocalenonsussistonoirischilegatiallaTOSsistemica c.incasodiatrofiavaginaleedellavulvalaterapiaestrogenicarisultaefficace d.laterapiaestrogenicalocaleèpreferibileper ledonnechelamentanoesclusivamentedisturbi urogenitali Una perdita involontaria di urina mentre si tossisce, starnutisce o durante l’esercizio fisico o un’altra attività in cui aumenta la pressione intra-addominale è caratteristica di quale tipo di incontinenza? a.incontinenzadastress b.incontinenzadaurgenza c.vescicaiperattiva d.incontinenzamista Questionario ECM di valutazione apprendimento - Corso 1 - Modulo 2 Disfunzione erettile Scegliereunasolarispostaperognidomanda. Per superare il test è necessario rispondere correttamente almeno al 75% delle domande (7 su 9) Attenzione: l’ordine delle domande e delle risposte non corrisponde necessariamente all’ordine delle domande e delle risposte del questionario disponibile online (come da nuova normativa ECM FAD). 1. o o o o Quale delle seguenti patologie rappresenta un fattore di rischio per la disfunzione erettile (DE)? a.malattiecardiovascolari b.diabetemellito c.malattiadiPeyronie d.tuttelepatologieriportaterappresentanoun fattoredirischioperlaDE 2. o o o o Quale delle seguenti patologie è una causa neurogena della DE? a.ictus b.ipertiroidismo c.malattiedemielinizzanti d.sial’ictussialemalattiedemielinizzantisono causeneurogenedellaDE 45 # Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 45 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista 3. In una situazione di emergenza dopo quante ore un paziente che ha assunto il sildenafil può essere trattato con un nitrato? a.5ore b.12ore c.8ore d.24ore o o o o 4. Quale delle seguenti condizioni caratterizza un livello di rischio cardiovascolare elevato? o a.anginainstabile o b.aritmieadaltorischio o c.rivascolarizzazionecoronaricaeffettuatacon successo o d.sial’anginainstabilesialearitmieadalto rischiorappresentanocondizionidirischio cardiovascolareelevato 5. L’alprostadil è un vasodilatatore sintetico identico a quale delle seguenti molecole? o a.ossidonitrico o b.prostaglandinaE1 o c.adenosinamonofosfatociclico(AMPc) o d.guanosinamonofosfatociclico(GMPc) 6. Quale delle seguenti sostanze ha dimostrato dei miglioramenti dei parametri indicativi della funzionalità erettile? o a.yohimbina o b.ginsengrossocoreano o c.trazodone o d.ginkgobiloba 7. Quale degli inibitori PDE-5 ha la durata d’azione più lunga? a.tadalafil b.sildenafil c.vardenafil d.nessunodegliinibitoriPDE-5riportati o o o o 8. Quale dei seguenti parametri costituisce un rischio cardiovascolare basso nel trattamento della DE? o a.ipertensionearteriosacontrollata o b.anginalievestabile o c.infartodelmiocardiononcomplicato o d.tuttelecondizioniriportatecostituisconoun rischiocardiovascolarebasso 9. Quale delle seguenti affermazioni indica un vantaggio nell’utilizzo della pompa a vuoto per il trattamento della DE? o a.èeconomica o b.nonpresentaeffettiindesideratisistemici o c.èunaterapiaefficace o d.tutteleaffermazioniriportateindicanoun vantaggiodellepompeavuoto Questionario ECM di valutazione apprendimento - Corso 1 - Modulo 3 Recenti progressi nel trattamento della psoriasi Scegliere una sola risposta per ogni domanda. Per superare il test è necessario rispondere correttamente almeno al 75% delle domande (7 su 9) Attenzione: l’ordine delle domande e delle risposte non corrisponde necessariamente all’ordine delle domande e delle risposte del questionario disponibile online (come da nuova normativa ECM FAD). 1. o o o o Quale percentuale della popolazione soffre di psoriasi? a.dall’1al3% b.dal3al6% c.dal6al9% d.piùdel9% 2. o o o o La psoriasi è a.unamalattiaautoimmune b.undistuboreumatico c.unaformadieczema d.unamalattiaematologica 3. Quale tra le seguenti categorie di farmaci può scatenare o aggravare la psoriasi? a.calcioantagonisti b.beta-bloccanti c.steroidisistemici d.tuttelerisposteindicate o o o o 4. o o o o 5. o o o o 6. o o o o Quale tra i seguenti fattori ha minore probabilità di scatenare o aggravare la psoriasi? a. climicaldi b.climifreddi c.lesionicutanee d.infezioni Quale delle seguenti condizioni mediche non è normalmente associate con la psoriasi? a.ulcerapeptica b.coronaropatia c.edemapolmonare d.epatitevirale Per quanto tempo occorre evitare la gravidanza dopo trattamento con acitretina? a.6mesi b.1anno c.3anni d.5anni 46 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 46 12/04/13 18.31 ObiettivOFarmacista 7. o o o o 8. o o L’utilizzo di _________ è limitato a causa delle sue proprietà coloranti. a.antralina b.tazarotene c.acidosalicilico d.urea Quale farmaco presenta sia proprietà cheratolitiche sia emollienti? a.acidosalicilico b.urea o o c.antralina d.acidigrassi 9. Quale trattamento è al momento il più utilizzato per la psoriasi? a.corticosteroidi b.cheratolitici c.derivatidellavitaminaA d.analoghidellavitaminaD o o o o Questionario ECM di valutazione apprendimento - Corso 1 - Modulo 4 Considerazioni cliniche sul trattamento dell’infezione da H. pylori Scegliere una sola risposta esatta per ogni domanda. Per superare il test è necessario rispondere correttamente almeno al 75% delle domande (7 su 9) Attenzione: l’ordine delle domande e delle risposte non corrisponde necessariamente all’ordine delle domande e delle risposte del questionario disponibile online (come da nuova normativa ECM FAD). 1. o o o o L’infezione da H. pylori si contrae, tipicamente: a.inetàadulta b.ingerendocibicontaminati c.vivendoinareesuburbane d.durantel’infanzia 2. Quale delle seguenti rappresenta una potenziale complicazione della gastrite indotta da H. pylori? a.ulcerapeptica b.linfoma c.carcinomagastrico d.tuttelepatologieelencatesonopotenzialicomplicazionidellagastriteindottadaH.pylori o o o o 3. o o o o 4. o o o o 5. o o o o Al fine di evitare risultati falsi negativi, i pazienti che devono sottoporsi al test del respiro all’urea marcata dovrebbero astenersi dall’assumere PPI quanto tempo prima? a.2giorni b.2settimane c.1mese d.2mesi 6. o o o o 7. o o o o 8. o o o Quale dei seguenti è considerato un esame non invasivo? a.testsierologici b.esameistologico c.colturamicrobiologica d.testrapidoall’ureasi o Qual è l’obiettivo primario della terapia nei pazienti positivi all’H. pylori? a.eradicazionedell’H.pylori b. rallentare il processo di cicatrizzazione delle ulcere c.prevenzionedeisintomi d.riduzionedelsanguinamentogastrointestinale o o o o 9. Quale dei seguenti esami è il più idoneo per confermare l’avvenuta eradicazione dell’H. pylori? a.testrapidoall’ureasi b.testsierologici c.testdelrespiroall’ureamarcata d.ricercadegliantigenidell’H.pylorinellefeci Quale dei seguenti principi attivi può interagire in modo significativo con l’alcol? a.metronidazolo b.claritromicina c.amoxicillina d.tetraciclina Dispensando i farmaci per la terapia dell’infezione da H. pylori quale delle seguenti informazioni il farmacista dovrebbe dare al paziente? a.spiegarel’importanzadiaderireallaterapia b. spiegare come, perché e quando assumere i farmaciprescritti c. discutere gli effetti collaterali dei farmaci prescritticonilpaziente d. tutte le informazioni riportate sono da comunicarealpaziente Quale delle seguenti reazioni NON è stato osservata con la somministrazione dei probiotici aggiunti alla terapia dei pazienti positivi all’H. pylori? a.aumentodeltassodieradicazionedell’H.pylori b.impattopositivosulladiarrea c.normalizzazionedellamicroecologiaintestinale d.aumentodellealterazionidelgusto 47 Gennaio/Febbraio 2013 OF_01-2013_01.indd 47 12/04/13 18.31 OBIETTIVO FARMACISTA® Piano editoriale 2013 Corso Crediti ecm Titolo corso/Periodo Corso pubblicazione Corso 1 12 crediti Corso 2 12 crediti Corso 3 26 crediti Nuoviapprocciterapeuticie diagnosticiaiprincipalidisturbi trattatidalfarmacistaerelativo counselingalpaziente-Parte1/ Primotrimestre Nuoviapprocciterapeuticie diagnosticiaiprincipalidisturbi trattatidalfarmacistaerelativo counselingalpaziente-Parte2/ Secondotrimestre Nuoviapprocciterapeuticie diagnosticiaiprincipalidisturbi trattatidalfarmacistaerelativo counselingalpaziente-Parte3/ Terzoequartotrimestre Titolo modulo didattico Titolo modulo didattico Modulo 1 - Gestione dei più comuni sintomi durante la transizione menopausale Modulo 2 - Disfunzione erettile Modulo 3 - Psoriasi, terapie e trattamento dell’infezione da H. Pylori Modulo 4 - Considerazioni cliniche sul counseling del farmacista Modulo 1 - Prevenzione delle malattie da esposizione solare Modulo 2 - Complicanze cardiovascolari nel diabete Modulo 3 - Osteoartrosi farmaceutica Modulo 4 - Aggiornamenti di normativa Modulo 1 - Malattie da raffreddamento nell’età pediatrica Modulo 2 - Enfisema Modulo 3 - La cosmesi nel trattamento della pelle adolescente Modulo 4 - Fitocosmesi e fitoterapia in dermatologia e cosemtologia Modulo 5 - Integratori alimentari nella donna Modulo 6 - Integratori alimentari nell’anziano 4 Modulo 7 - Integratori alimentari nel controllo del peso Modulo 8 - Integratori alimentari e benessere cutaneo 5 Fascicolo 1 2 3 COLOFON edizione di Anno 10 · Numero 1 · Gennaio/Febbraio 2013 · Periodico bimestrale · Editore e provider ECM Sanitanova S.r.l. Accreditamento n. 12 del 7/2/2013 · Costo Abbonamento comprensivo di accreditamento ECM 169 e/anno (iva inclusa) Costo copia: 15e · Registrazione del Tribunale di Milano n. 109 del 21/02/2006 · Direttore Responsabile Paolo Sciacca Revisione Scientifica Dr. Maurizio Barbieri, Dr. Alessandro Pizzocaro, Prof. Paolo Pigatto, Dr. Luca Elli, Dr. Ralf Zahn · Traduzione International Service · Redazione Paola Liverani · Progetto grafico Francesca Tedoldi · Impaginazione Francesco Montonati · Amministrazione e abbonamenti Sanitanova s.r.l., Via Cherubini, 6 - 20145 Milano, tel 02/89692182 fax 02/89692500 · Stampa Cierre Grafica, Via Ciro Ferrari, 5 Caselle di Sommacampagna (VR). · Copyright 2010 by Sanitanova, Milano. La riproduzione totale o parziale, anche a scopo promozionale o pubblicitario, di articoli, note, tabelle, dati, etc. pubblicati su Obiettivo Farmacista® deve essere preventivamente autorizzata dall’Editore. 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