-MSGR - 05_LATINA - 41 - 05/03/17-N: 41 Domenica 5 Marzo 2017 www.ilmessaggero.it Latina Asl, arriva la rivoluzione digitale Dati dei pazienti informatizzati e disponibili per tutti gli operatori ` SANITÀ Per vedere il sistema a regime «ci vorrà ragionevolmente il 2019» ma per i percorsi di cura e la rivoluzione digitale della Asl «siamo già ai blocchi di partenza». Parole di Giorgio Casati, commissario della Asl, intervenuto al secondo dei “Dialoghi sulla sanità pontina”, il progetto di formazione e confronto tra azienda sanitaria, giornalisti e avvocati. Un finanziamento da 1,8 milioni di euro è la novità emersa ieri, insieme agli sviluppi del progetto sulla “presa in carico” dei pazienti e la valutazione sulla base dei risultati. È grazie ai soldi che arriveranno dal Ministero, però, che si metterà a punto un progetto destinato a una nuova piattaforma di comunicazione. Circa 600.000 euro andranno al potenziamento dei sistemi già utilizzati sulle isole per la telemedicina, il resto a mettere a punto un sistema nel quale far confluire i dati di ciascun paziente e quindi il fascicolo elettronico di tutti coloro che entrano in contatto con le strutture sanitarie della provincia. Dal medico di base all’ospedale, dall’ambulatorio all’hospice. «Questo non solo consentirà di avere la situazione di ciascuno sotto controllo in qualsiasi punto d’accesso dell’offerta sanitaria della nostra azienda - ha spie- UN FASCICOLO ELETTRONICO E ANCHE UNA CHAT PER I PROFESSIONISTI NEL PERCORSO DI “PRESA IN CARICO” gato Casati - ma implementeremo anche un sistema di comunicazione via chat tra professionisti, in modo che possano confrontarsi anche così». Di ciascun paziente ci saranno non solo le diagnosi e le terapie, ma anche gli esami strumentali e la diagnostica per immagini. Lo specialista che sta a Latina, per esempio, potrà aprire il fascicolo e consultare l’ecografia fatta a Formia. In attesa del fascicolo elettronico nazionale, è un primo e significativo passo. Ci vorrà tempo «ma siamo partiti». Stesso discorso per quanto riguarda il nuovo modello di base dell’azienda che punta a valutare le performance non più dal punto di vista quantitativo, ma sulla base di una serie di indicatori che partono dal momento in cui il cittadino che ha un bisogno di salute entra in contatto con la struttura, fino alla sua dimissione e poi alle attività che seguono a domicilio. «Immaginiamo una valutazione multidimensionale dall’accessibilità al rischio clinico, dalla presa in carico alla dimissione. Soprattutto - ha aggiunto - dovremo fare in modo di usare tutti lo stesso linguaggio e tempistica standard, così avremo un sistema di indicatori valido, ma per fare questo non è sufficiente metterlo su carta, dire quello che voglio fare, ma farlo». Altra novità? «Il budget assegnato per percorso, non per struttura». Dal manager anche l’invito a guardare l’azienda da un altro punto di vista «comprendo che si resti al piano terra, alle emergenze quotidiane, ma forse è il caso di prendere l’ascensore e cominciare a salire, o guardiamo il sistema dall’alto o non decolla». Giovanni Del Giaccio © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commissario Asl, Giorgio Casati, e un archivio di cartelle cliniche Il falso, gli errori, la corsa ai rimedi: quando la cartella clinica sparisce LE STORIE C’è la cartella clinica fatta a pezzi, quella dove il medico dice di non essere in grado di eseguire un intervento, ma anche quella senza le indicazioni degli esami e terapie svolte. Di queste si saprà solo in un processo, quando l’azienda chiamata in causa dirà che le cose «benché non riportate in cartella» sono state eseguite. Per non parlare del documento per il quale la Asl afferma che «è rammaricata ma è andato perduto». In attesa del fascicolo elettronico e della rivoluzione digitale, l’argomento affrontato ieri nel corso dei “Dialoghi sulla sanità pontina” - organizzati in collaborazione con “Progetto futuro” - era appunto quello sulla «incompletezza e smarrimento della cartella clinica». Documento fondamentale, del quale si è parlato - dibattito moderato dall’avvocato Renato Mattarelli sotto aspetti diversi. Stefano Savino, ex primario e anche direttore sanitario per un periodo al “Goretti”, Gianfranco Giacomini, della direzione e medico legale e la sua collega Maria Pia Tacconi, hanno sottolineato l’importanza di redigere per TRA I CASI CITATI ANCHE UN DOCUMENTO FATTO A PEZZI E RICOSTRUITO COME UN PUZZLE bene la cartella che è «un documento pubblico e tracciabile - ha detto Giacomini - tanti colleghi sostengono che ce l’abbiamo con loro, in realtà dobbiamo verificare l’operato e siamo dalla loro parte se fanno le cose per bene, altrimenti ne pagano le conseguenze». Poco prima Savino aveva raccontato l’episodio di una cartella fatta a pezzi «me la consegnò un collega, ricostruimmo il puzzle e segnalammo la cosa alla Asl e alla Procura». La documentazione, fra l’altro, serve a tutelare anzitutto i medici, quando si finisce in sede giudiziaria. «Una cartella ben fatta è a vantaggio del medico - ha spiegato la Tacconi - più è completa, più è facile effettuare verifiche». Ma se in un intervento per emorroidi - come è stato ricordato ieri - scrivi semplicemente una riga e mezza L’inchiesta Terra, maggioranza coesa: «L’indagine? Pure illazioni» APRILIA Sventolano la bandiera del garantismo, quando in campagna elettorale rivendicavano legalità e trasparenza, definiscono «temi di pura illazione» un’indagine della Procura di Latina e ribadiscono, senza neanche troppi argomenti, «il pieno sostegno al Sindaco Antonio Terra, per continuare l’azione di governo della Città di Aprilia e l’attuazione del programma sottoscritto con i cittadini». Questo in estre- ma sintesi il contenuto di una nota stampa che le liste civiche di maggioranza (Forum per Aprilia, Aprilia Domani, Terzo Polo, L’Altra Faccia della Politica, Rete dei Cittadini, Unione Civica, Insieme per Aprilia) hanno inviato nel tardo pomeriggio di ieri. Un documento congiunto prodotto dopo ben 48 ore dai fatti. «Le liste civiche si dichiarano tranquille e fiduciose sulle azioni da intraprendere serenamente in sede di eventuale giudizio, nonché piena fiducia sul lavoro degli inquirenti. - Sostie- ne unita la maggioranza - Parallelamente, - tuonano - si dichiarano indignate dalla campagna diffamatoria messa già in campo da esponenti politici di opposizione che intendono avviare il confronto su temi di pura illazione, anziché confrontarsi su programmi e terreni di ben altra natura, inaugurando così di fatto una campagna elettorale le cui premesse rappresentano più di una pericolosa avvisaglia populistica. Le liste civiche prendono fortemente le distanze da questo modo diffamatorio SINDACO Antonio Terra, primo cittadino di Aprilia DURO DOCUMENTO CONTRO LE OPPOSIZIONI «CAMPAGNA DIFFAMATORIA» LA REPLICA: «AVETE FALLITO, A CASA» di costruire campagne pseudoelettorali, prima ancora di avere la contezza dei fatti». Non si fa attendere per fortuna l’intervento delle opposizioni, «Trovo avvilente il contenuto del comunicato stampa prodotto dalla maggioranza - dice la consigliera Carmen Porcelli che chiede le e poi chi l’ha subito ha un problema, finisce in rianimazione e muore, chiaro che quella cartella diventa un boomerang. Gli avvocati Roberta Magnani ed Eugenia Magno hanno trattato i casi pratici, finiti quindi in Tribunale. «Non si può dire che è smarrita la cartella - ha spiegato Magnani - perché l’onere spetta all’ospedale ovvero all’azienda che in quel caso è inadempiente e tra l’altro non mette il paziente in grado di conoscere la sua storia in caso di ulteriori interventi». A proposito di smarrimento la Magno ha citato una storia legata proprio alla Asl di Latina che non ha prodotto il materiale ed è stata condannata. «Ma sono molteplici i casi che vediamo - ha spiegato la docente di medicina legale Carla Vecchiotti capisco la fretta, la necessità di seguire tanti pazienti, non la superficialità». Il presidente dell’Ordine dei medici, Giovanni Righetti, ha sottolineato la necessità di inserire un esame rigidissimo nel corso di studi proprio dedicato alla tenuta della documentazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA dimissioni - è chiaro che giocare sull’equivoco è utile a chi ha davvero sempre fatto del populismo l’atteggiamento culturale e politico della propria azione amministrativa. Quello che sfugge a molti, soprattutto a chi deve difendere la propria poltrona o mantenere quella compagine di governo in auge, è che qui non si tratta di essere garantisti o meno, si tratta di capire come vengono gestite le risorse del comune; se la magistratura dovesse confermare quelle accuse, le risorse dei cittadini verrebbero gestiste in maniera cialtronesca e senza di controllo». «Alla luce di sei anni di amministrazione fallimentare - commenta invece il Pd - la tanto decantata legalità e onestà incarnati nel progetto “Rinascimento per Aprilia” restano belle parole, ci aspettiamo ora delle spiegazioni chiare nel prossimo Consiglio comunale». Raffaella Patricelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Patenti “facili”, il poliziotto ammette i raggiri ma nega la corruzione GIUDIZIARIA Un lungo interrogatorio, nel quale ha parzialmente ammesso di aver parlato di patenti “facili” ma non di aver percepito soldi, mentre ha negato di aver approfittato del problema di salute che lo teneva lontano dalla Questura di Latina per portare avanti l’attività dell’autoscuola. È stato sentito ieri per rogatoria nel carcere romano di Regina Coeli l’agente Mario Pitò, in servizio fino a qualche giorno fa alle “volanti” e nel frattempo sospeso. Al giudice Vilma Passamonti, che domani trasmetterà il verbale ai colleghi di Velletri dove è stata chiesta e otte- nuta la misura cautelare, l’avvocato Fabio Frasca che assiste l’ex assessore e consigliere comunale di Nettuno non ha presentato istanze. Lo farà domani, sempre a Velletri, chiedendo la scarcerazione o al limite gli arresti domiciliari. I fatti contestati a Pitò risalgono alla metà del 2015 e non è MARIO PITÒ ASCOLTATO A REGINA COELI DOMANI IL SUO LEGALE PRESENTA ISTANZA DI SCARCERAZIONE A VELLETRI certamente un soggetto pericoloso dal punto di vista sociale. Si vedrà cosa ne pensa il giudice che ha firmato l’ordinanza, contestando al poliziotto falso, truffa, corruzione e anche di traffico di influenze «In quanto – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Velletri – sfruttando relazioni esistenti con funzionari in servizio presso la motorizzazione civile si faceva consegnare indebitamente la somma di 4000 euro, promettendo l’intermediazione presso costoro al fine di far ottenere la patente di guida a due soggetti extracomunitari, senza che ciò avesse poi luogo». Rispetto alla truffa Pitò ha spiegato che la certificazione in suo possesso non prevedeva di stare a casa, a letto, e che lui anche per una questione finanziaria dava “una mano” alle attività di famiglia, sparse tra Nettuno, Latina e Pomezia. L’indagine è stata portata avanti dagli uomini della squadra mobile di Latina che hanno scoperto il comportamento del collega delle “volanti” indagando su un episodio di tentato omicidio, nel quale Pitò è estraneo. Da alcune telefonate, però, e da successive intercettazioni ambientali, si è arrivati al presunto raggiro con le patenti di guida. Insieme a Pitò è finito agli arresti anche Antonio Pizzi, funzionario del Dipartimento della Motorizzazione Civi- Mario Pitò, ieri l’interrogatorio le, che con il titolare dell’autoscuola avrebbe pattuito un corrispettivo in denaro per ogni candidato da esaminare nel corso delle sessioni per il conseguimento della patente di guida, formando conseguentemente falsi verbali attestanti il superamento della prova pratica di guida. Sette i casi accertati, ma altra documentazione è al vaglio degli investigatori dopo le recenti perquisizioni. -TRX IL:04/03/17 20:38-NOTE: © RIPRODUZIONE RISERVATA