Teoria Geometrica della Diffrazione ¾ Il fenomeno della diffrazione ‐ principio di Huygens‐Fresnel; ‐ teorema di Kirchhoff; ¾ Diffrazione da knife‐edge: il Raggio Diffratto ¾ Diffrazione da wedge perfettamente conduttore ‐ il cono di Keller; ‐ coefficienti GTD / UTD; UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Il principio di Huygens-Fresnel ¾Il fenomeno della diffrazione può essere introdotto e descritto a partire dal principio di Huygens o delle “sorgenti sorgenti secondarie secondarie” : noto il fronte d d’onda onda F all all’istante istante t, è possibile ricostruire il successivo fronte d’onda F’ all’istante t+dt supponendo che gli elementi di superficie dS di F siano eccitati ad emettere contemporaneamente onde sferiche f con la velocità v dell’onda;; l’inviluppo pp di tali onde secondarie all’istante t+dt costituisce il fronte d’onda F’ allo stesso istante. S1 Q e− jβ0r0 e − jβ0 s dU(R) = K (χ ) ⋅ A ⋅ ⋅ ⋅ dΣ r0 s χ ro s T R Po e − jβ0r0 e − jβ0 s ⋅ dΣ U(R ) = ∫ K (χ ) ⋅ A ⋅ r s 0 Sf Sfera K(χ) è un fattore che ipotizza una dipendenza dall'angolo χ di inclinazione illustrato in figura g UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Il teorema di Kirchhoff (1/2) n̂ Q χ r d r ρ ¾ Detta Ψ la generica componente del generico campo, in una regione omogenea priva di sorgenti: Metodo della r ∂G ∂Ψ ⎞ ⎛ funzione Green ∇ 2 Ψ − σ2 Ψ = 0 ⎯⎯ ⎯ ⎯di⎯ ⎯ ⎯→ Ψ (r ) = ∫ ⎜ Ψ ⋅ − G⋅ ⎟dS ∂n ∂n ⎠ S⎝ nel caso in figura quindi P r r r r' O S r Ψ (r ) = − S∞ ∂G ∂Ψ ⎞ ⎛ Ψ ⋅ − G ⋅ ⎟dS ∫ ⎜⎝ ∂n ∂n ⎠ SUS∞ ¾Fatte le seguenti ipotesi: ‐ d , ρ >> λ ‐ Mezzo senza perdite M dit ‐ lim r ⋅ r →∞ (5) Campo in Q 644744 8 − jβ 0 d r jβ e e − jβ0 ρ Ψ (r ) = F (ϑ ,ϕ ) ⋅ ⋅ ⋅ (1 + cos χ ) dS 4π S∫ d ρ ∂Ψ = lim r ⋅ Ψ = 0 r →∞ ∂n ‐ G(ρ) = − 1 e − σρ 4π ρ ‐ S = sup. d’onda UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA K (χ ) = jβ ⋅ (1 + cos χ ) 4π C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Il teorema di Kirchhoff (2/2) ¾ In presenza di un ostacolo l’integrale deve essere limitato alla porzione di fronte d’onda non intercettata dall’ostacolo stesso. r jβ Ψ( r ) = 4π d SA ρ P e − jβ 0 (d + ρ ) F(ϑ, ϕ) ⋅ ⋅ (1 + cos χ ) dS d⋅ρ SA ∫ Il campo su SA può essere approssimato con ‐ i valori che si avrebbero in assenza dell’ostacolo (approssimazione di Kirchhoff); ‐ i valori che si avrebbero con schermo infinito (approssimazione di Bethe) ¾L’espressione integrale così ricavata permette di risolvere in linea di principio qualunque problema di diffrazione. diffrazione Occorre di volta in volta determinare la superficie SA sulla quale calcolare l’integrale per il calcolo del campo. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Knife-Edge Diffraction (1/3) ¾ Onda piana incidente su un semipiano completamente assorbente disposto perpendicolarmente alla direzione di propagazione (incidenza normale): Einc (x, y, z )⎫ − jβ x = A ⋅ e ⎬ 0 Hinc (x, y, z )⎭ r E in = E 0 e − jkx y ∞ ∞ E(x, y,0 )⎫ jβ e − jβrR (1 + cos χ ) ⋅ ⇒ dz' dy' ⎬ = A0 4π rR H(x, y,0 )⎭ 0 −∞ d′ dz ∫∫ ¾ Supponendo x >> λ e sapendo che le sorgenti secondarie (z’, y’) che danno un contributo significativo al campo ricevuto in (x,y,0) sono solo quellee pe que per z ≈ qua qualche c e λ (p (primee zone o ed di Fresnel es e (5)) rR = x + (y − y' ) + (z' ) ≈ ρR 2 E(x, y,0 )⎫ jπ 4 A e = ⋅ ⎬ 0 H(x, y,0 )⎭ 2 2 dy′ χ r ( x, y, 0 ) z ( z')2 + 2ρR ⇓ e − jβρ R β ∞ dy' ⋅ ∫ (1 + cos χ ) ⋅ 2π 0 ρR UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA x ⎛⎜ ρ = x 2 + (y − y' )2 ⎞⎟ ⎝ R ⎠ C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Knife-Edge Diffraction (2/3) ¾ Applicando il metodo della fase stazionaria per la risoluzione dell’integrale, e’ possibile [5] : [5] ottenere la seguente soluzione per il campo ricevuto l l l y > 0 (Regione illuminata) E(x, y,0 )⎫ − jπ e − jβρ − 1 1 + cos θ − jβ x 4 + A0 ⋅ e ⋅ ⋅ ⋅ ⎬ = A0 ⋅ e H(x, y,0 )⎭ ρ 2πβ 2sinθ y y < 0 (Shadow Region) E(x, y,0 )⎫ − jπ e − jβρ − 1 1 + cos θ 4 ⋅ ⋅ ⋅ ⎬ = A0 ⋅ e H(x, y,0 )⎭ ρ 2πβ 2sinθ Onda Piana Incidente ( ρ, θ ) x Confine d’ombra • θ > 0 se y > 0 • θ < 0 se y < 0 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Knife‐Edge Diffraction (3/3) y Onda Piana Incidente ( ρ, θ ) x Confine d’ombra d ombra E(x, y,0 )⎫ − jπ e − jβρ − jβ x 4 A0 ⋅ e ⋅ U(θ) + A 0 ⋅ e ⋅ ⋅ D(θ) ⎬=1 4 4 2 4 4 3 H(x, y,0 )⎭ ρ 144 42444 3 Onda Piana ( solo per θ > 0) Onda Cilindrica Diffratta Onda Cilindrica Diffratta ¾La presenza del knife‐edge genera un’onda diffratta che nelle ipotesi fatte risulta essere un’onda cilindrica ¾Le superfici d’onda sono perciò dei cilindri aventi per asse il bordo superiore del knife‐ edge ⇒ e’ allora possibile definire i Raggi Diffratti che si propagano dal bordo dell’ostacolo dell ostacolo in direzione radiale. radiale ¾ D(θ) = − 1 1 + cos θ ⋅ : Coefficiente di Diffrazione 2πβ 2sinθ UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Osservazioni: ¾ La possibilità di estendere l’ottica geometrica al fenomeno della diffrazione fin qui mostrata e’ sottoposta ai seguenti vincoli e limitazioni: 1) Approccio scalare alla teoria della diffrazione (Huygens‐Fresnel); 2) Onda incidente piana; 3) Incidenza normale; 4) Ostacolo O l assimilato i il ad d un knife‐edge k if d trasversalmente l illi i illimitato; 5) Ricevitore lontano dal “confine d’ombra del raggio diretto” (D(0)=∞) ¾ Tali ipotesi di lavoro assai raramente risultano verificate in situazioni reali di diffrazione. E’ quindi opportuno generalizzare l’approccio fin qui seguito in modo da estendere la descrizione a raggi della diffrazione a situazioni più realistiche UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione La legge della Diffrazione (1/2) L’estensione dell’Ottica Geometrica alla categoria dei Raggi Diffratti e’ stata introdotta da J. B. Keller nel 1961 e si articola nei seguenti 2 seguenti assunti[6] : I. Si generano uno o più raggi diffratti ogniqualvolta un raggio dell’OG classica (diretto o riflesso) incide su uno spigolo o un vertice; II Per ogni cammino diffratto vale il Principio di Fermat (Estensione del principio di II. Fermat al fenomeno della diffrazione) Cono di Keller Raggio Incidente Legge della diffrazione: il raggio diffratto e quello incidente giacciono da parti opposte rispetto al piano ⊥ allo spigolo e passante per il punto di diffrazione; gli angoli che tali raggi formano con lo l spigolo l (angolo ( l di d incidenza d e angolo l di d di d diffrazione) d ff ) sono dati dalla “legge di Snell per la diffrazione”: ni ⋅ sinθi = nd ⋅ sinθd ⇒ Se i raggi si propagano nello stesso mezzo, θd=θι; ⇒ Ogni raggio incidente genera una infinità di raggi diffratti ∈ alla superficie laterale di un cono (cono di Keller) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione La legge della Diffrazione (2/2) La legge della Diffrazione (2/2) S P’ QD P ¾Supponendo nd= ni = cost ⇒ il cammino diffratto e’ costituito da due segmenti rettilinei aventi un estremo nel punto di diffrazione QD ( SQD e PQD ); ¾Supponendo spigolo rettilineo, si ruoti il piano contenente lo spigolo e il punto P attorno allo spigolo stesso finché non contiene il punto S. Tale rotazione non ha alterato ne’ la lunghezza del segmento PQD ne’ l’angolo che tale segmento forma con lo spigolo ¾Dopo la rotazione, rotazione S P P’ e lo spigolo appartengono allo stesso piano ⇒ il minimo cammino ottico e’ dato dalla legge della riflessione ⇒ θd=θi OSSERVAZIONE: la OSSERVAZIONE l legge l d ll diffrazione della diff i può ò essere ricavata i risolvendo i l d le l equazioni i i di Maxwell M ll nell caso di onda d piana i i id incidente su di [7] uno spigolo rettilineo . Il campo ricevuto nel generico punto P risulta essere dato dalla sovrapposizione di 3 onde: l’onda diretta, l’onda riflessa (eventualmente nulle) e un’onda diffratta che risulta essere cilindrica per incidenza normale, conica per incidenza obliqua (→ cono di Keller) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Il Campo Diffratto (1/2) P ŝ O’ ¾ Campo diffratto ⇒ espansione in serie di Luneberg‐Kline Alta frequenza ⇒ solo termine per m=0 β0 n̂ r rd r r r e − jβ Ψ d ( r ) rd rd E ( r ) = A (r ) ⋅ ⎯⎯ ⎯ ⎯ ⎯ ⎯→ E (s ) = E (O') ⋅ Equazioni di β Maxwell QD β0’ ρ1d ⋅ ρd2 ⋅ e − jβ s d d ρ1 + s ⋅ ρ2 + s ( )( ) ρ1d, ρ2d = raggi agg d di cu curvatura atu a de dell’onda o da d diffratta atta so sono o dat dati da dallee distanze delle caustiche dell’onda diffratta dall’origine O’ dell’asse delle ascisse curvilinee s’ ŝ' S ( ) ⇒ conviene scegliere O’≡Q (ρ d=0 ⇒ ‐ Una caustica coincide sempre con lo spigolo(9) D 2 espressione più semplice). ‐ Conservazione Energia nel tubo di flusso: E Conservazione Energia nel tubo di flusso: Ed(O (O’)) → ∞ per O per O’→ QD ( ρ2d → 0 ) ( 0) ‐ Poiché Ed(s) non puo’ dipendere dalla scelta dell’origine del riferimento, non può che essere: lim O' →QD ρ d2 →0 ( ) [ ] ri vd d E (o') ⋅ ρ2 = Nro FINITO ≡ E (QD ) ⋅ D UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA rd ri E (s) = E (QD ) ⋅ D ⋅ A ρd, s ⋅ e − jβs ( ) C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Il Campo Diffratto (2/2) i ⎡Eβd0 ⎤ ⎡Ds 0 ⎤ ⎡Eβ '0 (QD )⎤ d − jβ s ( ) ⋅ A s , ρ ⋅ e ⎢ ⎥ ⎢ Ed ⎥ = − ⎢ ⎥ Ei (Q ) 0 D φ ⎣ ⎦ ⎣ φ' D ⎦ h ⎣ ⎦ ŝ φ̂ β̂0 β̂'0 ŝ' φ̂' Principio del campo locale: Il campo associato al raggio diffratto dipende dalle proprietà elettromagnetiche e geometriche dell dell’oggetto oggetto in un intorno del punto di diffrazione e dalle proprietà del campo incidente nel punto di diff i diffrazione UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Spreading Factor ( ) A ρ ,s = ¾ Espressione generale del fattore di divergenza(9) : d ρd s ⋅ ρd + s ( ) ¾ ρd (distanza della caustica dell’onda diffratta da QD) dipende in generale dalla curvatura dell dell’onda onda incidente, dal raggio di curvatura dello spigolo nel punto QD e dagli angoli di incidenza e diffrazione; in generale: 1 1 n̂ ⋅ (ŝ'−ŝ ) = − ρd ρe ρg ⋅ sin2β'0 ¾ Caso particolare: straight edge: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA ‐ ρe : curvatura onda incidente ‐ ρg : curvatura edge ⎧ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ A (s, s') = ⎨ ⎪ ⎪ ⎪ ⎪ ⎩ 1 s per onda incidente piana o conica 1 s ⋅ sinβ0 per onda incidente cilindrica s' per onda incidente sferica s ⋅ (s + s') C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Coefficienti di Diffrazione (1/5) Region I ¾ ISB : Incidence Shadow Boundary (Confine d’ombra (Confine d ombra del Raggio Diretto) del Raggio Diretto) RSB : Reflection Shadow Boundary (Confine d’ombra del Raggio Riflesso) Source Region II ¾ R R I : diretto + riflesso + diffratto I : diretto + riflesso + diffratto R II : diretto + diffratto R III : diffratto Region III Y S(ρ’,φ φ’) P(ρ,φ) WA = (2‐n) π γ=∞ X Ipotesi: ¾spigolo perfettamente conduttore trasversalmente illimitato di ampiezza WA (0 ≤ n ≤ 2) ¾sorgente lineare infinita parallela allo spigolo e percorsa da corrente costante ( J = I0 iz ) Onda incidente cilindrica (piana) e incidenza normale UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Coefficienti di Diffrazione (2/5) Coefficienti di Diffrazione (2/5) Limitandosi al caso di conduttore elettrico perfetto, risolvendo le equazioni di Maxwell per il sistema considerato e tenendo in debito conto le condizioni al contorno imposte dal conduttore ( Etang=0 , Hnorm=0 ) e’ possibile ottenere (9) la seguente espressione per il campo totale ricevuto nel generico punto P: Soft Polarization Hard Polarization ((Sorgente Elettrica) g ) ((Sorgente Magnetica) g g ) ωμI0 ⎧r = = − ⋅ G(β, ρ, ρ' , φ, φ') îz E E î zz ⎪ 4 ⎨r 1 r r H = − ∇ ×E ⎪ jωμ ⎩ ωεI0 ⎧r ⋅ G(β, ρ, ρ' , φ, φ') îz = = H H î zz ⎪ 4 ⎨r 1 r r E = ∇ ×H ⎪ jωε ⎩ G(β,ρ,φ,φ’) : opportuna funzione di Green. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Coefficienti di Diffrazione (3/5) ( / ) ¾ A partire da tali espressioni per il campo totale ed applicando il metodo SDP (Steepest Descent Method)) nella versione modificata di Pauli‐Clemmow, e’ p possibile ottenere la seguente espressione del solo campo diffratto [8] : Soft polarization : Soft polarization − jβρ rd − j(βρ ' − π ) ωμI0 2 e s 4 ⋅ D (β, ρ, φ, φ' , n ) ⋅ E =− ⋅ ⋅e iîz 4 πβρ' ρ Hard polarization : Hard polarization r d ωεI0 − j(βρ ' − π ) 2 e − jβρ h 4 H = ⋅ ⋅e ⋅ D (β, ρ, φ, φ' , n) ⋅ iîz 4 πβρ' ρ (Ev d = η Hd × ŝ) r rd − j(βρ ' − π ) ωεI0 2 e − jβρ ˆ h 4 E =η ⋅ ⋅e ⋅ D (β, ρ, φ, φ' , n) ⋅ îϕ 4 πβρ' ρ ¾ Confrontando rtali espressioni con la relazione r generale Ed (s ) = Ei (QD ) ⋅ D ⋅ A (ρd, s ) ⋅ e − jβs UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA Ds , Dh Coefficienti di Diffrazione C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Coefficienti di Diffrazione (4/5) ¾ Coefficienti di Kouyoumjian‐Pathak (Uniform Theory of Diffraction) − jπ D s,h 4 (ρ, φ, φ' , n ) = − e 2n 2 πβ ⎧⎪⎛ ⎡ π + ξ− ⎤ ⎡ π − ξ− ⎤ + − ⎜ ⋅ ⎨ cot ⎢ ⋅ F βρ β g ξ + cot ⎢ ⋅ F βρ β g− ξ − ⎥ ⎥ ⎪⎩⎜⎝ ⎣ 2n ⎦ ⎣ 2n ⎦ [ [ ( )] [ ( )] ⎠ ( )]⎞⎟⎟⎫⎪⎬ [ ⎛ ⎡ π + ξ+ ⎤ ⎡ π − ξ+ ⎤ + + − + + Δ ⋅ ⎜ cot ⎢ ⋅ F βρ g ξ + cot ⎥ ⎢ ⎥ ⋅ F βρ g ξ ⎜ ⎣ 2n ⎦ ⎣ 2n ⎦ ⎝ Soft polarization : Δ = ‐1; Hard polarization : Δ = +1; ( )]⎞⎟⎟ + ⎠ ⎪⎭ ξ‐ = φ − φ’ ξ+ = = φ + φ’ ¾ La funzione F (funzione di transizione) garantisce la continuità dei coefficienti sui confini d ombra d’ombra F[βρg± (ξ ± )] = 2 j βρg± (ξ ± ) e ( ) jβρ ⋅ g± ξ± [ [ ∞ ∫ e − jτ dτ 2 ( ) βρ ⋅ g± ξ± UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA ] ] ⎛ g + = 1 + cos ξ m − 2nπN + ⎞ ⎜ ⎟ ⎜ g − = 1 + cos ξ m − 2nπN − ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ N ± ∈ Z che meglio soddisfano le seguenti equazioni ⎟ ⎜ ⎟ + m ⎜ 2nπN − ξ = + π ⎟ ⎜ 2nπN − − ξ m = − π ⎟ ⎝ ⎠ C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Coefficienti di Diffrazione (5/5) Coefficienti di Diffrazione Lontano dai confini d’ombra F≈1 ⇒ coefficienti di diffrazione di Keller ((Geometrical Theoryy of Diffraction) D s (ρ, φ, φ' , n ) = D s (ρ, φ, φ' , n ) = −e − jπ 4 n 2 πβ −e − jπ 4 ⎡ 1 1 n ⋅ ⎢⎢ − − ⎞ cos π − cos ⎛ ξ + ⎢ cos π − cos ⎜⎛ ξ ⎟ ⎜ n n n ⎢⎣ ⎝ n⎠ ⎝ ⎤ ⎥ ⎥ ⎞⎥ ⎟ ⎠ ⎥⎦ ⎡ 1 1 n ⋅ ⎢⎢ + − ⎞ cos π − cos ⎛ ξ + ⎢ cos π − cos ⎛⎜ ξ ⎜ n ⎟ n n ⎝ ⎝ n⎠ ⎣⎢ ⎤ ⎥ ⎥ ⎞⎥ ⎟ ⎠ ⎥⎦ ( ) ⋅ sin π ( ) ⋅ sin π n 2 πβ UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA ( ) ( ) ( ) ( ) C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Esempio Hi Ei φ’ = 45 ( ,φ) P(10, θ UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Incidenza Obliqua − jπ ⎧⎛ ⎡ π + ξ− ⎤ ⎡ π − ξ− ⎤ −e 4 s ,h + − − − ⎞ ⎜ [ ( ) ] [ ( )]⎟⎟ + D (ρ, φ, φ' , n ) = ⋅ cot ⋅ F β Lg ξ + cot ⋅ F β Lg ξ ⎨ ⎢ ⎢ ⎥ ⎥ ' ⎜ 2n 2 πβ ⋅ sin (β 0 ) ⎩⎝ ⎣ 2n ⎦ ⎣ 2n ⎦ ⎠ ⎛ ⎞⎫ ⎡ π + ξ+ ⎤ ⎡ π − ξ+ ⎤ + + − + ⎟⎟ ⎬ [ ( ) ] [ ( ) ] + Δ ⋅ ⎜⎜ cot ⎢ ⋅ F β Lg ξ + cot ⋅ F β Lg ξ ⎥ ⎢ 2n ⎥ 2 n ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎝ ⎠⎭ ⎧s ⋅ sin2 (β'0 ) Onda Incidente Piana ⎪ ⎪ ' ⎪⎪ s ⋅ sin(β0 ) ⋅ s'⋅sin(β0 ) Onda Incidente Cilindrica L=⎨ s + s' ⎪ ⎪ 2 ' ⎪ s ⋅ s'⋅sin (β0 ) Onda Incidente Sferica o Conica ⎪⎩ s + s' UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Conclusioni ¾ Lo studio e ll’analisi analisi di un sistema elettromagnetico può sempre essere condotto in linea di principio risolvendo le equazioni di Maxwell e calcolando così i campi E e H in ogni punto della regione di interesse; ¾ In molti casi pratici tuttavia si adotta un approccio a raggi allo studio della propagazione, più semplice ed intuitivo; la propagazione dell’onda EM dal trasmettitore al ricevitore viene descritta p per mezzo di raggi gg ottici che interagiscono g con l’ambiente reale di propagazione generando riflessioni, trasmissioni (Ottica Geometrica Classica) e diffrazione (Teoria Geometrica della Diffrazione); ¾ La traiettoria di ogni raggio viene determinata per mezzo delle leggi della riflessione (riflessione speculare), della trasmissione (legge di Snell) e della diffrazione (cono di Keller). L’andamento del campo ‐ e quindi della potenza ‐ lungo un raggio viene determinato per mezzo dei coefficienti di riflessione, trasmissione e diffrazione. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffrazione Multipla (1/5) ¾ Ipotesi : ‐ trattazione scalare; ‐ spigoli paralleli; ‐ sorgente puntiforme (onda sferica) ¾ Tubo di flusso infinitesimo ⇒ superfici ≈ piane lati del “cuneo” ≈ uguali (r, ρ) θ0 S r0 θ< 0 A Onda incidente sferica ⇒ onda diffratta generica B ρ r dAρ A (ρ1, ρ2 , s ) = dA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA ρ1 ⋅ ρ2 (ρ1 + s) ⋅ (ρ2 + s) In particolare ρ1 = ρ essendo una delle due caustiche coincidente col segmento AB C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffrazione Multipla (2/5) r0 S β2 β1 A A B β2 β2 dAρ dA B β1 β1 ρ C r I triangoli BAS e BCA sono evidentemente uguali ⇒ ρ2 = r0+ρ A= ρ ⋅ (r0 + ρ) (ρ + s) ⋅ ((r0 + ρ) + s) E(r0 + r ) = E(ρ) ⋅ ρ ⋅ = ρ + s =r ρ ⋅ (r0 + ρ) r ⋅ (r0 + r ) (r0 + ρ) ⋅ e- jβ(r - ρ ) ⎯⎯⎯→ E(r ) 0 ρ →0 { r ⋅ (r0 + r ) e E0 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA − jβr0 r0 e − jβ(r + r0 ) - jβ r ⋅D ⋅ ⋅ e = E0 ⋅ D ⋅ r ⋅ (r0 + r ) r0r (r0 + r ) r0 C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffrazione Multipla (3/5) S θ0 r0 A r1 D θ< 0 B C dAρ ρ A (ρ, ρ2 , s ) = ρ ⋅ ρ2 (ρ + s) ⋅ (ρ2 + s) dA r Triangoli DSC e DC’C Triangoli DSC e DC C sono uguali sono uguali r1 r0 S β2 β1 α2 D D α2 α2 A C’ B C α1 ρ2 = r0 + r1 + ρ dAρ dA C α 1 α1 ρ r UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA A= ρ ⋅ (ρ + r0 + r1 ) r ⋅ (r0 + r1 + r ) C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffrazione Multipla (4/5) Diffrazione Multipla (4/5) E(r0 + r1 + r ) = E(ρ ) ⋅ ρ ⋅ (r0 + r1 + ρ) ⋅ e- jβ(r - ρ ) ⎯⎯⎯→ E(r + r ) ⋅ D ⋅ 0 1 2 ρ →0 r ⋅ (r0 + r1 + r ) (r0 + r1 ) ⋅ e- jβr r ⋅ (r0 + r1 + r ) Per quanto visto per la singola diffrazione: e − jβ (r1 + r0 ) E(r0 + r1 ) = E0 ⋅ D1 ⋅ r0r1(r0 + r1 ) e − jβ(r0 + r1 + r ) E(r0 + r1 + r ) = E0 ⋅ D1 ⋅ D2 ⋅ r0r1r (r0 + r1 + r ) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffrazione Multipla (5/5) ¾ E’ possibile generalizzare al caso di n edges paralleli consecutivi: Scelta ll’origine origine delle s sull sull’ultimo ultimo edge (ρ1 = ρ = 0) : rn‐1 r1 A= r0 (r0 + r1 + r2 + ... + rn −1 ) r ⋅ (r0 + r1 + r2 + ... + rn −1 + r ) r R 1 2 E(R ) = E0 D1D2 ...Dn ⋅ e − jβ(r0 + r1 + r2 +...+ rn−1 + r ) r0r1r2 ...rn −1r ⋅ (r0 + r1 + r2 + ... + rn −1 + r ) n ¾ Limiti del modello: ‐ spigoli reciprocamente orientati in maniera arbitraria; ‐ scelta dei valori Li per i ≥ 2; ‐ multipla diffrazione nella regione di transizione: Slope Diffraction[[9]]: ⎡ ⎤ 1 1 ∂Ei s , h i s , h E = ⎢E (QD ) ⋅ D + d ⎥ ⋅ A ⋅ e − jβ s ; jβ s' ∂φ' Q ⎢ ⎥ ⎣ ⎦ D d UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA s,h d ∂Ds,h : coeff. di Slope Diffraction = ∂φ' C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Diffusione ¾Le pareti degli edifici non sono mai piane infinitamente estese, ne’ gli spigoli sono trasversalmente illimitati ⇒ il numero di raggi generati da una parete reale per riflessione e diffrazione (da spigolo e da vertice) e’ talmente elevato che una descrizione dettagliata di ogni contributo non e’ praticamente gestibile; ¾Le pareti ¾L ti degli d li edifici difi i non sono maii omogenee e lisce li ⇒ la l disomogeneità di ità dei d i materiali t i li e la rugosità superficiale determinano una ridistribuzione della potenza incidente anche in direzioni diverse da quella speculare; Tutti tali contributi generano complessivamente il campo diffuso dalla parete p p ¾ Come valutare il campo diffuso? ((es. RCS[10] + Physical y Optics p [11], RCS + Coeff. Rugosità g equivalente, q , ...)) E’ possibile definire un Raggio Diffuso? (non vale per la diffusione il principio del campo locale…) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione Conclusioni ¾In ambiente reale non sempre ee’ trascurabile il contributo di raggi che raggiungono il ricevitore dopo aver subito multiple diffrazioni (es. raggio Over Roof Top). La valutazione di tali contributi non e’ immediata, poiché l’onda che si propaga dopo la prima diffrazione non ee’ sempre riconducibile ad una delle tipologie canoniche (piana, sferica, cilindrica). Inoltre, qualora il cammino diffratto si propaghi all’interno della regione di transizione occorre considerare anche il termine aggiuntivo di Slope Diffraction; ¾Le pareti degli edifici non sono mai piane omogenee ed infinitamente estese, ne’ gli spigoli sono trasversalmente illimitati. La potenza complessivamente incidente su di una parete reale viene pertanto diffusa praticamente in tutte le direzioni (diagramma di scattering). L proprietà Le i tà intrinseche i ti h del d l meccanismo i di diffusione diff i ( (non e’’ un fenomeno f l l ) non locale) permettono una facile estensione dei modelli a raggi al fenomeno dello scattering. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DI ELETTRONICA INFORMATICA E SISTEMISTICA C. Piersanti , F. Fuschini – Diffrazione