scheda3 - Palazzo d`Accursio - Ambiente

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La geologia a Bologna….. altro?
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L’ Appennino emiliano-romagnolo è una catena montuosa “giovane” che ha iniziato a formarsi circa 35 milioni di anni fa ed è tuttora in evoluzione, come testimoniato dalla continua
sismicità.
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Questo affresco ci riporta al sisma del maggio 2012 e al suo triste bilancio: 29 vittime, 300
feriti e danni ingenti. Si tratta di due terremoti diversi dal punto di vista dei meccanismi di
generazione ma che testimoniano la sismicità dell’Emilia-Romagna.
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Percorrendo la scala che porta al primo piano di Palazzo d’Accursio, potrete ammirare l’affresco la Madonna del Terremoto (1505), dipinta da Francesco Francia come ex voto per la
sequenza sismica che colpì Bologna e i suoi dintorni.
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Le trachiti del “Salotto di pietra” provengono dalla Sardegna, patria dell’artista Pinuccio
Sciola, e si sono formate circa 13 milioni di anni. A Bologna, in età romana, le trachiti furono
ampiamente utilizzate per realizzare steli funerarie e come basoli per lastricare le strade. Si
tratta di trachiti provenienti dai Colli Euganei formatesi circa 30 milioni di anni fa. È probabile
che la trachite che si osserva oggi in numerose strade di Bologna sia un riuso di elementi provenienti da quelle antiche strade romane.
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03. Palazzo d’Accursio
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1 - L’affresco di Francesco Francia “La Madonna del Terremoto” in Sala d’Ercole, Palazzo d’Accursio.
2 - Rappresentazione della subduzione e della successiva
collisione tra l’Africa e l’Europa tratto da Raccontare la
Terra – Regione Emilia-Romagna.
Il motore che ha dato origine alla dorsale appenninica, e quindi alla penisola italiana, risiede
in forze tettoniche composite: una prima collisione della placca africana con la placca euroasiatica (60 milioni di anni fa) ha generato un complesso sistema di catene montuose, tra cui le
Alpi; successivamente la rotazione di Corsica e Sardegna, una volta unite a Francia e Spagna e
il movimento della microplacca adriatica (35 milioni di anni fa) ha indotto, nell’area mediterranea un ulteriore corrugamento. Quello che oggi è noto come catena appenninica.
I movimenti convergenti tra le placche generano forze capaci di fratturare le rocce e farle
scorrere lungo le superfici di rottura (faglie). Tali scorrimenti possono essere lenti e continui o
improvvisi; in quest’ultimo caso si generano i terremoti.
Tutte le catene montuose sono quindi formate da scaglie di crosta terrestre in contatto
tra loro lungo faglie. Nelle catene ancora in formazione, come l’Appennino, alcune di queste
faglie sono “attive”, cioè capaci di provocare scorrimenti. Ciò significa che, quando l’energia
accumulata supera il limite di rottura della roccia, lungo queste faglie possono innescarsi nuovi
terremoti.
Anche la pianura emiliano-romagnola è un’area sismicamente attiva. Infatti il vero fronte
dell’Appennino non coincide con il limite morfologico collina-pianura ma si estende molto più
a nord e a est, oltre il Po e fino al mare Adriatico, mascherato dalle alluvioni dei fiumi appenninici e alpini e dai sedimenti marini.
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continentale
Crosta
continentale
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CATENA APPENNINICA
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Geologia della pianura padana
CATENA APPENNINICA
3 La sicurezza sismica
Terremoto 2012 - geologia, rilievi agibilità, analisi dei danni
CATENA APPENNINICA
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