Il libro della docente IPSIA “G. Prestia”, Prof Pileria Pellegrino Il caso Calabria E’ lo spaccato di una società martoriata e vessata dalla guerra. Una fotografia poco sfuocata dell’Italia e della Calabria di settant’anni fa. Gli anni dell’immediato secondo dopoguerra in Italia e soprattutto in Calabria, sono anni difficili: le genti vedono farsi vicino lo spettro della fame e della miseria, le lotte contadine dilagano, la vita politica è vivace. Nella primavera del 1945, l’assetto dell’Italia è deciso da tre protagonisti: i governi alleati angloamericani, la monarchia e il suo apparato amministrativo, che rappresentano in qualche misura la vecchia Italia pre-fascista, e le forze politiche antifasciste Alla fine delle ostilità l'Italia oltre ad essere totalmente sconvolta nella sua economia, lo è nelle sue strutture politiche e amministrative. Il problema della ricostruzione e della ripresa economica è di una estrema gravità. Quello che si apre all'indomani della liberazione fu un periodo di vivissimi contrasti politici, ma anche di grande tensione ideale. I problemi più immediati sono quelli della "scelta istituzionale tra monarchia e repubblica", della necessità di una "nuova Costituzione" e dell'avvio di una politica di ricostruzione materiale, morale ed economica del Paese. Gli italiani si trovano perciò di fronte ad un grave dilemma: Monarchia o Repubblica? L’amletica domanda del referendum del 2 giugno 1946. Quel 2 giugno che diventerà una data storica per il nostro Paese. La scelta istituzionale è di profonda gravità, la monarchia rappresenta l'unità nazionale è, anzi all'origine dello Stato italiano ed è perciò simbolo della patria; rappresenta la tradizione, il rispetto verso il passato ed i suoi valori, essa è ricca di momenti di gloria legati a casa Savoia ed inoltre rappresenta la certezza del potere costituito. La repubblica è invece l'ignoto, il salto nel buio, l'incognita che non garantisce alcuna certezza e che anzi dà spazio a dubbi e paure. Tuttavia essa rappresenta l'istituzione che può trasformare in realtà le speranze di milioni di italiani i quali desiderano un taglio netto con il passato doloroso e con tutto ciò che può ricordarlo, per i quali inoltre repubblica è sinonimo di antifascismo e monarchia equivale ad istituzione "amica” del regime. La campagna elettorale per il referendum è molto aspra, monarchici e repubblicani sono consapevoli che le sorti delle elezioni si decideranno nel Sud, dove i monarchici devono raccogliere il maggior numero di voti per tamponare lo svantaggio nel Nord - il Meridione in generale veniva infatti considerato un grande serbatoio di voti per la causa monarchica - e dove i repubblicani dal canto loro devono contenere il successo monarchico. La sfida assume toni accesissimi e spesso si hanno incidenti tra le due parti. I muri delle città italiane sono tappezzati di manifesti di ogni grandezza e di ogni colore, spesso stampati artigianalmente. Alcuni di essi, immensi, incombono sui cittadini che passano per le strade. Volantini di ogni dimensione e di ogni colore vengono gettate per le strade dalle auto dei vari partiti. Il paese vive in un clima di estrema tensione. La partecipazione popolare alla campagna elettorale è completa. Ogni sera nelle piazze cittadine, nelle vie periferiche, nei paesi, nelle borgate, migliaia di oratori si alternano ai microfoni. Dopo venti anni di silenzio gli italiani si scoprono liberi e padroni del proprio destino, sebbene vigilino sempre i funzionari delle forze dell’ordine alleate di occupazione. E da oltreoceano giungono in Italia, per tutto il mese di maggio, valanghe di cartoline, lettere, involucri, pacchi che gli italiani d’America inviano ai loro parenti. Il più delle volte si tratta di inviti a votare per la monarchia, accompagnati spesso da qualche biglietto verde. La propaganda elettorale si insinua ovunque: non essendo ancora il tempo della televisione, è soprattutto la strada il palcoscenico dei comizi, qualche volta delle risse, ma anche la casa è luogo di convegni, di discussioni, di dibattiti. Ed è l’alba della repubblica. Ma, come previsto, il Nord risulta a maggioranza repubblicana, il Sud tributa, invece, i maggiori suffragi alla monarchia. Si ha perciò la completa inversione tra i due risultati quello meridionale, calabrese in particolare, e quello nazionale. Questi eventi e le loro specificità sono documentati in maniera accurata da Bruno Fucilla e Pileria Pellegrino che hanno ricostruito scrupolosamente i primi anni del Dopoguerra e l’intera campagna elettorale, facendo riferimento a fonti archivistiche ed alla stampa locale. Il libro offre una visione nitida di quel periodo speciale in cui un nuovo senso di libertà si andava diffondendo in Italia e il popolo italiano iniziò ad avere un maggiore consapevolezza di sé. Non furono solo le organizzazioni politiche e sindacali a risorgere, ma anche i giornali e le organizzazioni culturali. La gente ebbe la possibilità informarsi sui problemi del Paese, partecipare alla loro discussione; una necessità sentita e sospinta da una crescente esigenza di libertà e progresso che iniziò ad avere un ruolo sempre più concreto nella vita dello Stato italiano. Inoltre esso rappresenta un’opportunità per l a memoria di rimetterci in contatto con il "noi" di allora, riportando in circolo le problematiche radici del nostro presente. E' giusto e sano che la comunità tutta guardi a fondo dentro se stessa e vagli criticamente, nella coscienza di ciò è stata, la coscienza di quel che è diventata e attualmente è.