I.T.E. “Enrico Tosi” BOOK IN PROGRESS GEOMETRIA – STATISTICA DESCRITTIVA – CALCOLO DELLE PROBABILITA’ INDICE GEOMETRIA CAPITOLO 1: LA GEOMETRIA DEL PIANO 1.1 Generalità pag. 1 1.2 Angoli particolari pag. 11 CAPITOLO 2: POLIGONI E TRIANGOLI 2.1 I poligoni pag. 14 2.2 I triangoli pag. 17 2.3 Classificazione dei triangoli pag. 18 ESERCIZI RELATIVI AI CAPITOLI 1 e 2 pag. 22 CAPITOLO 3: PERPENDICOLARITA’ E PARALLELISMO 3.1 Rette perpendicolari pag. 41 3.2 Le proiezioni ortogonali pag. 41 3.3 Mediane, altezze e bisettrici di un triangolo pag. 44 3.4 Le rette parallele pag. 46 3.5 Il criterio di parallelismo e le proprietà delle rette parallele pag. 47 3.6 Proprietà dei triangoli pag. 49 3.7 Somma degli angoli interni ed esterni di un poligono pag. 49 3.8 I luoghi geometrici pag. 51 ESERCIZI RELATIVI AL CAPITOLO 3 pag. 52 CAPITOLO 4: I QUADRILATERI 4.1 Generalità pag. 75 4.2 Il trapezio pag. 77 4.3 Il parallelogramma pag. 79 4.4 Il rettangolo pag. 81 4.5 Il rombo pag. 82 4.6 Il deltoide pag. 84 4.7 Il quadrato pag. 85 4.8 Perimetri e aree pag. 86 ESERCIZI RELATIVI AL CAPITOLO 4 pag. 87 STATISTICA DESCRITTIVA CAPITOLO 5: ELEMENTI DI STATISTICA DESCRITTIVA 5.1 Introduzione pag. 107 5.2 Elementi di base pag. 108 5.3 Rappresentazioni grafiche pag. 112 5.4 Indici di sintesi pag. 114 5.5 Indici di variabilità pag. 121 ESERCIZI RELATIVI AL CAPITOLO 5 pag. 125 CALCOLO DELLE PROBABILITA’ CAPITOLO 6: CALCOLO DELLE PROBABILITA’ 6.0 Una storia d’amore pag. 133 6.1 Introduzione pag. 134 6.2 Eventi pag. 135 6.3 Probabilità di un evento pag. 137 6.4 Teoremi sulla probabilità pag. 138 6.5 Esempi pag. 139 6.6 Definizione frequentistica della probabilità pag. 142 6.7 Definizione soggettiva della probabilità pag. 143 6.8 Possibili risposte al problema dell’aereo pag. 144 ESERCIZI RELATIVI AL CAPITOLO 6 pag. 145 CAPITOLO 1 LA GEOMETRIA DEL PIANO 1.1 Generalità Nello studio della geometria euclidea (da Euclide, matematico greco del III secolo a.C.) assume un ruolo fondamentale il disegno delle varie figure. A tale scopo, useremo sempre squadra e compasso e costruiremo le nostre figure con la massima attenzione e precisione. Cominciamo il nostro lavoro ponendo l’attenzione su quelli che sono gli “oggetti”, gli enti, che si studiano in geometria. Per descriverli utilizzeremo delle definizioni. Una definizione è una frase nella quale viene associato un nome a un ente e vengono elencate le sue caratteristiche. Esempio: Un parallelogramma è un quadrilatero che ha i lati opposti paralleli. Per dare una definizione è necessario conoscere il significato di alcuni termini. Nell’esempio precedente, per stabilire che cos’è un parallelogramma si deve sapere cosa significano le parole “quadrilatero”, “lati”, “opposti”, “paralleli”. Se i termini usati non sono conosciuti, si devono dare altre definizioni utilizzando altri enti che a loro volta dovranno essere definiti e così via. Per interrompere questo procedimento «a ritroso» che non può, ovviamente, continuare all’infinito è necessario che di alcuni concetti, detti concetti o enti primitivi, non venga data alcuna definizione. Essi costituiranno la base sulla quale costruire, poi, l’edificio di tutte le altre definizioni. In geometria consideriamo come enti primitivi: - il punto; - la retta; - il piano. L’idea di punto ci è suggerita dal segno lasciato dalla punta della matita o dal forellino praticato con un sottile spillo su un foglio di carta, da un granellino di sabbia, da una stella lontanissima, etc. Il punto è la più semplice figura geometrica e l’immagine che di essa danno i riferimenti appena indicati è piuttosto imperfetta. In realtà il punto è un ente geometrico privo di dimensioni; esso indica solo una posizione (Euclide, nei suoi “Elementi”, definisce il punto come ciò che non ha parti). Per distinguere un punto dall’altro, si pone accanto a ciascuno di essi una lettera maiuscola dell’alfabeto; diremo perciò: punto A; punto B; punto C; etc. .A .B .C 1 Un insieme qualsiasi di punti costituisce una figura geometrica; lo spazio è l’insieme di tutti i punti e contiene quindi tutte le figure. Una figura che appartiene ad un piano si chiama figura piana, altrimenti si chiama figura solida. Come modello intuitivo di retta possiamo pensare al bordo di una riga da disegno, idealmente illimitata da entrambe le parti. La retta geometrica si deve, infatti, pensare illimitata e senza spessore: è costituita da infiniti punti ed ha un’unica dimensione (si estende solo in lunghezza, illimitatamente). Per distinguere una retta dall’altra, si pone accanto a ciascuna di esse una lettera minuscola dell’alfabeto; diremo perciò: retta r ; retta s ; retta t ; etc. t s r Come modello intuitivo di piano possiamo pensare ad un sottile foglio di carta o alla superficie dell’acqua stagnante di un lago. Si tratta, naturalmente, di immagini molto approssimative perché il piano geometrico, oltre a non avere spessore, si deve pensare indefinitamente esteso in lunghezza e larghezza: ha, cioè, due dimensioni. I piani si indicano generalmente con le lettere dell’alfabeto greco; diremo perciò: piano α ; piano β ; piano γ ; etc. α β γ Nella geometria razionale si vogliono ricavare, mediante deduzioni1, delle proprietà da altre proprietà. Come per gli enti primitivi, bisogna, quindi, accettare che alcune proprietà vengano assunte come primitive, ossia non siano dedotte ma accettate come vere (postulati o assiomi). Le proprietà (o proposizioni) che si possono desumere dagli assiomi si dicono teoremi; un teorema è quindi una proposizione di cui bisogna controllare la verità mediante un ragionamento (dimostrazione). Una dimostrazione è, pertanto, una sequenza di deduzioni che, partendo da affermazioni considerate vere (ipotesi), fa giungere ad una nuova affermazione (tesi). In seguito scriveremo spesso l’enunciato dei teoremi mediante la struttura linguistica “se ….. , allora ……”. 1 procedimenti logici consistenti nel derivare, da una o più premesse date, una conclusione come conseguenza logicamente necessaria. 2 La frase che segue il “se” è l’ipotesi, ossia ciò che supponiamo vero; quella dopo “allora” è la tesi, ossia l’affermazione da dimostrare. Dimostrazione diretta Una dimostrazione è diretta quando, partendo dall’ipotesi ed utilizzando eventualmente postulati e/o proprietà dimostrate in precedenza, si perviene, attraverso una sequenza di deduzioni logiche, alla tesi. Dimostrazione indiretta o per assurdo Una dimostrazione è indiretta o per assurdo quando, partendo dalla negazione della tesi ed utilizzando eventualmente postulati e/o proprietà dimostrate in precedenza, si perviene, attraverso una sequenza di deduzioni logiche, a qualche proprietà che è in contrasto con l’ipotesi data o con postulati o con teoremi già dimostrati (contraddizione). Bisogna, quindi, concludere che l’aver supposto falsa la tesi è sbagliato e che, di conseguenza, la tesi è vera (principio di non contraddizione: una proposizione non può contemporaneamente essere vera e falsa). Se in un teorema vengono scambiate l’ipotesi e la tesi, si ottiene la proposizione inversa che prende il nome di teorema inverso. Un teorema che è immediata conseguenza di un altro teorema viene chiamato corollario. Riportiamo ora di seguito alcuni postulati che caratterizzano i punti, le rette e i piani. Dati due qualunque punti distinti A e B, esiste una ed una sola retta che li contiene entrambi (fig. 1). . . A B (fig. 1) Questo postulato ci assicura che due punti sono sempre allineati, cioè appartengono ad una stessa retta. La retta individuata dai due punti A e B (fig. 1) viene detta anche retta congiungente i punti A e B, o retta passante per A e B o, ancora, retta AB. Il precedente postulato si suole anche enunciare dicendo che per due punti distinti passa una ed una sola retta. Dal precedente postulato discende il seguente corollario: Due rette distinte non possono avere più di un punto in comune. Infatti, se avessero due punti in comune, esse coinciderebbero. 3 Per un punto passano infinite rette. Detto P un punto del piano, l’insieme delle infinite rette passanti per P è chiamato fascio di rette proprio o, anche, fascio di rette di centro P (fig. 2). P (fig. 2) Una retta può essere percorsa in due versi, l’uno opposto all’altro (fig. 3). (fig. 3) I punti di una retta si possono, quindi, pensare ordinati in due versi, uno opposto all’altro, in corrispondenza dei due versi secondo cui la retta può essere percorsa. Fissato su r uno dei due versi di percorrenza (retta orientata) e considerati due punti A e B su r, è possibile dire se A precede B o se A segue B nel verso assegnato. In fig. 4 si ha che A precede B (o B segue A): . . A B r (fig. 4) Su di un piano esistono infiniti punti ed infinite rette (fig. 5). . . α . . . (fig. 5) Se una retta r ha due punti in comune con un piano α, allora appartiene ad α (fig. 6). . α 4 r . . (fig. 6) Tre punti distinti che non appartengono ad una medesima retta individuano uno ed un solo piano (fig. 7). . . . α (fig. 7) o Due rette si dicono complanari se appartengono a uno stesso piano, sghembe se appartengono a piani diversi. o Due rette r ed s del piano si dicono incidenti se hanno in comune uno ed un solo punto P che prende il nome di punto di incidenza (o di incontro, o di intersezione) delle rette r ed s (fig. 8). . r α P s r s P (fig. 8) o Due rette r ed s del piano si dicono parallele se coincidono (fig. 9a) oppure se non hanno alcun punto in comune (fig. 9b). s s r α r s (fig. 9a) r α r s Ø (fig. 9b) Per indicare che due rette r ed s sono parallele scriviamo r // s, dove il simbolo // è detto “simbolo di parallelismo”. [Osserviamo che abbiamo assunto come parallele anche due rette coincidenti in quanto esse hanno in comune infiniti punti e non uno solo, così come richiesto per le rette incidenti]. Parleremo ampiamente del parallelismo in altra unità. 5 Seguono le definizioni di nuovi enti, a partire dagli enti elementari: o Semiretta - Data una retta r e un suo punto A, si dice semiretta, di origine A, ciascuna delle due parti in cui r rimane divisa da A, compreso lo stesso punto A (fig. 10). semiretta . A semiretta r (fig. 10) o Segmento - Un segmento è la parte di retta limitata da due suoi punti che si dicono estremi del segmento. Il segmento di estremi A e B si indica con AB o con BA, cioè scrivendo una di seguito all’altra le lettere che indicano i suoi estremi (fig. 11). . . r A segmento AB B (fig. 11) Se i due estremi coincidono il segmento è nullo ed è costituito da un solo punto AB . (non ci sono, quindi, punti interni). o Segmenti consecutivi - Due segmenti si dicono consecutivi se hanno solo un estremo in comune (fig. 12). A. AB e BC segmenti consecutivi . . B C (fig. 12) o Segmenti adiacenti - Due segmenti si dicono adiacenti se sono consecutivi ed appartengono alla stessa retta (fig. 13). . A 6 . B . C AB e BC segmenti adiacenti (fig. 13) PROVA TU In relazione alla fig. 14, stabilisci quali tra le seguenti affermazioni sono vere e quali false. A. C . . .D B E . (fig. 14) AB e BC sono adiacenti V F AB e DE sono consecutivi V F BC e CD sono consecutivi V F CD e AB sono adiacenti V F CD e DE sono adiacenti V F o Spezzata (o poligonale) - Si dice spezzata o poligonale una figura geometrica formata da più segmenti, a due a due consecutivi e non adiacenti. Una spezzata può essere (fig. 15): non intrecciata (o semplice), se i segmenti della spezzata non hanno punti interni in comune; intrecciata, se almeno due segmenti hanno punti interni in comune; aperta, se l’ultimo estremo non coincide con il primo; chiusa, se l’ultimo estremo coincide con il primo. A. .E C . .I F. . . B L. .H D spezzata non intrecciata aperta G. spezzata non intrecciata chiusa Q. Q. .P .P M. .N O. M. spezzata intrecciata chiusa .N spezzata intrecciata aperta O . (fig. 15) (I segmenti AB, BC, ..… sono i lati della spezzata; i punti A, B, C, ..... sono i vertici della spezzata). 7 o Semipiano - Data una retta r di un piano α, si dice semipiano ciascuna delle due parti in cui r divide α (fig. 16). α r semipiano semipiano o fig. 16: la retta r è l’origine di ciascuno dei due semipiani. Figura convessa - Una figura F si dice convessa se, considerati due suoi qualsiasi punti, il segmento che li unisce è completamente contenuto in F (fig. 17). F (fig. 17) o Figura concava - Una figura G si dice concava se esistono almeno due punti per i quali il segmento che li unisce non è completamente contenuto in G (fig. 18). G Q P fig. 18: il segmento PQ non è completamente contenuto in G. o Angolo - L’angolo è ciascuna delle due parti in cui un piano viene diviso da due semirette aventi l’origine in comune (fig. 19). s fig. 19: Le semirette r ed s sono dette “lati” dell’angolo; O 8 r l’origine comune O è detto “vertice” dell’angolo. o Un angolo si dice convesso se non contiene i prolungamenti dei suoi lati (fig. 20). s (fig. 20) r O o Un angolo si dice concavo se contiene i prolungamenti dei suoi lati (fig. 21). s (fig. 21) r O Quando nel seguito parleremo di angolo senza ulteriore specificazione, intenderemo sempre angolo convesso. Per indicare l’angolo convesso della fig. 22 useremo una delle seguenti notazioni: rs , sr, rOs, sOr, AOB, BOA, α, e, se non ci sono ambiguità di interpretazione, O. B. s α . O A r (fig. 22) Se si vuole fare riferimento ad un angolo concavo lo si deve esprimere in maniera esplicita; così, nel caso della fig. 21, diremo “angolo rs concavo” (taluni indicano tale angolo con la scrittura rs). Gli aggettivi convesso e concavo sono in accordo con le definizioni date di figura convessa e di figura concava. o Si dice corda di un angolo convesso un qualsiasi segmento i cui estremi appartengono ai lati dell’angolo (fig. 23). s B. O AB corda . A r (fig. 23) 9 o Angoli consecutivi - Due angoli si dicono consecutivi se hanno lo stesso vertice, un lato in comune e gli altri due lati situati da parte opposta rispetto al lato comune (fig. 24). A B O o AOB e BOC angoli consecutivi (fig. 24) C V Angoli adiacenti - Due angoli si dicono adiacenti se, oltre ad essere consecutivi, hanno i lati non comuni appartenenti ad una stessa retta (fig. 25). B AOB e BOC angoli adiacenti O A o C (fig. 25) Angoli opposti al vertice - Due angoli si dicono opposti al vertice se i lati dell’uno sono i prolungamenti dei lati dell’altro (fig. 26). A B' AOB e A'OB' angoli opposti al vertice; O AOB' e A'OB angoli opposti al vertice. B A' Due angoli opposti al vertice sono congruenti. Q N O M 10 (fig. 26) P (fig. 56) Hp.: MOQ opposto al vertice di PON Th.: MOQ PON PROVA TU Vero o falso? a) Due angoli consecutivi sono anche adiacenti V F b) Due angoli adiacenti sono anche consecutivi V F c) Due angoli consecutivi possono essere entrambi acuti V F d) Due angoli adiacenti possono essere entrambi acuti V F Bisettrice di un angolo. Si dice bisettrice di un angolo la semiretta che ha origine nel vertice dell’angolo e lo divide in due angoli congruenti (fig. 45). s b bisettrice r O O' In simboli: (fig. 45) rOb bOs 1.5 ANGOLI PARTICOLARI: o Angolo piatto - Un angolo si dice piatto se i suoi lati sono semirette opposte. [Si può pensare ottenuto facendo ruotare la semiretta OA, intorno ad O, di mezzo giro, così da assumere la posizione OB (fig. 46)]. L’angolo piatto si suole indicare con la lettera greca π (scoprirai il perché nel corso dei tuoi studi). π . . . A O π B Angolo piatto 180° (fig. 46) o Angolo giro - Un angolo concavo i cui lati sono semirette sovrapposte si dice angolo giro. [Si può pensare ottenuto facendo ruotare la semiretta OA, intorno ad O, di un giro completo, descrivendo così tutto il piano (fig. 47)]. 11 B A . O Angolo giro 360° (fig. 47) o Angolo nullo - Un angolo convesso i cui lati sono semirette sovrapposte si dice angolo nullo. [Si può pensare ottenuto quando la semiretta OA rimane nella posizione iniziale, cioè se ha una rotazione nulla (fig. 48)]. Angolo nullo B A . O 0° (fig. 48) o Angolo retto - Un angolo si dice retto se è la metà di un angolo piatto (fig. 49). C Angolo retto angolo retto B 90° (fig. 49): OC è la bisettrice dell’angolo piatto AOB. angolo retto O A o Angolo acuto - Un angolo si dice acuto se è minore di un angolo retto (fig. 50). B AOB angolo acuto Angolo acuto < 90° O O' A (fig. 50) o Angolo ottuso - Un angolo si dice ottuso se è maggiore di un angolo retto (fig. 51). B AOB angolo ottuso Angolo ottuso > 90° O 12 A (fig. 51) o Angoli complementari - Due angoli si dicono complementari quando la loro somma è un angolo retto (fig. 52). C AOB e BOC angoli complementari B (AOC angolo retto) (fig. 52) A O (Ovviamente i due angoli non devono essere necessariamente consecutivi). o Angoli supplementari - Due angoli si dicono supplementari quando la loro somma è un angolo piatto (fig. 53). B AOB e BOC angoli supplementari AOC angolo piatto O C A (fig. 53) (Ovviamente i due angoli non devono essere necessariamente adiacenti). o Angoli esplementari - Due angoli si dicono esplementari quando la loro somma è un angolo giro (fig. 54). B O A (fig. 54) (Ovviamente i due angoli non devono avere necessariamente gli stessi lati). PROVA TU Completa le seguenti affermazioni: 13 o il supplementare di un angolo di 85° è ampio …….…; o il complementare di un angolo di 89° è ampio ........…; o il complementare di un angolo di 2° è ampio ……..…; o il supplementare di un angolo di 112° è ampio ...……; o l’esplementare di un angolo di 60° è ampio …………; o il supplementare di un angolo di 120° è ampio .......…; o l’esplementare di un angolo di 107° è ampio …….….. PROVA TU In relazione alla figura 57, stabilisci quali tra le seguenti affermazioni sono vere e quali false: β γ α δ (fig. 57) a) α e γ sono supplementari V F b) γ e δ sono complementari V F c) α e γ sono congruenti V F d) β e γ sono supplementari V F e) α e γ sono opposti al vertice V F f) γ e β sono congruenti V F g) β e δ sono complementari V F CAPITOLO 2 I TRIANGOLI 2.1 I poligoni Si chiama poligono la figura formata da una poligonale (chiusa non intrecciata) e dalla parte finita di piano da essa delimitata. In un poligono chiamiamo: 14 vertici del poligono i vertici della poligonale; lati del poligono i lati della poligonale; contorno del poligono la poligonale stessa; punti interni i punti del poligono non situati sul contorno; punti esterni tutti gli altri punti del piano, esclusi quelli del contorno; perimetro del poligono il segmento somma dei lati del poligono. Per indicare un poligono fissiamo un primo vertice e scriviamo ordinatamente, una accanto all’altra, le lettere dei successivi vertici procedendo in senso antiorario. In fig. 1 è rappresentato il poligono ABCDEF. D E C F B (fig. 1) A Faremo sempre la distinzione tra poligono convesso e poligono concavo, in accordo con le definizioni date di figura convessa e di figura concava (pag. 10, unità 1). La fig. 2 ti dovrebbe permettere, comunque, di ricavare le definizioni di poligono convesso e di poligono concavo (PROVA TU). P P 1 2 A B Poligono convesso (fig. 2) Poligono concavo Quando nel seguito parleremo di poligono senza ulteriore specificazione, intenderemo sempre poligono convesso. In un poligono convesso chiamiamo: o angolo interno o angolo del poligono ognuno degli angoli che ha vertice in un vertice del poligono e per lati le semirette che contengono i lati uscenti da quel vertice (fig. 3a); o angolo esterno ciascun angolo adiacente ad un angolo interno (fig. 3b). Angolo esterno Angolo esterno Angoli interni Angolo esterno Angolo esterno (fig. 3a) Angolo esterno (fig. 3b) 15 Osserva che ad ogni angolo interno si possono associare due angoli esterni, congruenti tra di loro perché opposti al vertice (fig. 4). Angolo esterno Angolo interno Angolo esterno (fig. 4) Inoltre (fig. 5) definiamo: corda ogni segmento che unisce due qualsiasi punti del contorno del poligono che non appartengono allo stesso lato; diagonale ogni corda che unisce due vertici non consecutivi. D F G corda E C . diagonale A B (fig. 5) I poligoni hanno nomi diversi a seconda del numero di lati (o dei vertici o degli angoli) di cui sono costituiti e che non possono essere meno di tre. Nella seguente tabella sono riportati i nomi di alcuni poligoni: 16 Numero dei lati Nome del poligono 3 triangolo 4 quadrilatero 5 pentagono 6 esagono 7 ettagono 8 ottagono 9 ennagono 10 decagono 11 endecagono 12 dodecagono In generale, se i lati sono n si parlerà di poligono di n lati. Un poligono si dice: equilatero se ha tutti i lati congruenti tra loro; equiangolo se ha tutti gli angoli interni congruenti tra loro; regolare se è equiangolo ed equilatero. PROVA TU o Quante diagonali ha un triangolo? □ 2 □1 □ nessuna □3 o Quante diagonali puoi tracciare dal vertice di un poligono di 5 lati? □3 □5 □4 □2 o Dimostra che il numero delle diagonali di un poligono convesso di n lati è pari a n n 3 . 2 o Disegna un ettagono e individua gli angoli interni, gli angoli esterni e le diagonali. o Disegna un poligono con nove diagonali. 2.2 I triangoli o Un triangolo è un poligono con tre lati (fig. 6). C B A (fig. 6) Riferendoci al triangolo ABC della fig. 6, distinguiamo: - tre vertici: i punti A, B, C; - tre lati: i segmenti AB, BC, CA; - tre angoli: gli angoli convessi CAB, ABC, BCA. 17 I lati e gli angoli vengono detti elementi del triangolo. L’unione dei tre lati, cioè l’insieme dei loro punti, costituisce il contorno del triangolo; il segmento somma dei tre segmenti è il perimetro del triangolo. Si dicono interni i punti del triangolo che non appartengono al suo contorno, esterni i punti che non appartengono al triangolo. In un triangolo, ogni lato si dice opposto all’angolo il cui vertice non appartiene al lato stesso e adiacente agli altri due angoli; analogamente, ogni angolo si dice opposto al lato che non contiene il suo vertice e adiacente agli altri due lati. Relativamente alla fig. 6 si ha, ad esempio, che: - il lato AB è opposto all’angolo ACB ed è adiacente agli angoli BAC e ABC; - l’angolo BAC è opposto al lato BC ed è adiacente ai lati AB e AC. PROVA TU Riferendoti sempre alla fig. 6, completa le frasi seguenti: a) il lato BC è opposto all’angolo ……… ed è adiacente agli angoli ……… e ……… ; b) l’angolo ABC è opposto al lato ……... ed è adiacente ai lati …………… e ……… ; c) il lato AC è opposto all’angolo ……… ed è adiacente agli angoli ……… e ……… ; d) l’angolo ACB è opposto al lato ……... ed è adiacente ai lati …………… e ……… . 2.3 Classificazione dei triangoli rispetto ai lati Un triangolo si dice: equilatero se ha tutti i tre lati congruenti (fig. 7a); isoscele se ha due lati congruenti (fig. 7b); scaleno se non ha alcuna coppia di lati congruenti (fig. 7c). C (fig. 7a) A 18 B F D (fig. 7b) E I G H (fig. 7c) Soffermiamoci un po’ sul triangolo isoscele. Consideriamo il triangolo isoscele ABC in cui AC BC (fig. 8): C o i due lati congruenti, AC e BC, vengono detti lati obliqui; o il terzo lato, AB, si chiama base; o l’angolo ACB, opposto alla base, è detto angolo al vertice; A B (fig. 8) o gli angoli BAC e ABC, adiacenti alla base, si dicono angoli alla base. PROVA TU Riferendoti alla fig. 9, completa le seguenti frasi: R Q (fig. 9) P o Il triangolo PQR è isoscele sulla base …….. ; o L’angolo al vertice è l’angolo …….. ; o I lati obliqui sono …………… ; o Gli angoli adiacenti alla base sono gli angoli …………………. . 19 TEOREMA Se un triangolo è isoscele, allora gli angoli alla base sono congruenti. C Hp.: AC BC Th.: BAC ABC A B TEOREMA INVERSO: Se un triangolo ha due angoli congruenti, allora è isoscele. C Hp.: BAC ABC Th.: AC BC A B Consideriamo ora gli angoli. 1) Ogni triangolo può avere al massimo un angolo retto; gli altri due angoli sono acuti. 2) Ogni triangolo può avere al massimo un angolo ottuso; gli altri due angoli sono acuti. 3) Gli angoli alla base di un triangolo isoscele sono acuti. Quanto detto permette la classificazione dei triangoli rispetto agli angoli. Un triangolo si dice: 20 acutangolo se ha tutti i tre angoli acuti (fig.11a); rettangolo se ha un angolo retto (fig.11b); ottusangolo se ha un angolo ottuso (fig.11c). 90 90 90 γ β α (fig. 11a) γ α 90 90 90 β (fig. 11b) γ α β (fig. 11c) 90 90 90 In un triangolo rettangolo, i due lati che formano l’angolo retto vengono detti cateti, il lato opposto all’angolo retto viene detto ipotenusa. ipotenusa cateto cateto PROVA TU Fra le seguenti affermazioni una è falsa. Quale? Un triangolo può avere: a) tutti e tre gli angoli acuti; b) più di un angolo esterno ottuso; c) un angolo acuto e due ottusi; d) due angoli acuti e uno retto; e) due angoli acuti e uno ottuso; f) un angolo ottuso. 21 La geometria del piano. I triangoli Conoscenza e comprensione 1) Cosa si intende con l’espressione “concetti o enti primitivi”? 2) Quali sono i concetti primitivi della geometria euclidea? 3) Che cos’è un assioma o postulato? 4) Che cos’è un teorema? E un corollario? 5) Quali sono le parti di un teorema? 6) Cosa vuol dire “dimostrare” un teorema? 7) Qual è la differenza fra una dimostrazione diretta ed una indiretta? 8) Scrivi almeno tre postulati della geometria euclidea. 9) Che cos’è un fascio di rette proprio? 10) Cosa vuol dire “orientare” una retta? 11) Che cos’è una semiretta? Ed un segmento? 12) Quando due segmenti si dicono consecutivi? E quando adiacenti? 13) Riferendoti alla seguente figura: D . A. . C . .E B F . quale delle seguenti proposizioni è vera? a) BC e CD sono segmenti consecutivi, DE e EF sono segmenti adiacenti. b) AB e BC sono segmenti consecutivi, CD e DE sono segmenti adiacenti. c) AB e BC sono segmenti consecutivi, CD e EF sono segmenti adiacenti. d) BC e CD sono segmenti adiacenti, AB e BC sono segmenti adiacenti. e) AB e BC sono segmenti consecutivi, BC e CD sono segmenti adiacenti. 22 14) Che cos’è una spezzata? 15) Spiega la differenza fra una spezzata chiusa ed una spezzata aperta. 16) Quando una spezzata si dice intrecciata? 17) Una sola delle seguenti proposizioni è vera. Quale? a) Due segmenti sono consecutivi se la loro intersezione è almeno un punto. b) Due segmenti consecutivi sono sempre adiacenti. c) Se l’intersezione di due segmenti è estremo sia di un segmento che dell’altro, allora i due segmenti sono consecutivi. d) L’intersezione di due segmenti è sempre un segmento nullo. e) Se l’intersezione di due segmenti è l’estremo di un segmento, allora i due segmenti sono consecutivi. 18) Stabilisci quali tra le seguenti affermazioni sono vere e quali false: a) due rette si dicono complanari se appartengono a piani diversi. V F b) per un punto del piano passano due sole rette. V F c) per un punto del piano passano almeno tre rette. V F d) per un punto del piano passano infinite rette. V F e) su una retta vi sono almeno 10 punti. V F f) due segmenti adiacenti non sono consecutivi. V F g) due segmenti consecutivi non sono mai adiacenti. V F h) se due rette r ed s sono tali che r s = Ø, allora le due rette sono coincidenti. V F i) un piano è individuato da tre punti distinti e allineati. V F l) un piano è individuato da due rette incidenti. V F V F n) un piano è individuato da una retta e da un punto non appartenente ad essa. V F o) due rette possono avere almeno due punti in comune. V F p) per tre punti distinti del piano può passare una sola retta. V F m) un piano è individuato da una retta e da un punto su di essa. 23 19) Completa le seguenti affermazioni, aiutandoti con le opportune figure: a) se P è un punto non appartenente ad una retta r, le rette passanti per P ed incidenti r sono …………………… ; b) un punto O di una retta r individua su r due ……………………… ; c) per un punto A passano ……………..… rette, il cui insieme si dice ………….… di ….…..….... di …………….. A ; d) due punti A e B di una retta r individuano su r due ..…………..…….….. e un ………...………….. ; e) due segmenti AB e BC si dicono …………..……..…….. se hanno in comune solo l’estremo ….. ; f) due segmenti AB e BC si dicono adiacenti se ……………………………….………… e ……………………………………………………………. ; g) su una retta vi sono …………………… punti; h) una retta di un piano lo divide in ……………………………… . 20) Stabilisci se sono vere o false le seguente affermazioni: a) Una semiretta è la metà di una retta. V F b) Due rette possono avere più di due punti in comune. V F c) Due rette che hanno almeno due punti in comune sono parallele. V F d) Per tre punti passano sempre almeno due rette. V F e) Due rette sono sghembe se appartengono allo stesso piano. V F f) Un segmento è un insieme infinito di punti. V F g) Se l’intersezione di due segmenti è un segmento non nullo, allora V F h) L’unione di due semirette aventi la stessa origine è una retta. V F i) Se l’intersezione di due semirette è un segmento nullo, allora le V F V F i due segmenti appartengono alla stessa retta. semirette appartengono alla stessa retta. l) L’intersezione di due rette complanari è sempre diversa dall’insieme vuoto. 24 21) Una sola delle seguenti proposizioni è vera. Quale? a) Due segmenti appartenenti a semirette opposte sono adiacenti. b) Due segmenti che hanno un punto in comune sono adiacenti. d) Due segmenti sono adiacenti se la loro intersezione è un segmento non nullo. e) Se due segmenti appartengono alla stessa retta e hanno un solo punto in comune, allora sono adiacenti. f) Due segmenti appartenenti alla stessa semiretta sono adiacenti. 22) Siano R, S, T tre punti di una retta orientata r; se S precede R e T segue S, quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera? a) T precede R. b) R segue T. c) T segue R. d) R coincide con T. e) Nessuna delle precedenti proposizioni è vera. 23) Osserva la seguente figura: . . . . A C B D E . r e completa le scritture date, inserendo al posto dei puntini, il termine “precede” o “segue”. A ………………... C C ………………... E B ………………... E E ………………... A D ………………... A A ………………... B A ………………... D B ………………... D 24) Facendo riferimento alla figura dell’esercizio precedente, stabilisci se se seguenti affermazioni sono vere o false: a) B è interno al segmento BE V F b) D è esterno al segmento AB V F c) C è interno al segmento AD V F d) A è esterno al segmento AB V F 25 25) Con riferimento alla seguente figura, stabilisci se le seguenti affermazioni sono vere o false: D . F. A . R. r a) F segue D V F b) A precede D V F c) R precede F V F d) A segue R V F e) R segue D V F f) A precede F V F g) D segue F V F 26) Cosa vuol dire che una figura è convessa? E che è concava? 27) Che cos’è un angolo? Quando due angoli si dicono consecutivi? E quando si dicono adiacenti? 28) Data la seguente figura: b β α O a Completa le seguenti scritture, sostituendo al posto dei puntini i termini corretti: 26 ▪ O ………………… degli angoli α e β; ▪ …………………………... a e b : ………… degli ………………………… ; ▪ α angolo …………………. ; ▪ β …………………………. . 29) Osserva la seguente figura e completa: a) L’angolo si indica con …..… oppure con B......; A α D β γ B C b) L’angolo si indica con …….. oppure ……, ma ……… si indica con D; c) DCB indica l’angolo …….; d) BDA ….. indica l’angolo ; e) BCD …. indica l’angolo , ma indica l’angolo ……. . 30) Una sola delle seguenti affermazioni è falsa. Quale? a) Un angolo acuto è una figura convessa. b) L’intersezione di due figure convesse è sempre una figura convessa. c) L’intersezione di due figure concave è sempre una figura concava. d) Una semiretta è una figura convessa. e) Un angolo piatto è una figura convessa. 31) Dato un angolo, esiste sempre il suo complementare? E il suo supplementare? E il suo esplementare? Motiva le risposte. 32) Completa: a) Due angoli si dicono consecutivi se hanno il ……………….. e un ………… in comune. b) Due angoli si dicono adiacenti se sono ………………… e i lati ………………………. …… appartengono alla ………… retta. c) Due angoli sono opposti al vertice se i ……….... di uno sono i ……………………….. dei ………. dell’altro. d) Due angoli sono ………….…………... quando la loro somma è un angolo retto. e) Due angoli sono supplementari quando la ……….. ….…………… è un angolo ………….. . f) Due angoli sono …………….…………… quando la loro ………….. è un angolo giro. 27 33) Stabilisci quali tra le seguenti affermazioni sono vere e quali false: a) due angoli adiacenti sono anche consecutivi. V F b) due angoli consecutivi sono anche adiacenti. V F c) un angolo i cui lati sono coincidenti e che contiene tutti punti del piano V F d) un angolo si dice concavo se contiene i prolungamenti dei suoi lati. V F e) la somma di due angoli acuti è un angolo ottuso. V F f) la somma di due angoli acuti può essere un angolo ottuso. V F g) il doppio di un angolo acuto può essere ancora un angolo acuto. V F h) il complementare di un angolo acuto è un angolo ottuso. V F i) il supplementare di un angolo acuto è un angolo ottuso. V F l) due angoli che hanno il vertice in comune sono consecutivi. V F è l’angolo nullo. 34) Osserva la figura: γ β δ α Una sola delle seguenti affermazioni è vera. Quale? a) b) è complementare di c) è supplementare di d) > e) è complementare di 28 r 35) Osserva la figura: β δ α ω r γ Una sola delle seguenti affermazioni è falsa. Quale? a) è complementare di b) > c) d) è il supplementare di + e) è il complementare di 36) Quale delle seguenti affermazioni è vera? a) Il supplementare di un angolo acuto è ancora un angolo acuto. b) Due angoli opposti al vertice sono supplementari. c) L’esplementare di un angolo retto è l’angolo piatto. d) Il supplementare di un angolo ottuso è sempre un angolo ottuso. e) Due angoli opposti al vertice sono congruenti. 37) Che cos’è un poligono? 38) Che cosa si intende per diagonale di un poligono? 39) Quando un poligono si dice regolare? 40) Classifica i triangoli rispetto ai lati. 29 41) Riferendoti alla seguente figura, completa le scritture seguenti distinguendo i vari elementi: C A B a) i punti A, B, C sono i ……………….. del triangolo; b) i segmenti …… , …… , …… sono i tre lati del triangolo; c) gli angoli convessi …… , ….… , ….… sono gli ……………………………….… 42) Quando due figure si dicono congruenti? 43) Perché la relazione di congruenza fra figure è una relazione d’equivalenza? 44) Stabilisci quali tra le seguenti affermazioni sono vere e quali false: a) Per ogni lato di un triangolo vi è un solo angolo adiacente. V F b) Ogni triangolo equilatero è isoscele. V F c) Se un triangolo non è isoscele, allora è scaleno. V F d) Ogni triangolo ha tre vertici. V F e) Un triangolo isoscele non può essere ottusangolo. V F f) Un triangolo acutangolo è sempre scaleno. V F g) Ogni segmento che ha per estremi due punti interni di un triangolo è V F h) Un triangolo rettangolo può anche essere ottusangolo. V F i) Un angolo di un triangolo e l’angolo esterno adiacente ad esso sono V F l) Un triangolo isoscele può avere un solo angolo acuto. V F m) Un triangolo rettangolo non può essere isoscele. V F sempre interno al triangolo. (Cosa significa?) supplementari. 30 Esercizi La geometria del piano 1) Completa, utilizzando i simboli opportuni ( , , , , , , // , … ), le relazioni tra gli enti geometrici rappresentati in ciascuna delle seguenti figure: r s . r …. s = P} P .A A …. r r AB …… r = B} B …. r . B r s r ….. s . A * . . * M B .A ; r …… = Ø AM ….. MB A ….. α α r r ….. β β 31 2) Disegna, nel piano, le seguenti figure geometriche: a) due semirette tali che la loro intersezione sia un segmento; b) due rette r ed s incidenti in un punto P; c) le rette che passano per due punti distinti A e B; d) le rette che passano per un punto D; e) una retta orientata s e su di essa tre punti O, P, Q, tali che Q precede O e Q segue P; f) due semirette aventi la stessa origine A; g) due segmenti consecutivi; h) due segmenti adiacenti; i) una spezzata non intrecciata chiusa di 6 lati; j) una spezzata intrecciata aperta di 5 vertici; k) quattro punti, a tre a tre non allineati, e tutte le possibili rette da essi individuate; l) quattro punti di cui tre allineati e tutte le possibili rette da essi individuate. 3) Completa, osservando la seguente figura: .D . C E. r . . A B t s r … = A 32 s t = …. E … t … t = B D …. t ED …. = D ED r = …. BC …. = C r BC = .... D ...... s AC .... = C C ..... t 4) Riconosci quali delle seguenti figure sono convesse e quali concave: 5) Osserva la figura e completa come nell’esempio: GB 1 PQ; 2 …. PQ; …. 5 PQ; 6 HR ….DI; DI …. PQ; SN …. HR; 7 ….; 6 BG …. DI; FM SN ….GB; AE 7 ….; …. 2 AE; 5 …. 3 …. 7 33 Esercizio guidato 6) In un triangolo ABC, isoscele sulla base BC, i lati AB e AC superano ciascuno di 6 cm la base. Sapendo che il perimetro del triangolo è 36 cm, calcola le misure dei lati. COMPLETA: A AB AC Hp.: * AB + BC + AC = 36 cm ( * ) * Th.: B AB AC BC + 6 cm AB = ? ; BC = ? ; AC = ? C [( * ) per la misura della lunghezza dei segmenti utilizziamo il segno di uguaglianza]. È opportuno il seguente ausilio grafico: base lato lato 6 cm 6 cm Si ha quindi: 3 . BC = 36 – (…. + ….) = …. – 12 = …. BC = …. : 3 = .... cm AB AC = …. + 6 = .… cm 7) Una spezzata aperta di quattro lati è lunga 84 cm. Il primo lato misura 36 cm, il secondo è la quarta parte del primo e il terzo è congruente alla differenza dei primi due. Calcola la misura del quarto lato. [12 cm] 8) In un triangolo ABC, isoscele sulla base AB, ciascuno dei lati supera di 12 cm la base. Sapendo che il perimetro del triangolo è 72 cm, calcola la misura dei lati. [16 cm; 28 cm; 28 cm] 34 9) Disegna le seguenti figure: a) un angolo concavo e un angolo convesso. b) due angoli consecutivi. c) due angoli adiacenti. d) due angoli opposti al vertice. e) un angolo convesso AOB e la sua bisettrice OC. f) due angoli complementari. g) due angoli supplementari. h) due angoli esplementari. 10) Rappresenta le seguenti figure: a. due angoli consecutivi complementari. b. due angoli consecutivi supplementari (come si chiamano?). c. due angoli consecutivi esplementari. d. un angolo triplo di un angolo retto. 11) Utilizzando squadra e compasso, costruisci la bisettrice dei seguenti angoli: B R P A O Q F M L G E I D . H I 35 12) Individua, tra gli angoli delle figure seguenti, l’angolo nullo, l’angolo acuto, l’angolo retto, l’angolo ottuso, l’angolo piatto, l’angolo giro. s B A . r O O s B A . O O r s O 36 r . O r 13) Completa, se possibile, la seguente tabella: angolo complementare supplementare 32° … … … … … … … 18° 110° … … … 47° … … 252° … … … … … 281° … 82° … 59° … … esplementare … … Disegna le figure corrispondenti alle seguenti descrizioni: 14) Due segmenti AB e CD si intersecano nel loro punto medio S; unisci A con C e B con D. 15) Due segmenti AB e CD si intersecano in un punto M; unisci il punto B con il punto medio N di MD e prolunga BN di un segmento NF congruente a BN. Traccia il segmento FD e, poi, il segmento AG, passante per il punto medio T di CM, tale che AT sia congruente a TG. Unisci C con G. 16) Gli angoli ABC e DBE sono opposti al vertice; la semiretta s di origine B è interna a ABD, mentre la semiretta t di origine B è interna a CBE; traccia il segmento FG con F appartenente a s e G appartenente a t. 17) FKH è un angolo piatto, FK KH, MKH < 90°, T appartiene al semipiano di origine FH contenente M. TKF > 90° e TK esterno a MKH. 18) Due semirette s e m, aventi la stessa origine B, formano un angolo retto. D appartiene alla semiretta s e F alla semiretta m, inoltre BF è il triplo di BD; traccia il segmento DF. 19) Dal vertice A di un triangolo ABC, isoscele sulla base BC, ed esternamente ad esso, conduci due semirette che formino con i lati del triangolo due angoli congruenti. Le due semirette incontrano il prolungamento della base BC, dalla parte di B, nel punto E e dalla parte di C nel punto F. 37 20) ……. al telefono Marta: “Lucia, mi puoi dire quali sono i compiti di matematica per domani?” Lucia: “Il prof ha disegnato una figura alla lavagna e ha detto di completare alcune relazioni”. Marta: “Mandamela per e-mail”. Lucia: “Non posso, ho problemi con internet; è da ieri sera che non riesco a connettermi”. Marta: “Spiegala per telefono; io provo a disegnarla”. Lucia: “Va bene; ci provo! Il prof ha disegnato due segmenti consecutivi AB e BC in modo che BC sia il doppio di AB e che formino tra loro un angolo retto; poi dal punto medio H di BC ha disegnato un segmento HE congruente ad AB e che forma con BC un angolo retto; infine ha disegnato un segmento che unisce C con il punto medio S di HE e un segmento che unisce A con E”. Marta: “Grazie! E le relazioni da completare?” Lucia: “Ah, dimenticavo. Devi inserire i simboli di congruenza, maggiore o minore, appartiene , non appartiene”. Scrivi: AB …. BH; ES…. AB; H …. CB; HCS …. 90°; AE CB = …..; SHC…. 90°; HEA …. 90°; HC …. HE; AE …. BH. Quale figura avrà disegnato Marta? Come avrà completato le relazioni? Prova a farlo tu! 21) …… il giorno dopo Lucia: “Marta, mi fai vedere la tua figura? Controlliamo le relazioni?” Marta: “Subito! Guarda. Lucia: “Ma sono diverse! Eppure pensavo di essere stata molto precisa. E poi, nella mia figura AE e CB non si incontrano, invece nella tua figura sì. Anche per l’angolo HEA abbiamo scritto due cose diverse: per me è retto, invece per te è un angolo acuto.” Cosa avrebbe dovuto dire Lucia affinché Marta, disegnando la figura, completasse le relazioni nello stesso modo? 38 I triangoli Disegna le seguenti figure: 22) un triangolo ABC, isoscele sulla base AB. 23) un triangolo ABC, retto in C. 24) un triangolo acutangolo ABC. 25) un triangolo ABC, ottusangolo in B. 26) un triangolo equilatero ABC. Verifica, con un goniometro, che i tre angoli sono congruenti. 27) un triangolo scaleno acutangolo. 28) un triangolo scaleno ottusangolo. Costruisci un triangolo isoscele che abbia come base il segmento indicato. 29) . . A B 30) . D . C 31) .E .F 39 Costruisci un triangolo equilatero che abbia come base il segmento indicato. 32) . B . A 33) C . . D 34) E . . F 40 CAPITOLO 3 PERPENDICOLARITA’ E PARALLELISMO 3.1 Rette perpendicolari Nell’unità 1 abbiamo visto che due rette r ed s del piano si dicono incidenti se hanno in comune uno ed un solo punto P. In particolare, due rette incidenti si dicono perpendicolari se dividono il piano in quattro angoli congruenti, cioè retti (fig. 1). s . P r (fig. 1) r perpendicolare ad s Per indicare che la retta r è perpendicolare alla retta s si scrive r s (si legge “ r perpendicolare ad s ”). In realtà, per stabilire che r s è sufficiente sapere che uno dei quattro angoli è retto. PERCHE’? Due rette incidenti che non sono perpendicolari si dicono oblique. Teorema dell’esistenza e dell’unicità della perpendicolare Per un punto P del piano passa una ed una sola retta perpendicolare ad una data retta r. 3.2 Le proiezioni ortogonali Data una retta r, si chiama piede della perpendicolare, o proiezione ortogonale, di P su r, il punto in cui la perpendicolare per P ad r interseca la retta data. - In fig. 6.1, il piede della perpendicolare condotta da P ad r è il punto P stesso; - in fig. 6.2, il piede della perpendicolare condotta da P ad r è il punto H. Il segmento di perpendicolare PH (fig. 6.2) rappresenta la distanza del punto P dalla retta r (nel caso della fig. 6.1 tale distanza è nulla). 41 PROVA TU Riferendoti alla seguente figura: .P . r H dimostra che il segmento PH è minore di ogni segmento obliquo condotto da P alla retta r. OSSERVAZIONE: Quanto sopra ti permette di dedurre che il segmento di perpendicolare PH è il segmento di minima lunghezza che congiunge P con r. CURIOSITA’ FIUME RUME’ “Punto dritto” verso il piede della perpendicolare condotta “da me” all’argine del fiume. Ho sete! Ho sete! 42 PROVA TU Indica la distanza punto – retta nelle seguenti figure: .O r . s t Q . P Dati un segmento PQ ed una retta r, siano P' e Q' le proiezioni ortogonali rispettivamente di P e Q su r. Il segmento P'Q' si dice proiezione ortogonale di PQ su r. Si hanno i casi illustrati nelle seguenti figure: Q Q . . (fig. 7a) .P . . P' Q' .P Q (fig. 7b) . P P' r . Q' r . (fig. 7c) (fig. 7d) Q . . . . r Q' P' P' . . Q' r P Q. P . . P' Q' r (fig. 7e) 43 La relazione di perpendicolarità ci permette di dare nuove definizioni: Si chiama asse di un segmento AB la perpendicolare ad AB passante per il suo punto medio M (fig. 8): asse di AB . . * A * M . B (fig. 8) Parleremo compiutamente dell’asse di un segmento al termine della presente unità. 3.3 Mediane, altezze e bisettrici di un triangolo Dato un triangolo ABC si dice: - mediana relativa al lato AB il segmento CM che unisce il vertice C con il punto medio M del lato opposto AB (fig. 9). C CM: mediana relativa al lato AB A . * M * B (fig. 9) - altezza relativa al lato AB il segmento di perpendicolare CH condotto dal vertice C alla retta AB (fig. 10). C CH: altezza relativa al lato AB A 44 . H B (fig. 10) - bisettrice relativa al vertice C, o all’angolo interno di vertice C, il segmento della bisettrice dell’angolo C compreso fra il vertice C e il punto D di intersezione con il lato opposto AB (fig. 11). C CD: bisettrice relativa al vertice C A . D B (fig. 11) OSSERVAZIONE: In ogni triangolo vi sono quindi: tre mediane (ciascuna relativa ad un lato); tre altezze (ciascuna relativa ad un lato); tre bisettrici (ciascuna relativa ad un angolo interno). PROVA TU Traccia le mediane relative a ciascun lato di un triangolo ABC, nei tre diversi casi di un triangolo acutangolo, rettangolo, ottusangolo. Traccia le altezze relative a ciascun lato di un triangolo PQR, nei tre diversi casi di un triangolo acutangolo, rettangolo, ottusangolo. Traccia le bisettrici degli angoli interni di un triangolo STU, nei tre diversi casi di un triangolo acutangolo, rettangolo, ottusangolo. COMPLETA le seguenti affermazioni mettendo al posto dei puntini la parola “sono” o “non sono”: Le mediane …………….. sempre interne al triangolo; Le altezze ……………. sempre interne al triangolo; Le bisettrici ……………. sempre interne al triangolo. A questo punto dimostriamo un’altra proprietà del triangolo isoscele, premettendo la seguente OSSERVAZIONE: Quando in un teorema (o in un problema) viene “dato” un triangolo isoscele, nell’ipotesi indicheremo la congruenza dei due lati (obliqui), in figura segneremo tali lati con uno stesso simbolo e analogamente faremo per gli angoli alla base (pagg. 32 e 33, fascicolo 1, geometria). 45 Teorema In un triangolo isoscele la bisettrice dell’angolo al vertice, è anche altezza e mediana relativa alla base. C . . Hp.: Th.: A D AC BC ACD BCD CD AB AD DB B Possiamo quindi concludere che in un triangolo isoscele, la bisettrice dell’angolo al vertice, l’altezza e la mediana relative alla base coincidono. 3.4 Le rette parallele Abbiamo già parlato (pag. 5, fascicolo 1, geometria) delle rette parallele. Ricordiamo che: r // s r s r s = Ø . Non sempre, però, è possibile “vedere” rette che si incontrano o meno, dal momento che non possiamo “seguirle”, essendo infinite. POSTULATO DELLE PARALLELE (o V POSTULATO DI EUCLIDE) Dati nel piano una retta r ed un punto P, esiste ed è unica la retta s, parallela ad r, passante per P (fig. 15). . P s r (fig. 15) Se P r , si ha che s r (fig. 16): 46 . s P r (fig. 16) 3.5 Il criterio di parallelismo e le proprietà delle rette parallele Abbiamo già detto della difficoltà di stabilire se due rette r ed s sono parallele tra loro. Si cerca, quindi, di risolvere il problema “ricercando” una condizione generale per affermare che due rette sono parallele. A tale scopo consideriamo due rette distinte r ed s e una retta t, detta trasversale, che le incontra entrambe formando otto angoli (fig. 18). t 2 1 4 3 r 6 5 s 8 7 (fig. 18) Le coppie di angoli ( 3 ; 5 ) e ( 4 ; 6 ) si dicono angoli alterni interni [gli angoli di ogni coppia si trovano da parte opposta rispetto alla trasversale t e all’interno della regione di piano delimitata dalle due rette r ed s]. Le coppie di angoli ( 1 ; 7 ) e ( 2 ; 8 ) si dicono angoli alterni esterni [gli angoli di ogni coppia si trovano da parte opposta rispetto alla trasversale t e all’esterno della regione di piano delimitata dalle due rette r ed s]. Le coppie di angoli ( 1 ; 5 ) , ( 2 ; 6 ) , ( 3 ; 7 ) e ( 4 ; 8 ) si dicono angoli corrispondenti [gli angoli di ogni coppia si trovano dalla stessa parte rispetto alla trasversale t e sono uno interno e uno esterno alla regione di piano delimitata dalle due rette r ed s]. Le coppie di angoli ( 3 ; 6 ) e ( 4 ; 5 ) si dicono angoli coniugati interni [gli angoli di ogni coppia si trovano dalla stessa parte rispetto alla trasversale t e sono entrambi interni alla regione di piano delimitata dalle due rette r ed s]. Le coppie di angoli ( 1 ; 8 ) e ( 2 ; 7 ) si dicono angoli coniugati esterni [gli angoli di ogni coppia si trovano dalla stessa parte rispetto alla trasversale t e sono entrambi esterni alla regione di piano delimitata dalle due rette r ed s]. 47 Teorema Se due rette tagliate da una trasversale formano angoli alterni interni congruenti, allora le due rette sono parallele (fig. 19). t α B. A. s Hp.: α α' Th.: r // s α' r (fig. 19) Si può generalizzare il teorema precedente dimostrando il seguente: Criterio generale di parallelismo Se due rette tagliate da una trasversale formano: angoli alterni (interni o esterni) congruenti; oppure angoli corrispondenti congruenti; oppure angoli coniugati (interni o esterni) supplementari; allora le due rette sono parallele. Quanto detto permette di concludere che se due rette r ed s, tagliate da una trasversale t, formano due angoli alterni (interni o esterni) congruenti, o due angoli corrispondenti congruenti, o due angoli coniugati (interni o esterni) supplementari, allora: tutte le coppie di angoli alterni ((interni o esterni) sono congruenti; tutte le coppie di angoli corrispondenti sono congruenti; tutte le coppie di angoli coniugati (interni o esterni) sono supplementari. Teorema inverso Se due rette sono parallele, allora, tagliate da una trasversale, formano con essa angoli alterni interni congruenti (fig. 23). r t A Hp.: r // s α α' s B 48 Th.: α α' Teorema (inverso del teorema del criterio generale di parallelismo) Se due rette sono parallele e distinte, allora, tagliate da una trasversale, formano con essa: angoli alterni (interni o esterni) congruenti; angoli corrispondenti congruenti; angoli coniugati (interni o esterni) supplementari. 3.6 Proprietà dei triangoli Teorema (secondo teorema dell’angolo esterno) In ogni triangolo, ciascun angolo esterno è congruente alla somma degli angoli interni ad esso non adiacenti. C A Hp.: CBD angolo esterno del triangolo ABC Th.: CBD BAC + ACB B D Teorema sulla somma degli angoli interni di un triangolo La somma degli angoli interni di ogni triangolo è congruente ad un angolo piatto. 3.7 Somma degli angoli interni ed esterni di un poligono Quanto vale la somma degli angoli interni di un poligono di n lati? Per rispondere a questa domanda, fai riferimento al pentagono della figura seguente: D E C A B e COMPLETA: Unisci i vertici del pentagono con il punto P (un qualsiasi punto interno del pentagono): D E C P. A B 49 Il poligono resta diviso in ............ triangoli, cioè in tanti triangoli ………… sono i lati del poligono. Segna gli angoli interni di tutti i triangoli. Poiché la somma degli angoli interni di ogni triangolo è congruente a …. , la somma degli angoli interni di tutti i triangoli, in cui resta diviso il pentagono, è congruente a …. . …. . Quindi la somma degli angoli interni del poligono è congruente alla differenza fra la ………… degli angoli interni di tutti i triangoli e la ………… degli angoli di vertice …. che vale …… Indicando con Si la somma degli angoli interni del pentagono, si ha: Si = 5 . … – 2 . … e, applicando la proprietà distributiva, Si = ( … – 2) = ….. . In generale, per un poligono di n lati, si ha: Si = ( … - 2) [= n – 2 ] . Vale, quindi, il seguente: Teorema La somma degli angoli interni di un poligono convesso di n lati è congruente ad (n – 2) angoli piatti (cioè a tanti angoli piatti quanti sono i lati meno un angolo giro). E ancora ….. osserva la seguente figura, dove la lettera “e” indica l’angolo esterno e COMPLETA: e D e E C e e A e B Ogni angolo esterno è ...……………….. ad un angolo interno che ha lo stesso vertice, quindi la somma di un angolo esterno e dell’angolo interno con lo stesso vertice vale ….. . Indicando con: Si = somma degli angoli interni del pentagono; Se = somma degli angoli esterni del pentagono, si ha: Si + Se = …. . …. , e poiché, per il pentagono risulta che: Si = 3 , puoi concludere che: Se = ….. . 50 Ripeti lo stesso ragionamento per: un poligono di 4 lati; . un poligono di 6 lati; un poligono di 7 lati; un poligono di 8 lati. Ora “generalizza” il ragionamento per un poligono di n lati, così da dimostrare che: Se = 2 , qualunque sia il numero dei lati del poligono. Vale, dunque, il seguente: Teorema La somma degli angoli esterni di un poligono convesso di n lati è congruente ad un angolo giro, qualunque sia il numero dei lati del poligono. 3.8 I luoghi geometrici Si dice luogo geometrico, o semplicemente luogo, la figura costituita da tutti e soli i punti (del piano) che godono di una determinata proprietà. Quindi, una figura F è un luogo, definito da una proprietà P, se: 1. ogni punto di F gode della proprietà P; 2. ogni punto, che gode della proprietà P, appartiene ad F. Vediamo due esempi di “luoghi”: la bisettrice di un angolo; l’asse di un segmento. La bisettrice di un angolo è il luogo dei punti del piano equidistanti dai lati dell’angolo. L’asse di un segmento è il luogo geometrico dei punti equidistanti dagli estremi del segmento stesso. 51 ESERCIZI CAPITOLO 3 Perpendicolarità e parallelismo Conoscenza e comprensione 1) Quando due rette si dicono incidenti? 2) Quando due rette si dicono perpendicolari? 3) Quando due rette si dicono oblique? 4) Cosa si intende per distanza di un punto P da una retta r ? 5) Riferendoti alla seguente figura, completa le seguenti affermazioni: s .P . r 52 H ▪ il punto H è la ………………………………………………… di … su r ; ▪ il punto H è il …………… della ………………………………… condotta da P su …; ▪ il segmento PH si dice ………………………. di P da …; ▪ il segmento PH si dice il segmento di …………………………… condotto da … ad …; ▪ la retta s è la perpendicolare alla retta ….. , passante per … ; ▪ le rette r ed s dividono il piano in ……..…. angoli ……….… ; ▪ la retta r è la perpendicolare alla retta ….. , passante per … . 6) Una sola delle seguenti affermazioni è vera. Quale? L’asse di un segmento AB è: a) la retta che passa per un qualsiasi punto del segmento AB ed è perpendicolare al segmento stesso; b) la retta che passa per il punto A ed è perpendicolare al segmento AB; c) la retta che passa per il punto B ed è perpendicolare al segmento AB; d) la retta che passa per il punto medio del segmento AB ed è perpendicolare al segmento stesso; e) una retta passante per il punto medio del segmento AB; f) un segmento con un estremo nel punto medio di AB, perpendicolare e congruente ad AB stesso. 7) Dato un triangolo ABC, definisci: la mediana relativa al lato AC; l’altezza relativa al lato AB; la bisettrice relativa al vertice B; l’asse del segmento BC. 8) Osserva la figura e completa le proposizioni relative al triangolo ABC: H C D . . A * M * B a ▪ AD è la …………………… relativa all’angolo ……. ; ▪ M è il …………………….. del lato ……. ; ▪ ……. è …………………… relativo al lato AB; ▪ H è il ……………………... della ………………… condotta da A alla retta ……. ; ▪ AH è ……………………... relativa al lato ……. ; ▪ CM è la …………………... relativa al ………… . 53 9) Indica il nome degli angoli indicati in ognuna delle seguenti figure: a) r s t b) r s t c) r s t r d) s t r e) s 54 t 10) Nella figura a lato, le rette r ed s sono parallele. t 1 4 s 3 6 5 8 2 7 r Completa: 1–7 2–8 3–5 4–6 1–8 angoli ………………. angoli ………………. 2–7 angoli ………………. 3–6 4–5 angoli ………………. 1–5 2–6 3–7 angoli ………………. 4–8 11) Completa le seguenti affermazioni: ▪ in un triangolo, ciascun angolo ………………… è congruente alla somma degli …………... ………………… ad esso non …………………… . ▪ la somma degli angoli interni di ogni triangolo è ………………… ad un angolo ………….. . ▪ gli angoli acuti di un triangolo rettangolo sono ……..………………… . ▪ in un triangolo rettangolo isoscele, ciascun angolo acuto è ………………….….. di un angolo retto. ▪ ciascun angolo di ogni triangolo equilatero è congruente alla ………. parte di un angolo piatto. ▪ la somma degli angoli interni di un pentagono è congruente a …….. angoli piatti. ▪ la somma degli angoli interni di un ottagono è congruente a …….. angoli piatti. ▪ la somma degli angoli interni di un poligono di n lati è congruente a ………….. angoli piatti. 55 ▪ la somma degli angoli esterni di un esagono è congruente a ………………… piatti. ▪ la somma degli angoli esterni di un decagono è congruente a ………………… piatti. ▪ la somma degli angoli esterni di un poligono di n lati è congruente a ……… angoli piatti. 12) Uno dei seguenti enunciati è falso. Quale? a) Un angolo esterno di un triangolo può essere congruente ad un angolo interno ad esso adiacente. b) La somma degli angoli interni di un triangolo è congruente alla somma dei suoi angoli esterni. c) Ogni angolo esterno di un triangolo è maggiore di ciascun angolo interno, ad esso non adiacente. d) Un triangolo può essere contemporaneamente isoscele e rettangolo. e) In un triangolo, due angoli esterni sono sempre ottusi. f) Ogni angolo esterno di un triangolo equilatero è congruente al doppio dell’angolo interno adiacente. g) La somma degli angoli interni di un quadrilatero è congruente ad un angolo giro. 13) Completa le seguenti affermazioni: ▪ un luogo geometrico è la figura costituita da ………………………….. i punti del piano che godono di una determinata proprietà. ▪ la bisettrice di un angolo è il luogo dei punti ……………………….….….. dai …………. dell’angolo. ▪ l’asse di un segmento è il luogo dei punti …………………….….. dagli ………….……… del ………………..…… . ▪ il luogo geometrico dei punti aventi una fissata distanza h da una data retta r sono due ………… parallele ad … , ciascuna a distanza … da … . 56 Applicazioni 1) Segui e COMPLETA la costruzione di una retta s perpendicolare alla retta r data in figura. Sia data una retta r: r Prendi un punto qualsiasi P sulla retta r: . r P Facendo centro con il compasso in P, con apertura a piacere, determina su r due punti A e B: . . . A P B r Si ha che: PA ….. Punta, ora, il compasso in A e, con apertura maggiore di AP, traccia un arco. Analogamente, dal punto ….. , con la stessa apertura, traccia un secondo arco che incontrerà il primo in un punto Q. [Perché l’apertura del compasso deve essere maggiore di AP (o di BP)?] .Q . . . A P B r Conduci la retta s passante per i punti P e Q: .Q . A . . P B r Si ha che le rette r ed s sono …….…………….…… (VERIFICA le tue conclusioni, utilizzando il goniometro). 57 2) Riproduci sul quaderno le rette della seguente figura e traccia, per ognuna, secondo l’esercizio precedente, la perpendicolare in un loro punto a tua scelta: r s COSTRUZIONE, CON RIGA E SQUADRA, DELLA PERPENDICOLARE AD UNA RETTA DATA: Osserva la costruzione della perpendicolare alla retta r assegnata, passante per un suo punto P, con l’utilizzo di riga e squadra: . P r P . r . P 58 r PROVA TU Puoi facilmente procedere con la stessa costruzione nel caso della perpendicolare alla retta data, passante per un punto Q qualsiasi del piano. 3) Per ogni retta della figura, traccia una qualsiasi retta perpendicolare ad essa. r s t u 4) Per ogni retta della figura, traccia la retta passante per il punto indicato e perpendicolare alla retta data. s .P r .Q . N . O v u 59 5) Rappresenta la distanza dalla retta r di ciascuno dei punti indicati nella seguente figura: .A .P r . Q .B 6) Disegna la proiezione ortogonale P'Q' del segmento PQ sulla retta r, nei casi indicati dalle figure seguenti: P. .Q .Q r r P .Q P . P . . Q r . r 7) Traccia le proiezioni ortogonali dei punti A, B, C e dei segmenti DE e FG sulla retta r. E. .B F. D. . C . G .A 60 r Altezze, mediane, bisettrici e assi di un triangolo Riproduci sul quaderno i triangoli in figura e traccia le altezze relative a ciascun lato. Verifica che le tre altezze, o i loro prolungamenti, si incontrano in uno stesso punto (ortocentro del triangolo). 8) C A B 9) F D E 10) I G H COMPLETA: L’ortocentro è ……………… al triangolo, se il triangolo è ……………..……. ; coincide con il vertice dell’angolo ……… , se il triangolo è rettangolo; è …………… al triangolo, se il triangolo è ………………..……. . 61 Riproduci sul quaderno i triangoli in figura e traccia le mediane relative a ciascun lato. Verifica che le tre mediane si incontrano in uno stesso punto (baricentro del triangolo). 11) C A B 12) F D E 13) I G H COMPLETA: Il baricentro è sempre …………….… al triangolo. “Verifica” con la squadretta che il baricentro divide ciascuna mediana in due parti, delle quali quella che contiene il vertice è doppia dell’altra. 62 Riproduci sul quaderno i triangoli in figura e traccia le bisettrici relative a ciascun lato. Verifica che le tre bisettrici si incontrano in uno stesso punto (incentro del triangolo). 14) C A B 15) F D E 16) I G H COMPLETA: L’incentro è sempre …………… al triangolo. “Verifica” con il compasso che l’incentro è il centro della circonferenza inscritta nel triangolo (“tocca”, cioè, i tre lati del triangolo). 63 Riproduci sul quaderno i triangoli in figura e traccia gli assi relativi a ciascun lato. Verifica che i tre assi, o i loro prolungamenti, si incontrano in uno stesso punto (circocentro del triangolo). 17) C A B 18) F D E 19) I G H COMPLETA: Il circocentro non è sempre …………… al triangolo. “Verifica” con il compasso che il circocentro è il centro della circonferenza circoscritta al triangolo (“passa”, cioè, per i tre vertici del triangolo). 64 COSTRUZIONE, CON RIGA E SQUADRA, DELLA PARALLELA AD UNA RETTA DATA. Osserva la costruzione di una retta s parallela alla retta r data: r r s r Quindi: s s // r r 65 20) Costruisci, con riga e squadra, una parallela a ciascuna retta data: a) r b) s c) t d) u 66 21) Per ogni retta della figura, traccia la parallela passante per il punto indicato. a) r .A b) .B s c) . C t d) . D u 67 22) In riferimento alla seguente figura, sapendo che r // s, COMPLETA le relazioni indicate. t 1 4 6 5 8 3 r 7 4–6 5 = …. ; 3 = …. 3–5 1 = …. ; 7 = …. 1–7 2 = …. ; 8 = …. 2–8 1 = …. ; 5 = …. 1–5 2 = …. ; 6 = …. 2–6 3 = …. ; 7 = …. 3–7 4 = …. ; 8 = …. 4–8 3–6 4 + 5 = …. 4–5 1 + 8 = …. 1–8 2 + 7 = …. 2–7 s 74° 6 = 74° ; 4 = …. 3 + 6 = …. 2 angoli ………………. angoli ………………. angoli ………………. angoli ………………. angoli ………………. 23) Due rette parallele a e b sono tagliate da una trasversale t che forma con la retta a un angolo di 53°. Calcola le ampiezze di tutti gli angoli formati da a e da b con la trasversale t. 24) Due rette parallele p e q sono tagliate da una trasversale t che forma con la retta q un angolo di 27° 42'. Calcola le ampiezze di tutti gli angoli formati da p e da q con la trasversale t. 68 Angoli di un triangolo Calcola l’ampiezza degli angoli indicati con il simbolo x. 25) C x = ….. x 32° A B 26) C x x = ….. 33° 75° A B 27) R 40° x = ….. x 28° P Q 28) L M 30° x 107° x = ….. N 69 29) Q 36° x = ….. x O P 30) T x * * x = ….. 62° R S 31) Z 31° * * x = ….. x U V 32) C' x * A' 70 x = ….. * * B' 33) F' x 125° D' x = ….. G' E' 34) L' 48° * * x = ….. x I' H' 35) P' O' 134° * x = ….. * x M' N' 36) S' x = ….. * Q' x * R' T' 71 OCCHIO ALLE OLIMPIADI! UN’OCCHIATA ALLE OLIMPIADI …. ANZI, NEL MIO CASO, DUE OCCHIATE! 1) Nel triangolo ABC le semirette AN e CM sono le bisettrici di BAC e BCA e si intersecano in P. Sapendo che APC = 140°, quanto misura l’angolo in B? A. 90° B. 100° C. 110° D. 120° E. 130° [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 2000] [D] 2) Nella figura qui a fianco, quanto misura l’angolo α? A. 70 α B. 75° C. 80° D. 90° E. Non può essere determinato con i soli dati forniti. 10° 20° 60° 50° [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 2005] [C] 72 . 3) Nel pentagono regolare disegnato a fianco, il triangolo ABC è equilatero. Quanto vale l’angolo convesso FCD ? E A. 120° B. 144° F C. 150° C D D. 168° E. 170° A [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 1996] B [D] 4) Quanto vale l’angolo x in figura ? γ α β δ x A. 180° – α + γ B. 180° – β + γ C. α + δ D. β + δ E. 180° – δ – γ [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 1995] [A] 5) Si sa che nella figura seguente CAE = 60° , AEB = 20° , ACD = 25° . I punti E, D e B sono allineati. Qual è la misura di BDC ? E D A A. 75° B B. 85° C C. 90° D. 105° [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 1996] E. Le informazioni sono insufficienti. [A] 73 6) In un triangolo, per ogni coppia di lati consecutivi, i due assi dei lati e la bisettrice dell’angolo formato dai due lati si incontrano in uno stesso punto. Possiamo affermare che: ▪ non esiste un triangolo con questa proprietà; ▪ il triangolo è equilatero; ▪ il triangolo ha un angolo di 30°; ▪ il triangolo è rettangolo; ▪ il triangolo ha un angolo di 45°. [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 2005] [B] 7) Nel triangolo ABC le semirette AN e CM sono le bisettrici di BAC e BCA e si intersecano in P. Sapendo che APC = 140°, quanto misura la misura dell’angolo in B? A A) 90° B) 100° C) 110° M P D) 120° B E) 130° C N [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 2000] [B] 8) ABCD è un quadrato ed EBC è un triangolo equilatero. Quanto misura in gradi l’angolo AED? A B A) 120° E B) 135° C) 150° D) 160° E) Nessuno dei precedenti. C [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 1994] D [C] 9) Quanti angoli maggiori di 90° può avere un quadrilatero (non intrecciato)? A) Ne ha sempre almeno uno B) Ne ha al più uno C) Ne ha al più due D) Ne ha al più tre E) Può averne quattro. [Olimpiadi Matematica, Giochi di Archimede 1995] 74 [D] CAPITOLO 4 I QUADRILATERI 4.1 Generalità Ricordiamo che un quadrilatero è un poligono che ha quattro lati (pag. 25 e successive, fascicolo 1, geometria). Le figure che seguono sono state ottenute prendendo nel piano quattro punti A, B, C, D (indicati volutamente sempre con lo stesso “nome”), uniti con i segmenti AB, BC, CD, DA: C C D D A B fig. 1 A fig. 2 B C D A B fig. 3 In fig. 1 è rappresentato un quadrilatero convesso (la retta di ogni lato lascia il poligono tutto da una stessa parte). In fig. 2 è rappresentato un quadrilatero concavo (la retta di qualche lato – in figura la retta AD e la retta CD – non lascia il poligono tutto da una stessa parte). In fig. 3 è rappresentato un quadrilatero intrecciato (due lati si tagliano in un punto). [Per quanto detto a pag. 25, fascicolo 1, geometria, non rappresenta un poligono]. Quando nel seguito parleremo di quadrilatero senza ulteriore specificazione, intenderemo sempre quadrilatero convesso. 75 Consideriamo il quadrilatero ABCD di fig. 4: D C A B fig. 4 e osserviamo quanto segue: o i punti A, B, C e D sono i vertici del quadrilatero; o i vertici A e B, B e C, C e D, D e A si dicono vertici consecutivi del quadrilatero (vertici che sono estremi di uno stesso lato); o i vertici A e C, B e D si dicono vertici opposti del quadrilatero (non sono estremi di uno stesso lato); o i segmenti AB, BC, CD e DA sono i lati del quadrilatero; o i lati AB e BC, BC e CD, CD e DA, DA e AB si dicono lati consecutivi del quadrilatero (ogni coppia di lati ha un vertice in comune); o i lati AB e CD, BC e DA si dicono lati opposti del quadrilatero (ogni coppia di lati non ha alcun vertice in comune); o gli angoli ABC, BCD, CDA e DAB sono gli angoli interni del quadrilatero; o gli angoli ABC e BCD, BCD e CDA, CDA e DAB sono gli angoli adiacenti del quadrilatero (ogni coppia di angoli ha i vertici consecutivi); o gli angoli ABC e CDA, BCD e DAB sono gli angoli opposti del quadrilatero (ogni coppia di angoli ha i vertici opposti); o i segmenti AC e BD sono le diagonali del quadrilatero (uniscono vertici non consecutivi). Ogni quadrilatero può essere scomposto (da ciascuna delle due diagonali) in due triangoli [fig. 5]: D C A B 76 fig. 5 La somma Si degli angoli interni di un quadrilatero è allora congruente alla somma degli angoli interni di due triangoli, cioè a 2 angoli piatti ( = 2 .180° = 360°) La somma degli angoli esterni di un quadrilatero è congruente ad un angolo giro (= 360°) 4.2 Il Trapezio Il trapezio è un quadrilatero che ha due soli lati opposti paralleli 1 (fig. 6): D C A B fig. 6 I lati paralleli vengono detti basi; i lati non paralleli vengono detti lati obliqui. Relativamente alla fig. 8, si ha che: • AB e CD sono le basi: AB la base maggiore, CD la base minore; • AD e BC sono i lati obliqui. Il trapezio si può pensare ottenuto dall’intersezione di una striscia di piano e di un angolo convesso con i lati che incontrano la striscia (fig. 7): D A C B fig. 7 La distanza tra i due lati paralleli si dice altezza del trapezio e può essere tracciata indifferentemente a partire da un qualsiasi punto della base minore (o della base maggiore). E’ comunque consuetudine tracciare l’altezza da uno dei due estremi della base minore o da entrambi (fig. 8): D C CH altezza; DK altezza. A 1 K H B fig. 8 vedi fine paragrafo 77 Si ha: o i punti K e H sono i piedi rispettivamente delle altezze DK e CH; o i segmenti AK e BH sono le proiezioni rispettivamente dei lati obliqui AD e BC sulla base maggiore AB; o le coppie (BAD, ADC) e (ABC, BCD) risultano formate da angoli tra loro supplementari, perché coniugati interni rispetto alle parallele AB e DC tagliate rispettivamente dalle trasversali AD e BC. Vale, pertanto, il seguente teorema: “in ogni trapezio gli angoli adiacenti allo stesso lato obliquo sono supplementari”. Classificazione dei trapezi Un trapezio si dice: ♦ isoscele se i lati obliqui sono congruenti (fig. 9); ♦ rettangolo se uno dei due lati non paralleli è perpendicolare alle due basi (fig. 10). D C ABCD trapezio isoscele * * A fig. 9 B S R PQRS trapezio rettangolo (si dice che ha un solo lato obliquo) SP altezza del trapezio Q P fig. 10 OSSERVAZIONE: Molti autori parlano anche di trapezio scaleno cioè di un trapezio i cui lati obliqui non sono congruenti (fig. 11): Z V TUVZ trapezio scaleno (un trapezio // T 78 che non è né isoscele né rettangolo) U fig. 11 PROPRIETA’ DEL TRAPEZIO ISOSCELE In un trapezio isoscele: gli angoli adiacenti a ciascuna base sono congruenti. le proiezioni dei lati obliqui sulla base maggiore sono congruenti. gli angoli opposti sono supplementari le diagonali sono congruenti la retta r che passa per i punti medi delle basi è asse di simmetria del trapezio. 1 La precisazione che il trapezio ha due soli lati opposti paralleli e dovuta al fatto che, senza di essa, il parallelogramma può essere visto come un trapezio e, in particolare, come un trapezio isoscele, per cui dovrebbe godere di tutte le proprietà di tale quadrilatero ma, come vedremo in seguito, questo non e vero [precisamente, in un generico parallelogramma, le diagonali non sono congruenti, così come risulta, invece, nel trapezio isoscele (tale proprietà vale solo in particolari parallelogrammi: rettangoli e quadrati)]. Sempre per “evitare” che un parallelogramma sia interpretato come un particolare trapezio, si può dare la seguente definizione: Si dice trapezio un quadrilatero convesso con due lati opposti paralleli e non congruenti. 4.3 Il parallelogramma Si dice parallelogramma un quadrilatero avente i lati opposti paralleli (fig. 12): D A C B fig. 12 Quindi: AB // DC e AD // BC . 79 OSSERVAZIONE: Il parallelogramma può essere visto come intersezione di due strisce di piano [ricordiamo che una striscia è la parte di piano limitata da due rette parallele] (fig. 13): t C D u A B r fig. 13 s Si definisce altezza del parallelogramma la distanza di un vertice dal lato opposto, che viene detto base (fig. 14): D C H BH altezza relativa al lato AD; DK altezza relativa al lato AB. A K B (fig. 14) PROPRIETA’ DEL PARALLELOGRAMMA In ogni parallelogramma: 1. ciascuna diagonale lo divide in due triangoli congruenti; 2. i lati opposti sono congruenti; 3. gli angoli opposti sono congruenti; 4. gli angoli adiacenti a ciascun lato sono supplementari; 5. le diagonali si tagliano scambievolmente per metà. Parallelogrammi particolari Esistono parallelogrammi particolari – il rettangolo, il rombo e il quadrato – che, oltre alle caratteristiche del parallelogramma, godono di particolari proprietà. 80 4.4 Il rettangolo Il rettangolo e un parallelogramma che ha i quattro angoli congruenti. D C ≅C ≅ A≅ B D A B OSSERVAZIONE: Si poteva dare la seguente definizione: Il rettangolo è un quadrilatero che ha i quattro angoli congruenti. Infatti, un tale quadrilatero, avendo gli angoli opposti congruenti, risulta un parallelogramma e in più tutti gli angoli risultano retti, essendo la somma degli angoli interni di ogni quadrilatero congruente a due angoli piatti. D C =C =D =π A= B 2 A B Un quadrilatero può, ovviamente, avere un angolo retto senza essere un rettangolo C D A B Un parallelogramma che ha, invece, un angolo retto, ha retti tutti gli altri angoli, cioe e un rettangolo. PERCHE' ? Da qui ancora un’altra possibile definizione: Il rettangolo è un parallelogramma che ha un angolo retto. 81 Nel rettangolo ABCD D C A B qualunque lato può essere considerato come base ed il lato ad esso perpendicolare come altezza. La base e l’altezza si dicono dimensioni del rettangolo. Il rettangolo, essendo un particolare parallelogramma, gode di tutte le proprietà dei parallelogrammi. Vediamo ora una proprietà “propria” del rettangolo. In un rettangolo le diagonali sono congruenti. Quindi se un parallelogramma ha le diagonali congruenti, allora è un rettangolo. OSSERVAZIONE: Il rettangolo ha due assi di simmetria rappresentati dalle rette che passano per i punti medi dei lati opposti: D C s * A * M B r 4.5 Il rombo Il rombo (o losanga) è un parallelogramma con i quattro lati congruenti. D * * C A * * B 82 OSSERVAZIONE: Si poteva dare la seguente definizione: Il rombo è un quadrilatero con i quattro lati congruenti. Infatti, (COMPLETA) un tale quadrilatero, avendo i lati opposti ……… L’osservazione ci permette di affermare che ogni rombo è un parallelogramma e, quindi, gode di tutte le sue proprietà. Quindi se in un parallelogramma due lati consecutivi sono congruenti, allora il parallelogramma è un rombo”. Vediamo ora altre proprietà “proprie” del rombo. In un rombo: 1. le diagonali sono perpendicolari; 2. le diagonali sono bisettrici degli angoli interni OSSERVAZIONE: + Il rombo ha due assi di simmetria rappresentati dalle rette delle diagonali D * s A // O // C * B r 83 4.6 Il deltoide Con il termine deltoide si indica un quadrilatero che ha coppie di lati consecutivi congruenti C / // B D / // A Per la sua forma, il deltoide è uno dei primi quadrilateri conosciuti dai bambini (costruzione degli aquiloni). Anche nel deltoide le diagonali sono perpendicolari. 84 4.7 Il quadrato Il quadrato è un quadrilatero regolare, cioè ha tutti i lati e tutti gli angoli congruenti: D . * . C * A * . * . B Il quadrato è pertanto un particolare parallelogramma con tutti i lati congruenti (è quindi e un rombo) e con tutti gli angoli congruenti (dunque retti e quindi è un rettangolo). Il quadrato gode, pertanto, di tutte le proprietà del parallelogramma, del rombo e del rettangolo. In un quadrato: 1. le diagonali sono perpendicolari; 2. le diagonali sono bisettrici degli angoli; 3. le diagonali sono congruenti. … e viceversa Un parallelogramma è un quadrato se: 1. le diagonali sono congruenti e perpendicolari; oppure 2. le diagonali sono congruenti e bisettrici degli angoli interni. D C A B PROVA TU a rappresentare con un diagramma di Venn la relazione tra i parallelogrammi studiati. 85 OSSERVAZIONE: + ( COMPLETA) Il quadrato, in quanto rettangolo e rombo, ha quattro assi di simmetria: le rette ……………………………………………………………………………………………………… D C u r A B s t 4.8 Aree e perimetri Ora compila la seguente tabella relativa alle formule che ti consentono di calcolare area e perimetro delle principali figure geometriche FIGURA Triangolo Parallelogramma Trapezio Rettangolo Rombo Deltoide Quadrato 86 PERIMETRO AREA ESERCIZI UNITA’ 4 I quadrilateri Conoscenza e comprensione 1) Stabilisci se le seguenti proposizioni sono vere o false: a) Siano A, B, C, D quattro punti del piano a due a due non allineati; V F V F c) Alcuni quadrilateri non sono poligoni. V F d) In un quadrilatero convesso, due angoli adiacenti hanno un lato in comune. V F e) In un quadrilatero convesso, due vertici opposti possono essere estremi di V F f) Una diagonale divide un quadrilatero convesso in due triangoli congruenti. V F g) In un quadrilatero convesso la somma di due lati qualsiasi è sempre V F V F V F il quadrilatero ABCD è sicuramente convesso. b) Se ABCD è un quadrilatero convesso la somma degli angoli interni è congruente alla somma degli angoli esterni. uno stesso lato. maggiore della somma degli altri due. h) Non esiste un quadrilatero nel quale tre lati, tra loro congruenti, sono la terza parte del quarto lato. i) Un quadrilatero può avere tre angoli retti. 2) Quanti e quali sono i criteri di congruenza dei poligoni? 3) Definisci il trapezio. 4) Una sola delle seguenti proposizioni è vera; quale? a) Un trapezio ha almeno due lati paralleli. b) In un trapezio gli angoli opposti possono essere congruenti. c) In un trapezio gli angoli opposti possono essere supplementari. d) Un trapezio può avere tre angoli retti. e) In un trapezio due lati opposti possono essere congruenti. 87 5) Osserva la seguente figura: D C 30° * * . A K . B Qual è l’ampiezza di DAB ? E quella di ADK ? 6) Le seguenti proposizioni sono vere o false? a) Se un trapezio ha un asse di simmetria, allora è isoscele. V F b) In un trapezio le proiezioni dei lati obliqui sulla base minore V F c) In un trapezio isoscele gli angoli opposti sono supplementari. V F d) Se gli angoli adiacenti alla base minore sono congruenti, il V F e) L’altezza di un trapezio è sempre interna al trapezio stesso. V F f) In un trapezio rettangolo, le diagonali sono congruenti. V F g) In un trapezio gli angoli adiacenti ad un lato obliquo sono V F h) In un trapezio isoscele le diagonali sono congruenti. V F i) Se un trapezio ha soltanto una coppia di angoli consecutivi V F sono sempre congruenti. trapezio è isoscele. supplementari. congruenti, allora è rettangolo. 7) Definisci il parallelogramma. 8) Enuncia le proprietà del parallelogramma. 9) Che cosa si intende per altezza di un parallelogramma? 88 10) Una sola delle seguenti proposizioni è falsa; quale? a) Un quadrilatero con i lati a due a due congruenti, è un parallelogramma. b) Le diagonali di un parallelogramma possono essere congruenti. c) In un parallelogramma due angoli consecutivi sono supplementari. d) Il parallelogramma ha un centro di simmetria. e) In un parallelogramma le diagonali possono essere perpendicolari. f) In un parallelogramma i lati possono essere congruenti. 11) Il quadrilatero ABCD della seguente figura è un parallelogramma: D F. C 86° 52° A B .E Qual è l’ampiezza di BCF ? E l’ampiezza di BDC ? E quella di DBE ? 12) Il quadrilatero PSRQ della seguente figura è un parallelogramma: Q R 35° . 60° T 38° P S Qual è l’ampiezza di PRS ? E quella di PQR ? 13) Definisci il rettangolo. 89 14) Il quadrilatero ABCD è un rettangolo: D C 65° . Q A B Qual è l’ampiezza di DQA ? E quella di DQC ? Il segmento AQ misura 2,8 cm; qual è la misura di DB? 15) Definisci il rombo. 16) Definisci il quadrato. 17) Stabilisci se le seguenti proposizioni sono vere o false: a) Se in un quadrilatero le diagonali sono congruenti, esso è un rettangolo. V rettangolo ha soltanto due assi simmetria. V quadrilatero con le diagonali perpendicolari è sicuramente un rombo. V F b) Un F c) Un F d) Un quadrilatero con quattro assi di simmetria è un quadrato. V F e) Un quadrilatero con quattro lati congruenti è un quadrato. V F f) quadrilatero con tre angoli congruenti è un rettangolo. V F g) Un parallelogramma con due assi di simmetria è un rettangolo. V F h) Se le diagonali di un parallelogramma sono bisettrici degli angoli V F i) Un parallelogramma ha, al massimo, quattro assi di simmetria. V F j) Se un rettangolo ha tre lati congruenti, allora è un quadrato. V F k) Se una diagonale divide un quadrilatero in due triangoli rettangoli, V F interni, il parallelogramma è un rombo. il quadrilatero è un rettangolo. 90 Un Costruzione e classificazione di quadrilateri: 18) Dato il trapezio ABCD (fig. 1), traccia dal vertice C la parallela al lato obliquo AD. In quali figure risulta suddiviso il trapezio? D C A B fig. 1 19) Disegna un trapezio isoscele di base maggiore AB lunga 13,5 cm, di base minore CD lunga 5,5 cm ed altezza 4 cm. Traccia dai vertici C e D le altezze CH e DK; in quali figure resta suddiviso il trapezio? 20) Costruisci il parallelogramma ABCD di cui sono dati tre vertici A, B, C (fig. 2): A . .C B . fig. 2 21) Dato il parallelogramma ABCD: D A C B conduci: • l’altezza DH relativa al lato AB; • l’altezza DK relativa al lato BC; • l’altezza CS relativa al lato AB; • l’altezza CT relativa al lato AD. 91 22) Disegna un rettangolo ABCD con la base AB congruente al doppio dell’altezza BC. Prolunga la base AB, dalla parte di B, di un segmento BE ≅ BC. Unisci i punti C ed E e classifica il quadrilatero AECD. 23) Disegna un rombo in cui la diagonale minore è congruente alla terza parte della diagonale maggiore. Conduci, poi, da uno stesso vertice del rombo, le altezze relative a due lati consecutivi. 24) Disegna un rombo ABCD in cui un angolo misura 60°. Di quali “figure” puoi pensare sia formato il rombo? (suggerimento: manda le diagonali ……… ) 25) Disegna un segmento AB lungo 7 cm e costruisci il quadrato di lato AB. Prendi, poi, i punti medi dei lati del quadrato e “verifica” che il quadrilatero ottenuto congiungendo tali punti è un quadrato. Riproduci sul quaderno le figure degli esercizi seguenti e “costruisci” le loro simmetriche rispetto al lato indicato. Classifica, poi, le figure ottenute. 26) C * Simmetrica rispetto a BC. A * B 27) B // Simmetrica rispetto ad AB. C La figura ottenuta è …………………… * A 92 La figura ottenuta è …………………… 28) D C Simmetrica rispetto a BC. La figura ottenuta è …………………… A B 29) D C * Simmetrica rispetto ad AD. * * La figura ottenuta è …………………… * A B 30) C Simmetrica rispetto a BC * La figura ottenuta è …………………… A * B 31) A B Simmetrica rispetto ad AC La figura ottenuta è ………………………. C D 93 Negli esercizi che seguono, tenendo conto dei dati riportati (lati e/o angoli congruenti “segnati” con uno stesso simbolo), specifica in base a quale/i teorema/i (o proprietà/definizione) è vera l’affermazione enunciata: 32) D C “Il quadrilatero ABCD è un trapezio rettangolo”. A B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 33) D C 32° “Il quadrilatero ABCD è un trapezio * * isoscele”. 32° A B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 34) D C / * A * / “Il quadrilatero ABCD è un parallelogramma”. B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 94 35) S R . “Il quadrilatero PQRS è un parallelogramma”. . P Q PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 36) D C 72° “Il quadrilatero ABCD è un parallelogramma”. 108° 72° A B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 37) C “Il quadrilatero ABCD non è (o, D B almeno, non è detto) che sia un parallelogramma”. [Non farti “ingannare” dalla figura!] A PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 95 38) S R . “Il quadrilatero PQRS è un parallelogramma”. . P Q PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 39) H G // “Il quadrilatero EFGH è un rettangolo”. // E F PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 40) D “Il quadrilatero ABCD è un rombo”. C A B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 96 41) D * “Il * quadrilatero ABCD è un rombo”. C A * * B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 42) D C “Il * * A quadrilatero ABCD è un quadrato”. B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 43) D C “Il quadrilatero ABCD è un quadrato”. A B PERCHE’? ……………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………… 97 Angoli di un quadrilatero Calcola le ampiezze degli angoli incogniti: 44) 68° x =… 76° x 85° 45) x 120° x =… y =… 70° y 118° 46) 61° 82° y x =… y =… 88° 98 x 47) D C 104° 133° AB // DC x x =… y =… y A B 48) 60° y x =… y =… x 49) c z 108° x = … d b y x a // c y =… b // d z =… a 50) / 47° z // x = … y 48° / x // y =… z = … 99 51) t 75° x = …… y * s⊥ t * y = …… x * * s 52) * x = …… * x x * * 126° 53) 28° * x * y x = …… y = …… * * 54) * 36° * x * 100 * x = …… 55) In un trapezio gli angoli adiacenti alla base maggiore misurano 52° e 67°. Qual è la misura degli altri due angoli? 56) In un trapezio gli angoli adiacenti alla base minore misurano 131° e 108°. Qual è la misura degli altri due angoli? 57) In un trapezio rettangolo un angolo misura 45°. Qual è la misura degli altri angoli? 58) In un trapezio rettangolo un angolo misura 128° 43'. Qual è la misura degli altri angoli? 59) In un trapezio rettangolo gli angoli adiacenti al lato obliquo sono uno il doppio dell’altro. Qual è la misura degli angoli del trapezio? 60) In un trapezio isoscele un angolo misura 58°. Qual è la misura degli altri angoli? 61) In un trapezio isoscele un angolo misura 98° 58'. Qual è la misura degli altri angoli? 62) In un trapezio isoscele la differenza di due angoli è 40°. Determina le ampiezze degli angoli del trapezio. 63) In un parallelogramma un angolo misura 52°. Qual è la misura degli altri angoli? 64) In un parallelogramma un angolo misura 42°. Qual è la misura degli altri angoli? 65) In un parallelogramma un angolo esterno misura 82° 12'. Qual è la misura degli angoli del parallelogramma? 66) In un parallelogramma un angolo esterno è triplo dell’angolo interno ad esso adiacente. Qual è la misura degli altri angoli? 67) In un rombo un angolo misura 66°. Qual è la misura degli altri angoli? Di seguito sono riportate le ampiezze di quattro angoli. Indica, per ciascun esercizio, se tali ampiezze possono essere le misure degli angoli di un quadrilatero e, in caso affermativo, prova a disegnarlo. 68) 72° ; 72° ; 72° ; 72° 69) 95° ; 140° ; 41° ; 37° 101 70) 70° ; 90° ; 110° ; 90° 71) 60° ; 60° ; 120° ; 120° 72) 52° ; 96° ; 120° ; 92° 73) 110° ; 59° ; 79° ; 82° 74) 90° ; 90° ; 90° ; 90° Problemi numerici Determina, sulla base dei dati indicati, gli elementi incogniti nei seguenti problemi: 75) 20 cm * D AD ≅ DC C 5 AD 2 AB ≅ * BC ≅ 2 AD A B 2p = ? 76) D 10 cm C AD ≅ 2 DC BH ≅ AD BC ≅ 4 DC ) A H 2p = ? B 77) D C AD ≅ 2 AK CD ≅ * * 2p = ? A 12 cm K 102 H B 1 (AD + AK) 2 78) 12 cm C D 3 AK ≅ 2 DC * * 2p = 108 cm AD = ? A K H B 79) D C // 2 AD ≅ 3 AB 2p = ? // 24 cm A B 80) D * * BC ≅ C E 5 AB 6 2pABCDE = ? * 12 cm A B 81) D * * * A * 2pABC = 42 cm C 2pABCD = ? * B 103 PER QUEST’ANNO E’ FINITA?! A CHI LO DICE! OLIMPIADI C’E’ QUALCHE PROBLEMA! 1. CHE FATICA! Quanti angoli maggiori di 90° può avere un quadrilatero (non intrecciato)? (A) ne ha almeno uno (B) ne ha al più uno (C) ne ha al più due (D) ne ha al più tre (E) può averne quattro (Giochi di Archimede, 1996) [D] 2. In un quadrilatero convesso ABCD, i lati AB, BC, CD sono uguali. Inoltre AC = BD = AD, quanto misura l’angolo in D? (Gara Provinciale Giochi di Archimede 1997) [72°] 3. Un esagono equiangolo ha quattro lati consecutivi lunghi nell’ordine 5, 3, 6 e 7. determinare le lunghezze degli altri due lati. (Gara Provinciale Giochi di Archimede 2001) [8 ; 1] 104 4. Quali delle seguenti affermazioni è corretta? (A) Se un quadrilatero ha tutti i lati uguali, allora ha anche tutti gli angoli uguali. (B) Se un quadrilatero ha tutti gli angoli uguali, allora ha anche tutti i lati uguali. (C) Se un quadrilatero ha due angoli uguali, allora ha anche due lati uguali. (D) Esiste un triangolo con tutti gli angoli uguali, ma in cui i lati non sono tutti uguali. (E) Esiste un pentagono con tutti gli angoli uguali, ma in cui i lati non sono tutti uguali. (Giochi di Archimede 1999) [E] 5. Conoscendo i quattro angoli A, B, C, D, quanto vale la somma degli angoli E ed F? B (A) A + B + C + D (B) 1 (A + B + C + D) 2 A E (C) 360° – A – B – C – D F (D) 360° + A – B – C – D (E) Non è determinata D C (Gara Junior, 1993) [A] 105 6. Nella figura l’angolo DCE vale 70° e ABCD e DEFG sono quadrati uguali. L’angolo convesso ADG vale: A (A) 110° (B) 120° (C) 130° (D) 140° (E) 160° G D B F 70° C E (Giochi di Archimede, 1994) [D 106 CAPITOLO 5 ELEMENTI DI STATTISTICA DESCRITTIVA 5.1 INTRODUZIONE Questo percorso, senza la pretesa di essere esaustivo, vuole avviare, con un linguaggio semplice e ricco di esempi, l’approccio ad una serie di problemi assai vicini alla vita reale che facciano comprendere agli studenti l’importanza e l’uso quotidiano della matematica. ?? Che cosa è la statistica? La statistica deve il suo nome al fatto che è nata come metodo di raccolta, studio e analisi dei dati relativi alla popolazione, utilizzati per il governo degli stati. L’uso della statistica è trasversale ed esteso a tutti i campi (scientifico, socio-economico, politico etc.) nei quali sia necessario descrivere o analizzare un fenomeno su una popolazione (o universo) costituito da elementi (o unità) oggetto dell’osservazione. Gli strumenti matematici utilizzati per descrivere e sintetizzare un certo fenomeno costituiscono la statistica descrittiva. Fasi di un’ indagine statistica 1. Progettazione La definizione degli obiettivi di una indagine statistica e la conoscenza del fenomeno oggetto di studio sono elementi fondamentali per la progettazione dell’indagine stessa e degli strumenti di rilevazione dei dati (questionari, misurazione diretta, etc.). 2. Rilevazione dei dati I dati sono definiti primari quando sono il risultato di una rilevazione diretta, mentre sono definiti secondari nei casi in cui sono raccolti da pubblicazioni, annuari, internet o altre fonti. La rilevazione può essere effettuata attraverso: con strumenti di misura per interviste, questionari o l’osservazione di fenomeni scientifici 107 3. Elaborazione – I dati originari (o grezzi) vengono classificati e sintetizzati per procedere poi alla fase successiva: 4. Presentazione, che avviene attraverso tabelle e grafici, medie e indici. 5. Interpretazione degli esiti – Lo scopo per cui si avvia un’ indagine statistica è sempre quello di comprendere le dinamiche di un fenomeno, generalmente per poter effettuare previsioni sulla sua evoluzione e sviluppo. Ma l’interpretazione dei dati forniti da una rilevazione richiede, oltre alla conoscenza del processo di raccolta ed elaborazione, anche una conoscenza del fenomeno oggetto di studio. Le fasi che approfondiremo, come prettamente tecniche (matematico-statistiche), sono le fasi 3 (elaborazione) e 4 (presentazione dei dati.) ATTENZIONE Prima di proseguire, dovrai abituarti ad usare alcuni simboli del linguaggio matematico. SIMBOLI per ogni valore dell’indice i in forma più compatta si scrive i n la somma di n addendi x1 x2 ...... xn1 xn in forma più compatta si scrive x i 1 i n il prodotto di n fattori x1 x2 x3 ...... xn1 xn in forma più compatta si scrive x i i 1 2. ELEMENTI DI BASE Presso l’Istituto “C. Colombo” si è deciso di effettuare tre indagini tra alcuni alunni della scuola. Il dirigente scolastico ha scelto di effettuare tali indagini nella classe 1G. Agli alunni di questa classe viene chiesto quale sia 1. il mezzo di trasporto abitualmente utilizzato per recarsi da casa a scuola 2. il numero di libri presenti al momento in cartella 3. la somma delle monete a disposizione per acquistare bibite o merendine 108 Prima di procedere impariamo alcuni termini che si usano in statistica: popolazione (o universo) è il gruppo di persone o di oggetti su cui si indaga. Si parla di censimento se l’indagine viene condotta sull’intera popolazione, si parla di raccolta campionaria se l’indagine viene condotta soltanto su una parte della popolazione, parte che viene detta campione. unità statistiche Indicheremo con N carattere sono i singoli elementi di una popolazione o di un campione. il numero totale delle unità statistiche su cui si indaga. è la caratteristica degli elementi della popolazione oggetto dell’indagine. Tale caratteristica viene analizzata attraverso le varie modalità con cui si manifesta. Un carattere si dice quantitativo se si presenta con modalità descritte da numeri, in caso contrario si dice qualitativo. Il dirigente dell’istituto ha dunque scelto come campione della scuola la classe 1G. Le unità statistiche sono i singoli alunni di tale classe e ad essi il dirigente chiede di fornire le varie modalità con cui si manifestano i caratteri oggetto delle tre indagini. indagine 1. carattere: mezzo di trasporto abitualmente utilizzato per recarsi da casa a scuola modalità xi x1 a piedi x2 bicicletta x3 motorino o scooter x4 automobile x5 autobus o pullman x6 treno indagine 2. carattere: numero di libri presenti al momento in cartella modalità xi x1 0 x2 1 x3 2 x4 3 x5 4 Nella indagine 1 il carattere è ………………..……,mentre nell’indagine 2 è…………………..… 109 indagine 3. carattere: somma delle monete a disposizione per acquistare bibite o merendine In questo caso risulta complesso fornire le varie modalità con cui tale carattere può manifestarsi, perché è molto probabile che gli alunni posseggano monetine con somme molto diverse tra loro; si può superare l’ostacolo rappresentando le modalità del carattere quantitativo utilizzando le classi. classe a; b è un insieme dei numeri compresi tra due valori detti a e b . Generalmente si considera il numero a compreso nella classe ed il numero b escluso, infatti il valore di b sarà il primo estremo appartenente alla classe successiva. Possiamo pensare a classi dove oppure a classi più ampie dove a1 0 ai 1 ai 0,5 a1 0 ai 1 ai 1 b1 0,5 bi 1 bi 0,5 b1 1 bi 1 bi 1 classe ai ; bi nei due casi si ottiene classe ai ; bi a1; b1 0; 0,5 a2 ; b2 0,5;1 a3 ; b3 1;1,5 a4 ; b4 1,5; 2 a5 ; b5 2; 2,5 a6 ; b6 2,5; 3 PROVA TU a1; b1 0;1 a2 ; b2 1; 2 a3 ; b3 2; 3 A quale classe appartiene 1,40 nel primo caso? ……………………………….. E nel secondo? …………………………………. A quale classe appartiene 3 nel primo caso? ……………………………….. E nel secondo? …………………………………. Prima di procedere ecco altre due definizioni: frequenza assoluta frequenza relativa Fi fi Fi N è il numero di volte con cui si presenta una modalità del carattere è il rapporto tra la frequenza assoluta ed il numero totale delle unità statistiche Si può scegliere di esprimere la frequenza relativa con una frazione propria oppure con un numero decimale compreso tra 0 ed 1 oppure in numero percentuale compreso tra 0 e 100. 110 Ora possiamo riprendere in esame le tre indagini e cominciare a raccogliere le risposte dagli alunni. indagine 1. mezzo di trasporto abitualmente utilizzato per recarsi da casa a scuola modalità Frequenza assoluta frequenza relativa x1 a piedi F1 5 f1 0,25 F2 0 x2 bicicletta f2 0 x3 motorino o scooter F3 0 f3 0 x4 automobile x5 autobus o pullman F4 2 F5 8 f 4 0,1 f 5 0,4 x6 treno F6 5 f 6 0,25 Si sono ottenuti i valori della terza colonna calcolando i rapporti tra i valori delle frequenze assolute ed il numero totale N degli alunni della classe. Ma quanti sono gli alunni della 1G? Avrai certamente notato che …………. N Fi f e che i i 1 i indagine 2. : numero di libri presenti al momento in cartella modalità 0 frequenza assoluta 2 frequenza relativa 0,1 1 2 3 1 …… 0,05 3 4 13 1 …… 0,05 PROVA TU Completa la tabella con i valori mancanti delle frequenze relative indagine 3. somma delle monete a disposizione per acquistare bibite o merendine Gli alunni dichiarano di avere a disposizione le seguenti somme in euro: 1,20 0,52 0 1 1,30 0 0 1,05 0,70 2,75 2,20 0,80 0,40 1,15 2,20 2,50 1 0,90 1,40 0. classe frequenza frequenza relativa Se decido di esprimere le modalità in classi di ampiezza “mezzo euro” ottengo la tabella qui a fianco: classe frequenza frequenza relativa 9 0,45 0;1 7 0,35 1; 2 4 0,2 2; 3 1 0,05 3; 4 1 0,05 4; 5 0; 0,5 0,5;1 1;1,5 1,5; 2 2; 2,5 2,5; 3 5 0,25 4 0,2 7 0,35 0 0 2 0,1 2 0,1 Qui invece si sono utilizzate classi di ampiezza pari ad “un euro”. 111 6.3 RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE Vediamo ora alcune possibili rappresentazioni grafiche dei dati statistici e loro frequenze: ortogramma su di un asse orizzontale si segnano le modalità assegnando a ciascuna un segmento di ugual lunghezza su di un asse verticale si segnano i valori delle frequenze (assolute o relative) si costruiscono poi dei rettangoli; ciascuno di questi ha per base il segmento riportante la modalità e per altezza la relativa frequenza istogramma su di un asse orizzontale si segnano i valori degli estremi delle classi con cui si sono espresse le modalità di Fi bi ai su di un asse verticale si segnano i valori delle densità di frequenza si costruiscono poi dei rettangoli; ciascuno di questi ha per base il segmento-classe e per altezza la densità di frequenza, in questo modo l’area di ogni rettangolo rappresenta la frequenza della modalità areogramma (o diagramma a torta) si suddivide un cerchio in settori circolari in modo che in ogni settore circolare l’angolo al centro abbia ampiezza proporzionale alla frequenza della modalità che tale settore circolare rappresenta i 360 Fi N oppure i 360 f i diagramma cartesiano su di un asse orizzontale si segnano i valori numerici delle modalità su di un asse verticale si segnano i valori delle frequenze (assolute o relative) si segnano nel piano cartesiano i punti di coordinate xi ; Fi ; l’insieme dei punti ottenuti è detto nuvola di punti congiungendo i punti si ottiene una poligonale che mostra la forma della distribuzione delle frequenze 112 frequenze indagine 1. ortogranmma areogramma 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 mezzi di trasporto treno; 5; 25% piedi; 5; 25% bici; 0; 0% moto; 0; 0% auto; 2; 10% bus; 8; 40% piedi bici moto auto bus treno mezzi di trasporto indagine 2. diagramma cartesiano 14 frequenze 12 10 8 6 4 2 0 0 1 2 3 4 5 numero libri indagine 3. istogramma densità di frequenza 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 0-0,50 0,50-1 1-1,50 1,50-2 2-2,50 2,50-3 classi 113 6.4 INDICI DI SINTESI Si dice indice di sintesi (o di posizione) un valore che rappresenta sinteticamente un insieme di dati. Vedremo alcune situazioni problematiche che richiedono l’uso di questi indici di posizione e di essi daremo le definizioni. problema 1 La pubblicità Una rete televisiva ha raccolto i dati di ascolto nei giorni invernali nella fascia oraria 20-21. Ecco tali dati rappresentati con una tabella di frequenze: x F lunedì 1200000 martedì 1800000 mercoledì 2000000 giovedì 1600000 venerdì 1200000 sabato 800000 domenica 900000 In quale giorno una agenzia di pubblicità potrebbe consigliare ad un proprio cliente di inserire uno spot pubblicitario? La risposta è ………………………….... perché è il giorno che presenta il numero più alto di spettatori. MODA si definisce moda il dato che si presenta con frequenza maggiore Mo xh dove i Fh Fi Se si lavora con classi allora la classe modale sarà quella che presenta Fi maggiore bi ai (dove ai e bi rappresentano gli estremi delle classi) . Nel problema 1 Mo x3 mercoledì perché 114 F3 2000000 è la frequenza maggiore. problema 2 Il premio In una gara di matematica 21 studenti di una classe hanno riportato i seguenti punteggi: 40 41 55 90 85 73 42 60 77 88 55 60 77 55 80 20 90 70 45 73 81 Il professore decide di assegnare un premio a tutti gli studenti con punteggio superiore a quello conseguito dalla metà meno “brillante” della classe. Quale punteggio occorre superare per ottenere il premio? Per rispondere occorre innanzitutto disporre i punteggi in ordine crescente: x1=20 x2=40 x3=41 x4=42 x5=45 x6=55 x7=55 x8=55 x9=60 x10=60 x11=70 x12=73 x13=73 x14=77 x15=77 x16=80 x17=81 x18=85 x19=88 x20=90 x21=90 ed individuare poi quello che occupa la posizione centrale. Il valore che occupa la posizione centrale è ……………………………………. Perché ………………………………………………………………………………………………… Otterranno dunque il premio tutti gli studenti con punteggio superiore a ………. MEDIANA dopo aver ordinato i dati in modo crescente, si definisce mediana il dato che occupa la posizione centrale. Sia x1 , x2 ,............, xn la sequenza ordinata dei dati se n è dispari la mediana Me è il dato di indice se n è pari la mediana Me è data dalla semisomma dei dati di indici n 2 ed n 1 2 n 1 2 Nel problema 2, dopo aver disposto i dati in ordine crescente, si ha Me x 211 x11 70 . 2 115 problema 3 La pagella Giuliano consegna ai genitori la pagella di fine anno. MATERIA VOTO Lingua e letteratura italiana 7 Storia 8 Geografia 7 Lingua Inglese 8 Matematica 9 Scienze 8 Diritto 7 Economia aziendale 7 Informatica 8 Educazione fisica 9 L’istituto a cui è iscritto offre a tutti gli studenti che presentano una pagella con media superiore all’8, l’esonero dal pagamento del contributo di iscrizione all’anno successivo. I genitori di Giuliano hanno diritto a tale esonero? Dopo aver calcolato la somma di tutti i dieci voti e averla divisa per 10 si ottiene …………………… e dunque i genitori di Giuliano…………………………………………………………….. MEDIA ARITMETICA Si definisce media aritmetica il dato M che, sostituito a ogni dato, ne conserva la somma: M x F i i i N Nel problema 5 la media aritmetica dei dati è data da M 116 7 4 8 4 9 2 78 7,8 10 10 problema 4 L’assunzione Per essere assunti presso la ditta “ZVUT” occorre presentare alcuni dati ed ottenere il punteggio più alto fra tutti gli aspiranti candidati. Si presentano i signori Antonio Alippi e Bruno Bianchi con i seguenti titoli: Antonio Bruno 28 44 80 76 94 86 0 3 Età voto diploma voto laurea numero figli Per ottenere il punteggio totale il signor Colombo, responsabile delle assunzioni, calcola la media dei dati dopo aver assegnato a ciascuno di essi dei pesi che ne indichino e ne differenzino in qualche modo l’importanza. Ad esempio può scegliere di attribuire i seguenti pesi: p1=0,5 per l’età degli aspiranti, p2 =1,5 per il voto di diploma, p3 = 2 per il voto di laurea, p4 = 6 per il numero di figli. Come puoi osservare il Signor Colombo dà molta importanza al numero di figli. Questi pi vengono utilizzati quasi come frequenze con le quali pesare la presenza in modo più o meno influente di ciascun dato. Chi verrà assunto? Tenendo conto di tali pesi il punteggio del signor Antonio vale: 28 0,5 80 1,5 94 2 0 … 0,5 1,5 2 6 44 0,5 76 1,5 86 2 3 6 ……… 0,5 1,5 2 6 dunque verrà assunto ………………………………………….. mentre il punteggio del signor Bruno Bianchi vale: MEDIA PONDERATA Dopo aver fornito i pesi p i relativi ai dati x i , si definisce media ponderata il dato P così calcolato P x p i i i p i i Se tutti i pesi valgono 1 allora il valore della media ponderata coincide con il valore della media aritmetica. PAntonio 32,2 Nel problema 6 le medie ponderate dei due aspiranti sono a bi Se si lavora con classi ai ; bi si può scegliere xi i e pi f i 2 PBruno 32,6 117 problema 5 Il viaggio Un gruppo di amici parte da Bari per un viaggio in auto. La tappa Bari-Venezia di 720 km viene percorsa a una velocità media di 95 km/h; la tappa Venezia-Firenze di 620 km a 65 km/h; la tappa Firenze-Roma di 360 km a 105 km/h; la tappa Roma-Bari di 520 km a 115 km/h. Qual è la velocità media dell’intero percorso? Per rispondere occorre mettere a rapporto l’intero spazio percorso ed il tempo impiegato. L’intero spazio percorso è s tot = 720 km +……..+……..+……..= 2220 km Ricorda che puoi ottenere il tempo impiegato ad ogni tappa con la formula t = s / v; quindi 720 620 ... ..... t1 h t2 h t3 h t4 h 95 65 105 ..... e il tempo totale sarà la somma Quindi v media s tot t tot t tot t1 t 2 t 3 t 4 vmedia 720 620 360 520km 720 620 360 520 h 65 105 115 95 88,6km / h Riscrivendo la formula in quest’altro modo vmedia 2220 km / h 88,6km / h 1 1 1 1 720 620 360 520 95 65 105 115 possiamo pensare che ogni reciproco di velocità sia un dato che compare tante volte quanti sono i chilometri del tratto percorso con tale velocità, otteniamo così x 95 65 la seguente tabella: 105 Dunque, inserendo i simboli introdotti, la formula diventa: vmedia 2220 km / h 1 1 1 1 720 620 360 520 95 65 105 115 N 88,6km / h 1 i x Fi i 115 1 x 1 95 1 65 1 105 1 115 F 720 620 360 520 MEDIA ARMONICA Si definisce media armonica il dato A che, sostituito a ogni dato, ne conserva la somma dei reciproci A 118 N 1 i x Fi i problema 6 Il tasso Una somma di denaro viene impiegata per tre anni in una banca che applica il primo anno il tasso del 3,5%, il secondo anno del 3,2% ed il terzo anno del 2,05%. Qual è il tasso medio applicato nei tre anni? Detto C il capitale iniziale, i montanti calcolati con i tre diversi tassi sono i seguenti: M 1 C 0,035C 1,035 C = 1 t1 C M 2 M 1 0,032M 1 1,032 M 1 = 1 t 2 M 1 M 3 M 2 0,0205M 2 1,0205 M 2 = 1 t 3 M 2 e dalle tre formule si ricava M 3 1,0205 1,032 1,035 C 1,09001646 C 1 t 3 1 t 2 1 t1 C Per calcolare il tasso medio, poniamo i tre tassi uguali tra loro: t1 t 2 t 3 t Il tasso richiesto risolve l’equazione 1 t 1,09001646 3 1 t 3 1,09001646 1,02915 dunque il tasso medio applicato nei tre anni vale ………………….. MEDIA GEOMETRICA Si definisce media geometrica il dato G che, sostituito a ogni dato, ne conserva il prodotto Gn x F i i i Nel problema 4, a partire dai dati x1 1 0,035 x2 1 0,032 x3 1 0,0205 , si ha G 3 1 0,035(1 0,032)(1 0,0205) 1,02915 perciò t G 1 0,02915 2,915% 119 problema 7 Il Nilo Sesostris, contadino egiziano, possiede otto diversi appezzamenti quadrati di terreno, i cui lati misurano x1=20u x2=15u x3=14u x4=18u x5=12u x6=16u x7=12u x8=9u. Dopo ogni piena del Nilo è costretto a riperimetrare i suoi possedimenti. Quest’anno desidera fare in modo che i suoi appezzamenti siano otto quadrati con il lato di ugual misura. Quanto dovrà misurare all’incirca il lato di questi appezzamenti? Sesostris deve innanzitutto calcolare quanto terreno possiede. Dovrà sommare le aree di ogni appezzamento (area del quadrato = l 2 ) Atotale = (20u)2 + (15u)2 + (14u)2 + (18u)2 + (12u)2 + (16u)2 + (13u)2 + (10u)2 = = (400+225+196+324+144+256+169+100) u2 = 1814 u2 Tale terreno va diviso in otto parti uguali di area ……………………..e di lato circa …….……. MEDIA QUADRATICA Si definisce media quadratica il dato Q che, sostituito a ogni dato, ne conserva la somma dei quadrati x n Q i 1 2 i Fi n Nel problema 6 la media quadratica dei dati è data da Q 20 2 15 2 14 2 18 2 12 2 16 2 132 10 2 1814 u u 226,75u 15u 8 8 Anche per gli altri tipi di media è possibile calcolare la media ponderata. 120 6.5 INDICI DI VARIABILITA’ Si dice indice di variabilità un valore che informa sul modo in cui i valori di una distribuzione sono più o meno dispersi. Anche qui partiremo da una situazione problematica che richieda l’uso di questi indici di variabilità e di essi daremo le definizioni. problema 8 La classe più atletica Due classi si contendono il titolo di “classe atletica”. L’insegnante ha raccolto i voti di Educazione Fisica del primo quadrimestre e deve decidere a chi dare la vittoria. classe A: 6 8 7 6 6 8 6 8 8 8 7 9 6 7 6 6 8 7 6 7 classe B: 9 8 8 9 3 3 4 8 9 4 5 8 7 7 9 10 8 10 5 6 Sistemiamo i dati in due tabelle di frequenza, la prima per la classe A la seconda per la classe B: x 6 7 8 9 y 3 4 5 6 7 8 9 10 F 8 5 6 1 F 2 2 2 1 2 5 4 2 Cominciamo col calcolare la media aritmetica per le due classi: MA 140 7 20 MB 140 7 20 Questo indice di sintesi non aiuta l’insegnante!! Subito colpisce il diverso intervallo in cui rientrano i voti delle due classi: 6 xi 9 CAMPO di VARIAZIONE data x1 , x2 ,............, xn 3 yi 10 sequenza ordinata di dati, si definisce campo di variazione la differenza tra il dato maggiore ed il dato minore x n x1 Per la classe A si rileva un campo di variazione che vale 9-6=3 . Per la classe B il campo di variazione vale 10-3=7. Ci chiediamo ora come i voti delle due classi siano distribuiti nel rispettivo campo di variazione. 121 Il docente prepara due tabelle dove inserisce le differenze tra ogni voto e la relativa media. Tali differenze sono chiamate scarti. yi M F xi M -4 -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 F 8 5 6 1 -1 0 +1 +2 2 2 2 1 2 5 4 2 Notiamo che gli scarti risultano alcuni negativi, altri nulli o positivi. Sommandoli tra di loro potrebbero compensarsi e quindi “sparire”, cioè risultare non visibili: per evitare questo, conviene calcolare la media degli scarti prendendoli, o in valore assoluto, o al quadrato; vediamo cosa si trova: SCARTO SEMPLICE MEDIO è un valore che fornisce una misura di quanto i dati si discostano dalla media x M Fi i s i N Le medie aritmetiche dei valori assoluti degli scarti delle due classi valgono: sA 16 0,8 20 sB 38 1,9 20 Questi valori ci dicono che mediamente i voti della classe A si discostano di 0,8 dalla media, mentre quelli della classe B si discostano di 1,9. SCARTO QUADRATICO MEDIO è un indice più sensibile del precedente perché evidenzia maggiormente le variazioni nella distribuzione dei dati intorno alla media. Viene anche detto deviazione standard mentre il suo quadrato 2 è detto varianza x i M Fi 2 i N Per le due classi le medie quadratiche degli scarti valgono: A 12 8 12 6 22 20 18 0,9487 B 20 42 2 32 2 ...... 20 98 2,2136 20 Possiamo confermare che la variabilità dei voti nella classe B è decisamente molto più alta rispetto alla variabilità dei voti nella classe A L’insegnante decide allora di dare la vittoria alla classe ………….. dove………………………..….. 122 LE 30 SBARRE DI FERRO Ti forniamo le misure espresse in metri di 30 sbarre di ferro: 0,8 0,5 1,2 0,7 0,8 1 1,4 1 0,6 0,7 1,2 1,2 1 0,6 0,7 0,8 1,2 1 0,7 1 0,8 1,2 1,2 1 0,8 1 1 1 0,7 0,8 Prepariamo la tabella delle frequenze e scegliamo di rappresentare graficamente mediante il diagramma cartesiano ottenendo così la forma della distribuzione delle frequenze (vedi paragrafo 3) 10 9 F 8 0,5 1 7 0,6 2 0,7 5 0,8 6 1 9 1 1,2 6 0 1,4 1 frequenze x 6 5 4 3 2 0 0,5 1 1,5 lunghezze delle sbarre Calcoliamo ora la media aritmetica, gli scarti da essa e lo scarto quadratico medio: M 0,5 1,2 3,5 4,8 9 7,2 1,4 27,6 0,92 30 30 0,5 0,92 0,42 0,6 0,92 0,32 0,7 0,92 0,22 0,8 0,92 0,12 1 0,92 0,08 1,2 0,92 0,28 1,4 0,92 0,48 0,42 2 0,32 2 2 0,22 2 5 0,12 2 6 0,08 2 9 0,28 2 6 0,48 2 30 0,1764 0,2048 0,242 0,0864 0,0576 0,4704 0,2304 30 1,468 30 0,04893 0,22 123 Possiamo ora osservare che nell’intervallo M ; M 0,7;1,14 risultano compresi 15 dei valori iniziali: 0,8 0,8 1 0,8 1 1 1 1 0,8 1 1 0,8 1 1 0,8 Tali valori rappresentano il 50% dei dati. nell’intervallo M 2 ; M 2 0,48;1,36 risultano compresi 29 dei valori iniziali: 0,8 0,5 1,2 0,7 0,8 1 1,2 0,8 1 1 0,6 0,7 1,2 1,2 1 0,6 1,2 1 0,7 0,7 0,8 1,2 1 0,7 1 0,8 1 1 0,8 Tali valori rappresentano il 96, 6 % dei dati nell’intervallo M 3 ; M 3 0,26;1,58 risultano compresi tutti i valori iniziali, il 100% dei dati. Il caso rientra tra quei fenomeni che si avvicinano alla cosiddetta distribuzione gaussiana. In tali distribuzioni il grafico che si ottiene col diagramma cartesiano ha una caratteristica forma a campana e nel caso si possa disporre di dati sempre più numerosi, tale grafico tende sempre più ad assomigliare alla curva normale o curva di Gauss. esempio di curva di GAUSS (distribuzione normale) In tale grafico sull’asse orizzontale sono riportati gli scarti dalla media xi M e su quello verticale le frequenze relative. Le frequenze più alte si trovano attorno al valore della media (scarto nullo) e la rappresentazione grafica ha proprio il tipico aspetto di una campana. Tale campana risulta alta e stretta se il valore di è relativamente piccolo, mentre se ha un valore più alto la campana appare più schiacciata orizzontalmente. Si può dimostrare che, nel caso si abbia a che fare con una distribuzione gaussiana, accade che nell’intervallo M ; M si concentrano il 68,27% dei valori; nell’intervallo M 2 ; M 2 si concentrano il 95,45% dei valori; nell’intervallo M 3 ; M 3 si concentrano il 99,73% dei valori. 124 ESERCIZI CAPITOLO 5 Aspetta che ora lo so, in statistica la popolazione è il gruppo di persone o di oggetti su cui si indaga Conoscenza e comprensione 1) Quali sono le fasi di un’indagine statistica? 2) In che diversi modi può avvenire la raccolta dei dati? 3) Che cosa si intende per popolazione? 4) Quando si parla di censimento? Te ne ricordi uno importante nella storia? 5) In quale caso un carattere si dice quantitativo? Fai un esempio. 6) Definisci frequenza assoluta, relativa, percentuale. 7) Che cos’è un ortogramma? 8) Che cos’è un istogramma? 9) Che cos’è un areogramma? 10) Definisci almeno 2 indici di posizione centrale. 11) Completa: Si definisce media aritmetica il dato M che, sostituito a ogni dato, ne conserva …………………………… Si definisce media quadratica il dato Q che, sostituito a ogni dato, ne conserva …………………………… Si definisce mediana il dato Me che, dopo aver ordinato i dati in modo…………………………….., occupa la posizione ………………… 12) Che cos’è lo scarto semplice medio? A che cosa serve? 13) Che cos’è lo scarto quadratico medio? A che cosa serve? 125 VENTI FAMIGLIE In questa tabella sono rappresentati i dati relativi alla situazione di 20 famiglie per quanto riguarda il numero di componenti, il reddito, il titolo di studio del capofamiglia e la zona di residenza in Italia. FAMIGLIA NUMERO dei COMPONENTI REDDITO in migliaia di euro TITOLO DI STUDIO del capofamiglia ZONA di RESIDENZA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 2 1 3 1 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 5 4 3 2 8 2 28 35 50 45 40 30 55 80 60 85 90 52 62 75 60 45 42 28 70 38 Elementare Medie inferiori Medie inferiori Medie Superiori Laurea Medie inferiori Medie inferiori Medie Superiori Laurea Laurea Laurea Medie Superiori Medie Superiori Medie Superiori Elementari Medie inferiori Medie inferiori Elementari Medie Superiori Laurea nord centro nord nord sud sud centro centro sud nord nord centro sud sud nord nord centro nord sud sud Se siamo interessati a indagare sul numero di componenti per famiglia, possiamo organizzare una tabella chiedendoci quante siano (che frequenza assoluta abbiano) le famiglie con un componente, quante quelle con due, con tre ecc. Completala tu COMPONENTI FREQUENZA ASS 1 4 4 su 20 cioè 4/20=0.2 20% 2 3 5 4 5 su 20 cioè 5/20=0.25 4 su 20 cioè 4/20=0.2 …… 20% 4 2 2 su 20 cioè …...…… 10% 5 ….. …….……cioè 2/20=0.1 ……. 6 1 ……………………… 5% 7 1 ……………………… …….. 8 ….. ……………………… ……… PROVA TU 126 FREQUENZA REL FREQUENZA % Costruisci le tabelle delle frequenze , riguardanti il titolo di studio del capofamiglia, il reddito e la zona di residenza. Esercizi 1. Si effettua un’indagine sul tipo di merenda preferita durante l’intervallo da dell’Istituto Bertacchi, ottenendo le seguenti risposte: taralli brioches focaccia taralli cioccolato taralli gelato focaccia brioches brioches yogurt gelato brioches taralli yogurt gelato gelato cioccolato gelato yogurt taralli taralli cioccolato cioccolato taralli focaccia brioches taralli taralli cioccolato cioccolato taralli taralli taralli taralli taralli gelato focaccia yogurt cioccolato taralli gelato 50 insegnanti yogurt cioccolato taralli taralli yogurt taralli taralli taralli Compila la tabella delle frequenze, trovando anche frequenza relativa e percentuale. 2. In questa tabella sono rappresentati i dati relativi alla scelta di facoltà universitarie degli studenti di una classe quinta di un istituto superiore. facoltà universitarie economia giurisprudenza informatica ingegneria lettere lingue straniere scienze nessuna/non dichiarato numero percentuale studenti studenti 7 4 8 5 2 4 2 2 20,588% 11,765% …………. 14,706% …………. …………. …………. …………. Il carattere oggetto di studio è .................................................................. e le modalità sono le denominazioni delle facoltà. La seconda colonna rappresenta le frequenze assolute (numero studenti) collegate a ciascuna facoltà. La terza colonna (da completare) rappresenta le frequenze....................................... La rappresentazione grafica sottostante si chiama...........................................(o diagramma a torta ) della scelta delle facoltà universitarie da parte degli studenti di quinta classe. 127 3. Ricava le informazioni necessarie per completare la tabella, osservando il grafico. Serie temporale delle iscrizioni alla prima classe di un istituto superiore Anni num. studenti 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 152 ..... 196 ..... ..... 204 ..... ..... ..... 165 Diagramma……....................della serie temporale delle iscrizioni alla prima classe 4. Le 16 classi prime dell’istituto Bertacchi hanno i seguenti numeri di studenti: 25 27 30 27 27 29 28 28 29 30 28 30 28 30 30 30 Completa la tabella sottostante e rappresenta i dati mediante ortogramma . alunni per classe frequenza assoluta frequenza relativa 25 27 28 29 30 5. Nel reparto pediatrico di una clinica viene effettuata un'indagine statistica relativa al tempo impiegato dai bambini sotto i cinque anni per consumare il pasto di mezzogiorno. Si trova che: 5 bambini impiegano meno di dieci minuti, 53 bambini impiegano un tempo che va dai dieci minuti fino a meno di venti minuti, 26 bambini impiegano un tempo che va dai venti minuti fino a meno di mezz'ora, 8 bambini impiegano un tempo che va da mezz'ora fino a meno quaranta minuti. Mostra i dati raccolti con la tabella delle frequenze e con la rappresentazione grafica che ritieni più opportuna. 128 6. Calcolare la media armonica dei numeri 8, 4, 5, 10 e 2. 7. Un ciclista percorre due tappe di 70 Km ciascuna, la prima ad una velocità media di 35 Km/h, la seconda ad una velocità media di 20 Km/h. Determinare la velocità media complessiva nelle due tappe. 8. Determina la moda, la mediana e la media geometrica dei seguenti dati: 3 1 9. 4 2 3 4 4 1 4 1 1 3 4 3 1 2 3 4 5 3 La tabella riporta i pesi di 20 ragazzi (in Kg). classi frequenze 46-50 2 50-54 3 54-58 5 58-62 4 62-66 4 66-70 2 Calcolare la media aritmetica valore centrale dei pesi dei ragazzi prendendo per ogni classe il 10. In un’azienda gli stipendi annui sono così distribuiti: 2 direttori 4 capi ufficio 12 impiegati 40 operai percepiscono ciascuno un reddito di percepiscono ciascuno un reddito di percepiscono ciascuno un reddito di percepiscono ciascuno un reddito di 50 38 20 16 migliaia di euro migliaia di euro migliaia di euro migliaia di euro Calcolare la media aritmetica, la mediana e la moda degli stipendi. 11. In una classe i risultati di un compito a sorpresa di storia sono stati i seguenti: 2 5 4 5 4 5 4 7 4 8 4 8 4 9 4 9 4 9 5 10 5 10 5 10 Calcola la media aritmetica, la moda e la mediana. 129 12. Un venditore di scarpe, che ha appena aperto un negozio in un piccolo comune svolge un’indagine sul numero di piede degli abitanti adulti, raccogliendo i seguenti dati: 8 persone il numero 35 7 persone il numero 41 6 persone il numero 36 4 persone il numero 42 9 persone il numero 37 2 persone il numero 43 11 persone il numero 38 1 persona il numero 44 9 persone il numero 39 1 persona il numero 45 10 persone il numero 40 1 persona il numero 46 a) Costruisci la tabella organizzata in classi di frequenza di ampiezza 3 numeri di piede e calcola frequenza assoluta e relativa. b) Rappresenta poi i dati mediante istogramma c) Calcola la moda, la mediana e la media aritmetica. d) Il venditore di scarpe utilizzerà uno dei 3 indici calcolati al punto c) quando andrà dal grossista. Quale e perchè? 13. Un contadino possiede quattro campi di forma quadrata di lato 40 m, 55 m, 60 m e 90 m. Gli si propone lo scambio con quattro campi quadrati uguali, dei quali si chiede di determinare il lato affinché lo scambio sia equo. 14. Nella facoltà di Matematica di Milano-Bicocca, uno studente sostiene cinque esami del primo anno, con i relativi crediti. Calcolare la media degli esami già sostenuti. Che voto minimo deve prendere in geometria per avere una media del 29,5? ESAME VOTO CREDITO Algebra lineare 29 8 Analisi 1 30 12 Informatica 28 8 Fisica 1 30 12 Algebra 29 8 Geometria …… 8 15. Determina la moda, la mediana e la media aritmetica dei seguenti dati: 43 41 50 42 40 48 38 41 39 50 40 43 44 48 40 45 Calcola lo scarto semplice medio relativo alla media aritmetica. 130 44 43 41 42 50 50 43 44 45 43 16. Si effettua un sondaggio sul costo di un litro di latte fresco intero, in 24 punti vendita (negozi, supermercati, distributori automatici…) della provincia di Lecco, ottenendo i seguenti risultati espressi in euro: 1,15 1,15 1,65 1,45 1 1,29 0,78 1 1,65 1,65 1,55 1 1,65 1,55 1,65 1,15 1 1,15 1,45 1,65 1,15 1,45 1 1,65 a) Qual è il prezzo medio di un litro di latte fresco intero? b) Qual è il prezzo più frequente? c) Qual è il campo di variazione del prezzo del latte? d) Calcola lo scarto quadratico medio. 17. Per pianificare i trasporti in un centro cittadino si effettuano delle rilevazioni, in corrispondenza di un punto nevralgico, in due diverse fasce orarie. Vengono rilevati il numero dei veicoli ed il relativo numero di occupanti. I dati sono quelli della seguente tabella: ora di punta altro orario numero degli numero dei numero degli numero occupanti veicoli occupanti dei veicoli 1 250 1 77 2 135 2 75 3 42 3 28 4 47 5 34 Rappresenta graficamente le distribuzioni statistiche ed individua moda, media, campo di variazione e scarto quadratico medio della situazione nelle due fasce orarie. 131 18. Alcuni studenti hanno deciso di effettuare delle rilevazioni del traffico nei pressi di una rotonda della loro città. Si sono divisi il compito in due gruppi che hanno operato in diverse fasce orarie prendendo nota del numero degli occupanti dei veicoli che sono transitati da tale rotonda. Ecco i dati da loro raccolti: gruppo A dalle 14 alle 14.30 numero occupanti 1 1 3 2 2 1 1 4 3 2 5 2 2 1 1 3 1 2 2 3 4 4 5 1 1 2 2 2 1 1 3 2 2 2 1 5 1 3 2 2 gruppo B dalle 16 alle 16.30 numero occupanti 2 1 3 2 2 1 1 4 3 1 4 1 1 3 4 Sia per il gruppo A che per il gruppo B a. costruisci le distribuzioni di frequenza b. rappresenta graficamente nel modo che ritieni più opportuno c. calcola moda, mediana e media aritmetica d. calcola gli indici di variabilità rispetto alle medie del punto c) Infine completa la seguente tabella osservando analogie e differenze gruppo A gruppo B Moda Mediana Media aritmetica Campo di variazione Scarto semplice medio Scarto quadratico medio 19. Un gruppo di bambini raccoglie figurine, si ritrovano nel cortile della loro scuola e contano quante ne posseggono: 10 24 12 24 30 8 42 16 24 14 16 a. costruisci la distribuzione di frequenza b. rappresenta graficamente nel modo che ritieni più opportuno c. calcola moda, mediana, media aritmetica, d. calcola gli indici di variabilità rispetto alla media aritmetica e. Quale percentuale dei dati rientra nell’intervallo (M- σ ; M+ σ)? 20. In laboratorio di fisica gli alunni della 4 A misurano la lunghezza di una molla a riposo, trovando le seguenti misure espresse in cm: 14,03 14,02 14,01 14,09 14,02 14,01 14,03 14,04 14,01 14 14,02 14,03 14,04 14,04 14,03 14,03 14,02 14,03 14,01 14,02 14,01 14,04 14,09 14,03 a) Calcola il campo di variazione e lo scarto quadratico medio. b) Si può esprimere la misura della molla con M ± σ, cioè ….…. ± ……… c) Controlla quante e quali misure rientrano nell’intervallo (M- σ ; M+ σ). d) Quale percentuale dei dati rientra nell’intervallo (M- σ ; M+ σ)? 132 CAPITOLO 6 IL CALCOLO DELLE PROBABILITA’ 6.0 UNA STORIA D'AMORE Luca abita a Lecco, Bianca a Brindisi. Lui è innamorato perso. Anche lei ama lui, ma, ultimamente, in modo più altalenante. Per incontrarsi, un fine settimana va lui a Brindisi, l'altro va lei a Lecco (dovrebbe andare perché, in realtà, ogni volta sorge qualche difficoltà….). Questo fine settimana ad esempio, Bianca ha telefonato a Luca, dicendo che farà scegliere alla sorte ... Lancerà una moneta e, se viene testa partirà, altrimenti non partirà. Se partirà, lancerà un dado, e, a seconda del numero che uscirà, prenderà il primo aereo, il secondo, ecc. dei 6 aerei che collegano Brindisi a Orio. Lui da Lecco si è recato di buonora all’aeroporto di Orio e ha visto arrivare (invano!) i primi 5 aerei da Brindisi. Lo lasciamo lì che attende, un po’ deluso e ansioso il sesto e ultimo aereo .. . Ma ci chiediamo: qual è la probabilità che lei arrivi con il sesto aereo? Sai rispondere? Confrontati con i tuoi compagni. Siete arrivati tutti alla stessa risposta? Annota qui sotto le vostre conclusioni: Dopo aver affrontato questo capitolo, avrai gli strumenti per gestire in modo corretto il problema. 133 6.1 INTRODUZIONE Questo argomento ci tocca da vicino e forse usiamo già inconsapevolmente il calcolo della probabilità nella vita di ogni giorno. Se è probabile che oggi piova, prendo l’ombrello. Se è probabile trovare un importante reperto, continuo con gli scavi, altrimenti no. Il calcolo delle probabilità trova applicazioni in archeologia, medicina, economia, fisica, chimica, scienze sociali. Storicamente si fa risalire la nascita del calcolo delle probabilità alla risoluzione al problema noto in letteratura come “problema della divisione della posta in gioco” o “problema delle parti”. La prima versione del problema delle parti che ci è nota è presente in un manoscritto di anonimo del 1400 circa. La versione più nota è quella di Luca Pacioli, ma la prima soluzione completa a noi giunta del problema delle parti è contenuta nella lettera di Pascal a Fermat del 29/07/1654. L’interesse di Pascal per la materia era stato suscitato da Antoine Gombaud, cavaliere di Méré, professionista parigino del gioco d’azzardo: Gombaud stava giocando a ‘punti’ (gioco in cui si vincevano punti, lanciando dadi e il giocatore che guadagnava un certo numero di punti, prendeva i soldi). Un impegno urgente costrinse lui e il suo compagno a interrompere la partita. Si presentò così il problema di dividere il premio in denaro. La soluzione più semplice sarebbe stata di dare la posta in gioco al giocatore in vantaggio. Gombaud chiese a Pascal di trovare un modo più equo di dividere la somma, calcolando la probabilità di vittoria di ciascun giocatore se il gioco fosse continuato. Pascal iniziò una corrispondenza con Fermat per cercare regole matematiche più precise rispetto a quelle del tempo che erano basate solo sull’intuizione e sull’esperienza nel gioco d’azzardo. Negli anni a seguire si svilupparono in modo organico le conoscenze in questo campo. In queste pagine troverai le conoscenze di base di questa scienza relativamente moderna. 134 6.2 EVENTI La signora Gertrude è una pendolare che ogni giorno utilizza il treno per recarsi al lavoro. Spesso le accade di trovarsi nello stesso scompartimento con quattro ragazze che parlano per tutto il tempo. Le quattro ragazze sono Anna, Carla, Sara e Maria, vicine di casa che frequentano scuole superiori diverse e che durante il tragitto in treno si raccontano molte cose. La signora Gertrude, con gli occhi chiusi, ascolta ed ogni volta si chiede se ciò che sente sia o non sia vero. Ad esempio ieri Anna diceva che presto andrà a Londra, Carla continuava a ripetere “uffa sono sul treno”, Sara diceva di essere un fantasma e Maria raccontava di volersi comprare una sciarpa. In probabilità un qualunque avvenimento che può risultare vero o falso viene detto evento. Generalmente si indica un evento utilizzando la lettera maiuscola E. E1 : Anna andrà a Londra E2 : Carla è sul treno E3 : Sara è un fantasma E4 : Maria si comprerà una sciarpa Ieri la signora Gertrude è scesa dal treno pensando “E2 è vero, E3 è falso, ma per quanto io mi sforzi non posso esprimere il valore di verità di E1 e di E4 evento certo evento che si verifica, avvenimento certo impossibile evento che non può verificarsi, avvenimento che non può accadere aleatorio evento casuale, evento incerto per il quale non si può dire se si verificherà o meno Completa la tabella Evento nel lancio di un dado si ottiene un numero minore di 7 certo aleatorio impossibile X nel lancio di un dado si ottiene 4 nel lancio di un dado si ottiene un numero pari nel lancio di un dado si ottiene 8 il treno è in orario alla tombola viene estratto il numero 88 alla tombola viene estratto il numero 100 da un mazzo di 52 carte da gioco estraggo il Re di cuori da un mazzo di 52 carte da gioco estraggo una carta di picche 135 Prima di procedere impariamo altri termini che si usano in probabilità: not E = E evento negazione o evento contrario è vero se E è falso è falso se E è vero E E E1 E2 evento congiunzione o evento intersezione o prodotto logico E1 and E2 E1 E2 è vero se entrambi gli eventi E1 ed E2 sono veri evento disgiunzione o evento unione o somma logica E1 or E2 è vero se almeno uno dei due eventi E1 ed E2 è vero eventi compatibili eventi che possono verificarsi contemporaneamente eventi incompatibili eventi che non possono verificarsi contemporaneamente perché il verificarsi di uno di essi esclude il contemporaneo verificarsi dell’altro eventi indipendenti il verificarsi di uno degli eventi non dipende dal verificarsi dell’altro eventi dipendenti il verificarsi di uno degli eventi influenza il verificarsi dell’altro Abbiamo a disposizione un dado ed un mazzo di 52 carte da gioco, consideriamo i seguenti eventi: E1 : E2 : E3: E4: dal mazzo di carte estraggo una carta di fiori dal mazzo di carte estraggo un Re dal mazzo di carte estraggo una carta di seme rosso lancio il dado ed ottengo 2 E1 E2 sono eventi compatibili: infatti l’estrazione del Re di fiori verifica contemporaneamente entrambi gli eventi E1 E3 sono eventi incompatibili, poiché nessuna delle carte del mazzo è sia di fiori che di seme rosso E1 E4 sono eventi indipendenti, il lancio del dado e l’estrazione della carta dal mazzo non si influenzano Decido di estrarre una carta dal mazzo e senza reinserirla procedo poi ad una seconda estrazione: E1 E2 136 sono eventi dipendenti, perché il verificarsi di uno degli eventi influenza il verificarsi dell’altro infatti se alla prima estrazione ottengo una carta di fiori alla seconda estrazione il mazzo contiene una carta in meno 6.3 PROBABILITA’ DI UN EVENTO Vogliamo poter in qualche modo misurare la possibilità che un evento si verifichi. Consideriamo un esperimento aleatorio dove sia n il numero dei suoi esiti tutti ugualmente possibili. n numero dei possibili esiti esperimento aleatorio lancio di un dado n= 6 lancio di due dadi n = 36 estrazione di una carta da un mazzo di 52 carte da gioco n = 52 estrazione di un numero della tombola n = 90 Sia E un evento e sia f il numero dei casi che verificano tale evento, che sono detti casi favorevoli f numero dei casi favorevoli evento E col lancio di un dado ottengo il numero 2 f=1 col lancio di un dado ottengo un numero pari f=3 col lancio di un dado ottengo il numero 10 f=0 col lancio di due dadi ottengo due numeri che sommati danno 8 f=5 col lancio di due dadi ottengo due numeri che sommati sono < 100 f = 36 con l’estrazione di una carta da un mazzo di 52 carte esce un Re f=4 con l’estrazione di un numero dalla tombola esce un numero pari f = 45 La Definizione classica della probabilità afferma che la probabilità dell’evento E è il rapporto tra i casi favorevoli al verificarsi dell’evento e i casi possibili: p E f n evento E col lancio di un dado ottengo il numero 2 col lancio di un dado ottengo un numero pari col lancio di un dado ottengo il numero 10 col lancio di due dadi ottengo due numeri che sommati danno 8 col lancio di due dadi ottengo due numeri che sommati sono < 100 con l’estrazione di una carta da un mazzo di 52 carte esce un Re con l’estrazione di un numero dalla tombola ottengo un numero pari p(E) 1 6 3 1 6 2 0 0 6 5 36 36 1 36 4 1 52 13 45 1 90 2 137 LA SCELTA Giovanni ha preparato un gioco per Tiziana. Ha preso tre scatole uguali, in una di queste ha inserito un premio. Tiziana ha la possibilità di aggiudicarsi il premio scegliendo la scatola che lo contiene. Sceglie la scatola numero 3. A questo punto Giovanni apre la scatola numero 2 e mostra a Tiziana che è vuota. Ora le chiede “vuoi aprire la scatola numero 3 che hai scelto oppure vuoi fare un cambio?” Cosa è più conveniente fare? 1 di vincere il premio. 3 Se invece Tiziana decide di cambiare scatola, vince se la scatola numero 3 è vuota e questo ha una 2 probabilità pari a . 3 Dunque cambiare scatola è una strategia che presenta una probabilità maggiore di vincita. Se Tiziana decide di non cambiare scatola ha una probabilità pari a 6.4 TEOREMI SULLA PROBABILITA’ Prima di introdurre alcuni teoremi utili per il calcolo delle probabilità osserviamo che l’evento certo ha probabilità l’evento impossibile ha probabilità E n 1 n 0 0 n 0 pE 1 Siano E1 ed E2 due eventi, con la scrittura pE2 / E1 si intende esprimere la probabilità che si attribuisce al verificarsi dell’evento E2 nel caso in cui si sia a conoscenza del fatto che l’evento E1 si è già verificato. Se i due eventi sono indipendenti, il verificarsi o meno di E1 non modifica la probabilità di E2 e dunque si ha pE2 pE2 / E1 p E2 / E1 mentre se i due eventi sono dipendenti pE2 pE2 / E1 Teorema della probabilità contraria E Teorema della probabilità composta E1 , E2 p E 1 p E pE1 E2 pE1 pE2 / E1 Teorema della probabilità totale E1 , E2 pE1 E2 pE1 pE2 pE1 E2 138 6.5 ESEMPI Un’urna contiene 100 biglie. 50 sono rosse , 20 sono blu , 8 sono gialle e le altre sono verdi . Estraiamo dall’urna una biglia a) Con quale probabilità la biglia è blu? B : estrazione della biglia blu casi favorevoli f = 20 p B applicando la definizione classica della probabilità si ottiene b) Con quale probabilità la biglia non è blu? applicando il Teorema della probabilità contraria si ottiene 20 1 100 5 p B 1 1 4 5 5 Estraiamo dall’urna una biglia e dopo averla reinserita, ne estraiamo una seconda. c) Con quale probabilità la prima è rossa e la seconda è gialla? R : estrazione della biglia rossa casi favorevoli f = 50 G : estrazione della biglia gialla casi favorevoli f=8 dobbiamo valutare la probabilità dell’evento congiunzione R G R , G sono eventi indipendenti applicando il Teorema della probabilità composta si ottiene pR G pR pG 50 8 1 100 100 25 d) Con quale probabilità una è rossa e una è gialla? dobbiamo valutare la probabilità dell’evento disgiunzione ( R G ) ( G R ) ( R G ) , ( G R ) sono eventi incompatibili, applicando il Teorema della probabilità totale si ottiene pR G G R pR G pG R 0 ora applicando due volte il Teorema della probabilità composta per eventi indipendenti si ottiene pR G pG R pR pG pG pR 50 8 8 50 1 1 2 100 100 100 100 25 25 25 139 Estraiamo una biglia dall’urna e senza reinserirla ne estraiamo poi una seconda. e) Con quale probabilità la prima è rossa e la seconda è gialla? dobbiamo valutare la probabilità dell’evento congiunzione R G R , G sono eventi dipendenti perché dopo la prima estrazione cambia il valore n dei casi possibili, applicando il Teorema della probabilità composta si ottiene 50 8 4 pR G pR pG / R 100 99 99 f) Con quale probabilità una è rossa e una è gialla? dobbiamo valutare la probabilità dell’evento disgiunzione ( R G ) ( G R ) ( R G ) , ( G R ) sono eventi incompatibili, applicando il Teorema della probabilità totale si ottiene pR G G R pR G pG R 0 ora applicando due volte il Teorema della probabilità composta per eventi dipendenti si ha pR G pG R pR pG / R pG pR / G 50 8 8 50 4 4 8 100 99 100 99 99 99 99 Estraiamo una biglia dall’urna e subito dopo ne estraiamo una seconda e poi una terza. g) Con quale probabilità la prima è rossa e le altre gialle? dobbiamo valutare la probabilità dell’evento congiunzione R G G R , G , G sono eventi dipendenti perché dopo ogni estrazione cambia il valore n dei casi possibili, applicando il Teorema della probabilità composta si ottiene 50 8 7 2 pR G G pR pG / R pG / R G 100 99 98 693 h) Con quale probabilità una è rossa e le altre gialle? dobbiamo valutare la probabilità dell’evento disgiunzione pR G G pG R G pG G R ( R G G ), ( G R G ), ( G G R ) sono eventi incompatibili, applicando il Teorema della probabilità totale si ottiene pR G G pG R G pG G R 0 ora applicando tre volte il Teorema della probabilità composta per eventi dipendenti si ha pR G G pG R G pG G R pR pG / R pG / R G pG pR / G pG / G R pG pG / G pR / G G 140 50 8 7 8 50 7 8 7 50 2 100 99 98 100 99 98 100 99 98 231 Estraiamo una carta da un mazzo di 52 carte da gioco i) Con quale probabilità la carta estratta è una carta nera o una figura ? N : estrazione della carta nera casi favorevoli fN = 26 F : estrazione di una figura casi favorevoli fF = 12 dobbiamo valutare la probabilità dell’evento disgiunzione N VF N , F sono eventi compatibili, infatti nel mazzo sono presenti fN∩F = 6 figure nere, applicando il Teorema della probabilità totale si ottiene pN F pN pF pN F ora applicando il Teorema della probabilità composta per eventi dipendenti si ha pN pF pN F pN pF pN pN / F fN f f f 26 12 26 6 32 8 F N N F n n n fN 52 52 52 26 52 13 l) Con quale probabilità la carta estratta è un Re o una carta di cuori? R : estrazione di un Re casi favorevoli fR = 4 C : estrazione di una carta di cuori casi favorevoli fC = 13 dobbiamo valutare la probabilità dell’evento disgiunzione RC R , C sono eventi compatibili, infatti nel mazzo è presente fR∩C = 1 Re di cuori, applicando il Teorema della probabilità totale si ottiene pR C pR pC pR C ora applicando il Teorema della probabilità composta per eventi dipendenti si ha pR pC pR C pR pC pR pR / C f f fR f 4 13 4 1 16 4 C R RC n n n fN 52 52 52 4 52 13 141 6.6 DEFINIZIONE FREQUENTISTICA DELLA PROBABILITA’ Sembra ci sia una nuova lampadina che duri molto di più di quelle attualmente sul mercato. Per poter decidere di metterla in produzione occorre stimare la probabilità dell’evento E : la nuova lampadina dura di più delle vecchie. In vari laboratori, contrassegnati dalla A alla L, si eseguono prove per verificare la durata della nuova lampadina e ogni laboratorio prepara una tabella che riporta le frequenze assolute delle due modalità: x1=lampadina accesa, x2=lampadina spenta dopo un certo tempo di riferimento t Laboratorio A esamina 50 lampadine al tempo t Frequenza lampadina accesa 14 lampadina spenta 36 Laboratorio B esamina 80 lampadine al tempo t lampadina accesa lampadina spenta Frequenza 22 58 Laboratorio L esamina 800 lampadine …………………………………….. ……………………………………. ……………………………………. ……………………………………. al tempo t lampadina accesa lampadina spenta Frequenza 236 564 Per poter confrontare i dati ottenuti dai 10 laboratori coinvolti, prepariamo una tabella dove inseriamo i valori delle frequenze relative della modalità lampadina accesa laboratori numero di lampadine esaminate numero di lampadine che restano accese dopo il tempo stabilito frequenza relativa dei successi A B C D E F G H I L 50 80 100 120 150 160 200 300 500 800 14 22 31 36 44 45 61 90 155 236 0,28 0,275 0,31 0,3 0,29(3) 0,28125 0,305 0,3 0,31 0,295 Conviene mettere in produzione tale lampadina? Ci si aspetta che la probabilità dell’evento E sia molto legata ai valori trovati nella colonna delle frequenze relative del carattere x1=lampadina accesa, possiamo dunque dire che pE 0,3 . Definizione frequentistica della probabilità Se è possibile avere a disposizione una serie di prove ripetute un gran numero di volte e tutte nelle stesse condizioni, si può assumere come stima attendibile della probabilità di un evento il valore p E f R 142 della frequenza relativa del suo verificarsi in quelle prove. 6.7 DEFINIZIONE SOGGETTIVA DELLA PROBABILITA’ Alberto e Bruno assistono alle gare di corsa organizzate dalla scuola a fine anno. Alberto è convinto che il suo amico Carlo vincerà la gara dei 100 metri ed è pronto a scommettere con Bruno. Bruno accetta la scommessa. Alberto propone quanto segue: se Carlo vincerà la gara, Bruno dovrà offrire ad Alberto 10 gelati nel corso dell’estate, se Carlo non vincerà, sarà Alberto che dovrà offrire a Bruno 8 gelati. Alberto crede molto nella possibilità di vincita da parte di Carlo ed infatti è disposto a pagare 8 per ottenere 10. Parte la gara e a vincere è proprio Carlo, Alberto esulta per la vittoria dell’amico e per aver vinto la scommessa con Bruno. Bruno ha intenzione di rifarsi e così propone ad Alberto di fare una nuova scommessa. Bruno spera che Dario possa vincere la gara di corsa ad ostacoli e propone quanto segue: se Dario vincerà la gara, Alberto dovrà offrire a Bruno 8 gelati nel corso dell’estate, se Dario non vincerà, sarà Bruno che dovrà offrire ad Alberto 2 gelati. Bruno spera tanto nella vittoria di Dario, ma non ne è pienamente convinto infatti è disposto a pagare solo 2 per ottenere 8. Non abbiamo saputo chi abbia poi vinto la gara di corsa ad ostacoli. Possiamo però riflettere sulle due scommesse. La scommessa di Alberto è stata formulata in seguito alle sue grandi aspettative di vittoria, infatti essere disposto a pagare 8 per ottenere 10 è come assegnare all’evento “Carlo vince” 8 0,8 80% . una probabilità pari a 10 La scommessa di Bruno è stata formulata con la sola speranza di poter recuperare qualcosa rispetto alla perdita inerente alla scommessa precedente. In questa scommessa sono chiaramente meno evidenti le aspettative di vittoria , infatti essere disposto a pagare 2 per ottenere 8 è come assegnare all’evento “Dario vince” una probabilità 2 0,25 25% pari a 8 Definizione soggettiva della probabilità in base alle proprie opinioni e alle informazioni di cui si dispone, si dichiarano il valore S che si riceve nel caso in cui l’evento si verifichi il valore P che si è disposti a pagare nel caso contrario la misura del grado di fiducia che si attribuisce al verificarsi dell’ evento è p E P S 143 6.8 POSSIBILI RISPOSTE AL PROBLEMA DELL’AEREO Soluzione 1 C’è chi, in modo molto sbrigativo, risponde: “Non mi faccio confondere. La faccenda è chiara: 50% è la probabilità che sia uscita croce 50% è la probabilità che sia uscita testa. Se è uscita testa, visto che Lei non è partita con i primi 5 aerei, sicuramente sarà sul sesto. Quindi a questo punto la probabilità che Lei sia sul sesto aereo è ½.” Soluzione 2 C’è chi, in modo molto convinto, subito replica: “ E i dadi non li conti? Gli eventi possibili sono Testa-1, Testa-2, Testa-3, Testa-4, Testa-5, Testa-6, Croce. Quindi la probabilità che lei arrivi vale 1/7.” Soluzione 3 C’è chi, invece, ritenendosi rigoroso e preciso.. “Faccio un discorso analitico e preciso. La probabilità che Lei sia sul sesto aereo è 1/6 (perché poteva partire con uno dei 6 aerei) del 50% (perché poteva partire o non partire ). Ma 1/6 del 50% è come dire 1/6 di ½ e quindi 1/12. Quindi a questo punto la probabilità che Lei sia sul sesto aereo è 1/12, circa l’8%.” Soluzione 4 C’è chi, prima di rispondere ha preparato una tabella: 1 2 3 4 testa testa, 1 testa, 2 testa, 3 testa, 4 croce croce 5 testa, 5 6 testa, 6 “Anche se con croce, lei non lancia il dado, l’evento croce deve comunque risultare equiprobabile all’evento testa. I casi possibili allora, sono esattamente 12: TI, T2, T3, T4, T5, T6, C1, C2, C3, C4, C5, C6. testa croce 1 testa, 1 croce, 1 2 testa, 2 croce, 2 3 testa, 3 croce, 3 4 testa, 4 croce, 4 5 testa, 5 croce, 5 6 testa, 6 croce, 6 Ma questo vale solo fino alla sera precedente. Se ci mettiamo nei panni di quel poveretto che aspetta, gli eventi possibili sono ora T6, C1, C2, C3, C4, C5, C6 e quindi l'esito T6, che corrisponde all'arrivo con il sesto aereo, ha probabilità 1/7, e cioè circa il 14% Ma allora ognuno può dire la sua? Tu che hai studiato però, sai benissimo che l’unico ragionamento corretto è quello della soluzione n°…. 144 ESERCIZI CAPITOLO 6 Conoscenza e comprensione 1. Cosa si intende per evento certo, evento impossibile ed evento aleatorio? 2. Due eventi sono indipendenti se…………………………………………………………… 3. Due eventi sono compatibili se…………………………………………………………….. 4. Fornisci le definizioni classica della probabilità Esercizi 5. Enuncia e dimostra il teorema della probabilità contraria Quattro esercizi con un mazzo di 52 carte da gioco 6. Calcola la probabilità che venga estratta la carta 8 di cuori 7. Calcola la probabilità che venga estratta una carta di fiori 8. Calcola la probabilità che vengano estratte due carte di picche 9. Calcola la probabilità che vengano estratte una figura ed un 10 Sei esercizi con una scatola contenente dieci palline contrassegnate ciascuna con un numero da 1 a 10 10. Calcola la probabilità che venga estratta la pallina numero 7 11. Calcola la probabilità che venga estratta una pallina con numero pari 12. Calcola la probabilità che venga estratta la pallina numero 7 e dopo averla reinserita venga estratta la pallina numero 10 13. Calcola la probabilità che vengano estratte prima la pallina numero 7 e poi la pallina numero 10 14. la probabilità che vengano estratte due palline ed una sia la numero 7 15. Calcola la probabilità che vengano estratte due palline i cui numeri sommati diano 10 Tre esercizi con dadi a 6 facce 16. Calcola la probabilità che, lanciando 2 dadi, si ottenga un punteggio maggiore di 9 17. Calcola la probabilità che, lanciando 2 dadi, si ottenga un divisore di 12 su almeno uno dei due dadi 18. Calcola la probabilità che, lanciando 3 dadi, si ottenga un punteggio uguale a 10 145