Relazione artistica conclusiva

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CADMO
associazione culturale
Relazione artistica conclusiva LE VIE DEI FESTIVAL 2015
Si è conclusa con un ottimo riscontro di pubblico e di critica e con una grande attenzione anche
della stampa nazionale, la XXII edizione de Le vie dei Festival. La manifestazione ideata e
realizzata dall’Associazione Cadmo con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e allo Sport di
Roma, dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio e del Mibact.
Festival dei festival, presenta dal 1994 il meglio del teatro visto nelle manifestazioni
dell'estate; diretto da Natalia Di Iorio ha sempre espresso una spiccata vocazione internazionale,
ospitando per la prima volta artisti oggi unanimemente considerati maestri della nuova scena
mondiale. Da quando è nato, ventidue anni fa, Le vie dei Festival ha condiviso con il pubblico nomi
e poetiche con il tempo divenute popolari segnalando in anticipo, grazie alla sensibilità e
all’esperienza personale, le novità teatrali italiane e internazionali.
E’ guardando al futuro e cogliendo sempre in anticipo le nuove tendenze che Le vie dei Festival è
pertanto arrivato a ricoprire negli anni un importante ruolo per la politica culturale non solo
cittadina, ma anche nazionale, per la qualità dei programmi realizzati e per le personalità di livello
nazionale e internazionale che è riuscita a coinvolgere. Soprattutto è diventato un canale
privilegiato di comunicazione con le nuove generazioni: continua infatti ad essere percepito dal
pubblico più giovane come un’importante antenna da seguire, attenta ai nuovi segnali del
linguaggio in continua evoluzione. E’ infatti grazie a Le vie dei Festival che è stato possibile
vedere, ad esempio, a Roma per la prima volta spettacoli del Maestro lituano Eimuntas Nekrosius,
dei sudafricani William Kentridge & Handspring Puppet Company, del belga Alain Platel. Senza
trascurare i moltissimi artisti italiani. Una ricerca di nuovi talenti che ha dato negli anni ottimi frutti.
L’obiettivo principale è stato quello di continuare a far sì che Roma, al pari delle grandi capitali
europee, potesse offrire al pubblico le produzioni teatrali emergenti, spesso anticipatrici di nuove
tendenze, che difficilmente riescono a trovare un’immediata collocazione nei circuiti teatrali
istituzionali. La qualità del progetto artistico intrapreso è stata inoltre rafforzata e sostenuta da
quello che ormai è diventato un vero e proprio patrimonio di rapporti – sia di semplice scambio
d’informazione, sia di stretta collaborazione – con numerosi festival.
Nel corso delle più recenti edizioni, Le vie dei Festival ha modificato in parte la sua
impostazione d’origine e, oltre a proporre creazioni provenienti dalle manifestazioni estive, si fa
promotore di nuovi progetti che poi continua a seguire per garantire loro una vita futura. In questa
edizione ha infatti coprodotto quattro spettacoli presentandone UNO in PRIMA NAZIONALE e
DUE in PRIMA ASSOLUTA.
Dopo il successo dell’edizione francese prodotta da Patrick Sommier per MC93 Maison
de la Culture de La Seine-Saint-Denis, Parigi, Le vie dei Festival ha deciso di coprodurre
l’edizione italiana di Pouilles – Le ceneri di Taranto di Amedeo Fago, presentato al Teatro
Vascello in Prima Nazionale il 17 settembre.
Lo spettacolo, che ha avuto un ottimo riscontro sia da parte del pubblico che dalla critica, prende
l’avvio dalla città d’origine dell’autore, Taranto, per un viaggio attraverso due secoli. Alle gioie e ai
drammi della famiglia fanno eco gli eventi della grande Storia - dall’Italia nascente all’Europa in
guerra, fino all’industria siderurgica che schiaccia la vecchia Taranto e le regala un tasso
d’inquinamento tra i più alti d’Europa, col suo corredo di malattia e di morte. Nel racconto, affidato
alla voce fuori campo dell’autore-narratore, si mescolano sapientemente romanzo familiare, storia
passata e vicende recenti, con l’ausilio suggestivo di video e nuove tecnologie.
Le vie dei Festival, dopo aver ospitato nel 2014 Amleto ed <age> continua a sostenere il
lavoro di CollettivO CineticO, giovane compagnia ferrarese tra le più interessanti e innovative del
panorama teatrale nazionale.
Quest’anno ha coprodotto lo spettacolo 10 Miniballetti, presentato in Prima Assoluta al Teatro
Vascello sabato 19 settembre ricevendo grande attenzione della critica e molti consensi dal
pubblico.
Lo spettacolo, diretto, coreografato e interpretato da Francesca Pennini, partendo da un
quaderno di appunti della scuola elementare, è un’antologia di danze su musica barocca, in bilico
tra geometria e turbinìo, dove l’elemento aereo è paradigma di riflessione sui confini del controllo.
Il lavoro della compagnia ferrarese si distingue per la capacità e attenzione nel mescolare elementi
classici all’utilizzo delle nuove tecnologie come ad esempio, per 10 Miniballetti, l’utilizzo di un
drone che muovendosi in coreografia sul palcoscenico sparge una montagna di piume allestendo
la scena successiva. Angelo Pedroni ha curato la drammaturgia e il disegno luci.
Anche quest’anno, continuando il nuovo modo di rapportarsi alle giovani produzioni
indipendenti con l’intenzione di incoraggiare nuove promettenti avventure inaugurato nel 2014, Le
vie dei Festival ha coprodotto in collaborazione con Minimo Comune Teatro lo spettacolo
presentato in Prima Assoluta Ritratto d’Italia da Discorso sopra lo stato presente dei costumi
degl’italiani di Giacomo Leopardi, tagliente pamphlet sulla mentalità, il carattere e la moralità della
società italiana, scritto nel 1824 e pubblicato per la prima volta solo nel 1906.
Il giovanissimo Fabrizio Falco ha diretto e interpretato la pièce insieme a Sara Putignano
avvalendosi del disegno luci di Daniele Ciprì.
I due giovani attori hanno dato voce a un Leopardi diviso tra idealismo e realismo, passione e
disincanto, ma trascinato dalla volontà - se non dalla speranza - di indicare la strada da
intraprendere collettivamente. Sono passati due secoli, ma l’analisi leopardiana resta purtroppo
attuale. Un identikit che, secondo Fabrizio Falco, è necessario oggi rileggere, per progettare un
futuro diverso, guardando anche alla funzione originaria del teatro come assemblea.
Anche questo spettacolo ha riscosso molti consensi da parte di pubblico e critica e si spera di
ritrovarlo la prossima stagione nella sua forma compiuta sui palcoscenici italiani.
Ancora una coproduzione de Le vie dei Festival e Sonia Bergamasco per lo spettacolo che
ha inaugurato la manifestazione, Il trentesimo anno, racconto di scena tratto dal Trentesimo anno
di Ingeborg Bachmann. Sempre all’insegna della continuità con le scorse edizioni, quando il
festival ha ospitato il primo studio de Il Ballo di Irène Némirovsky curato e interpretato da Sonia
Bergamasco e che poi è diventato uno spettacolo compiuto trovando un produttore nel Teatro
Franco Parenti di Milano dove nella scorsa stagione ha fatto registrare il tutto esaurito per tutte le
repliche e dove tornerà nella stagione 2015/2016 per tre settimane. Lo spettacolo sarà anche in
tournèe in vari teatri italiani tra cui il Teatro Vascello.
La manifestazione ha dedicato uno spazio speciale ad Enzo Moscato, autore, attore,
chansonnier e inventore di una lingua teatrale originale quanto immaginifica con la proiezione del
film Rasoi (1993) - scritto e interpretato da Moscato, diretto da Mario Martone, prodotto da Teatri
Uniti - che allinea nella Napoli disperata e surreale di oggi svariati personaggi, in bilico tra realtà e
sogno, figure reali e fantasmi o simboli, che gridano il loro disagio; la proiezione è stata seguita da
Compleanno dedicato alla memoria di Annibale Ruccello, giovane drammaturgo tragicamente
scomparso nel 1986. Scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato, lo spettacolo sviluppa il
doppio tema incrociato dell’assenza e del delirio, intesi entrambi come produzioni fantasmatiche
fatte di parole, suoni, visioni, gesti, e mirati a colmare il vuoto, l’inanità dell’esistenza. O del teatro.
Una specie di esercizio quotidiano del dolore, del controllo e di elaborazione della pulsione di
morte, senza assumerne però le condotte autodistruttive, ma sorridendone, talvolta godendone
come una festa, un ciclico ricorrere di affinità elettive, di sconvolti, teneri ricordi.
Il terzo spettacolo di Enzo Moscato presentato al Festival è stato Scannasurice – Premio della
Critica 2015 – regia di Carlo Cerciello, con una straordinaria e intensa Imma Villa, accolto da
unanime entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica. Scannasurice segnò, nel 1982, il debutto
“ufficiale” di Moscato come autore e interprete. Carlo Cerciello, regista capace come pochi di
confrontarsi con i nodi della storia del nostro paese, con ciò che lega il passato al presente, ha
scelto di tornare alla messinscena di un testo in lingua napoletana, “di tornare” - come dice lui
stesso - “a un autore antiolografico per eccellenza nell’intento di allontanarmi dalla malsana
oleografia di ritorno che nuovamente appesta Napoli di retorica e luoghi comuni, in una città che ha
smarrito la memoria stessa della sua vita culturale, seppellita dalla banalità e dal conformismo”.
Un altro appuntamento con il teatro di Carlo Cerciello è stato lo spettacolo La madre di Bertolt
Brecht, protagonista Imma Villa, che per questa interpretazione ha vinto il Premio
dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013 e il Premio Antonio Landieri 2013. Con
lei un affiatato coro di giovani attori. Lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Museo Cervi Teatro
per la Memoria 2013. Da quella storia dolorosa ed esaltante che è La madre di Brecht, Cerciello
ne ha tratto uno spettacolo di rara intensità narrativa, un luminoso esempio di come si può
aggiornare un classico senza tradirlo.
A completare il progetto dedicato al teatro di Brecht lo spettacolo Vita di Edoardo Secondo
d’Inghilterra, da Christopher Marlowe, regia e adattamento di Andrea Baracco, artista che si è
affermato negli ultimi anni con uno dei percorsi più interessanti nel panorama della regia teatrale in
Italia. L’urgenza di indagare il contemporaneo, attraverso i classici, si sposa perfettamente con le
intenzioni politiche e artistiche di Brecht. Quella di Edoardo Secondo non è solo la tragica vicenda
di un amore impossibile tra Edoardo e il suo favorito Gaveston, ma la rappresentazione del crollo
di una classe dirigente, intellettuale e politica, che trascina con sé l’intera società del tempo qui
messa in scena da Baracco con una straordinaria vocazione visionaria.
Un gradito ritorno è stato quello della compagnia Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre, che dopo
aver presentato con grande successo, nel 2014, l’emozionante The walk è tornata con MM&M
Movies Monstrosities and Masks, prodotto da Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre Australia, in
collaborazione con Il Funaro Pistoia e il Festival delle Colline Torinesi. Uno spettacolo che si
interroga sull’identità e sulla natura artificiale di ogni autobiografia cercando di costruire l'identità
personale e il tempo della vita sulla base di tagli e piani cinematografici. E’ un viaggio dai confini
incerti, fra i sentimenti che proviamo e quelli che ci rappresentiamo, fra quello che pensiamo di
essere e quello che siamo costretti ad essere. Illusione, rappresentazione, finzione si
sovrappongono e infine diventano una cosa sola con quello che è. Lo spettacolo è andato in scena
al Teatro Tordinona il 23 settembre raccogliendo molti consensi dal pubblico e dalla critica.
Anche quest’anno si è rinnovato il legame tra Le vie dei Festival e il Teatro del Lido di Ostia
dove sono stati presentati due spettacoli entrambi con molto gradimento da parte del pubblico.
Il primo spettacolo, andato in scena sabato 26 settembre, L’asta del santo della compagnia de Gli
Omini, uno dei gruppi di punta della nuova scena teatrale italiana, in residenza dal 2014 presso
l’Associazione Teatrale Pistoiese. Si è trattato di un progetto originale a metà tra un’azione teatrale
e un gioco che, come spiega bene il sottotitolo, Un mercante in fiera sulle vite dei santi, ha
messo in scena una lunga lista di santi raccontandone vita e miracoli e organizzando una vera
vendita all’asta come fosse un mercante in fiera. La partecipazione del pubblico, fornita di fiches
dalla compagnia, è stata molto attiva e divertita. Lo spettacolo è stato poi replicato anche al Teatro
Vascello il 27 settembre.
L’altro spettacolo andato in scena al Teatro del Lido era dedicato a un grande testo della
letteratura italiana, La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini. Prodotto da Lunaria Teatro
con la regia di Daniela Ardini, ha visto protagonista Raffaella Azim affiancata da Francesca Conte.
Lo spettacolo utilizza un interprete L.I.S. Lingua Italiana dei Segni per rivolgersi anche alle
persone ipoudenti. Fin dalle sue prime pagine il romanzo di Dacia Maraini, vincitore nel 1990 del
Premio Campiello, immerge il lettore nel clima cupo e pieno di contraddizioni della Sicilia del
Settecento. Marianna, costretta ad andare in sposa a soli tredici anni a suo zio, investita “con
rimproveri e proverbi” quando osa sottrarsi al suo ruolo di moglie, sembra all’inizio destinata alla
medesima sorte. Lei è però diversa, sordomuta, ma proprio da questa menomazione trarrà la forza
per elevarsi al di sopra della chiusura e della meschinità che la circonda.
Si è registrato un ottimo riscontro del pubblico anche per la sezione dedicata al teatro
ragazzi dove sono stati proposti due spettacoli creati per stimolare il ragionamento e la logica dei
piccoli spettatori: Sherlock Holmes e Facciamo numero.
Il primo, curato da Collettivo Cinetico, è stato commissionato dal Teatro delle Briciole di Parma
all’interno del progetto “Nuovi sguardi per un pubblico giovane”, che intende stimolare compagnie
della sperimentazione a misurarsi con il teatro per ragazzi. L’idea guida dello spettacolo è la
volontà assoluta, liberissima, giocosa, di rovesciare quella verità e osservare con divertita
ostinazione il mondo. A partire dagli indizi lasciati sulla “scena del delitto”, che sono le tracce dei
movimenti coreografici, si compila un vertiginoso atlante concentrato della danza: dal minimal alla
contact improvisation, dalla metal al musical.
Facciamo numero è invece dedicato alla scoperta dei misteri della matematica: insieme alla
protagonista gli spettatori comprendono come la matematica sia un mondo accessibile a tutti,
bisogna solo trovare la chiave giusta per aprire quella porta.
Le vie dei Festival ha rinnovato anche il legame con l’Istituto di Studi Pirandelliani ospitando
due letture sceniche di Luigi Pirandello: Kosmograph da I quaderni di Serafino Gubbio
operatore con Andrea Renzi e Una voce con Manuela Kustermann.
A chiudere la manifestazione lo spettacolo di Roberto Rustioni Villa dolorosa. Tre
compleanni falliti di Rebekka Kricheldorf, arrivato a Le vie dei Festival nella sua forma compiuta
dopo il primo studio presentato nel 2014 e dopo il debutto dello scorso giugno al Festival delle
Colline Torinesi.
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