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La Massa Cinciana: Esistenza
Inviato da Paolo Sanzeri
Si ha certezza dell’esistenza della “Massa Cinciana”, poi Ciancianìa, e che il territorio odierno di
Cianciana appartenesse alla Magna Regia Curia nel periodo di S. Gregorio Magno, mediante le lettere raccolte poi nel
cosidetto Registrum. Da queste si desumono le denominazioni di diverse masse. In una lettera, la I 42 del maggio 591,
con istruzioni intorno dei beni della Chiesa, si rileva l’esistenza e la denominazione della Massa Cinciana.
Questa lettera è indirizzata al suddiacono Pietro, rettore del patrimonio di Sicilia. S. Gregorio Magno, affronta diversi
argomenti; si danno disposizioni circa l’abolizione dei pesi e delle esazioni ingiuste a carico dei contadini, le
pratiche del conduttore Pietro, di Campaniano, del giudeo Salpingo, del difensore Antonino, il denaro della Chiesa di
Canosa, i sacerdoti caduti in peccato, il celibato dei suddiaconi, alcune donazioni e pensioni e l’invio a Roma di
Saturnino. Il suddiacono Pietro, vicario della sede romana in qualità di rectores, scelto tra la classe dei notai romani, fu
rettore del Patrimonio di Sicilia dal 590 al 592. Passò, poi, per un anno come rettore del patrimonio della Campania e
dopo venne richiamato a Roma. Durante questi tre anni ricevette venti lettere dal Pontefice, alcune delle quali, come la I
42 e la II 50, si configurano come trama della riforma amministrativa del patrimonio di San Pietro operata da San
Gregorio Magno. Altre volte il papa Gregorio affidò al rettore del patrimonio della Sicilia l’incarico di giudicare in
questioni sorte tra vescovi ed altri ecclesiastici. Il suddiacono Pietro è stato nominato vicario del papa in Sicilia nel 590
ed si ha notizia mediante la lettera I 1, scritta nel settembre 590 ed indirizzata ai vescovi siciliani, nella quale prescrive
loro di adunarsi una volta all’anno a Siracusa o a Catania, per consigliarsi con Pietro intorno agli affari della
provincia e della Chiesa.Papa Gregorio Magno per la festività di Pasqua (15 aprile 591), aveva richiamato a Roma il
suddiacono Antemio, rettore del patrimonio della Campania, insieme all’ammontare dei redditi, ed aveva ricevuto
dalla Sicilia anche l’inviato del suddiacono Pietro. Per cui alla luce di ciò la lettera I 42 è stata redatta dopo Pasqua
ed è stata registrata nel mese di maggio.La lettera, I 42, tra gli argomenti trattati dal Papa, viene evidenziata anche la
possibilità di dare delle sovvenzioni ad alcune persone che sicuramente avevano meritato tale attenzione, tra le quali il
mercante Liberato che abitava nella Massa Cinciana. Riportiamo uno stralcio della lettera I 42:“Liberato
negotiatori, qui se ecclesiae commendauit, qui habitat in massa Cinciana, annuam continentiam a te uolumus fieri. Cuius
continentiae summam ipse aestima qualis esse debeat, ut renuntiata nobis in tuis possit rationibus imputari. De presenti
uero indictione iam a filio nostro Seruo-dei diacono percepit.”2(“Al mercante Liberato, che si è affidato alla
Chiesa e che abita nella massa Cinciana, vogliamo che tu dia una sovvenzione annuale per vivere. L’importo di
tale assegno stabiliscilo tu e, dopo che lo avrai comunicato, inseriscilo nel tuo rendiconto. Per la presente indizione
l’assegno gli è stato corrisposto dal nostro figlio, il diacono Servus-dei).”Il diacono Servus-dei era stato
rettore del Patrimonio di Sicilia sotto papa Pelagio II.3La grande autorità e la potenza della Chiesa romana si vede dal
valore che ha la protezione da essa esercitata, la tuitio ecclesiastica. La tuitio ecclesiastica comprende la
rappresentanza in giudizio, la protezione del patrimonio, sussidi pecuniari, essa era chiesta o era una conseguenza della
condizione di chi ne godeva. In quella età molte persone avevano bisogno della difesa contro i soprusi dei prepotenti, e la
Chiesa si trovava in condizione di concedere una tale protezione; quando la Chiesa interveniva l’opposizione si
dileguava. Però vero è che qualche volta anche la Chiesa traeva vantaggio dalla protezione che accordava, quando in
particolar modo i protetti erano ricchi e nobili; ciò viene evidenziato dal caso delle figlie di Venanzio, per le quali il papa e
l’imperatore facevano a gara nel metterle sotto la propria protezione. Del resto c’è da evidenziare che la
tuitio ecclesiastica ricorda in qualche modo la protezione regia (tuitio regii nominis) in vigore presso gli Ostrogoti.Dalle
lettere di Papa Gregorio si evidenziano fatti inerenti la tuitio ecclesiastica, e precisamente: - nel maggio 591 il papa
dispone che il mercante Liberato, abitante nella massa Cinciana e postosi sotto la protezione della Chiesa, ottenga una
continentia, cioè una pensione;- la tuitio ecclesiastica è accordata, nel giugno 596, ad uno, il quale si era allontanato
dalla dottrina cattolica, ma poi era ritornato in seno alla Chiesa e papa Gregorio dispone che gli si diano ogni anno un
certo numero di solidi (lett. VI 36);- di simile argomento, ma senza che sia adoperata la parola tuitio, si parla in una
lettera del giugno 596, con la quale Papa Gregorio raccomanda Giorgio, desideroso di darsi a vita migliore, a Dono
vescovo di Messina. Questi provveda al mantenimento di lui, con il ricevimento di una sustentatio, affinché il bisogno
non lo spinga a tornare alla vita di prima (lett. VI 37);- nel dicembre 598 il papa prescrive che la protezione della chiesa,
molto ricercata, non si accordi a persone indegne, a coloro, per esempio, che erano implicati in furta publica. Forse il
papa pensa già al pretore Libertino, per il quale veniva naturale pensare che costui quando sarebbe stato chiamato a
render conto della sua amministrazione, si sarebbe rifugiato in una chiesa, coinvolgendo in tal modo le autorità
ecclesiastiche in un conflitto con il governo (lett. IX 79); - nell’ottobre 598, avendo Ianuaria invocata la tuitio
ecclesiastica contro Anastasio e Bonifacio, i quali volevano espellerla dalle sue proprietà, papa Gregorio ordina che questi
due insieme con la donna si sottomettano ad un giudizio (lett. IX 39); - da una lettera del dicembre 598 sappiamo che il
notaio papale Primigenio è morto e che la vedova di lui si è posta sotto la tuitio ecclesiastica. Papa Gregorio ordina a
Fantino di prendere in deposito la eredità di costui (lett. IX 74);- secondo la lettera del luglio 598, Luminoso, come servus
S. Mariae a Grumento, chiede la tuitio ecclesiastica contro le violenze di Salustio. Il papa Gregorio ordina che si faccia
desistere quest’ultimo dalle sue soperchierie (lett. IX 209);- a questo proposito è opportuno anche ricordare il
caso del febbraio 601, dove si tratta della tutela delle figlie del sopra ricordato Venanzio, il quale le aveva egli stesso
raccomandate al papa. Però nella medesima lettera si diceva che le stesse dovessero essere raccomandate anche
all’imperatore. Il papa si rammarica del fatto in quanto l’autorità secolare avrebbe avuto un pretesto per
acquisire tutto il patrimonio di Venanzio ed inoltre le ricche orfane sarebbero state condotte a Costantinopoli, mentre il
papa le voleva a Roma sotto la sua protezione (lett. XI 25);- secondo la lettera dell’agosto 601 pare che le figlie di
Venanzio si mettessero sotto la tutela papale (lett. XI 59);
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