Slides ultimo incontro 31 maggio

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Cooperative learning in rete
Martedì 31 maggio 2011
Ore 16,30
Teatro Clitunno – Trevi
Apprendimento cooperativo Perché? Come realizzarlo?
Fiorella Listanti Psicopedagogista
Mariagrazia Macchiarulo Psicologa Psicoterapeuta
Una scuola che serve per la vita
Una scuola che serve per la vita
Questa breve storia ci aiuta a
comprendere come una abilità in un
contesto e in una cultura può essere
una vera incapacità in un altro.
Una scuola che serve per la vita
•
•
•
•
Società complessa
Società multietnica
Società in continua trasformazione
Società in crisi
Una scuola che serve per la vita
La scuola deve insegnare:
Conoscenze intese come assimilazione di informazioni
attraverso l’apprendimento.
Abilità che indicano la capacità di applicare le conoscenze
per portare a termine compiti e risolvere problemi.
Competenze che indicano la capacità di usare conoscenze e
capacità personali, sociali e metodologiche, in situazioni di
studio e lavoro.
(decreto 22/08/2007 sugli adempimenti per l’obbligo d’istruzione)
Una scuola che serve per la vita
• La scuola spesso si limita a trasmettere
conoscenze, insieme di informazioni che
non hanno alcuna ricaduta nella vita di
tutti i giorni.
“A che serve studiare la matematica?”
• Raramente insegna conoscenze
disciplinari, cioè competenze
nell’affrontare problemi reali utilizzando le
peculiarità della disciplina in questione.
Finisce l’anno e se penso alla mia più bella
esperienza mi ricordo:
… Poi vorrei informarvi di una mia scoperta, la mia
scoperta parla del fatto che la scuola dura
troppo, perché se togliamo 7 ore di sonno alle
24 ore del giorno ci restano 17 ore di giorno,
meno le 5 ore di scuola ci restano 12 ore, meno
2 ore di compiti, solo 10. se togliamo 1 ora delle
mamme che vogliono vedere i tuoi compiti, ci
restano 9 ore di divertimento, da grandi le ore e i
compiti diventeranno di più e il divertimento
sempre di meno, fino a 20 minuti.
Speranze …
Io spero che il prossimo anno tutte le
scuole esplodano e noi non dovremo
andarci più fino al momento in cui
saranno ricostruite.
Una scuola che serve per la vita
• Abbiamo bisogno di menti capaci di
riconoscere e affrontare complessità
sempre più crescenti.
• Abbiamo bisogno di menti capaci di
cooperare con altre persone, perché da
soli non possiamo andare lontano.
La didattica costruttivista
La conoscenza è concepita come
un processo di accumulazione di
informazioni
Si realizza con passaggi
cronologici e lineari, del tipo
“mattone sopra mattone”
Approccio di istruzione
tradizionale
Il bambino è come una “lavagna
bianca” e le differenze individuali
rappresentano un intralcio
Il punto di vista è centrato su chi
trasmette la conoscenza
Quando comunicare è un problema
Quando comunicare è un problema
La conoscenza
Il paradigma costruttivista
• Conoscere significa costruire ipotesi
interpretative della realtà. Tali interpretazioni
vengono utilizzate per adattarsi all’ambiente in
modo efficace.
• Ogni individuo sviluppa precocemente delle
teorie sulla realtà. (Teorie ingenue perché non
scientifiche).
• Quando la persona è esposta a informazioni
nuove, tende a integrarle al sistema di
conoscenze che già possiede (concetto di
assimilazione di J. Piaget)
La conoscenza
Il paradigma costruttivista
• Il confronto con altre persone e la negoziazione
di significati condivisi, favorisce la costruzione di
nuovi schemi interpretativi della realtà. (concetto
di accomodamento di J. Piaget)
• La conoscenza inoltre è prodotto storico-sociale,
prodotto della negoziazione di persone
appartenenti ad una data cultura, a un tempo e
a un luogo.
• Insegnare significa quindi costruire contesti che
facilitano la costruzione di nuovi modelli
interpretativi della realtà
Teorie ingenue della mente
Nota
(o, più modernamente, comunicazione alla famiglia)
“Gentile signora, Luca continua ad alzarsi dal
banco durante la lezione. Faccia capire a suo
figlio che deve tenere un comportamento
rispettoso delle regole della scuola”.
Teorie ingenue della mente
Come ci si comporta a scuola
Noi impariamo attraverso
•
•
•
•
•
•
•
10% lettura
20% ascolto
30% osservazione
50% osservazione e ascolto
70% discussione con altri
80% esperienze personali
95% spiegazione agli altri
Quale gestione della classe
favorisce tutto questo?
Quale gestione della classe
favorisce tutto questo?
Quale gestione della classe
favorisce tutto questo?
Cooperative Learning
“l’Apprendimento cooperativo è un
metodo didattico che utilizza piccoli
gruppi in cui gli studenti lavorano
insieme per migliorare reciprocamente
il loro apprendimento” Johonson & Johonson
John Dewey (1859-1952) La scuola come
comunità democratica
L’educazione è un processo sociale.
Il principio generale di ogni educazione
sta nella partecipazione dell’individuo alla
coscienza sociale della specie.
La scuola è luogo di esperienza attiva dove
il soggetto sperimenta i principi e le regole
della conoscenza.
La realtà scolastica si predispone come
“vita sociale semplificata” dove l’allievo
sperimenta la disciplina e l’ordine, scopre
l’autogoverno, incrementa la cooperazione.
“l’educazione come esperienza di vita”
Morton Deutsch (1920) “Teoria sulla
risoluzione dei conflitti”
Comportamento di gruppo
nel raggiungimento di uno scopo
• modalità INDIVIDUALISTICA: ogni membro del gruppo lavora
da solo per raggiungere obiettivi di apprendimento indipendenti
da quelli degli altri;
• modalità COMPETITIVA: ogni membro del gruppo lavora
contro l'altro per raggiungere un risultato migliore;
• modalità COOPERATIVA: l'intero gruppo ha la responsabilità
di raggiungere un obiettivo comune in quanto la possibilità che
ognuno ha nel perseguire lo scopo dipende da quella degli altri.
Per questo motivo l'interdipendenza si dice positiva.
… L’origine
Cosa determina il
funzionamento dei gruppi
all'interno della classe?
David e Roger Johnson
I presupposti
Interdipendenza
positiva
Revisione e
Valutazione
del gruppo
Apprendimento
Cooperativo
Responsabilità
individuale
Interazione
promozionale
faccia a faccia
Abilità sociali
I presupposti: interdipendenza positiva
Essere in interdipendenza con qualcuno
significa che per realizzare qualcosa o
raggiungere uno scopo non è possibile
agire da soli. Gli altri sono necessari e
indispensabili.
I presupposti: l’interazione promozionale
faccia a faccia
L’insieme dei comportamenti che incoraggiano e
sostengono i membri del gruppo nello sforzo di
raggiungere gli scopi comuni.
• Offerta all’altro di aiuto e assistenza effettiva ed
efficace.
• Scambio di risorse.
• Feedback reciproco per migliorare le prestazioni.
• Stimolare la reciproca partecipazione.
I presupposti: le abilità sociali
Riunire gli studenti in gruppo e dire loro
di cooperare non sono condizioni
sufficienti perché essi apprendano.
È necessario insegnare loro le abilità
interpersonali e di piccolo gruppo,
indispensabili per sviluppare e
mantenere un livello di cooperazione
qualitativamente alto.
… alcune abilità sociali
• Muoversi nello spazio senza fare confusione e
rapidamente.
• Parlare uno alla volta, ascoltarsi, incoraggiare,
chiedere aiuto, dare spiegazioni.
• Saper riassumere, saper integrare idee diverse,
parlare in modo persuasivo, portando le ragioni
di ciò che si afferma, trasferire idee o conclusioni
ad altre situazioni o ad altri contesti.
I presupposti: responsabilità individuale
Nelle situazioni di cooperative gli studenti
sono responsabili nei confronti non solo
dell’insegnante, ma anche dei propri
compagni. Il compito può essere realizzato
solo se ognuno fa la propria parte.
I presupposti: revisione del gruppo
La revisione (processing) è un processo nel
quale vengono identificati gli eventi che sono
accaduti durante il lavoro di gruppo per vedere
se i comportamenti, l’organizzazione e lo
svolgimento del lavoro sono stati funzionali al
conseguimento degli scopi che il gruppo si era
attribuito. Il processo di revisione di gruppo può
essere definito come la riflessione che l’intero
gruppo fa per eliminare azioni poco utili,
mantenere azioni efficaci.
Il progetto
1° “lavorare in gruppo?”
2° “L’interdipendenza positiva”
3° “le abilità sociali”
4° “ Il Progetto” Progettazione e documentazione
dell’esperienza
5° “Il Progetto” Analisi dei filmati e monitoraggio
dell’attività didattica
Passaggi formativi: Le tecniche
Round Robin
Attività in cui ci si
alterna in modo circolare
Problem Solving
“ Viaggio sulla luna”
Il valore aggiunto del gruppo
Jigsaw II (Slavin, 1986)
“Gruppo base-gruppo esperti”
Suddivisione del compito
Le abilità sociali: “seduti intorno a un tavolo”
Sig. Bianchi
milionario
Sig. Terzi
giovane
Sig. Stella
cantante
Sig. Marzi
Sig. Lodi
imprenditore
Sig. Rovinati
Sig. Marcelli
intelligente
grande
Sig. Rossi
bello
L’osservazione strutturata
La costruzione di un progetto
… il racconto di Azzurra
Paura
• Non riesco a fare le
operazioni di
matematica
• Rimango indietro
quando la maestra
detta
• Qualche volta non
mi piace leggere i
libri
Tristezza
• Non mi piace molto
colorare i disegni
• Non mi piace la
confusione
• Mi piacerebbe che
le maestre mi
aiutassero un po’
più spesso
L’Angioletto Celestino
Un giorno gli
Angioletti stavano
giocando nel parco,
Si divertivano davvero
tantissimo.
L’Angioletto Celestino
Ma all’improvviso, la
mamma di Celestino
vide un falco nel cielo
e pensò che doveva
mettere in salvo i
piccoli.
Chiamò tutti gli
Angioletti e li mise al
riparo dal pericolo.
L’Angioletto Celestino
A Celestino non
piaceva avere paura,
sentirsi in pericolo e
dover scappare. Così
pensò che per
cacciare quel falco,
dovevano combattere
tutti insieme.
L’Angioletto Celestino
Ebbe un’idea: se tutti
gli Angioletti si
fossero messi
insieme, avrebbero
potuto sollevare un
grosso masso e
mettere in fuga, per
sempre, il falco.
L’Angioletto Celestino
E infatti, quando il
falco arrivò, tutti gli
Angioletti presero un
grosso masso e glielo
lanciarono contro,
così il falco scappò
via.
L’Angioletto Celestino
Gli Angioletti furono
molto felici del
risultato ottenuto e
festeggiarono
Celestino.
L’Angioletto Celestino
Anche la mamma fu
molto contenta e si
congratulò con il
figlio.
L’Angioletto Celestino
Tutte le mamme ora
sono molto più
tranquille, sanno che i
loro figli possono
cavarsela da soli e
loro possono mettersi
da parte.
L’Angioletto Celestino
Gli Angioletti ora
giocano
tranquillamente nel
parco perché se il
falco dovesse mai
tornare, sanno come
affrontarlo.
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