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Giovedì 28 Gennaio 2016
PRIMO PIANO
I leader centristi puntano all’assessorato al Turismo. Ma c’è la concorrenza di AreaDem
Campania, i De Mita all’incasso
Dopo l’appoggio a De Luca, l’Udc ora vuole una poltrona
DI
GIOVANNI BUCCHI
Q
uei 53.628 voti, pari
al 2,35%, sono risultati decisivi per consentire a Vincenzo
De Luca di battere Stefano
Caldoro. Un gruzzoletto di
consensi che l’Udc a trazione De Mita in Campania è
riuscito a fare fruttare al
massimo alle ultime elezioni, contribuendo in maniera
fondamentale a spostare
l’asse della Regione dal centrodestra (di cui il partito
centrista faceva parte nella
scorsa legislatura) al centrosinistra guidato dal Pd. Da
scaltri e abili democristiani
quali sono, ora zio Ciriaco
De Mita (sindaco di Nusco)
e nipote Giuseppe (deputato e commissario regionale
dello scudocrociato) si apprestano a capitalizzare quella
faticaccia elettorale di qua-
si un anno fa, pronti come
sono a passare all’incasso.
L’ex presidente del consiglio
ha fatto capire chiaramente
di puntare per il suo partito
all’assessorato al Turismo,
una delle due poltrone rimaste vuote nella squadra di
governo regionale di De Luca
composta da 8 assessori (la
seconda è quella dell’Agricoltura).
Gli ultimi sviluppi a
Palazzo Santa Lucia, con la
repentina uscita di scena di
Patrizia Boldoni dal ruolo
di consigliere del presidente
per il turismo, potrebbero
accelerare queste procedure. Tanto che le indiscrezioni
indicano in un paio di settimane al massimo il tempo
necessario per coprire quella casella. L’imprenditrice
presidente della Scabec, la
società regionale che si occupa dei beni culturali, dopo
un iniziale innamoramento
(politico) è entrata in rotta
di collisione con De Luca
per aver pubblicamente sostenuto la candidatura alle
primarie del centrosinistra a Napoli di Antonio
Bassolino. Un’esposizione
che all’eterno rivale ed ex
sindaco di Salerno non è
piaciuta affatto. Lo stesso
De Luca però mantiene un
atteggiamento ambivalente
con i bassoliniani; ne ha infatti appena arruolato uno di
primo piano come l’ex deputato pd Costantino Boffa,
già capo della segreteria politica e capo di gabinetto di
Bassolino in Regione, e ora
consigliere del governatore
per le tematiche inerenti
la realizzazione della linea
ferroviaria Napoli-Bari. Tra
i più soddisfatti per questa
nomina c’è il sottosegretario
alle Infrastrutture, Umber-
to Del Basso De Caro.
Beghe interne al Pd
a parte, resta sullo sfondo
quell’assessorato al Turismo cui l’Udc guarda con
grande interesse. Di nomi
da proporre De Mita junior
pare averne più di uno (in
pole ci sarebbero due docenti
universitari come Raffaele
Cercola e Nunzia Berrino), lui che nella giunta
caldoriana di centrodestra
vestiva i panni del vicepresidente con quella stessa delega. Il problema è che a quello
scranno guardano anche dal
Pd, dove il pressing per rendere la squadra di governo
meno tecnica e più politica
si è fatto più insistente. In
particolare a bussare alla
porta del governatore è il
capogruppo e recordman di
preferenze Mario Casillo
che chiede più peso per il suo
partito. Per quel posto da as-
sessore scalpita innanzitutto
Teresa Armato, neorenziana e referente di AreaDem
in Campania (la corrente
dei ministri Dario Franceschini e Roberta Pinotti),
fresca però di sconfitta con la
bocciatura di Ercolano a capitale italiana della cultura,
città in cui lei è commissaria
del Pd. Per quanto riguarda invece l’altra casella da
riempire, quella dell’Agricoltura, probabilmente ci sarà
da attendere un po’ di più.
Una cosa è certa: De Luca,
alle prese ora con nuovi
grattacapi giudiziari, deve
accontentare l’Udc ma non
può al tempo stesso permettersi di rompere con l’area
franceschiniana. Chissà che
quelle due poltrone vacanti
non servano a risolvere entrambe le situazioni, magari
in un colpo solo.
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LA SUA VICENDA ARTISTICA DIMOSTRA CHE ANCHE DA NOI C’ERANO, FRA I PRETI, DEGLI IMPLACABILI AYATOLLAH
Il cinquecentesco Carlo Portelli (in mostra a Firenze) fu aggredito
dal clero dell’epoca per aver dipinto una Eva nuda (poi nascosta)
e barocco. E, soprattutto, esprimono
GIANFRANCO MORRA
un salto epocale: dalla serena e calma
arlo Portelli, chi era costui? «Rinascita» nella Firenze pacifica di
Quasi nessuno ne parla e Cosimo e Lorenzo, all’inquietudine
manca persino nelle enciclo- di un’epoca aperta dalla riforma di
pedie di pittura, invece fu un Lutero e dal terribile Sacco di Roma
pittore di buone qualità. La sua at- (1527), continuata nelle ambiguità del
tività si svolse a Firenze nel periodo Concilio di Trento e conclusasi nella
in cui fu Duca e Granduca Cosimo I cappa di piombo, anche per le arti, del(morirono nello stesso anno 1574). Per la Controriforma. Basterebbe pensare
fortuna a farlo rivivere ci ha pensato la ai tormenti e agli squilibri dei princiGalleria fiorentina dell’Accademia, che pali pittori del manierismo: Parmigli ha allestito una mostra: «Carlo Por- gianino cercava nell’alchimia un sutelli. Pittore eccentrico tra Rosso Fio- peramento dell’umor nero, Pontormo
rentino e Vasari»
(sino al 30 aprile,
Si dovette attendere il Novecento per capire che
ore 8.15-19.00, lui manieristi non sono una degenerazione estetinedì chiusa). La prica ma costituiscono un passaggio, di alto valore
ma sull’artista, che
estetico, tra rinascimento e barocco. E, sopratraccoglie cinquanta
opere fra pitture e
tutto, esprimono un salto epocale: dalla serena
disegni, quasi tutto
e calma «Rinascita» nella Firenze pacifica di
quanto di lui ci è riCosimo e Lorenzo, all’inquietudine di un’epoca
masto.
aperta dalla riforma di Lutero e dal terribile
Non poteva che
sacco di Roma (1527), continuata nelle ambiessere ospitato
all’Accademia, uno
guità del Concilio di Trento e conclusasi nella
dei musei più visitacappa di piombo, anche per le arti,
ti di Firenze sopratdella Controriforma
tutto per il «David»
di Michelangelo.
Ma anche per essere il tempio fioren- sempre più misantropo e depresso,
tino del manierismo, tanto numerosi Rosso Fiorentino suicida: «eccentrici»
vi sono i quadri dei pittori di questa nella vita come nella pittura.
Essi rispettarono la «maniera»
tendenza. Già, manierismo. Anche
Portelli fu vittima di questa parola. Il classica, da Giotto e Masaccio sino
termine «maniera» era stato inventa- a Leonardo, Raffaello e Michelangeto dal Vasari (manierista anche lui) in lo, ma vi inserirono della sostanziali
termini neutrali: assunzione dello sti- modifiche, in quanto la loro sensibilità
le dei grandi artisti del rinascimento, era diversa. Possiamo comprenderlo
Leonardo, Raffaello e Michelangelo. dalle opere di Portelli, che vengono
Ma nel Seicento fu trasformato in una esposte nella mostra pressoché nella
definizione dispregiativa: pittura priva loro totalità, circa 50. Certo, non si
tratta di un genio della pittura, ma di
di originalità, stanca e accademica.
Si dovette attendere il Novecento un accorto artigiano, che fu in rapporper capire che non era così e che i ma- to con tutti i pittori fiorentini del Cinnieristi costituiscono un passaggio, di quecento, da lui capiti e assorbiti con
alto valore estetico, tra rinascimento acuta sensibilità. Un pittore, dentro
DI
C
l’armonicissimo spazio rinascimentale cede alla preferenza
manierista per il superaffollamento e le composizioni paiono
sproporzionate nella verticalizzazione, come sarà soprattutto
in Greco e Parmigianino.
Nella pala le due donne
della storia della salvezza, Eva
la tentatrice e Maria la corredentrice, vengono dipinte l’una
sopra l’altra: in alto la Vergine
vestita di rosso intenso, devota
tra le braccia del Padre, sotto
in primo piano Eva completamente nuda, appena coperta da
un velo con ciuffi di pelli, che
lasciano trasparire un corpo
ferino, provocante e seduttore. Il contrasto tra la Donna
del Peccato e la Donna della
Redenzione esprime il tormentato dualismo insoluto di quel
secolo. Ma mentre la Vergine è
immobile e idealizzata, Eva è
carnale e terrena, il suo corpo si
snoda come in una danza sensuale e lo sguardo non è rivolto
al cielo, ma alla terra.
Era troppo per l’Inquisizione. Che sorvegliava tutte le
opere d’arte esposte al pubblico.
Nel 1573, a Venezia, il VeroneAllegoria dell’Immacolata Concezione,
se ebbe i suoi guai con «L’ultiCarlo Portelli
ma cena», fatta per il refettorio
il manierismo, di secondo piano, che dei domenicani dei Santi Giovanni
spesso cade nell’eclettismo, ma non di e Paolo, carica di personaggi buffi e
rado anche originale e bizzarro nelle animali inadatti per una scena evansue composizioni, pulito nella pennel- gelica. Salvò il quadro solo cambianlata e vivacissimo negli accostamenti do il titolo: «Cena in casa di Levi». Il
quadro di Portelli, del 1566, era stato
fantastici dei colori.
Com’è chiaro soprattutto nella collocato sull’altare, ma vent’anni
sua opera più rilevante: la «Allegoria dopo venne dichiarato scandaloso:
dell’Immacolata Concezione», desti- «Una femminaccia ignuda che mostra
nata alla Chiesa fiorentina di Ognis- tutte le parti di dietro». Lo nascosero
santi, che apparteneva ai francescani, in convento. Quando invece era il suo
sostenitori appunto della nascita di capolavoro.
Maria senza il peccato originale. Dove
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