Appunti di cosmologia Lorenzo galante 2010-2011 Espansione. 1929 Edwin Hubble proseguendo gli studi e le misure di Vesto Slipher1 (1917) sulla velocità di recessione delle galassie trova che esiste una relazione tra la velocità con cui le galassie si allontanano dal nostro punto di osservazione e la loro distanza da noi. Formula la ormai famosa legge di Hubble : v H d cioè la velocità di fuga delle galassie è direttamente proporzionale alla loro distanza da noi2. La legge di Hubble è una prima prova dell’esistenza di un momento passato in cui tutto l’universo era concentrato in un punto (se le galassie si allontanano, invertendo la freccia del tempo si avvicinerebbero. Quindi deve essere esistito un momento in cui tutto ciò che è nel nostro universo era molto vicino). La legge di Hubble è una prova della attuale teoria del Big Bang. Primo richiamo sulla luce. La luce è un’onda elettromagnetica che si propaga in una certa direzione a velocità enormi pari a c = 300 000 km/s (questo è vero nel vuoto, se la luce viaggia in un mezzo materiale la sua vel. cambia). Mentre si propaga l’onda oscilla con una certa lunghezza d’onda (rivedere appunti di 2a – lambda. Frequenza f, periodo T). Ogni lunghezza diversa di un’onda elettromagnetica corrisponde ad una onda elettromagetica diversa (come ogni lunghezza d’onda di un suono è unsuono diverso). La lunghezza d’onda della luce può essere misurata in nanometri (nm). Se la lunghezza d’onda è compresa tra i 700 nm e i 400 nm diciamo che l’onda elettromagnetica è visibile ed abbiamo le lunghezze d’onda della luce visibile (cioè a cui è sensibile l’occhio umano). Fu il primo a notare l’allontanamento delle galassie. La legge di Hubble vale per galassie esterne all’ammasso locale. In altri termini le galassi più vicine alla nostra sono concentrate nello spazio in un ammasso. All’interno dell’ammasso la attrazione gravitazionale tra galassi frena o addirittura inverte il moto di recessione. Potremo quindi dire che la legge di Hubble è valida su grande scala. 1 2 1 Primo richiamo sugli elettroni atomici. Gli elettroni di un atomo possono occupare solo determinati livelli energetici separati tra loro (livelli quantizzati, rivedere appunti di 2a). Un elettrone può saltare da un livello all’altro solo se assorbe l’energia di un fotone esattamente uguale a quella necessaria per passare dal livello di partenza a quello di arrivo. Detta E1 l’energia di partenza e E2 l’energia di arrivo il passaggio dal livello 1 al 2 avviene solo se l’elettrone assorbe energia esattamente uguale a E2-E1. E’ quindi necessario un fotone (che colpisca l’eletttrone) con un’energia esattamente pari a E1-E2. Essendo l’energia del fotone uguale a: E h dove è la frequenza del fotone e h è la costante di Planck pari a h = 6,6 * 10-34 Js, i fotone che può far effettuare il salto in questione deve avere precisamente una frequenza pari a : h E2 E1, ( E 2 E1) / h 2 Esercizio. Un fotone con lunghezza d’onda di 656 nm (rosso) fa saltare un elettrone dell’atomo di H dal livello 2 al livello 3. Calcolare l’energia del salto effettuato dal fotone. Esercizio. Un elettrone dell’H può essere portato dal livello più basso al livello più alto con un energia di 13.6 * 1,6*10-19 J. Calcolare la lunghezza d’onda e la frequenza di un fotone che, se assorbito dall’elettrone, potrebbe fargli fare il salto in questione. Spettri atomici. Se forniamo energia a un atomo i suoi elettroni saltano verso livelli ad energia maggiore, e poi tornano ai livelli di partenza (ad energia minore). Così facendo perdono energia (E1-E2) pari al salto energetico che compiono e la rilasciano emettendo fotoni con energia uguale a quella dell’energia che devono perdere. Nuovamente la frequenza del fotone emesso è determinata dal calcolo di prima. Ogni atomo ha livelli energetici tipici che lo distinguono da qualsiasi altro atomo. Dunque osservando i fotoni emessi da un atomo particolare osserveremo fotoni con frequenze ben precise e diverse da quelle emesse da qualsiasi altro atomo. Potremo così riconoscere l’atomo che sta emettendo. Inoltre l’atomo emetterà solo certe frequenza e non tutte quelle dello spettro così avremo uno spettro con solo certe frequenze o lunghezze d’onda. Tale spettro si dice di emissione. Vedi figura qui sotto: spettro emissione dell’H . Analogamente un atomo se investito da luce di tutte le frequenze assorbirà solo la luce corrispondente alle frequenze che permetteranno i suoi elettroni di saltare da un livello all’altro. Così facendo sottrarrà allo spettro continuo (perché contiene tutte le frequenze) solo le frequenze tipiche dei suoi salti tra i suoi livelli energetici. Originerà così uno spettro di assorbimento. Vedi figura qui sotto: 3