LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 MANAGEMENT DELLE MALATTIE RUOLO DEL MMG § *Cadelo M., °Orlando L., Orlando G. DIMENSIONE SNAMID network on line REUMATICHE: *MARCELLO CADELO - Medico Specialista Reumatologo, °LUIGI ORLANDO- Medico Specialista Nefrologo e MMG, § GIOVANNI ORLANDO - Farmacista L e malattie reumatiche costituiscono un eterogeneo gruppo di numerosi quadri clinici, accomunati dall’interessamento dell’apparato muscolo-scheletrico e dei tessuti connettivi. Esse interessano circa il 10% della popolazione generale nei paesi industrializzati e rappresentano una voce di spesa gravosa per i sistemi sanitari, soprattutto in relazione ai danni disabilitanti da esse derivanti. Il ruolo del Medico di Medicina Generale è fondamentale nella gestione del paziente affetto da malattie reumatiche; a lui spetta infatti il compito di effettuare un primo inquadramento del paziente dal punto di vista clinico, bioumorale e strumentale, formulare un orientamento diagnostico anche tramite l’esecuzione di accertamenti preliminari, e conseguentemente di individuare quali sono i pazienti che possono essere classificabili come affetti da una patologia reumatica e che necessitano quindi di essere inviati allo specialista di riferimento. La diagnosi precoce ed il conseguente invio in tempi rapidi allo specialista sono di estrema importanza poiché tutte le malattie reumatiche sono gravate da un outcome prognostico sfavorevole sia sotto il profilo della disabilità che della potenziale mortalità se non riconosciute e trattate precocemente. Alcune di esse quali vasculiti e connettiviti possono presentare manifestazioni cliniche gravi e talora potenzialmente fatali e tutte le artropatie infiammatorie presentano una prognosi a lungo temine tanto più sfavorevole in termini di disabilità quanto più tardivo è l’inizio del trattamento terapeutico. Nei pazienti con artrite reumatoide ad esempio è di primaria importanza iniziare, al più presto, il trattamento con i cosiddetti farmaci di fondo (meglio noti come DMARDs: Disease Modifiyng Anti-Rheumatic Drugs) che si sono dimostrati in grado di evitare o rallentare la progressione del danno articolare e di permettere ai pazienti di raggiungere una aspettativa d vita pari alla popolazione generale. Occorre quindi che il MMG possegga gli strumenti per un precoce e corretto inquadramento delle malattie reumatiche in fase pre-diagnostica, e per l’appropriatezza prescrittiva e terapeutica, al fine di garantire la migliore efficacia clinico-assistenziale e, possibilmente, il contenimento della spesa farmaceutica. Il MMG avrà inoltre il compito di sorvegliare l’evoluzione della malattia ed i potenziali effetti tossici della terapia, collaborando in stretta integrazione con lo specialista, nel rispetto dei reciproci ruoli. Nel contesto delle patologie sistemiche di pertinenza reumatologica che possono presentarsi alla osservazione del Medico di Medicina Generale è possibile effettuare,per semplicità, una schematica suddivisione in tre grandi gruppi: • • • il gruppo delle Artropatie infiammatorie comprendente l’ Artrite reumatoide, l’Artrite psoriasica e la Spondilite anchilosante il gruppo delle Connettiviti comprendente il Lupus Eritematoso Sistemico, La Sclerosi sistemica progressiva, la Polimiosite/ Dermatomiosite, la Connettivite mista, la Sindrome di Sjogren e le forme cosiddette overlap Il gruppo delle Vasculiti sistemiche incluse le Vasculiti ANCA associate Per quanto riguarda le malattie appartenenti al primo gruppo, l’Artrite Reumatoide è senz’altro la più importante dal punto di vista nosografico sia per la prevalenza ,sia per i costi sociali in termini di spesa sanitaria e disabilità a lungo termine. L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria cronica sistemica di eziologia sconosciuta, a patogenesi autoimmune, caratterizzata da una sinovite cronica erosiva a carico delle piccole e delle grandi articolazioni, spesso associata con la positività del fattore reumatoide (FR) e talora a manifestazioni extrarticolari L’AR presenta un’espressività clinica polimorfa, in rapporto alla topografia, al grado d’evoluzione dell’impegno articolare ed alla possibile presenza di manifestazioni extra-articolari. Questo quadro clinico è spesso aggravato da astenia, depressione e deterioramento della sfera psicologica e delle relazioni sociali. La prevalenza della malattia in Italia è nell’ordine dello 0,33-0,46% con netta predilezione per il sesso femminile (rapporto uomini: donne di 1:3). Tale tasso di prevalenza è del tutto simile a quello rilevato in altre regioni Europee (0,54-0,8%) La diagnosi di Artrite Reumatoide è clinica. Lo scorso Settembre sono stati pubblicati i nuovi criteri classificativi 2010 ACR/EULAR, un sistema a punteggi il cui criterio di accesso è costituito dalla presenza di hanno almeno una articolazione con sinovite clinica sicura (tumefazione) che non sia spiegata da un'altra patologia, e i cui elementi di score sono il numero e la tipologia di articolazioni coinvolte, la presenza di PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 markers sierologici (Reumatest ed anticorpi anti CCP), di indici di fase acuta e la durata della artrite La creazione di questo nuovo set di criteri è stata dettata da due principali motivi: in primo luogo dalla chiara evidenza dell’insufficiente accuratezza diagnostica dei criteri ACR 1987 nel discriminare pazienti con AR nelle fasi precoci di malattia-nei criteri per la diagnosi erano infatti incluse anche manifestazioni tardive di malattia quali i noduli reumatoidi e la presenza di erosioni documentate radiologicamente;in secondo luogo dalla documentata necessità di una terapia precoce con (DMARDs) anche in forme di artrite indifferenziata per prevenire l’evoluzione della malattia. Lo scopo della terapia è di controllare il dolore, di arrestare il danno anatomico, prevenire le complicanze articolari ed extrarticolari ed ottenere un recupero funzionale. Il trattamento “sintomatico” si basa sull’impiego isolato o combinato degli antalgici puri (paracetamolo, tramadolo) e degli antiinfiammatori non steroidei (FANS) e steroidei.. I FANS offrono prevalentemente un effetto sintomatico, ma hanno ben poca efficacia sulla progressione delle lesioni ossee e cartilaginee. I glucocorticoidi sono somministrati nel 60-70% dei pazienti con artrite reumatoide, in aggiunta alla terapia basale, ma anche l’efficacia di tali farmaci nel modificare la progressione radiologica della malattia è limitata e comunque l’elevato numero di effetti collaterali ne limita l’utilizzo in cronico. Il trattamento “di fondo” dell’AR ha come finalità principale quella di indurre la remissione della flogosi e di arrestare l’evoluzione del danno anatomico. I farmaci utilizzati a tale scopo sono i cosiddetti Disease Modifying Anti- Rheumatic Drug (DMARD) e comprendono un’ampia ed eterogenea gamma di molecole (idrossiclorochina, sulfasalazina, methotrexate, Leflunomide, ciclosporina A). Negli ultimi anni, alle terapie tradizionali, si è affiancata una nuova classe di farmaci, i cosiddetti “biologici”, che agendo su specifici “target” molecolari e/o cellulari, interferiscono con i meccanismi patogenetici della malattia. Il metotrexato(MTX) è un antimetabolita antagonista strutturalmente completo dell'acido folico, che agisce inibendo la diidrofolato reduttasi(DHFR)umana, enzima che interviene nella sintesi di macromolecole essenziali alla vita cellulare, quali DNA e RNA. Il metotrexato,ancor oggi farmaco di prima scelta nell'artrite reumatoide, può essere somministrato per via orale o parenterale con un dosaggio compreso tra 10 e 25 mg alla settimana, diminuendo così la frequenza di comparsa di nuove erosioni osteoarticolari. E’ efficace nell'artrite cronica giovanile ed ha indicazione anche nella psoriasi, nella artrite psoriasica e nella spondilite anchilosante. Nausea e DIMENSIONE SNAMID network on line ulcere mucose sono gli effetti collaterali più comuni che il paziente può riferire al MMG. Si può anche avere epatotossicità dose-dipendente sotto forma di ipertransaminasemia; in questo caso la sospensione del farmaco ed un consulto con lo specialista sarà indicato se i livelli di AST/ALT superano di tre volte i valori normali. La frequenza di effetti collaterali gastrointestinali ed alterazioni delle prove di funzionalità epatica può comunque essere diminuita somministrando acido folico 24 ore dopo ciascuna dose settimanale di metotrexato. Il metotrexato ha interazioni con numerose classi di farmaci di uso comune. Antibiotici , FANS, antiacidi,diuretici ed antiipertensivi possono comunque essere concomitantemente somministrati senza particolari problemi. La leflunomide(LEF) è un inibitore della sintesi de novo dei nucleotidi pirimidinici e pertanto inibisce la proliferazione dei linfociti T e la produzione di autoanticorpi dai linfociti B.Anche essa ha una indicazione precisa nella artrite Reumatoide ed è efficace anche nella artrtite psoriasica e nelle forme periferiche di SA. Al momento il suo uso è comunque approvato solo per il trattamento degli adulti con artrite reumatoide previa formulazione di piano terapeutico. Effetti sfavorevoli sono diarrea o una condizione di tipo dissenterico che si presenta nel 25% dei pazienti trattati, aumento degli enzimi epatici,alterazioni dell’emocromo. In caso di comparsa di tali effetti è sempre opportuno che il MMG consulti il Reumatologo per una eventuale modifica terapeutica. La ciclosporina A(CsA), primo immunosoppressore Tselettivo, è un antibiotico lipofilico a struttura peptidica ciclica di 11 aminoacidi, prodotto come metabolita dal fungo Beauveria nivea. E' stata usata nell'artrite reumatoide in associazione con il methotrexate ma oggi, con l’avvento delle nuove terapie con farmaci biologici, ha perso molta della sua importanza rimanendo il suo utilizzo confinato ad alcune forme di artropatia psoriasica nella quale è particolarmente efficace per la clearance delle lesioni cutanee. La sulfasalazina o salazopirina(SZP) è un'associazione tra mesalazina(acido 5-amminosalicilico, 5-ASA) e sulfapiridina coniugate per mezzo di un legame diazo.E’ utilizzata nella Artrite Reumatoide, nella Artrite Psoriasica e nelle forme di Spondilite Anchilosante in cui vi è un coinvolgimento entesoartritico periferico. Viene somministrata al dosaggio di 2 gr/die da raggiungere gradualmente con un incremento di 500 mg/settimana. I principali effetti collaterali sono quelli di tipo gastrointestinale, la leucopenia o l’incremento delle transaminasi. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 Nel caso di mancata o incompleta risposta alla terapia, o nelle forme con elevati indici predittivi di aggressività è possibile impiegare i farmaci cosiddetti biologici, tra cui è possibile citare Adalimumab, Etanercept, Infliximab, Rituximab, Tocilizumab e Abatacept. Questi farmaci rappresentano la grande novità terapeutica degli ultimi anni e derivano dalla sintesi in laboratorio (e produzione su vasta scala) di anticorpi e recettori in grado di mimare la normale funzione delle proteine naturali anti-infiammatorie e, per questo motivo, sono stati definiti farmaci biologici. L’artrite psoriasica è una artropatia infiammatoria cronica associata alla psoriasi, ed è racchiusa nel gruppo delle Spondiloartriti sieronegative, un gruppo di malattie infiammatorie croniche sistemiche caratterizzate da interessamento dello scheletro assile (colonna ed articolazioni sacro-iliache) ed infiammazione dei punti di inserzione di tendini, legamenti e capsule articolari (entesi) e talora anche da artrite periferica con carattere asimmetrico, dalla predisposizione familiare, dalla associazione con l’antigene di istocompatibilità HLA B27, dalla negatività del fattore reumatoide e segni extra articolari. Si tratta di una malattia eterogenea, che presenta un ampio spettro di manifestazioni articolari e periarticolari in grado di evolvere nel tempo. Si manifestazione frequentemente con un quadro clinico tipico delle spondiloartropatie mentre in alcuni casi assume le caratteristiche dell’artrite reumatoide; meno frequentemente presenta gli aspetti tipici dell’artrite mutilante. La terapia dell’artrite psoriasica è stata in parte mutuata dall’esperienza clinica relativa all’artrite reumatoide con pochi studi clinici di tipo randomizzato controllato. Peraltro alcune incertezze sull’inquadramento nosografico hanno condizionato l’utilizzo di linee guide ampiamente riconosciute per l’approccio terapeutico di questa patologia. Una revisione dei dati di letteratura indica tuttavia che il MTX la SSZ e la CSA sono i farmaci di fondo più comunemente utilizzati. Essi hanno dimostrato una buona efficacia sulle manifestazioni periferiche e cutanee della malattia ma non sembrano agire in maniera significativa sulla componente assiale della malattia. Per questo, per la prevalenza delle forme erosive e per l’ampliarsi delle conoscenze sul ruolo centrale delle Citochine e del TNF alpha nella patogenesi della psoriasi e dell’artrite psoriasica, recentemente sono stati utilizzati i farmaci anti TNF alpha.) La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica a eziologia sconosciuta che colpisce prevalentemente lo scheletro assiale (articolazioni sacro-iliache e colonna vertebrale) ma DIMENSIONE SNAMID network on line che può coinvolgere anche le articolazioni e le entesi periferiche ed è considerata la forma più tipica delle spondiloartriti sieronegative. Nel corso degli anni sono stati proposti una serie di criteri classificativi per la SA. Attualmente, quelli più utilizzati sono i criteri di New York modificati. Il tipico sintomo di presentazione è rappresentato da una lombalgia cronica e/o da un dolore gluteo (“sciatica mozza”) di tipo infiammatorio. Il dolore è tipicamente a esordio insidioso, profondo e mal definito, prevalentemente localizzato nella regione delle sacroiliache. Di fronte ad un paziente con una probabile artropatia infiammatoria,sia che possa trattarsi di AR sia di una forma di Spondiloartrite sieronegativa, compito del MMG è inizialmente quello di identificare se il paziente può rientrare in una delle categorie discusse precedentemente ed effettuare delle indagini di primo livello. Caratteristiche delle Spondiloartriti Pattern tipico dell’artrite periferica Tendenza alla sacroileite Assenza del Fattore reumatoide Assenza di noduli o di altre caratteristiche extrarticolari dell’AR Dattilite Presenza di manifestazioni extrarticolari tipiche del gruppo (es. uveite anteriore, insufficienza aortica ecc.) Aggregazione familiare Associazione con HLA-B27 Fig.1 Caratteristiche delle Spondiloartriti sieronegative Dal punto di vista clinico il primo passo è naturalmente quello di obbiettivare l’artrite, definita come presenza di almeno un articolazione dolente e tumefatta. Molti pazienti, a seconda del tipo di patologia, possono presentarsi, soprattutto se in face precoce, esclusivamente con dolori alle articolazioni. Molto importante,in questo caso, è discriminare se la sintomatologia ha carattere infiammatorio o meccanico. Il dolore infiammatorio è infatti tipico di patologie quali l’artrite reumatoide, la psoriasica e la spondilite anchilosante,mentre il dolore meccanico è prevalentemente appannaggio delle patologie degenerative di tipo artrosico. Il dolore infiammatorio si accompagna tipicamente a rigidità ed astenia, peggiora a riposo e migliora con il movimento, ha generalmente una buona risposta ai corticosteroidi e talora si accompagna a sintomi sistemici. Il dolore meccanico è invece peggiorato dal movimento e dalla attività fisica, non si accompagna a sintomi sistemici e PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 migliora con il riposo. Un esempio tipico può essere a rachialgia lombare che è, un sintomo molto comune, presente fino all’80% della popolazione generale. La lombalgia infiammatoria della SA va differenziata da quella non infiammatoria o meccanica. Altri elementi clinico anamnestici che potranno essere di ausilio al MMG nell’inquadrare il paziente come potenzialmente affetto da una artropatia infiammatoria sono la conoscenza di quali articolazioni sono coinvolte e come, se vi sono stati eventuali fattori precipitanti, quali risposte alle terapie eventualmente praticate,se il coinvolgimento articolare è stato episodico, addizionale, mono o poliarticolare e/o simmetrico, se vi sono o meno sintomi costituzionali. In ultimo il MMG dovrà valutare se vi è coinvolgimento dei vari organi e sistemi (dalla cute agli organi interni). Una volta stabilita la presenza di una artrite o comunque di un dolore infiammatorio cronico potrà essere utile una valutazione di alcuni semplici dati di laboratorio, in particolare in questo caso gli indici di flogosi, il Reumatest ed un semplice esame emocromocitometrico, demandando eventuali esami di secondo livello al consulto con lo Specialista Reumatologo. E’ quindi possibile stilare alcune “regole auree” che possono guidare la valutazione iniziale da parte del MMG nei confronti di un paziente con una sospetta malattia infiammatoria articolare: • • • • • • • Una buona storia ed un buon esame fisico Non richiedere test di laboratorio senza saperne il perché o senza saper cosa fare dopo avere ottenuto un risultato patologico La gotta usualmente non si presenta in donne in epoca pre-menopausa e non coinvolge il rachide Pazienti con osteoartrosi in sedi non coinvolte usualmente nella forma primaria (MF, polsi, gomiti, spalla, anca) devono essere valutati per una forma secondaria (es, malattie metaboliche) Tutti i pazienti con positività per FR non necessariamente hanno una AR ( così come quelli con ANA non avranno necessariamente una connettivite) Ricercare la possibilità di infezione in pazienti con malattia reumatologica sistemica che presentano febbre e segni di malattia multiorgano In molti pazienti con malattia della spalla o lombalgia infiammatoria non vi è indicazione chirurgica perché vi è una patologia infiammatoria alla base. DIMENSIONE SNAMID network on line Per quanto riguarda il gruppo delle Connettiviti occorre dire che con tale termine si intende un gruppo eterogeneo di patologie infiammatorie autoimmuni sistemiche caratterizzate da una anomala attività del sistema immunitario che conduce a delle alterazioni ai tessuti connettivi di vari organi ed apparati. Tali malattie includono il LES, la Sclerosi Sistemica Progressiva, la Sindrome di Sjögren la , Dermatomiosite /Polimiosite, e la Connettivite mista. Tali malattie sono caratterizzate dalla presenza in circolo di variati autoanticorpi che oltre a prendere parte,in alcuni casi, al meccanismo patogenetico, rappresentano in molte occasioni un vero e proprio marker diagnostico di malattia. Le manifestazioni cliniche possono essere costituzionali o rappresentare il risultato di reazioni flogistiche in vari sistemi e/o organi come la cute, le mucose, i reni, l'encefalo, le sierose, i polmoni, il cuore e l'apparato gastroenterico. Il Lupus eritematoso sistemico è una malattia infiammatoria cronica sistemica ad eziologia sconosciuta caratterizzata da un estremo polimorfismo clinico e dalla presenza di differenti autoanticorpi, alcuni dei quali causano danno citotossico, mentre altri partecipano alla formazione di immunocomplessi. Nel LES vari organi e/o sistemi possono essere coinvolti singolarmente o in combinazione, il coinvolgimento degli organi vitali, particolarmente dei reni e del SNC è responsabile della morbilità e mortalità del LES che conseguono al danno tessutale provocato dalla malattia ed in parte alla terapia instaurata. È una malattia diffusa in tutto il mondo. Il 90% dei casi sono donne, di solito in età fertile. La malattia non risparmia però bambini, uomini e persone anziane. Negli USA è più frequente in soggetti di razza nera, nei quali sembra svilupparsi in età più precoce e con una maggiore prevalenza di autoanticorpi anti-Sm ed anti-RNP. Inoltre nei pazienti di razza nera con LES si evidenzia una più elevata prevalenza e severità della glomerulonefrite o della insufficienza renale. La diagnosi di LES rimane finora principalmente clinica, strettamente legata alla anamnesi ed alla storia di una malattia multisistemica con qualche dato di conferma evidenziato dal laboratorio. L'ARA (American Rheumatism Association; oggi American College of Rheumatology) ha pubblicato i criteri diagnostici per il LES. Sulla base di tali criteri è possibile formulare la diagnosi di LES quando sono presenti almeno 4 criteri, anche non contemporanei. Occorre precisare che tali criteri hanno una sensibilità del 97%. Quando la malattia è in fase iniziale e confinata a pochi apparati o sistemi la diagnosi è tuttavia molto difficile. La Sclerosi sistemica (SS) e una malattia cronica, multisistemica, ad eziologia sconosciuta, caratterizzata PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 da fibrosi idiopatica della cute, dei vasi sanguigni e di organi quali il cuore, polmone, reni, articolazioni, muscoli e tratto gastrointestinale. La malattia e diffusa in tutto il mondo e può colpire tutte le razze e presentarsi in qualunque età anche se raramente si manifesta nei bambini e nei giovani. L'età più colpita e tra i 30 e i 50 anni. Le donne sono più colpite degli uomini. L'incidenza annuale e stimata a circa 20 nuovi casi per milione di abitanti. La prevalenza è compresa tra 20 e 75 casi ogni 100 000 soggetti. Il 95% dei pazienti presenta fenomeno di Raynaud, che consiste in una vascostrizione episodica delle piccole arterie e arteriole delle dita delle mani o dei piedi e, talvolta, della punta del naso e dei padiglioni auricolari scatenato dalle basse temperature e dalle forti emozioni. I pazienti riferiscono pallore e/o cianosi locale seguita da arrossamento nella fase di rivascolarizzazione. Il pallore e la cianosi si associano a infreddamento e intorpidimento delle dita delle mani e dei piedi, mentre l'arrossamento e accompagnato da dolore e parestesie. La fibrosi cutanea interessa la maggior parte dei pazienti con SS . Possono insorgere ulcerazione sulla punta delle dita e su tutte le prominenze ossee. Le infezioni sovrapposte alle lesioni ulcerose possono essere responsabili di lesioni necrotiche che, insieme al riassorbimento osseo, inducono deformità e dissoluzioni delle falangi terminali. In alcuni pazienti si formano depositi di calcio (calcinosi). La facies diventa amimica con naso affilato, labbra sottili e perdita delle rughe (facies sclerodermica). Sintomi gastrointestinali sono tutti dovuti a disfunzione ed alterata motilità della muscolatura liscia per fibrosi o atrofia muscolare. I pazienti lamentano disfagia, inizialmente solo per solidi e successivamente anche per i liquidi, sintomi da reflusso, e disturbi dispeptici o alterazioni dell’alvo. Una sindrome da malassorbimento con calo ponderale e anemia può essere presente e secondaria ad eccessiva crescita batterica in un intestino atonico. L'ipomobilità esofagea può essere studiata mediante l'uso di tecniche diagnostiche quali la manometria e la videofluorangiografia esofagea. Altro sintomo molto comune nelle pazienti affette da Sclerosi sistemica è la dispnea da sforzo, spesso accompagnata da tosse secca. Tale sintomatologia e spesso correlata alla presenza di fibrosi polmonare e ad un deficit di tipo restrittivo evidenziabile con le prove di funzionalità respiratoria; queste ultime, in caso di fibrosi polmonare, mostrano anche una ridotta diffusione al monossido di carbonio (DLCO) che è spesso predittiva di elevato rischio di mortalità. L'interessamento precoce dell'interstizio polmonare può essere dimostrato con la tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) e dal lavaggio broncoalveolare (BAL). Una alveolite DIMENSIONE SNAMID network on line infiammatoria in fase attiva determina un quadro a "vetro smerigliato" alla HRCT. Altre caratteristiche cliniche sono rappresentate dal coinvolgimento cardiaco e da quello renale. La sindrome di Sjögren (SS) e una malattia infiammatoria cronica a patogenesi autoimmune caratterizzata da manifestazioni oculari (quali la cheratocongiuntivite secca) e manifestazioni orali (quali la xerostomia), nonché numerose altre manifestazioni extraghiandolari. La malattia si presenta,oltre che con la tumefazione parotidea associata a xerostomia e cheratocongiuntivite secca,anche con sintomi sistemici quali artrite,vasculite neuropatia e pneumopatia. La diagnosi si basa sulla associazione di dati clinici (xerotomia/xeroftalmia),strumentali, sierologici (autoanticorpi ANA/SSA/SSB) ed istopatologici su biopsia delle ghiandole salivari minori. La polimiosite/dermatomiosite è una malattia a genesi autoimmune che determina infiammazione cronica dei muscoli striati e talora della cute. E’ caratterizzata altresì dal coinvolgimento di altri organi quali articolazioni,polmoni, cuore ed apparato gastroenterico e dalla associazione con anticorpi specifici quali anti J01 ed anti Mi2.La diagnosi si basa su criteri clinici laboratoristici (elevati livelli di enzimi muscolari,autoanticorpi specifici),elettromiografici e istopatologici si biopsia muscolare. La connettivite mista è una sindrome caratterizzata dall’associazione di manifestazioni cliniche simili a quelle che si riscontrano nel LES, nella sclerodermia, nella polimiosite e nella artrite reumatoide e dalla positività ad alto titolo per anticorpi anti ribonucleoproteine (RNP). Le manifestazioni cliniche caratteristiche comprendono il fenomeno di raynaud, le poliartriti, la sclerodattilia. Le disfunzioni esofagee e polmonari ed una miopatia infiammatoria.Altre manifestazioni meno frequenti sono la febbre, la linfoadenomegalia,turbe neurologiche,sindrome secca ed epatosplenomegalia. La diagnosi si basa sull’associazione caratteristica di segni clinici comuni ale malattie autoimmuni citate prima ed alla dimostrazione di anticorpi anti RNP a titolo elevato. Come è possibile evincere da quanto esposto le Connettiviti rappresentano un gruppo di patologie con notevole carattere di evolutività, che possono, se non trattate, determinare un danno d’organo anche severo. In alcuni casi è possibile un coinvolgimento multisistemico ad esito talora anche fatale. Compito del MMG è quindi la identificazione precoce di un paziente potenzialmente affetto da malattia del connettivo, valutare se già presente danno di uno o PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 più organi ed inviarlo al più presto possibile allo specialista di riferimento. Tra gli elementi clinici precoci ed abbastanza tipici delle connettiviti che possono indirizzare il MMG verso una corretta formulazione diagnostica troviamo il fenomeno di Raynaud-quasi sempre presente nella sclerosi sistemica e nella connettivite mista- le artralgie o la artrite e talora le manifestazioni cutanee. In presenza di tali elementi, in particolare del fenomeno di Raynaud, è necessario eseguire quanto meno una determinazione degli anticorpi anti nucleo che sono il marker sierologico tipico delle malattie del connettivo, ed una valutazione ematochimica di base che deve includere l’emocromo, la funzione epatica e renale,l’esame delle urine,gli indici di flogosi ed i valori del C3 e del C4. Più difficoltoso può risultare l’inquadramento di quei pazienti che si presentano solo con le artralgie; in tale caso occorrerà valutare bene quali sono le articolazioni coinvolte, se queste hanno mai presentato tumefazione, e se vi sono segni laboratoristici che possano fare ipotizzare dei fenomeni flogistici o un danno d’organo o altre alterazioni quali ad esempio quelle dell’emocromo,che possono fare ipotizzare una patologia del connettivo. Occorre inoltre che il MMG sia pronto a riconoscere segni clinici o laboratoristici di recidiva in pazienti stabilmente in remissione durante il follow up. Un esempio possono essere i pazienti affetti da LES in remissione che presentano improvvisamente la comparsa di proteinuria,indice di coinvolgimento renale, o la comparsa di dispnea in soggetti affetti da sclerodermia indice di comparsa di ipertensione polmonare. Tali evidenze devono indurre il Curante a chiedere immediatamente un consulto con lo Specialista Reumatologo allo scopo di pianificare al più presto possibile una strategia diagnostica e terapeutica condivisa. La terapia delle Connettiviti si basa essenzialmente sull’utilizzo dei farmaci immunosoppressori che trovano indicazione soprattutto in quei casi in ci vi è evidenza di un danno d’organo in evoluzione. Tra questi la ciclofosfamide rappresenta ancora il farmaco di riferimento per il trattamento di queste forme nella terapia di induzione di remissione. Il meccanismo d'azione prevede la formazione del suo metabolita attivo la fosforamide mostarda che provoca cross-linking del DNA e previene la duplicazione cellulare. Inibisce del 30-40% l'attività dei linfociti T e B. e per dosi basse è risultata molto efficace nei disordini autoimmuni, quali ad esempio la nefrite lupica, nelle quali puo’ essere utilizzata per os, ovvero tramite boli endovenosi con frequenza mensile o trisettimanale. La tossicità della ciclofosfamide comprende la comparsa, dose-dipendente, di rilevante infertilità sia nell'uomo che nella donna, mielosoppressione, DIMENSIONE SNAMID network on line alopecia, cistite emorragica , e, raramente carcinoma vescicale. Presenta interazioni con vari farmaci ma quelli di uso più comune possono in genere essere concomitantemente somministrati con relativa tranquillità. L'azatioprina(AZA) è un antimetabolita purinico è un derivato imidazolico della 6-mercaptopurina che inibisce la sintesi purifica. E’ utilizzato in tutte le forme di connettiviti per il trattamento di manifestazioni renali, ematologiche, cutanee ecc… Il principale effetto collaterale è la soppressione del midollo osseo, altri effetti collaterali importanti comprendono suscettibilità alle infezioni, tossicità gastrointestinale aumentato rischio di neoplasia. Numerose sono le altre interazioni con farmaci di uso comune, per esempio si ha aumento del rischio di leucopenia di tossicità ematologica con captopril; aminosalicilati,sulfametoxazolo, sulfametoxazolo + trimetoprim e trimetoprim. Da evitare la associazioni con allopurinolo. Il micofenelato mofetile(MMF) è un altro farmaco che trova attualmente alcune importanti indicazioni nella terapia delle malattie autoimmuni. , ed è un inibitore selettivo non competitivo e reversibile dell'inosina monofosfato deidrogenasi(IMPDH) un enzima importante nella via sintetica de novo dei guanin nucleosidi. I linfociti B e T dipendono molto da questa via per la proliferazione cellulare e sono così un target relativamente selettivo del farmaco. La malattia autoimmune per la quale è più frequentemente utilizzato è il LES ma oggi trova indicazione anche nelle vasculiti sistemiche. I più importanti effetti collaterali sono le turbe gastroenteriche e la epatotossicità. In genere è sufficiente una riduzione del dosaggio per ottenere una remissione degli effetti indesiderati. Per quanto attiene al gruppo delle Vasculiti queste sono un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate sul piano istopatologico dalla presenza di fenomeni flogistici e necrotici a carico della parete dei vasi sanguigni, cui consegue ischemia dei tessuti interessati dal processo patologico. Nella maggior parte dei casi l'eziologia delle vasculiti è sconosciuta, mentre numerosi dati suggeriscono una possibile patogenesi immunologica. Qualsiasi tipo di vaso (arterie, arteriole, venule e vene) e qualsiasi sede anatomica possono essere interessati; ciò spiega l'elevata eterogeneità sul piano anatomo-clinico delle vasculiti e rende arduo qualsiasi tentativo di inquadramento nosologico delle stesse. Le forme più comuni di vasculite coinvolgono i piccoli vasi, principalmente i capillari e le venule postcapillari. Molte vasculiti dei piccoli vasi sono secondarie a reazioni a farmaci, infezioni e meno frequentemente a malattie del connettivo e neoplasie. Il coinvolgimento cutaneo è tipico di molte vasculiti dei piccoli vasi. La più comune lesione cutanea PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 osservabile è la porpora palpabile. Spesso è asintomatica, ma potrebbe indurre prurito, bruciore o dolore. Il coinvolgimento degli altri organi nelle vasculiti dei piccoli vasi è pure comune, e dipende dalla particolare sindrome vasculitica presa in considerazione. Sintomi e segni costituzionali come febbre, mialgie, artralgie e malessere accompagnano spesso le vasculiti dei piccoli vasi. Parecchi pazienti descrivono una sindrome simil-influenzale nelle fasi di esordio. Le artralgie sono migranti e coinvolgono sia le piccole sia le grandi articolazioni, con evidenza di sinovite nel 1020% dei pazienti. Il coinvolgimento dei piccoli vasi della cute, del tratto respiratorio, del rene, dell'intestino e dei nervi periferici è comune ma varia in relazione al tipo di vasculite presente. Per esempio la Granulomatosi di Wegener e la poliangite microscopica sono associate alla comparsa di sintomi legati a coinvolgimento dei piccoli vasi polmonari e renali, mentre nella vasculite da crioglobuline e nella porpora di Henoch-Schönlein vi è un più frequente interessamento gastroenterico e cutaneo. La più comune manifestazione neurologica delle vasculiti dei piccoli vasi è la mononeurite multipla che e' indotta da vasculite delle piccole arterie epineurali e delle arteriole. Sono coinvolte sia le fibre motorie che sensoriali. Più raro è il coinvolgimento dei piccoli vasi meningei. La flogosi necrotizzante delle piccole arterie, arteriole e venule dei muscoli scheletrici comporta dolore ed elevazione degli enzimi muscolari nel sangue. Il coinvolgimento dei vasi enterici è responsabile di dolore addominale e di sanguinamento occulto. Intussuscezione e perforazione sono complicanze piuttosto rare. Il coinvolgimento dell'apparato respiratorio e delle prime vie aeree è frequente nelle vasculiti ANCA-associate e nelle sindrome di Goodpasture ma è raro nelle vasculiti da immunocomplessi come la porpora di HenochSchönlein e la vasculite da crioglobuline. Le manifestazione polmonari variano da semplici infiltrati pauci-sintomatici a forme severe di emorragia polmonare. La flogosi granulomatosa polmonare della malattia di Wegener e della sindrome di Churg-Strauss può causare formazioni nodulari occasionalmente cavitate. Le lesioni infiammatorie acute e necrotizzanti del polmone spesso evolvono in lesioni sclerotiche aspecifiche, come la fibrosi interstiziale la fibrosi intralveolare e la bronchiolite obliterante . L'identificazione del coinvolgimento di organi interni è di estrema importanza nella diagnosi delle vasculiti e soprattutto nell'approccio terapeutico delle stesse. Le forme puramente cutanee sono spesso autolimitanti e quando croniche refrattarie alla terapia. Le forme puramente cutanee inoltre hanno di solito una buona prognosi in quanto non coinvolgono organi di vitale importanza (reni, polmoni, cuore). E' di estrema importanza quindi valutare il coinvolgimento d'organo DIMENSIONE SNAMID network on line nelle sindromi vasculitiche, in quanto solo in tale maniera si possono differenziare le forme prognosticamente favorevoli da quelle che richiedono una terapia aggressiva e che presentano una prognosi severa. Un gruppo a parte costituiscono ormai la vasculiti ANCA-associate, caratterizzate da un punto di vista diagnostico-patogenetico dalla presenza degli ANCA e dal fatto che oltre a coinvolgere i vasi di piccolo calibro possono coinvolgere vasi di maggiore calibro (arteriole, arterie). Queste vasculiti devono essere precocemente riconosciute in quanto si tratta di forme particolarmente severe, capaci di interessare parecchi organi interni. La maggior parte dei pazienti con sindromi vasculitiche rappresenta per il MMG un vero e proprio dilemma diagnostico in virtù della aspecificità di molti sintomi e segni, della presenza di disfunzione d’organo e dell’ampia eterogeneità di quadri clinici. Classificazione delle vasculiti Vasculiti ANCA-associate – Poliangiite microscopica – Granulomatosi di Wegener – Sindrome di Churg-Strauss – Vasculiti da farmaci ANCA-associate Vasculiti da immunocomplessi – Porpora di Henoch-Schönlein – Vasculite crioglobulinemica – Vasculite lupica – Vasculite reumatoide – Vasculite da S. di Sjögren – Vasculite orticarioide ipocomplementemica – Malattia di Behçet – Sindrome di Goodpasture – Malattia da siero – Vasculite da farmaci – Vasculite post-infettiva Vasculiti paraneoplastiche Vasculiti da malattia cronica dell’intestino Fig.2 Classificazione delle vasculiti. La diagnosi differenziale e la definizione del tipo di vasculite presente è di estrema importanza per diverse ragioni. Alcune vasculiti sono di natura benigna ed auto limitantesi; esempi sono la porpora di Henoch Schonlein che richiede di solito una terapia sintomatica e le vasculiti da ipersensibilità ad esempio da farmaci che necessitano spesso della semplice sospensione del farmaco. Mentre le vasculiti severe sono trattate con dosi elevate di steroidi in associazione ad immunosoppressori, plasmaferesi o Ig ad elevato dosaggio, alcune forme non rispondono a tale approccio e possono richiedere altre terapie. Per esempio la vasculite associata all’endocardite batterica subasta necessita ovviamente di terapia antibiotica. Riconoscere le forme più severe come ad esempio le vasculiti ANCA- associate è necessario in quanto una PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 DIMENSIONE SNAMID network on line terapia mirata può evitare o quantomeno ridurre il coinvolgimento di organi vitali (reni,polmoni) e di forme potenzialmente letali. La diagnosi di queste vasculiti è basata su una combinazione di parametri clinici, sierologici, strumentali ed istologici che esula ovviamente dai compiti del MMG. Egli deve comunque tenere presente che una anamnesi accurata ed un E.O. scrupoloso sono fondamentali per porre un sospetto corretto ed inquadrare queste patologie. Occorre tra l’altro sottolineare che proprio nelle vasculiti, a differenza di quanto spesso si crede,l’approccio clinico è di primaria importanza rispetto ai parametri sierologici.Per esempio una storia di asma allergico associato ad eosinofilia può richiamare la sindrome di Churg-Strauss, mentre una anamnesi positiva per claudicatio della mandibola o della lingua può richiamare una Arterite temporale. Una storia di aftosi urogenitale unitamente a patologia oculare può suggerire una diagnosi di Malattia di Behcet. Claudicatio mandibolare, perdita del visus, arteria temporale palpabile Assenza dei polsi radiali Mononeurite multipla Ipertensione Storia di asma ed ipereosinofilia Dolore testicolare Dolore addominale e diarrea sanguinolenta Sindrome pneumo-renale Arterite di Takayasu PAN, granulomatosi di Wegener PAN, Takayasu, Wegener, MPA Churg-Strauss PAN Henoch-Schönlein Wegener, MPA, Goodpasture Il successivo livello diagnostico, una volta posto il sospetto, che può essere concordato con lo specialista, coinvolge svariati test sierologici: autoanticorpi, crioglobuline, studio sierologico di agenti infettivi associati a vasculiti, studio del complemento e naturalmente lo studio della funzione d’organo. In linea generale il medico di base dovrà essere a conoscenza degli elementi con i quali può tipicamente presentarsi una Vasculite: Astenia Febbre Artro/mialgie Dolore addominale Ipertensione Insufficienza renale (con sedimento attivo) Danno neurologico Infine tra i test di laboratorio utili nella diagnostica delle vasculiti è possibile indicare: • Test che suggeriscono infiammazione sistemica – Emocromo (anemia da flogosi cronica; trombocitosi; WBC e neutrofilia) – VES/PCR (una VES > 100 mm ed una PCR > 10 mg/dl in assenza di infezione o di neoplasia diffusa suggeriscono una vasculite) – Albumina • Test che suggeriscono coinvolgimento d’organo – Creatinina ed esame delle urine – Enzimi epatici – CK – Sangue occulto nelle feci – Rx torace – RMN cerebrale o TC addome (se i sintomi lo suggeriscono • Test che suggeriscono formazione e/o deposito di immunocomplessi – Fattore reumatoide ed ANA (negativi nelle vasculiti primarie) – Crioglobuline – Livelli di complemento Malattia di Horton Tabella 1. Caratteristiche cliniche che suggeriscono una forma determinata di vasculite • • • • • • • Il trattamento delle Vasculiti si basa fondamentalmente sull’utilizzo delle stesse categorie di farmaci discusse precedentemente. E’ naturale che il MMG dovrà informare adeguatamente i pazienti che utilizzano immunosoppressori che devono impegnarsi scrupolosamente a seguire la terapia prescritta ed assumere i farmaci sempre alla stessa ora, che durante il trattamento con farmaci immunosoppressori le vaccinazioni potrebbero essere meno efficaci e l'utilizzo di vaccini vivi attenuati deve essere evitato, che vi è una aumentata suscettibilità alle infezioni, che l'esposizione al sole può aumentare il rischio di neoplasie maligne cutanee per esempio in trattamento con ciclosporina , che i glucocorticoidi, l'azatioprina, la ciclosporina possono consentire lo svolgimento di una normale gravidanza sebbene essi comportino dei rischi per lo sviluppo fetale, che il micofenolato, la ciclofosfamide, il metotrexato,la leflunomide comportano gravi rischi per il feto e pertanto dovrebbero essere sospesi in gravidanza o se si vuole intraprendere una gravidanza. Sarà inoltre sua cura un periodico monitoraggio ematochimico allo PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com LE MALATTIE REUMATICHE – RUOLO DEL MMG 1 febbraio 2011 DIMENSIONE SNAMID network on line scopo di sorvegliare la possibile insorgenza di tossicità farmacologica. In conclusione il ruolo del MMG si concreta innanzitutto nella precoce individuazione di quei pazienti potenzialmente a rischio per patologia reumatica e conseguentemente meritevoli di valutazione specialistica, nella loro stratificazione mediante delle semplici indagini di primo livello e nel successivo management di questi pazienti, una volta intrapreso un percorso diagnostico e successivamente terapeutico. In questa seconda fase,in particolare, occorrerà che il MMG sia in grado di individuare e gestire le più frequenti evenienze legate alla eventuale presenza di sintomi clinici residui, ed alla eventuale insorgenza di effetti collaterali dovuti alle terapie, nonché ad eventuali interazioni farmacologiche con altre terapie. Occorrerà che il MMG sia in grado di fornire al paziente risposte semplici circa quesiti inerenti eventuali farmaci associati, vaccini o terapie fisiche. Sarà altresì assolutamente indispensabile un riconoscimento precoce di tutti questi dati clinici e laboratoristici che possano essere indicativi di una eventuale recidiva di malattia che dovrà essere immediatamente posta all’attenzione dello specialista. Quindi è possibile affermare che per un ottimale management del paziente affetto da patologia reumatologica è assolutamente fondamentale una stretta integrazione tra il lavoro del Medico di Medicina Generale e quello dello Specialista del territorio o ospedaliero. Tale cooperazione ha come obbiettivo la diagnostica precoce, l’innalzamento degli standard qualitativi assistenziali ed una riduzione delle problematiche connesse alla presenza di una patologia cronica attiva anche in termini di costi derivanti dalle terapie, dalla disabilità attuale e futura, di spesa farmaceutica e dal numero di prestazioni Sanitarie erogate. 7) Current concepts in psoriatic arthritis Gladman DD,Curr Opin Rheumatology 2002 14:361-6 8) The development of Assessment of SpondyloArthritis international Society classification criteria for axial spondyloarthritis (part I): classification of paper patients by expert opinion including uncertainty appraisal. Rudwaleit M, Landewé R, van der Heijde D, Listing J, Brandt J, Braun J, Burgos-Vargas R, Collantes-Estevez E, Davis J, Dijkmans B, Dougados M, Emery P, van der Horst-Bruinsma IE, Inman R, Khan MA, Leirisalo-Repo M, van der Linden S, Maksymowych WP, Mielants H, Olivieri I, Sturrock R, de Vlam K, Sieper J. 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