Museo di Arte Sacra di Incisa in Val d`Arno

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COMUNE DI INCISA IN VAL D’ARNO
Provincia di Firenze
Piazza del Municipio, n. 5 - 50064 Incisa in Val D’Arno
UFFICIO SCUOLA - CULTURA - SPORT - SERVIZI SOCIALI
COMUNICATO STAMPA
Museo di Arte Sacra di Incisa in Val d’Arno
Il Museo di Arte Sacra di Incisa in Val d’Arno riapre le porte al pubblico.
Da sabato 26 maggio alla terza domenica di settembre sarà possibile ammirare le circa 100 opere
ospitate all’interno dell’Oratorio del Crocifisso: dalla Madonna con Bambino di Maestro di
Barberino (documentato dal 1358 al 1369) alla Pala d’Altare attribuibile alla scuola di Domenico
Ghirlandaio (fine sec. XV), passando per il Cappuccio di Piviale, new entry tra le opere del museo,
risalente alla fine XV secolo – inizi del XVI secolo.
Grazie all’iniziativa “Le Forme dell’Arte – Immagini e Saperi tra Chianti e Valdarno”,
la card di accesso al Museo di Arte Sacra permetterà di visitare le opere dell’intero Sistema
museale. Con soli 5 euro, si potranno vistare 10 musei, in un irripetibile percorso alla scoperta delle
opere minori della Toscana. Un viaggio attraverso l’arte e la storia del territorio, nei comuni di
Incisa in Val d’Arno, Rignano sull’Arno, Bagno a Ripoli, Figline Valdarno, Reggello, Impruneta,
San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti.
Il Museo di Arte Sacra rimarrà visitabile fino a settembre nei giorni di sabato, domenica e
nei giorni festivi, dalle ore 16.30 alle ore 19.30, e su prenotazione (Ufficio Cultura del Comune di
Incisa in Val d’Arno tel. 055.8333432).
Il Museo è accessibile alle persone diversamente abili ed ha un bookshop con testi e vario
materiale in vendita.
Segue una scheda sintetica delle principali opere esposte al Museo d’arte Sacra.
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Maestro di Barberino (documentato dal 1358 al 1369) – Madonna con Bambino
(Tavola lignea proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Cappiano. All’artista sono attribuiti
affreschi nella volta della cappella Maggiore in Santa Maria Novella, e in Ognissanti, a Firenze;
inoltre gli sono stati assegnati altri frammenti di affresco in San Lorenzo a Signa.)
Scuola di Domenico Ghirlandaio (fine sec. XV) – Madonna col Bambino e Santi
(Pregevole pala d’altare proveniente dalla Chiesa di S.Quirico a Montelfi, come rivela la
presenza del piccolo San Quirico accanto alla madre Santa Giulitta a lato della Madonna col
Bambino; dall’altro lato è San Bartolomeo, e in basso il ritratto del donatore. L’opera esce dalle
propaggini della bottega del Ghirlandaio, ma presenta caratteristiche particolari che l’hanno
fatta assegnare di volta in volta a “Scuola bolognese”, a Piero del Donzello, e anche alla prima
attività di Giuliano Bugiardini (Firenze 1476-1555). Non va dimenticato del resto che nel
secondo decennio del Cinquecento quest’ultimo avrebbe eseguito proprio per questa zona del
Valdarno una delle sue opere più importanti, la pala d’altare per la cappella di Santa Maria
Maddalena a Isola, oggi a New York.)
- Sebastiano Mainardi (San Giminiano1460 c.a.- Firenze 1513) – Madonna in trono col
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Bambino e i Santi Domenico, Lorenzo, Giovanni Battista e Lucia
(Tavola proveniente anch’essa dalla Chiesa di San Lorenzo a Cappiano; destinata probabilmente
all’altare principale come dimostra la presenza di San Lorenzo a destra della Vergine.
All’artista, collaboratore e cognato di Domenico Ghirlandaio, è stato assegnato il gruppo di
opere riunite dapprima sotto il nome di “Maestro del 1506”, che appartengono alla tarda attività
dell’autore. Tavole analoghe si trovano nella collezione Chiaramonte Bordonaro a Palermo e nel
museo di Indianapolis. Tipico prodotto della attivissima e diversificata bottega ghirlandaiesca,
che vedeva soprattutto negli epigoni il rifiuto di ogni sperimentalismo, la tavola con le sue linee
morbide e la sua franca partitura coloristica era indubbiamente destinata ad avere successo
presso un pubblico di gusti non aggiornati, qualificandosi come buon prodotto devozionale.)
Orazio Fidani (Firenze 1606-1656) – San Michele pesa le anime
(Tela proveniente da San Michele a Morniano di elegante manifattura. L’artista si configura
come un raffinato e robusto colorista presente con molte opere nei musei fiorentini.)
Scuola Fiorentina (fine sec. XVI – inizi sec. XVII) – Gentildonna con San Domenico
(Piccola tela reperita nella sagrestia dello stesso Oratorio del Crocifisso. Di notevole valore
storico in quanto raffigura un episodio legato alla storia di Incisa: Sono protagonisti una dama in
abiti eleganti che sembra invitare o indicare all’indirizzo di San Domenico con un confratello. A
parte il valore iconografico, sono però da apprezzare anche le sue fresche qualità narrative e una
certa eleganza di decoro, sostenuta da colori vivaci e da una piacevole composizione.)
Il Museo accoglie complessivamente circa 100 opere fra le quali compaiono anche le più
tradizionali produzioni delle manifatture toscane dei secoli XVI-XVII, reliquari in legno intagliato e
dorato dalle eleganti volute, calici incisi e punzonati con belle decorazioni simboliche, pissidi dalle
tipiche forme seicentesche, come il secchiello per l’acqua benedetta, ostensori e turiboli, carteglorie,
e perfino rosari e anellini donati come ex.-voto. Vi sono alcuni oggetti di particolare importanza,
come il grande ostensorio del Settecento proveniente da Olmeto, il turibolo datato 1692 da San
Vito a Loppiano, la Croce astile del secolo XV da Cetina, due reliquari a busto in legno
argentato e dorato, per non parlare delle ricche pianete dei secoli XVII e XVIII, dal decoro
raffinato e prezioso che costituiscono un nucleo interessante per la conoscenza dei tessuti antichi e
13 quadri votivi di varie grandezze rappresentanti soggetti alludenti al miracolo compiuto dal SS.
Crocifisso. Vi è inoltre custodito un piccolo organo positivo con sportelli del sec. XVIII.
Ultima opera inserita nel Museo è un prezioso Cappuccio di Piviale, di manifattura spagnola
risalente alla fine XV secolo – inizi del XVI secolo, che raffigura la lapidazione di Santo Stefano,
giovane diacono protomartire vissuto in Palestina nel I secolo.
L’Assessore alla Cultura
Margherita Ghiandelli
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