COMUNE DI INCISA IN VAL D’ARNO Provincia di Firenze Piazza del Municipio, n. 5 - 50064 Incisa in Val D’Arno UFFICIO SCUOLA - CULTURA - SPORT - SERVIZI SOCIALI COMUNICATO STAMPA Museo di Arte Sacra di Incisa in Val d’Arno Il Museo di Arte Sacra di Incisa in Val d’Arno (Fi) è collocato presso l’Oratorio del Crocifisso, struttura che risale alla fine del ‘300, situato nella parte vecchia del paese denominata Castello (Via Castellana). Sarà riaperto al pubblico, dopo un periodo di chiusura invernale, da sabato 15 maggio 2010, e per l’occasione alle ore 21.30 sarà eseguito un concerto di Musica jazz del gruppo Swing Trio dal titolo “Standards –classici del jazz anteguerra”. Tale iniziativa è inserita nell’evento regionale AMICO MUSEO. Il Museo di Arte Sacra aderisce all’evento “Le Forme dell’Arte – Immagini e Saperi tra Chianti e Valdarno” promosso dai Comuni afferenti ai Sistemi museali e territoriali del Chianti Fiorentino e delle Verdi Terre di Toscana (Incisa in Val d’Arno, Rignano sull’Arno, Bagno a Ripoli, Figline Valdarno, Reggello, Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti). Il Museo di Arte Sacra rimarrà visitabile fino a settembre nei giorni di sabato, domenica e nei giorni festivi, dalle ore 16.30 alle ore 19.30, e su prenotazione (Ufficio Cultura del Comune di Incisa in Val d’Arno tel. 055.8333432). - - Le opere pittoriche del Museo comprendono testimonianze di diversi autori, fra cui: Maestro di Barberino (documentato dal 1358 al 1369) – Madonna con Bambino (Tavola lignea proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Cappiano. All’artista sono attribuiti affreschi nella volta della cappella Maggiore in Santa Maria Novella, e in Ognissanti, a Firenze; inoltre gli sono stati assegnati altri frammenti di affresco in San Lorenzo a Signa.) Scuola di Domenico Ghirlandaio (fine sec. XV) – Madonna col Bambino e Santi (Pregevole pala d’altare proveniente dalla Chiesa di S.Quirico a Montelfi, come rivela la presenza del piccolo San Quirico accanto alla madre Santa Giulitta a lato della Madonna col Bambino; dall’altro lato è San Bartolomeo, e in basso il ritratto del donatore. L’opera esce dalle propaggini della bottega del Ghirlandaio, ma presenta caratteristiche particolari che l’hanno fatta assegnare di volta in volta a “Scuola bolognese”, a Piero del Donzello, e anche alla prima attività di Giuliano Bugiardini (Firenze 1476-1555). Non va dimenticato del resto che nel secondo decennio del Cinquecento quest’ultimo avrebbe eseguito proprio per questa zona del Valdarno una delle sue opere più importanti, la pala d’altare per la cappella di Santa Maria Maddalena a Isola, oggi a New York.) Sebastiano Mainardi (San Giminiano1460 c.a.- Firenze 1513) – Madonna in trono col Bambino e i Santi Domenico, Lorenzo, Giovanni Battista e Lucia (Tavola proveniente anch’essa dalla Chiesa di San Lorenzo a Cappiano; destinata probabilmente all’altare principale come dimostra la presenza di San Lorenzo a destra della Vergine. All’artista, collaboratore e cognato di Domenico Ghirlandaio, è stato assegnato il gruppo di opere riunite dapprima sotto il nome di “Maestro del 1506”, che appartengono alla tarda attività dell’autore. Tavole analoghe si trovano nella collezione Chiaramonte Bordonaro a Palermo e nel museo di Indianapolis. Tipico prodotto della attivissima e diversificata bottega ghirlandaiesca, che vedeva soprattutto negli epigoni il rifiuto di ogni sperimentalismo, la tavola con le sue linee morbide e la sua franca partitura coloristica era indubbiamente destinata ad avere successo presso un pubblico di gusti non aggiornati, qualificandosi come buon prodotto devozionale.) - Orazio Fidani (Firenze 1606-1656) – San Michele pesa le anime (Tela proveniente da San Michele a Morniano di elegante manifattura. L’artista si configura come un raffinato e robusto colorista presente con molte opere nei musei fiorentini.) - Scuola Fiorentina (fine sec. XVI – inizi sec. XVII) – Gentildonna con San Domenico (Piccola tela reperita nella sagrestia dello stesso Oratorio del Crocifisso. Di notevole valore storico in quanto raffigura un episodio legato alla storia di Incisa: Sono protagonisti una dama in abiti eleganti che sembra invitare o indicare all’indirizzo di San Domenico con un confratello. A parte il valore iconografico, sono però da apprezzare anche le sue fresche qualità narrative e una certa eleganza di decoro, sostenuta da colori vivaci e da una piacevole composizione.) - Il Museo accoglie complessivamente circa 100 opere fra le quali compaiono anche le più tradizionali produzioni delle manifatture toscane dei secoli XVI-XVII, reliquari in legno intagliato e dorato dalle eleganti volute, calici incisi e punzonati con belle decorazioni simboliche, pissidi dalle tipiche forme seicentesche, come il secchiello per l’acqua benedetta, ostensori e turiboli, carteglorie, e perfino rosari e anellini donati come ex.-voto. Vi sono alcuni oggetti di particolare importanza, come il grande ostensorio del Settecento proveniente da Olmeto, il turibolo datato 1692 da San Vito a Loppiano, la Croce astile del secolo XV da Cetina, due bei reliquari a busto in legno argentato e dorato, per non parlare delle ricche pianete dei secoli XVII e XVIII, dal decoro raffinato e prezioso che costituiscono un nucleo interessante per la conoscenza dei tessuti antichi e 13 quadri votivi di varie grandezze rappresentanti soggetti alludenti al miracolo compiuto dal SS. Crocifisso. Vi è inoltre custodito un piccolo organo positivo con sportelli del sec. XVIII. Ultima opera inserita nel Museo è un prezioso Cappuccio di Piviale, di manifattura spagnola risalente alla fine XV secolo – inizi del XVI secolo, che raffigura la lapidazione di Santo Stefano, giovane diacono protomartire vissuto in Palestina nel I secolo. Il Museo è accessibile alle persone diversamente abili ed ha un book shop con testi e vario materiale in vendita. Incisa in Val d’Arno, lì 14.05.2010 Il Responsabile Socio-Culturale Elisabetta Bargilli