1 Autismo • Difficoltà nelle relazioni sociali con i coetanei e con gli adulti • Difficoltà nello sguardo diretto e nell’attenzione congiunta • Compromissione nell’uso di comportamenti non verbali, es: pianto o riso immotivato • Difficoltà di comunicazione, ritardo o assenza di linguaggio • Difficoltà di gioco, • Iperattività o passività • Interessi particolari e attaccamento ad oggetti • Attaccamento a routine • Ipersensibilità al tatto, ai rumori • Noncuranza dei pericoli 2 1 L’ipotesi percettiva Un altro modo di “vedere”! Urville by Gilles Trehin 3 … Il mio modo di essere era completamente incomprensibile agli occhi di chi mi circondava. Toccavo continuamente ogni cosa; tastavo con le dita gli incavi delle bottiglie, i braccioli del divano e le maniglie delle porte, strofinavo il palmo della mano sui corrimano curvi. Sentivo la necessità di toccare tutte queste cose perché avevo bisogno delle loro curve e rotondità ma nessuno, intorno a me, immaginava che fosse questo tipo di bisogno a provocare in me quel comportamento. Per loro dimostravo unicamente di essere strana e a volte irritante, ma io non pensavo affatto di essere né strana né irritante. Sapevo solo che ciò che facevo era una necessità, per me, d’importanza vitale. Però, agli occhi degli altri, tutto questo non meritava alcun rispetto. (Gunilla Gerland, Una persona vera – Phoenix: Roma). 4 2 Domini che contribuiscono a formare il fenotipo comportamentale Linguistic o Sociale Comportament ale Emozionale Motorio Cognitivo Neuropsicologia dell’autismo 1. Teoria della mente; 2. Riconoscimento delle emozioni e delle espressioni facciali; 3. Teoria della coerenza centrale; 4. Funzioni di programmazione e di controllo; 5. Disturbi del linguaggio e della funzione mnesica; 6 3 1. Teoria della mente Per teoria della mente si intende la consapevolezza della propria attività pensante e della attività pensante altrui, consapevolezza da cui dipende la comprensione del comportamento umano. 7 Teoria della mente Capacità di riflettere sulle emozini , sui desideri e sulle credenze proprie e altrui e di comprendere il comportamento degli altri in rapporto non solo a quello che ciascuno di noi sente, desidera o conosce, ma in rapporto a quello che ciascuno di noi pensa che l'altro sente, desidera e conosce (Baron-Cohen, 2000) Il bambino autistico sarebbe incapace di comprendere e riflettere sugli stati mentali propri e altrui e, conseguentemente, di comprendere e prevedere il comportamento degli altri 4 Esiste una relazione causale tra il gioco di finzione e lo sviluppo della teoria della mente (A. Leslie, 1987). Il gioco di finzione sottintende un livello cognitivo elevato e si va delineando dai 2 anni in poi. 9 Al mancato sviluppo delle capacità di teoria della mente sarebbero dovuti il deficit sociale e comunicativo evidenziato nell’autismo. 10 5 Compiti di teoria della mente di primo livello. 1. Sally e Anne 2. Compito degli smarties 11 2. Riconoscimento delle emozioni e delle espressioni facciali I bambini con autismo appaiono in difficoltà già nel riconoscimento di espressioni fondamentali quali gioia, tristezza, paura e rabbia. Le difficoltà aumentano nel riconoscimento di emozioni complesse quali la sorpresa. 12 6 3. La teoria della coerenza centrale I bambini autistici presentano difficoltà nell’integrare informazioni a differenti livelli e le informazioni vengono processate in modo frammentario e con attenzione ai particolari. 13 Coerenza centrale Capacità di sistematizzare in un sistema coerente le molteplici esperienze parcellari che investono i nostri sensi, di cogliere lo stimolo nel suo cmplesso, di accedere dal particolare al generale (Frith e Happé,1994) ● ● ● ● Il bambino autistico presenta un'incapacità di cogliere lo stimolo nel suo complesso un'elaborazione segmentata dell'esperienza una difficoltà di accedere dal particolare al generale una polarizzazione su frammenti dell'esperienza 7 Alla WISC-R: “disegno con cubi” +++++ “comprensione” e “ordinamento di figure” -----(norme di buon senso e di logicità). 15 I comportamenti ripetitivi potrebbero essere interpretati come frammenti di azioni più complesse che vengono decontestualizzate e ripetute senza possibilità di inibirle. 16 8 Il deficit di coerenza centrale spiegherebbe i comportamenti ripetitivi e le isole di abilità. 17 Funzioni esecutive Si intende una serie di abilità che sono determinanti nell'organizzazione e nella pianificazione dei comportamenti per la risoluzione dei problemi: Working memory Flessibilità cognitiva Controllo inibitorio Pianificazione Molti dei comportamenti autistici sarebbero l'espressione di un deficit di tali attività 9 4. Funzioni di programmazione e di controllo I bambini autistici presentano un deficit di funzioni esecutive ossia, non sono in grado utilizzare e mantenere delle corrette procedure di problem solving per il raggiungimento di uno scopo. 19 Le funzioni esecutive riguardano: 1. Capacità di inibire una risposta o posticiparla; 2. Abilità di pianificare una sequenza di azioni; 20 10 3. Capacità di rappresentarsi un compito; 4. Selezionare le informazioni rilevanti da tenere in memoria; 5. Attenzione flessibile. 21 Comportamento ripetitivo: 1. deficit di inibizione; 2. scarsa flessibilità. 22 11 Ipotesi di malfunzionamento delle aree prefrontali • • • • • • Mancate strategia di problem-solving; Deficit nelle capacità astrattive; Stereotipie, ostinazione nella monotonia; Ristretta gamma di interessi; Attaccamento ad oggetti insoliti; Interesse per aspetti non funzionali degli oggetti (odore, tatto, etc.) 23 Teoria socio-affettiva Parte dal presupposto che l'essere umano nasce con un a predisposizione innata a interagire con l'altro. Viene definito anche “empatia non inferenziale e intersoggettività primaria” Secondo tale teoria, già nel neonato ci sarebbe una innata predilezione per gli stimoli di natura sociale (Hobson,1993) Nell'autismo ci sarebbe una innata incapacità, biologicamente determinata, di interagire emozionalmente con l'altro 12 5. Disturbi del linguaggio e della funzione mnesica Sintassi spesso conservata. Invece: 1. Ecolalia immediata e differita; 2. Deficit di comprensione (ci si affida alla sintassi anziché alla semantica); 3. Deficit di pragmatica e prosodia; 25 4. Carenza dell’uso di linguaggio socialmente utile (avvio di conversazione, turnazione, etc.); 5. Deficit nel richiedere e condividere informazioni; 6. Deficit nella memoria uditiva, buona la memoria procedurale. 26 13 6. Disturbo della eccitazione e della reattività I tracciati EEG di b. autistici evidenziano una condizione di ipereccitabilità (omeostasi inibizione-eccitazione a livello della sostanza reticolare) 27 diversi profili clinici 1. Prevalenza di ipereccitabilità; 2. Prevalenza di ritiro ed apatia, quale meccanismo di difesa ad una condizione di eccessiva stimolazione; 3. Persistenza e rapida mutabilità di entrambe le situazioni (profilo più frequente) 28 14 Teoria socio-affettiva Parte dal presupposto che l'essere umano nasce con un a predisposizione innata a interagire con l'altro. Viene definito anche “empatia non inferenziale e intersoggettività primaria” Secondo tale teoria, già nel neonato ci sarebbe una innata predilezione per gli stimoli di natura sociale (Hobson,1993) Nell'autismo ci sarebbe una innata incapacità, biologicamente determinata, di interagire emozionalmente con l'altro Anomalie Neurologiche • Anomalie Funzionali • Anomalie Anatomiche 15 Anomalie Funzionali Il Sistema Nervoso Centrale dei soggetti con DGS processa le informazioni attivando circuiti neuronali distinti rispetto a quelli impiegati da soggetti con sviluppo tipico, particolarmente per stimoli socialmente rilevanti 16 17 Double-click to add graphics Anomalie neuroanatomiche • Riduzione della circonferenza cranica alla nascita con improvviso ed eccessivo accrescimento tra i 2-3 ed i 6-14 mesi di vita • Incremento volumetrico della sostanza bianca con decremento delle strutture corticali – lobo frontale – cervelletto – strutture limbiche – amigdala – ippocampo 18 Alterazioni neuroanatomiche cerebrali microscopiche • Corteccia cerebrale – – – – riduzione densità neuronale riduzione volume microcolonne corticali Neuroni ectopici Disorganizzazione neuronale • Corteccia cerebellare – Riduzione numero cell del Purkinje – riduzione numerica cell granulari • Nuclei cerebellari – Displasia del nucleo dentato – Sostanza grigia ectopica sottocorticale – Alterazioni volumetrica delle cellule Alterazioni neuroanatomiche cerebrali microscopiche • Nucleo olivare inferiore – Alterazioni volumetriche cell – Displasia olivare • Ippocampo – Aumento densità cellulare – Riduzione volume cell – Riduzione arborizzazioni dendridiche • Amigdala – Aumento densità cellulare – Riduzione volume cell 19 Etiopatogenesi ● Fattori genetici Concordanza del 60% in gemelli monozigoti contro lo 0% in gemelli dizigoti Concordanza sale al 92% in gemelli omozigoti Se si includono i disturbi della comunicazione ed i disturbi dell'interazione sociale la concordanza sale al 92% in gemelli omozigoti e al 10% in dizigoti o fratelli Disturbo legato al cromosoma X (modello di ereditarietà) Ereditarietà di tipo multigenico Etiopatogenesi: genetica e comorbilità ● Sclerosi Tuberosa ( TSC1-9q; TSC2-16p) ● FRA-X (nucleotidi ripetuti CGG crX) ● Neurofibromatosi ● Sindrome di Prader-Willi (15q11-q13) Contiguità genica-linkage disequilibrium 20 Etipatogenesi: fattori genetici Ereditarietà di tipo multigenico ● 7q31-q33: regione legata al linguaggio frequente familiarità per disturbi del linguaggio ● 7q22-q33: gene RELN disturbi cognitivi e ritardo mentale legati ad alterazione della migrazione neuronale corticale e cerebellare ● 15q11-q13: gene subunità recettore GABAa elevata frequenza di epilessia nell'autismo ● 17q11-q12: gene 5-HTT alterazione attività dopaminergica nel lobo prefrontale e compromissione funzini esecutive DSM IV- TR: cos’è? Il DSM IV TR, manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, è un testo redatto da una commissione di esperti nominata dall’APA Associazione Americana degli Psichiatri Elenca le definizioni dei disturbi mentali che incontrano il consenso degli psichiatri e della comunità scientifica internazionale Per ogni disturbo, descrive i sintomi e le linee guida per formulare una corretta diagnosi 42 21 Disturbo autistico Disturbi Mentali Disturbi diagnosticati nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza Disturbi pervasivi dello sviluppo Disturbo autistico 43 Interazione sociale A. Marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee, e i gesti che regolano l’interazione sociale B. Incapacità di sviluppare interazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo C. Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per esempio non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti di proprio interesse) D. Mancanza di reciprocità sociale o emotiva 44 22 Comunicazione A. Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica) B. In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri C. Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico D. Mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo 45 Repertorio di interessi A. Dedizione assorbente a uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione B. Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici C. Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo) D. Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti 46 23 Autismo chi decide di cosa si tratta? L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS Attraverso l’ ICD 10 Autismo infantile 299.00 L’American Psychiatric Association APA Attraverso il DSM IV Text Revision Disturbo Autistico F84.0 47 Criteri per la diagnosi Devono essere presenti almeno 2 criteri per l’interazione sociale 1 criterio per comunicazione 1 criterio per il repertorio di interessi L’esordio deve avvenire prima dei tre anni Diagnosi differenziale 48 24 Autismo: manifestazioni e disturbi associati Ritardo Mentale Profilo di sviluppo “irregolare” Capacità verbali più deboli di quelle non verbali Possono essere presenti “isole di abilità” Il linguaggio espressivo può essere superiore alle abilità di comunicazione Sintomi “comportamentali” (aggressività, iperattività, autolesionismo…) Risposte bizzarre a stimoli sensoriali Disturbi dell’alimentazione Disturbi del sonno Anomalie dell’umore e dell’affettività Paure, fobie In adolescenza, nelle persone con buon funzionamento, può comparire la depressione 49 Autismo: condizioni mediche associate Sintomi o segni neurologici aspecifici (es: riflessi primitivi, ritardato sviluppo della dominanza di lato …) Condizione neurologica o altra condizione medica generale (es: Sindrome dell’x fragile, Sclerosi Tuberosa …) Nel 25% dei casi si sviluppano convulsioni 50 25 Autismo: caratteristiche collegate all’età Nei neonati e nella prima infanzia Difficoltà a stare in braccio Mancanza di attenzione condivisa Mancanza di contatto visivo Mancanza di sorriso e reciprocità sociale Mancanza di risposta alla voce dei genitori Apparente sordità Movimenti stereotipati o attività ripetitive Difficoltà nel gioco Difficoltà o avversione al contatto fisico o alle manifestazioni d’affetto 51 Autismo: caratteristiche collegate all’età Nei bambini in età prescolare Prendere la mano dell’adulto per ottenere oggetti Difficoltà nello sguardo diretto Nell’adolescenza Repentine variazioni dei problemi di comportamento Maggiore disponibilità all’interazione Negli adulti Attenuazione dei problemi di comportamento 52 26 Autismo: prevalenza 5 casi su 10.000 (da 2 a 20 casi su 10.000) la sindrome di Asperger di 2,5/10000 (Fombonne,2003); l’autismo NAS ha un’incidenza maggiore ma difficile da stimare. 53 Autismo: decorso Esordio prima dei tre anni Presentazione dei sintomi fin dalla nascita Regressione dopo il primo anno (fra i 12 e i 21 mesi) Il decorso è continuo Una piccola percentuale riesce, in età adulta, a vivere e a lavorare in maniera indipendente Un terzo riesce a raggiungere una parziale indipendenza I restanti necessiteranno di cure ed assistenza per tutta la vita 54 27 Autismo: familiarità Il 5% dei fratelli ha maggiori probabilità di presentare il disturbo autistico Ci sono maggiori rischi (imprecisata la percentuale) che i fratelli presentino altri tipi di disturbi Le persone dotate hanno antecedenti familiari (percentuali non precisate) 55 Autismo: diagnosi differenziale Disturbo di Rett Disturbo disintegrativo dell’infanzia Disturbo di Asperger Schizofrenia Mutismo selettivo Disturbo dell’espressione del linguaggio Ritardo mentale Disturbo da movimenti stereotipati Disturbo misto dell’espressione e della ricezione del linguaggio 56 28 Autismo: cosa non è? Non è una malattia, bensì “gli autismi” rappresentano le conseguenze di differenti “malattie” (o condizioni patologiche) Non deriva da un cattivo rapporto fra la madre e il bambino, benché molti genitori vengano fortemente provati dalla presenza di un figlio con autismo Non è una “psicosi”, ma una forma di handicap Non è sinonimo di isolamento, benché l’isolamento possa essere uno dei sintomi, ovvero una conseguenza dei disturbi più frequentemente osservati nell’autismo 57 Hanno detto… • “… di professionisti vostro figlio ne incontrerà tanti, ma come genitori ha solo voi due …” (un professionista) • “Sono genitore e professionista. Come professionista andrò in pensione. Ma come madre non andrò in pensione mai” (C. Trehin) • “Il vostro è un lavoro difficile, e bisogna avere delle motivazioni personali per farlo. In ogni caso, è una scelta. Voglio bene a mio figlio, ma non ho scelto io che fosse autistico. Questa è la differenza fondamentale fra noi 58 due.” (un padre) 29 Diagnosi Differenziale • Autismo ad alto funzionamento • Sindrome di Asperger due diagnosi o un continuum? 59 Sindrome di Asperger • Non si riscontra alcun ritardo clinicamente significativo nel linguaggio (parole singole entro i due anni e frasi comunicative entro i tre anni), sono possibili goffagine motoria ed “abilità isolate” • Compromissione qualitativa dell’interazione sociale • Interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati 60 30 La storia • Nel 1944 Hans Asperger descrisse 4 bambini tra i sei e gli 11 anni che presentavano una “psicopatia autistica” • Nel 1943 Kanner aveva pubblicato la descrizione di 11 bambini con “disturbi autistici del contatto affettivo” • 1981 L. Wing rende nota la diagnosi 61 Alterazione qualitativa dell’interazione sociale • Alterazione dello sguardo, della mimica facciale, delle posture corporee e dei gesti che regolano l’interazione sociale • Incapacità di sviluppare con i coetanei relazioni adeguate al livello di sviluppo • Incapacità nel condividere emozioni (deficit di attenzione congiunta); • Mancanza di reciprocità sociale ed emotiva. 62 31 63 64 32 65 Alterazione qualitativa e/o quantitativa della comunicazione • Ritardo o totale mancanza del linguaggio; • In soggetti con linguaggio adeguato, compromissione della capacità di iniziare e sostenere una conversazione; • Uso di linguaggio ripetitivo, stereotipato, eccentrico; • Mancanza di giochi di simulazione o di giochi di imitazione. 66 33 67 Comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati • Dedizione assorbente a uno o più interessi ristretti e stereotipati; • Sottomissione rigida a inutili abitudini o rituali specifici; • Manierismi motori stereotipati e ripetitivi; • Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti. 68 34 69 70 35 71 72 36 73 74 37 75 Sintomi prodromici (I° anno di vita): • • • • • • la sfuggenza dello sguardo, l’assenza del sorriso, il disinteresse per l’altro e per l’oggetto, l’eccessiva calma o l’estrema irritabilità, l’insofferenza al contatto corporeo, l’incapacità a modulare la postura quando preso in braccio, • la scarsa propositività ed iniziativa nell’interazione, • la scarsa reattività alla voce o al volto umano. 76 38 I bambini con disturbi dello spettro autistico presentano una grande eterogeneità ma vi sono sempre difficoltà di base in 2 aree fondamentali e precoci dello sviluppo: 1. La capacità di attenzione congiunta; 2. La capacità di usare simboli. 77 Per capacità di attenzione congiunta si intende l’abilità del bambino di condividere l’attenzione e le emozioni, di esprimere intenti e di impegnarsi in interazioni sociali reciproche. 78 39 79 Sulla capacità di usare simboli si fonda la comprensione del significato espresso attraverso gesti convenzionali, parole e forme verbali più avanzate, e l’abilità di impegnarsi nell’uso appropriato di oggetti finalizzato al gioco d’immaginazione. (Wetherby, Prizant &Schuler, 2000). 80 40 LA VALUTAZIONE SINTOMI – LIVELLO – ABILITA’ 81 VALUTAZIONE SINTOMATOLOGICA Rileva i comportamenti sintomatici, identificando così il disturbo oppure escludendo la diagnosi Strumenti per la valutazione sintomatologica: • DSM IV TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali • ICD 10 • CARS (Childhood Autism Rating Scale) - (Schopler et al., 1988) • ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule) – (Lord et al., 2000) • ADI (Autism Diagnostic Interview – Revised) – (Lord et al., 1994) • GARS (Autism Behavior Rating Scale ) – (Gilliam, 1995) 82 41 DSM IV- TR Il DSM IV TR, manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, è un testo redatto da una commissione di esperti nominata dall’APA Associazione Americana degli Psichiatri Elenca le definizioni dei disturbi mentali che incontrano il consenso degli psichiatri e della comunità scientifica internazionale Per ogni disturbo, descrive i sintomi e le linee guida per formulare una corretta diagnosi Per l’autismo si fa riferimento a tre gruppi di sintomi: comunicazione, socializzazione e interessi 83 VALUTAZIONE FUNZIONALE Individua i punti di forza e i punti di debolezza Strumenti per la valutazione funzionale P.E.P – R (Psycho-Educational Profile) – (Schopler et al., 1989) • P.E.P. 3 • A.A.P.E.P. • Vineland (Adaptive Behavior Scales (VABS) – (Sparrow et al., 1984) 84 42 Valutazione funzionale Identifica i punti di forza, di debolezza e le “abilità emergenti”, cioè le potenzialità di un individuo, che saranno l’obiettivo del programma educativo individualizzato 85 • • • • • PER – R PEP3 AAPEP VINELAND … 86 43 P.E.P.R Permette di valutare le diverse abilità di un bambino tra 1 e 6 anni, definendo il livello di sviluppo raggiunto in sette aree evolutive: •Imitazione •Percezione •Motricità fine •Motricità globale •Coordinazione oculo-manuale •Area cognitiva •Area verbale 87 PEP - R La codifica delle risposte è data da tre livelli di performances: Riuscito, per le abilità acquisite, Emergente, per le attività effettuate parzialmente o con aiuto; Non riuscito, per le abilità non acquisite 88 44 A.A.P.E.P. (Adolescent and Adult Psycho Educational Profile) Consente di identificare le diverse abilità del ragazzo in sei aree evolutive: •Abilità professionali •Funzionamento autonomo •Abilità di tempo libero •Comportamento professionale •Comunicazione funzionale •Comportamento interpersonale 89 • La Scala A.A.P.E.P è costituita da tre sottoscale: la Scala di Osservazione Diretta, la Scala Familiare, la Scala Scolastica/Lavorativa • La codifica delle risposte è data da tre livelli di performance: – Superato (per le abilità raggiunte) – Non superato (abilità non ancora acquisite), – Emergente (abilità da potenziare) 90 45 VABS (Vineland Adaptive Behavior Scales) • Valutano l’autonomia personale dalla nascita fino all’età adulta • Intervista semistrutturata • 540 item • Quattro scale: comunicazione - espressione, ricezione, scrittura abilità quotidiane – personale, domestico, comunità socializzaione – relazioni interpersonali, gioco e tempo libero, regole sociali abilità motorie – grossolane, fini • La codifica è data da tre livelli: “abitualmente”, “qualche volta”, “mai” 91 VALUTAZIONE NORMATIVA • Identifica il livello intellettivo (Q.I.), mettendo il bambino in relazione allo “sviluppo tipico” • Permette di osservare le variazioni di prestazioni nel tempo Strumenti per la valutazione normativa: • Scale Wechsler (per le persone con autismo verbali: WIPPSI 4-6 anni (la nuova WIPPSI arriva ai 7 aa); WISC-R e WiscIII dai 6 ai 16 anni; WAIS-R adulti) • Scala di sviluppo Psicomotorio della Prima Infanzia (Brunet Lezine) • Leiter-R 92 46 Leiter – R (Leiter International Performance Scale - Revised) Caratteristiche e modalità di utilizzo 93 Caratteristiche generali La scala Leiter-R è un test cognitivo che valuta: • Quoziente Intellettivo • abilità mnesiche • abilità attentive 94 47 Caratteristiche generali • Non richiede comunicazione verbale fra esaminatore e soggetto • Non richiede che il soggetto legga e scriva qualcosa • E’ composta da items autoesplicativi 95 Perché una scala non verbale • La prima versione venne utilizzata nel 1927, nelle Hawaii • La motivazione primaria fu l’incomunicabilità in quel luogo tra esaminatori e soggetti • La presenza sempre maggiore, in seguito all’immigrazione, di soggetti stranieri, la rese sempre più utile negli anni seguenti 96 48 Quando utilizzarla? In generale in qualunque caso in cui l’elemento verbale possa condizionare il risultato generale • Autismo • Sordità • Differenze culturali e linguistiche • ADHD • Lesioni cerebrali di origine traumatica 97 Modelli fattoriali gerarchici della Leiter-R Intelligenza Generale (g) ragionamento Visualizzazione – Visuo-spaziale attenzione memoria Memoria di riconoscimento Span di memoria 98 49 Confronto con le scale Wechsler Intelligenza: capacità generale dell’ dell’individuo di mettersi in contatto con l’ l’ambiente e di affrontare risolutivamente le differenti esigenze che da esso provengono Fattori intellettivi (processi cognitivi) Entità multideterminata e sfaccettata Fattori non intellettivi (perseveranza, entusiasmo, controllo degli impulsi, consapevolezza dei fini) Tutte le abilità, siano esse intellettive che non, sono ugualmente importanti nel determinare la capacità di intelligenza globale Nelle scale Wechsler è possibile valutare, oltre al QI globale, un QI verbale e un QI di performance 99 Dalla L.I.P.S. alla L.I.P.S.-R • E’ stata aggiunta una batteria (Attenzione – Memoria) • Maggiore variabilità tra i subtest • Sistema di siglatura più complesso ed accurato • Maggior quantità di informazioni ricavabili 100 50 L.I.P.S. • Il soggetto autistico, di fronte alla presentazione della stessa tipologia di materiale, incontrava meno difficoltà 101 Il Materiale • 3 leggii (2 VR, 1 AM) • Cartoncini • Forme in spugna • Libretti di risposta • Tavole illustrate • Griglie di risposta 102 51 Caratteristiche specifiche L.I.P.S.-R • Può essere somministrato a soggetti da 2 a 20 anni • E’ composto da due batterie (VR – AM) • Ogni batteria è formata da dieci subtest (media = 10, DS = 3) • Ha diverse modalità di utilizzo 103 Modalità di utilizzo alternative della scala Leiter-R • misurazione completa del QI • screening iniziale (scala breve di QI) 104 52 Modalità di utilizzo della scala Leiter-R • In entrambi i casi viene usata la batteria VR • I subtest vengono selezionati in base all’età • La scala breve di QI fornisce indicazioni provvisorie e una stima rapida del livello intellettivo globale (alto, medio alto, medio basso, basso) 105 Scala Completa di QI (2-5 anni) Matching 2-5 anni Classification 2-5 anni Figure Ground 2-20 anni Form Completion 2-20 anni Sequential Orders 2-20 anni Repeated Patterns 2-20 anni 106 53 Scala Completa di QI (6-20 anni) Paper Folding 6-20 anni Design Analogies 6-20 anni Figure Ground 2-20 anni Form Completion 2-20 anni Sequential Orders 2-20 anni Repeated Patterns 2-20 anni 107 Scala breve di QI (tutte le età) Figure Ground 2-20 anni Form completion 2-20 anni Sequential Orders 2-20 anni Repeated Patterns 2-20 anni 108 54 Suggerimenti pratici • • • • Strutturare accuratamente il setting Seguire l’ordine dei subtest Organizzare il materiale in anticipo Le numerose tipologie di materiali, la posizione da tenere e la siglatura complessa rendono preferibile la somministrazione con la presenza di due esaminatori 109 55