LA CHIESA I^ PARTE L’inizio della Chiesa è in quel gruppetto di amici che, dopo la morte di Cristo, sta insieme ugualmente. Perché? il Cristo risorto si rende presente in mezzo a loro. Nella Pentecoste, 50 giorni dopo la Resurrezione, molti aderirono alla proposta di Pietro iniziando una vita nuova le cui caratteristiche sono: la certezza di Cristo vivente, la comunione, la sequela a Pietro e agli apostoli, la cattolicità (cioè l’apertura a tutti: schiavi o liberi, poveri o ricchi, uomini e donne, malati o sani) la carità vissuta anche verso gli estranei e i la partecipazione ai Sacramenti, un nuovo modo di vivere il matrimonio con grande valorizzazione della donna e dei figli amati e accettati pur con handicap. E’ dunque una vita, non una teoria. Questa suscitò ostilità nei capi sacerdoti e in seguito dall’impero romano che vide in questi cristiani, che pur si comportavano da buoni cittadini, la destabilizzazione dell’ordine costituito che prevedeva il culto agli dei di stato e l’adorazione dell’imperatore per cui venivano considerati atei. Numerosi i martiri di ogni ceto sociale che, pur non cercando la morte, accettavano di dare la vita a Cristo certi di non perderla e perdonando coloro che li uccidevano ad esempio di Gesù. Nonostante le cicliche persecuzioni, il Cristianesimo andava diffondendosi in tutto il mondo dalle città alle campagne non per un progetto di espansionismo ma per la comunicazione da persona a persona della novità di vita più bella nella fede in Cristo. Come può essere spiegata la rapidità della diffusione del Cristianesimo nonostante i numerosi culti e religioni presenti nell’impero? Diversi storici hanno evidenziato diversi motivi che spinsero alla conversione uomini e donne di tutti gli strati di vita sociale: Il desiderio della verità, la liberazione dalla schiavitù del destino per cui gli uomini si sentivano in mano a dei che si disinteressavano alla loro vita se non addirittura si trastullavano con gli esseri umani. La santità della vita di cui i cristiani davano esempio. La libertà dal male venuta dal Dio che ama l’uomo così com’è La vita oltre la morte come certezza (per il paganesimo la morte era il buio in cui l’uomo cadeva, senza speranza). La gioia che nonostante le persecuzioni dominava il cristiano. La possibilità per tutti di rapporto con Dio a prescindere dalla condizione sociale e l’uguaglianza di ogni persona. Nasce circa nel 250 in Egitto, in Asia minore, ad opera di Antonio, Pacomio e Basilio, l’esperienza del MONACHESIMO (da Monos: uno) di coloro che dedicando la vita a Cristo, si ritirarono nel deserto in solitudine, vivendo di penitenza e di preghiera seguendo l’ideale evangelico (povertà, castità, obbedienza). Nel tempo, tuttavia, sia in Oriente che in Occidente si affermò la vita in comunità detta Cenobitica particolarmente in occidente ad opera di San Benedetto. Con Costantino nel 313 viene data la libertà ai Cristiani, l’ EDITTO DI MILANO, stabilisce la libertà di culto e quindi è un passo importante per la libertà di espressione di tutti. Il IV secolo è però contraddistinto dalle ERESIE (eresia etimologicamente scelta) in opposizione all’ORTODOSSIA (retta fede). In discussione c’è la domanda su CHI E’ CRISTO? Qual è la sua natura?, alcuni eretici negano il dogma (dal greco deliberazione) che Cristo è vero uomo e vero Dio. A queste confusioni la Chiesa risponde con i CONCILI riunioni dei Vescovi che riaffermano nel Simbolo della fede, IL CREDO, l’antica professione battesimale della Chiesa di Roma. I principali eretici sono: Ario, che nega la divinità di Cristo, condannato nel Concilio di Nicea del 325, Macedonio che nega lo Spirito Santo,la Trinità , condannato nel 381 dal Concilio di Costantinopoli, Nestorio che non riconosce il titolo di Madre di Dio alla Madonna, ricadendo nell’eresia ariana, condannato nel 431 dal Concilio di Efeso, Eutiche che non riconosce l’umanità di Cristo ma solo la sua Divinità (Monofisismo), condannato dal Concilio di Calcedonia nel 451. Nel V secolo l’avvento dei barbari ( stranieri, balbuzienti), mette in crisi l’impero e diventa per la Chiesa una grande sfida. Visigoti, Ostrogoti, Vandali (distruttori), Unni, Franchi, Longobardi, Angli, Sassoni ecc, feroci conquistatori, nomadi e privi di cultura, seminano terrore e confusione ma essi incontrano la Chiesa, affascinati ed intimoriti da questi uomini che nei loro atti esprimevano una nuova e grande autorità, iniziarono a sottomettersi al nuovo Dio. La conversione di Clodoveo, re dei Franche nel 491, il suo matrimonio con una principessa Burgunda cattolica, Clotilde, esercitò un influsso decisivo. Un secolo dopo papa Gregorio Magno organizza ed estende all’intera Chiesa la definitiva fusione della tradizione romana con la vitalità barbara. L’Impero romano d’Oriente, con Giustiniano conobbe una nuova fioritura e con questo imperatore fu introdotto il dogma politico dell’imperatore signore della Chiesa che accompagnò lo sviluppo dell’Impero Bizantino. Anche in Occidente Chiesa e Impero rimasero strettamente unite ma il Papato lottò perché la Chiesa divenisse indipendente dalla potenza imperiale per poter affermare la propria libertà di fronte al potere politico. Questa diversa concezione del rapporto con il potere civile portò, nel 1054, alla rottura tra Chiesa d’Oriente ed Occidente, tra Cattolici e Ortodossi che dura tutt’ora, con la Chiesa orientale sempre più sottomessa o assorbita allo Stato.