Luci indiane Domenica sera a Kutchi, nell’estremo nordovest del Gujarat, al confine con il Pakistan. Pescatori e agricoltori si riuniscono intorno alle radio alimentate con le batterie delle auto per ascoltare il Parda Faash (togliere il velo) programma settimanale di Radio Ujjas (radio luce). Sono tre anni che le trasmissioni vanno avanti, l’idea di una radio comunitaria è venuta a un gruppo di donne riunite nell’associazione Kutch Mahila Vkas Sangathan (Kmvs) e su un totale di 15 persone le redattrici donne sono sette. Hanno registratori minidisc digitali con cui vanno nei villaggi per raccogliere interviste e poi scaricano su computer le voci raccolte. Un successone: su un milione mezzo di abitanti del Kutch la radio ha un milione di ascoltatori. All’inizio fu la radionovela settimanale. La gru siberiana, che fa parte della mitologia locale, sorvolava il villaggio di Ujjas (il nome è inventato ) per vedere come andavano le cose e poi lo raccontava dai microfoni, mescolando le sue storie alle canzoni del folklore locale. Piano piano la fantasia è stata affiancata dal realismo delle inchieste. Oggi di radio Ujjas non si può fare a meno e Parda Faash è diventata un’espressione diffusa nei villaggi. Le frequenze sono concesse dalla All India Radio, la radio di stato che ha un quasi monopolio sull’etere indiano e che è ben contenta di affittare spazi e studi radiofonici (in questo caso quelli della città di Buhj) purché possa esercitare un controllo sui contenuti delle trasmissioni. La radio è gestita in collaborazione con l’agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite e con il governo indiano.