I Sumèri Le orìgini I Sumeri, precursori della civiltà assira, collocano la loro lontanissima origine in Mesopotamia, la terra rigogliosa che nasceva tra i fiumi Tigri ed Eufrate, attorno al 3000 avanti Cristo Per cultura e religione questo popolo è sicuramente tra i più importanti ed interessanti e per certi lati anche una tra i più misteriosi ed affascinanti. La parola sùmer sembra derivare dal termine shumer che significa “terra coltivata”, in quanto i Sumèri, inizialmente nomadi (chiamati gente di Obeid) e provenienti dalle terre dell’attuale Iran, si diedero gran da fare per far fiorire le lande mesopotamiche presso cui si erano insediati e quindi per dar vita alle loro città. I Sumèri furono sicuramente un popolo molto ingegnoso e lavoratore proprio perché le loro zone d’insediamento, spesso soggette ad inondazioni e fenomeni naturali, dovettero essere bonificate essendo molto paludose. Le attività Popolo vivido, civile, curioso e molto attivo i Sumèri, nati come agricoltori e pastori, ebbero molti interessi e svilupparono diverse attività. Furono infatti i primi ad usare i numeri e divennero grandissimi matematici e algebrici; capaci di compiere calcoli molto complicati divennero abili nell’ingegneria e nell’edilizia: famose sono le loro città ricche di templi e palazzi, oltre ai canali che crearono veloci e comode vie di comunicazione. Si appassionarono anche all’astrologia, scoprendo le varie costellazioni e creandosi un efficiente calendario per contare i giorni e le stagioni. Popolo di studiosi. Studiosi ed inclini alla diffusione dell’insegnamento, diedero spazio alle scuole in cui si diffuse l’utilizzo della scrittura cuneiforme (furono i primi ad usarla anche se poi venne migliorata e diffusa dai Cretesi), lo studio del diritto e dell’educazione civica. I Sumèri furono infatti molto attenti a creare uno stato dove si diffondesse il più possibile il senso della giustizia, cercando di fermare gli atti di sopruso e di sopraffazione. Questa civiltà curò molto anche gli aspetti sanitari, cercando di educare in tale senso i cittadini e sviluppando gli studi sulle proprietà curative delle piante. Anche nell’ambito delle arti, i Sumèri spaziarono dalla letteratura alla scultura e soprattutto in quest’ultima diventarono particolarmente abili nella lavorazione dell’alabastro. La società sumèra Principalmente la società sumera era formata da una classe regale e da una sacerdotale, che poteva vantare il controllo dei latifondi terrieri e godere dei guadagni che essi apportavano. L’ ènsi era invece il signore che governava ogni città e che poteva anche autoproclamarsi sommo sacerdote (en) e controllare anche la sfera religiosa. Il lùgal (grande uomo) dignitario che aveva invece potere al di sopra della regione. I commercianti rappresentavano la classe borghese ed erano fondamentali per l’economia sumera che non poteva sfruttare molte materie prime ed era quindi obbligata ad importarle. La classe socialmente più bassa era rappresentata dagli schiavi, molto diffusi nelle ricche città sumere, mentre i contadini e i pastori vivevano in condizioni molto umili e semplici. La fanteria difendeva invece la città, ma il popolo sumero non è certo stato bellicoso e l’esercito serviva più che altro per difesa. La religione e i templi I Sumèri erano politeìsti, credevano cioè in molti dei che avevano molti difetti e debolezze ed erano spesso capricciosi e prepotenti. Per citarne solo alcuni, ricordiamo Enki, dio della conoscenza e della veggenza, che ebbe diversi figli, capace di controllare tutte le altre forze divine e di garantire ad Eridu (città sacra e di fondamentale importanza politica) la supremazia. Nammu, madre di Enki, era la creatrice del cielo e della terra e, insieme ad altre 8 dee, genitrice dell’acqua che dà la vita. Ninmah era invece una dea con indole invidiosa che cercava di rovinare la bellezza del genere umano, portando malformazioni e malattie, mentre Inanna era la dea dell’amore. I Sumèri praticavano l’aruspicìna, ovvero interpretavano le interiora degli animali cercando di prevedere il futuro. I Sumèri costruivano dei templi che presero il nome di Ziqqurat, strutture alte e di argilla, simili alle piramidi a gradoni, che sembrava appunto delle specie di enormi scale per raggiungere il cielo e la spiritualità, o meglio per favorire la discesa degli dei in mezzo agli uomini. Servivano inoltre a proteggere la città dalle inondazioni, grazie ad un guardiano che presiedeva la cima della struttura e segnalava i pericoli.