La camaleontica trasformazione delle due diverse facce di Berlino

e Museum di
rasformare
Baschi in
ernazionale
IL CAFFÈ 15 aprile 2012
43
DOPO
IL
MURO
Dresda
Valencia
La ristrutturazione della Zentral
Banhof di Norman Foster ha
rivitalizzato la città, che era
rimasta ferma alla riunificazione
Un’arida area periferica diventa
la città “de les artes y la ciencia”
inserendo la terza città della
Spagna tra i poli più visitati
Negli ultimi vent’anni nessun altra
metropoli come quella sulla Sprea
ha cambiato più spesso linee e colori
La camaleontica trasformazione
delle due diverse facce di Berlino
Il genio di Cristoph Mäckler ha rivoluzionato la parte ovest della capitale
STEFANO VASTANO, da Berlino
N
on è una città tranquilla
Berlino. La metropoli sulla
Sprea somiglia a un camaleonte: nessun’altra capitale cambia più spesso della tedesca i colori delle strade, i lineamenti delle
piazze. Dopo il crollo del Muro è
toccato a Berlino-est venir ristrutturata da cima a fondo. “Ora è il
momento di ridare un volto
nuovo a Berlino-ovest”, inizia col
dirci Christoph Mäckler. Siamo al
31° piano: sui cento metri d’altezza. E l’architetto Mäckler è orgoglioso della Torre di Babele che
sta innalzando nel centro di Berlino-ovest. Dalla finestra della
Presidenten Suite gli elefanti dello
Zoo di Berlino paiono formiche.
E il viale del Ku’Damm - il boulevard di 3,5 chilometri - un viottolo.
Di Skyscraper Mäckler ne ha tirati
su di più alti (la sua ‘Opern Turm’
a Francoforte misura 170 metri;
l’altro grattacielo “Tower 185” sui
200 ). Ma il complesso che l’architetto sta costruendo nella capitale
tra lo Zoo e la Gedächtnis Kirche
(la chiesa col campanile sbreccato
in memoria della guerra) è più
d’un grattacielo di 118 metri. La
Torre in cui ora ci troviamo sarà il
simbolo del nuovo Waldorf Astoria. Più che un hotel di lusso, una
cittadella con 232 stanze, 24 suite
e - nei primi 15 piani del colosso uffici ed appartamenti. “Zoo Fenster”, così l’architetto ha battezzato
il complesso.
Una “finestra sullo zoo” che si
estende (con i 4 livelli del garage)
sardi o di Ferrara”.
I manager dell’Hilton, però, che
hanno investito nel loro primo
Astoria sul Vecchio Continente oltre 230 milioni di euro, volevano
l’entrata dell’hotel di fronte alla
chiesa. Mäckler ha accontentato
sino a un certo punto l’estetica
americana: quattro colonne, rivestite d’oro, accolgono gli ospiti
nella reception. Una scalinata a
IN
COS
TRU
ZIONE
chiocciola li porterà alla Ball
Room (per 330 persone); e la sala
da ballo avrà specchi di 7 metri
alle pareti. Per non parlare dello
stile Art decò che arrederà i 25
metri dell’american bar sempre al
primo piano. Sullo stile interno
Mäcker ha ceduto, ma sull’entrata
dell’hotel s’è imposto. “L’entrata
doveva essere al centro della torre
di 118 metri - spiega -; sotto la fi-
nestra-panoramica della torre e di
fronte allo zoo”. Per questo ora l’architetto può spiegarci nella Presidenten suite al 31° piano, “in
omaggio ad Aldo Rossi, che la
buona architettura ha bisogno di
pochi elementi”. Dell’armonia
delle forme. E del rispetto del
luogo.
La prima esigenza l’architetto l’ha
realizzata nei minimi dettagli: all’interno d’ogni grande finestra
Mäckler ne ha disegnato di più
piccole, apribili in più direzioni. E
molta luce naturale anche nei corridoi dell’hotel. “Non c’è nulla di
peggio - commenta - che delle
stanze senza aria e dei corridoitunnel”. Persino le due lampade al
neon proprio all’entrata dell’hotel, o le maniglie nei bagni (ed
ogni bagno lui l’ha voluto con una
doppia entrata) li ha disegnate, su
carta, di proprio pugno. “Sono
uno degli ultimi dinosauri a disegnare architettura a matita”, conclude, ed è bello che il nuovo centro di Berlino-ovest sia stato disegnato con tanta cura e maestria. E
in omaggio a un maestro dell’architettura italiana.
Anche i megacantieri
sanno dare spettacolo
Di fronte alla
Gedächtnis Kirche
si apre una “finestra
sullo zoo” da 43mila
metri quadrati
MUSEO GUGGENHEIM
Il museo, inaugurato nel 1997
è diventato un'importante attrazione
turistica, richiamando visitatori da
numerosi Paesi
del mondo
nima agenzia di Tenero -. Berlino ne è
l’esempio più evidente; prima della
sua riqualificazione architettonica
non era certo una delle capitali più
ambite da visitare; ma potremmo dire
lo stesso per Londra, che è tradizionalmente richiestissima, ma ora viene
rivisitata, magari per vedere il Millenium Bridge, la City Hall di Norman
Foster o la ruota panoramica da 135
metri di David Marks e Julia Barfield
che, con 3,5 milioni di visitatori all’anno è diventata l’attarzione più visitata del Regno Unito”.
E così via persino in Italia, con nuovi
turisti a Rovereto, Trento, per vedere il
Mart di Mario Botta, o a Ravello, Salerno, per gustarsi l’Auditorium di
Oscar Niemyer. Davvero le nuove architetture cambiano le mappe turistiche.
e.r.b.
su 43mila metri quadrati nel centro di Berlino-ovest. Le dimensioni sono da portaerei, ma Mäckler ha dato, tiene a dire, “una grazia italiana all’edificio”, e a donare
con la nuova cittadella del gruppo
Hilton, “più quiete al caos di Berlino“. Per quanto concerne
l’eterno cantiere berlinese, basti
dire che anche lo “Zoo Palast”, uno
dei cinema del dopoguerra e
l’adiacente “Bikini-Haus” sono
(vedi articolo a destra) in ristrutturazione. Ciò che invece Mäckler
ha sviluppato nel nuovo centro di
Berlino “è un hotel come creatura
armonica - spiega - su tre livelli”. Il
primo livello è il piedistallo dei
primi cinque piani del Waldorf
Astoria. Al centro di questa fiancata alta quasi 25 metri ecco il secondo livello, la torre spezzata da
due “finestre” simmetriche. Al 32°
piano, a 118 metri d’altezza,una
gigantesca finestra cui corrisponde una Rotonda, e cioè l’entrata all’Hotel al 28 della Hardenberg Strasse. “Nel 21° secolo spiega Mäckler - la gente vuole viversi i comfort d’una città”. Per
questo l’architetto ha ritagliato
nella pancia dell’hotel sottopassaggi alti 8 metri. I primi cinque
piani li ha rivestiti di pietra ruvida.
Ma per i sottopassaggi, invece, ha
usato mosaici di pietre nere, verdi
e grigie, come un tappeto espressionista. “Non sono un decostruttivista, detesto ogni decorazione precisa l’architetto tedesco commentando il suo stile -. Infatti mi
dichiaro un fan del razionalismo
di Aldo Rossi. Il nuovo centro di
Berlino-ovest avrà un’impronta e
colori ‘italiani’; i graniti ed i
marmi del Waldorf Astoria sono
I PROGETTI
Il cantiere dove sorgerà
lo “Zoofenster” di
Mäcker; a destra, il
Waldorf West Berlin
l nuovo hotel dell’architetto Mäckler aprirà i battenti per la fine di quest’anno. Per il settembre
2012, invece, saranno ultimati i lavori di ristrutturazione della Bikini-Haus tra il nuovo hotel e lo
zoo. A quel punto, qualcosa come uno spettacolare
Central Park sorgerà nel cuore di Berlino-ovest. Ad
accoglierci sui tetti della nuova Bikini-Haus - tipica
costruzione anni ‘50 innalzata su palafitte - vi sarà
una terrazza-bar. A sua volta immersa in un bel
giardino di 7.000 metri quadrati, che si affaccia da
un lato, e a 25 metri d’altezza, sul parco dello Zoo di
Berlino. E dall’altro sulla chiesa della Gedächtnis
Kirche, simbolo di Berlino con il suo tetto ‘diroc-
I
fine di giugno, e aspettando il castello di Stella, sulla
Schloß Platz ha aperto i battenti un edificio scintillante. Si chiama “Info-Box Humboldt Forum”, e l’ha
progettato per cinque milioni di euro lo studio berlinese Ksv. Gli stessi che a Bolzano hanno firmato il
Cubo del Museion.
Sulla Schloß Platz hanno montato una sorta
d’enorme computer a cinque piani, alto 27 metri e
in cui su 2240 metri quadrati troveremo tutto ciò
che dobbiamo sapere sul Castello di Berlino. Dai
primi passi nel 1443 all’epoca degli architetti Schlüter ed Eosander sino al progetto Stella. “La facciata
dell’Info-Box” - spiega l’architetto Bertram Van-
Dove c’era il “Volkst Palace”,
il palazzo del popolo dei tempi
della Rdt, ora si estende un prato
L’ufficio informazioni aperto negli
anni ‘90 per gli interventi di Renzo
Piano ha attirato 800mila curiosi
cato’ a ricordo della Guerra mondiale.
Anche la chiesa oggi è in fase di ristrutturazione,
ma questo nella parte ovest è solo uno dei cantieri
per nuovo centro della Berlino del 21° secolo. L’altro, all’est della metropoli, si trova sulla Schloß
Platz. Dove Franco Stella tirerà su il Castello che già
ora ridà il nome alla piazza. Oggi è un cantiere in
cui, su quei 53mila metri quadrati, c’è di tutto. Per
orientarsi conviene seguire le “Holz-Passagen”,
passarelle in legno con tavole informative su una
delle piazze più demolite e ricostruite di tutta la
Germania. A destra, i resti delle cantine originarie
del castello degli Hohenzollern. Tutto intorno, lì
dove c’era il “Volks Palast”, il Palazzo del Popolo
dell’ex-Rdt, si estende ora un bel prato. Ma dalla
dreike, - sarà il punto più luminoso di Berlino-est, e
le sale interne una vera attrazione“. Oltre alle mostre (e ai gadget in vendita all’Info-Shop), l’attrazione mozzafiato sarà la doppia terrazza bar al
quinto piano del Computer luminoso. Su una si
può ammirare, a 4 chilometri di distanza, la Porta di
Brandenburgo. Sull’altra, sarete a dieci metri di distanza dal cantiere del Castello. Si prevedono sui
500mila turisti l’anno solo a curiosare da lì sopra
come cresca il vecchio-nuovo ‘Schloß’. Nella
“Rote Info-Box”, l’ufficio informazioni aperto negli anni ‘90 sulla Potsdamer Platz, 800mila curiosi
l’anno han visto crescere la Berlino di Renzo
Piano. Ora è la volta della vecchia Berlino col Castello di Stella.
s.v.