Testo Fidas Caro amico ti scrivo LA DONAZIONE DEL SANGUE Se

Testo Fidas
Caro amico ti scrivo
LA DONAZIONE DEL SANGUE
Se pensate al colore rosso, cosa immaginate? L’amore? Il sangue? A me il rosso fa
venire in mente entrambi. È come se fosse un campanello di allarme che si sente
solo nel profondo del proprio cuore. Un allarme che proviene da persone sofferenti
che hanno bisogno di sangue e soprattutto di amore. Se infatti doniamo il nostro
sangue, regaliamo al malato tutto l’amore che abbiamo e che possiamo dare. Il
bianco, invece? Cosa vi fa venire in mente? Dopo l’incontro con gli operatori della
FIDAS, questo colore ha suscitato in me paura, è quasi un segnale di pericolo che
rappresenta un malattia, la leucemia, causata dalla mancanza di globuli bianchi. È
per questo che il bianco mi fa pensare al vuoto e mi porta verso il nulla. Secondo
me, in questo stato, cioè solo e indifeso, si troverà anche un malato al quale
abbiamo rifiutato il nostro aiuto. E io non posso fare a meno di pensare al pallido
bianco del suo volto, circondato dal nulla. Ma è facile ridipingere l’espressione triste
di quel viso: una donazione ed esso tornerà a splendere di un rosso intenso che
colma il cuore di affetto e amore. Qualunque persona maggiorenne può compiere
un gesto così grande, l’importante è che lo voglia, che lo faccia col cuore, che senta
dentro di sé stesso la felicità che egli può donare con un solo gesto. È la felicità di
aver contribuito, in questo caso, a diffondere la “cultura del dono” che io vedo
diffondersi nel mondo come tanti colori quanti sono gli stati d’animo e le emozioni:
il verde, cioè la speranza, l’arancio, cioè la gioia, l’azzurro, cioè la disponibilità e il più
importante, il rosso, cioè l’amore. Non avevo mai pensato che l’amore potesse
essere contenuto in un gesto così piccolo, come la donazione del sangue.
Elena Casagrande Santin 2^D