Azione - Settimanale di Migros Ticino Scrooge e Puntila

Scrooge e Puntila
La favola di Dickens e il classico di Brecht sulle scene ticinesi
/ 27.02.2017
di Giorgio Thoeni
La coscienza professionale di giovani interpreti che studiano soluzioni moderne senza rinnegare la
tradizione è facile da notare se si fa attenzione ai modelli a cui si ispirano. Talvolta sono piccoli ma
significativi dettagli, altre volte a farsi notare è la matrice originaria. È una riflessione scaturita dopo
aver assistito al Teatro Paravento a Scrooge – non è mai troppo tardi, uno spettacolo che aveva
debuttato alla fine del 2015 al Teatro Dimitri di Verscio e che è stato rimaneggiato e ripresentato
recentemente dalla compagnia PerpetuoMobileTeatro.
Realizzato con maschere e musiche originali, Scrooge si ispira a Il canto di Natale, popolare
racconto di Charles Dickens, metafora di una ritrovata umanità come riscatto dopo una vita priva di
sentimenti: una parabola pensata dal grande scrittore sociale inglese e capace di risvegliare i buoni
sentimenti. L’imprinting di questo classico riletto teatralmente è caratterizzato dall’uso di maschere
espressive, quelle che escono dal laboratorio dell’Accademia di Verscio, per intenderci (e un
pensiero va al suo co-fondatore Richard Weber, recentemente scomparso), al loro uso sulla scena
come viene studiato e insegnato in quelle aule. Nel nostro caso si aggiunge uno sporadico utilizzo
della parola accompagnata da formule didascaliche innovative e ironiche.
Una freschezza che rende piacevole lo spettacolo, una creazione collettiva con Marco Cuppellari,
Britta Kleindienst e David Labanca in scena per giostrare fra racconto in voce e movimento di
maschere belle e efficaci (Brita Kleindienst e Sara Bocchini) accanto a tagli musicali originali (Dario
Miranda). Un linguaggio immediato ed evocativo, ideale per raccontare una storia con personaggi
che rievocano l’umanità della metafora con la semplicità del gesto e la genuinità dei sentimenti. Lo
spettacolo è complessivamente godibile con qualche indulgenza. Meriterebbe infatti un’ulteriore
ripassata specialmente su alcune lentezze iniziali, mentre sarebbe opportuno snellire il ritmo
puntando sui tempi comici. Ad aprile Scrooge sarà ospite a Thun della Borsa Svizzera degli
Spettacoli.
La dialettica di Brecht è ancora di attualità
Nel 1940, uno degli ultimi anni del suo esilio europeo, Bertolt Brecht scrisse Il Signor Puntila e il suo
servo Matti definendolo «Volkstück», commedia popolare, traendo spunto da alcuni racconti della
scrittrice finlandese Hella Woulijoki. Un’apologia umoristica in cui il drammaturgo descrive
l’immagine del capitalista che diventa umano e generoso quando si ubriaca mentre si comporta da
prepotente, avaro e crudele sfruttatore quando è sobrio. Un teatro didattico popolaresco, una sorta
di Dr Jekyll e Mr Hyde sulla falsariga dell’invenzione di Chaplin per Luci della città dove i princìpi
della lotta di classe cari a Brecht si caricano di significati dialettici di sconcertante attualità.
Il Teatro dell’Elfo l’ha messo in scena per il suo Mr Pùntila, musiche originali di Paul Dessau, con la
regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia che hanno caricato la commedia di gustose citazioni:
dalla figura iniziale di Madre Coraggio alle processioni dei derelitti, dai finti accattoni di Peachum
dell’Opera da tre soldi alla macelleria scenografica dell’opulento Mauler (Santa Giovanna) fino
all’effetto sonoro in stile «Frau Blücher» del Frankenstein Jr di Mel Brooks. Una rilettura grottesca e
divertente per la platea del LAC che ha applaudito uno strepitoso Ferdinando Bruni spalleggiato da
Luciano Scarpa con Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Francesca Turrini, Carolina Cametti, Luca
Toracca, Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo De Mojana e Francesco Baldi.