OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285210 – 335 275538 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 339 Mercoledì 21 maggio 2014, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni mese si parlerà di avventure del passato: verso l’eclisse di Sole a cura di Silvano Minuto. Al termine, se il cielo sarà sereno, si potranno fare delle osservazioni al telescopio. La Luna sarà all’ultimo quarto per cui sorgerà dopo la mezzanotte. Data la sua assenza si potranno vedere nebulose e galassie e tutti gli oggetti del cielo profondo. Giove sarà visibile nella prima serata nei Gemelli. Marte sarà visibile ad est molto luminoso nella Vergine. Saturno sarà visibile ad est nella la Bilancia. Venere sorgerà prima del Sole molto luminoso sopra l’orizzonte est. e Mercurio tramonterà poco dopo il Sole del Sole nel Toro. RECENSIONI AMEDEO BALBI CERCATORI DI MERAVILIA Storie di grandi scienziati curiosi del mondo Rizzoli 2014 - Pagg. 256 – Euro 18.00 La Terra si muove o sta ferma? Perché le cose cadono verso il basso? Cos’è l’elettricità? Cos’è il calore? A che velocità viaggia la luce? Di cosa è fatta la materia? Sono domande, apparentemente semplici, che si sono posti nei secoli tanti protagonisti della scienza, le cui risposte vengono racchiuse in questo libro, "Cercatori di meraviglia - Storie di grandi scienziati curiosi del mondo", di Amedeo Balbi. Balbi è un giovane astrofisico romano con la passione per la divulgazione scientifica che possa essere compresa da tutti. Ne fa tanta con il suo blog, Keplero, e oggi, in questo libro racconta le storie che rendono la scienza una disciplina affascinante, come quelle di Faraday, il libraio che inventò la dinamo, o di Becquerel, scopritore della radioattività, o di Cavendish che “pesò la Terra”. L'obiettivo è dimostrare - scientificamente, appunto - che la scienza non è una materia fredda e asettica, ma un percorso appassionante fatto di storie e di persone curiose e innamorate della loro materia. Ed è la curiosità a rendere questi uomini dei "cercatori di meraviglia", una meraviglia nei confronti del mondo che li spinge a capirne il funzionamento. Da lì, le numerose domande, talvolta semplici, addirittura banali, che però sono state alla base alla base di grandi punti di svolta nella nostra comprensione delle cose. Cercatori di meraviglia è l'ultimo di una serie di libri scritti da Amedeo Balbi: tra gli altri, ricordiamo "La musica del Big Bang" (2007), "Seconda stella a destra" (2010), "Il buio oltre le stelle" (2011) e il fumetto "Cosmicomic", realizzato nel 2013 in collaborazione con Rossano Piccioni. A cura di Silvano Minuto MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI BERNA (Svizzera) - La Torre dell’Orologio Fotografia n. 1 : Berna, parco degli orsi - un Fotografia n. 2: Berna, parco degli orsi orso maschio. femmina di orso con cucciolo. Tra le curiosità della città di Berna vi sono, in primo luogo, gli orsi (fotografie n. 1 e n. 2), che sono stati spostati dalla vecchia fossa in un parco lungo il fiume Aare e la “Zeitglockenturm” (in dialetto svizzero si dice sovente zeit o zit per designare l’orologio) o Torre dell’Orologio. La torre, sotto la quale pas-sa la strada (fotografia n. 3), fu costruita nel 1191 da Berthold V, duca di Zähringen, governatore della Borgogna, e fondatore della città di Berna. Nel XV secolo fu dotata di un orologio che, nel 1519, fu riparato, una prima vol-ta, da un orologiaio di Dissenho-fen e più tardi da un orologiaio di Stein; questi due artigiani sono, senza alcun dubbio, da identifica-re con Joachim Habrecht, nato a Dissenhofen, sposatosi a Stein e che, più tardi, abitò a Sciaffusa. Nel 1526 fu affidata la manutenzione di questo primo orologio a Kaspar Brunner, nominato “Zitgloggen-Richter” (governatore dell’orologio). Brunner riconobbe ben presto la mediocrità del vecchio orologio e, essendo state accettate le sue proposte per la fornitura di un nuovo orologio, portò a termine la nuova installazione nel 1530. Fotografia n. 3: Berna, la Torre dell’Orologio. Le parti esterne dell’orologio eseguito da Brunner consistono in due grandi quadranti dipinti sui muri (foto-grafie n. 4 e n. 5); a mezza altezza un quadrante astronomico (fotografie n. 6 e n. 7), con un motivo a sbalzo, e con gli automi (fotografie n. 8, n. 9, n. 10 e n. 11); nella lanterna della guglia, una figura umana che batte le ore (fotografia n. 12). (continua) A cura di Salvatore Trani CONSIGLI PER L’OSSERVAZIONE BOOTE Culmina al meridiano intorno alle 22 del 2 giugno. Copre 907 gradi quadrati e contiene 90 stelle più brillanti della sesta magnitudine. A volte viene indicata come la costellazione del “Bifolco”. E’ una costellazione molto antica, le vengono attribuiti vari significati, il più probabile è quello di guardiano dell’Orsa, infatti la sua stella principale “Arturo” in greco significa appunto “guardiano dell’Orso”. Viene anche rappresentata nell’iconografia antica con in mano un guinzaglio a cui sono legati due levrieri. La visione di questa costellazione preannuncia l’arrivo, nel nostro emisfero, della stagione calda. Facilissima da rintracciare, Arturo l’oggetto più brillante dell’emisfero Boreale, si trova sul prolungamento della coda dell’Orsa Maggiore. La costellazione ricorda un po’ la forma di un aquilone. In questa costellazione non ci sono degli oggetti del profondo cielo alla portata dei piccoli strumenti. Alfa - Arturo Mag. 0.04 - Sp K0 E’ la quarta stella più luminosa di tutto il cielo. Dal colore giallo intenso e alla temperatura superficiale di 4200° K. La sua distanza è di 37 anni luce e le sue dimensioni superano notevolmente quelle del Sole, raggiungendo i 30 milioni di km. Si tratta di una stella gigante avviata verso le fasi conclusive della sua evoluzione. Ha un moto proprio molto elevato e si sposta in cielo, rispetto alle altre stelle, di ben 1° ogni 1600 anni circa. Beta - Nekkar A.R. 15h 02m – D. + 40° 23’ Di colore giallo; si trova a 220 anni luce dalla Terra e brilla come 150 Soli. Delta A.R. 15h 15m – D. + 33° 19’ Mag. 3,5 e 8.7 – Sep. 104.7” – AP° 79 I colori delle componenti sono giallo e blu. Epsilon, Izar AR 14h 45m – d + 27° 04’ Stella doppia – Separazione componenti 2.8” – Mag. 2.5 – 4.9 AP° 339 Bellissimo sistema doppio. La primaria è di colore giallo oro e la compagna blu. Il contrasto cromatico è notevolissimo tanto che la stella è stata soprannominata la Pulcherrima “la più bella in latino”. Per poterle separare occorre utilizzare uno strumento di 8/10 cm di diametro con utilizzo di forti in gradimenti. Anche la visione sfuocata con i dischi di diffrazione a contatto merita attenzione. Zeta AR 14h 41m – D. + 13° 44’ Sep. 0.8” – m. 4.5 – 4.6 – AP° 300 Sistema binario molto stretto con componenti bianche di pari luminosità. La separazione è di soli 0.8” e le due stelle che si trovano a 180 anni luce di distanza, orbitano una intorno all’altra in 125 anni. Sono difficilissime da osservare; con piccoli strumenti si può notare soltanto un allungamento della stella. R Bootis AR 14h 37m – D. + 26° 44’ – tipo Mira m. 6.2 – 13.1 – periodo 223 gg Posizionata 1.7° ad ovest di Epsilon Boo è una variabile a lungo periodo, di colore rosso, con escursione della luminosità tra le magnitudini 6.2 e 13.1 Mu AR 15h 24m – D. + 37° 23’ Sep. 108,3”-2.3” mag. 4.3 – 6.7 – 7.0 – 7.6 – AP° 171-8 Stella tripla. Con piccoli strumenti si osservano due stelle di mag. 4.3 e 6.7 di colore giallastro, distanti 108.3”. La stella meno luminoso è a sua volta una doppia con componenti di mag. 7.0 e 7.6 (colori giallo e arancio) separate da 2.3” W Bootis AR 14h 43m – D + 26° 32’ – tipo irregolare - m. 4.7 – 5.4 – periodo 450 gg Variabile irregolare che si trova a soli 39’ a SSO della stella Beta Boo. Può essere seguita anche con un binocolo. NGC 5248 AR 13h 37m – D. + 08° 53’ Dimensioni: 6.5’ Mag. 10.2 – Tipo: Galassia barrata E’ una galassia spirale barrata scoperta da William Herschel nel 1784. Si individua circa 9° a ESE della stella Vindemiatrix, una gigante gialla appartenente alla costellazione della Vergine; la regione di cielo in cui si trova è in realtà povera di stelle appariscenti. Può essere scorta anche con un telescopio amatoriale da 114 mm, se il cielo è in ottime condizioni atmosferiche. La galassia si trova a circa 9° dall'equatore celeste; ciò comporta che sia facilmente osservabile da entrambi gli emisferi celesti, senza rilevanti differenze. Gli osservatori dell'emisfero nord sono leggermente più avvantaggiati. Il periodo più adatto per la sua osservazione nel cielo serale va da marzo ad agosto. NGC 5248 presenta un nucleo brillante attraversato da una barra molto appariscente, da cui partono due bracci di spirale principali piuttosto deboli, più altri bracci secondari; si stima che il suo diametro sia di 123.000 anni luce, con una massa di 140 miliardi di Soli. Tende ad allontanarsi dalla Via Lattea con una velocità pari a 1156 km/s. NGC 5466 A.R. 14h 05m – D + 28° 32’ Dimensioni 11’ – m. 9.0 – tipo Globulare Ammasso globulare posizionato sul bordo della costellazione dei Cani da Caccia, in una regione priva di stelle brillanti. Non è facile da rintracciare in quanto risulta anche poco concentrato. Per distinguere qualche particolare oltre ad una debole luminosità, occorre utilizzare un buon strumento ad alti ingrandimenti ed approfittare di una serata buia e trasparente. Il suo diametro è di 11’ e la luminosità totale di magnitudine 9.0. La distanza dalla Terra è di 47.000 anni luce. SCIAMI METEORICI In questa costellazione è possibile osservare nei giorni 3-4 gennaio uno degli sciami meteorici più ricchi del cielo (anche 100 meteore all’ora, meno brillanti però di altri sciami) Viene chiamato delle Quadrantidi perché la zona interessata era una volta occupata dalla costellazione del Quadrante Murale, ora scomparso. ECLISSE DI LUNA DEL 15 MAGGIO 2014 Astronomy Picture of The Day (APOD) è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice Immagine pubblicata il 17 aprile 2014 Eclisse totale di Luna del 15 aprile 2014 ripresa a Waterton Lakes Nationale Park in Alberta, Canada SUPERNOVA SCOPERTA IL 9 MAGGIO 2014 SUPERNOVA PSN J13324911+4152151, scoperta il 9.5.2014 DA F. Ciabattari, E. Mazzoni and M. Rossi (Italian Supernovae Search Project - ISSP), nella Galassia NGC 5214 R.A. = 13h32m49s.11, Decl. = +41°52'15".1 - $” est e 4” a sud del centro. Mag. 16.5 Immagine di repertorio Per la scoperta è stato utilizzato il telescopio dell’Osservatorio di Monte Agliate – Lucca. Telescopio di 50 cm di diametro Edificio del telescopio dotato di tetto scorrevole INVERNO DI 65 MILIONI DI ANNI FA La prova dell'inverno "da impatto" di 65 milioni di anni fa Scoperta in una formazione rocciosa del Texas la conferma del breve ma drastico raffreddamento del clima innescato 65 milioni di anni fa dall'impatto di un asteroide con la Terra. L'evento, che avrebbe portato alla scomparsa dei dinosauri, causò anche immensi tsunami. Per la prima volta sono state trovate prove dirette che la caduta di un massiccio asteroide sulla Terra avvenuta alla fine del Cretaceo, fra 65 e 66 milioni di anni fa, fu seguita da un “inverno da impatto”, causato dalla diffusione nella stratosfera di polveri e aerosol che ridussero drammaticamente e per decenni la quantità di radiazione solare in grado di raggiungere la superficie del pianeta. Il nesso causale diretto fra quell'evento - la cui traccia più vistosa è il cratere di Chicxulub, nella penisola dello Yucatan - e la successiva estinzione dei dinosauri non era ancora dimostrato. Le testimonianze geologiche del cambiamento climatico che contraddistingue il passaggio dal Cretaceo al successivo Paleogene non avevano una risoluzione temporale sufficiente per distinguere la catena di eventi che portò a quell'estinzione. Il picco di freddo che provocò l'inizio della catastrofe, infatti, potrebbe essere durato appena qualche decennio, un lasso di tempo che nella documentazione stratigrafica corrisponde a uno strato di roccia sottilissimo e difficilmente identificabile. Sulla carta geologia sono indicate le posizioni del cratere da impatto di Chicxulub e della formazione del Brazos River Nella ricerca ora pubblicata sui “Proceedings of the National Accademy of Sciences”, Johan Vellekoop, dell'Università di Utrecht, e colleghi sono riusciti a condurre una serie di analisi di paleotermometria su alcuni strati di rocce sedimentarie del Brazos River, in Texas. Nella formazione dell'area di Brazos, caratterizzata da una antica sedimentazione quasi continua, si possono infatti distinguere in modo singolarmente chiaro sequenze di sottili strati in cui sono presenti differenti tipi di detriti e resti di animali marini, prevalentemente conchiglie e foraminiferi. Dalle analisi risulta in particolare che immediatamente dopo l'impatto ci sarebbe stata una fase “palla di fuoco”, dovuta all'intenso calore provocato dall'impatto, fase caratterizzata anche da terremoti e da immense onde di tsunami. A queste ultime i ricercatori imputano lo strato di conchiglie grossolanamente frantumate di Brazos River, la cui matrice rocciosa circostante presenta un picco di concentrazione di iridio. L'iridio, un elemento molto raro nel suolo terrestre, ma abbondante negli asteroidi, è il più importante marcatore dell'impatto Secondo i modelli, le polveri sollevate dall'impatto e dagli incendi su scala globale avrebbero quindi prodotto una diminuzione del 20 per cento circa della luce solare in grado di raggiungere la superficie terrestre, con un abbassamento delle temperature durato alcuni decenni. Anche questo evento trova riscontro nella formazione di Brazos River. Le tracce dei lipidi prodotti da un particolare gruppo di archea (i Thaumarchaeota) rinvenute immediatamente al di sopra dello strato di conchiglie sono infatti coerenti con un repentino crollo della temperatura media di almeno 7 °C. Dallo studio di questi organismi - che attualmente si possono trovare all'interno di grotte - sappiamo infatti che la composizione della parte lipidica dei biofilm che producono varia in funzione della temperatura dell'ambiente in cui si trovano. La formazione di Brazos River porta anche le tracce di uno tsunami scatenato dall'impatto dell'asteroide L'abbassamento delle temperature, osservano i ricercatori, potrebbe essere stato persino più marcato, dato che è risultato difficile isolare perfettamente gli strati di biofilm di quel breve periodo da quelli immediatamente superiori (successivi) in cui si è assistito a un progressivo ritorno a un clima più mite, un miglioramento climatico anch'esso previsto dai modelli. Fonte: Le Scienze news PROTUBERNZA SOLARE Protuberanza solare ripresa da Giuseppe Bianchi il 15/05/2014 NICCOLÒ CACCIATORE Niccolò Cacciatore (Casteltermini, 26 gennaio 1770 – Palermo, 28 gennaio 1841) Destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, Cacciatore studiò matematica e fisica a Palermo, dove Giuseppe Piazzi, a capo Osservatorio Astronomico di Palermo, lo incoraggiò a frequentare la Specola, dove cominciò a lavorare come assistente nel 1800. La carriera di Cacciatore culminò nel 1817, quando successe a Piazzi (che nel frattempo era stato nominato direttore generale degli Osservatori di Napoli e Palermo) come direttore dell'Osservatorio di Palermo, ma la sua gestione non fu all'altezza di quella del predecessore, cosa che danneggiò non poco l'immagine di eccellenza internazionale della Specola Palermitana. Come astronomo, Cacciatore è ricordato per aver collaborato con Piazzi alla compilazione dei due cataloghi stellari pubblicati dall'Osservatorio di Palermo nel 1803 e nel 1814; dopo la pubblicazione dell'opera del 1814, il reverendo inglese Thomas Webb scoprì che i nomi di due stelle del Delfino stelle elencate per la prima volta con un nome proprio nel catalogo del 1814, Sualocin e Rotanev, non erano altro che, a lettere invertite, il nome latinizzato di Niccolò Cacciatore, Nicolaus Venator. Fu membro della Royal Society. Il 19 marzo 1826, Cacciatore scoprì l'ammasso globulare NGC 6541, che venne più tardi scoperto indipendentemente dall'astronomo scozzese James Dunlop, che conduceva le sue osservazioni in Australia. Alla morte di Niccolò Cacciatore nel 1841, il suo secondogenito Gaetano, fu nominato direttore dell'Osservatorio. IL SOLE IN H ALFA Il Sole in H alfa ripreso da Giuseppe Bianchi il 15/05/2014 IL CALENDARIO REPUBBLICANO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che il sistema metrico decimale è una innovazione della Rivoluzione Francese, ma anche un Nuovo Calendario è stato pure introdotto, solo in Francia, in vigore dal 26 novembre 1793 sino al 1806, quando Napoleone Bonaparte (1769-1821) lo abolì. Il Calendario Repubblicano, della Rivoluzione Francese tentò di fare una riforma radicale del Calendario. Segue una breve e sicuramente incompleta spiegazione di quello che è, ormai, solo un fatto storico che ha creato una inutile confusione negli anni di passaggio dal secolo XVIII al secolo XIX. Il Capodanno era previsto coincidere con l'Equinozio di Autunno, che poteva cadere tra il 22 ed il 24 settembre, quindi Capodanno variabile. Gli anni erano composti di 365 o 366 (bisestile) suddivisi in 12 mesidi 30 giorni ciascuno più 5 o 6 (bisestile) giorni aggiuntivi; i nomi molto fantasiosi richiamavano le condizioni climatiche francesi; nella commissione appositamente formata c’era il noto poeta André Chénier (1762-1794) eppure venne ugualmente ghigliottinato (!) , ed i nomi stessi erano: 1 Vendémiaire, 2 Brumaire, 3 Frimaire, 4 Nivose, 5 Pluviose, 6 Ventose 7 Germinal, 8 Floréal, 9 Prairial , 10 Messidor, 11 Thermidor, 12 Fructidor. Quindi contraddiceva il proclamato principio di universalità perché tale nomenclatura era adeguata al solo clima temperato della Francia. Con questo Calendario, di fatto rivoluzionario (!), non erano previste le settimane; ogni mese era diviso in tre Decadi di 10 giorni ciascuna, di cui l'ultimo era di riposo (festa). Ma non è finita cambiava anche il giorno che si divideva in 10 ore, ciascuna ora contava 100 minuti ed ogni minuto 100 secondi. Occorre dire che al termine dell'ultimo mese il Fructidor, facevano seguito i 5 giorni aggiuntivi (6 nei bisestili), che si chiamavano, in ordine, Giorno della Virtù, Giorno del Genio, Giorno del Lavoro, Giorno della Opinione, Giorno delle Ricompense ed da ultimo, nell'anno bisestile, chiamato Anno Olimpico o Sestile, il sesto giorno aggiuntivo si chiama, e non poteva essere altrimenti, Giorno della Rivoluzione. Fu osteggiato da molti e, per fortuna, il 1 gennaio 1806 la Francia ritornò al Calendario Gregoriano, l'ultima data del Calendario Rivoluzionario fu quindi (dopo un ovvio e laborioso conteggio) il 10 Nevoso (Nivose) dell'anno XIV della Rivoluzione. Uranio CINQUE PER MILLE Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la struttura e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca. Sono stati iniziati i lavori per la sostituzione del telescopio principale con uno più grande e più potente per la cui realizzazione servono dei fondi. APAN Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande opportunità Casella sostegno del volontariato C.F. osservatorio 00437210032 TRIPLETTO DEL LEONE M65, M66, NGC3628 Il tripletto del Leone ripreso in osservatorio il 4 maggio 2014 da Alessandro Segantin. Somma di: - 20 pose da 4 minuti - 5 dark da 4 minuti - 5 bias - 5 flat Riprese con la seguente strumentazione: - Celestron C8N 200 - 1000 su montatura N-Eq6 Pro e camera di ripresa Canon Eos 350D modificata - Telescopio di guida Tecnosky 80/600 con camera di guida Magzero Mz-5 Elaborazione finale: Deep Sky Stacker e Photoschop CS4 FLY ME TO THE MOON Il cratere Macrobius Al bordo nord-occidentale del Mare Crisium possiamo osservare il cratere "Macrobius", una formazione circolare di 66Km che costituisce una interessante coppia con Tisserand. Sui versanti scoscesi su si trovano Macrobius O a sud-est e Tisserand ad Est. Le pareti sono molto alte e terrazzate, su di esse si trova il piccolo cratere Macrobius C a sud-ovest. Il fondo è piatto con una montagna centrale e collinette. La sua formazione risale al periodo Imbriano Inferiore (da -3.85 miliardi di anni a -3.8 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 4 giorni dopo la Luna nuova oppure 3 giorni dopo la Luna piena. Longitudine: 45.970° East Latitudine: 21.256° North Faccia: Nearside Quadrante: Nord-Est Area: Bordo Nord-Occidentale del Mare Crisium Origine del nome: Dettagli: Ambrosius Macrobius Theodosius (o Macrobio) Scrittore romano del 5° secolo d.C. nato in Roma Morto nel 490 Fatti notevoli: Opere di grammatica latina. Autore di una raccolta di poesie. intitolata i 'Saturnali'. Autore del nome: Riccioli (1651) Nome dato da Langrenus: Tucheri Nome dato da Hevelius: Mons Cimmerius Nome dato da Riccioli: Macrobius Nelle foto una ripresa amatoriale del cratere "Macrobius" e un disegno dell'epoca di Ambrosius Macrobius Theodosius. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi IL SOLE IN H ALFA il Sole in H alfa ripreso da Giuseppe Bianchi il 15 maggio 2014 CINQUE PER MILLE Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la struttura e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca. Sono stati iniziati i lavori per la sostituzione del telescopio principale con uno più grande e più potente per la cui realizzazione servono dei fondi. APAN Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande opportunità Casella sostegno del volontariato C.F. osservatorio 00437210032 OSSERVATORIO DI SUNO Le coordinate dell’osservatorio sono: 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est Hanno collaborato: Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Giuseppe Bianchi Alessandro Segantin Vittorio Sacco